Il Festival Corto e a capo il 29 novembre alle ore 19:00 vi aspetta al Gaveli di Benevento con la proiezione, ad ingresso gratuito, del docu-film Se c’è un aldilà sono fottuto di Simone Isola e Fausto Trombetta che saranno presenti all’evento.
L’evento è stato organizzato per completare le premiazioni dedicate a Mario Puzo, sceneggiatore e scrittore statunitense, , figlio di immigrati irpini nonchè autore de Il padrino.
Come ha affermato Umberto Rinaldi, direttore artistico di Corto e a capo:
Ricordare Puzo non è soltanto un modo per sottolineare la presenza di personalità irpine all’interno della storia del cinema ma anche un modo per celebrare nel modo migliore una delle menti più brillanti che, iniziando come scrittore, ha contribuito a fare la storia del cinema mondiale. Mario Puzo e Claudio Caligari sono accomunati dalla grande capacità che hanno avuto entrambi di raccontarci strutture, logiche e dinamiche del fare criminale.
Se c’è un aldilà sono fottuto è un docu-film su Claudio Caligari, regista laziale che ha realizzato tre lungometraggi caratterizzati da forte realismo e spregiudicatezza, tra cui ricordiamo Amore Tossico (1983).
Ecco un assaggio del documentario dal trailer.
Se c’è un aldilà sono fottuto: il trailer
Se c’è un aldilà sono fottuto è un lungometraggio che invita a riscoprire l’uomo e le opere piuttosto che fare una semplice commemorazione di Claudio Caligari. Il film è stato molto apprezzato alla 76esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
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MAVV, la premiazione di “Wine Art Contest” e “GreenPrix
Al Galoppatoio della Reggia di Portici si terrà, giovedì 30 settembre, alle 15:45, la manifestazione di
premiazione del “Wine Art Contest” e del “GreenPrix”.I due concorsi lanciati dal MAVV, il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite, dedicati all’arte, alla cultura,
all’innovazione e alla sostenibilità della filiera del vino, del wine&food, dell’enoturismo e dell’industria
creativa, hanno visto un rilevante successo di partecipazione, anche su scala internazionale.
Sostenute, tra gli altri, dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, e dalla Regione Campania, le due iniziative sono volte a coinvolgere, valorizzare e promuovere i giovani talenti artistici e i neoimprenditori per l’innovazione della filiera del vino. Presidente d’onore il ministro Stefano Patuanelli.
Il Wine Art Contest, concorso di creatività artistica ispirata dal mondo del vino, ha visto la candidatura di oltre duecento giovani artisti, non solo italiani, ben oltre la soglia inizialmente fissata a 120 partecipanti.Dei 25 i finalisti preselezionati (19 per le arti visive e 6 per le arti performative), una giuria di nomi noti del panorama culturale e artistico italiano sceglierà tre opere da premiare. Saranno conferiti assegni e riconoscimenti anche al secondo e terzo classificato, nonché premi speciali (canzone, fotografia e video, pittura). Gli artisti selezionati saranno coinvolti in workshop ed eventi del MAVV Wine Art Museum e dei partner del concorso.
Dieci le candidature selezionate al GreenPrix, un riconoscimento conferito a giovani imprese e startup
innovative operanti nel settore dell’enologia che si distinguono per idee e progetti nuovi e competitivi.Programma
La manifestazione si terrà nel Galoppatoio della Reggia di Portici, concesso dal Dipartimento di Agraria della Federico II, guidato dal direttore Danilo Ercolini, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Portici.
Con il saluto del ministro Stefano Patuanelli e l’attrice Marisa Laurito, che hanno personalmente sostenuto dal primo momento l’ideazione del contest e del premio, nell’occasione verranno anche consegnati i riconoscimenti del MAVV In Vino Veritas e Dea Vite, giunti alla terza edizione, conferiti a personalità del mondo scientifico, accademico, sociale e dello spettacolo per i loro meriti.
La manifestazione sarà presentata da Noemi Gherrero, con la direzione artistica curata da Carmine Aymone, Claudio Niola e Luciano Ruotolo.
A seguire, alle 20:45, nell’area esterna al Galoppatoio, il Wine Art Fest, una serata animata dal concerto di una jazz band internazionale, aperta da una degustazione di vini di eccellenza del territorio, curata dai sommeliers professionisti dell’AIS.MAVV – Museo dell’Arte, del Vino e della Vite
È un’impresa culturale nata per far conoscere in modo diffuso il mondo del Vino anche come patrimonio artistico, scientifico e storico del territorio. La mission è quella di promuovere il settore della cultura legato all’enologia come risorsa dello sviluppo economico e del “made in Italy”. Il MAVV è ospitato nella Reggia di Portici, dal Centro Musa del Dipartimento di Agraria dell’Università degli studi di Napoli Federico II, dove gestisce un’esposizione multimediale e interattiva sulla cultura del Vino. Le attività museali, culturali, divulgative e formative del MAVV fondano sullo stretto rapporto con l’arte e la cultura.
Illustra Eugenio Gervasio, fondatore del MAVV:
Attraverso eventi, nel nome del gusto e del bello, colleghiamo il mondo del nettare degli Dei alle arti visive, alla cultura, alla storia, all’archeologia il tutto, con un format che coniuga innovazione e tradizione, attraverso exhibit multimediali, laboratori e percorsi sensoriali.
Il MAVV è una start up, unica e singolare nel panorama delle iniziative dell’industria culturale e turistica esperienziale, che intende diventare protagonista dell’era digitale, promuovere e sostenere le nostre eccellenze e il Made in Italy.
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Corpus Christi di Jan Komasa parla della storia vera di un prete abusivo
Corpus Christi è un film di Jan Komasa, che ha ottenuto una candidatura ai Premi Oscar come Miglior film straniero. Il lungometraggio è tratto da una storia vera che ci parla della vita di un giovane polacco che avrebbe voluto diventare un sacerdote ma la sua fedina penale glielo impedisce.
Corpus Christi: la trama
Daniel (Bartosz Bielenia) è il protagonista di Corpus Christi ed è un ragazzo pieno di contraddizioni. Ciò che vuole è diventare prete ma la sua fede va in conflitto con la sua condotta penale.
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Un giorno Daniel viene inviato attraverso un permesso lavorativo in un paese lontano dal riformatorio in cui risiede, in questo luogo molti lo reputano un prete e lui non fa nulla per smentire questa credenza. A causa di una serie di vicissitudini diventa un sostituto del parroco.
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Perché il perdono religioso va in conflitto con il voler ricoprire cariche sacerdotali? Forse alcune risposte le troveremo nel lungometraggio Corpus Christi.
Buona visione!
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Dante per tutti vi aspetta al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda
Continuano gli appuntamenti culturali di Dante per tutti, curato da Luca Maria Spagnuolo, al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda. Il reading è fissato per oggi alle ore 20:30 previa prenotazione al 3209648749.
Protagonista è il Canto XXXIII dell’Inferno: l’incontro tragico e pietoso di Dante con il Conte Ugolino della Gherardesca.
Michelangelo Bruno, bartender del caffè letterario, nel pensare a quale cocktail abbinare a 5 personaggi dell’Inferno dantesco, al Conte Ugolino ha associato un Hot Toddy mirtillo e cioccolato perché è un drink caldo che si contrappone al contrappasso per analogia di Dante che lo condanna a vivere immerso nel ghiaccio.
Dunque se avete intenzione di entrare a 360° nel mood del XXXIII Canto non vi resta che scoprire e degustare questo drink.
Inferno di Dante: approfondimento del Canto XXXIII
Questo canto ha i suoi punti nodali nell’incontro con i cittadini di Pisa e di Genova, due città in cui Dante trova confermata il suo pessimismo sullo stato della civiltà comunale. Nati dalla necessità di creare una società più democratica e civile con un’economia più agile e moderna, questi due comuni si sono impigliati in una serie di guerre fratricide che, nel tempo, li fanno regredire verso costumi più vicini ai barbari. Le lotte tra fazioni sono tutte alimentate dalla bramosìa di potere e dal disprezzo verso il debole in cui vennero coinvolti degli innocenti.
Su questo sfondo cupo e violento si colloca anche l’ambientazione infernale del canto XXXIIIesimo, in cui nel Cerchio IX vi sono i traditori, che sono costretti a stare immobili. Ciò che appare agli occhi di Dante è un deserto di ghiaccio popolato di sole teste.
Qui è stato destinato a restare il Conte Ugolino che è rimasto e rimarrà eternamente chiuso nei limiti feroci della sua società e della sua storia, dominata da tradimenti, crudeltà, odio, brama di potere e guerra.
Ugolino, per Dante, rappresenta l’emblema della crudeltà e del male umano. Il deserto umano non è altro che il mondo di cui egli stesso è il frutto, dunque l’angoscia che lui patì e ora patisce in eterno non può far scaturire alcuna pietà per lui ma solo per i poveri innocenti travolti dalle sue passioni irrazionali.
L’episodio del Conte Ugolino si basa su due temi: quello della ferocia umana che rafforza le forme di ferocia che gli furono proprie in terra e l’altro tema è quello della vita affettiva in cui il conte diventa il concreto simbolo di una società che ha tra le altre anche la responsabilità di assassinare degli innocenti perché fu protagonista di una politica faziosa.
Tu dei per ch’i’ fui conte Ugolino,
e questi è l’arcivescovo Ruggieri:
or ti dirò perché i son tal vicino.
Che per l’effetto de’ suo’ mai pensieri,
fidandomi di lui, io fossi preso
e poscia morto, dir non è mestieri;
però quel che non puoi avere inteso,
cioè come la morte mia fu cruda,
udirai, e saprai s’è m’ha offeso.
Per scoprire il resto non vi resta che partecipare a Dante per tutti!
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