Corto e a capo conclude il ciclo d’incontri con gli autori per questo 2019, consegnando a Simone Isola e Fausto Trombetta, i registi del lungometraggio Se c’è un aldilà sono fottuto.
Se c’è un aldilà sono fottuto è un documentario che mostra la vita e la storia professionale di un grande regista: Claudio Caligari che, nonostante abbia girato solo tre film, rimarrà nella storia del cinema per la sua regia e il suo modo realistico di trasporre la realtà più abbrutita del nostro tempo su pellicola.
Abbiamo intervistato Umberto Rinaldi, direttore artistico di Corto e a capo, per sapere qualcosa di più.
You Might also like
-
Giffoni Jazz Festival 2021 la seconda e ultima fase con il Trio Malinconico
Dopo i primi dieci concerti realizzati nello scorso week end il Giffoni Jazz Festival continua a far risuonare grande musica nel comprensorio dei Picentini, tra Pontecagnano Faiano e Giffoni Valle Piana. Si parlerà anche di jazz grazie alle presentazioni di alcuni libri e soprattutto il pubblico, e i musicisti, potranno approfondire, e migliorare, la loro tecnica partecipando alle masterclass.
Il 07 dicembre (ore 18), nella Biblioteca Comunale “A. Gatto” presso il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano, ci sarà la presentazione del libro di Antonio Onorato. “Jazz Napoletano”, pubblicato da Edizioni Volonte’ & Co., è il terzo libro scritto dal chitarrista napoletano. A interagire con il musicista ci sarà il Prof. Mario Monteleone e a moderare l’incontro la giornalista Valeria Saggese. Nello stesso giorno e luogo, ma alle ore 19.30, l’AMIP (Associazione Malati di Ipertensione Polmonare) – da sempre vicina al mondo jazz, tanto da pubblicare un doppio cd compilation che ha raccolto fondi per la ricerca scientifica – realizzerà un convegno per far conoscere meglio la patologia polmonare e al contempo presenterà il libro “Ho visto persone attraversare le Ande – Diario di un medico” scritto da Francesco Parisi. Con lui il luminare Dott. Michele D’alto e la presidente dell’associazione Laura Gagliardini.A seguire, precisamente alle ore 21, gli Illogic Trio, formati da Lucio D’Amato al pianoforte, Francesco Galatro al contrabbasso e Ugo Rodolico alla batteria, presenteranno in esclusiva live l’album “Nemesi”. Alle 22:30 – sempre nella stessa location – sarà la volta di Igor Caiazza, che con un ospite d’eccezione come il sassofonista argentino Javier Girotto, presenta il nuovo album “Blu” pubblicato dalla label Abeat Records.Mercoledi 08 dicembre sarà la giornata clou della terza edizione del GJF 2021. Le iniziative inizieranno sin dal mattino con le masterclass presso il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano: ore 9.30 con Danilo Rea per il piano, ore 10.00 con Massimo Moriconi per il basso, ore 11.30 con Alfredo Golino per la batteria.Mentre alle ore 11 presso il Borgo Medievale di Terravecchia di Giffoni Valle Piana, concerto della Casanova Swing Band con ospite d’eccezione il sassofonista jazz salernitano, compositore, arrangiatore e musicista nonché direttore d’orchestra e fondatore della Salerno Jazz Orchestra, Stefano Giuliano.Invece alla Biblioteca Comunale “A. Gatto” presso il MAP ci sarà una nuova presentazione editoriale dedicata alla fotografia, protagonista è Riccardo Piccirillo che presenterà – alle ore 19 – “Il silenzio che c’è fuori”. Il fotografo ritrattista napoletano ha deciso di raccontare con la sua prima antologia i suoi dieci anni di carriera. L’autore riconsegna così al suo pubblico i molti volti celebri fotografati durante concerti live o in sessioni in studio e in esterna.La grande giornata continua al Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano con il concerto – alle ore 21 – della Travel SC con il percussionista Davide Cantarella e l’enfant prodige del jazz campano il pianista Guglielmo Santimone vincitore dell’edizione 2020 di “Tomorrow’s Jazz”, prestigioso premio per i giovani talenti del jazz italiano indetto da Veneto Jazz.Alle ore 22.30 il tanto atteso live del trio Danilo Rea (piano), Massimo Moriconi (contrabbasso) e Alfredo Golino (batteria) in un sentito omaggio a Mina che nasce dal progetto discografico “TRE per UNA” dove i tre musicisti riscrivono in chiave jazz i classici della “Tigre di Cremona”.“Tre per una” è il nuovo progetto di un formidabile trio che celebra, anche con la pubblicazione di un disco, un’artista con la A maiuscola in occasione dei suoi ottant’anni: Mina.Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino hanno registrato con Mina quasi ogni genere musicale: dalla ballad jazz al rock, dalla musica fusion a quella acustica, dalle canzoni di autori italiani e internazionali al tango. Il progetto nasce dall’affiatamento di tre grandi jazzisti italiani che hanno trascorso tantissimo tempo insieme a Mina per fare musica, suonando dalla canzone italiana allo standard americano. Il trio mette in scena uno spettacolo con canzoni appassionanti e conosciutissime, tra le quali ‘Non credere’, ‘E se domani’, ‘Io e te da soli’ e molti altri capolavori della canzone italiana.
La conclusione del GJF 2021 avverrà giovedi 09 dicembre presso Borgo Medievale di Terravecchia dove si svolgerà l’ultimo concerto pomeridiano. Alle ore 18 il Trio Malinconico, formato da Diego De Silva (voce recitante), Stefano Giuliano (sassofono) e Aldo Vigorito (contrabbasso), uniranno musica e letteratura in una forma di spettacolo che permetta ad entrambe le forme espressive di parlarsi in una lingua comune.Il trio offrirà un’alternanza fra brani letti, recitati, ed esecuzioni di pezzi che di volta in volta gli strumentisti pensano (il più delle volte, improvvisano), consentendo al pubblico di concentrarsi sul testo e rilassarsi durante l’ascolto dei brani musicali dal vivo, in una formazione essenziale, unplugged, di soli contrabbasso e sassofono. I tre artisti racconteranno l’ultimo lavoro di De Silva “Le minime di Malinconico”.Un libro che gioca con la nostra stupidità e la nostra intelligenza. Fatto di frasi fulminee il cui accostamento produce cortocircuiti spiazzanti e comicissimi. Come se Woody Allen, Groucho Marx e l’amico cretino di vostro zio si trovassero nella stessa stanza e parlassero ognuno per contosuo. IlTrio Malinconico, in attività da diversi anni, prende il suo nome da quello di Vincenzo Malinconico, protagonista di quattro fortunati romanzi di De Silva.
Il Giffoni Jazz Festival è organizzato dall’Associazione DeArt Progetti, con la direzione artistica di Annamaria Fortuna, con il sostegno della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura ed il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Giffoni Valle Piana, del Comune di Pontecagnano Faiano, della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana (CARISAL), in collaborazione con il Ministero della Cultura Direzione Generale Musei Campania e del Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano “Gli Etruschi di Frontiera”.
Con il partenariato di Upselling Tourism e Sofy Music. Oltre all’affiliazione delle associazione Sophia e Pro Curti.Il GJF 2021 è un evento interamente dedicato alla cultura e al linguaggio jazz, alla tradizione e ai nuovi linguaggi riguardanti la musica elettronica, alle contaminazioni. Un Festival musicale ricco di concerti, jam session, masterclass, laboratori didattici, approfondimenti con momenti creativi e ricreativi, il cui obiettivo è favorire la formazione di giovani artisti, ospitando musicisti di fama internazionale con progetti culturali d’alto calibro.
Nelle precedenti edizioni, tra gli oltre cento musicisti che si sono esibiti, spiccano artisti di livello internazionale come lo statunitense Richard Bona (Joe Zawinul, Mike Stern, George Benson, Branford Marsalis, Chaka Khan, Bobby McFerrin, Steve Gadd, PatMetheny Group), il contrabbassista israeliano Avishai Cohen (Chick Corea e Claudia Acuña), il sassofonista romano Stefano di Battista e il bandleader e chitarrista-producer barese Nicola Conte. -
Emergenza Coronavirus in Irpinia: nuovi 21 tamponi positivi
L’ASL di Avellino comunica che, dai tamponi effettutati dall’AORN Moscati di Avellino, sono risultati positivi al Covid-19 nuovi 21 tamponi positivi.
I risultati pervenuti sono i seguenti:
- 3 nel Comune di Ariano Irpino
- 3 nel Comune di Solofra
- 2 nel Comune di Avellino
- 2 nel Comune di Bagnoli Irpino
- 2 nel Comune di Calitri
- 1 nel Comune di Montemiletto
- 1 nel Comune di Forino
- 1 nel Comune di Torrioni
- 1 nel Comune di Vallesaccarda
- 1 nel Comune di Trevico
- 1 nel Comune di Chiusano di San Domenico
- 1 nel Comune di Villanova del Battista
- 1 nel Comune di Aiello del Sabato
- 1 nel Comune di Quindici
-
Favolacce dei fratelli D’Innocenzo è una pellicola senza sconti sulla società
Favolacce di Fabio e Damiano D’Innocenzo è un film che sarebbe dovuto uscire nelle sale l’11 maggio ma che, per ragioni che conosciamo bene, è disponibile su diverse piattaforme online.
Il lungometraggio si discosta dal classico cinema italiano ma si avvicina, soprattutto per la fotografia, a quei film internazionali d’essai o a quella fotografia ricercata e curata, come quella di Matteo Garrone e di Mario Martone, che ritrae la realtà con la luce naturale e senza giocare con l’eccessiva brillantezza delle immagini.
Il film dei fratelli D’Innocenzo non si ispira a romanzi o a storie realmente accadute ma è un lavoro cinematografico che come racconta la voce narrante all’inizio:
Quanto segue è ispirato a una storia vera, la storia vera è ispirata a una storia falsa, la storia falsa non è molto ispirata.
I registi conducono lo spettatore nei quartieri periferici di Roma ma non quelli degradati mostrati in Amore Tossico da Claudio Caligari. Ci si trova in una periferia composta da villette a schiera nuove dove ci si incontra nei giardini privati, per fare cene tra vicini di casa e sottolineare, probabilmente, il riscatto sociale e culturale attraverso la lettura collettiva delle pagelle scolastiche dei propri figli.
Da alcuni particolari del quotidiano dei protagonisti del film si nota una sorta di evoluzione sociale ma che ha, nonostante tutto, notevoli lacune comportamentali dettate da un’educazione in cui si è lottato e in cui si fanno sacrifici per poter vivere nelle villette.
È palese, nei protagonisti di Favolacce, il senso di frustrazione e l’aspirazione vana di poter raggiungere uno status sociale diverso da quello ottenuto nella realtà.
Non c’è un argomento principale che compone la trama di Favolacce: il film sembra quasi voler riprodurre su pellicola problematiche familiari, sociali e interpersonali che fanno riflettere. Il primo che salta agli occhi è il ruolo genitoriale, il personale concetto di saper educare i propri figli meglio degli altri ma che si rivela fallimentare con l’epilogo di alcune scene che sono davvero emblematiche e che evito di descrivere, per non rovinare un’eventuale visione della pellicola.
Tra i diversi gruppi familiari che animano Favolacce i registi si soffermano su una famiglia in particolare, quella che in apparenza sembra la più solida, serena e normale ma che, in realtà, è quella psicologicamente ed emotivamente più fragile e che si sgretolerà in un attimo.
I ruoli maschili e femminili dei protagonisti di Favolacce sono standardizzati e realistici in un modo che, a volte, infastidisce per la sincera schiettezza, che mostra senza metafore la nostra pochezza e povertà d’animo.
Le donne sono figure passive, dedite alla casa, al lavoro per chi lo ha e ai figli.
Le mogli sono passivamente compiacenti nei confronti dei loro mariti, sono delle figure marginali che non hanno molto acume, come se avessero abbracciato quel ruolo che è stato tramandato loro, impartito dalle loro madri e che, senza alcuno spirito critico o moto di evoluzione, hanno accettato con tranquillità e consapevolezza.
Gli uomini invece sono propensi alla violenza verbale e fisica, si nutrono d’invidia verso gli altri, in particolar modo nei confronti di chi vive una condizione più agiata della propria. Il loro senso di frustrazione è costante e, spesso, trascende nel cameratismo adolescenziale che, probabilmente, non hanno ancora superato a prescindere dall’età e dalle esperienze di vita.
Il film dei fratelli D’Innocenzo è una favola realistica del nostro tempo, che sottolinea il nostro senso di inadeguatezza che, spesso, sfocia nella frustrazione e nel sentimento negativo verso l’altro. Dalla pellicola fuoriesce la poca umanità che contraddistingue l’essere umano, proiettato non sul miglioramento interiore ma sull’ostentazione inutile di un’apparenza inconsistente e vuota.
Favolacce ha ricevuto alla Berlinale 2020 l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura.
11 comments on Premio Mario Puzo si è concluso con i registi di Se c’è un aldilà sono fottuto
Comments are closed.