Nella puntata precedente Francesco Teselli e Gilda Ciccarelli ci hanno parlato della regia teatrale.
Oggi, invece, i due attori della compagnia teatrale La Fermata ci parleranno della biomeccanica teatrale o scenica ovvero dell’importanza di sapersi muovere sul palco ed esprimere emozioni, senza dover necessariamente utilizzare la parola.
Biomeccanica scenica: che cos’è?
La biomeccanica scenica è un metodo formativo, utile per poter comprendere il ruolo dell’attore e svolgerlo nel migliore dei modi. Questo metodo fomativo risale al 1922 ed è stato ideato da Vsevolod Mejerchol’d, noto regista russo e pedagogo.
Protagonista della biomeccanica è il corpo dell’attore perché attraverso l’utilizzo di quest’ultimo, l’attore, deve essere capace di comunicare e trasmettere emozioni senza avvalersi della parola. Esercitandosi con la biomeccanica scenica, l’attore prende consapevolezza del proprio corpo, utilizzandolo come se fosse una macchina.
Vsevolod Mejerchol’d divideva la biomeccanica in tre fasi: l’intenzione, l’esecuzione fisica e la reazione psichica.
L’intenzione rappresenta la percezione del compito ricevuto.
L’esecuzione fisica è la realizzazione pratica dell’idea che ha l’attore.
La reazione psichica è la capacità di far emergere la vita emozionale dell’attore.
Per approfondire e scoprire il resto non vi resta che guardare il video!
You Might also like
-
Gli Amori di Suzanna Andler di Benoit Jacquot: il trailer
Gli Amori di Suzanna Andler è un film di Benoit Jacquot, tratto dall’omonima pièce teatrale di Marguerite Duras.
Protagonista è Suzanne (Charlotte Gainsbourg), una donna malinconica che si trova a fare un bilancio della sua esistenza: deve scegliere se vuole continuare ad essere la moglie e madre di un borghese ricco e infedele o scegliere una vita più libera con il suo giovane e squattrinato amante.
Da una parte c’è la vita confortante di cui si conosce tutto, soprattutto quello che non va, dall’altra c’è un percorso nuovo completamente da scoprire, che potrebbe essere allettante ma sconosciuto.
Questo dilemma si consuma tra le pareti di una grande villa abbandonata, che accompagna l’immagine decadente e della stasi emotiva della protagonista, che inciampa tra i suoi pensieri divergenti attraverso monologhi non coerenti perché è lei stessa la prima a non dirsi completamente la verità.
Il regista ci conduce nel mondo introspettivo del sé, in cui i grandi problemi del cuore e della vita diventano insormontabili, per la paura e l’incapacità di parlare a se stessi senza remore e con sincerità. Spesso ci si illude di essere in un determinato modo ma quando arriva il momento di doverlo dimostrare a se stessi, in quel preciso istante, si scopre di essere qualcuno di diverso da ciò che si pensava.
Questo è ciò che accade a Suzanna, che vede per la prima volta un nuovo mondo fatto di paure e di incertezze ed è proprio da qui che inizia il suo calvario intimo perché se da una parte non si riconosce più ed ha paura, la donna, cerca comunque di trovare un senso al suo smarrimento attraverso le giustificazioni di gesti e azioni passate.
Suzanne cerca di dare una spiegazione alle sue scelte, quasi come fosse stata costretta a tradire e a trovarsi nella situazione in cui si trova ora, incarnando pienamente tutti i temi che contraddistinguono il teatro della Duras: la fine dell’amore, il desiderio, la morte, il non evento e la circolarità del piacere umano.
Benoit Jacquot riesce a mostrare il tumulto interiore dell’essere umano con la stessa intensità lacerante di cui è capace solo una rappresentazione teatrale.
Gli Amori di Suzanna Andler punta molto sul tempo sospeso e sugli attori che trasmettono una malinconia onirica e intima come quella del palco teatrale.
Il lungometraggio, distribuito da Wanted, uscirà nelle sale italiane il 21 aprile.
-
Teatro Cilea, la grande stagione teatrale tra prosa, musica, danza e innovazione
Al via la stagione teatrale 2022/2023 della storica sala del Vomero con la possibilità di comporre il proprio abbonamento pagandolo a rate!
Grazie alla direzione artistica di Lello Arena in programma: Arturo Brachetti, Ornella Muti, Marco Bocci, Ficarra e Picone in un omaggio a Massimo Troisi, ELIO, Peppe Iodice, Nino Frassica, Paolo Caiazzo, Maurizio Casagrande, Andrea Delogu, Eduardo De Crescenzo, Deborah Villa, Simone Schettino, i musical su Janis Joplin e Pino Daniele, Andrea Sannino, Peppe Barra e Maria Nazionale.Inoltre riparte la Cilea Academy diretta da Lello Arena.
Prosa, musica, danza e tante emozioni: questi gli ingredienti del cartellone 2022/2023 che il rinomato Teatro Cilea di Napoli (Vomero) propone al pubblico grazie a una stagione ricca di imperdibili appuntamenti tra novità assolute e attesi ritorni.
Lello Arena, che da quest’anno come direttore artistico guida la storica sala vomerese, firma una rassegna adatta ad un pubblico di tutte le età che vanta grandi nomi nazionali, internazionali e artisti di grande popolarità.Il claim di questa stagione è “Scegli i tuoi spettacoli Componi il tuo abbonamento!” una formula innovativa per venire incontro alle esigenze degli spettatori consentendo loro di poter rateizzare l’abbonamento (senza interessi a partire da euro 14,99 al mese) da poter inoltre comporre secondo il proprio gradimento partendo da un minimo di 10 spettacoli scegliendo così giorno e orario e condividendo lo stesso anche con amici e parenti.
Il Teatro Cilea non è solo spettacoli, eventi musicali, prosa, musical ma anche un centro delle arti performative, polo culturale e di formazione per tutti i giovani che vorranno affacciarsi al mondo dell’arte o semplicemente approfondire la conoscenza e la preparazione in più discipline artistiche.
È da questi presupposti che riparte la Cilea Academy, fucina di nuovi talenti e luogo di aggregazione per creare una nuova generazione di artisti è, più in generale, con l’intento di riavvicinare i giovani al teatro e all’arte.
Un nuovo progetto formativo che, facendo tesoro dell’esperienza delle accademie di tradizione, intercetta e interpreta il cambiamento dei tempi e le mutate necessità degli aspiranti professionisti del Teatro.
Quattro le sezioni dei corsi proposti per un triennio di studi con frequenza pomeridiana tri-settimanale:
Recitazione affidata al Maestro Lello Arena, che cura anche la direzione Artistica dell’accademia stessa; Musica e Canto affidati al Maestro Pino Perris; Movimento coreografico e arte scenica coordinati dal coreografo Rai Fabrizio Mainini; e la sezione Il Comico diretta da Nando Mormone, ideatore e produttore del programma “Made in Sud”.Teatro Cilea: programmazione teatrale
DAL 8 NOVEMBRE
EDUARDO DE CRESCENZO
AVVENNE A NAPOLI
con Julian Oliver Mazzariello al piano – Introduce all’ascolto Federico Vacalebre
DAL 10 NOVEMBRE
MAURIZIO CASAGRANDE
A TU PER TRE – con Ania Cecilia e Claudia Vietri
DAL 1 DICEMBRE
ELIO
CI VUOLE ORECCHIO
ELIO CANTA E RECITA ENZO JANNACCI – Regia Giorgio Gallione
DAL 8 DICEMBRE
FICARRA e PICONE LA SMORFIA con LELLO ARENA
DAL 15 DICEMBRE
ANDREA DELOGU
40 E STO – Regia Enrico Zaccheo
DAL 12 GENNAIO
NINO FRASSICA & LOS PLAGGERS BAND
TOUR 2000/3000
DAL 26 GENNAIO
ORNELLI MUTI
IL PITTORE DI CADAVERI di Mark Borkowsky – Regia Enrico Maria Lamanna
DAL 2 MARZO
PEPPE IODICE
PEPPYTORIALE – Regia Francesco Mastandrea
DAL 13 APRILE
PEPPE BARRA
IN CONCERTO
DAL 20 APRILE
PAOLO CAIAZZO
EHI…PROF! Posso venire la prossima volta?
SPECIALI
DAL 14 FEBBRAIO
MUSICANTI
IL MUSICAL CON LE CANZONI DI PINO DANIELE
di Alessandra Della Guardia e Urbano Lione
direzione artistica Fabio Massimo Colasanti
DAL 8 MARZO
DEBORAH VILLA
GLI UOMINI VENGONO DA MARTE, LE DONNE DA VENERE
di Paul Dewandre
DAL 23 MARZO
SIMONE SCHETTINO
SE TUTTO VA BENE, STIAMO UGUALE A PRIMA
DAL 30 MARZO
ARTURO BRACHETTI
SOLO – The Legend of quick-change
INNOVAZIONE
DAL 27 OTTOBRE
GL’INNAMORATI- IL MUSICARELLO
da GOLDONI – Regia Pietro De Pascalis
DAL 3 NOVEMBRE
JANIS “Take another little piece of my heart”
Scritto e diretto da Davide del Grosso
DAL 24 NOVEMBRE
MARCO BOCCI – LO ZINGARO
di Marco Bonini, Gianni Corsi e Marco Bocci – Regia Alessandro Maggi
DAL 2 FEBBRAIO
LELLO ARENA
ASPETTANDO GODOT
Con massimo andrei – Regia Massimo Andrei
MUSICADAL 19 GENNAIO
VALENTINA STELLA in concerto
DAL 16 MARZO
ANDREA SANNINO – Andrè
DANZA
DAL 6 APRILE
LE STELLE DEL BALLETTO
Gala di danza con ospiti internazionali
DAL 4 MAGGIO
CARMEN
Con cast in via di definizione
-
I monologhi della vagina di Eve Ensler
I monologhi della vagina (1996) è un’opera teatrale di Eve Ensler, l’autrice recitava i monologhi che riguardavano le donne e le loro esperienze riguardo la loro vagina, lo faceva con il pubblico. Il materiale contenuto nel testo è il risultato di 200 interviste fatte a donne sugli argomenti più disparati e su cui si aveva difficoltà nel raccontare e accettare: le loro idee sul sesso, relazioni intime e violenza contro le donne.
L’idea di mettere nero su bianco queste esperienze al femminile prende vita quando la drammaturga si rende conto di vivere in una società violenta e che la difficoltà dell’emancipazione femminile è strettamente connessa alla loro sessualità.
Eva Ensler è una donna e drammaturga statunitense che si è impegnata, e tutt’ora si impegna, nel cambiare il mondo, denunciando non solo gli stereotipi ma cercando una strada comunicativa che sia capace di familiarizzare con tematiche complesse e renderle normali.
Per fare questo tipo di percorso, oltre ad una spiccata sensibilità, c’è bisogno di coraggio perché prima di intraprendere una strada dettata da un’idea controcorrente e per certi versi scomoda, si sa da dove si parte e ma non si sa dove sia il punto di arrivo.
L’autrice non immaginava che il suo spettacolo teatrale potesse essere ripreso in tutto il mondo come, poi, è accaduto. Erano tante le donne che avevano bisogno di liberarsi, parlare e denunciare.
I monologhi della vagina: temi affrontati
Ecco alcune parole di Eve Ensler sulla messinscena de I monologhi della vagina:
La prima volta che ho messo in scena I monologhi della vagina ero certa che qualcuno mi avrebbe sparato. Perciò quando sono salita sul palco di un piccolo teatro di Manhattan mi sono sentita come se stessi attraversando una barriera invisibile, rompendo un tabù mo0lto profondo. Ma non mi hanno sparato. Alla fine di ogni spettacolo c’erano lunghe code di donne che volevano parlare con me. sulle prime ho pensato che volessero condividere le loro storie di desiderio e appagamento sessuale.
In realtà si mettevano in fila per dirmi come e quando fossero state stuprate o aggredite o picchiate o molestate. Ero sconvolta al vedere che, una volta rotto il tabù, si liberava un fiume in piena di memorie, rabbia e dolore.
I monologhi della vagina si compone di diversi brani, ciascuno di questi testi affronta diversi temi legati al mondo intimo femminile: sesso, stupro, mutilazione, mestruazioni, mutilazione, nascita, orgasmo e masturbazione. Ciò che a livello tematico preme comunicare al lettore è che la vagina non è semplicemente un organo del corpo ma la rappresentazione di ciascuna individualità.
Ciò di cui non si parla spesso o di cui si fa fatica a pronunciarne anche il solo nome, diventa un segreto e il segreto nasconde in sé sempre quel senso di vergogna e di paura. Questi sentimenti di disagio provocano imbarazzo e limitazione che dal pensiero si trasforma in azione e quindi in privazione.
Familiarizzare con questa sfera, soprattutto intima, aiuta ad avere maggiore consapevolezza di se stesse, di ciò che si è e di quello che si desidera. Partendo da questo presupposto, la sicurezza del proprio corpo e della propria sessualità aprono la mente ad una visione più ampia, appartenente a qualsiasi sfera sociale che riguarda ciascuna donna.
Quando si subisce uno stupro, ad esempio, si ha difficoltà nell’accettare ciò che è accaduto non solo per la violenza subìta ma per la vergogna che si prova nel dover comunicare un tipo di abuso intimo. Questo timore e questa vergogna sono frutto anche di una società che ha esaltato la sessualità maschile a discapito di quella femminile, vista sempre come un qualcosa di peccaminoso o di irrilevante.
Il contenuto de I monologhi della vagina oltre a sfatare tabù atavici, è fondamentale per comprendere il meccanismo perverso che genera chiusura e censura su taluni argomenti e problematiche che possiedono, se liberate, la forza della libertà e dell’indipendenza femminile.
8 comments on La biomeccanica a teatro: come muoversi sul palco
Comments are closed.