Dopo la lettere scritta da Neil Young a Donald Trump, in cui il cantautore americano palesa il suo disprezzo, mai nascosto, nei confronti dell’uomo. Il presidente USA, durante un comizio elettorale, si sofferma su considerazioni infelici sul Premio Oscar Parasite e su Brad Pitt.
Donald Trump sul film pluripremiato agli Oscar si esprime, rivendicando film come Via col vento e definendo Brad Pitt un saputello, di cui non è stato mai un grande ammiratore.
Il presidente USA evidentemente non ha gradito le considerazioni fatte dall’attore, durante la premiazione degli Oscar, in cui prima dei ringraziamenti ufficiali Brad Pitt aveva mostrato il suo disappunto, criticando l’assoluzione del Presidente durante il processo al Senato.
Per quanto riguarda Parasite Donald Trump ha commentato così la vittoria del lungometraggio:
Quanto ha fatto male l’Academy Awards quest’anno? È stato giusto? Non lo so. Ridateci i classici dell’epoca d’oro di Hollywood. Possiamo tornare a Via col vento? E invece? Il miglior film viene dalla Corea del Sud. Pensavo fosse il miglior film straniero, e invece no, miglior film! Abbiamo avuto abbastanza problemi con la Corea del Sud per il commercio, e loro l’hanno premiata con il miglio film dell’anno.
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Vittorio Gassman attore multimediale di Arianna Frattali
Icona dell’artista quale mattatore del palcoscenico, Vittorio Gassman, come molti suoi colleghi coetanei che in età giovanile hanno esordito e si sono costruiti una solida carriera nel mondo del teatro, vive in un periodo di transizione, dove nuovi media di massa come il cinema e, soprattutto, la televisione, si affacciano prepotentemente sulla scena, stravolgendo i modelli dell’arte e i canoni dell’intrattenimento.
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Questo studio delinea un profilo artistico di Vittorio Gassman secondo un’inedita prospettiva tesa a conciliare le varie sfaccettature della sua attività, in una visione appunto «multimediale» della sua arte attoriale.
Arianna Frattali: biografia
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Malamore: la personale di Valentina Del Gaudio sul femminicidio
Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Questa data non è stata scelta a caso ma per ricordare l’assassinio delle tre sorelle Mirabal, avvenuto appunto il 25 novembre del 1960.
Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, vissute durante gli anni della dittatura trujillista, tra le più dure dell’America Latina, decisero di impegnarsi nella lotta contro l’oppressione, prendendo parte al Movimento 14 di giugno, sotto la direzione di Manolo Travares Justo, all’interno del quale Minerva e Maria Teresa Mirabal si facevano chiamare con il nome in codice Mariposas (farfalle).
Questo gruppo politico clandestino si diffuse molto rapidamente e venne scoperto dalla polizia segreta di Trujillo, che perseguitò tutti i membri. Le sorelle Mirabal e i rispettivi coniugi furonno arrestati ma le donne vennero liberate alcuni mesi dopo, a differenza dei mariti che restarono in prigione.
Il 25 novembre del 1960 mentre le sorelle Mirabal, accompagnate dall’autista Rufino de la Cruz stavano andando a fare visita ai loro mariti nella città di Puerto Plata, vennero bloccate e furono condotte in una piantagione di canna da zucchero dove furono uccise a bastonate. I loro corpi senza vita furono rimessi nel veicolo su cui stavano viaggiando che venne fatto precipitare da un dirupo, per simulare un incidente.
Per commemorare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Valentina Del Gaudio ha esposto la sua personale dedicata al femminicidio. La mostra dell’artista resterà esposta per una settimana al Castello D’Aquino di Grottaminarda.
Malamore è il nome che Valentina Del Gaudio ha scelto per la sua mostra perché è l’amore malsano, incentrato sulla violenza fisica, verbale e psicologica, che ogni anno conduce molte donne alla morte.
La personale è molto toccante perché i quadri di Valentina Del Gaudio non si esprimono attraverso simbologie e tratti pittorici da interpretare; le figure rappresentate vengono messe a nudo nella loro sofferenza, solitudine e fragilità. Questi sono tutti stati d’animo e condizioni psicologiche che accompagnano le donne vittime di violenza prima di arrivare all’epilogo: la loro morte.
Prima di entrare nel cuore pulsante di Malamore, lo spettatore si trova all’interno di una installazione in cui vengono mostrati i significati di quelle azioni che appartengono all’amore violento da cui non può nascere nulla di positivo.
Valentina Del Gaudio pone l’attenzione non solo sulle vittime del femminicidio ma cerca di sensibilizzare anche le figure familiari che, molto spesso, si rendono conto della situazione in cui la vittima si trova e reagiscono con l’omertà, anch’essa una forma di violenza silenziosa che non aiuta a superare il problema e ad evitare la morte.
Le donne vittime di violenza vivono una situazione delicata: si sentono sole, abbandonate e, molto spesso, non si rendono conto della gravità del problema che stanno vivendo, che le condurrà alla morte. Dunque è anche compito dei familiari e degli amici cercare, per come si può, di essere un sostegno e di non lasciare che le donne vittime di violenza vivano nella loro paura e nella solitudine.
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La zattera di Géricault inaugura la nuova stagione del Teatro San Ferdinando
La zattera di Géricault con la regia di Piero Maccarinelli inaugura il 27 ottobre la nuova stagione del Teatro San Ferdinando.
In scena (in ordine di apparizione) Lorenzo Gleijeses, Francesco Roccasecca, Claudio Di Palma, Nello Mascia, Anna Ammirati.Al Louvre, di fronte alla “Zattera della Medusa” di Géricault, c’è sempre una gran fila. Il naufragio della nave Meduse si deve all’imperizia del suo capitano. A bordo della zattera c’erano all’inizio 147 persone. Il giorno del salvataggio erano rimasti vivi in 15.
Uno di loro pubblicò un resoconto della loro odissea denunciando inefficienze e incompetenze. Ne nacque un affaire politico tale da mettere in imbarazzo la monarchia francese appena risalita al trono dopo la disfatta napoleonica nel 1815.
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La zattera di Géricault: trama
Nel 1819, il ventottenne Théodore Géricault espone al Salon di Parigi un gigantesco dipinto dal titolo La zattera della Medusa.
L’opera diventa subito uno scandalo politico per l’aperta accusa di inefficienza verso la monarchia appena restaurata. Il dipinto raffigura i naufraghi abbandonati su di una zattera, al largo delle coste del Senegal, dal vigliacco e incompetente comandante della nave, messo a capo della “Meduse” unicamente per la sua passata fedeltà alla monarchia.
Ma quella Zattera non rappresenta solo la Francia alla deriva dopo la caduta di Bonaparte o la terribile agonia dei superstiti al naufragio della fregata Meduse, ma il naufragio della vita stessa dell’artista, in una storia d’amore proibita e disperata. Al Louvre di fronte alla Zattera della Medusa di Géricault c’è sempre una gran fila.
Il naufragio della nave Meduse si deve all’imperizia del suo capitano. A bordo della zattera c’erano all’inizio 147 persone. Il giorno del salvataggio erano rimasti vivi in 15. Uno di loro pubblicò un resoconto della loro odissea denunciando inefficienze e incompetenze.
4 comments on Donald Trump preferisce Via col vento rispetto a Parasite ma la platea non gradisce
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