Un genitore rigido non e’ un cattivo genitore, ma è uno che alza la voce e protegge e non fa spallucce dietro al lamento di un figlio. È chiaro che dipende dal caso. Ma ci sono momenti dove il malcontento di un figlio per un No, è fondamentale. E allora forse è arrivato il momento dei No decisi e acuti.
Al semaforo col rosso ci si ferma.
E allora immaginiamo si sia rotto il semaforo.
Se ci trovassimo in strada nelle nostre confortevoli automobili fermi al semaforo, potremmo provare ad immaginare la scena: gente che impreca che è in ritardo al proprio appuntamento, gente che si agita perché deve andare a prendere i propri figli in palestra, gente il cui stop significa il non poter raggiungere l’ aeroporto o la stazione per prendere l’aereo o il treno prenotato. Tutti in ansia al semaforo Rosso. Tutti sospesi. Tutti con le proprie ragioni.
Il Governo con l’indicatore del semaforo rosso, arancione ha creato l’apoteosi. Ha permesso in tempi già sospetti a quegli automobilisti di lasciare la propria auto ferma lì dov’era pur di raggiungere l’appuntamento, l’aereo o il treno da prendere, la gente è scappata a piedi, dimenticando nel proprio abitacolo il navigatore. Si è perso il senso dell’orientamento totale. E allora da qui, tante le indicazioni. Andiamo di là, torniamo indietro, andiamo dall’altra parte.
Quanti stanchi si sono accasciati per terra, bestemmiando per aver dimenticato il navigatore. Edizione straordinaria:”non si torna più indietro”, si torna tutti a casa con un solo navigatore per tutti. Come tutti sappiamo alle volte se lo strumento non è aggiornato ci porta per vie e viuzze che il ritorno a casa sembra un’impresa ardua. Quando invece le mappe sono aggiornate sono indicatori di un tragitto quantomeno più agile. Intanto al semaforo sono arrivati i tecnici, che impossibilitati al ripristino dello stesso, propongono misure urgenti, senza richiedere altri pareri ad altri tecnici.
Misure di emergenza e in questo caso non devi chiedere ulteriormente a signora Europa.
Ci hanno detto che signora Europa sta seguendo lo Spred, è un po’ impegnata, segue da lontano, ma molto molto preoccupata le vicende legate al Coronavirus e non può essere disturbata.
Eh già perché quello che per gli italiani è il dramma, per la signora è vicenda e scommettiamo che mentre ci guarda da lontano si è già premunita di guanti sterili e mascherina, amuchina e annessi per paura del contagio?
Intanto che scrivo, mi distraggo, mi squilla il telefono, è mio fratello. Gli faccio gli auguri per il suo compleanno. Ci tengo a precisare che il suo sangue è napoletano cento, cento. Scambiamo due parole e gli chiedo della situazione in Svizzera. Lui mi risponde che se il mio riferimento è circa il Coronavirus, il contagio è arrivato anche lì, che ci sono regole da seguire ma che se il governo prende un provvedimento tutti lo seguono in maniera puntuale, aggiungendo altresi di seguire quanto accade in Italia ma non si spiega del perché un giorno prendono una decisione ed il giorno seguente la cambiano. Aggiunge il caro fratello, perentorio, qui parla uno solo e non si lascia influenzare.
Ci salutiamo e io ritorno dov’ero: al semaforo guasto.
Lì arrivano tecnici, i più drastici, quelli che dichiarano che sia giusto il rosso e che le macchine vadano lasciate pure lì, dove si trovano. Genererranno il caos, non importa perché mentre si discute, a piedi si è già tornati a casa.
Vi rendete conto, casa dolce casa. Il posto più sicuro, ma spesso non per tutti. E sempre non generalizzando, per stemperare gli animi pesanti e pressanti dei reclusi e dei tutti agli arresti domiciliari, pensavo ad una categoria che, dopo questa crisi, prenderà sicuramente quota, quella degli avvocati divorzisti.
Questo periodo sono convinta servirà a riavvicinare molto di quelle persone che pur amandosi lavorando e stando sempre sotto pressione, si sentivano in crisi, confusi. Avevano bisogno di tempo per stare insieme. Riassaporeranno il menage familiare, si renderanno conto di quanto sono cresciuti e maturati da soli mantenendo saldo il vincolo familiare costruito.
Per tanti altri ci sarà poco da fare se non nulla che prendere atto che questa forzatura in casa è diventata la gogna oltre il Coronavirus, e il tempo non passerà mai… Sono proprio questi i soggetti che forse tenteranno di boccheggiare di più con le autodichiarazioni di cui all’art 650 del Codice Penale.
Invitati gli avvocati a tenersi pronti, Io giro e rigiro ma sempre al semaforo vi riporto.
C’ e una riunione dei tecnici molto importante e non di poco conto, chiamata la maggioranza e l’opposizione che sa bene cosa vuol dire rimanere fermi.
C è un’emergenza straordinaria che ribadisco non era contemplata in nessuna delle loro propagande elettorali precedenti. In una situazione di emergenza tale, approvare la voce di chi porta soluzioni tangibili e non ha paura di “donna” Europa, per la maggioranza non sarebbe un segno di debolezza. Accettare di buon grado le proposte e portarle avanti insieme, sino alla fine. E cara la nostra maggioranza aprirsi alle soluzioni che avete come dite voi “in cartellina” non sarebbe motivo di condanna, bensì un segno in primis di senso civico e di responsabilità per il tricolore che si rappresenta.
Gli italiani ormai alle poltrone, nei letti, sul divano, fuori al giardino, costretti a seguirvi in TV, sui social hanno bisogno di buoni esempi. Il decreto resto a casa non si tocca, è il vostro sforzo, quello che avete ritenuto giusto fare, gli italiani lo accettano e lo rispettano ma lo condividerebbero di più e vi apprezzerebbero di più, se raggiungeste un accordo unanime anche con le forze di opposizione.
Non possiamo continuare a vedervi discutere con il poi vediamo. Ci avete chiesto un sacrificio di 15 giorni. Lo si fa. Ma voi fate vostre le idee delle opposizioni. Decretate e non abbiate paura dell’Europa. Li ci dovete ritornare uniti e unitari senza complotti, perché il Virus Covid 19 forse vi ha insegnato qualcosa… forse vi voleva fare aprire gli occhi su qualcos’altro.
Intanto mentre voi pensate alle misure, credo che in tutto il territorio nazionale i meno si sono attivati con gare di solidarietà per donazioni al comparto sanitario, segno di come l’Italia si unisce nel bisogno, per gli ospedali di riferimento.
Se dobbiamo seguirvi da casa, dateci uno spettacolo sano e giusto.
Siate in grado e ve ne saremo grati, perché al di là della forza politica che rappresentate siete uomini e un giorno sarete ricordati per quanto avete fatto, per come avete saputo traghettare anime e intenti, non per i like sui social e neanche per i voti che oggi vi vedono così collocati. Restate a casa pure tutti voi, se fosse necessario, ma decretate, firmate e concretizzate adesso.
Finita l’emergenza che dite ce la racconterete la verità, quella che occultate?
Gli italiani invocano e vi chiedono autorevolezza e protezione sociale, sostenibilità delle scelte fatte a monte.
E poi molto francamente, gli indecisi e gli irresponsabili non mi sono mai piaciuti.
15 comments on La vita al tempo del Coronavirus
Comments are closed.