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In viaggio con i Mesali per scoprire l’Irpinia autentica
Mesali è un’associazione formata da persone che amano il proprio territorio e che vogliono farlo conoscere e scoprire in modo autentico e diverso, fondendo varie attrattive culturali e territoriali.
Non è un caso la scelta del nome: mesali, infatti, nel dialetto locale significa tovaglie dunque l’intento degli associati, gruppo di ristoratori irpini, è quello di guidare gli avventori attraverso un percorso fatto di convivialità, ospitalità, conoscenza e transumanza gastronomica.
L’Irpinia è un posto ricco di storia, cultura e tradizioni che però manca di strutture, progetti e itinerari che possano guidare un turista che decide di visitare questi luoghi. Da irpinia molte volte mi sono chiesta come sia possibile che un territorio vocato al vino non abbia, ad esempio, un itinerario del vino ufficiale che possa essere in grado di far conoscere la realtà enologica di un territorio che, in potenza, ha le stesse caratteristiche e attrattive della Toscana.
Avventurarsi in Irpinia, se non si hanno amici del posto o non si prenota una visita organizzata qualora vi fosse, equivale ad addentrarsi in uno spazio disordinato, una sorta di “selva oscura”, in cui è facile perdersi e perdere aspetti importanti di questa meravigliosa terra.
Da oggi, fortunatamente, le cose cambiano perché i Mesali, con il progetto itinerante Sentieri d’Irpinia, hanno deciso di investire in un’idea che ha come mission lo sviluppo del territorio in un’ottica sostenibile e soprattutto aggregativa.
La loro idea d’Irpinia è aperta a chiunque, soggetti pubblici e privati, che condividono i loro stessi valori: amore per il territorio, appartenenza territoriale e resistenza nei confronti di ciò che eravamo e di ciò che siamo, a prescindere delle dinamiche di mercato e della grande distribuzione.
Il progetto, infatti, prevede la realizzazione di 11 percorsi, incentrato ciascuno intorno ad ogni ristorante facente parte dei Mesali. Il punto di partenza sono i ristoratori perché intorno a loro ruota tutto il mondo della filiera produttiva locale: i piccoli produttori, cantine e contadini che hanno abbracciato l’idea che può esistere ed esiste un mercato sostenibile.
In questa idea verranno coinvolte anche le realtà inerenti la realtà dell’ospitalità diffusa, come l’Albergo diffuso di Castelvetere sul Calore, per fare un esempio. Non sono escluse le associazioni, le Amministrazioni Comunali, Gal, Enti parchi e tutte quelle realtà che hanno come scopo la conoscenza del territorio e la crescita dello stesso.
I Mesali: chi sono
I ristoranti che appartengono all’associazione Mesali sono luoghi composti da persone che, nel loro lavoro quotidiano, scelgono di presentare l’autenticità del loro territorio, preferendo materie prime a km 0 e piccoli produttori che non si lasciano intimorire dalle dinamiche del mercato globalizzato. Tutti i partecipanti, diretti e indiretti, sono animati da un ideale che non è solo conservativo ma di amore per la genuinità e i sapori di un tempo oltre all’orgoglio della propria identità rurale e lavorativa.
Il risultato finale degli associati presenta direttamente un prodotto finito, che mescola tradizione e innovazione: una nuova immagine che meglio rappresenta l’Irpinia di oggi.
L’Irpinia, oggi, è composta non solo da persone che sono sempre rimaste nella loro terra ma da giovani che hanno scoperto altre realtà. Uscendo fuori dai propri confini, hanno deciso, ugualmente, di tornare nella loro terra di orgine per rivalutare, sfidare e dare una nuova possibilità ad un territorio che ha molto da offrire ma che, purtroppo, non ha mai avuto una voce adeguata che potesse rappresentarlo a pieno.
I ristoratori che compongono i Mesali sono:
- Oasis Sapori Antichi (Vallesaccarda, AV)
- Osteria dei Briganti (Scampitella, AV)
- Ristorante La Pignata (Ariano Irpino, Av)
- Antica Trattoria Di Pietro (Melito Irpino, AV)
- Villa Assunta (Mirabella Eclano, AV)
- La Pergola (Gesualdo, AV)
- La Ripa Ristorante Museo (Rocca San Felice, AV)
- Antica Trattoria Martella (Avellino, AV)
- Trattoria Valleverde Zi’ Pasqualina (Atripalda, AV)
- La Corte dei Filangieri (Candida, AV)
- Vecchio Mulino 1834 (Castelfranci, AV)
- La Locanda della Luna (San Giorgio del Sannio, BN)
- Veritas Restaurant (Napoli, NA)
I punti di forza del progetto Sentieri d’Irpinia
Per realizzare Sentieri d’Irpinia l’associazione dei Mesali ha condotto delle ricerche tecniche specifiche, avvalendosi del supporto The Data Appeal Company, compagnia che sfrutta le analisi e i dati, in base a studi approfonditi, che sono in grado di poter delineare i punti di forza di un progetto, le esigenze di mercato per poter realizzare un progetto vincente e destinato a durare nel tempo.
L’analisi svolta con il supporto del programma UniCredit Made4Italy ha rilevato una grande visibilità dell’Irpinia per quanto riguarda il settore gastronomico e l’ospitalità. Bisogna rivolgere l’offerta al mercato inglese, francese e tedesco e intesificare la presenza online su più canali per poter valorizzare le risorse e le attrattive locali.
Altro fattore importante è quello di destagionalizzare la presenza del turismo in Irpinia perché ci può essere movimento durante l’arco dell’intero anno e non solo in determinati periodi, già di per sé inflazionati e dispersivi.
L’obiettivo di Mesali è quello non solo di creare un marchio di qualità ma la volontà di creare un’identità che abbia come scopo quello di trasmettere il senso di appartenenza territoriale, a prescindere dalle singole diversità.
Quali sono i punti d’interesse considerati nello studio?
Dall’analisi svolta i punti d’interesse sono diversi. Gli avventori sono attratti da:
- Abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi
- Museo degli Argenti di Ariano Irpino
- Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino
- Sagra della castagna e del tartufo nero di Bagnoli Irpino
- Sagra della castagna di Montella
- ArianoFolkFestival
- Castello di Gesualdo
- Parco Archeologico di Mirabella Eclano
Qual è la sfida dei Mesali in collaborazione con UniCredit Made4Italy? È quella di potenziare i punti di forza dell’enogastromia e dell’accoglienza e realizzare nuovi progetti integrativi per realizzare nuovi servizi turistici e far scoprire altre attrattive esistenti ma sconosciute agli avventori.
In breve lo scopo è quello di dare finalmente un’identità collettiva ad un territorio che ha molto da offrire ma che non è stato adeguatammente valorizzato fino ad ora.
Le foto utilizzate nel presente articolo sono di Nico Boccia.
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Vincenzo Durante spiega i punti salienti di Resto al Sud
Resto al Sud è un incentivo che mira a sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali nel Centro Italia e nel Mezzogiorno.
Vincenzo Durante, responsabile Area Occupazione Incentivi e Innovazione Invitalia, ha illustrato gli incentivi per gli imprenditori dell’Ufita, spiegando nel dettaglio alcuni particolari su questo tipo di finanziamento.
Resto al Sud: a chi è rivolto
Possono richiedere accesso al finanziamento Resto al Sud gli under 46 che:
- Sono residenti, al momento della presentazione della domanda, in Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle aree del cEntro Italia che sono state colpite dai terremoti del 2016 e del 2017.
- Coloro che hanno intenzione di trasferirsi nelle suddette regioni dopo la comunicazione positiva del finanziamento Resto al Sud.
- Coloro che non sono titolari di altre attività imprenditoriali.
- Coloro che non hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
- Coloro che, nel momento della richiesta del finanziamento, non risultano titolari di partita IVA e che non lo sono anche nei 12 mesi antecedenti la presentazione della richiesta Resto al Sud.ù
- Le cooperative, le ditte individuali costituite dopo il 21 giugno 2017 o gruppi di persone che intendono formare un team entro 60 giorni, se residenti all’estero entro 120 giorni, dopo l’esito positivo della valutazione.
Resto al Sud: quali sono i settori ammessi per fare richiesta del finanziamento
I finanziamenti Resto al Sud vengono elargiti, sempre in base all’idoneità del progetto presentato, alle imprese che si occupano di:
- Beni nei settori industriali, nell’artigianato, nella trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura.
- Imprese che si occupano di fornitura di servizi alle imprese e alle persone.
- Servizi al turismo.
Resto al Sud: quali sono i settori non ammessi per fare richiesta del finanziamento
Resto al Sud non finanzia le attività agricole e il commercio, fatta eccezione della vendita dei beni prodotti nell’attività d’impresa.
Nello specifico e in base alla classificazione ATECO 2007:
- Le imprese di Agricoltura, Silvicoltura e Pesca ad eccezione della divisione 03.
- Commercio all’ingrosso e al dettaglio.
- Riparazione di autoveicoli e Motocicli ad eccezione della classe 45.20 e 45.40.3.
- Attività Immobiliari ad eccezione della classe 68.20.
- Attività professionali scientifiche e tecniche.
- Amministrazione e pubblica difesa.
- Assicurazione Sociale Obbligatoria.
- Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico.
- Produzione di Beni e Servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze.
- Organizzazioni ed organismi extraterritoriali.
Resto al Sud: le spese ammissibili
Resto al Sud agevola gli acquisti relativi al programma di spesa e di beni e servizi che rientano nelle seguenti categorie:
- Opere edili relative ad interventi di ristrutturazione e/o manutenzione straordinaria connessa all’attività del soggetto beneficiario nel limite massimo del 30% del programma di spesa.
- Macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica.
- programmi informatici e servizi per le tecnologie dell’informazione e della telecomunicazione.
- spese relative al capitale circolare inerente allo svolgimento dell’attività d’impresa nella misura massima del 20% del programma di spesa.
- Sono ammissibili spese per materie prime, materiali di consumo, semilavorati e prodotti finiti, utenze e canoni di locazione per immobili, eventuali canoni leasing, maturati entro il termine di ultimazione del progetto imprenditoriale, acquisizione di garanzie assicurative funzionali all’attività finanziata.
- Le spese relative ai beni di investimento che, per la loro funzione nel ciclo produttivo e/0 erogazione del servizio, solo localizzati presso altre unità produttive della stessa società o di terzi, sono ammissibili alle agevolazioni purché:
1. Siano relative ad attrezzature utilizzate per lavorazioni effettivamente connesse al completamento del ciclo produttivo da agevolare.
2. Siano singolarmente identificabili mediante immatricolazione e iscrizione nel libro dei beni prestati a terzi o, nel caso di utilizzo presso altre unità produttive della stessa società, nel libro dei beni ammortizzabili ovvero nel libro degli inventari ovvero nel libro giornale; in ogni caso la loro ubicazione deve risultare dai documenti di trasporto tenuti ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 6 ottobre 1978, n.627, e del decreto ministeriale 29 novembre 1978 e successive modifiche e integrazioni.
3. Vengono forniti, per ciascun bene, gli elementi utili di conoscenza in riferimento ai relativi contratti posti in essere (modalità, durata, penalità, clausole di rescissione).
4. La cessione in uso avvenga a titolo gratuito.
5. I beni non vengano destinati a finalità produttive estranee a quelle della società titolare delle agevolazioni.
6. Il legale rappresentante della società cedente sottoscriva una dichiarazione di impegno al rispetto dei predetti vincoli e condizioni, resa sotto forma di DSAN.
Per altri dubbi e per una consulenza è possibile rivolgersi a Invitalia!
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Regione Campania e il Programma di Sviluppo Rurale
La Regione Campania all’interno del Programma di Sviluppo Rurale, facendo riferimento alla Tipologia di Intervento 13.1.1, che riguarda il Pagamento compensativo per le zone montane, ha previsto forme di indennizzo indirizzate ad alcune tipologie svantaggiate dal punto di vista morfologico, ambientale e climatico ovvero tutti quei fattori che possono condizionare in modo negativo lo svolgimento delle attività agricole.
Questa tipologia di intervento non è prevista in tutte le Regioni italiane ma riguarda il settore primario della Regione Campania che ha previsto il massimo livello erogabile.
Le risorse disponibili, 210 milioni di euro, sono già state distribuite nel 2019 ed è stato erogato alle aziende attraverso quattro annualità. La dotazione, viste le difficoltà, è stata integrata con 39 milioni di euro e un nuovo budget complessivo rimodulato in quasi 248.500.000 euro.
La Giunta Regionale della Campania, a conferma della sua disponibilità verso il settore in questione, aveva già disposto una puntuale ricognizione delle risorse messe a bando, in modo da poter erogare una indennità. La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo che di fatto ha congelato la riforma della Politica Agraria Comune, prorogando i fondi attuali ed evitando tagli al budget Pac.
Dunque si estende l’attuale programmazione di sviluppo rurale fino al 31 dicembre 2022 con la possibilità di utilizzare le risorse attualmente a disposizione fino al 31 dicembre 2025.
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