Con il termine di alga kombu ci riferiamo a quelle alghe di colore scuro, destinate al consumo alimetare.
Sono molto ultilizzate nella cucina giapponese e servono per addolcire e insaporire pietanze, prevalentemente salate.
L’alga kombu aiuta a rendere i piatti cucinati più digeribili e inoltre li arricchisce di sali minerali, fibre e aminoacidi. Le alghe marine, infatti, sono ricche di sali minerali e di proteine vegetali.
Utilizzare questo alimento all’interno della nostra dieta alimentare può avere notevoli benefici sul nostro organismo perché migliora la digestione, favorisce la circolazione sanguigna, stimola il metabolismo e rafforza il sistema immunitario.
Un consumo costante può limitare raffreddori e influenze ma è sempre utile non esagerare con le quantità perché un eccessivo consumo dell’alga kombu può provocare insonnia, ipertensione e irritabilità.
L’alga kombu spesso si trova in commercio in forma secca, dunque è necessario reidratarla prima di poterla utilizzare e richiede un tempo di cottura abbastanza lungo: circa 30 minuti. La ricchezza di sali minerali e vitamine li rende un prezioso sostituto della carne e dei latticini.
Per iniziare ad assaggiare il sapore dell’alga e utilizzarla in una rcetta semplice vi consgliamo l‘insalata calda di legumi.
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Cous Cous: la ricetta base
Il cous cous è il piatto nazionale del Maghreb (Algeria, Tunisia e Marocco). La sua origine è berbera ed è antecedente all’arrivo delle popolazioni arabe.
Questo alimento si presenta come un semolino e si ricava dai chicchi di frumento macinati in modo grossolano. Nei piccoli centri rurali del Maghreb ogni famiglia portava al mulino il suo grano perché fosse macinato, secondo le preferenze alimentari del nucleo.
Una volta macinato il cous cous veniva portato a casa e affidato alle donne che lo spolveravano di farina, strofinandolo tra le dita affinché ciascun granello ne venisse ricoperto.
Oggi questo alimento è entrato anche nelle nostre cucine soprattutto in quelle salutiste. Non dimentichiamo che in Sicilia nella zona trapanese il cous cous è un piatto tradizionale.
Esistono numerose varianti del cous cous che variano in base alle tradizioni e alle materie prime dei luoghi.
Il cous cous non è un cereale ma un prodotto lavorato come la pasta, ha gli stessi valori nutritivi ma sazia di più perché assorbe molta più acqua. È un alimento versatile perché può essere mangiato sia caldo che freddo e lo si può arricchire con gli ingredienti più svariati. In alcune zone il cous cous viene impiegato anche per realizzare dolci.
Oggi è possibile reperire sia il cous cous tradizionale di grano duro che quello integrale, di farro o di orzo.
La cottura è il segreto per la buona riuscita di qualsiasi ricetta si intenda realizzare con questo alimento ed è per questo motivo che abbiamo deciso di spiegarvi passo passo la ricetta base del cous cous.
La cottura del cous cous deve essere a vapore, sopra una sorta di casseruola, cuscussiere, che può contenere uno stufato o del brodo con carne di agnello o di pollo e diverse variabili verdure.
Solitamente vengono aggiunti al cous cous anche dei ceci e a volte l’uvetta ma stiamo parlando dei piatti tradizionali della cultura araba dove ovviamente non possono mancare spezie e peperoncino rosso.
In Marocco, ad esempio, gli stufati di carne che vengono utilizzati per il cous cous sono molto leggeri: vengono bolliti e speziati con una certa delicatezza, preferendo l’utilizzo dello zafferano mentre in Algeria e in Tunisia il sapore è molto più ricco e persistente. In Tunisia infatti prima di realizzare lo stufato la carne viene rosolata nell’olio e nel peperoncino mentre in Algeria si aggiunge della passata di pomodoro.
Cous Cous: ricetta
La preparazione del cous cous richiede un preciso trattamento: i granelli devono risultare gonfi, leggeri e ben separati l’uno dall’altro in modo da non formare grumi che rendano pesante l’assimilazione dell’alimento.
La cuscussiera per la cottura a vapore può essere di terracotta, di rame di alluminio o di acciaio ed è costituita da una parte inferiore in cui si fa cuocere lo stufato e una superiore che ha il fondo bucherellato e nella quale si pone il cous cous.
Nel caso in cui non si disponga della pentola apposita si può utilizzare una pentola a vapore o un setaccio metallico da apporre su di una pentola normale.
Prima della cottura il cous cous deve essere intriso con un pò di acqua fredda e lavorato con una forchetta per separare i granelli.
Successivamente va riposto sulla cuscussiera quando allo stufato manca un’ora per terminare la sua cottura.
La prima fase della cottura del cous cous si aggira tra i 20 e i 30 minuti. Trascorso questo tempo, versa il cous cous in un’ampia terrina, aggiungi mezza tazzina di acqua fredda e mescola con una forchetta per eliminare eventuali grumi.
Aggiungi il sale insieme ad un cucchiaio di olio extravergine di oliva. Rimetti il couscous nella parte superiore della cuscussiera e lascia cuocere per circa 20 minuti.
Cous cous: valori nutrizionali
100 grammi di cous cous contengono:
112 calorie
0,2 g grassi
o colesterolo
5 mg di sodio
58 mg di potassio
23 gr di carboidraiti
3,8 gr di proteine
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Dolci e diabete: miti da sfatare
Esistono, oggi più che mai, falsi miti e credenze sull’alimentazione, che ci portiamo dietro come un bagaglio d’esperienze dato per certo e imprescindibile. Uno tra questi è correlato tra dolci e diabete, in questo articolo cercheremo di dare delle informazioni utili, per cercare di comprendere meglio la connessione tra essi.
Nella mentalità comune i dolci fanno venire il diabete, ma è davvero così? Spesso si pensa che la comparsa del diabete, in età adulta, sia causata da un passato alimentare associato ad un elevato consumo di zuccheri e di dolci.
Il diabete mellito è una malattia molto diffusa, caratterizzata da un’alterazione del metabolismo del glucosio che si riflette sul metabolismo delle proteine e su quello dei grassi: interessa, quindi, tutti gli aspetti metabolici dell’organismo e coinvolge con le sue complicanze vari organi e apparati: cardiaco, vascolare, renale e in particolar modo i vasi retinici. La retinopatia diabetica è la causa più frequente di cecità.
Diabete: tipologie
La classificazione delle varie forme di diabete è molto complessa. Schematizzando si può parlare di diabete mellito di tipo 1 ( diabete giovanile o insulino-dipendente) e di diabete mellito di tipo 2 (adulto o insulino resistente).
Il diabete di tipo 1 è quello più insidioso perché esordisce bruscamente e le cause, generalmente, sono riassumibili in una combinazione di fattori genetici, ambientali e immunologici. È una malattia autoimmune che si manifesta prevalentemente durante l’infanzia o durante l’adolescenza ed è caratterizzata da carenza prima relativa e poi assoluta di insulina (ormone prodotte dal pancreas endocrino) che porta a conseguenti elevati valori di glucosio nel sangue a digiuno (iperglicemia) e nelle urine (glicosuria), acidosi, etc.
Il diabete di tipo 2 rappresenta circa il 90% dei casi di diabete ed è molto diffuso tra i pazienti obesi, una forma di diabete che, più di frequente, si sviluppa in età adulta ed è la più diffusa in assoluto nella popolazione e che sta aumentando in modo esponenziale negli ultimi anni. È una malattia metabolica caratterizzata, anch’essa, da glicemia elevata e che si manifesta quando il pancreas produce una corretta quantità di insulina che però non riesce a svolgere la sua naturale funzione a causa della resistenza delle cellule bersaglio (recettori). Questo porta, nelle fasi iniziali della patologia, ad una iperproduzione compensatoria di insulina da parte del pancreas, diversamente da ciò che accade nel diabete di tipo 1. Tale produzione, nelle fasi successive della malattia, tende a diminuire cronicamente.
Le cause del diabete di tipo 2 o ciò che ne facilita la comparsa riguarda una dieta alimentare: l’obesità è considerata la causa principale della sua insorgenza, soprattutto, nei soggetti che sono geneticamente predisposti. Questa forma di diabete è legata a uno stile di vita scorretto, caratterizzato da un’alimentazione non equilibrata e/o eccessiva e da una scarsa attività fisica.
Ha anche una forte caratterizzazione genetica, per cui tende ad essere ereditata: chi ha genitori o parenti diabetici ha, infatti, maggiori probabilità di sviluppare la patologia. Il diabete di tipo 2deriva molto spesso da abitudini non equilibrate, la correzione dello stile di vita ( normalizzazione del peso e contrasto alla vita sedentaria con svolgimento costante di esercizio fisico aerobico) è il primo presidio terapeutico da adottare. Nel caso ciò non fosse sufficiente a tenere sotto controllo la glicemia, ciò accade spesso anche in molte persone che conducono uno stile di vita sano, occorre intervenire con i farmaci.
Il consumo di dolci è l’unica causa del diabete?
Non è del tutto corretto pensare che il consumo di dolci (in quanto tali) abbia necessariamente responsabilità dirette nel provocare o agevolare la malattia.
I dolci sono implicati nella comparsa del diabete di tipo 2 soltanto qualora costituiscano una fonte di calorie in eccesso rispetto ai reali fabbisogni, ciò può accadere con qualsiasi altro alimento ad alta densità calorica. È un dato certo che il diabete di tipo 2 compaia quasi sempre in associazione con un sovrappeso o un’obesità presente in alta percentuale tra i pazienti. Dunque, alla comparsa della malattia contribuisce il sovraccarico metabolico legato agli eccessi alimentari, in particolare a quelli ad alto indice glicemico e ad elevato rapporto di calorie. Questo aspetto che nei dolci in generale è molto spesso favorito più dall’abbondanza di grassi che da quella di zuccheri.
Alcuni studi hanno infatti smentito la credenza popolare che sia principalmente il consumo di grandi quantità di zuccheri a portare al diabete, suggerendo che che il maggior contributo all’insorgenza della malattia spetti al consumo eccessivo di grassi, in modo particolare quelli saturi, presenti in maggiore misura nei prodotti animali.
In breve, le responsabilità dei dolci non sono specifiche all’alimento in sé ma alla frequenza e all’abbondanza con cui vengono consumati in aggiunta ai normali pasti perché contribuiscono ad aumentare in modo esponenziale l’apporto calorico quotidiano, contribuendo all’aumento di peso che crea i presupposti per l’insorgenza della patologia.
Qualunque sia la forma di diabete la dieta rappresenta uno dei cardini della terapia. Tutte le Associazioni nazionali ed internazionali di Diabetologia infatti raccomandano una razione alimentare dal carico glicemico controllato, ben distribuita nella giornata, ricca in carboidrati complessi (amidi e fibra), moderata come apporto calorico e povera in grassi saturi e in zuccheri semplici. Ciò è necessario sia per tenere sotto controllo il peso che i livelli nel sangue di grassi, glucosio e insulina.
La prima regola per evitare il diabete in età adulta è quella di non aumentare di peso e di essere più attivi fisicamente, non esagerando con l’alimentazione in generale, a prescindere dall’alimento in sé.
Il segreto di una salute ottimale consiste nell’alimentazione moderata ed equilibrata. Un altro mito da sfatare è quello che mangiare la pasta la sera fa ingrassare è anche questa credenza è del tutto infondata.
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Alimentazione al tempo del Covid-19: i consigli della nutrizionista
Come possiamo nutrirci in modo adeguato in questi giorni in cui la nostra attività motoria si è ridotta notevolmente?
La Dott.ssa Denise Caruso ci invita a tenere presente la dieta per l’influenza perché è un modello alimentare utile per sostenere l’organismo. questo tipo di alimentazione sostiene il buon funzionamento immunario.
La dieta dell’infulenza: che cos’è?
Il regime alimentare a cui si ispira la dieta dell’influenza è quello della dieta mediterranea ma prestando maggiore attenzione ad alcuni alimenti. In tutti i tipi di influenza è raccomandabile avere una buona idratazione, soprattutto in caso di sintomi febbrili.
È molto importante inoltre assumere cibi che vadano a stimolare il sistema immunitario e che abbiano proprietà antiinfiammatorie, grazie alla presenza di particolari molecole come le vitamine: A, C e D, quelle del gruppo B, lo zinco, il selenio, gli w3, antiossidanti, prebiotici e probiotici.
Per garantire un adeguato apporto di tutti questi elementi è sufficiente consumare 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura di diverso colore, soprattutto quelle di colore giallo-arancio.
È preferibile consumare quotidianamente: latte, yogurt, kefir e cibi fermentati e assumere più volte a settimana: legumi, carne (incluso il fegato), pesce azzurro, uova, frutta secca e come condimento olio extravergine di oliva.
È possibile, visto il tempo a disposizione in questi giorni, dedicare del tempo per sperimentare nuove ricette, magari più salutari e coinvolgendo anche i bambini nella preparazione.
La dieta dell’influenza e la tentazione del dolce
Se la voglia di dolce ti assale è preferibile non scegliere prodotti confezionati, presenti in commercio: prepara un dolce fatto in casa perché è sicuramente meno ricco di grassi saturi e trans.
È possibile effettuare piccole variazioni per rendere più light i dolci o semplicemente sostituire nelle nostre ricette qualche ingrediente. Ad esempio le uova si possono sostituire le uova, il burro e il mascarpone.
Al posto delle uova si possono usare semi di lino, precedentemente messi in ammollo e tritati finemente, o si può scegliere di realizzare una purea di mele, yogurt, latte e ricotta (anche vegetale), banane, patate lesse e successivamente schiacciate, riso lessato, acqua e amido come fecola, tapioca o mais o il tofu vellutato.
Delle alternative per sostituire il burro, ottimali per ridurre il tenore di grassi saturi e colesterolo della nostra ricetta possono essere costituite da : olio extravergine di oliva, burro di soia, yogurt, panna di latte vaccino o di soia, ricotta, polpa di avocado, crema di frutta secca e tahin.
Per sostituire il mascarpone è possibile utilizzare: yogurt greco, formaggio spalmabile light o ricotta.
È possibile sostituire la farina 00 con la farina integrale, aumentando la quantità degli ingredienti liquidi presenti nella ricetta perché la farina integrale ne assorbe molto.
Piccoli accorgimenti per evitare l’aumento di peso
Per evitare l’aumento di peso consuma cibo in porzioni adeguate e pratica attività fisica in casa, rispolverando il tuo tapis roulant, la tua cyclette oppure svolgendo esercizi a corpo libero, prendendo spunto dai numerosi tutorial presenti in rete!
12 comments on Alga Kombu: proprietà e benefici
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