L’ASL in collaborazione con l’Ordine dei medici hanno promosso la campagna per la vaccinazione antinfluenzale.
Nella prossima stagione non è esclusa una co-circolazione di virus influenzali e SARS-CoV-2 si sottolinea l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, consigliata in particolare per le persone ad alto rischio e di tutte le età.
Ciò viene consigliato per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti poiché i sintomi tra influenza e Covid-19 sono simili. Vaccinandosi contro l’influenza si riducono complicanze da influenza nei soggetti a rischio che potrebbero limitare gli accessi al pronto soccorso.
Vaccinazione antinfluenzale: chi sono i soggetti a rischio
La campagna per la vaccinazione antinfluenzale è gratuita ed è rivolta, in primis, ai soggetti considerati rischio.
I soggetti a rischio sono :
- adulti a partire dai 60 anni.
- bambini di età compresa dai 6 mesi ai 6 anni.
- persone con patologie croniche che aumentino il rischio di complicanze secondarie all’influenza.
- soggetti addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettive e specifiche categorie di lavoratori.
- donne che si trovino all’inizio della stagione epidemica in gravidanza.
La vaccinazione va effettuata negli ambulatori dei medici di famiglia, in alternativa è possibile rivolgersi presso il Centro Vaccinale del Distretto Sanitario di residenza.
La campagna vaccinale dell’ ASL inoltre coordinata dal Servizio Epidemiologia e Prevenzione.
Le norme seguite durante la somministrazione del vaccino sono le seguenti:
- la sicurezza degli operatori e della popolazione è fondamentale e la vaccinazione di massa potrà essere affrontata solo se vi saranno sufficienti garanzie per entrambi.
- il ricambio d’aria negli ambienti della vaccinazione è indispensabile.
- la distanza di sicurezza tra i pazienti in sala d’attesa è indispensabile.
- il rischio di contrarre malattia è legato all’esposizione al materiale infettante (droplet) moltiplicato per il fattore tempo di esposizione, pertanto la strategia più rilevante è l’accurato studio dei tempi e dell’organizzazione finalizzato alla riduzione dei tempi di contatto tra le persone. In tal senso la vaccinazione non è più un atto medico ma deve essere suddivisa in tre tempi e tra questi solo in secondo è effettuato a breve distanza fisica dal personale e nel più breve tempo possibile.
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Irpinia Express,
in treno alla sagra del tartufo nero di BagnoliAl via domani, 19 ottobre, e per il successivo week end la 42esima Mostra Mercato del Tartufo Nero di Bagnoli Irpino. Quest’anno, come consuetudine acquisita dalla riapertura della strada ferrata Avellino Rocchetta SA, il treno storico-turistico “Irpinia Express” porterà gli avventori nel borgo altirpino partendo dalle stazioni di Benevento e Avellino, nei giorni del 19 e 20 ottobre.
Le due automotrici storiche, serie Aln668 1800, dette Le Irpine, solcheranno le valli fluviali di Sabato e Calore per portarvi alle pendici dei Monti Picentini e poi a Bagnoli.
Potrete salire a bordo del treno ed iniziare una esperienza indimenticabile: godrete dello splendido paesaggio irpino assai suggestivo in questo periodo in cui si veste dei colori autunnali.
L’iniziativa Irpinia Express è Plastic Free: nessun prodotto di plastica sarà utilizzato se non sarà strettamente necessario.
Il Nero di Bagnoli rappresenta anche cultura e scoperta del territorio, con visite guidate al famosissimo “Coro Ligneo” della Chiesa Santa Maria Assunta, del dipinto Marco Pino da Siena nel Convento di San Domenico, del Castello Cavaniglia ed altri monumenti storici di Bagnoli Irpino.
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ASL Avellino: toccato il fondo!
L’USB comunica quanto segue.
Nella seduta di contrattazione decentrata, tenutasi lo scorso 22 settembre presso la ASL Avellino, abbiamo assistito a scene che hanno dell’incredibile e che ci fanno riflettere; nonostante la nostra esperienza in materia sindacale sia ultra decennale.
Il risultato finale è sostanzialmente positivo, perché USB, FP CGIL, UIL FPL ed FSI – USAE hanno dimostrato, costituendo una larga maggioranza, di espletare un’attività sindacale impeccabile, a tutela dell’interezza dei dipendenti del Comparto e non di certo hanno rappresentato se stessi. Crediamo che la linea sostenuta, non possa essere, in alcun modo, criticata; perché chi, tra il personale, potrebbe non essere d’accordo con la stessa linea, ha sicuramente, solo ed esclusivamente, interessi di tipo personale.
Da molto tempo, in questa Azienda, si tengono sedute di contrattazione molto diradate in termini di margine temporale, con ordini del giorno unilaterali, senza condivisione democratica; senza dar seguito a decine di richieste delle quattro sigle menzionate. Invece, nel passato, le varie Direzioni Strategiche che si sono succedute hanno avuto il merito di mantenere, molto alto e costruttivo, il livello del confronto con la parte sindacale. Ciò ha permesso, negli anni, di poter applicare il CCNL in ogni suo dettaglio; costruendo, tra le tante cose, percorsi di progressioni economiche orizzontali e verticali che hanno sempre riguardato tutto il personale.
Ma oggi non è così! E le spiegazioni della Direzione Strategica non ci convincono da 5 anni. Così come non ci convincono spiegazioni del Direttore Amministrativo a riguardo di notevoli ritardi per alcune corresponsioni economiche. Ma è mai possibile che la Funzione Pubblica possa notificare note solo a questa Azienda? Giusto per fare un esempio, la maggioranza delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie hanno corrisposto le quote incentivanti 2020 a decorrere da gennaio 2021 e il Direttore Amministrativo ha tentato, senza riuscire nell’intento, di giustificare un ritardo di 9 mesi dovuto ad una nota della stessa Funzione Pubblica, con una data di notifica risalente a pochi giorni prima dell’incontro tra parte pubblica e parte sindacale.
A proposito di parte sindacale, durante la seduta in questione, abbiamo avuto l’impressione che una piccola “fazione” della parte sindacale fosse parte pubblica! Al punto che il Direttore Generale ha invitato gli stessi componenti dell’esiguo gruppo, con grande ed incisiva arringa, ad esprimersi, a scendere in campo; a difesa di una linea che poco o nulla ha di democratico.
Non vogliamo nemmeno lontanamente pensare, che tale linea fosse pre-concordata. Anzi, a maggior ragione, se ciò fosse vero, sarebbe una linea che nonostante un concordato ha deluso; perché non ha raggiunto l’obiettivo sperato, con grande soddisfazione di chi ha dimostrato, con i fatti, di svolgere attività sindacale.
Però alcuni comportamenti osservati ci conducono, fisiologicamente, a riflessioni. Nel corso di questi ultimi anni abbiamo avuto modo di ascoltare, infinite volte, un Direttore editoriale televisivo, a riguardo di sospetti e presunti illeciti riferiti ad incarichi e assunzioni. E tutto debitamente documentato. Indubbiamente, come dipendenti, ciò ci ha lasciato con l’amaro in bocca; ma non possiamo smentire lo stesso Direttore editoriale. E ciò, non fa altro che far nascere delle brutte sensazioni in un momento concorsuale a largo spettro.
Impegnandoci a “collaborare”, con la nostra esperienza, la invitiamo ad ascoltarci, per un percorso su tematiche condivise, dando priorità a quelle che, per l’appunto, riguardano la massa e non il singolo; magari anche delegato sindacale. E non possiamo tollerare che qualcuno vada divulgando notizie tendenziose, dicendo che le trattative si sono bloccate. Notizie che macchiano, ingiustificatamente, coloro che svolgono l’ingrato compito di rappresentanza.
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“Pianta un albero”,
l’iniziativa green della Fondazione Rachelina Ambrosini di VenticanoVenerdì 4 ottobre, alle ore 10.00, presso i giardini della Fondazione Rachelina Ambrosini di Venticano, si terrà una importante iniziativa all’insegna del rispetto dell’ambiente.
L’Amministrazione Comunale, le Scuole, la Parrocchia e le Associazioni sono invitate a piantare un albero nel giardino della Fondazione come gesto simbolico ma carico di valore che ha lo scopo di sensibilizzare tutti i cittadini alla cura del verde.
La storia di Rachelina Ambrosini
La vita di una ragazza meravigliosa, la studentessa santa, dono del Signore, in un piccolo paesino d’Irpinia oggi conosciuto in tutto il mondo. Rachelina, unica figlia del dottore Alberto Ambrosini e di Filomena Sordillo, nacque il 2 luglio 1925, nella minuscola frazione Passo di Dentecane, presso Pietradefusi, in provincia di Avellino. Era una bambina vivace ed estremamente buona, simile a un piccolo giglio a cui è concesso per breve tempo di donare alla terra l’incanto del suo profumo; la sua vita si spezzò a sedici anni per una grave malattia, eppure fu così intensa da lasciare nel ricordo di chi l’ha conosciuta l’immagine di “una giovane generosa, aperta al prossimo, umile, silenziosa, obbediente”.
Allo speciale carattere di Rachelina si legava una religiosità devota e profonda, ben racchiusa in questo suo pensiero: “Cerca la pace, il grande dono di Dio, l’unica gioia che non si può godere nel male, l’unica gioia perfetta che è frutto del bene”.
L’intimo legame con la Fede e la preghiera si decise già nei primi mesi di vita se non dallo stesso giorno della nascita di Rachelina, dedicato alla Madonna delle Grazie.
Alcuni testimoni raccontano che le sue prime parole furono “Ave Maria”, quelle che ogni giorno sentiva recitare dalla madre durante la preghiera del Rosario; e, proprio donna Filomena, meritevole di aver trasmesso precocemente alla figlioletta una intensa pietas mariana, fu la prima depositaria di una meravigliosa quanto inaspettata confidenza: “Sai mamma, ho visto la Madonna!”.L’apparizione della Vergine Maria avvenne mentre Rachelina giocava nel giardino di casa; lo raccontò alla mamma candidamente, come voleva la spontaneità dei suoi quattro anni e la naturalezza che avrebbe sempre contraddistinto il saper accogliere con umiltà e obbedienza gli eventi straordinari con cui Dio rivelava il suo disegno per lei. Più volte, infatti, la piccola Rachelina disse di aver visto la Madonna e a cinque anni, gravemente ammalata di morbillo, rivelò di aver visto anche Sant’Antonio, che le aveva preannunziato: “Guarirai presto e bene ma prima dei 16 anni mi raggiungerai in Paradiso”.
In seguito a questa profezia, non furono l’angoscia e il turbamento a prendere il sopravvento ma, al contrario, l’amore per la vita, la ricerca della pace trovata nella “sottomissione alla volontà di Dio, nella coscienza tranquilla, nell’adempimento scrupoloso dei doveri di cristiano e di cittadino”. Rachelina ricordava il giorno della sua Prima Comunione, 12 giugno 1932, come il più bello. Quel suo primo incontro con il Signore l’aveva incamminata in un percorso di scelte virtuose, fatto innanzitutto di purezza, di appartenenza all’Azione Cattolica, del desiderio di essere vicina alle persone umili, di ubbidienza ai genitori e ai suoi insegnanti e soprattutto dell’abbandono alla Volontà di Dio di una forza e una dedizione eccezionali, inimmaginabili per la sua età, anche nei momenti più duri della sofferenza e per questo tanto più ammirabili e di insegnamento. Difficile prova per Rachelina fu la lontananza dal paese e dai suoi adorati genitori negli anni di studio trascorsi prima al Liceo “Orazio Flacco” di Bari, dove dimorava presso l’Istituto Santa Rosa e poi a Roma, al Liceo del Collegio “Cabrini”, retto dalle Suore del Sacro Cuore.
L’amore per il padre e la madre e tutti i suoi cari, testimoniato dall’affetto e dal trasporto manifestato in tante lettere, si fondeva al desiderio di assecondare i loro desideri, di sottomettersi alla loro volontà e di compiacere dando il meglio di sé.
Anche grazie a queste lettere e altri scritti che Rachelina ci ha lasciato riusciamo a scorgere il profilo di una ragazza semplice, legatissima ai suoi, che soffre per la loro lontananza, che è vicina ai suoi amici, specialmente dei più deboli, che affronta con ansia le prove d’esame e la grande mole di studio, che vive con apprensione la chiamata alle armi del padre al momento dello scoppio della seconda guerra mondiale e che progetta il suo futuro decidendo di diventare insegnante, apprezzando la musica e le arti in genere per i benefici che recano all’animo umano, rasserenandolo dai dispiaceri e permettendogli di cogliere e rappresentare la bellezza del Creato. Quella di Rachelina è stata un’esistenza speciale, per la sua umanità, per gli eventi prodigiosi che l’hanno caratterizzata e infine perché nei momenti più difficili, anche quelli più penosi della malattia che la ridusse in fin di vita il 10 marzo 1941, tali furono la sua forza d’animo e la sua fede, che non si perse mai nello smarrimento generato dalla sofferenza, poiché nella pace del cuore, che si realizza con il completo affidamento della propria vita al Signore, individuò la vera strada per il raggiungimento della felicità. Molte sono le testimonianze di persone che hanno beneficiato della sua intercessione verso l’Altissimo.
Soldati, malati, persone umili e professionisti, sono state aiutate con la preghiera nel momento del bisogno dalla visione della “Studentessa Santa“, che con la sua purezza ha lasciato un tangibile segno nelle genti d’Irpinia e non solo. Rachelina dal settembre del 1958 riposa nella Chiesa Badiale di Santa Maria e Sant’Alessio in Venticano, alla destra dell’altare.
Attualmente in Vaticano è aperta la causa della sua beatificazione.La Fondazione
É il 14 maggio 1973 quando per volontà della famiglia Ambrosini e Sordillo nasce la Fondazione intitolata alla Serva di Dio, Rachelina Ambrosini.
La giovane, scomparsa prematuramente a 16 anni nel 1941, lascia un segno profondo non soltanto nella comunità di Venticano e nelle città in cui ha vissuto durante gli anni di studio, ma sin dove giunge la sua fama di “studentessa santa”.
Rachelina è umile, attenta ai bisogni degli altri, rispettosa della sua famiglia, degli insegnanti, degli amici, profondamente devota e protagonista di eventi mistici e miracolosi.
Rappresenta un modello di cristianità da emulare, un punto di riferimento soprattutto per i giovani, poiché poco più che bambina mostra di saper affrontare la vita con grande forza e saggezza, indicando la strada per raggiungere la pace con sé stessi e sperimentare pienamente la “gioia del cuore”.
Sulla base dei principi di Rachelina, la Fondazione Ambrosini viene fondata proprio per essere vicina ai ragazzi, per assisterli in tutte le fasi della loro crescita e aiutarli in situazioni di disagio familiare, di handicap, sostenendo progetti ed iniziative tesi ad avvicinarli al volontariato, al rispetto per il prossimo e per l’ambiente.
Dal 27 maggio del 1992 la Fondazione è regolarmente riconosciuta da Decreto Ministeriale come Ente Morale è iscritta al n.329 del Registro delle Persone Giuridiche della Prefettura di Avellino ed è inserita nel Centro Documentazione Fondazioni.Le attività
La Fondazione Rachelina Ambrosini si occupa da anni di progetti umanitari di carità e conversione in Italia e all’estero, lavorando in rete con associazioni concretamente impegnate sui territori di riferimento.
In primo luogo si interessa dei giovani, dei più deboli, nei confronti dei quali mobilità la macchina della solidarietà, ma anche di quelli più fortunati, potenzialmente in possesso degli strumenti per operare a loro volta; per questo coinvolge gli studenti in iniziative di sensibilizzazione alla comprensione degli scenari sociali, avvicinandoli al mondo del volontariato.
Gli impegni nel mondo: Africa, Filippine, Honduras
A voler contrassegnare la presenza della Fondazione Ambrosini nel Mondo si potrebbe immaginare una sorta di abbraccio solidale intorno alla sua parte più fragile.
Attualmente è operativa in Etiopia, Filippine ed Honduras, fra i paesi più poveri e meno industrializzati, penalizzati in alcuni casi da situazioni politiche di regime e credenze culturali restrittive in situazioni di già estremo disagio: indigenza, sistemi viari complicati e inefficienti, scarsità dei principali servizi, in primo luogo ospedali e scuole.
In questi luoghi la Fondazione risponde in modo semplice e concreto a bisogni urgenti: la garanzia di assicurare almeno un pasto al giorno per due anni a 500 bambini di Santa Cruz, sull’isola di Marinduque nelle Filippine; il sostegno al processo di scolarizzazione e all’autosufficienza alimentare con l’attivazione di orti scolastici nelle comunità di Las Flores e di El Paraiso in Honduras; la collaborazione con l’Associazione italiana Medici con L’Africa Cuamm per garantire l’accesso gratuito al parto e salvare la vita delle mamme e dei loro bambini nell’ospedale di Wolisso in Etiopia e in altri 15 ospedali africani. Dal giugno del 2011 è partner della Fao.La Fondazione è diramata sul territorio nazionale; oltre alla principale sede di Venticano, opera a Bari, Benevento, Padova, Roma, Salerno.
In Italia la “Solidarietà è energia alternativa”.
Corsi ed incontri tesi ad incentivare la formazione al volontariato internazionale degli studenti delle scuole superiori e universitari; ed è ancora dialogo con associazioni, enti e istituti pubblici e privati chiamati a sostenere i valori e i progetti della Fondazione.
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