Dagli ultimi tamponi naso-faringei effettuati in Irpinia, 1.320, sono risultati positivi al Covid-19 nuovi 103 casi.
I risultati pervenuti dall’ASL di Avellino sono i seguenti:
- 1 residente nel comune di Altavilla Irpina
- 10 residenti nel comune di Ariano Irpino
- 7 residenti nel comune di Atripalda
- 8 residenti nel comune di Avella
- 13 residente nel comune di Avellino
- 2 residenti nel comune di Baiano
- 3 residenti nel comune di Bisaccia
- 3 residenti nel comune di Capriglia Irpina
- 2 residenti nel comune di Cesinali
- 1 residente nel comune di Domicella
- 1 residente nel comune di Forino
- 1 residente nel comune di Frigento
- 3 residenti nel comune di Gesualdo
- 5 residenti nel comune di Lauro
- 2 residenti nel comune di Manocalzati
- 4 residenti nel comune di Mercogliano
- 1 residente nel comune di Mirabella Eclano
- 1 residente nel comune di Montecalvo Irpino
- 3 residenti nel comune di Monteforte Irpino
- 1 residente nel comune di Montemiletto
- 9 residenti nel comune di Montoro
- 5 residenti nel comune di Moschiano
- 1 residente nel comune di Mugnano del Cardinale
- 1 residente nel comune di Pago Valle Lauro
- 1 residente nel comune di Pietradefusi
- 1 residente nel comune di Prata Principato Ultra
- 2 residenti nel comune di Pratola Serra
- 6 residenti nel comune di Quindici
- 1 residente nel comune di San Michele di Serino
- 1 residente nel comune di San Nicola Baronia
- 1 residente nel comune di Trevico
- 1 residente nel comune di Vallata
- 1 residente nel comune di Vallesaccarda
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La Spagna approva la legge per le persone trans
Il Governo spagnolo approva la proposta di legge che riconosce ai cittadini la possibilità di cambiare il proprio genere, garantendo il diritto all’autodeterminazione senza aver effettuato cure ormonali o referti medici.
In pratica è possibile cambiare identità di genere sul proprio documento senza dover attendere i due anni del trattamento ormonale e senza la diagnosi psicologica che attesti la cosiddetta disforia di genere, una condizione sofferta dovuta alla non corrispondenza tra il proprio genere e quella dichiarata alla nascita in base alle caratteristiche sessuali.
Un traguardo importante, che slega la volontà di cambiare genere al concetto di malattia perché le leggi su queste questioni delicate si pronunciano e si basano su premesse che implicano patologie e disturbi che fanno presuppore che, questa esigenza, sia una malattia che necessita di cure.
Nella maggior parte delle istituzioni nel campo della salute si è sempre cercato di slegare la condizione del cambio di genere come situazione che non è conforme a quella della malattia.
Cosa prevede la legge
La nuova proposta di legge prevede che sia sufficiente la libera dichiarazione della persona, senza altri requisiti, riconoscendo le identità non binarie. Questo permette a coloro che non si identificano come uomo o come donna la possibilità anche di non dichiarare il proprio sesso sulla carta d’identità.
Questo nuovo passo politico è importante, soprattutto, per un’altra questione più delicata: consentire l’accesso ai trattamenti per la riproduzione assistita per le persone trans che decidono di procreare e avere una famiglia. In questo modo è possibile, ad esempio, ricorrere alla crioconservazione del seme o delle cellule riproduttive da parte di chi sta seguendo un trattamento ormonale.
Questa legge migliora nettamente la qualità di vita delle persone che subiscono discriminazioni, facilitando il percorso di transizione.
Un grande passo in avanti che riesce a garantire una dignità a tutti coloro che sentono di essere nati in un corpo sbagliato e che, spesso, si sentono abbandonate e sminuite proprio da quegli organi istituzionali che dovrebbero tutelarli a prescindere.
Ricordiamo che il passo più complicato è quello sociale, quello che implica i gesti quotidiani di ciascun cittadino: bisognerebbe praticare maggiormente l’inclusione, evitando atti di bullismo o denigratori.
La legge dovrà essere discussa in Parlamento.
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Mobilità sostenibile: Napoli capitale del Centro Sud
Napoli sarà la sede del primo salone del Centro Sud Italia dedicato alla mobilità sostenibile.
Bluexperience è il nome dell’esposizione organizzata da dalla società Action Events S.r.l. che si svolgerà dal 10 al 12 settembre presso la Mostra d’Oltremare di Napoli.
Le macro aree sono tre. La prima è dedicata a brand e produttori automobilistici, produttori di auto a motore elettrico, ibridi, a motore micro, mild hybrid, full e plug-in, con diversi tipi di alimentazione. La seconda è dedicata alle due ruote elettriche e ai più recenti veicoli leggeri per la città: bici elettriche, monopattini, hoverboard, skateboard, segway e monowheel.
Il terzo padiglione avrà come scenario le ultime novità dell’aftermarket in cui saranno presenti società che offrono servizi per le infrastrutture automobilistiche, car sharing, ricambi e assistenza post vendita.
Sarà anche presente un’area dedicata ai test drive che si svolgeranno in una zona esterna in cui il visitatore potrà apprezzare le caratteristiche di guida confortevole, silenziosa e soprattutto a basso consumo.
Bluexperience offre una panoramica a tutto campo sul futuro della mobilità sostenibile, in programma nei tre giorni del salone. Ci saranno anche incontri e approfondimenti sugli aspetti ambientali, tecnologici, assicurativi e su agevolazioni finanziarie, con convegni a cura del comitato scientifico, presieduto dal professor Armando Cartenì e in cui verranno coinvolte le prestigiose università campane come: Federico II, Luigi Vanvitelli, Università degli studi di Salerno e del Sannio.
La mobilità sostenibile è il modello ideale di un sistema di trasporti che riduce al minimo l’impatto ambientale. Questo tipo di mobilità consente alle persone di spostarsi in libertà senza perdere di vista l’aspetto umano e quello ambientale.
Numerose ricerche infatti hanno dimostrato che un maggior impiego di risorse pubbliche per migliorare il sistema dei trasporti può rendere più vivibili gli spazi in cui viviamo. Per comprendere l’impatto dell’inquinamento ambientale vi consigliamo la visione di Antropocene, un docufilm sulla trasformazione del pianeta causata dall’uomo.
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Legumi Select è tra i partner privati del progetto Legubiocer
Contribuire allo sviluppo di una filiera corta sui legumi coltivati in Campania “dal produttore al trasformatore” con metodi biologici è l’intento di Agria S.p.A., azienda specializzata nella selezione e nel confezionamento di legumi secchi a marchio Select che da oltre 60 anni onora la fiducia dei consumatori garantendo materie prime di qualità provenienti da filiera controllata. Oggi più che mai, rinnova il proprio impegno verso un’agricoltura sana, biologica e sostenibile, puntando ancora una volta sull’innovazione.
È da questi propositi che nasce la partecipazione al progetto di ricerca e sperimentazione “Legubiocer” finanziato con i fondi del PSR 2014/2020 della Regione Campania e coordinato dal dott. Massimo Zaccardelli del CREA di Pontecagnano (SA). Il Gruppo operativo è costituito da 6 partner, di cui 2 pubblici e 4 privati. I partner pubblici sono il CREA, che partecipa con tre Centri di ricerca (Orticoltura e Florovivaismo di Pontecagnano, Cerealicoltura e Colture Industriali di Foggia e Caserta e Politiche e Bioeconomia di Roma) e il Dipartimento di Agraria di Portici (Università degli Studi di Napoli “Federico II”). I soggetti privati sono invece le due aziende agricole cerealicole De Martini e Zampaglione, la ditta Bioagritest che si occupa della concia delle sementi e della diagnosi fitosanitaria e l’azienda Agria S.p.A specializzata nella selezione e distribuzione di legumi secchi.
In senso più ampio, l’obiettivo del progetto è di favorire la diffusione della coltivazione delle leguminose da granella – in particolare cece e lenticchia – negli areali cerealicoli campani, sostenere il trasferimento di innovazioni nella tecnica colturale come l’impiego della nuova seminatrice “Seminbio”, la minima lavorazione, la falsa semina, la concia della semente con microrganismi utili e l’impiego di nuove molecole ecocompatibili per il controllo delle malattie e, allo stesso tempo, favorire lo sviluppo di filiere a livello regionale incentrate sulla valorizzazione delle produzioni locali di qualità riducendo gli intermediari e le distanze della “catena del cibo”.
A tal proposito Aniello Alberti, direttore generale di Agria S.p.A., dichiara:
Nel corso dei due anni di sperimentazione ci siamo occupati, insieme ai nostri partner, della valutazione tecnologica della granella di cece e lenticchia e sono emersi dati molto interessanti. Questi dati saranno elaborati e resi pubblici al termine del progetto per valutare l’impatto economico delle innovazioni adottate e per la creazione di una filiera corta in Campania, dove saremo coinvolti soprattutto dal punto di vista logistico con il ritiro del prodotto.
In particolare, il personale del laboratorio Controllo Qualità di Agria S.p.A., nel corso dei due anni di sperimentazione, ha caratterizzato dal punto di vista tecnologico, organolettico e merceologico la granella di cece e di lenticchia proveniente dalle prove di campo. In dettaglio, la granella di cece e lenticchia è stata trasferita dal campo al laboratorio che ha provveduto a pulirla e ad eliminare i corpi estranei e i semi difformi presenti nei campioni, per poi procedere alla calibratura e alle prove di cottura e di valutazione organolettica.
La realizzazione del progetto, che vede l’introduzione delle innovazioni nelle tecniche agronomiche e la sostituzione, nelle rotazioni colturali con frumento, delle classiche foraggere con le più redditizie leguminose da granella ad uso alimentare umano, in particolare cece e lenticchia, porterebbe ad un incremento della sostenibilità economica e ambientale nei comprensori cerealicoli campani e ad un fisiologico aumento delle produzioni biologiche.
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