Il Governo spagnolo approva la proposta di legge che riconosce ai cittadini la possibilità di cambiare il proprio genere, garantendo il diritto all’autodeterminazione senza aver effettuato cure ormonali o referti medici.
In pratica è possibile cambiare identità di genere sul proprio documento senza dover attendere i due anni del trattamento ormonale e senza la diagnosi psicologica che attesti la cosiddetta disforia di genere, una condizione sofferta dovuta alla non corrispondenza tra il proprio genere e quella dichiarata alla nascita in base alle caratteristiche sessuali.
Un traguardo importante, che slega la volontà di cambiare genere al concetto di malattia perché le leggi su queste questioni delicate si pronunciano e si basano su premesse che implicano patologie e disturbi che fanno presuppore che, questa esigenza, sia una malattia che necessita di cure.
Nella maggior parte delle istituzioni nel campo della salute si è sempre cercato di slegare la condizione del cambio di genere come situazione che non è conforme a quella della malattia.
Cosa prevede la legge
La nuova proposta di legge prevede che sia sufficiente la libera dichiarazione della persona, senza altri requisiti, riconoscendo le identità non binarie. Questo permette a coloro che non si identificano come uomo o come donna la possibilità anche di non dichiarare il proprio sesso sulla carta d’identità.
Questo nuovo passo politico è importante, soprattutto, per un’altra questione più delicata: consentire l’accesso ai trattamenti per la riproduzione assistita per le persone trans che decidono di procreare e avere una famiglia. In questo modo è possibile, ad esempio, ricorrere alla crioconservazione del seme o delle cellule riproduttive da parte di chi sta seguendo un trattamento ormonale.
Questa legge migliora nettamente la qualità di vita delle persone che subiscono discriminazioni, facilitando il percorso di transizione.
Un grande passo in avanti che riesce a garantire una dignità a tutti coloro che sentono di essere nati in un corpo sbagliato e che, spesso, si sentono abbandonate e sminuite proprio da quegli organi istituzionali che dovrebbero tutelarli a prescindere.
Ricordiamo che il passo più complicato è quello sociale, quello che implica i gesti quotidiani di ciascun cittadino: bisognerebbe praticare maggiormente l’inclusione, evitando atti di bullismo o denigratori.
La legge dovrà essere discussa in Parlamento.
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