In onda, su Radio Rai Live, “Scètate”, l’appuntamento musicale quotidiano sul web del Trianon Viviani con il grande repertorio conservato dall’Archivio storico della Canzone napoletana (Ascn) della Rai.
Da lunedì 12 luglio, alle 8 del mattino, il buongiorno musicale in streaming che Marisa Laurito dedica a tutti gli appassionati della melodia partenopea, sarà trasmesso sulle frequenze di Radio Rai Live, l’emittente radiofonica pubblica tematica che trasmette una programmazione di musica dal vivo e manifestazioni sul territorio.
Frutto dell’accordo di collaborazione tra fondazione Trianon Viviani e Rai Campania (centro dinproduzione tv della Rai di Napoli), Scètate prevede una clip musicale quotidiana, curata dall’Ascn, trasmessa in streaming (gratuito) tutti i giorni, dalle 8 del mattino, sulla web tv del sito istituzionale del teatro della Canzone napoletana. In ogni video, della durata media di quattro minuti, utilizzando i documenti audiovisivi dell’Archivio storico, Gino Aveta, autore di programmi radiotelevisivi, organizzatore musicale e giornalista, introduce all’ascolto di una canzone eseguita da un grande
interprete.
Per Fabrizio Casinelli, responsabile di Rai Radio Live, «con questo svegliarsi a Napoli, con la sua musica, facciamo in modo che l’ascoltatore, anche se per pochi minuti al giorno, possa trasferirsi idealmente in una città ricca di arte e cultura, dove le tradizioni sono talmente forti da rendere tutto sempre meraviglioso.
Per questo come Rai Radio Live abbiamo sposato l’idea di vivere e rivivere una città e la sua storia, iniziando le nostre giornate con quell’amore, con quel sole, con quella fantasia e quell’ingegno che da sempre fanno di Napoli una città straordinaria».
Esprime soddisfazione Marisa Laurito:
Cosa c’è di meglio che affacciarsi a un nuovo giorno iniziandolo con una nostra melodiosa canzone e magari sorseggiando un buon caffè? La collaborazione del teatro della Canzone napoletana con la Rai si intensifica sempre più e presto annunceremo nuove iniziative congiunte.
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Assolo di Anna Dari, il suono potente della vita: il video
Anna Dari: pianista per scelta, compositrice per caso, scrittrice per passione. La sensibile artista astigiana combatte il male oscuro della depressione con l’arma della propria musica e vince.
Nel 2020 il primo premio al Concorso internazionale “Salvatore Quasimodo” sezione Musica al prestigioso CET di Mogol e nell’agosto 2021 pubblica Oltre la nebbia. Un progetto discografico nuovo, diverso, metaforico. Con un cambio di rotta e di stile rispetto ai primi dieci anni del suo comporre. L’album (edito da Blue Spiral Records) contiene sette gemme preziose, tra cui la raffinata e struggente Assolo che aveva dato il la iniziale.
Realizzato dallo studio ImagesLab di Asti, il video di Assolo rappresenta l’ultimo atto di un percorso interiore iniziato con la composizione del brano nell’estate 2017.
Erano trascorsi due anni e mezzo di totale silenzio. Un periodo durante il quale Anna Dari aveva deciso di chiudere definitivamente il coperchio del suo pianoforte e della composizione pianistica. Ma il destino ribalta le carte in tavola e la pone in relazione con un’altra anima a lei affine. Travagliata, fragile, in cerca di un appiglio. La colpisce fortemente la storia, per la potente energia che quell’uomo era riuscito a sprigionare dal fondo del pozzo in cui si trovava. Straordinariamente capace di superare la sofferenza fisica dovuta a un grave incidente che aveva compromesso in modo significativo l’uso del piede e quindi della camminata. Ma il sogno, da appassionato runner, di partecipare alla maratona cui tanto anelava, lo spingono ad allenarsi sistematicamente. Senza cedere allo sconforto né alla paura dell’insuccesso o alla facile rinuncia. E così fu.
Il trionfo della volontà e della sete di vivere sul dolore psicofisico invasivo. Pur nel profondo di un forte stato depressivo, anche Anna Dari sente la spinta emotiva ad alzarsi dal letto ed avvicinarsi nuovamente alla tastiera. Dopo due anni e mezzo di ferma compositiva, trasforma la storia di quell’uomo in musica. E nasce Assolo.
Il desiderio di realizzare un video del brano si è protratto nel tempo fino ad arrivare ad oggi e alla meravigliosa opportunità dell’aprile 2022. Paride Candelaresi, Assessore alla Cultura del Comune di Asti, insieme al Direttore del Teatro concedono l’autorizzazione ad effettuare le riprese all’interno del prezioso Alfieri.
Racconta Anna Dari:
Girare le riprese del video “Assolo” all’interno di un meraviglioso teatro d’epoca è stata per me un’esperienza unica e irripetibile.
Mi trovavo faccia a faccia con quella compositrice che per quindici anni aveva agognato di portare la propria musica nel mondo, sognando i grandi teatri. Suonare nel silenzio dell’Alfieri, nudo, spogliato del pubblico, mi ha emozionato. Un’emozione resa ancor più vivida e potente dal ricordo che proprio in quel luogo speciale aveva avuto inizio la mia carriera. Una carriera – confesso – che avrebbe meritato di più. E ancora ci spero. Così come, attraverso quest’“Assolo”, nutro la speranza di poter lasciare ai miei figli un saluto, una traccia, forse eterna, chissà, di cui possano un giorno sentirsi orgogliosi.
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Senza è l’ultimo romanzo di Massimo Cracco
Senza (2020) è il titolo dell’ultimo romanzo di Massimo Cracco, pubblicato da Autori Riuniti.
Il protagonista del romanzo è Paolo, un ragazzino, che non comprende ancora pienamente tutte le dinamiche del mondo. Lui vuole carpire e conoscere solo quella parte positiva della vita e invece un giorno resta sconvolto da quanto possa essere violento quel mondo in cui vive.
Paolo resta colpito da una storia di cronaca: Chloe Jennings, una donna americana, è affetta da B.I.I.D. (Body Integrity Indentity Disorder) ed è sempre più insofferente di sentire le sue gambe tanto che ha deciso di farsi recidere il midollo spinale per non sentirle più.
Dopo questa drastica scelta la donna è felice di continuare a vivere la sua vita.
In breve se il raziocinio non trova logiche di adattamento allora è il corpo che trova una risposta autonoma.
Paolo inizia a pensare, dal caso Chloe Jennings che anche lui, rinunciando alle sue di gambe, eviterebbe il contagio con questo mondo così aberrante e di cui ha paura.
Negli anni cresce molesta in lui questo desiderio di farsi amputare le gambe. Per scoprire cosa farà Paolo non vi resta leggere il romanzo!
Senza: curiosità sul romanzo
Senza è diviso in quattro parti e ciascuna si apre con un aforisma di Emil Cioran, noto filosofo cinico che ha parlato e vissuto la vita con distacco e senza moti d’animo.
Senza spiegato con questa premessa sembra un horror o una storia fine a se stessa ma non è così.
Massimo Cracco attraverso questa trama parla di rifiuto rivendicato dal corpo.
Paolo è un perdente e sa di esserlo così rinuncia di competere, rigettando l’inferno della competizione, della sopravvivenza, dell’accettazione del pensiero collettivo e delle regole tramandate dalla società attraverso la mutilazione del suo corpo.
Senza è candidato al Premio Comisso, Premio città di Como, Premio Carver e Premio Cultura.
Massimo Cracco: biografia
Massimo Cracco è nato a Verona nel 1965. Dopo aver conseguito la maturità classica si laurea in matematica e in Ingegneria.
Nel 2015 pubblica Restare senza un lavoro non è per sempre, il suo primo romanzo breve per Scripta.
Nel 2017 pubblica Mimma, il suo secondo romanzo, edito da Perrone Editore.
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Eugenia Galli e la poesia performativa della Monosportiva Galli Dal Pan
Eugenia Galli è una poetessa, che si è qualificata alle finali del Premio Alberto Dubito nel 2018 e nel 2019.
Il suo è un progetto che fonde poesia performativa e musica elettronica all’interno della Monosportiva Galli Dal Pan con cui ha registrato un Ep.
Eugenia Galli: biografia artistica
Eugenia Galli entra nel circuito della poesia performativa nel 2015 attraverso l’esperienza di Slow Lapin, un collettivo di giovani autori e organizzatori di eventi che aveva base a Rimini, la sua città.
Alla fine del 2015 Eugenia si trasferisce a Bologna, per iniziare l’università e scopre che non esiste una vera e propria “scena” orale bolognese. In compenso nota dei poetry slam condotti da Nicolò Gugliuzza, all’epoca coordinatore regionale dell’Emilia-Romagna per il campionato della LIPS (Lega Italiana Poetry Slam). Nel gennaio del 2016 da uno di questi eventi e dall’idea di creare anche a Bologna uno spazio comunitario li bera espressione intorno alla poesia, ha preso le mosse il progetto di Zoopalco, un’associazione culturale che si occupa di ricerca e produzione nell’ambito della poesia multimediale.
L’attività artistica di Eugenia Galli è strettamente connessa al lavoro di operatrice culturale che svolge per Zoopalco: ogni progetto nasce all’interno di riflessioni collettive e di uno spazio condiviso, DAS (Dispositivo Arti Sperimentali), sede di eventi pubblici ma, soprattutto, di incontri quotidiani con i membri del collettivo.
Tra le ricerche poetiche individuali dei membri del collettivo bolognese è parsa, fin da subito, una certa vocazione narrativa di tutti i testi. Eugenia Galli, seguendo questa inclinazione, inizia a comporre i testi per il progetto di spoken music Monosportiva Galli Dal Pan, un duo che vede lei alla voce (in versi) e Lorenzo Dal Pan alla musica elettronica.
Il primo Ep della Monosportiva Galli Dal Pan, è uscito a maggio 2019 per Zoopalco, un concept imperniato sulla figura di un personaggio: Gilda.
Ecco Il corso di ginnastica, un brano tratto dall’Ep della Monosportiva Galli Dal Pan.
Con questo progetto della Monosportiva Galli Dal Pan nel 2018 e nel 2019 Eugenia Galli si qualifica alle finali del Premio Alberto Dubito di poesia con musica senza però mai riuscire a conquistare il primo posto.
La poetessa però non si arrende e continuerà a partecipare finché non otterrà un premio alla carriera per la perseveranza.
Eugenia Galli: intervista
Qual è la differenza che intercorre tra poetry slam e poesia performativa?
Il poetry slam è uno spettacolo, un format fintamente competitivo che rende la poesia avvincente e “digeribile” per un pubblico di non addetti ai lavori. Per chi sale sul palco funziona come palestra o laboratorio: serve a testare la messa in voce delle proprie composizioni ottenendo una reazione immediata. Si tratta, insomma, di un gioco, di un’occasione per incontrarsi e ascoltarsi a vicenda.
Spesso lo slam è il primo passo nella costituzione di un personale corpus di testi pensati per essere detti ad alta voce. Gli autori più interessanti non si limitano ad esibirsi nel breve spazio di tre minuti concesso dal format, ma decidono spesso di organizzare questo ed altro materiale in un personale spettacolo unitario. Così sono nati alcuni degli spettacoli di poesia performativa più interessanti della “scena” slam italiana: penso a DIXIT di Matteo Di Genova o a “Black in / Black out” di Nicolas Cunial.
Molta altra poesia performativa nasce da premesse diverse da quelle dello slam, spesso in relazione con altri supporti, in una dimensione multimediale. Zoopalco sta sperimentando in questa direzione, per esempio con il live di poesia e beatbox del trio Mezzopalco (Riccardo Iachini, Toi Giordani, Jonny aka Ninjo) o col progetto Guide Percettive.
Eugenia, secondo te la poesia performativa in cosa si differenzia dalla poesia tradizionale?
Le definizioni in questo senso sono un trabocchetto. La poesia è stata storicamente l’unica arte in grado di cambiare continuamente supporti: è nata orale, dunque performativa e “collettiva”, ma ha abitato e abita la scrittura, è tipografica, può essere visiva, sonora…
Per un approfondimento, consiglio la lettura all’Avviso ai naviganti, scritto da Gabriele Frasca e Lello Voce.
Di recente stiamo assistendo a un ritorno della poesia alla sua dimensione orale e performativa, e dobbiamo quindi munirci di strumenti adeguati tanto per produrla quanto per interpretarla. Le tecniche della composizione in versi non sono sufficienti per allestire uno spettacolo del genere a cui accennavo: bisogna associarvi un uso consapevole della voce e del corpo, oltreché progettare una “regia”.
Quali sono i temi di cui tratti principalmente nei tuo testi?
Uno dei temi centrali della mia scrittura è proprio il corpo.
Il mio mi è sempre parso inadeguato, e anche sul palco lo porto come un fardello. I live della Monosportiva Galli Dal Pan mi offrono un’occasione di catarsi: racconto questo disagio proprio nel momento in cui lo vivo.
Eugenia Galli presenta un brano inedito: Atlantide
Da dove prendi spunto prima di scrivere un testo?
Per i testi della Monosportiva Galli Dal Pan traggo sempre ispirazione da storie reali, anche se non necessariamente autobiografiche.
Nel periodo in cui abbiamo iniziato a scrivere l’Ep ero affascinata dalla storia di una ragazza che, in una situazione di grande stress (derivato forse dal fatto di non corrispondere alle aspettative che la sua famiglia aveva su di lei), era stata ricoverata per un’amnesia, e una volta ristabilitasi aveva cambiato radicalmente vita. Ho immaginato che Gilda, la protagonista dell’Ep, decidesse a un certo punto – con il preciso scopo di cambiare vita – di procurarsi volontariamente questa amnesia.
In alcuni testi parli della perfezione di un apparire che contrasta con un vuoto interiore e ciò sembra voler denunciare una società, quella odierna, che basa tutto su valori dettati dall’estetica e dalla paura di affrontare se stessi e dalla fobica paura di accettare lo scorrere, inevitabile, del tempo.
Credo che dovremmo rivoluzionare completamente il modo in cui pensiamo, in senso estetico, ai nostri corpi. Combatto l’idea che un corpo nudo, magari bello, debba essere per forza sessualizzato e quindi censurato; allo stesso modo combatto l’idea che i corpi che la società tende a celare (i corpi delle persone anziane o malate, per esempio, come nel testo di “Ta Ta Ta”) debbano essere sempre raccontati tagliando fuori la sfera del desiderio e del piacere.
Monosportiva Galli Dal Pan: video di Ta Ta Ta
Quanto c’è di Gilda in te?
Gilda è una sorta di mio ambiguo alter ego.
Le premesse della sua storia ricordano le mie (l’attività fisica e il rapporto con la madre, per esempio), ma le scelte che compie sono autonome, non mi riguardano.
Monosportiva Galli Dal Pan: audio di Corpo contraffatto
In Corpo contraffatto riemerge il binomio tra essere e apparire. Mi riferisco a: “che i volumi non sono solo libri, che fare volume ha a che fare con le ripetizioni di una serie.”
Molte strofe mettono a confronto due dei miei interessi principali: i pesi e la poesia. Per me l’attività estetica, tra le due, è quella poetica, ma ovviamente il testo di Corpo contraffatto ha molte sfumature di ironia, non presenta il mondo per come lo vedo io.
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