Sovvertimento dello status quo, infrangimento dei tabù, superamento della soglia: sono alcune costanti nel cinema poetico e visionario del regista greco Yorgos Lanthimos, al quale si ispira Giuliano Scarpinato per la sua nuova trilogia teatrale.
“Favola personale” è detta la credenza dell’adolescente di essere speciale e unico, humus per il processo di individuazione e la costruzione di un palcoscenico sociale. Una costruzione che non ha mai realmente fine, scontornando l’adolescenza, da fase biologica, a paesaggio della mente; così è per i protagonisti di questi tre atti, incastrati nel limbo di una richiesta di senso che rivolgono al più ineffabile dei sentimenti, l’amore. Ciascun atto è liberamente ispirato a un tassello della filmografia di Yorgos Lanthimos: nell’ordine Kynetta, Alps, The lobster.
Un crocevia di generi diversi, dalla prosa alla danza, dalla performance alla stand up comedy, per una comedie humaine che rasenta l’assurdo, il freakshow, per giungere a parlarci di cose familiari.
Trittico per un mondo alla rovescia ispirato al cinema di Yorgos Lanthimos, ideazione, drammaturgia e regia Giuliano Scarpinato con Alice Conti, Federica D’Angelo, Luca Piomponi, Giselda Ranieri, Michele Schiano di Cola, Alice Spisa, Lorenzo Tombesi, Isacco Venturini, Daniela Vitale.
Favola personale sarà in scena dall’8 al 13 marzo al Teatro San Ferdinando.
Durata: 2 ore e 20 minuti
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La piovra nera di Roberto Fagiolo
A trent’anni dalle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio, una storia inquietante, che ha avuto tra i suoi più importanti protagonisti anche Giovanni Falcone e su cui non è ancora stata fatta interamente luce.
Nel 1990, Giovanni Falcone, parlando dell’omicidio di Piersanti Mattarella davanti alla Commissione Antimafia, non esclude la possibilità che Cosa Nostra si sia servita di killer esterni per uccidere il presidente della Regione. Neofascisti, con ogni probabilità.
Non si tratterebbe del resto di un fatto eccezionale. Alleanze strategiche e scambi di favore tessono una fitta trama di relazioni tra mafia ed eversione nera. Intrecci e complicità che percorrono gli anni della strategia della tensione, con uno snodo cruciale: il tentato golpe Borghese del 1970, attivamente sostenuto dalla Cupola, preceduto dalla misteriosa scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, ex appartenente alla Decima Mas guidata da Junio Valerio Borghese.
A indagare sui collegamenti tra mafia e neofascismo si dedica in particolare l’ex vicequestore di Trapani, Giuseppe Peri, con un rapporto investigativo del 1976 che offre spunti di grande interesse. Ma tracce più o meno esplicite del rapporto tra Cosa Nostra ed eversione nera affiorano anche in altre drammatiche circostanze: dalla morte del giornalista Giovanni Spampinato, nel 1972, all’omicidio di Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel 1980, alla strage di Natale del 1984. Così come non mancano di emergere nel contesto della fase stragista di Cosa Nostra del 1992, attraverso due importanti esponenti dell’estremismo nero: Paolo Bellini, sotto processo per la strage di Bologna, e Pietro Rampulla, soprannominato l’artificiere, condannato in via definitiva come uno degli esecutori della strage di Capaci.
La piovra nera racconta, in modo documentato e rigoroso, l’intera storia dei rapporti fra mafia ed eversione nera che hanno inquinato l’Italia repubblicana.
Roberto Fagiolo: chi è?
Roberto Fagiolo autore televisivo, lavora da molti anni per la Rai ed è stato tra gli autori del programma Sfide. Dal 2013 autore a Rai Storia per i programmi Il tempo e la storia e Italiani e attualmente per Passato e Presente condotto da Paolo Mieli.
Per Nutrimenti ha pubblicato Bottecchia L’inafferabile (con Francesco Graziani, 2005), L’ombra del Caravaggio (2007), Il segreto perduto di Schliemann (2008), Topografia del caso Moro (2018), Chi ha ammazzato Pecorelli (2019) e Come svanì Emanuela (2020).La piovra nera sarà disponibile nelle librerie il prossimo 26 maggio.
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I trent’anni di 10 Corso Como
A partire da questa settimana e per tutto il mese di settembre, 10 Corso Como ospiterà una serie di eventi per festeggiare i suoi 30 anni.
Riconosciuto come il primo “concept store” nel mondo, per celebrare questo importante traguardo, il 9 settembre, giorno della sua apertura a Milano nel 1991, 10 Corso Como presenterà un libro-quaderno che raccoglie il suo immaginario visivo.
Con la presidenza e la capacità imprenditoriale di Tiziana Fausti e la direzione artistica, immagine e comunicazione di Carla Sozzani, 10 Corso Como continua il percorso culturale ed estetico che lo ha reso un simbolo di Milano, del Made in Italy e della creatività internazionale.
Una delle prime novità per il trentennale è la nascita della collezione 10 Corso Como HOME, realizzata in collaborazione con laboratori artigianali italiani e internazionali.10 Corso Como presenterà infatti complementi d’arredo, vasi, candele, cuscini, coperte, servizi per la tavola, piatti e bicchieri decorati a mano dalle migliori manifatture, interpretate con le inconfondibili grafiche bianche e nere di 10 Corso Como.
La collaborazione con Artemide ha consentito la realizzazione della lampada Falkland di Bruno Munari, personalizzata con gli iconici cerchi ricamati a mano, mentre il Cuboluce Wireless di Cini&Nils verrà presentato con la grafica di 10 Corso Como.
Inoltre, per la prima volta dopo trent’anni, in concomitanza con il Salone del Mobile 2021, 10 Corso Como apre un luogo progettuale dedicato a eventi e collaborazioni speciali con due vetrine che si affacciano su Corso Como al numero 10: 10 Corso Como Pop Up Space.
In questo nuovo spazio, MASTERLY, the Dutch in Milano, a cura di Nicole Uniquole, osservatorio della qualità, artigianato e innovazione del design contemporaneo olandese presenterà un’installazione site-specific del designer Stefan Scholten dal 3 al 12 settembre, insieme a una selezione esclusiva di pezzi scelti dalle nuove collezioni dei partecipanti di Masterly.Dal 2 di settembre, autentiche icone dei più grandi maestri del design del XX secolo – realizzate esclusivamente da:
CASSINA – Le Corbusier, Charlotte Perriand, Vico Magistretti, un omaggio a Pierre Jeanneret – saranno
presentate nell’area centrale di 10 Corso Como con un allestimento esclusivo.Nella stessa area, KARAKTER, azienda danese di design, presenterà una selezione di lampade e accessori progettati da Aldo e Gijs Bakker, Max Brüel, Milla Seyppel e Joe Colombo.
L’inesauribile immaginario visivo di Fornasetti accoglierà i visitatori in un’area interamente dedicata mentre tappeti d’autore sui progetti di Andrea Branzi, Richard Hutten, Alessandro Mendini e Nynke Tynagel, editati da Stefano Giovannoni per Qeeboo, guideranno il percorso.Sabato 4 settembre, la Fondazione Sozzani inaugura inoltre la mostra “Nanda Vigo: incontri ravvicinati. Arte, Architettura, Design”. Effervescente e curiosa, Nanda Vigo (Milano, 1936-2020), è stata architetto, artista e designer, figura di primo piano nel clima culturale milanese ed europeo degli anni Sessanta.
Nella libreria della Fondazione Sozzani Fritz Hansen, storico marchio di design danese, proporrà le leggendarie sedute di Arne Jacobsen Serie 7 nei colori creati da Carla Sozzani.Sarà presente la lampada Bul-Bo, disegnata per il Centro Residenziale Olivetti a Ivrea (Torino) dallo studio di architettura Gabetti e Isola tra il 1968 e il 1971 rieditata nel rispetto del disegno filologico originale da Axolight.
Per gli incontri con gli autori, in concomitanza con il Miart, sarà presentato il libro sull’opera dell’artista svizzera Hanna Villiger (1951-1997) edito da Mousse Magazine.
Insieme al design la moda da sempre è protagonista in 10 Corso Como: il 7 settembre, il concept store proporrà l’anteprima mondiale della nuova “Green Capsule 2022” di Ports 1961, ideata dal Direttore Artistico Karl Templer, in collaborazione con Tonne Goodman, Sustainability Editor di Vogue America, nata dalla comune ammirazione per la bellezza di una semplice camicia bianca, con un forte focus sulla sostenibilità.
In concomitanza con Milano Fashion Week, inoltre, Tod’s presenterà in anteprima un nuovo capitolo del progetto Tod’s Factory: la capsule collection “Hender Scheme X Tod’s”, in collaborazione con il brand giapponese Hender Scheme, fondato dal designer Ryo Kashiwazaki.
Dal 21 settembre, 247 Fashion Hub introdurrà con un allestimento site-specific nel nuovo Pop Up Space gli outfit esclusivi di Paolina Russo, fashion designer canadese formata alla St Marten’s School e vincitrice del l’Oreal Professional Young Talent.
Sempre in occasione del trentesimo anniversario, 10 Corso Como proporrà infine una serie di nuovi progetti, frutto della collaborazione con alcuni dei più interessanti marchi di ricerca in Italia e
nel mondo.Tra questi, la borsa silver e la T-shirt di Chitose Abe di Sacai; le felpe di The Doublet con i giochi di smile nel cappuccio, lo stivale Moon Boot personalizzato anche nella versione da città; la shopping bag e la t-shirt di Maison Kitsuné, le classiche stringate di Paraboot, gli anfibi George Cox originali inglesi con pins di metallo, la borsa in denim di A.P.C., l’edizione speciale Clarks, i football hats originali di New Era, la leggendaria borsa a mano MM6 Maison Margiela e la mascotte di Bibliothèque Blanche e il suo BearBrick, l’orsetto profumatore, ciascuno personalizzato con le inconfondibili grafiche di 10 Corso Como.
Calendario
Design Week 2021
1 settembre, Fornasetti
2 settembre, Cassina – Karakter
3 settembre, Masterly, The Dutch in Milano: Nicole Uniquole and Stefan Scholten
3 settembre, Qeeboo Design Carpets
4 settembre, Nanda Vigo. Incontri ravvicinati. Arte, Design, Architettura
5 settembre, Fritz Hansen, Seven Chairs by Arne Jakobsen New Colours
5 settembre, 10 Corso Como Home Collection
7 settembre, Ports 1961, The Green Capsule 22, di Karl Templer e Tonne Goodman
9 settembre, Anniversario 10 Corso Como, libro-quaderno
10 settembre, lampada Bul-Bo, Gabetti e Isola, di AxolightMiart 2021
17 settembre, presentazione libro “Hannah Villiger”, Mousse Publishing -
Chiara Rigione e la ciclicità del tempo nel corto Domani chissà, forse
Domani chissà, forse (2019) è un cortometraggio di Chiara Rigione che racconta, attraverso le immagini, lo spopolamento di un paese e di un tempo che è ciclico e ,alle volte e in alcuni luoghi, sembra essersi fermato.
Protagonista del cortometraggio è Vallepietra, un piccolo borgo medievale ai confini con l’Abruzzo e ai limiti della provincia di Frosinone, che non rientra tra i borghi più gettonati d’Italia e che ricorda molte zone rurali irpine, per suggestione naturalistica ma affette dallo spopolamento.
Chiara Rigione prende spunto, per la realizzazione di Domani chissà, forse, da un documentario di Ansano Giannarelli del 1961, che trattava appunto il tema dello spopolamento rurale. Da qui è iniziato il suo viaggio per la realizzazione del cortometraggio e dell’impronta fotografica che, la regista avellinese, ha deciso di dare al suo lavoro.
Il cortometraggio, infatti, gioca sull‘illusione spazio temporale: le scene che compongono il lavoro cinematografico potrebbero essere state girate anche negli anni ’60. È come se l’avanzare del tempo non esistesse o si ripiegasse, inevitabilmente, su se stesso senza andare oltre.
Per scoprire altre curiosità su Domani chissà, forse di Chiara Rigione non vi resta che guardare l’intervista video.
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