Dopo “Dimenticare un sabato” cambiano le atmosfere ma non i sentimenti, ritorna Nuelle con la produzione di Attilio.
“Fortissimo” è quel sentimento che ti scuote fortissimo, un dolore e un amore fortissimo. È un brano di malamore, come direbbe Enzo Carella, uno dei punti lontani di ispirazione per la nascita di questo brano.
“Fortissimo” riesce ad essere vivace e spensierato, tra synth e suoni scroscianti di batterie elettroniche, mantenendo però una vena profonda e malinconica.
Dalla regia di Mattia Bonanno, nasce la rappresentazione visiva di un sentimento, di un’emozione che permette all’interlocutore di poter non solo sentire, ma anche vedere, tutto quello che è Fortissimo.
Nuelle: biografia
Emmanuel Calabrese, in arte Nuelle, nasce a Salerno nel 1999.
Inizia la carriera cantautorale pubblicando i primissimi brani nel 2016 con il nome “Spirito”
all’età di 16 anni per poi decidere più tardi di trasferirsi a Torino per proseguire la carriera.
I testi e la musica di Nuelle nascono da un esigenza di esternare sentimenti e sensazioni così grandi
che solo con una canzone si possono lontanamente percepire, nasce per provare a liberare l’anima
da sentimenti troppo pesanti per rimanere rinchiusi.
La scrittura è volutamente astratta, alcune volte ermetica, per lasciare spazio all’interpretazione dell’ascoltatore in base al suo vissuto e ai suoi sentimenti.
Attilio: biografia
Attilio Tufarelli, in arte Attilio nasce a Battipaglia (Sa) nel 1998.
Music producer a 15 anni comincia il suo percorso artistico trasformando l’ambiente urban in sonorità e ritmi alternativi.
La passione per la produzione musicale nasce dal costante bisogno di esprimersi attraverso le armonie introspettive, cercando di arrivare dove le sole parole non riescono.
La sua musica racconta dell’emotività celata ed è caratterizzata da voci campionate di forte impatto, sonorità deep e batterie elettroniche che strizzano l’occhio al Trip-Hop.
Il 16 gennaio pubblicano per l’etichetta Tippin’ Factory il loro singolo d’esordio “Dimenticare un sabato”. Il 15 aprile a distanza di tre mesi Nuelle e Attilio escono con il loro secondo brano, “Fortissimo”, questa volta distribuito per ADA Music Italy.
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“GRINTA”: il nuovo singolo del cantautore mantovano Deci
“Grinta” è il nuovo singolo di Deci, scritto dall’artista assieme al compositore Andrea Amati, uno dei più noti parolieri nostrani, con la collaborazione di Fabio Vaccaro, mentre la produzione è stata affidata a Mario Meli sotto la direzione artistica di Andrea Papazzoni di Gotham Dischi e il mix e master a Fabrizio Migliorelli.
Dopo l’ottimo riscontro ottenuto questo inverno con il singolo “Invisibile”, ecco un altro brano caratterizzato da sonorità variegate, pop-urban ma tendenti con contaminazioni elettroniche: secondo Deci si parla di “pop dark”; il testo, invece, racconta a cuore aperto un disagio esistenziale vissuto dall’artista: dopo un inizio in cui viene brevemente descritta una continua lotta con se stesso, con immagini che evocano letteralmente un campo di battaglia, Deci esterna un senso d’inadeguatezza provato sulla propria pelle.
L’artista descrive quel sentore, in prossimità del ritornello, come una “favola finta”, ulteriormente inasprita dalle difficoltà imposte dal particolare periodo storico: emerge così tutta la fatica nell’ottimizzare il proprio tempo mentre il “mondo crolla”, lasciando trasparire una sensibilità che viene acutizzata dalla fragilità di Francesco (vero nome di Deci). Fortunatamente la storia avrà un lieto fine, certificato sempre nei ritornelli del pezzo: qui le liriche lasciano intendere piuttosto esplicitamente di come l’artista sia riuscito, in maniera graduale, a riprendere in mano la situazione con un vero e proprio inno di battaglia: “Non perdiamo la Grinta” e “Non ci daremo vinti, Mai”, trovando così il modo di reagire e combattere nel mondo circostante, cercando di affermarsi come persone aventi diritto di una conquista per sentirsi davvero al posto giusto.
Deci ha voluto inoltre sottintendere parallelamente un disagio dovuto alla recente situazione di guerra che noi, in quanto Europei, stiamo vivendo, esplicitando in modo inequivocabile immagini di guerra e di ansia dovute ad un imminente paura di ritrovarsi in un conflitto di cui nessuno, purtroppo, ha davvero un vero controllo.
“Non perdiamo la grinta, in questa favola finta”
“Grinta” è il primo singolo del nuovo progetto artistico del cantante mantovano, brano che apre le porte all’ esplorazione delle parti più oscure della nostra anima: parliamo di lotta personale, di quanto ci troviamo a dover fare i conti con aspetti del nostro essere che spesso e volentieri entrano in conflitto con le nostre aspirazioni o le nostre volontà.
Deci afferma:
In “Grinta” vediamo un vero e proprio inno di battaglia per combattere ansia, frustrazioni, insicurezze, e per cercare così “il nostro posto nel mondo”. Per aumentare il carico emotivo di questo inedito ho deciso di utilizzare molte immagini dirette di battaglia e guerra vera e propria, purtroppo ispirate dal difficile momento storico che tutti noi stiamo vivendo indirettamente: la guerra in Ucraina, che per la prima volta colpisce nel vivo tutta l’Europa e mina così i nostri cardini di libertà, aprendoci gli occhi su quanto siano fragili le nostre sicurezze e la nostra società.
Deci: biografia
Francesco Merlotti, in arte Deci, è un cantautore mantovano classe ’91. Inizia il suo percorso musicale all’età di ventisette anni. Studia canto presso l’accademia musicale MMI di Mantova. Dopo l’esordio discografico del suo primo inedito “Invisibile”, Deci torna con il nuovo inedito “Grinta” dando inizio al suo progetto artistico incentrato sul Pop nella sua variante più Dark, con suoni elettronici e leggermente rock, così da rendere in maniera sempre più immersiva il viaggio nella parte più oscura del nostro essere, per imparare a conoscerci nel profondo e combattere così tutti i “demoni” che albergano dentro ognuno di noi.
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Dynamite 36: Ogni notte è il nuovo singolo della band toscana
I Dynamite 36, dopo una pausa di due anni, tornano con “Ogni Notte”, un brano pop-rock (dopo il primo singolo “La ragazza del campo”) che dà un’impronta più decisa e concreta al progetto artistico della giovane band toscana composta da Raffaele Faralla alle Tastiere, Niccolò Governi al Basso, Francesco Bezzini alla chitarra, Nicola Giomi alla batteria e Tommaso Ninci alla voce.
Tommaso:
Ogni notte è il racconto a freddo della fine di una storia d’amore estiva, che finisce improvvisamente senza nemmeno un vero addio. Il brano è un messaggio diretto alla persona chiamata in causa. Il titolo deriva dal fatto che ogni notte, dopo essersi persi di vista, saliva la tristezza e la malinconia di lei e delle giornate passate insieme.
Già disponibile in tutti i digital store, il singolo è stato registrato e prodotto artisticamente da Andrea Ramacciotti, mix e master a cura di Alex Marton (Firstline Studio).
Dynamite 36: biografia
Dynamite 36 è una giovanissima band Toscana, partita come la grande maggioranza con brani cover di artisti già affermati, il genere si inclina a tendenze Pop Rock. Da apprezzare l’evoluzione musicale che c’è stata in poco tempo (dal 2020 insieme). Il percorso artistico è nato sui banchi di scuola del Liceo Musicale Polo Bianciardi di Grosseto, dove Tommaso (vocalist) ha messo insieme i vari componenti del gruppo.
Dopo alcune serate dal vivo (anche un’esperienza ad Amsterdam) la band si è concentrata sulla composizione del primo singolo inedito, dal titolo “La ragazza del campo”, uscito il 26 luglio 2020 e correlato anche da un videoclip girato nelle campagne Toscane. Nell’estate del 2021 hanno partecipato a vari concorsi regionali e nazionali: “Festival Summer Star” a Brescia (miglior performance Live); “Dilettando” a Grosseto (vincitori); “Musica è” a Roma (miglior esibizione Live); “Cantagiro” finale nazionale a Tivoli (menzione speciale come miglior band giovanile e secondi classificati nella categoria band).
I Dynamite 36 stanno lavorando anche su altri brani inediti, che faranno parte in un futuro prossimo del primo album.
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Visionnaire22: narrazioni tra cinema documentario e teatro
Dopo gli eventi del 25 e 28 agosto (la masterclass con il M° Aurelio Canonici dal titolo “Ennio Morricone: una lezione in musica” e la proiezione del docu-film Ennio del regista Giuseppe Tornatore) continua – fino al 18 settembre – Visionnaire22, la rassegna dell’audiovisivo che giunge alla seconda edizione nata dalla sinergia tra il Museo FRaC-Baronissi(Fondo Regionale d’Arte Contemporanea) diretto da Massimo Bignardi, e l’associazione Tutti Suonati, con il patrocinio e il contributo del Comune di Baronissi. La direzione artistica è di Andrea Avagliano, la consulenza cinematografica di Massimiliano Palmese.
I prossimi due appuntamenti sono un focus su Fabrizio De Andrè e la rinomata scuola cantautorale genovese:
Giovedì 1° settembre dalle ore 19:00 (ingresso libero) ci sarà in esclusiva regionale la proiezione del docu-film “DeAndrè #DeAndrè Storia di un impiegato” già presentato alla 78° Mostra Internazionale denl Cinema di Venezia. Ospite della serata la regista Roberta Lena che dialogherà con la giornalista Erminia Pellecchia. A seguire il concerto dei Litteitaly duo che faranno un omaggio a Farizio De Andrè.
L’opera ripercorre il concerto di Cristiano, il figlio di Faber, che ha portato sul palco il concept album del padre riarrangiato. Un tour, quello di Cristiano, della durata di due anni che ha omaggiato Fabrizio De André con le sue stesse note. Cristiano è uno dei volti, insieme a quelli di Dori Ghezzi e Filippo De André, a raccontare Faber, scavando nella memoria alla ricerca dei ricordi con questo uomo divenuto una leggenda della musica italiana.
Si approfondisce De André non solo come cantautore, ma anche come padre addentrandosi nella sua sfera più privata, e vengono raccontate anche vicende note, ma dalla versione del figlio e da una prospettiva più familiare.Cristiano ricorda i giorni trascorsi nella casa sarda di Portobello, dove Fabrizio dava vita a quell’album, circondato dagli amici e colleghi. Quello che ne viene fuori è un ritratto esclusivo di De André, che si sofferma sul legame tra padre e figlio, accomunati dall’amore per la musiva e dal pensiero sociale, cose che hanno permesso un passaggio di testimone, che non è semplicemente il nome illustre, ma un’eredità artistica e politica importante.
Venerdì 2 settembre dalle ore 19:00 (ingresso libero) “La Nuova Scuola Genovese” di Yvan Dellacasa e Paolo Fossati.
Introduce e coordina il talk il Prof. Lello Savonardo (Coordinatore del corso di Laurea in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica – Università di Napoli Federico II).La Nuova Scuola Genovese
Il documentario incentrato sulla “scuola genovese”, movimento culturale nato negli anni ’60 e attivo in particolare nel capoluogo ligure e nel cantautorato italiano. Di questa corrente fanno parte grande nomi, come quelli di Gino Paoli, Luigi Tenco, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Fabrizio De André, ma accanto a loro si stanno facendo conoscere nuove leve della canzone d’autore, come Tedua, Izi, Bresh, Vaz Tè, Nader, Guesan, Demo.
Noti solamente con uno pseudonimo, questi artisti, per lo più rapper, stanno applicando alla musica contemporanea e alle sue recenti evoluzioni gli insegnamenti ricevuti da quei padri che hanno portato in alto lo stendardo della scuola genovese.
È così che due generazioni, apparentemente lontane tra loro, si incontrano e si incrociano, mostrando come, nonostante la forma possa sembrare diversa, rimanga la voglia di esprimersi con parole profonde e di denunciare le mutazioni della società.Visionnaire22: prossimi appuntamenti
Giovedì 8 settembre Donne in musica con Giovanna. Storie di una voce. (Italia, 2021), ospite la regista Chiara Ronchini. Presenta Stefano Valanzuolo (RAI Radio 3 Suite).
Domenica 11 settembre Donne in musica con Senza Fine (Italia, 2021) di Elisa Fuksas. Ospite Alfonso Amendola (UniSa).
Giovedì 15 settembre Via con Me (Italia, 2020) ospite il regista Giorgio Verdelli con Pasquale Scialò che presenta i libri Paolo Conte (Sperling & Kupfer) e Storia della canzone napoletana vol.II (Neri pozza). Modera il giornalista e autore televisivo Gino Aveta.
Venerdì 16 settembre Omaggio a Pier Paolo Pasolini con “LA GIAGUARA – inseguendo Laura Betti e Pasolini” di e con Elena Bucci (produzione Le belle bandiere). Renzo Paris presenta il libro “Pasolini Moravia” (Einaudi)
Domenica 18 settembre PREMIO ALLA CARRIERA all’attrice napoletana Marina Confalone.Tra gli eventi speciali sulla magnifica Terrazza degli Aranci, situata nell’antico Convento Francescano di Baronissi oggi sede del Museo FRaC: Simona Boo in concerto l’11 settembre nella serata intitolata “Donne in musica” e il 15 settembre Roberto Colella (La Maschera).
Inoltre nell’ambito di VISIONNAIRE22 è allestita la mostra di “ARMANDO CERZOSIMO – Appunti per un’iconografia della canzone” che inizia venerdì 2 settembre (alle ore 18.30).
Curata da Massimo Bignardi direttore del Museo-FRaC, la mostra propone un repertorio di immagini tratte dall’archivio del fotografo Armando Cerzosimo: un repertorio che attraversa i luoghi della musica, ovvero che si fa da guida immaginativa ai personaggi, alle scene, alle trame dei docufilm proiettati nel suggestivo scenario della Terrazza degli aranci.
In mostra, sedici fotografie di grande formato disegnano le tracce di un viaggio tra luoghi che sollecitano la memoria, accompagnandola, nello spazio dei ricordi con la silenziosa armonia di una melodia francese, del suono delle elettriche londinesi, del canto che sale dal Tago.Osserva Prof. Massimo Bignardi Direttore del Museo FRaC:
Sono immagini, “che ripropongono nella nostra mente luoghi che fanno da scenografia alle tante canzoni a’stipate’ nella memoria; vere e proprie ‘colonne sonore’ della nostra vita. Cerzosimo ha incontrato, nel corso degli anni, la Londra dei Beatles, la Parigi con le strade che ascendono a Montmartre fino a Place du Tertre con l’aria bohemien di Aznavoir oppure il lungo Senna avvertendo l’eco delle canzoni della Piaf. Vale anche per la Roma di Moriconi, di Venditti con ‘il Cupolone’, la Genova di De André e dei cantautori della nostra generazione, oppure la Sicilia, Nicosia, Siracusa fermando spazi e figure, come fossero un solo luogo. Inoltre, la rapida discesa dal Bairro Alto, da Chiado della vecchia Lisbona, inseguendo la malinconia del ‘fado’. La fotografia di Cerzosimo, in particolare quella in bianco e nero, lascia trasparire la sua innata capacità di guardare oltre la dimensione delle cose reali, di lasciare lo sguardo libero di incontrare la ‘visione’, vale a dire quel connubio tra l’emozione, sensazione propria di un incontro improvviso e, al tempo stesso, il trasporto del ricordo che la memoria ci consegna.
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