È un gradito ritorno quello della band Mexico86 la quale, nonostante la pandemia, ha prodotto nuovo materiale per la pubblicazione del secondo album.
Oggi viene rilasciato dalla label INRI il brano “Del tempo che ho perso” un nuovo video singolo dopo gli inediti “Non è normale” e “Forse Sbaglio o Forse no”.
“Del tempo che ho perso” anticipa l’album in uscita a settembre prodotto presso il Monopattino Recording Studio di Sorrento da Peppe De Angelis e registrato anche da Taketo Gohara.
La nuova traccia – con il videoclip realizzato da Antartica film – è un’invito a ritrovare se stessi; un trampolino per rituffarsi negli abbracci mancati, tra le luci dei concerti che non fanno più rumore.
Un inno per dimenticare gli anni in cui l’arte è stata sottratta al mondo.
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Giving Up è il nuovo singolo dei Down To Ground
Giving Up (di Michele Cesca e Carlo Narduzzo) è il nuovo singolo dei Down To Ground, un inno a non arrendersi di fronte alle circostanze difficili che la vita può presentare. Scritto in un momento particolarmente complicato della vita del frontman questo brano incita ad affrontare le situazioni con coraggio e determinazione. Questo rende più forti e più consapevoli delle proprie possibilità. Influenze Hip-Hop, Rap e Rock ‘70 sono predominanti in tutto il pezzo che trascina l’ascoltatore in un viaggio musicale molto suggestivo. Il brano è già disponibile nei principali store digitali con distribuzione Universal Music Italia.
La band è composta da Michele Cesca (Voce), Paolo Narduzzo (Basso), Alessandro Morgan (Batteria), Charlie Narduzzo (Chitarra e Voce), Tobia Fardin (Chitarra e Tastiere).
Il produttore è Pietro Foresti, coadiuvato da Andrea Ravasio alla parte tecnica, Burak Kahraman (importante compositore londinese, autore delle musiche per spot di Coca-Cola, Vodafone, Nescafè, Nokia tra gli altri) nella scrittura degli arrangiamenti.
A dirigere il progetto Andrea Dulio (manager prima degli Oasis e ora dei fratelli Liam e Noel Gallagher) che ha portato i DTG a siglare un importante accordo con Universal Music Italia per la distribuzione dei prossimi singoli e album.
Nel 2016 La band, voluta direttamente da Skin, è stata impegnata nell’apertura dei concerti del tour italiano degli Skunk Anansie; al Pistoia Blues Festival 2016, Rock In Roma 2016, Postepay Sound Piazzola sul Brenta (PD), Torre Regina Giovanna (Brindisi) e Teatro Antico di Taormina.
Il primo singolo “Belong”, tratto dall’album “The World We Live In” viene scelto come jingle ufficiale del Pistoia Blues Festival 2016.
Down To Ground è il progetto musicale che nasce in provincia di Treviso nel gennaio 2007 con spiccata vocazione internazionale. “Down To Ground” è una tipica espressione anglosassone utilizzata per indicare chi persegue i propri obiettivi, sogni e speranze ma sempre con i piedi per terra. La band è composta da una formazione multietnica, frontman Maori (New Zealand) per cui è stato scelto di utilizzare la lingua inglese nella scrittura dei testi.
I Down To Ground hanno pubblicato 2 album in studio, Early in the Morning (2013), The World We Live In (2016) e 6 singoli tra i quali Xmas Lights (incluso nella compilation Xmas In Rock Vol.2 di Radio Virgin). Il terzo album in studio è in uscita per l’inizio del 2023.
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Il Sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo secondo Mario Martone
Mario Martone, durante l’incontro con il pubblico tenutosi ieri presso il Multisala Cinema Nuovo di Lioni, ha parlato dell’opera teatrale omonima di Eduardo De Filippo da cui è tratto il Il Sindaco del rione Sanità.
Com’è stato per lui l’approccio e la rivisitazione dell’opera? Perché Mario Martone ha deciso di abbassare la fascia d’età rispetto all’originale? Com’è la Napoli rappresentata da Eduardo De Filippo?
Nel video le risposte di Mario Martone a queste domande.
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Messia: intervista al freestyler bolognese
Alberto Pizzi, in arte Messia, classe 1991, è cresciuto in un piccolo paese di provincia. Durante l’adoscenza si trasferisce a Bologna dove alcuni maestri hanno iniziato a notare le sue capacità.
Messia è un rapper freestyle che improvvisa a suon di beatbox ed, ha anche registrato un album: il primo singolo uscito a marzo 2019 si chiama Matondo.
Messia: intervista
1. Perché hai scelto di chiamarti Messia?
È il nome che uso quando faccio musica, quando salgo sul palco e incarno il ruolo del performer. Se posso scegliere di essere chiamato con un nome, allora preferisco essere chiamato Alberto.
2. Come ti definiresti?
Sono qui per superare le categorie. C’è molta offerta di arte e le persone hanno bisogno di etichette per orientarsi dentro al supermercato. Ci vuole coraggio per fare musica senza inseguire il trend del momento. E questo coraggio ultimamente mi sembra manchi a molti.
3. Fai freestyle in real time ed hai registrato un album: queste due attività sono collegate?
Il freestyle è un ottimo strumento creativo, utile per per abbozzare un’idea di getto o per uscire dagli schemi che, quando scrivi, tendi a ripetere. Ma ci sono idee che per essere sviluppate richiedono un lavoro di scrittura mirato. Dal mio punto di vista sono attività complementari.
4. Qual è il leitmotiv del tuo album?
Nel progetto C’è dell’Altro è incentrato sul rapporto tra identità e linguaggio. In tutta la tracklist del progetto si nota l’esistenza di un filo rosso, una rete di collegamenti interni. La medesima cosa accade anche esternamente, tra i vari progetti. Un tema che ora mi interessa molto è la relazione tra l’opera e il creatore.
5. La comunicazione orale per te è?
Un’occasione per aprirsi.
6. Cosa pensi della comunicazione oggi?
Ultimamente guardo molto la comunicazione politica: “noi vs loro”, e l’idea che esista una verità unica e oggettiva, che non dipende dai punti di vista e dalla soggettività. Vedo tutto ciò e penso che anche la posizione che appare più assoluta e oggettiva, perché sostenuta da dati e prove, è almeno in parte relativa al punto di vista. Realtà e finzione non si escludono a vicenda, al contrario, sono inscindibili.
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