Con Tutto quello che per poco non è successo, Don Robertson conclude una delle più divertenti e commoventi trilogie della letteratura americana, fatta di personaggi memorabili, strazianti riflessioni sulla vita e sul coraggio di viverla fino in fondo.
Tutto quello che per poco non è successo: trama
Morris Bird III, di nuovo lui! Ora ha diciassette anni e ha una ragazza di cui è innamorato, Julie (la protagonista dell’omonimo libro di Robertson, Julie). Certo, la pelle di Morris ha uno strano colorito e, certo, ogni tanto si sente affaticato. Ma sta per giocare titolare nella squadra di basket della scuola e sa percorrere le scale mobili dei grandi magazzini al contrario e tutto nella sua vita sembra scorrere per il verso giusto. O quasi.
La relazione con il padre, famoso presentatore radiofonico e televisivo, è complicata, per esempio. E c’è la guerra di Corea perché è il 1952. E tutto ciò pende sulla sua testa come una spada di Damocle. E poi c’è quella cosa che non è ancora successa con Julie ma presto, molto presto, succederà. O almeno Morris Bird III ci spera. Perché tutte le cose migliori della vita sono sempre quelle che sono quasi sul punto di succedere.
E poi ecco che, all’improvviso, arriva la palla curva che non si sarebbe mai aspettato, tutto cambia dall’oggi al domani e a Morris Bird III non resta che fare la sola cosa possibile. Diventare uomo. Imparare il decoro. La grazia. L’amore.
Uno dei suoi libri di maggior successo da cui è stato anche tratto un film per la televisione americana.
Don Robertson: biografia
Don Robertson (Cleveland, 1929-1989) è stato autore di diciotto libri e ha goduto a lungo di un grande successo negli Stati Uniti. All’attività di scrittore, per la quale ricevette il Putnam Award e il Cleveland Arts Prize for Literature, ha sempre affiancato il lavoro di giornalista. Con il tempo si è allontanato dall’ambiente letterario, anche a causa di gravi problemi di salute, fino a venirne dimenticato.
Nutrimenti ha iniziato la riscoperta della sua opera pubblicando L’uomo autentico (2016), con l’introduzione di Stephen King, a cui sono seguiti L’ultima stagione (2017), Paradise Falls. Il paradiso (2018) e Paradise Falls. L’inferno (2019), Julie (2019). Il più grande spettacolo del mondo (2020), La somma e il totale di questo preciso momento (2021) e Tutto quello che poco non è successo compongono la trilogia.
You Might also like
-
Anna Dari: prigioniera libera oltre la nebbia
All’attività musicale Anna Dari affianca quella letteraria pubblicando prigioniera libera oltre la nebbia, uno straordinario testo autobiografico in prosa e poesia, con la casa editrice Pubme e la prefazione dello psichiatra Giuseppre Tavormina,
segretario di Eda Italia Onlus (Associazione Italiana sulla Depressione).Tra narrazione e lirica, il libro racconta dodici anni del viaggio umano e artistico della scrittrice musicista legati al tunnel
della depressione maggiore e alla possibilità del suo superamento attraverso l’imperscrutabile processo di creazione
artistica. Il coraggioso progetto editoriale diventa così una versione rinnovata e più completa della precedente
“Prigioniera libera”, pubblicata a maggio 2019 con la casa editrice astigiana Letteratura Alternativa e la partecipazione al
Salone internazionale del libro di Torino, ricevendo la menzione al Premio internazionale letterario “Salvatore
Quasimodo”.Un’opera intensa, di valore poetico‐letterario e al contempo una potente arma di autoguarigione per continuare a combattere il male oscuro, come la stessa autrice definisce la depressione. E di questo Anna Dari vuole dare
forte testimonianza.
Una testimonianza di vita e un progetto artistico partito il 10 luglio 2007 quando, attanagliata da un profondo dolore
morale, Anna Sfregola, in arte Anna Dari, in memoria del ramo artistico familiare materno (Scordari), si avvicina al
pianoforte dopo diciotto anni di silenzio, nonostante un diploma al conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria rimasto
appeso al muro, iniziando a improvvisare e comporre la sua musica. È come uno squarcio, nuovi orizzonti si spalancano
nella sua mente intrappolata nel tunnel della depressione.Da lì un creativo susseguirsi di brani che, partendo da una
matrice classica, approdano con raffinata eleganza a richiami pop, blues, jazz, a seconda dell’ispirazione del momento e
dello stato d’animo, in un variegato e versatile quanto suggestivo stile compositivo.Il 6 agosto 2021 vede la luce “Oltre la nebbia” (Blue Spiral Records), un album come metafora umana e artistica, in cui il
pianoforte è protagonista nel suo intimo e suggestivo dialogare, in alcuni casi, con altri timbri strumentali sapientemente
ricercati nell’incorruttibile volontà di spingersi continuamente oltre, “a ricordarci di volgere sempre lo sguardo verso
l’alto, verso la bellezza, verso l’armonia, verso l’amore, verso tutto ciò che sa di vita vera. Oltre l’apparenza, oltre
l’indifferenza, oltre la paura, oltre il muro di nebbia che avvolge di aspre miserie le nostre piccole affannate vite”. È questo
il significato profondo del primo album dell’artista piemontese, nonostante molte altre composizioni ancora inedite
abbiano preceduto dal 2007 ad oggi l’uscita discografica di “Oltre la nebbia”.La tracklist trova il suo epilogo in “Terre di mezzo”, un brano di struggente attualità con inserti sonori di combattimenti ed esplosioni. Tragicamente attuale, da oriente ad occidente, è dedicato a tutti i popoli che soffrono, dilaniati dalla barbarie della guerra e dalla paura che morde il cuore.
Tra parole che scavano in profondità, versi adamantini e raffinate suggestioni musicali diventate colonna sonora del film
“Il rumore del mare” della regista Enza Lasalandra, seducendo mente e cuore di chi legge e ascolta, questo è solo il suo
risveglio.La storia di Anna Dari non finisce qui.
Anna Dari: biografia
In memoria del ramo artistico familiare materno Scordari, Anna Sfregola, in arte Anna Dari, si avvicina al pianoforte dopo diciotto anni di silenzio, nonostante un diploma al conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria rimasto appeso al muro, iniziando a improvvisare e comporre la sua musica: nasce così “Broken heart” (Cuore in frantumi), una composizione dall’evidente sapore blues.
Da lì, misteriosamente, in meno di un anno arrivano tutti gli altri brani composti a mente, senza l’ausilio dello spartito, ed eseguiti ad Asti, Torino, Alessandria, Perugia, Trieste, Piacenza, Lake Como Festival, con grande consenso di pubblico e di critica. Sempre a Torino, presso il teatro Orpheus, in occasione della Giornata internazionale della donna l’8 marzo 2011, partecipa al concerto “Mozart e le donne”, durante il quale presenta in prima esecuzione nazionale “La forza della vita”, nella versione per piano e orchestra d’archi, e “Una carezza per Chiara”, per violoncello e piano, brano dedicato a tutte le bambine e le donne vittime di violenza sessuale.
Contemporaneamente scrive una raccolta di poesie dal titolo “Suoni e colori dell’anima”, da cui sono tratti i versi collegati alle singole composizioni.Attraverso la musica e le liriche Anna Dari racconta, non solo della sua vita in particolare ma dell’universo femminile in
generale, declinato nelle sue tante e preziose sfumature; parla dei bambini vittime di violenza, del profondo senso di solitudine e dolore insito al male oscuro della depressione; racconta anche della potenza della musica e della poesia e del miracoloso potere catartico della creazione artistica, del senso di amore universale a cui la sua anima anela e di come arte e vita siano diventate per lei due facce della stessa medaglia.Dal 2015 all’estate 2017 un lungo periodo di crisi e silenzio compositivo. Poi nuovamente l’urgenza di trasformare in musica le proprie emozioni. Nascono i nuovi brani “Assolo” (vincitore l’11 gennaio 2020 al Cet di Mogol del Premio internazionale letterario “Salvatore Quasimodo” sezione Musica) e “Sognando il mare”, che segnano per Anna Dari una nuova vena compositiva, più pop, intima e minimale.
Nel marzo 2018 riprende a suonare dal vivo con un concerto ad Azeglio sul lago di Viverone e a giugno dello stesso anno con un recital durante la Festa della musica di Torino. Contestualmente avvia il progetto “Dreams and hopes” con il collega cantautore Alessandro Fantino, delle cui canzoni Anna Dari cura gli arrangiamenti pianistici, e il 6 agosto 2021 vede la luce “Oltre la nebbia” (Blue Spiral Records), un album come metafora umana e artistica.
All’attività musicale Anna Dari affianca quella letteraria, pubblicando a maggio 2019 “Prigioniera libera” con la casa editrice astigiana Letteratura Alternativa e la partecipazione al Salone internazionale del libro di Torino, che riceve la menzione al Premio internazionale letterario “Salvatore Quasimodo”.Tra narrazione e poesia, lo straordinario testo autobiografico racconta dodici anni del viaggio umano e artistico della scrittrice musicista legati al tunnel della depressione maggiore e alla possibilità del suo superamento attraverso l’imperscrutabile processo di creazione artistica. Il coraggioso progetto editoriale, pubblicato per Pubme come “Prigioniera libera 2.0”, con la prefazione dello psichiatra Giuseppre Tavormina, segretario di Eda Italia Onlus (Associazione Italiana sulla Depressione), diventa una versione rinnovata e più completa della precedente edizione, per continuare a combattere il male oscuro della depressione. E di
questo Anna Dari vuole dare forte testimonianza. -
Dante per tutti: nuovo appuntamento al Castello D’Aquino
Continuano gli appuntamenti con Dante per tutti al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda.
Il prossimo incontro è previsto per domenica 18 luglio alle ore 18:00, in cui è prevista la lettura con commento del Canto XIII dell’Inferno insieme a Luca Maria Spagnuolo. Il reading con successivo commento approfondirà l’incontro nella selva dei suicidi con Pier delle Vigne, il cancelliere di Federico II.
Dante per tutti propone il Canto XIII
Il Canto XIII ci conduce nel VII cerchio all’interno del II girone in cui sono relegati i suicidi. Ci troviamo all’interno di una selva allucinante, popolata da cagne feroci che corrono tra alberi contorti, su cui nidificano le mostruose Arpie. Questi alberi non sono altro che le anime dei suicidi che sono costrette a vivere immobili e senza possibilità di movimento.
La prima impressione che ha Dante è un sentimento di sgomento. La cornice di questo Canto, descritta dal Sommo Poeta, prende spunto da credenze medievali che raccontano di fantasmi, eventi diabolici e fenomeni terrificanti. Questo sfondo incornicia il protagonista, per eccellenza, di questo Canto: Pier delle Vigne, un personaggio di rilievo nella vita culturale e politica durante l’impero di Federico II.
Lui aveva servito sempre con onore e fedeltà il suo Imperatore oltre ad essere uno di quegli scrittori e poeti che, oggi, annoveriamo tra gli intellettuali della scuola siciliana.
Pier delle Vigne attraverso il suo processo, la sua condanna e il suo suicidio mostra da diverse prospettive la fragilità umana.
Dante si avvicina a questo personaggio per diverse ragioni. La prima è quella relativa al gesto di decidere di togliersi la vita. Gesto che per il Sommo Poeta deve essere indagato.
La seconda riguarda le affinità intellettuali dei due: entrambi si sono formati nella stessa scuola, con gli stessi tesi e gli stessi autori. Entrambi sono stati degli intellettuali politicamente attivi e colpiti da una condanna.
L’unica diversità è rappresentata dal diverso ambiente sociale vissuto da ciascuno. Pier delle Vigne ha vissuto all’interno di una corte imperiale in cui mentre si ha stima della posizione culturale e dell’attività letteraria, dall’altra si pretende fedeltà assoluta e senza remore.
Dunque il suo ruolo principale è stato quello di essere un mero esecutore del volere dell’Imperatore e in cui non è consentito un potere attivo di incidenza sui fatti. Dante invece è il figlio della civiltà comunale in cui tutti i partecipanti hanno un posto e un ruolo autonomo a livello politico e sociale e dove non ci sono sommi capi carismatici.
Io son colui che tenni ambo le chiavi
del cor di Federigo, e che le volsi,
serrando e diserrando, sì soavi,
che dal secreto suo quasi ogn’uom tolsi;
fede portai al glorioso offizio,
tanto ch’i ne perde’ li sonni e’ li polsi.
…
L’animo mio, per disdegnoso gusto,
credendo col morir fuggir disdegno,
ingiusto fece me contra me giusto.
Per le nove radici d’esto legno
vi giuro che già mai non ruppi fede
al mio segnor, che fu d’onor sì degno.
Pier delle Vigne: breve approfondimento
Pier delle Vigne è un funzionario fedele, accorto e saggio che trova il segno positivo della sua nobiltà attraverso il suo lavoro per Federico II svolto con rigore e devozione per il suo sovrano, che a sua volta lo gratifica.
Proprio per la sua totale dedizione non accetta quando il suo Imperatore dubita della sua fedeltà. Questa insinuazione è così grave, per Pier delle Vigne, che moralmente non riesce a trovare la forza per reagire e decide di suicidarsi. Vivendo infatti il rapporto con abnegazione totale con il sovrano, come se fosse un Dio terreno, la sua vita gli sembra inutile soprattutto per l’onta morale subìta è da ciò si evince la mancanza di libertà individuale del protagonista di questo Canto che vive per ciò che fa e non per ciò che egli è a prescindere dal suo ruolo lavorativo. Il suicidio dunque diventa per Pier delle Vigne una logica conseguenza a fronte di un modo scorretto di vivere la realtà.
Attraverso questo gesto estremo ha creduto di sfuggire al disprezzo, commettendo questo gesto contro natura. Infatti Pier delle Vigne nutre ancora dopo la morte quel desiderio di riscatto terreno, infatti invita i suoi interlocutori (Dante e Virgilio, qualora dovessero ritornare nel mondo dei vivi a rivendicare il suo buon nome, riconfermando la sua fedeltà al suo sovrano.
Per scoprire maggiori approfondimenti e nuove suggestioni letterarie del Canto XIII dell’Inferno non resta altro che prenotarvi al seguente numero: 334 947 46 73.
Per ritornare all’appuntamento di Dante per tutti previsto al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, in occasione di questa lettura vi consigliamo di sorseggiare un Casino che, insieme a Michelangelo Bruno, abbiamo associato al personaggio di Pier delle Vigne.
Un drink che sembra non possedere un’anima perché prende spunto da diverse composizioni di cocktail ma invece al gusto mostra la propria struttura organolettica e grande personalità.
Buona immersione culturale!
-
Vigilia di Capodanno: cosa preparare per il cenone
La Vigilia di Capodanno quest’anno sarà diversa dagli altri anni: più riservata e con meno commensali quindi ci si può sbizzarrire per cucinare piatti elaborati.
Ecco un menù originale ed elaborato da realizzare durante il cenone.
Vigilia di Capodanno: menù
Il menù che proponiamo per la Vigilia di Capodanno è composto da: 2 antipasti, un primo e due secondi ovviamente tutte le ricette sono a base di pesce, come consiglia la tradizione.
Fasolari con lenticchie e zenzero
Ingredienti per 6 persone
- Lenticchie 200 gr
- Alloro 1 foglia
- Scalogno 2
- Arancia 1
- Zenzero 1 radice
- Olio extravergine di oliva q.b.
- Sale q.b.
- Fasolari 18
Esecuzione
- Metti a bagno in acqua fredda le lenticchie per 3 o 4 ore.
- Trascorso il tempo necessario, sgocciolale e lessale in acqua bollente insieme alla foglia di alloro per circa un’ora.
- Quando le lenticchie avranno raggiunto la giusta temperatura, scolale al dente.
- Trita i due scalogni insieme ad un pezzetto di scorza di arancia e ad un centimetro di radice fresca di zenzero fresco.
- In una padella antiaderente aggiungi un cucchiaino di olio extravergine di oliva, un pizzico di sale e lascia appassire a fiamma moderata.
- Lava i fasolari sotto abbondante acqua corrente, riponili in un tegame, aggiungi mezzo bicchiere di acqua, chiudi con un coperchio e lascia aprire i gusci a fuoco medio per circa 5 minuti.
- Staccali dalle conchiglie e tienile da parte. Battili su un tagliere con un pestacarne.
- Tagliali a pezzettini e saltali per qualche istante nella padella con gli scalogni insieme alle lenticchie.
- Distribuisci tutto nelle conchiglie e servi in tavola.
Insalata di scampi alla catalana: la ricetta
Ingredienti per 6 persone
- Scampi freschi 900 gr
- Pomodori ramati 300 gr
- Finocchi 2
- Cime di rapa 300 gr
- Cipolle 2
- Aglio 1 spicchio
- Salsa di soia q.b.
- Senape q.b.
- Curry q.b.
- Olio extravergine d’oliva q.b.
- Sale q.b.
- Pepe q.b.
Esecuzione
- Pulisci le cipolle, i finocchi e i pomodori e tagliali a fettine.
- In una padella antiaderente aggiungi un cucchiaio di olio extravergine di oliva insieme ad uno spicchio d’aglio e lascia rosolare per circa 3 minuti.
- Fai saltare le cime di rapa per circa 10 minuti e aggiungi un pizzico di sale e mezzo bicchiere d’acqua.
- In una ciotola di vetro aggiungi 8 cucchiai di olio extravergine di oliva, un cucchiaino di senape e un cucchiaio di soia. Regola di sale e pepa. Lavora il tutto con una forchetta.
- Cospargi la salsa sul mix di verdure, mescola e trasferisci su un piatto da portata.
- Incidi gli scampi lungo il dorso, elimina il filetto nero e lavali velocemente. Immergili in acqua bollente per circa un minuto e scolali.
- Allarga i gusci ed estrai la polpa.
- Sistema le code di scampi sul mix di verdure precedentemente preparate e guarnisci con un pizzico di curry.
Timballini di maccheroni con pesce spada e gamberetti
Ingredienti per 6 persone
- Rigatoni 42
- Scarola 250 gr
- Pesce spada 150 gr
- Gamberetti sgusciati 120 gr
- Pangrattato 30 gr
- Pancetta 3 fettine
- Latte 3 cucchiai
- Burro q.b.
- Acciuga sott’olio 1 filetto
- Aglio 1 spicchio
- Olio extravergine di oliva q.b.
- Sale q.b.
- Pepe q.b.
Esecuzione
- In una padella antiaderente aggiungi 2 cucchiai di olio extravergine di oliva e lascia imbiondire l’aglio privato dell’anima per circa 1 minuto a fiamma dolce.
- Trascorso il tempo necessario aggiungi il filetto di acciuga e quando si sarà sciolto, unisci la scarola precedentemente lavata e tagliata a listarelle.
- Lasciala appassire per circa 5 minuti.
- Trascorso il tempo necessario, aggiungi il pesce spada tagliato a dadini e lascialo cuocere per circa 4 minuti a fiamma moderata.
- Trascorso il tempo necessario, aggiungi i gamberetti e insaporisci con un pizzico di sale e una macinata di pepe.
- Lascia cuocere per 7 minuti e trascorso il tempo necessario, spegni il fuoco e lascia riposare.
- Elimina l’aglio, frulla il composto nel mixer e aggiungi 3 cucchiai di latte.
- In una pentola capiente aggiungi acqua corrente e porta ad ebollizione. Quando l’acqua avrà raggiunto la giusta temperatura lessa i maccheroni e sala.
- Scolali a metà cottura.
- Aggiungi un filo d’olio e lasciali raffreddare.
- Con un sac à poche munito di bocchetta liscia e riempi i maccheroni con il ripieno di pesce e scarola.
- Disponili verticalmente in gruppi di 7 e legali con una fascetta di pancetta.
- Trasferisci i mazzetti di pasta negli stampini monoporzione, precedentemente imburrati.
- Cospargili con il pangrattato e inforna a 200° per circa 10 minuti fino a quando non si saranno dorati.
- Servi molto caldi.
Linguine con ragù di gamberi: la ricetta
Ingredienti per 6 persone
- Gamberetti precotti 300 gr
- Code di gambero 200gr
- Scalogno 1
- Panna da cucina 100 ml
- Passata di pomodoro 2 cucchiai
- Pisellini 200 gr
- Sale q.b.
- Olio extravergine di oliva q.b.
Esecuzione
- Trita i gamberetti, lavati precedentemente e dividili in pezzetti.
- In una padella antiaderente aggiungi 3 cucchiai di olio extravergine di oliva e lascia rosolare le code di gambero.
- Trita finemente lo scalogno e lascialo appassire in una padella antiaderente a fiamma moderata e con un cucchiaio di olio extravergine di oliva.
- Aggiungi i piselli insieme a 4 bicchieri di acqua e lascia cuocere per circa 8 minuti. Trascorso il tempo necessario, sala e gira i piselli con un cucchiaio.
- Aggiungi i gamberetti , la panna e 2 cucchiai di passata di pomodoro e mescola.
- Alla fine aggiungi le code di gambero.
- In una pentola capiente aggiungi abbondante acqua, sala e porta ad ebollizione.
- Quando l’acqua avrà raggiunto la giusta temperatura, lessa le linguine.
- Scola 2 minuti prima della cottura indicata e salta in padella per il tempo restante nel ragù di gamberetti.
Orata agli agrumi
Ingredienti per 6 persone
- Orata 1 kg già pulita, squamata e privata delle interiora
- Porro 2
- Arancia 1
- Limone 1
- Lime 1
- Melissa q.b.
- Prezzemolo q.b.
- Menta q.b.
- Finocchietto selvatico q.b.
- Olio extravergine di oliva q.b.
- Sale q.b.
- Pepe q.b.
Esecuzione
- Preriscalda il forno a 200°.
- Lava accuratamente il pesce, asciugalo con carta assorbente, sala, pepa e olia la cavità interna.
- Elimina le foglie più esterne dei porri, elimina anche la sommità più verde e la pare della radice.
- Taglia i porri a listarelle e lava accuratamente.
- Lava gli agrumi, taglia una fetta per ciascun agrume e il resto taglialo a spicchi.
- Metti le fette degli agrumi nella cavità del pesce e fermale con un paio di giri di spago da cucina.
- Sala e pepa esternamente l’orata.
- Prepara un cartoccio con carta forno e adagialo su una teglia da forno.
- Sul fondo metti le striscioline di porro salate e condisci con un filo di olio e sopra al porro adagia il pesce farcito.
- Distribuisci gli spicchi di arancia, limone e lime intorno al pesce e guarnisci con le erbe aromatiche fresche. Irrora ancora con un filo di olio extravergine di oliva, chiudi il cartoccio e inforna a 180° per circa 40 minuti.
Come contorno puoi realizzare delle insalate all’arancia, per restare in tema agrumi.
Tranci di ricciola in crosta di pistacchi
Ingredienti per 6 persone
- Ricciola 6 tranci privi di pelle
- Pistacchi sgusciati 100 gr
- Patate viola 600 r
- Alloro 1 foglia
- Rosmarino 1 rametto
- Limone 1
- Burro 50 gr
- Noce moscata q.b.
- Sale q.b.
- Pepe q.b.
- Olio extravergine di oliva q.b.
Esecuzione
- Prepara la purea di patate, lavando accuratamente i tuberi.
- Riempi con abbondante acqua corrente una pentola, sala e aggiungi la foglia di alloro, il rosmarino e qualche scorzetta di limone insieme alle patate viola.
- Lascia cuocere per circa 30 minuti una volta che l’acqua avrà iniziato a bollire.
- Trascorso il tempo necessario per la cottura, tieni da parte un paio di patate per la decorazione finale.
- Sbuccia le restanti patate e frullale, mantecandole con un cucchiaio di olio extravergine di oliva, del burro, 2 bicchieri di acqua calda, un pizzico di sale, una macinata di pepe, un pizzico di noce moscata e un piccolo pezzo di una scorza di limone.
- Tieni la purea in caldo.
- Tosta i pistacchi nel forno a 140° per circa 5 minuti.
- Trascorso il tempo necessario per la tostatura, tritali con un mortaio.
- Ungi con l’olio i tranci di pesce con un pennello, salali leggermente e passali nella granella di pistacchi
- Adagia i tranci su una teglia da forno rivestita con carta forno, cospargi la ricciola impanata con un filo d’olio.
- Inforna per circa 8 minuti a 220°.
- Taglia a rondelle le patate tenute da parte e saltale in padella con un cucchiaio di olio extravergine di oliva.
- Adagia i tranci di ricciola in crosta di pistacchi in un piatto da portata e decora con le patate e qualche pistacchio.
- La purea servila da parte.
Se non sei amante di questa tipologia di pesce puoi realizzare dei filetti di salmone all’arancia.
Buona Vigilia di Capodanno a tutti!
4 comments on Tutto quello che per poco non è successo di Don Robertson
Comments are closed.