L’attore e il volto raccoglie una selezione di saggi di Leif Zern, tra i più importanti critici europei.
Mescolando ricordi autobiografici, recensioni a spettacoli teatrali, piccoli ritratti del mondo del cinema, analisi teoriche sull’arte attoriale, emerge una prospettiva critica in cui il «sentire» diviene la forma totale che investe sia la performance interpretativa dell’attore che il pubblico, identificato non solo come mero fruitore passivo, ma partecipe attivo della messinscena.
Da Ingmar Bergman a Lars Norén, fino ad autentici pilastri della tradizione scenica come Louis Jouvet, lo sguardo di Zern si sofferma sulla recitazione e l’immedesimazione dell’attore, in un percorso dove «le emozioni non sono innate ma conquistate con un processo di appropriazione».
A cura di Vanda Monaco Westerståhl
Leif Zern: biografia
Nato nel 1939, è un giornalista, critico teatrale e autore svedese.
Fino al 1966 lavora per «il Quotidiano di Stoccolma», poi passa alla redazione della rivista letteraria «Blm».
Nel 1968 diventa critico teatrale del più importante quotidiano svedese, il «Dagens Nyheter» e tra il 1982 e il 1993 cura la sezione culturale del giornale «Expressen».
Oltre ai diversi impieghi giornalistici, è autore del romanzo di successo Kaddish på motorcykel, sulla vita degli ebrei a Stoccolma e di diversi volumi su cinema e teatro (Kritik e Vedere Bergman) e ha anche recitato un piccolo ruolo all’interno del film Puss & Kram del regista svedese Jonas Cornell.
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L’autore del volume, ospite della redazione de “Il Plurale”, analizza a fondo la vita, l’esperienza cristiana e il pensiero dell’esile prete di Caltagirone che volle, con la fondazione del partito, dare voce ai cattolici sulla scena pubblica ed istituzionale al fine di applicare la morale cristiana, fondata sulla verità, alla vita pubblica del Paese.
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Intervista a Roberta Gesuè autrice di Universi di(versi)
Roberta Gesuè è un’attrice, regista nonché autrice e docente di recitazione e dizione che ha deciso di pubblicare la sua prima raccolta di poesia: Universi di(versi) in corso di pubblicazione per la casa editrice Aletheia Editore.
L’autrice lavorando nel settore dello spettacolo ha subìto un arresto lavorativo, come tutti gli addetti al settore dell’intrattenimento, ma non ha deciso di rinunciare a esprimere la sua creatività e dunque l’ha incanalata in modo diverso, proiettandosi su un’altra modalità di espressione artistica e culturale: la scrittura.
Roberta Gesuè descrive con queste parole il senso di Universi di(versi):
Il libro è un insieme di poesie e riflessioni che nasce dall’esigenza di raccontare come possa essere sorprendente ma anche difficile e caotica la convivenza. Non con un altro essere umano, ma con tutte le parti – che io vedo come tanti piccoli assoluti- che necessariamente devono convivere dentro di me e che qualche volta (spesso, per la verità) agiscono autonomamente scavalcando le altre, facendo danni e creando scompiglio, proprio come accade in un condominio quando si fanno le consuete riunioni.
Per scoprire qualcosa di più su Universi (di)versi abbiamo deciso di farle alcune domande. Ecco cosa ci ha raccontato di sé e del libro Roberta Gesuè.
Roberta Gesuè: intervista
1. Come nasce il desiderio di scrivere il primo libro scegliendo una raccolta di poesie?
Per imparare a conoscermi e ad accettarmi ho sempre dialogato con me stessa, forse molto più che con gli altri. Allo stesso tempo il mio percorso teatrale mi ha insegnato quanto difficile e perciò preziosa sia la semplicità, ovvero quella capacità di esprimersi attraverso gesti, azioni e/o parole restando semplici.
Mi ricordo che da bambina quando mi sentivo molto felice, o di contro, quando avevo paura o mi sentivo preoccupata prendevo a canticchiare i miei pensieri: qualunque cosa stessi facendo o vedessi in quel momento a anche pensassi, beh io la canticchiavo.
E chi mi conosce sa, ahimè, lo faccio ancora adesso! Credo che la poesia, la filastrocca e la rima mi riportino in qualche modo direttamente in quella dimensione di gioco e di libertà, togliendomi di torno il ronzio della mia amatissima nemica mente. In definitiva la poesia è per me il linguaggio delle immagini e, perciò, dell’anima.
2. Qual è il filo conduttore tra i diversi componimenti poetici?
Il filo conduttore delle mie riflessioni, è dare voce alle tante parti di cui siamo fatti. Nella poesia che racchiude il titolo del libro, Universi di(versi) ho scelto un’immagine in particolare per dirlo: il fiume.
In effetti come i fiumi siamo tutti in continuo divenire, soggetti a cambiamenti e tutti quelli che viviamo all’esterno e ai quali in qualche modo dobbiamo adattarci, come il distanziamento sociale cui ci obbliga questa pandemia in corso, inevitabilmente agiscono cambiando qualcosa anche nei nostri aspetti interni, ed ecco allora che i fiumi di cui siamo fatti deviano e disegnano letti diversi da percorrere pur ritrovandosi poi nello stesso mare.
3. Ci spieghi il significato del titolo Universi di(versi)?
Ho scelto come titolo Universi di(versi) perché volevo raccontare come possa essere sorprendente, ma anche difficile e caotica, la convivenza con tutte le parti – che io vedo come tanti piccoli assoluti – che si trovano necessariamente ad abitare dentro di me. Le ho immaginate come piccoli universi che a volte viaggiano insieme senza intralcio, ma altre faticano a parlarsi, o vogliono proprio cose diverse.
Ascoltandole e lasciando che ognuna di esse giochi a suo modo con le parole per esprimersi portando alla luce il proprio universo, chissà che non riuscirò anche a prendere ciascuna per il verso giusto!
4. Come riassumeresti Universi di(versi)?
Lo riassumerei con un sottotitolo ironico, che sarebbe: io e il mio condominio!
5. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai tuoi lettori?
Sarebbe bello prendersi cura della propria diversità, e usare la creatività in ogni sua forma per riuscire a trasformare tutto ciò che nei nostri universi diversi viviamo. Forse ci troveremmo per paesaggi meno logici e decifrabili ma, vuoi mettere la bellezza del panorama?
6. Cosa ti ha condotto verso questa forma di espressione altra rispetto a ciò che hai fatto in passato?
È stato un anno difficile per tutti a causa della pandemia, ci troviamo ancora in una condizione di continua emergenza in cui tutto ciò che prima di questo periodo pensavamo di conoscere o di fare in un modo ora appare da rivisitare. Il mio settore, quello dello spettacolo dal vivo è stato fortemente penalizzato e, dopo in pratica un anno di fermo, potrei quasi dire paralizzato. Ho deciso allora di non rinunciare a esprimere la mia creatività, ma di farlo in un modo alternativo e cos’ nasce Universi di(versi).
Per farvi comprendere al meglio il mood di Universi di(versi) di Roberta Gesuè vi lasciamo con la poesia che da il nome al titolo della raccolta di poesia in fase di pubblicazione.
Universi di(versi)
Noi: rari frammenti dispersi.
Noi: tanti universi introversi.
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Se siete affascinati dal mondo della poesia in versi vi consigliamo la lettura di Quinto libello di pezzi tesotici di Giovanni Sollima.
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Fashion Film Festival Milano apre le iscrizioni al concorso della nona edizione
Fashion Film Festival Milano apre le iscrizioni al concorso della nona edizione e invita tutti i
creativi a sottoporre i propri film alla più importante rassegna cinematografica del mondo fashion.Il festival, diretto da Constanza Cavalli Etro, avrà luogo a giugno 2023 durante la Fashion Week Uomo in collaborazione con la Camera Nazionale della Moda Italiana. Come in ogni edizione, la kermesse vedrà la partecipazione di prestigiosi brand di moda, registi premiati agli Oscar insieme ai migliori talenti emergenti.
I film possono essere proposti gratuitamente sul sito ufficiale entro e non oltre il 15 dicembre 2022. Ogni anno Fashion Film Festival Milano riceve circa 1000 fashion film da 58 paesi sia da talenti emergenti che affermati. Secondo lo spirito inclusivo del festival, tutti i creativi, i designer, i brand, le case di produzione, le riviste e gli artisti, avranno la opportunità di presentare il proprio film accanto ai lavori creati dai più influenti registi internazionali che ha visto il festival, come Ana Lily Amirpour, Wes Anderson, Bruno Aveillan, Sean Baker, Matteo Garrone, Spike Jonze, Miranda July, Spike Lee, Roman Polanski, Rankin, Paolo Sorrentino o Wim Wenders, e sempre gratuito.
I film saranno valutati dalla Giuria Internazionale del FFFMilano che verrà annunciata successivamente e che andrà ad aggiungersi agli importanti nomi che hanno partecipato in giuria nel passato come Giorgio Armani, Pierpaolo Piccioli, Laura Brown, Luca Guadagnino, Bruno Aveillan, Ana Lily Amirpour, Rankin, Bianca Balti, Cass Bird, Tim Blanks, Ilaria Bonacossa, Marcelo Burlon, Carlo Capasa, Cristiana Capotondi, Orsola De Castro, Piera Detassis, Michelangelo Di Battista, Miroslava Duma, Luca Guadagnino, Nadia Lee Cohen, Andrea Lissoni, Claudia Llosa, Margherita Missoni, Jim Nelson, Eva Riccobono, Paolo Roversi, Anna Dello Russo, Franca Sozzani, Sølve Sundsbø, Lea T, Max Vadukul, Paz Vega, Elizabeth Von Guttman, Lachlan Watson, Olivier Zham, Tim Yip e molti altri.
Il Festival si svolgerà in formula ibrida con eventi in presenza – la celebre serata dell’Award
Ceremony, l’anteprima di lungometraggi, conversation, parties – e online in streaming con una
ricca selezione di fashion film in concorso provenienti da tutto il mondo. Inoltre ci saranno le
conversation e le iniziative organizzate nell’ambito del “FFFMilanoForGreen” e “FFFMilanoForWomen”.La giuria valuterà le seguenti 15 categorie di premiazione: Best Fashion Film, Best Director, Best
Music, Best Editing, Best Styling, Best Photography, Best Documentary, Best Experimental
Fashion Film, Best Italian Fashion Film, Best Green Fashion Film, Best New Director, Best New
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Fashion Film.
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