È disponibile in libreria e negli store online Il codice del violino (Laura Capone Editore), il nuovo romanzo di Laura Cialè.
Commenta la scrittrice:
Ho scritto questo nuovo romanzo per raccontare di una donna straordinaria nella società femminile del “secolo breve” e per evidenziare la forza e il talento delle donne libere da convenzioni. Prediligo la narrazione storica in cui i personaggi comuni si trovano di fronte a biforcazioni esistenziali impresse nella filigrana del secolo scorso, si trasformano in protagonisti, pur rimanendo nell’oscurità o nell’ambiguità, per dare forma agli ideali che solo l’amore può rivelare nel tempo.
L’ho scritto perché il lettore possa soffermarsi a riflettere, a criticare, a soffrire come se affiancasse la protagonista, sfogliando i suoi diari in un crescendo che si snoda sui principi d’emancipazione e sul coraggio di affrontare anche le scelte più drastiche, prima, durante e dopo il periodo dell’occupazione nazista, continuando a credere che nelle melodie di un violino può esistere un codice indissolubile.
Il codice del violino: la trama
Il celebre violinista Renè Tristan De Wit, dopo uno spettacolo al Madison Square Garden, con gran soddisfazione per aver celebrato i cinquant’anni di carriera, si prepara psicologicamente e fisicamente al prossimo concerto, sempre in America.
Riceve da un segretario un plico di missive e, nel riposarsi, inizia a leggere, vedendo il nome della mittente, nonché sua amante passata, vecchia fiamma di giovinezza: Lia Sartori, tanto amata, ma tanto odiata…
Leggendo, però, scopre nuove importanti verità sul passato criptico ed ambiguo della donna, ritornando sui suoi passi: dalla vita fascista alla vita nazista, con un segreto da nascondere per amore d’un ragazzo.
Romanzo storico, vincitore della IX edizione del Premio LCE.
Laura Cialè: biografia
Laura Cialè è nata e vive a Roma. Psicologa, ex Dirigente scolastica, ha scritto e pubblicato con le Edizioni Anicia i seguenti romanzi: Tutti i fiori del mio giardino (2016); Una donna in leasing (2017); Rondinella (2018); Il Cherubino (2019); La terra promessa, Amazon (2020). Pegaso è tornata. Racconti e scritti di Laura Cialè, 2020, Edizioni Anicia.
Precedentemente ha scritto e curato saggi di settore tecnico professionale, tra cui: Lo studente competente, Edizioni Anicia, Roma 2008; Cosa Sarò/Farò da grande, un percorso di conoscenza e di cittadinanza per alunni e genitori della scuola dell’obbligo, Edizioni Anicia, Roma 2009; I Care: integrare ‘integrazione. Accoglienza -integrazione -inclusione, Edizioni Anicia, Roma, 2010.
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Olio Basso: nasce la linea Bio
Olio Basso è un’azienda storica che ha deciso di ampliare la sua gamma di prodotti, mettendo una linea biologica con due nuove etichette.
Queste nuove proposte sono il frutto di un’accurata selezione e attraverso l’utilizzo di un’agricoltura biologica.
Per realizzare questi due prodotti è stata effettuata una raccolta leggermente anticipata rispetto alla maturazione. Questa scelta, infatti, garantisce la preservazione del valore vitaminico e delle proprietà rilasciate
La nuova linea bio non contiene pesticidi o sostanze chimiche. La molitura viene effettuata entro le 24 ore con estrazione a freddo inferiore a 27°C.
Da quest’attenzione nasce un prodotto di alta qualità che è anche in grado di controllare i livelli di colesterolo.
La nuova linea bio di Olio Basso è ricca di polifenoli e antiossidanti naturali.
Olio Basso: linea bio
L’etichetta bianca della nuova linea è stata utilizzata per l’Olio Extravergine Bio 100% italiano – cultivar di Coratina e Ogliarola che viene prodotto con olive della Puglia che si caratterizzano per un sapore fruttato e intenso con note olfattive vegetali e di carciofo.
L’etichetta nera invece indica cultivar di Hojiblanca, Coratina, Koroneiki che contiene olive provenienti da Spagna, Italia e Grecia.
Questo mix ha un sapore fruttato e di media intensità, caratterizzato da note olfattive di oliva verde, leggermente amaro e piccante.
Olio Basso dunque apre i propri orizzonti all’agricoltura biologica, dando la possibilità ai suoi fruitori di poter acquistare un prodotto sano e genuino che, attraverso i due sapori differenti, sono in grado di accontentare tutti i palati e tutte le necessità gustative.
L’azienda, di recente, è stata premiata al concorso MIOOA con quattro riconoscimenti ma crediamo che raggiungerà nuovi traguardi e nuove soddisfazioni.
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Divina Commedia: 5 cocktail per 5 personaggi dell’Inferno
Eccoci con un nuovo appuntamento di Cocktail e Cultura al Castello! Protagonista di oggi è La Divina Commedia di Dante Alighieri e più precisamente l’Inferno.
Insieme a Michelangelo Bruno, bartender del Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, abbiamo pensato ad un modo per poter parlare di cultura e fondere un classico della letteratura mondiale con il mondo della miscelazione. La cultura e gli eventi ad essa connessi, come gli appuntamenti di Dante per tutti, sono in stand-by, quindi abbiamo cercato un modo per collegarvi al “fil rouge” degli eventi sospesi.
In che modo? Abbiamo assegnato 5 drink a 5 personaggi dell’Inferno. La nostra scelta si è orientata su personaggi controversi, a cui abbiamo attribuito delle qualità caratteriali, valutate attraverso le parole e il punto di vista dantesco e osservate umanamente in base alle notizie storiche che li hanno contraddistinti. Ecco il risultato della nostra indagine e del nostro progetto culturale.
5 cocktail per 5 personaggi dell’Inferno di Dante Alighieri
1. Un Martini Cocktail per Dante Alighieri
Per iniziare non potevamo non omaggiare Dante Alighieri, il protagonista e l’autore della Divina Commedia. Il cocktail perfetto per l’intellettuale fiorentino è il Martini Cocktail perché questo drink rappresenta un grande classico nella miscelazione così come Dante Alighieri è un evergreen della letteratura mondiale. Attraverso la scrittura di Dante Alighieri, facendo riferimento alla Divida Commedia, abbiamo dato alcuni aggettivi alla sua personalità: poliedrica, equilibrata e di grande struttura morale. Il Martini Cocktail allo stesso modo è un drink dalla grande struttura organolettica, equilibrato – se pensiamo alle prime versioni di questo cocktail- e intramontabile.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.
Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m’avea di paura il cor compunto,
guardai in alto e vidi le sue spalle
vestite già de’ raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne calle.
Cosa accomuna Dante Alighieri con il Martini Cocktail? Questo drink, nel suo primo approccio, può risultare una bevuta non semplice perché è un cocktail molto secco e dal sapore forte. Una volta entrati in confidenza con questi sapori, il palato si affeziona e risulta difficile scegliere un altro drink che richiami vagamente il suo sapore.
Allo stesso modo la Divina Commedia, ad una prima lettura, risulta difficile da comprendere per la complessità di un italiano arcaico e per la simbologia di cui è pregna tutta l’opera ma una volta comprese le chiavi di lettura, l’opera diventa avvincente e accattivante.
2. Un Sazerac per Virgilio
Come secondo personaggio abbiamo scelto Virgilio che nella Divina Commedia ha il compito di accompagnare Dante Alighieri per mostrargli tutte le insidie del viaggio che si presenteranno durante il tragitto dell’Inferno e del Purgatorio.
Virgilio rappresenta la ragione, l’equilibrio e la superiorità rispetto a tutto ciò che è dominato dagli impeti e dalla passione.
Un cocktail che rispecchia la personalità di Virgilio è il Sazerac, un drink classico della miscelazione, che affonda le sue radici nel periodo del pre-proibizionismo e nei bar clandestini di New Orleans.
Il sapore del Sazerac è forte e strutturato, per via del Cognac o del Whisky che vengono aromatizzati con l’Assenzio, tuttavia risulta una bevuta equilibrata grazie all’elemento zuccherino che viene integrato durante la sua realizzazione. In breve è un cocktail che difficilmente porta all’hangover del giorno dopo.
Quando vidi costui nel gran diserto,
“Miserere di me”, gridai a lui,
“qual che tu sii, od ombra od omo certo!”.
Rispuosemi: “Non omo, omo già fui,
e li parenti miei furon lombardi,
mantoani per patria ambedui.
Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,
e vissi a Roma sotto ‘l buono Augusto
nel tempo de li déi falsi e bugiardi.
Poeta fui, e cantai di quel giusto
figliuol d’Anchise che venne di Troia,
poi che ‘l superbo Iliòn fu combusto.
Cosa accomuna Virgilio al Sazerac? A questo drink non ci si avvicina facilmente perché non è un cocktail conosciuto come gli altri ma è molto noto agli appassionati della miscelazione. Allo stesso modo l’approccio alle opere virgiliane e alla figura del noto pensatore lo si sceglie in modo ponderato e non per caso come fosse uno scrittore qualsiasi.
In breve si sceglie di bere il Sazerac allo stesso modo in cui si sceglie di leggere Virgilio.
3. A Celestino V un Old Hickory
Il terzo cocktail lo dedichiamo a Celestino V, presente nel III Canto dell’Inferno dantesco.
Dante Alighieri lo colloca nell’antinferno, quello degli ignavi, ossia quel luogo in cui non vi è alcuna commiserazione da parte del Divino. Per Dante Alighieri, Celestino V rappresenta una grave offesa per il mondo religioso perché questi ha abbandonato il soglio pontificio, rifugiandosi nell’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone (fuori Sulmona) e lasciando come suo successore Bonifacio VIII che rappresenta una figura troppo convenzionale, ancorata al passato e conservatrice.
Per Michelangelo Bruno, il cocktail adatto alla personalità di Celestino V è l’Old Hickory (vecchio legno di noce) perché, diversamente dal giudizio di Dante Alighieri su Celestino V, il Papa rappresenta non un personaggio da denigrare ma un avanguardista. La divisione tra potere spirituale e potere temporale, infatti, è stato un trofeo che storicamente si è ottenuto molto tempo dopo rispetto a quando, Celestino V, lo aveva predicato e auspicato durante il suo pontificato. Dunque, per Michelangelo Bruno, il gesto di Celestino V di aver abbandonato il suo ruolo religioso non può essere considerato del tutto un atto di coraggio mancato.
a lor che lamentar li fa sì forte?”.
Rispuose: “Dicerolti molto breve.
Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che ‘nvidiosi son d’ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo essere non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.
Perché la scelta di paragonare Celestino V a un Old Hickory? Questo cocktail ha una composizione molto semplice perché ha pochi ingredienti ma, nonostante ciò, al palato offre una grande struttura e pienezza. Al pari di Celestino V, l’Old Hickory rappresenta una bevuta solida e semplice ma al tempo stesso piena come il personaggio dantesco.
4. A Cleopatra un White Lady #1
Il quarto drink lo abbiamo dedicato a Cleopatra, collocata all’interno del V Canto dell’Inferno dove risiedono e sono relegati coloro che sono morti in modo violento ma soprattutto per motivi passionali e legati alla lussuria.
Dante Alighieri ha una considerazione perentoria e moralista nei confronti dei lussuriosi ma non è drastica come quella che si evince verso alcuni protagonisti di altri canti dell’Inferno.
Per Cleopatra abbiamo scelto il White Lady #1 che, ad un primo impatto, potrebbe sembrare un accostamento banale e scontato ma, in realtà, non lo è e vi spieghiamo il motivo.
Cleopatra è stata una donna di potere per nascita, non era bella ma affascinante per le sue doti ammaliatrici e per la sua immensa cultura. Il suo temperamento ha fatto capitolare due capisaldi nonché baluardi della virilità romana: Giulio Cesare e Marcantonio. Nel momento in cui si è dovuta confrontare e scendere a patti con Cesare Ottaviano Augusto, noto per le sue preferenze sessuali maschili, Cleopatra ha deciso di togliersi la vita, facendosi mordere da un cobra e spirando in modo lento e agonizzante. Ciascuna scelta della donna benché dettata da un amore è stata guidata prevalentemente dal sentimento per il suo popolo e dalla voglia di renderlo libero per quanto le è stato possibile.
E come i gru van cantando lor lai,
faccendo in aere di sé lunga riga,
così vid’ io venir, traendo guai,
ombre portate da la detta briga;
per ch’i’ dissi:” Maestro, chi son quelle
genti che l’aura sì gastiga?”.
” La prima di color di cui novelle
tu vuo’ saper”, mi disse quelli allotta,
” fu imperadrice di molte favelle.
A vizio di lussuria fu sì rotta,
che libito fé licito in sua legge,
per tòrre il biasmo in che era condotta.
Ell’é Semiramìs, di cui si legge
che succedette a Nino e fu sua sposa:
tenne la terra che ‘l Soldan corregge.
L’altra é colei che S’ancise amorosa,
e ruppe fede al cener di Sicheo;
poi è Cleopatras lussuriosa.
White Lady #1 è un drink che si presenta come beverino, fresco e spumeggiante. Al palato risulta molto equilibrato tanto che sembra essere una bevuta di poche pretese in apparenza ma nella realtà non lo è. In breve il White Lady #1 è un drink ammaliatore e affascinante perché bevuto il primo bicchiere, dopo, non se ne può più fare a meno.
5. A Pier delle Vigne un Casino
Il quarto cocktail lo dedichiamo a Pier delle Vigne collocato, nel Canto XIII dell’Inferno, il girone dei suicidi, in cui apparentemente non c’è vita ma ci sono piante morte e secche. In questi arbusti senza vita risiedono coloro che sono stati oltraggiosi con se stessi, per Dante Alighieri.
Però disse ‘l maestro:” Se tu tronchi
qualche fraschetta d’una d’este piante,
li pensier c’hai si faran tutti monchi”.
Il cocktail che abbiamo pensato per Pier delle Vigne è il Casino perché è un drink che, all’apparenza, sembra non possedere un’anima per via di una ricetta che prende vita da diverse declinazioni di cocktail ma al gusto mostra la propria personalità, che risulta gradevole e non caratterizzata o predominata da sapori forti e a lungo andare stucchevoli. Allo stesso modo Pier delle Vigne seppur per Dante Alighieri viene considerato una persona che ha deciso di oltraggiare la propria vita, noi lo vediamo piuttosto come un personaggio che è stato fedele a Federico II ma che, tacciato di essere stato un traditore e non accettando l’onta, ha preferito togliersi la vita piuttosto che essere associato ad un’immagina morale che non lo rispecchiava.
Inoltre il gesto di togliersi la vita implica coraggio e determinazione perché ciò che ci è più cara è la nostra salvaguardia o l’istinto primordiale alla sopravvivenza.
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Boho Butterfly dalla nuova collaborazione di Etro e Ginori 1735
Etro presenta la nuova collezione Boho Butterfly disegnata in collaborazione con Ginori 1735, caratterizzata da una selezione accurata di creazioni per la tavola e oggetti decorativi espressione dell’eccellenza manifatturiera Ginori 1735 e dell’iconografia solare e positiva di Etro.
Realizzata in porcellana, la collezione include una serie raffinata di vasi, svuotatasche, piatti, candele, tazze e set da caffè impreziositi da decori evocativi ed estrosi nei colori vibranti della natura.
Il Paisley iconico, unito alle stilizzazioni minuziose di fiori, foglie e farfalle multicolore, è protagonista di un nuovo viaggio creativo attraverso ispirazioni esotiche, giardini segreti immaginari e finiture preziose ricche di magia e fantasia.
Ogni creazione coniuga l’estetica distintiva di Etro e la qualità delle lavorazioni Ginori 1735, trasmettendo una filosofia condivisa di italianità e joie de vivre ai diversi ambienti della casa, dalle mise en place agli elementi di arredo.La collezione si completa con runner e tovaglioli in cotone stampato.
Creato come nuova idea regalo per le festività natalizie, il cestino in paglia intrecciata, con dettagli e rivestimento in tessuto Paisley, offre un set da pic-nic completo per i momenti di relax all’aria aperta.
La Collezione Boho Butterfly sarà disponibile dal primo dicembre presso una selezione di negozi monomarca, DOS e sull’e-commerce Ginori 1735; nelle boutique Etro in Europa, USA, Asia Pacifica e su sito ufficiale.Etro
Consolidato nella città di Milano, Etro è un marchio italiano di lusso fondato nel 1968 da Gerolamo,
soprannominato Gimmo, Etro.L’avventura imprenditoriale è iniziata con la produzione di tessuti di grande prestigio utilizzando fibre nobili e naturali. Negli anni sono stati introdotti diverse gamme di articoli – dai tessuti d’arredo, accessori per la casa e pelletteria ai profumi, collezioni prêt-à-porterd donna e uomo – rendendo Etro un rinomato brand lifestyle. Il Paisley, marchio d’identità del brand, insieme all’uso distintivo di colori e stampe, e la combinazione unica di know-how artigianale e sperimentazione creativa sono gli elementi fondanti di un marchio multiculturale dall’anima orgogliosamente italiana.
Ginori
Ginori 1735 rappresenta da quasi tre secoli uno tra i principali marchi mondiali nel settore del lusso
e del lifestyle, espressione dell’eccellenza italiana nella porcellana pura e nel design di altissima
qualità. Parte del Gruppo Kering dal 2013, Ginori 1735 è da sempre associata a grandi personalità
della moda, dell’arte, del design, dell’architettura, del cinema e dell’arredamento.La gamma di prodotti della Manifattura costituisce un perfetto punto d’incontro tra tradizione e innovazione e comprende collezioni per la tavola, oggetti d’arte e per il living, gift, posate, cristalli e articoli tessili, espressione di una passione per la cultura, i colori, l’arte e l’ospitalità tipicamente italiani. L’iconica corona che marchia le creazioni Ginori 1735 nelle più eleganti abitazioni e nei ristoranti più esclusivi del mondo simboleggia la sofisticata fusione tra artigianato e arte e questa ardita combinazione di gusto è sempre stata il cuore del brand.
Nel corso dei secoli, la Manifattura ha innovato i propri processi produttivi, unendo tecniche antiche a un gusto sempre contemporaneo per realizzare creazioni frutto di guide visionarie. La mission di Ginori 1735 è quella di promuovere un moderno Rinascimento, attraverso una riscoperta e un rilancio della vita quotidiana nei suoi piaceri, nelle sue espressioni artistiche e nell’affermazione dell’individualità di ciascuno. Il mondo Ginori 1735 viene oggi plasmato da una molteplicità di voci e di stilemi, che reinvestono la legacy della Manifattura nella visione di nuove generazioni di maestri di stile, in grado di portare l’arte nella vita quotidiana e la vita quotidiana nell’arte.
Ginori 1735 può contare su una rete distributiva composta dai flagship store di Firenze e Milano, dallo store monobrand di Mosca, da un network di rivenditori autorizzati in Italia e da punti vendita in selezionati Department Store e Specialty Store multimarca di alto livello nel mondo.
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