Il giorno di santo Stefano del Trianon Viviani all’insegna del classico rito familiare della tombola.
Il teatro della Canzone napoletana ospita “Tss – Tombola scustumata show”, uno spettacolo di e con Francesco Viglietti.
Tra canzoni umoristiche, accompagnate al pianoforte da Luigi Tirozzi, e battute irriverenti, il cantattore, nei costumi di Mariagrazia Nicotra, darà vita a una tombola scustumata, divertente e dissacrante, con ricchi premi per il pubblico.
Racconta Viglietti:
Cosa c’è di meglio di una bella tombolata, durante le feste di Natale? Da bambino restavo ad ascoltare per ore le donne nel basso di donna Concetta, che, fino a tarda notte, raccontavano storie
assurde con i numeri presi da un paniere di vimini. Quelle stesse storie, come per magia, prendevano vita nei miei sogni: sogni inebriati dal profumo di mandarino e di caffè.Da grande ho quindi deciso di allestire questo particolarissimo spettacolo con il pubblico, per portare tutti: e nei miei sogni e allora cominciamo!… “cà sta ‘a mano e cà sta ‘o culo d’ ‘o panaro…”.
Ricchi e particolari i premi in palio: un’opera dell’artista partenopeo Lello Esposito, i burattini realizzati dalla famiglia Ferraiolo, i biglietti degli spettacoli del Trianon Viviani e i regali offerti da Laura bistrot,
gelateria al Polo Nord e Mondo bebè.
A seguire, alle 21, la nuova replica di “Canzona ‘e… Guapparia”, la sceneggiata con Francesco Merola, per le scene e la regia di Bruno Garofalo, che rimarrà in scena fino a venerdì 30 dicembre.
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Assegnato a Francesco Randazzo il premio Fondazione Amedeo Modigliani
Assegnato a Francesco Randazzo il Premio Fondazione Amedeo Modigliani per l’importante attività svolta nell’ambito della Cultura.
La premiazione avrà luogo Venerdì 11 Novembre 2022 ore 16.00, presso Villa Tuscolana Park Hotel, Via Tuscolana 185 – 00182 Frascati – Roma
La Fondazione di ricerca scientifica Amedeo Modigliani nasce con l’intento di promuovere l’arte con una visione soggettiva e un approccio nuovo, interrogandosi su quali siano gli intenti e la rilevanza dell’impegno culturale oggi. Con una serie di progetti in continua evoluzione, la Fondazione vuole offrire nuovi modi di osservare e conoscere la realtà e le sue manifestazioni.
Gli interessi principali della Fondazione sono le idee e i modi in cui l’umanità le ha trasformate in discipline, l’arte come principale strumento di lavoro e di apprendimento: un territorio di pensiero libero, dove racchiudere sia figure consolidate e imprescindibili sia figure emergenti.“Siamo convinti che la cultura sia un bene imprescindibile e funzionale, oltre che coinvolgente e attrattivo. Partendo dalle nostre origini, dal nostro territorio, vogliamo arrivare ad un unico linguaggio Universale, arricchendo la nostra vita quotidiana.”
Francesco Randazzo: chi è?
Scrittore e regista. Laurea in Regia, all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, nel 1991. È attivo in Italia e all’estero come regista e autore per importanti teatri e festival, fra i quali: Todi Festival, Teatro Stabile di Catania, Ortigia Festival, Narodno Kazaliste “I Zaic” di Rijeka, Festival di Dubrovnik, Teatro Nacional Juvenil de Venezuela, Teatro IT&D di Zagabria, Playwright Festival of New York, Festival des Films du Monde di Montreal.
Fondatore della Compagnia degli Ostinati – Officina Teatro, della quale è stato direttore artistico. Ha pubblicato con vari editori, testi teatrali, poesie, racconti e tre romanzi; ha ottenuto numerosi riconoscimenti in premi di drammaturgia e letteratura nazionali e internazionali, fra i quali: Premio Fondi La Pastora, Premio Candoni, Premio Fersen, Premio Schegge d’autore, Sonar Script, Premio Leonforte, Premio Maestrale San Marco, Premio Moak, Premio Ugo Betti.
Suoi testi teatrali sono stati tradotti in spagnolo, ceco, sloveno, francese e inglese e rappresentati in Canada, Usa, Croazia, Slovenia, Spagna, Francia, Belgio, Cile. Socio del Cendic (Centro di drammaturgia italiana contemporanea) e del Fuis (Federazione Italiana Scrittori). Parallelamente ha svolto attività didattica con corsi di recitazione, regia, drammaturgia e scrittura creativa, storia dello spettacolo, stages e conferenze per varie istituzioni pubbliche e private, fra le quali: Scuola di Teatro Antico dell’Istituto nazionale del Dramma Antico, Cinars Montreal, TNJV Caracas, Centro Teatro Educazione-Ente Teatrale Italiano, Centro Studi Uilt, Viagrande Studios, New York University, Ostinati Open Studio e International Acting School Rome, Université Le Mirail Toulouse, Parioli Academy Roma, Universidad Católica de Chile.
Dal 2019 è editor e direttore della collana di narrativa di Graphofeel Edizioni.
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Incontro tra culture e performance in Villa Fiorentino: parte Incontriamoci in villa
La prestigiosa location situata nella splendida città di Sorrento è pronta ad accogliere due straordinari spettacoli musicali nell’ambito della rassegna “Incontriamoci in villa“.L’evento, organizzato dalla società Arealive, offre al pubblico due serate indimenticabili, il 20 e il 27 luglio, immerse in un’atmosfera incantevole con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.Il primo spettacolo della rassegna Incontriamoci in villa, che si terrà giovedì 20 luglio alle ore 21, presenterà il talento eccezionale di Maria Mazzotta, in una versione speciale in trio, accompagnata dal chitarrista e produttore Ernesto Nobili e dal talento del percussionista Cristiano Della Monica. Maria Mazzotta, nota per la sua voce calda e avvolgente, regalerà al pubblico una performance intensa, offrendo un viaggio musicale ricco di emozioni e contaminazioni di diverse culture.La Mazzotta, definita “la voce del sud”, è una delle cantanti più potenti ed espressive del nostro tempo, che molti ricorderanno per le belle avventure palpitanti maturate in un lustro con il Canzoniere Grecanico Salentino.Per la prima volta nel suo percorso di carriera ventennale Maria Mazzotta sceglie di esprimere la forza vitale e schietta della tradizione contadina attraverso strumenti contemporanei e dal suono suburbano.La consapevolezza di potersi spingere verso l’espressione vera del proprio vivere la musica popolare, con coraggio e libertà, quelli di una donna che viaggia tra le grandi capitali europee come Parigi e Barcellona fino alle grandi metropoli mondiali come Jakarta e Bogotà portando se stessa sul palco, accompagnata tanto dalle proprie fragilità che dalla propria forza. Il nuovo sound, intriso della potenza espressiva della chitarra elettrica di Nobili con la sua personale ricerca effettistica, e delle molteplici percussioni di Della Monica, contiene e porta con sé le tracce di queste metropoli pur conservando le radici profonde e ben salde nel terreno della tradizione del Sud Italia.Il secondo spettacolo, previsto per giovedì 27 luglio alle ore 21, porterà sul palco la visione unica del regista e coreografo italo-africano Mvula Sungani, accompagnato dalle straordinarie musiche originali eseguite dal vivo del compositore Mauro Palmas. In un’esperienza multidisciplinare di danza contemporanea, il pubblico sarà coinvolto in un viaggio emozionale, dove le culture si fondono in un mix straordinario di movimenti, suoni e visioni. Dal titolo Espero, parola estrapolata dalla frase “Espero, l’astro più bello del cielo…” recitata nell’Iliade; lo spettacolo ispira bellezza, la bellezza che dev’essere ritrovata.Ecologia, coesione sociale e rispetto della tradizione culturale italiana, sono gli aspetti su cui vuol porre l’accento l’autore italo-africano con questa nuova opera. In scena l’étoile Emanuela Bianchini, ed i solisti della Mvula Sungani Physical Dance.Villa Fiorentino, elegante e accogliente, rappresenta la cornice perfetta per questi spettacoli unici nel loro genere. Situata nella rinomata località turistica di Sorrento, la villa è un luogo di grande prestigio, noto per ospitare eventi culturali di grande rilevanza. Questa serie di spettacoli musicali offrirà al pubblico l’opportunità di immergersi nel meglio della world music e della danza contemporanea, creando un’esperienza artistica indimenticabile. -
Il segreto del talento di Valeria Parrella e Paolo Coletta al San Ferdinando
Il segreto del talento è una piccola opera di teatro musicale concepita con Valeria Parrella è un colpo grosso, nel senso proprio del genere di noir così in voga nel cinema degli anni ’50: il cosiddetto caper movie.
Della serie: Topkapi, I soliti ignoti e La banda degli onesti, per intenderci.
Qui in teatro siamo dalle parti del Teatro d’Arte, più precisamente dell’opera buffa, anche se per voci naturali (le cosiddette voci gravi).
Le due interpreti sono infatti due attrici importanti del nostro teatro di prosa: Teresa Saponangelo ed Elisabetta Valgoi.
Melina e La Dernier, ladre improvvisate per necessità, sono due donne in crisi, due artiste, sorprese nel loro disperato tentativo di uscire dal cono d’ombra in cui sono piombate. Ci fanno sorridere, e intanto continuano a rimandare il loro personale appuntamento con il destino: sembrano ignorare che questa inattesa «commedia di rapine», offra loro l’occasione per ritrovare la luce.Le parole di Valeria qui hanno la forma di battute di un copione, meglio: di un libretto. Spesso in metro, qualche volta in rima. Hanno la musica dentro. Andava solo tirata fuori e trasformata in contrappunto, in ricami consonanti e non, in ritardi e note di volta. E soprattutto – tra arie, recitativi, cavatine e cabalette che sembrano rap – in voce che canta.
Il segreto del talento, essendo tecnicamente a metà tra un’opera buffa e un songspiel, rappresenta una improbabile e luccicante invasione di campo.Nell’Italia teatrale di oggi si canta all’Opera, nel musical alla Grease, in qualche Brecht che si allestisce ogni tanto qua e là, e in varie forme di happening dal Teatro Canzone al concerto spettacolo. Ma per assistere a teatro, con occhi e orecchie, a un canto che diventi azione drammatica, la sfida è quella del rabdomante. Nel teatro di prosa, la parola cantata è l’allarme, il babau, il grande ospite inatteso, per lo più sopportato.
Paolo Coletta spiega così Il segreto del talento:
Tuttavia, inseguendo la ruvidezza di un Teatro popolare, a favore di un’idea che funzionasse, ostinatamente a caccia di divertimento e di risate senza vergognarsene, questa singolare e luccicante eccezione si è concretizzata e non c’è stato alcun tentennamento.
Non rimaneva che chiudere un bagaglio leggero e partire.Prima di salire sulla navicella che ci avrebbe portato a esplorare quel posto assurdo dove la gente si ostina a parlare cantando, io e Valeria ci siamo giusto promessi che questo viaggio l’avremmo fatto fianco a fianco, senza lasciarci mai, e che, una volta arrivati a destinazione, qualora avessimo incontrato – che so – Cimarosa, Piccinni, Mozart e Rossini, o chissà chi altri di questa sterminata famiglia europea e d’oltreoceano, da Petrolini a Maldacea, da Cole Porter a Bernstein e Sondheim, o magari Rascel, Garinei e Giovannini, per non dire Modugno, Gaber e Pasolini: insomma chiunque avesse accettato di rivolgersi a noi, ne avremmo ascoltato i consigli e, senza fare troppe domande, avremmo ringraziato di cuore e avremmo fatto un inchino sorridendo sinceri.
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