Venerdì 27 gennaio, alle 21, al Trianon Viviani sarà di scena “Terroni. La vera storia dell’unità d’Italia”, lo spettacolo sulla questione meridionale che Roberto D’Alessandro ha tratto dal libro omonimo di Pino Aprile.
D’Alessandro, calabrese di Montalto Uffugo, cresciuto artisticamente a Roma alla scuola di Gigi Proietti, propone con Aprile una controstoria dell’Unità d’Italia.
Spiega l’autore, attore e regista:
L’incontro fra le due metà d’Italia è evidentemente uno scontro fra due mondi lontani, due realtà che procedono a velocità diverse e forse anche in direzioni diverse: l’elenco dei luoghi comuni sui meridionali è lungo e fa sorridere anche, perché in parte è veritiero, ma il punto è capire che questa distanza, ormai oggettivamente abissale, trova origine in una “malaunità”.
Rifuggendo da un approccio didascalico, il mio spettacolo racconta con il sorriso e la leggerezza una “controstoria” fatta di saccheggi, stupri, repressioni di ingiustificata violenza e lunghi anni di scientifico sfruttamento economico da parte di un Nord che fonda la propria ricchezza sulla povertà di un Sud, per cui la questione meridionale, a oltre 160 anni dall’Unità, rimane chiaramente un problema insoluto solo perché non lo si è voluto risolvere.
Ad accompagnare la narrazione, un coro di canzoni popolari e di musiche scritte da Eugenio Bennato e Mimmo Cavallo, eseguite da Mariano Perrella. Con D’Alessandro in scena, Isabella Alfano, Giuseppe Coppola e Federico Pappalardo. L’allestimento scenico è di Clara Surro, i costumi di Salvatore Argenio e Annamaria Pisapia. Paolo Orlandelli è il regista assistente. La produzione è di Obiettivo Roma.
Sempre venerdì 27 gennaio, prima dello spettacolo, alle 19, ci sarà una presentazione della recente riedizione aggiornata del bestseller di Aprile uscito nel 2010: intitolato “Il nuovo Terroni”, per i tipi della libreria Pienogiorno, il volume è il frutto di una revisione del testo e dei documenti analizzati e integra altri tre capitoli alla stesura originaria. Il libro sarà presentato dall’Autore con Eugenio Bennato e Roberto D’Alessandro. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.
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Jorit: il bimbo africano diventa un messaggio di speranza per le generazioni future
È il messaggio contro la povertà e la discriminazione verso il Sud del mondo, contro l’ingiustizia e contro ogni forma di oppressione, quello di Jorit, lo street artist di fama internazionale, protagonista di una performance di pittura live dal vivo, tra la gente, realizzata al Dum Dum Republic in occasione dell’inaugurazione del cartellone 2021.
Pennelli e bombolette spray, per il dipinto realizzato in un intero pomeriggio, a ritmo della world music e tra la curiosità dei Dum Dum Lovers. Sotto il dipinto del volto, una frase emblematica, una scritta a cui Jorit affida il suo pensiero:
Ogni vita salvata dalle vaccinazioni o dagli aiuti umanitari compensata dalla perdita di un’altra per fame o per guerra. Povera Africa, nessun altro continente ha sopportato una combinazione così assurda di ruberie e benevolenza straniera.
Una pittura che travolge e induce alla riflessione, in cui si avverte il cuore pulsante dell’Africa, la sua anima, la cultura, da sempre stretta in una tensione fortissima con il Dum Dum Republic, nel suo dialogo con il mondo, l’apertura verso l’altro, scandito dai suoni primordiali del battere dei tamburi della world music, in un messaggio di inclusione, di pace e di speranza.
Un’opera che segna l’inizio della collezione della “factory” a cielo aperto sul mare del Dum Dum Republic, che si proietta alla stagione estiva, tra exhibition art, design, performing act, cinema ed happening di poesia, mentre, a fare da fil rouge, come sempre, la musica con i suoni del mondo.
Lo sguardo profondo, tagliente, del bimbo africano, realizzato sulla grande tela posizionata al centro dell’arena che sorge sul mare, scuote le coscienze. Un piccolo guerriero della “Human Tribe” di Jorit, con il volto solcato dalle sue iconiche cicatrici rosse: cicatrici che sono: “aperture attraverso le quali un essere entra nella solitudine dell’altro”, come sosteneva Frida Kahlo. Una luce nello sguardo che diventa ancora più emblematica, mentre viene colpita dai raggi del sole che tramonta a mare.
Jorit dichiara:
A Paestum abbiamo realizzato un dipinto un po’ insolito. Su un pannello, qui vicino al mare, in condizioni bellissime, insieme a tantissima gente dopo un periodo di lontananza. È difficile spiegare un’opera, è difficile dire quello che voglio esprimere perché lo faccio appunto attraverso i colori e non con le parole. È un bambino nero, evidentemente nero, e sotto c’è una frase molto emblematica. Noi ci lamentiamo, ci preoccupiamo tanto, dei problemi che abbiamo qui, anche con persone che provengono dall’Africa, magari in condizioni di povertà assoluta. Però dobbiamo renderci conto che da secoli noi andiamo là, sfruttiamo il continente, rubiamo le risorse e lo rendiamo povero. Per cui molte di queste persone sono costrette ad emigrare. Vorrei che tutti potessero rimanere nel loro Paese, sarebbe la cosa più bella, così come molti miei amici, costretti ad emigrare all’estero o ad andare al nord dell’Italia come se fosse l’estero. Vorrei che tutti potessero rimanere nella propria terra e non fossero costretti ad emigrare.
Sottolinea Biancaluna Bifulco, founder del beach club della costiera cilentana:
Un’opera straordinaria che sposa a pieno la filosofia che è da sempre quella che anima tutti noi. Un capolavoro assoluto quello che Jorit ha regalato stasera a noi del Dum Dum Republic.
Grazie infinite Jorit. È stato emozionante, perché osservarlo live è un’emozione grande. Capire come si realizza un’opera d’arte, tratto per tratto, passaggio dopo passaggio, è davvero una meravigliosa esperienza da vivere insieme. Evviva l’arte, evviva Jorit, perché è un giovane ed è un combattente. Ed oggi, “combattente” è una bellissima parola, dal valore straordinario”.
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Trasmettete l’amore: il video contro i pregiudizi della compagnia teatrale Puck Tea Trè
Trasmettete l’amore nasce quando una sera i componenti di Puck Tea Tré, compagnia teatrale di Avellino, erano a cena con Tito Huang, un loro amico nonché artista cinese che da anni risiede in Irpinia.
Uno degli argomenti trattati durante la serata è stato quello del Coronavirus e così è nata l’urgenza di dire qualcosa a riguardo, diffondendo un messaggio positivo.
Trasmettete l’amore è un video che vuole smuovere le coscienze senza però avere la presunzione di voler far cambiare idea a riguardo.
Afferma Michelangelo Belviso della compagnia teatrale Puck Tea Tré:
Il problema di oggi è il modo con cui si guarda il mondo e le valutazioni che si fanno a riguardo. Non siamo più curiosi di conoscere le persone o le cose che ci circondano.
Per me, l’amore è condividere quello che ami, amare ciò che ti piace, dare qualcosa di buono all’altro. Amore è un bambino che ti sorride mentre lo guardi negli occhi. L’amore è il centro del mondo.
Puck Tea Tré: chi sono e cosa fanno
Puck Tea Tré è una compagnia teatrale, che esiste e resiste da tre anni, composta da: Michelangelo Belviso, Martha Festa, Jessica Festa e Lara Belcastro. Il loro progetto nasce dal desiderio di produrre e promuovere corti teatrali e cinematografici oltre alla voglia di promuovere eventi culturali e laboratori nel nostro territorio.
Puck Tea Tré debutterà il prossimo maggio con nuovo spettacoloteatrale per ragazzi presso La Bottega del Sottoscala. I ragazzi sono attualmente in concorso con il cortometraggio Human Tide, per il David di Donatello.
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100 Castelli da conoscere in Campania
100 Castelli da conoscere in Campania è un viaggio fotografico e narrativo tra grandi e piccole fortificazioni, da quelle più conosciute alle più nascoste, disseminate nella regione.
Cento castelli per sognare, per ritornare bambini, quando i castelli erano nelle fiabe e nei giochi d’infanzia, ma anche occasione per rivivere e immaginare le vicende medievali che portarono alla loro costruzione e che li videro testimoni di guerre, distruzioni, invasioni di popolazioni che si succedettero, storie di nobili dinastie.In questo suo ottavo libro Roberto Pellecchia ha scelto i castelli medievali della Campania che, per il loro aspetto, stato di conservazione o particolare storia, maggiormente emozionano e riportano la mente a quelle epoche lontane.
Racconta l’autore:
I castelli della Campania erano in realtà molti di più ma una parte venne distrutta già in epoche remote, andando talvolta persa anche la memoria storica, e quelli che sono rimasti non hanno avuto vita facile.
Il continuo mutare delle dominazioni nell’Italia meridionale, nonché il verificarsi di frequenti terremoti, mise a dura prova la sopravvivenza di quasi tutti i castelli che, nel corso dei secoli, vennero distrutti, ricostruiti, rimaneggiati o abbandonati del tutto, a seconda delle necessità e delle risorse economiche dei feudatari e della popolazione.
In origine i castelli medievali avevano una funzione prevalentemente militare, difesi da mura e torri, con un mastio che rappresentava il luogo di difesa estrema.
Con la comparsa delle armi da fuoco molti castelli divennero inadatti a resistere ai colpi delle bombarde, per cui furono oggetto di importanti ristrutturazioni per opera di ingegneri militari che si prodigarono nel progettare strutture sempre più resistenti.
Gradualmente, tuttavia, i castelli non riuscivano più a soddisfare le esigenze militari dei secoli precedenti e nella gran parte dei casi vennero adattati a dimore gentilizie o semplicemente abbandonati perché i nobili preferirono andare ad abitare in nuovi palazzi baronali a valle, meno spartani e di più moderna concezione.Spiega Pellecchia:
Tutto questo si traduce nella condizione estremamente eterogenea dei castelli al giorno d’oggi, aggravata spesso dallo scarso interesse per la tutela del patrimonio storico manifestata da molte amministrazioni locali o, semplicemente, dalla mancanza di fondi pubblici per i necessari interventi.Oggi il panorama spazia da castelli del tutto scomparsi o ridotti a ruderi evanescenti, a castelli diroccati, trasformati e riutilizzati per nuove funzioni o restaurati in epoca recente. Dal punto di vista della fruizione turistica la situazione è altrettanto variegata perché, purtroppo, non tutti i castelli sono accessibili.
In alcuni casi lo stato di conservazione è talmente precario che la visita è interdetta per motivi di sicurezza, in altri si tratta di beni privati e i proprietari non consentono l’accesso, oppure appartengono alle amministrazioni locali che talvolta non dispongono delle risorse per renderli fruibili.
Nonostante queste considerazioni, anche attraverso il patrimonio castellare, la Campania si rivela ancora una volta una regione ricca di sorprese e densa di beni monumentali, da tutelare senz’altro meglio, ma allo stesso tempo da meritare una giusta ed entusiastica attenzione.Conclude:
Scegliere cento castelli tra tutti quelli presenti nella regione non è stato semplice. La selezione è stata condotta in ragione di alcuni criteri oggettivi e anche di alcuni criteri soggettivi spiegati nell’introduzione del testo.
Alla fine, il volume è stato realizzato per chi ancora si emoziona nel vedere un castello, per chi a tale visione si abbandona ai ricordi e alla fantasia, per chi magari ha voglia di conoscere, attraverso le immagini e qualche breve nota storica, la parte più corposa e più rappresentativa di questo grande patrimonio campano, i cento castelli che sono l’oggetto di questa pubblicazione.
100 castelli da conoscere in Campania, volume di ben 208 pagine con oltre 300 immagini tutte realizzate dall’autore, sarà in edicola al costo di 10 euro a partire da giovedì 6 aprile.
I 100 castelli del libro di Roberto Pellecchia
Provincia di Napoli
1 Napoli – Castel dell’Ovo
2 Napoli – Castel Capuano
3 Napoli – Castel Nuovo
4 Napoli – Castel Sant’Elmo
5 Acerra
6 Anacapri – Castello Barbarossa
7 Bacoli – Castello di Baia
8 Capri – Castello di Castiglione
9 Castellammare di Stabia – Castrum ad mare
10 Ischia
11 Lettere
12 Massa Lubrense – Castello dell’Annunziata
13 Nola – Castel CicalaProvincia di Avellino
14 Ariano Irpino
15 Avella – Castello di San Michele
16 Bagnoli Irpino – Castello di Cavaniglia
17 Bisaccia
18 Calabritto – Borgo Castello di Quaglietta
19 Calitri
20 Cervinara – ’O Castellone
21 Gesualdo
22 Grottolella – Castello Macedonio
23 Lauro – Castello Lancellotti
24 Manocalzati – Castello di San Barbato
25 Melito Irpino – Castello di Melito Vecchia
26 Monteforte Irpino
27 Montella – Castello del Monte
28 Montemiletto – Castello della Leonessa
29 Monteverde – Castello Sangermano
30 Montoro Inferiore
31 Rocca San Felice
32 S. Martino Valle Caudina – Castello Pignatelli
33 Summonte
34 Taurasi
35 Torella dei Lombardi – Castello Ruspoli
36 Volturara Irpina – Castello di San Michele
37 Zungoli – Castello dei SusannaProvincia di Benevento
38 Benevento – Rocca dei Rettori
39 Airola
40 Apice vecchio – Castello dell’Ettore
41 Casalduni
42 Ceppaloni – Castello Pignatelli
43 Circello
44 Faicchio
45 Gioia Sannitica
46 Guardia Sanframondi
47 Limatola
48 Montesarchio
49 Morcone
50 Pontelandolfo
51 Puglianello
52 S. Salvatore Telesino – Castello SanframondoProvincia di Caserta
53 Caserta – Castello di Caserta Vecchia
54 Alvignano
55 Arienzo
56 Caiazzo
57 Calvi Risorta – Castello di Calvi Vecchia
58 Capua – Castello delle Pietre
59 Castel Morrone
60 Francolise
61 Letino – Santuario della Madonna del Castello
62 Maddaloni
63 Mignano Montelungo – Castello Fieramosca
64 Mondragone – Rocca Dragonis
65 Pietravairano
66 Prata Sannita – Castello Pandone
67 Riardo
68 Rocca d’Evandro
69 San Felice a Cancello – Castello del Matinale
70 Sant’Angelo di Alife – Castello di Rupecanina
71 Sessa Aurunca
72 Vairano Patenora – Castello d’AvalosProvincia di Salerno
73 Salerno – Castello di Arechi
74 Agropoli
75 Battipaglia – La Castelluccia
76 Buccino
77 Caggiano
78 Camerota
79 Camerota – Castel Montelmo
80 Campagna – Castello Gerione
81 Capaccio – Castello di Capaccio Vecchia
82 Castelnuovo Cilento
83 Castellabate
84 Cava de’ Tirreni – Castello di Sant’Adiutore
85 Eboli – Castello Colonna
86 Laviano
87 Lustra – Castello di Rocca Cilento
88 Maiori – Castello di San Nicola di Thoro Plano
89 Mercato San Severino
90 Nocera Inferiore
91 Olevano sul Tusciano – Castrum Olibani
92 Oliveto Citra – Castello Guerritore
93 Perdifumo – Palazzo Vargas di Vatolla
94 Roccadaspide
95 Sala Consilina
96 S. Cipriano Picentino – Castello di Montevetrano
97 S. Marina – Castello di Policastro Bussentino
98 Sicignano degli Alburni – Castello Giusso
99 Teggiano – Castello Macchiaroli
100 Valva – Villa D’AyalaAl momento 100 Castelli da conoscere in Campania sarà distribuito in provincia di Salerno e, nei prossimi mesi, anche nelle altre province della Campania.
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