Al Trianon Viviani, sabato 28 gennaio, alle 21, Daniele Sepe sarà in concerto con “Sepè le Mokò”, il suo speciale omaggio musicale a Totò e agli autori dei suoi film.
Spiega Sepe:
Le avventure dadaïste di Totò e i suoi comprimari, come Peppino De Filippo, Vittorio Gassman, Nino Taranto e Aldo Fabrizi, sono talmente intense e veloci che il più delle volte prestiamo poco orecchio a quello che avviene al di sotto, alle strepitose partiture che sottolineano la comicità tragicomica delle sceneggiature, e così perdiamo di vista un elemento prezioso: compositori della levatura di Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Lelio Luttazzi, Carlo Rustichelli, Alessandro Cicognini e Piero Umiliani avevano una possente preparazione jazzistica alle loro spalle.
Prosegue il musicista:
Quello che meraviglia, ascoltando la sola colonna sonora, è la qualità degli interventi degli interpreti che si susseguono negli assolo, perché molta musica è puro e semplice be bop, spesso declinato nella sua variante west coast, ed è sorprendente riconoscere figure del calibro di Chet Baker o Gerry Mulligan dialogare con i personaggi dei film.
Ad accompagnare il sax di Daniele Sepe, Mario Nappi (piano e tastiere), Aldo Capasso (contrabbasso e basso elettrico), Paolo Forlini (batteria), Antonello Iannotta (percussioni), Alessandro Tedesco (trombone) e Federico Luongo (chitarra).
Appuntamento con Sepè le Mokò al Trianon Viviani il 28 gennaio alle 21:00.
You Might also like
-
La signora con il cagnolino di Anton Cechov: la recensione
La signora con il cagnolino è stato pubblicato per la prima volta nel 1899 ed è uno dei più celebri racconti di Anton Cechov, noto scrittore e drammaturgo russo, che scrive quest’opera nel pieno della sua maturità letteraria.
Del racconto esiste anche una trasposizione cinematografica del 1960 di Iosif Kheifits, considerata dagli esperti del settore una delle migliori trasposizioni su pellicola dell’autore russo.
La signora con il cagnolino descrive la storia di un rapporto adulterino ma la particolarità del testo è l’interruzione brusca e volontaria. Sembra che lo scrittore voglia lasciare ai propri lettori il compito di trarre le conclusioni. Per chi conosce lo scrittore la sospensione e l’interruzione delle azioni non è altro che il tema di fondo che accompagna le opere dello scrittore perché ciò che caratterizza l’essere umano, a suo avviso, sono le azioni insensate provocate dalle emozioni da cui scaturiscono i grandi drammi esistenziali della vita.
Girava voce che sul lungomare fosse spuntata una faccia nuova: una signora con un cagnolino.
Questo è l’incipit pieno di mistero del racconto, per dare l’idea del mood del testo.
La signora con il cagnolino: trama
Dmitrij Dmitrič Gurov, chiamato semplicemente Gurov, è un banchiere moscovita di quarant’anni, nonostante la giovane età è padre di tre figli. Un giorno, per caso, conosce Anna Sergeevna, sono entrambi in vacanza a Jalta, città dell’Ucrania nella Repubblica autonoma di Crimea.
Ciò che sembra un incontro casuale e banale si trasforma in un episodio che diventerà cruciale per entrambi perché i due diventeranno amanti.
I due si incontrano, per la prima volta, a cena e Gurov affascinato da Anna inizia subito a corteggiarla, ottenendo ottimi risultati. L’uomo era intrigato dall’idea di poter avere un’avventura romantica con una sconosciuta di cui non sapeva nulla, nome compreso.
Le aspettative dell’uomo vengono disattese perché l’avventura non si consuma quella sera, tra i due si instaura un rapporto più profondo da cui nasce una relazione romantica, fatta di passeggiate al mare, giri in carrozza e baci furtivi.
Questi baci alla luce del giorno, sempre all’erta nel timore che qualcuno li vedesse.
Anna Sergeevna, inizialmente era restìa nell’intraprendere questa relazione perché sposata e attanagliata dai sensi di colpa. A mettere fine a questa relazione clandestina ci pensa la vita: la donna è costretta a rientrare dal marito a San Pietroburgo a causa di un suo improvviso .
C’era anche quest’altra storia nella sua vita, che era finita pure questa e ora non restava che il ricordo…
Gurov invece è un incorreggibile adultero, Anna gli sembrava semplicemente una delle tante ma rientrato a Mosca e ripresa la vita di tutti i giorni nella sua mente si fa sempre più insistente e ricorrente l’immagine di quella signora con il cagnolino e lui non riesce a pensare ad altro.
In strada seguiva le donne con lo sguardo per cercarne qualcuna che assomigliasse a lei…
Gurov era come ossessionato e voleva rivivere ciò che aveva provato a Jalta, dunque decide di partire alla volta di San Pietroburgo, dove riesce ad incontrare Anna e a strapparle una promessa quella di rivedersi a Mosca.
Da questa promessa i due iniziano a vedersi con una cadenza mensile nella città moscovita, che da il via alla loro storia clandestina.
Erano due le vite che viveva: una ufficiale che vedevano e conoscevano tutti quelli che ne avevano bisogno, piena di verità conformiste e bugie del tutto simile alla vita dei suoi amici e conoscenti; e poi un’altra vita – condotta in segreto.
E per qualche bizzarra coincidenza di eventi, forse per un caso, tutto quello che considerava importante, interessante, necessario, quanto c’era di vero e non lo portava a rinnegare se stesso, quello che dava sapore alla sua vita accadeva di nascosto a tutti, invece quello che era menzogna, la facciata dietro cui si nascondeva per coprire la verità accadeva alla luce del sole.
Così Anton Cechov descrive la relazione tra i due amanti, quasi al termine del racconto, come un’istantanea che nella sua semplicità definisce la particolarità e profondità del rapporto intimo tra i due.
Gurov decide di andare a trovare Anna nella sua stanza d’hotel e improvvisamente viene assalito dai dubbi: per la prima volta nella sua vita prova un sentimento così forte e autentico per una donna, è di una tale purezza ciò che prova che gli sembra l’unico appiglio rimasto nella sua vita. L’uomo però allo stesso tempo è logorato dalla condizione di clandestinità della sua relazione con Anna e dall’idea che, forse, la sua amata non prova gli stessi sentimenti per lui, soprattutto nei confronti del vero Gurov. La sua paura più grande paura è che Anna sia invaghita dell’idea di un uomo frutto della sua immaginazione perché non le aveva rivelato tutti i dettagli della vita che conduce alla luce del sole.
Ma come faceva ad amarlo così tanto. Le donne lo avevano creduto sempre diverso da com’era, e quindi non avevano amato lui bensì un uomo creato dalla loro immaginazione che avevano inseguito per tutta la vita.
Il racconto si conclude con l’immagine dei due amanti abbracciati nella stanza d’albergo felici di essersi ritrovati, ma allo stesso tempo straziati dalla impossibilità di poter venire fuori allo scoperto e condannati quasi per un sadico scherzo del destino a vivere in clandestinità il loro primo vero autentico amore.
La capacità di Cechov sta nel raccontare i fatti in maniera del tutto impersonale senza giudicare i personaggi, da perfetto osservatore esterno si limita ad osservare e narrare i vizi e i difetti dell’uomo. Anche se l’intera storia è segnata quasi da un totale mancanza di azione dei personaggi , la descrizione degli stati d’animo e di tensione dei due amanti sono perfettamente descritti da Cechov, talmente bene da far provare in prima persona tutte le emozioni e i tormenti della coppia.
Leggendo il finale de La signora con il cagnolino sembra quasi di trovarsi di fronte ad un finale sospeso, non risolto che grazie alla grande capacità dell’autore di scavare nella psiche dei personaggi, lascia libero il lettore di immaginare il finale più giusto per loro, in quanto le storie dei protagonisti sono molto simili alle vicende di ognuno di noi.
Anton Cechov: biografia
Anton Cechov è uno scrittore e drammaturgo russo nato il 29 gennaio 1860 a Taganrog, nella Russia meridionale, da genitori molto poveri. A 19 anni si trasferisce a Mosca e si iscrive alla facoltà di medicina. Durante gli studi mantiene se stesso e la sua famiglia pubblicando racconti umoristici su alcune riviste. Nel 1884 si laurea e comincia a praticare la professione medica. Ma la scrittura resta la sua grande passione: di giorno lavora, e di notte continua a scrivere.
La medicina è sua moglie e la scrittura la sua amante dove rifugiarsi.
Nei suoi lavori fotografa le debolezze e le contraddizioni della borghesia russa di fine ‘800. Col successo delle sue opere e col passare degli anni seguenti Cechov inizia a soffrire di tubercolosi. Malgrado ciò, non rinuncia a scrivere: risalgono a questo periodo alcuni dei suoi racconti più famosi, come Corsia n. 6 e La signora con il cagnolino. Nel 1896 va in scena Il gabbiano, un dramma che racconta un amore infelice. In questo lavoro lo scrittore anticipa alcuni temi del teatro del ‘900: la difficoltà di comunicazione tra gli esseri umani e la solitudine esistenziale che ne deriva.
La produzione di Cechov incontra un grande successo di pubblico, soprattutto negli ultimi anni. Lo scrittore devolve una parte dei suoi guadagni a opere di carità: finanzia alcuni istituti scolastici e offre cure mediche gratuite ai più poveri. Nel 1904, all’apice della fama, si trasferisce in una clinica in Germania, dove spera di guarire dalla tubercolosi. Ma le sue condizioni peggiorano in fretta: muore il 15 luglio, all’età di soli 44 anni. Ancor oggi le sue opere teatrali sono tra le più rappresentate al mondo, e i suoi racconti sono un modello di narrativa.
Ottavio Di Paola
-
Per sole donne: il romanzo di Veronica Pivetti dedicato alle over 40
Per sole donne (2019) è il primo romanzo di Veronica Pivetti pubblicato da Mondadori.
Protagoniste del libro sono cinque donne molto diverse tra loro, con esperienze matrimoniali e di singletudine altrettanto divergenti eppure, tra loro, sono legate da un’amicizia e dalla confidenza che deriva dalla conoscenza profonda l’una dell’altra.
Per sole donne mi ha riportato alla mente il romanzo Dieci donne (2010) di Marcela Serrano. Questi due libri hanno in comune l’universo femminile ma differiscono nettamente nel modo in cui se ne parla e negli aspetti che, le due scrittrici, vogliono evidenziare.
Marcela Serrano punta sull’universalità psicologica delle donne, aggregate da scelte sociali universali come il matrimonio, la procreazione e la frustrazione coniugale che accompagna tutte le sue protagoniste.
Veronica Pivetti, invece, ci mostra un mondo reale femminile fatto di cameratismo pungente che non ha peli sulla lingua nel raccontare gesta sessuali eroiche o fallimentari. Per sole donne ci mostra una fascia femminile presa ancora troppo poco in considerazione: quella delle donne single per scelta e felici di esserlo nonostante l’età e i dettami sociali, che guardano con sospetto questa categoria, difficilmente incanalabile agli occhi di molti.
Un pò come accade alla protagonista di Volevo essere una vedova, l’ultimo romanzo di Chiara Moscardelli (2019).
Le protagoniste di Per sole donne sono donne over 40 che lottano contro la forza di gravità, cui cerca di soccombere il loro corpo, di sesso e di menopausa e raccontano le loro problematiche in modo schietto, irriverente, cinico e divertente.
Era sempre stata serenamente incurante del suo corpo, l’aveva sottovalutato anche quando, una trentina d’anni prima, era bello sodo e geneticamente impermeabile alla forza di gravità. Era una magra felice di esserlo con con una punta di perversa ammirazione per quelle smunte fotomodelle scheletriche che barcollavano sulle passerelle di mezzo mondo, quasi tutte bruttine, spesso malvestite ma magre, magre da morire.
Mai abbastanza ricche, mai abbastanza magre sentenziava Coco Chanel e Adelaide era disperatamente d’accordo con lei, anche se dei soldi non gliene importava granché. Non era certo milionaria, ma avrebbe potuto sfamare svariati figli, se ne avesse avuti. Per fortuna non ne aveva.
Tutte le mattine e tutte le sere ringraziava i suoi ovuli per essere stati così riottosi quelle tre o quattro volte che aveva tentato, senza alcuna convinzione, di rimanere incinta.
Tra le protagoniste di Per sole donne ci sono anche coloro che hanno cercato di non deludere la società inscenando un rapporto a due che però, con gli anni, si è dimostrato fallimentare:
Rosaria sfoggiava un marito retrocesso a coinquilino col quale aveva firmato un patto di non belligeranza che, tutto sommato, reggeva. Dividevano un passato tormentato, un presente dignitoso e due gatti bellissimi che adoravano: Capra e Cavoli.
Per sole donne, contrariamente al titolo che è volutamente provocatorio, è un romanzo adatto anche al sesso opposto perché svela esigenze reali e modi di interpretare la vita, che sono comuni a molte, nonostante risultino essere lontani dai classici stereotipi, ma che vengono svelati solo alle confidenti o alla voce interiore con cui ciascuna di noi si rapporta da sempre.
-
Zia Lidia Social Club vi aspetta con la proiezione di Padrenostro
Zia Social Club, dopo il secondo appuntamento con Miss Marx, vi aspetta con il terzo incontro al Cinema Carmen di Mirabella Eclano previsto per mercoledì 30 settembre alle ore 22:00 con la proiezione di Padrenostro di Claudio Noce.
Per spiegare l’esigenza che ha spinto il regista a girare questo film, Claudio Noce, usa queste parole in un’intervista rilasciata a Cineuropa:
I miei viaggi artistici iniziano sempre dentro di me ma, finora, mi sono occupato di storie che mi interessavano, come i diversi aspetti dell’immigrazione ma senza un’esperienza personale.
Poi sono arrivato al punto in cui ho sentito che se volevo andare avanti come artista, avrei dovuto trovare il coraggio di attraversare un ponte verso una storia in cui fossi in prima persona il fulcro.
Non per ragioni cinematografiche, intendiamoci, ma per sviluppo personale.
Da molti anni volevo raccontare questa storia ma non riuscivo a trovare il taglio giusto: i miei tentativi sembravano sempre troppo privati.
Ho quindi iniziato a spostare la prospettiva su qualcosa di più universale, pur mantenendo l’essenza personale. Il bambino, Valerio, vive la stessa mia infanzia e anche quella di mio fratello.
Padrenostro di Claudio Noce è un film tratto da una storia vera, quella di Claudio Noce, vissuta negli anni di piombo, periodo che si colloca tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 in cui si verificarono diversi atti di violenza nelle piazze in Italia.
Alfonso Noce, padre del regista, era un vicequestore che il 14 dicembre del 1976 subisce un attentato da parte dei Nuclei Armati Proletari. Si intuisce facilmente che vi è un forte elemento soggettivo che permea tutto il film.
Padrenostro: la trama
Siamo a Roma ed è il 1976, Valerio Le Rose è un bambino e figlio di Alfonso, un noto magistrato, che ha subìto un attacco terroristico sotto casa.
Alfonso è un uomo silenzioso, severo e abituato, forse da un’educazione rigida, a tenere per sé le proprie fragilità e debolezze.
Quando accade questo Valerio è sveglio e vive la sua infanzia in uno stato di allerta continuo e nella paura che, da un momento all’altro, possa accadere qualcosa di terribile.
Il sentimento che domina e scandisce tutta la trama di Padrenostro è la paura vista attraverso gli occhi di Valerio dai dieci anni in poi e che in qualche modo, crescendo, non gli dà mai pace, facendolo sentire sempre incompleto e con domande in sospeso nei confronti della sua famiglia e del mondo in cui vive.
Da piccolo, Valerio, vorrebbe chiedere ai propri genitori cosa è accaduto quella notte ma non può per la sua età. Una volta cresciuto non riesce a fare a meno di sentire tutto il peso di una stagione violenta che lui ha vissuto dal vivo e da cui non è riuscito più a liberarsi in modo lucido.
Claudio Noce non realizza un film autobiografico perché lascia nello spettatore numerose domande a cui, volutamente, decide di non dare risposte. Il regista elimina l’elemento realistico, prediligendo una fotografia che offre un mondo onirico e rarefatto perché lo sguardo è quello confuso di Valerio e non di un terzo personaggio che guarda oggettivamente ciò che accade fuori.
Padrenostro è come se fosse la resa dei conti che ha deciso di fare Claudio Noce con se stesso attraverso la realizzazione di un film catartico in cui parlando delle sue paure passate e presenti volesse in qualche modo esorcizzarle e renderle meno intense.
7 comments on Daniele Sepe omaggia Totò
Comments are closed.