Emmakappa/Musa Factory presenta Diventare, nuovo singolo di Francesco Lettieri disponibile nelle piattaforme digitali (distribuito da Believe) e in radio dal 24 marzo.
Il brano segna il ritorno del cantautore napoletano a distanza di più di un anno dalla sua ultima uscita e dalla vittoria del premio Music For Change, di Musicultura e del Premio Bertoli.
Le sonorità di Lettieri sono da sempre a metà tra il pop e il cantautorato: l’anima e il motivo scatenante di ogni brano è il pianoforte. In questa nuova produzione, affidata al producer Joe Santelli, viene contaminato dall’elettronica e da elementi ritmici che anziché diventare mero accompagnamento danno al brano un piglio attuale e presente. La sezione ritmica è affidata alla batteria di Massimo Palermo e al basso di Stefano Amato di Brunori Sas.
Francesco Lettieri spiega così il suo nuovo singolo:
Diventare nasce come una sorta di auto-terapia e affronta il concetto della coscienza di sé. Attraverso trasformazione, evoluzione e cambiamento trova la sua massima espressione.
Francesco Lettieri: chi é?
Francesco Lettieri è un pianista e cantautore napoletano.
Si descrive con queste parole:
Sono il primo di 7 figli, e questa cosa è inevitabilmente finita nella mia musica, l’ha colorata, l’ha arricchita di forti contrasti, di tenerezza, di colori, di giochi giocati con grande serietà. A 8 anni ho letto il mio primo romanzo, divorandolo, e ho risolto subito il problema che si pone ogni bambino: cosa voglio fare da grande? Voglio far provare agli altri quello che mi ha fatto sentire questo libro, voglio emozionarmi ed emozionare, voglio comunicare.
Nel 2018 esordisce con il suo album “l’alieno al cinema”, prodotto dalla Polosud Records, e da allora partecipa a numerosi premi nazionali.
Nel 2019 è vincitore assoluto di Musicultura, dove vince anche il premio AFI e dove gli viene consegnato il sigillo della città di Macerata in qualità di vincitore più votato nella storia di Musicultura.
Nello stesso anno vince il premio Warner Chappell come miglior autore al premio Bindi e il primo premio al premio Pierangelo Bertoli.
Nel 2020 è selezionato tra i 60 semifinalisti di Sanremo giovani, nel 2021 vince il premio Music For Change nell’ambito di Musica contro le mafie, dove vince anche la menzione speciale del Club Tenco e il premio Stream.
Attualmente sta lavorando al suo nuovo album.
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Partezigo: un progetto per scoprire e riscoprire il fanciullino che è dentro di noi
Dal 1 dicembre 2019, al Cinema Partenio di Avellino, ci sarà uno spazio dedicato all’arte e alla cultura, non solo cinematografica, e si chiamerà Partezigo. La sala 4 ospiterà attività, laboratori, spettacoli, concerti, corsi, workshop, happening, eventi, dedicati ai piccoli, ai ragazzi, ai grandi, ai molto grandi… A tutti coloro che hanno dai 5 ai 115 anni, a tutti coloro che vogliono guardare/sentire/scoprire/fare arte e, soprattutto, a tutti coloro che la amano e non vogliono vivere senza.
Arte e linguaggi artistici che incontrano lo spazio e le persone: nell’inarrestabile fluire del tempo, ciò accade da sempre! E con il progetto Partezigo, all’interno di una realtà immaginata e realizzabile, si vuole incoraggiare il divenire e il compimento del significato esperienziale, attraverso il sentire chiarificato e intensificato. Concepita come luogo altro che abbraccia il confine di uno spazio reale per trascendere nell’immaterialità e multidimensionalità delle diverse forme/espressioni/esperienze artistiche, essa persegue l’intento di favorire la comprensione dell’arte e del suo ruolo nella civiltà.
Il manifesto/poetica di Partezigo proclama la necessità di una ricerca personale e collettiva, volta ad investigare l’auto-consapevolezza di ciascuna creatura vivente, nel compimento di un’esperienza estetica (in senso artistico). In opposizione alle condizioni che isolano l’arte e la sua valutazione in un regno loro proprio, in contrasto con coloro che ne hanno annunciato la fine e celebrato la morte, essa si muoverà per partecipare alla creazione culturale di una nuova società, propugnatrice di individui che partecipano al mondo interrogandosi sulla situazione in cui versa la condizione politico-culturale dell’umanità, per scegliere cosa combattere e cosa sostenere nella vita sociale dell’epoca in cui si vive, e persuasi ad instaurare un rapporto positivo con certi valori positivi.
Come ha affermato Marianna Calabrese, presidente dell’associazione Zigarte:
Allo scopo di favorire la comprensione dell’arte e del suo ruolo nella civiltà, si dovrebbe ritornare all’esperienza del corso ordinario delle cose per scoprire la qualità estetica che possiede tale esperienza e non, invece, fornire indizi sulla natura intrinseca dell’esperienza estetica, iniziando ad occuparsi di un oggetto già riconosciuto come opera d’arte e quindi già separato da ogni altra modalità di esperienza. Una concezione dell’arte che cominci dalla sua connessione con qualità colte nell’esperienza comune, sulla base di una trattazione tesa a mostrare che il carattere estetico non deriva in virtù di un’idealità trascendente, ma che è lo sviluppo chiarificato e intensificato di tratti che appartengono a ogni esperienza normalmente compiuta. Il mio filosofo ispiratore è John Dewey che non vuole considerare l’opera d’arte come pura forma isolata e in sé conchiusa, di origine astratta e astorica, concepita da un’idea superindividuale, innata o divina, bensì come la costruzione di un’esperienza integrale attraverso l’interazione tra condizioni ed energie organiche e ambientali.
Rispetto alla questione della cultura in relazione alla dimensione del problema politico, sollevando la prospettiva secondo cui l’instaurazione di una nuova società esigerebbe la distruzione dei valori che dominano attualmente questo agire individuale e sociale, Marianna Calabrese è orientata verso una tesi trasformista: proprio perché l’essere umano nel corso della propria produzione sociale in quanto individuo è indotto a riconoscere e a investire positivamente i valori della società, per spiegare responsabilità, conseguenze, presupposti culturali, che muovono una radicale trasformazione della società, non si può prescindere dal problema della creazione culturale in senso stretto.
Con la poetica della realizzazione dell’impossibilità esploriamo questa prospettiva: far nascere uno spazio culturale articolato, in cui l’equilibrio tra consumo e produzione della cultura renda possibile la creazione e diffusione di significati, per una trasformazione sociale, economica e culturale.
Questo è il primo cartellone Partezigo, quello che chiude un anno per accoglierne un altro.
Partezigo vi aspetta previa prenotazione e prevendita presso il seguente numero: 371 44 54 474 o recandosi al botteghino del Cinema Partenio. Il primo dicembre si terrà il primo evento gratuito in cui si svolgeranno le audizioni per comporre un coro voci bianche.
Non mancate!
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Frank Cancian in mostra a Roma ultima settimana
Martedì 30 novembre, l’ultima settimana di apertura della mostra “Frank Cancian.
Un paese del Mezzogiorno italiano. Lacedonia, 1957”, inaugurata al Museo delle Civiltà di Roma il 10 ottobre 2020 e più volte prorogata.
Si tratta di un evento di eccezione, da non perdere, poiché per la prima volta è stata esposta in sede nazionale una significativa selezione delle immagini in bianco e nero scattate a Lacedonia (Avellino) nel 1957 da Frank Cancian, noto antropologo americano figlio di genitori italiani che ha alternato la sua professione di scienziato sociale con la passione per la fotografia, scomparso in California il 24 novembre scorso. Le fotografie esposte, oltre un centinaio, sono stampate dai negativi originali su carta fotografica in alta qualità.
Le immagini raccontano, con straordinario vigore, la realtà sociale e culturale del piccolo paese irpino nel 1957, anno del soggiorno in Italia del giovane studioso, all’epoca poco più che ventenne, come borsista Fulbright. Esse fanno parte di un fondo composto da 1801 negativi, con relativi provini a contatto, più le note di campo originali redatte tra gennaio e luglio del 1957, che Frank Cancian ha donato alla comunità lacedoniese e che vengono custoditi ed esposti nel MAVI Museo Antropologico Visivo Irpino, fondato a Lacedonia nel 2017 per iniziativa della Pro Loco “Gino Chicone”, con il sostegno dell’Amministrazione comunale e la collaborazione dell’associazione LaPilart.Accompagna la mostra romana un volume realizzato in doppia tiratura italiana e inglese da Postcart per la cura di
Francesco Faeta: “Un paese del Mezzogiorno italiano. Lacedonia (1957) nelle fotografie di Frank Cancian – A Town in Southern Italy. Lacedonia (1957) in Frank Cancian’s photographs”.
Quello che Frank Cancian realizzò a Lacedonia rappresenta secondo il prof. Faeta «uno straordinario studio di comunità attraverso la fotografia, che resta uno dei più rilevanti frutti dell’impegno delle scienze sociali americane, particolarmente negli anni Cinquanta e Sessanta, nel nostro Paese». «Nessun antropologo che abbia studiato il Mezzogiorno d’Italia in quegli anni – sintetizza Faeta nel volume sopra citato – ci ha lasciato un più vivido e completo ritratto di comunità».Nello spazio espositivo vengono inoltre proiettati il documentario pluripremiato “5×7 – il paese in una scatola” di Michele Citoni, che ricostruisce il viaggio in Italia di Cancian nel 1957 e il suo nuovo incontro con la comunità lacedoniese avvenuto 60 anni dopo, e una lunga intervista all’antropologo.
La mostra è realizzata dal Museo delle Civiltà (MuCiv) di Roma e dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (ICPI) del Ministero della Cultura in collaborazione con il Comune di Lacedonia (Av), il MAVI – Museo Antropologico Visivo Irpino, la Proloco “Gino Chicone”, LaPilart e il Museo etnografico di Morigerati (Sa).Hanno dato il loro patrocinio scientifico e culturale: The Fulbright Program, SIAC – Società Italiana di Antropologia Culturale, SISF – Società Italiana per lo studio della Fotografia, Dipartimento di Scienze Politiche – Università degli Studi Roma Tre, Fondazione Un Paese.
Il progetto è promosso e coordinato da Francesco Aquilanti e Luciano Blasco e curato da Francesco Faeta.Orari dell’ultima settimana:
Da martedì 30/11 a venerdì 3/12 ore 8.00-19.00
Sabato 4/12 apertura straordinaria ore 11.00-19.00
Domenica 5/12 ore 8.00-19.00 su prenotazione
Altri dettagli sul sito del Museo delle Civiltà.
Tel.: 06549521 -
Concorso Internazionale Carlo Gesualdo Danza 2023
Concorso Internazionale Carlo Gesualdo Danza avrà dieci stelle della danza internazionale, oltre 1.000 giovani ballerini provenienti da tutta Italia, 11 giurati di caratura mondiale per due giornate che trasformeranno Avellino nella capitale meridionale dell’arte tersicorea.
Il Premio Internazionale Carlo Gesualdo Danza, in programma venerdì 24 e sabato 25 marzo sul palcoscenico del Massimo avellinese, per la sua seconda edizione promette un parterre di valore assoluto.
Il progetto, ideato e fortemente voluto da Guendalina Manzi, direttrice della scuola tersicorea “Esmeralda” di Avellino, vede il maestro Fabrizio Esposito nelle vesti di direttore artistico e la preziosa collaborazione del Comune di Avellino.
Racconta Fabrizio Esposito:
Sarà una serata altamente spettacolare che vivrà di due momenti molto intensi il gala vero e proprio, con tanti ospiti internazionali che danzeranno sul palco del teatro “Carlo Gesualdo” e la consegna dei premi alla carriera a personaggi che hanno dato e danno lustro al mondo della danza.
A cominciare da Stefano Giannetti, star internazionale della danza tra gli anni ’80 e ’90 ed oggi grande coreografo molto apprezzato all’estero, in particolar modo in Germania, dove ha diretto diverse scuole, tra cui la Compagnia di Balletto del Pfalztheater di Kaiserlautern.
Riflettori puntati anche su Angelo Smimmo, altro italiano considerato una star all’estero.
Smimmo, napoletano, dopo aver lavorato fianco a fianco con il maestro Roberto De Simone è sbarcato a Londra dove ha svolto con successo la carriera di danzatore per poi passare alla coreografia e alla regia. Negli ultimi anni ha diretto opere importanti nei più prestigiosi teatri di Londra, Barcellona e Amsterdam.
Venerdì mattina, Angelo Smimmo sarà anche protagonista di un incontro con gli studenti che prenderanno parte allo spettacolo dedicato alle scuole: a loro racconterà i sacrifici ed i sogni di un giovane del sud che ha sfondato nel mondo della danza.
Il riconoscimento Carlo Gesualdo Danza sarà attribuito anche alla coppia di ballerini composta da Claudia D’Antonio e Danilo Notaro, quest’ultimo punta di diamante del Teatro San Carlo di Napoli, di cui è stato la più giovane étoile mai proclamata ad appena 23 anni.
Tra i premiati figurano anche Laura Valente, direttrice del Premio Positano e componente del consiglio di amministrazione del museo Madre di Napoli, una innovatrice nel campo delle arti visive, ambito in cui ha ricoperto ruoli di vertice nella comunicazione delle due più grandi istituzioni teatrali italiane, il San Carlo di Napoli e alla Scala di Milano; e Alfio Agostini, il più importante critico di danza italiano, direttore della rivista Balletto 2000, autore di libri di settore e collaboratore per la programmazione della danza in Rai.
In occasione del Gala che si terrà sabato 25 marzo, di assoluto livello gli interventi artistici che si alterneranno sul palcoscenico del teatro avellinese con le coppie composte dalla prima ballerina del Finnish National Ballet Amanda Pérez Duarte (in sostituzione di Katja Khaniukova) e Francesco Gabriele Frola (English National Ballet), Arianne Lafita e Vittorio Galloro, Lucia Lacarra (Etoile Internazionale) e Matthew Golding (Royal Ballet Londra), Claudia D’Antonio e Danilo Notaro (Teatro San Carlo di Napoli), Maria Cossu e Giuliana Mele (Spellbound Roma).
La giuria del premio sarà presieduta da Valentina Marini, Presidente AIDAP e Orbita Spellbound, e composta da Steve la Chance / Maestro e coreografo internazionale – Vincenzo Macario / Direttore artistico eventi danza, Enrico De Marco / Coreografo e maestro internazionale – Fritz Zamy / Maestro e coreografo internazionale, Roberta Martins / Docente Academy dance Zurigo, Blerina Bela Arbana / Direttore accademia di Tirana, Alfio Agostini / Premio della critica, Giornalista e critico di danza, Lucia Giuffrida / Direttrice professione danza Parma, Vittorio Galloro e Arianne Lafita Étoile internazionali.
Assicura il direttore artistico Fabrizio Esposito:
Sarà un grande Festival che riunirà ad Avellino i più grandi nomi della danza contemporanea e gli studenti che si avvicinano a questo mondo, insomma una due giorni in cui arte e formazione si fondono in un unico percorso attraente e spettacolare.
Il Premio Internazionale Gesualdo Danza prevede un doppio appuntamento: nella mattina di venerdì 24 ci sarà lo spettacolo “GLASS” (Coreografie di Fabrizio e Riccardo Esposito) con l’esibizione di 50 ragazzi tra i 14 ed i 18 anni, aperto al pubblico delle scuole ed allestito dal Progetto di formazione @motion; nel pomeriggio inizieranno le esibizioni di oltre 1.000 ballerini per il concorso nazionale e quello internazionale del giorno dopo. Il programma di venerdì mattina prevede anche Danza contemporanea con la Compagnia Humanbodies (cianchi) e l’esibizione della CPRB Company in “Trois Petit histoires” Coreografie Annarita Pasculli.
Sabato 25 marzo in mattinata si terranno le esibizioni del concorso Internazionale, che vede triplicati i numeri della scorsa edizione, ed in serata il Gala a partire dalle ore 21.00 presentato dalla giornalista Monica Lubinu.
Conclude Guendalina Manzi ideatrice della manifestazione:
Intendo ringraziare sinceramente l’amministrazione comunale di Avellino che ha messo a disposizione il teatro, mostrandosi vicina ad un progetto che trasforma la città per due giorni nella capitale della danza nel Sud Italia.
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