Martedì 4 aprile, ore 21, per l’anteprima esclusiva de Passeggeri della Notte di Mikhaël Hers, con protagoniste Charlotte Gainsbourg e una Parigi anni ’80 ricostruita al dettaglio. Un film che trascina lo spettatore indietro nel tempo, una storia d’amore, di amicizia, coraggio. Le fervide notti parigine raccontate alla radio da instancabili speaker (tra le quali il mito Emmanuelle Béart) e vissute da giovanissimi in cerca di loro stessi.
Si aprono le proiezioni del martedì alla Cineteca di Milano Arlecchino alle 17 con Dancer, documentario del regista candidato all’Oscar Steven Cantor. Il film racconta la vita e la carriera di Sergei Polunin, il “James Dean della danza,” raccogliendo le immagini della sua infanzia, documentando i suoi tanti successi, i tatuaggi, e l’amore con Natalia Osipova.
Alle 19, in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, si terrà la proiezione speciale di Sul sentiero blu, un film di Gabriele Vacis, in collaborazione con CAI, Club Alpino Italiano, che racconta di giovani protagonisti autistici, che insieme ai loro medici ed educatori, percorrono oltre 200 km a piedi in 9 giorni. Un cammino di crescita, tra fatica e divertimento, in cui i protagonisti affrontano ed imparano a gestire emozioni e difficoltà grazie a specifici programmi abilitativi per sviluppare le competenze sociali. Saranno presenti in collegamento ospiti provenienti da realtà legate al progetto e al film stesso.
Dopo la pausa della prossima settimana, l’11 aprile riprende la serie ICONS presentata da Wanted e MUBI Italia – un percorso in 5 film, per 5 serate, dedicata a figure iconiche della cultura contemporanea. Dopo la prima serata di marzo, si prosegue con il secondo appuntamento, The Wolfpack il documentario di Crystal Moselle (2015, 80′) che racconta l’incredibile storia dei fratelli Angulo, costretti dal padre a vivere reclusi in un appartamento di Manhattan, e che trovano la loro fonte di ispirazione e vita nel guardare e recitare i classici del cinema.
Passeggeri della Notte di Mikhaël Hers uscirà nelle sale il 13 aprile.
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Serrocroce al Vinitaly per raccontare un’eccellenza made in Irpinia
La birra Serrocroce al Vinitaly per raccontare ad una platea internazionale un’eccellenza made in Irpinia.Quattro giorni per testare le ultime novità prodotte da Vito Pagnotta, protagonista a Verona, insieme al Consorzio Birraio Italiano, di cui l’imprenditore è tra i soci fondatori.Allo stand D40 del Padiglione C, i migliori birrifici d’Italia si sono riuniti per la celebrazione di un prodotto che da millenni viene preparato con 4 elementi naturali, senza conservanti e coloranti.Serrocroce è l’emblema di questa filosofia green, narrazione profonda della storia di Vito, contadino prima che Birraio. La storia delle sue origini, dei luoghi in cui è nato e delle terre che lo hanno ispirato. Un viaggio ricco di umanità e passione, di cui ogni birra ne rivendica il vissuto in modo fedele e sincero.Luppolo, malto, acqua, lieviti. Serrocroce attinge dalle materie prime del territorio che conferiscono ad ogni nettare sapori unici e profondamente legati alle radici della famiglia Pagnotta, una famiglia di agricoltori, da generazioni dediti alla coltivazione di cereali.Spiega Vito Pagnotta:Quando diciamo di essere contadini prima che birrai è a questo che ci riferiamo al grande legame col profumo della mietitura, al colore dei cereali che cambiano da una stagione all’altra; e ancora, alla lenta ed emozionante attesa delle spighe mosse dal vento e asciugate dal sole, pronte per il raccolto.È bello tornare al Vinitaly e poter raccontare tutto questo. Serrocroce è un prodotto artigianale realizzato con acqua, malto, luppoli e lieviti del mio territorio. Il livello d’eccellenza conquistato negli anni è sicuramente merito di ricerca e sperimentazione, ma le radici sono sempre state la bussola che mi ha orientato in ogni scelta.Serrocroce crea le proprie birre studiandone e realizzandone le ricette con particolare cura nella scelta degli ingredienti. Ogni birra racchiude dentro di sé un profondo rispetto, studio e riscoperta della tradizione brassicola con un approccio moderno e sostenibile. Ed è così che la piccola impresa di Monteverde ha scalato la vetta conquistando anche mercati difficili e premi importanti.Aggiunge Pagnotta:In Serrocroce si evince la capacità tutta italiana di lavorare con elevati standard di qualità dando forma a prodotti originali che sfruttano nella ricetta ingredienti tipici del nostro ricchissimo territorio. Con questo spirito siamo arrivati alla creazione, non solo di birre molto particolari, ma anche di prodotti unici come il nostro amaro di birra e la gelatina di birra.Premio Cerevisia, Best Italian Beer, l’Oscar Green sono solo alcuni dei riconoscimenti ottenuti per le creazioni Serrocroce:Ogni premio ci motiva a spingerci oltre e Vinitaly è stata l’opportunità per presentare al mondo l’ultima sfida, per me la più emozionante perché porta il nome del mio paese: Monteverde – chiosa il birraio.Monteverde è la birra dell’omonimo paese irpino che ha il merito di aver messo in rete gli agricoltori del posto per creare un prodotto irriproducibile se non, in quell’angolo di Irpinia votato storicamente all’arte cerealicola.Una birra artigianale prodotta con luppoli e fiori di luppolo selezionati e raccolti a mano nel luppoleto aziendale. I cereali sono di Monteverde e l’acqua e i lieviti sono prodotti in Irpinia. Inoltre, la produzione in birrificio avviene a porte aperte, in modo che ogni conferitore cerealicolo, esclusivamente di Monteverde, possa vedere o partecipare in prima persona alla cotta. Ne nasce una birra di forte identità in cui emerge complessità e freschezza, equilibrio e vivacità.Prosegue Pagnotta:Monteverde come tutte le birre Serrocroce è un prodotto sartoriale, un prolungamento naturale dell’artigianato italiano. Insieme al Consorzio Birra Italiana abbiamo mostrato l’anima del segmento brassicolo artigianale.Un movimento che sta operando bene: lo si vede dal fatto che sempre più italiani apprezzano le birre e le degustano in abbinamento a grandi eccellenze gastronomiche.Finalmente anche nella birra, come nel vino, si parla di terroir, di valorizzazione del patrimonio di biodiversità di cui il nostro Paese è alfiere internazionalmente riconosciuto.Vinitaly è e sarà sempre una vetrina interessantissima per diffondere una cultura dalle infinite sfumature e uno strumento utile per la promozione del turismo in Irpinia, un tema che mi sta particolarmente a cuore e su cui credo fortemente.Nel corso del Vinitaly Vito Pagnotta ha avuto modo di incontrare esperti di settore, professionisti e associazioni. Masterclass e approfondimenti hanno scandito le ore del birraio. Ogni appuntamento è stato un veicolo per la promozione della cultura della birra artigianale al di là dell’aspetto meramente commerciale.Conclude Pagnotta:L’unione Degustatori Birre ci ha riconosciuto come azienda modello di birra e territorio, di sostenibilità e di radicazione della terra d’origine. Ha riconosciuto nel sorso che per Serrocroce birra e territorio sono la stessa cosa. È per questo che sto investendo in una nuova forma di turismo brassicolo.Spero che la birra possa essere da volano di sviluppo per il mio paese spingendo curiosi ed appassionati a vivere un viaggio esperienziale che è immersione nel tessuto agricolo e nella storia di Monteverde. Si parla sempre di enoturismo Serrocroce a Monteverde ha messo in piedi un progetto turistico a tutta birra per la promozione di un luogo che ha tanto da offrire e raccontare. -
Libreria Casa Naima: un novembre ricco di meraviglie
Il cartellone di appuntamenti di novembre 2022 a Casa Naima “vuol dire crescere insieme, imparare insieme, confrontarci su poesia, letteratura, musica e farlo con persone di ogni età”.
La libreria di San Giorgio del Sannio conferma una visione lunga sugli eventi e sulla costruzione di una realtà culturale forte di radicamento con le persone. Vera Gheno, Antonella Presutti, Carlo La Sala, Raffaele Calvanese, Anna Toscano, Gianni Montieri, i laboratori di pittura, degustazione, disegno, i circoli di lettura dedicati sono solo alcune tappe di un mese da vivere insieme.
Domenico Cosentino, librario, scrittore e editore della ‘round midnight edizione, con Flavia Peluso, libraia, illustratrice e Presidente dell’Associazione Culturale Naima vi attendono alla Libreria Casa Naima: luogo nato con lo scopo di promuovere la cultura sul territorio nei suoi aspetti molteplici: letterari, musicali, enogastronomici.
Una libreria che vuole essere casa e fucina di laboratori culturali e manuali, organizzati per tutte le età, eventi come presentazioni di libri, mostre d’arte e fotografiche, concerti acustici. Una casa che è il punto vendita di materiale tipografico unico (realizzato e dipinto a mano utilizzando materiale riciclato di ogni tipo), marmellate, è una libreria indipendente che mette a disposizione tutte le sue competenze nella selezione di qualità tanto di libri usati che nuovi. Una casa dove accomodarsi e godere di una tisana, un caffè, un frullato o centrifugato.
Casa Naima: gli appuntamenti di novembre
02 Novembre ore 18:30
Dear Virginia Circolo di lettura Femminile – Femminista—
05 novembre ore 18:30
Vera Gheno – presenta
Femminili Singolari—
06 novembre ore 10:30
Laboratorio avvicinamento alla musica bambini 8-12 anni
a seguire ore 17:30 Laboratorio di INTENTO per Adulti—
11 novembre ore 18:00
TRILOBITI circolo di lettura per adulti—
12 novembre ore 18:30
Antonella Presutti presenta “Il rianimatore”13 novembre ore 10:30
Laboratorio Magritte bambini 5-8 anni
a seguire ore 17:00 Degustazione di The con Tatiana Guadalupo—
17 novembre ore 19:00
Circolo di poesia “Nel segreto dell’inchiostro”—
18 novembre ore 19:00
Carlo La Sala recita Bukowski da “Factotum”
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19 novembre ore 19:00
Raffaele Calvanese presenta “Di che cosa parla…”
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20 novembre ore 10:30
Corso di disegno manga ragazzi 9-13 anni
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24 novembre ore 17:00
circolo di lettura per Bambine Ribelli 9-14 anni
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25 novembre ore 19:00
Gianni Montieri e Anna Toscano reading di poesia
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26 novembre ore 17:00
Kamishibai bambini 5-9 anni
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27 novembre ore 10:30
Mindfulness bambini 3-5 anniPER TUTTI GLI EVENTI E’ GRADITA LA PRENOTAZIONE 3343059729
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Se c’è un aldilà sono fottuto: intervista a Simone Isola e Fausto Trombetta
In occasione della chiusura del Premio Mario Puzo, consegnato ai registi del lungometraggio Se c’è un aldilà sono fottuto, abbiamo colto l’occasione per scambiare due parole con Simone Isola e Fausto Trombetta.
Se c’è un aldilà sono fottuto è un lugometraggio su Claudio Caligari che mostra non solo la vita professionale di un regista, che ha avuto difficoltà durante la sua vita, ma ne sottolinea la dedizione e l’amore per il suo lavoro. Il lungometraggio è stato fortemente voluto da Valerio Mastandrea che con Claudio Caligari aveva un rapporto di amicizia e di stima profonda.
La realizzazione del lungometraggio è un atto d’amore che nasce dalla desiderio di far conoscere l’importanza di un regista che, non si sa per quale motivo, non è riuscito a raccogliere i frutti meritati del suo lavoro.
Claudio Caligari: biografia
Claudio Caligari (1948-2015) ha realizzato solo tre film durante la sua carriera lavorativa e stiamo parlando di trent’anni di lavoro. Il regista e sceneggiatore piemontese inizia la sua carriera, a metà degli anni ’70, come documentarista all’interno degli ambienti del cinema indipendente e di ricerca sociale.
Riportiamo le parole di Claudio Caligari per spiegare la sua passione per il cinema:
La passione per il cinema nasce dall’appartenenza alle classi subalterne in un periodo in cui il cinema era ancora lo spettacolo popolare per eccellenza. A vent’anni sono stato rapito dalla Nouvelle vague e dal cinema politico di subbuglio che sentivo aleggiare. Il cinema di quel periodo era un cinema contro ed allora mi son detto: “Ma perchè non posso farlo anch’io?”. Così, e siamo a metà degli anni ’70, anni in cui tutto sembrava si potesse mettere in discussione, ho preso mezzi leggeri ed ho iniziato a girare cose davvero underground, ma pieno di animo ed entusiasmo.
Con questo animo ovvero quello di parlare di un mondo bistrattato e disagiato nasce Amore tossico (1983).
Amore tossico è un film ambientato tra Ostia e la periferia romana e mostra l’insediamento dell’eroina negli ambienti degradati e privilegiati anche da Pier Paolo Pasolini. Il cast è composto da persone prese per strada e che il mondo che vuole mostrare Claudio Caligari lo conoscono bene perché lo vivono in prima persona.
Amore tossico viene presentato alla 40esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, vincendo il Premio speciale nella Sezione De Sica. Il discreto successo sembrava aver dato una svolta alla carriera di Claudio ma non fu così perché la pellicola venne distribuita nelle sale italiane solo ad un anno dalla sua uscita.
Se c’è un aldilà sono fottuto si sofferma su Amore tossico e ci mostra i sopravvissuti all’eroina di quegli anni.
Altro focus di Fausto Trombetta e Simone Isola è sul lungometraggio Non essere cattivo, film uscito nelle sale nel 2015, lo stesso anno in cui è morto Claudio Caligari che non ha potuto assistere alla presentazione del lungometraggio, presentato alla 72esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Non essere cattivo fa aggiudicare a Luca Marinelli il Premio come Miglior attore, ricevendo successo dalla critica.
La lettera a Martin Scorsese di Valerio Mastandrea
Per poter creare movimento mediatico e supportare la realizzazione del film Non essere cattivo, Valerio Mastandrea nel 2014 pubblica una lettera sul quotidiano Il Messaggero, indirizzata a Martin Scorsese, un appello a cui il regista americano non ha mai risposto.
Ecco la lettera di Valerio Mastandrea:
Caro Martino,
ti scrivo per una ragione semplice. Tu ami profondamente il Cinema. In Italia c’è un Regista che ama il Cinema quanto te. Forse anche più di te. Certo non basta amarlo per farlo bene, il Cinema, ma questo signore prossimo ai 70 ha avuto poche opportunità per dimostrare il valore. Quando le ha avute, lo ha fatto. La sua filmografia fai presto a leggerla: Amore tossico, ’83, L’odore della notte, ’98. Ti scrivo perché, dopo tanti anni di resistenza umana alla vita, a questo mestiere e alle sue dinamiche, questo signore ha avuto il coraggio di scrivere un nuovo copione, e di provare a girare un nuovo film. Da circa due anni un gruppo di amici di cui faccio parte lo sta supportando muovendosi nei meandri delle istituzioni e delle produzioni grandi e piccole ottenendo piccoli risultati ma importanti. Attorno a questo film si è creata un’atmosfera molto rara. In tanti lo vogliono fare per rispetto di questo signore e del più alto senso del Cinema e di chi vive per il Cinema. Molte delle eccellenze del nostro settore, hanno espresso la volontà di lavorare gratuitamente o di entrare in partecipazione. Ora, se starai ancora leggendo, ti chiederai: «Allora perché non riuscite a metterlo in piedi?». La risposta a questa legittima domanda ti obbligherebbe a un’altra domanda: «Ma è così difficile fare i film in Italia?». Questo è un altro discorso. Più lungo e più maledettamente ovvio, almeno per noi. Caro Martino questa mia lettera è solo un tentativo che va ad aggiungersi alle centinaia che abbiamo fatto in questi due anni. Non riusciamo a raggiungere una cifra tale per mettere questo signore sul set: che è il suo luogo naturale. Ho pensato: questo signore parla e cita Martino come se fosse un suo compagno di scuola. Conosce il Cinema e soprattutto quello di Martino come lo avessero fatto assieme. A noi mancano tanti soldi per fare questo film. È piccolo ma ne mancano ancora tanti, anche per quel piccolo. Allora io chiedo a Martino di leggere il copione e di guardarsi Amore tossico. Spero che Martino lo faccia, si innamori del Cinema di questo signore e venga qui a conoscerlo, pronto a produrre il suo film insieme a noi che siamo la sua piccola banda che il Cinema lo ama e lo detesta forse per quanto lo ama. Spero che Martino non si offenda per come lo chiamo ma è questo signore che lo chiama sempre così. Ecco, questo ho pensato e questo spero. E anche se questa lettera sarà tradotta e con la traduzione forse si perderà la commozione con cui è stata scritta, sarà stato un altro tentativo a cui ne seguiranno altri magari ancora più folli. Perché il Cinema di questo signore, Claudio Caligari, merita più di quanto è stato fino a oggi. E perché lo ripeto, quanto lo ama Claudio, il Cinema, forse neanche tu, Martino.
A nome della Crew di Non essere Cattivo ti ringrazio per l’attenzione.
La vita professionale ed umana di Claudio Caligari non è stata semplice e questo potrete comprenderlo meglio solo guardando il lungometraggio Se c’è un aldilà sono fottuto.
6 comments on Passeggeri della Notte di Mikhaël Hers: in anteprima esclusiva
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