L’artista poliedrico Riccardo Gaffuri, alias @rigaff1, autore dei già conosciuti “Duels” (duelli) sparsi qua e là per Milano, torna con un’opera ricca di valore sociale in un punto estremamente emblematico della città.
Esattamente alle spalle del Palazzo di Giustizia che si affaccia su C.so di Porta Vittoria, è comparso un nuovo “duello” dedicato proprio a quel senso si legalità ed eguaglianza che questo palazzo dovrebbe custodire e proteggere.
Posizionata sul muro d’angolo tra Via Pace e Via Barnaba, quasi a sorvegliare l’illustre palazzo, si staglia una nuova opera dal titolo “Duel n. 35 – David & Golia” nella quale le riconoscibilissime figure di Falcone e Borsellino, nonostante mimetizzate da abiti e pose non usuali, si mostrano a noi in tutta la loro forza ma anche leggerezza ed ironia.
Il duello, come racconta proprio Riccardo Gaffuri, vuole essere in primis un omaggio alle figure eroiche di Falcone e Borsellino, due uomini che credendo nei valori di giustizia ed eguaglianza, sono arrivati a sacrificare la loro vita proprio per la continuità di questi valori; l’opera è anche una rilettura in chiave contemporanea dei concetti descritti pocanzi, una sorta di “macchina del tempo” che ha riportato questi due uomini in mezzo a noi, dandogli nuove vesti, attuali e giovani.
Due sfrontati street artists che non temono la resistenza del male, non si piegano al sistema ormai corrotto e pervasivo, al contrario con le loro armi fatte di colore ed arte disegnano un grandissimo NO !
Come David, strumento di Dio, sconfisse la malvagità del gigante Golia, allo stesso modo Falcone e Borsellino con il loro sacrificio innescarono un meccanismo di rivolta verso la monumentalità della mafia.
Anche se oggi esistono nuovi meccanismi, nuove leve, nuove fronde d’illegalità e sopraffazione il senso di coraggio e rispetto per la legge di questi due straordinari servitori dello stato rimarrà per sempre ad esempio.
Bisogna precisare che Riccardo non è nuovo ad interventi di sticky art con tematiche sociali quali la lotta alla mafia, infatti sia a Milano che a Catania, come una sorta di ponte ideologico e culturale tra i due capi della penisola, è presente l’opera dal titolo “Duel n. 31 – Courage & Cowardice”, dedicata al Magistrato Giovanni Falcone ed al ricordo della strage di Capaci.
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29esimo Trofeo RiLL: proroga al 20 aprile per partecipare
La scadenza per partecipare al 29esimo Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico è prorogata al 20 aprile 2023.
Il Trofeo RiLL è un premio letterario bandito dall’associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare, col supporto del festival internazionale Lucca Comics & Games e della casa editrice Acheron Books.
Il concorso è dedicato ai racconti fantasy, horror, di fantascienza e ad ogni storia sia (per trama e/o personaggi) “al di là del reale”.
Ogni autore/autrice può inviare una o più opere, purché inedite, originali e in lingua Italiana.
Da un decennio i racconti ricevuti sono oltre 300 a edizione (nel 2022: 371 racconti), scritti da autori/ autrici residenti in Italia e all’estero.
I racconti possono essere spediti, a discrezione di ogni partecipante, per posta oppure in via telematica. Per chi risiede all’estero, è raccomandata la spedizione in formato elettronico.I dieci racconti finalisti del 29esimo Trofeo RiLL saranno pubblicati (senza alcun costo per i rispettivi autori/autrici) in un e-book della collana “Aspettando Mondi Incantati”, curata da RiLL. Inoltre, i migliori 4-5 racconti fra quelli finalisti saranno pubblicati (sempre gratuitamente) nell’antologia del concorso (collana “Mondi Incantati”, ed. Acheron Books), in uscita a Lucca Comics & Games (novembre 2023).
Infine, il racconto primo classificato sarà tradotto e pubblicato in Spagna (su Visiones, antologia annuale di Pórtico – Asociación Española de Fantasía, Ciencia Ficción y Terror) e in Sud Africa (su PROBE, il magazine dell’associazione SFFSA – Science Fiction and Fantasy South Africa).
L’autore/autrice del racconto primo classificato riceverà un premio di 250 euro.La selezione dei racconti finalisti sarà curata da RiLL. Tutti i racconti saranno giudicati in forma anonima (cioè senza che i lettori-selezionatori conoscano il nome dei rispettivi autori/ autrici).
La giuria del Trofeo RiLL sceglierà poi, fra i racconti finalisti, quelli da premiare e pubblicare nell’antologia “Mondi Incantati” del 2023. Fra i giurati dell’edizione 2022 del concorso: gli scrittori Donato Altomare, Mariangela Cerrino, Giulio Leoni, Gordiano Lupi, Massimo Pietroselli, Vanni Santoni, Sergio Valzania; lo sceneggiatore di fumetti e scrittore Roberto Recchioni; il sociologo e autore di giochi Luca Giuliano; l’anglista e saggista Cecilia Barella; la poetessa Alessandra Racca; i giornalisti ed autori di giochi Andrea Angiolino, Renato Genovese e Beniamino Sidoti.Ogni partecipante al 29esimo Trofeo RiLL riceverà in omaggio una copia dell’antologia “QUEL SIGNORE IN SALOTTO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni” (ed. Acheron Books, 2022, collana Mondi Incantati), che prende il nome dal racconto primo classificato del 28esimo Trofeo RiLL, scritto dal modenese Nicola Catellani.
Il libro propone tredici storie: i migliori racconti del 28esimo Trofeo RiLL e di SFIDA 2022 (altro premio bandito da RiLL) e i racconti vincitori di quattro concorsi per storie fantastiche organizzati all’estero (in Australia, Portogallo, Spagna e Sud Africa) e con cui il Trofeo RiLL collabora.Tutti i libri della collana “Mondi Incantati” sono disponibili su Amazon, Delos Store, Lucca Fan Store e nell’Edicola del Fantastico di Fantasy Voice, oltre che (a prezzo speciale) su RiLL.it
Gli e-book della serie “Aspettando Mondi Incantati”, dedicata ai racconti finalisti del Trofeo RiLL, sono invece disponibili nel Kindle Store di Amazon e, come EPUB, su KOBO, La Feltrinelli e Mondadori Store.La cerimonia di premiazione del 29esimo Trofeo RiLL si svolgerà a Lucca Comics & Games 2023, il prossimo novembre.
Per maggiori informazioni si rimanda al bando di concorso, all’e-mail e al sito di RiLL (che ospita ampie sezioni sul Trofeo RiLL e le connesse collane di antologie/ e-book).
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Hi My Name Is Planet Earth And I Will Kill You All di White Ear ispirato alle vicende delle conferenze mondiali sul clima
Disponibile su YouTube il videoclip ufficiale di Hi My Name Is Planet Earth And I Will Kill You All, ultimo singolo del producer pugliese di stanza a Bologna White Ear insieme a Lapè e Fausto Dee estratto dall’album d’esordio “Right Here” uscito il 24 febbraio per Last Floor Studio. Il brano rappresenta un grido di allarme in prima persona del Pianeta Terra contro la superficialità dell’Umanità.
Questo video è chiaramente ispirato alle vicende legate alle conferenze mondiali sul clima. White Ear, dietro un tavolo con sintetizzatori e drum machine, inizia a cantare, ma dalla proiezione dietro di sé capiamo che non si tratta di un concerto quando compare la scritta “Green Wash Convention 2023”, una conferenza per ripulire la reputazione di governi e multinazionali sul tema dell’ambiente, in due parole il noto ‘green washing’, ma su larga scala. L’accostamento appare già ambiguo ascoltando il testo cantato al microfono, in cui a parlare è la Terra in prima persona che minaccia un genocidio della razza umana se questa non cambia il suo stile di vita distruttivo nei suoi confronti. Il protagonista dovrebbe rappresentare un potente senza scrupoli mentre invece il suo discorso sembra essere dalla parte dell’ambiente. Ma allora è un personaggio positivo o negativo? L’intento è proprio quello di confondere i “buoni” coi “cattivi” perché i primi dovrebbero essere coloro che pongono dei limiti ai secondi, ovvero ai giganti del petrolio, ma nella realtà sono le stesse persone. Nell’ultima COP27 la maggioranza dei delegati erano lobbisti del petrolio, e la conferenza in programma per quest’anno sarà presieduta proprio dall’AD di una grossa compagnia petrolifera. Non stupisce quindi che gli obiettivi di riduzione delle emissioni siano sempre più deludenti.
Ad un certo punto nella proiezione compare in collegamento il primo featuring del brano, Lapè, che ci dice che è troppo tardi per piangere e che conoscevamo le conseguenze, ma lo fa in modo spensierato e disinteressato. Ci si rende conto così che la scritta in sovrimpressione “Who cares for the planet” non sta per “Chi si prende cura dell’ambiente” ma piuttosto per “Chi se ne frega dell’ambiente”. Who cares?
Ogni tanto compare un ragazzo incappucciato che sembra voler “hackerare” i sistemi video della conferenza, e infatti lo vediamo ad un certo punto sostituirsi al collegamento video cantando parole molto dirette sul tema. È il secondo featuring (in senso cronologico) del brano, il rapper Fausto Dee, unico personaggio del video ad essere realmente contro il sistema, e lo capiamo quando White Ear prova con le sue macchine ad interrompere il collegamento dell’hacker.Verso la fine la Terra inizia davvero a “parlare” con il suo linguaggio, scatenando delle scosse di avvertimento, ma ancora una volta il fenomeno è ambiguo, perché sembra che proprio White Ear con le sue macchine stia scatenando lo stesso terremoto che lo sbatterà a terra. Come a precisare che sono proprio le persone a capo delle conferenze sul clima a distruggere il pianeta, ma che anche loro ne subiranno le conseguenze.
Una volta uscito il nostro conferenziere, sentiamo un jet che spicca il volo, altra citazione della realtà che sottolinea la beffa oltre il danno: è vero infatti che molti dei partecipanti alla convention usano come mezzo di trasporto dei jet privati, il modo meno ecologico per potersi spostare.
Il video realizzato da Sophie Bémol, regista di tutti i video del progetto White Ear, può fare inizialmente sorridere per l’ironia che ne scaturisce, ma alla fine lascia un profondo senso di rabbia e inquietudine per chi ha a cuore il tema.White Ear: biografia
White Ear è un live-set di strumenti elettronici ed acustici. Suoni e beat sono generati e manipolati in tempo reale in un flusso di brani che si susseguono come in un dj-set, con lente sovrapposizioni e variazioni di velocità.
Le griglie ritmiche e i paesaggi sonori sono spesso suggeriti da campioni tagliati sul momento o frammenti di registrazioni ambientali. Il filo che unisce i diversi momenti della performance è il dialogo tra beat graffianti e giochi di consonanze e dissonanze nati dall’imprevedibilità dei campionamenti. Diversi collaboratori hanno partecipato al disco in uscita “Right here” (Last Floor Studio, CNI Compagnia Nuove Indye) e prendono parte alle esibizioni live. Tra gli ospiti troviamo Vinx Scorza, Giorgia Faraone (alias Femmina), Meike Clarelli e Vincenzo Destradis.
Davide Fasulo, nome all’anagrafe di White Ear, è un polistrumentista e producer brindisino, trasferito a Bologna nel 2001, attualmente impegnato con il quartetto elettro-acustico Dueventi e varie produzioni in contesti diversi come installazioni, performance, sonorizzazione video e incisioni in studio.Dopo gli studi classici, studia jazz con i maestri Nico Menci, Teo Ciavarella e Fabrizio Puglisi. Come compositore di colonne sonore e musicista di scena ha collaborato con diverse realtà teatrali tra cui Oscar De Summa, Teatro dei Gatti, Opificio d’Arte Scenica, Ivano Marescotti, Teatrino Giullare, Teatro Sotterraneo. Tra le attività teatrali più recenti “il Barone Rampante” (2023, regia Riccardo Frati, Piccolo Teatro Milano) e “Lingua Madre” (2021/22, regia Lola Arias, produzione ERT), in questo momento in tour europeo. Durante la sua carriera ha condiviso il palco con artisti di varia estrazione stilistica, tra cui Vinicio Capossela, Mika, Giorgia, Malika Ayane, Fiorella Mannoia, Pasquale Mirra, Ares Tavolazzi, Massimo Manzi, Piero Odorici, Linley Hamilton, David Lyttle, Daniele Di Gregorio, Mirko Guerrini, Marco Tamburini, Christophe Rocher e tanti altri.
Tra il 2004 e il 2009 conduce un ensemble di 10 elementi, la Pan Gea Orchestra, suonando dal vivo per spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche con brani di propria composizione. Tra gli eventi più rilevanti, “Omaggio a Ravel”, una rivisitazione del celebre Bolero che debutta al teatro Astra di Vicenza nel 2007, e la sonorizzazione dal vivo di un medio-metraggio di Charlie Chaplin al festival Strade del Cinema (Torino, 2009).
Nel 2017 ha composto la sigla e alcuni jingle per la trasmissione “Facciamo che io ero” (Raidue, con Virginia Raffaele) al fianco del maestro Teo Ciavarella.
Da sempre coltiva la passione per la musica elettronica, con un’attenzione particolare verso la manipolazione istantanea dei suoni, l’imprevedibilità di fattori random, la ricerca di quegli errori che giocano in contrasto con la severa regolarità delle macchine.
Il 24 febbraio 2023 è uscito l’album d’esordio “Right Here” per Last Floor Studio / CNI Compagnia Nuove Indye. -
Il Conservatorio Cimarosa per la Notte dei Musei
Una maratona di musica da camera all’ex Carcere Borbonico! Ancora suggestioni, contaminazioni e grandi appuntamenti con la musica del Conservatorio di Avellino.
Studenti e docenti della massima Istituzione irpina di Alta Formazione musicale, presieduta da Achille Mottola e diretta da Maria Gabriella Della Sala, saranno i protagonisti della Notte dei Musei, evento che si celebra in tutta Europa.
Dalle ore 16.00 alle 21.30 di sabato 13 maggio, sarà una no stop di concerti di gruppi cameristici – coordinati dai maestri Matteo Parisi e Francesco Venga, docenti di musica da camera e Vincenzo Meriani, docente di violino – tenuti dagli allievi del Cimarosa presso le sale del Museo Irpino, nel complesso monumentale dell’ex Carcere Borbonico, nel cuore della Città (ingresso da Piazza Alfredo de Marsico).L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Museo Irpino della Provincia di Avellino.
Sottolineano il presidente Achille Mottola e il direttore Maria Gabriella Della Sala :
Anche quest’anno il Conservatorio Cimarosa ha aderito con entusiasmo e convinzione al tradizionale appuntamento con la “Notte europea dei Musei”, un’occasione importante per (ri)scoprire i monumenti e i musei del territorio e con le loro collezioni, spesso poco conosciute. L’Ateneo della Musica di Avellino, nello spirito di creare la massima espansione possibile del rapporto tra arte, cultura e musica, propone in questa edizione 2023 una serata speciale dedicata al repertorio cameristico di cui saranno interpreti i nostri talentuosi studenti, formati e sostenuti dalla grande professionalità dei loro docenti.
Notte dei Musei: programma nel dettaglio
Ecco a seguire il cronoprogramma delle esecuzioni nel corso della kermesse.
Nella prima visita guidata al Museo, il Duo Violoncello e Chitarra, formato da Domenico Dipalma e Vittoria Cardone, proporrà di Villa-Lobos, e Mexidinho di Faria; il trio Trio clarinetto, viola e violoncello (Antonio Volpicelli, Francesco Venga e Matteo Parisi) eseguirà il Baryton Trio op.101 in Do Maggiore di Haydn; il Quartetto Fanny (Chiara Scala e Vincenzo Meriani, violini; Marco De Caro, viola; Carmine Mele, violoncello) eseguirà l’Allego moderato e lo Scherzo dal Quartetto n.2 per archi di Borodin.
Dopo la seconda visita guidata, scenderanno in campo Marco De Caro al violino con un movimento della Seconda Sonata per Violino solo BWV 1003 di Bach; seguiranno Duetti per due violini (Chiara Scala, Marco De Caro, Marco Gaggia, Vincenzo Meriani) estratti dalle opere di Hindemith, Bartok e Berio; il duo di Chitarre Ivan Escobar – Krasnoselska suonerà Capricho Catalàn op. 165 e Mallorca (Barcarola) op. 202 di Albeniz e Libertango di Piazzolla; l’Ensemble “D. Cimarosa” conclude questa seconda tappa con il Concerto “Alla rustica” RV 151 in Sol maggiore e il Concerto RV 121 in Re maggiore di Vivaldi, e l’Aria dalla Suite n. 3 BWV 1068.
La terza visita guidata vedrà impegnato il Quartetto Feros (Chiara Tarantino e Chiara Ricciardi, violini; Fiorina Vece, viola; Matteo Parisi, violoncello) interpretare l’Allegro del Quartetto per archi op.20 n. 3 di Haydn e il Contrappunto n. 1 da’ L’arte della fuga di Bach; il Duo Flauto e Chitarra, Giovanni Festa e Antonio Pugliese, proporrà due Arie italiane di Carulli, l’Ensemble “D. Cimarosa” replicheranno i due concerti di Vivaldi e la celebre Aria dalla III Suite di Bach.
Gli studenti impegnati nei quartetti sono della classe di Musica d’Insieme per Strumenti ad Arco del m. Fabio Fausone.
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