Guido Catalano, dopo la raccolta di poesie Ogni volta che mi baci muore un razzista (2017), ritorna nelle librerie con Tu che non sei romantica, un romanzo.
A comunicarlo, attraverso il suo profilo Instagram e sul suo sito ufficiale, è proprio lo scrittore e poeta vivente. Ce lo annuncia così:
Se ti piacciono i gatti questo libro ti piacerà.
In verità ce n’è uno in copertina. Dentro non mi ricordo.
Se ti piacciono i bambini, in questo romanzo c’è un bambino fortissimo.
Se non ti piacciono i bambini puoi saltare i capitoli con il bambino fortissimo: la storia si capisce lo stesso.
Poi in questo libro si parla di guerra, di chimica, di Cinema, di tre ragazze, di me, di te, di poesia, d’amore, di una libraia dai capelli neri e di un tipo che si è perso nel deserto.
Guido Catalano nel 2018 è stato impegnato nel progetto Contemporaneamente insieme, un tour nazionale insieme a Dente. Il video di presentazione che abbiamo scelto è tratto da questo lavoro artistico, in cui i due artisti, in giro per l’Italia, hanno diffuso il loro concetto d’amore in versi e in musica.
Se non conoscete Guido Catalano, probabilmente, è arrivato il momento di farlo. La sua poesia è per tutti, non aspettatevi parole in versi colme di figure retoriche e immaginari che appartengono ad altre epoche. La sua scrittura è fresca, semplice, diretta e moderna e questo non vuol dire che le sue opere non siano profonde e prive di significato.
Tu che non sei romantica: trama
Tu che non sei romantica ha come protagonista Giacomo Canicossa, un poeta di successo, che si ritrova ad avere una vita professionale appagante ma in piena solitudine. L’uomo realizza che, probabilmente, quello che ha non gli basta perché una vita priva d’amore non ha poi tanto senso. I suoi turbamenti e la sua solitudine lo portano ad avere delle allucinazioni.
Dove le allucinazioni condurranno Giacomo lo scopriremo il 12 febbraio, quando Tu che non sei romantica sarà presente nelle librerie.
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Poesie e pensieri di Giorgio Albertazzi
Le poesie di Giorgio Albertazzi si offrono come le sue interpretazioni a teatro: intime e pubbliche allo stesso tempo.
Un diario in versi che attraversa una vita.
L’infanzia evocata, la campagna fiorentina, i legami familiari, le relazioni sentimentali e professionali, la costante presenza della compagna e poi moglie Pia, le figure umane e gli animali della Pescaia emergono qui come un’enciclopedia delle emozioni.
Si compone così il ritratto di un uomo, e di un attore, contraddistinto dalla libertà intellettuale, dall’intensità delle sue passioni e del suo talento.
Giorgio Albertazzi: biografia
(Fiesole 1923 – Roccastrada 2016)
È stato un attore e regista di teatro, cinema e televisione.
Le sue interpretazioni hanno segnato la scena del ’900. Restano nella storia del teatro: I sequestrati di Altona (1960); Amleto (1963, regia di F. Hauser e poi di F. Zeffirelli); Re Nicolò (1980); Enrico IV (1981, regia di A. Calenda); Riccardo III (1983); Memorie di Adriano (1989, regia di M. Scaparro); Lezioni Americane (2000); Diario privato (2005, regia di L. Ronconi).
Per il cinema si ricordano: L’anno scorso a Marienbad di A. Resnais (1961); Ti ho sposato per allegria di L. Salce (1967); Gradiva (1970, con la sua regia); L’assassinio di Trotsky di J. Losey (1972); La nottata di T. Cervi (1974).
Per la televisione: L’idiota (1959), Philo Vance (1974) e, con la sua regia, Jekyll (1969), George Sand (1981), Gli angeli del potere (1988).
Ha diretto Taormina Arte, il Teatro Argentina di Roma e il Magna Graecia Teatro Festival.
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YKO torna ad emozionare con In The Name
Dopo aver calcato i più importanti palchi d’Europa, Russia e Regno Unito come opening act di band di fama internazionale tra cui Evanescence, Disturbed e Vanilla Sky, il cantautore campano dall’animo multietnico YKO torna ad emozionare con “In The Name”, il suo nuovo singolo.
Scritto da Giacomo Bove e arrangiato dallo stesso interprete, il brano è una suggestiva e commovente catarsi musicale, avvalorata dall’intensità emozionale di una vocalità inconfondibile che accarezza anima e cuore per risvegliare la mappa sensoriale insita in ciascuno di noi, con l’intento di condurci ad una maggior consapevolezza, alla presa di coscienza, reale e sincera, del nostro ruolo nel mondo, scardinando gli alibi e i pretesti dietro cui ci nascondiamo per sfuggire ed evitare di far fronte alle nostre responsabilità.
Una deflagrazione interiore che, mediante la minuzia e la finezza di un testo saturo di poesia, tramuta un urlo silenzioso in un boato condiviso, capace di scuotere le coscienze per ricordarci che la tendenza umana a giustificare ogni atto di violenza, fisica, psicologica, ambientale, è solamente la vile maschera dietro cui si cela l’agire di ciascuno di noi prima che si identifichi in condotta collettiva, quell’insieme di comportamenti sociali contro cui siamo soliti puntare il dito, elidendo dalla traiettoria incriminata il nostro stesso operato quotidiano.
Attraverso un’ineccepibile analogia tra il combattere per il desiderio di farlo, quella sete di potere insita da sempre nell’uomo, e l’attribuire la propria attitude oscura e malvagia in nome di una causa più grande – «maybe I’m going in God’s reign, just ‘couse I’ve killed in God’s name» («forse andrò nel regno di Dio, solo perché ho ucciso in nome di Dio») -, YKO pone in raffronto l’inclinazione personale all’azione di facciata, scandagliando le dinamiche in cui ci rifugiamo anziché riconoscere le falle delle nostre scelte, evidenziando il triste, ma fortemente realistico, spaccato in cui ogni essere umano predilige raccontare a se stesso ciò che lo distoglie da colpe e peccati, anziché guardare dritta in faccia e affrontare la propria condizione, da sempre in bilico da tra luce e ombra.
Una denuncia in musica, ma al tempo stesso uno stand-by spazio-tempo, il sollievo dal mondo di cui mente e corpo necessitano per ricongiungersi alla loro vera essenza, come lo stesso YKO spiega:
In The Name è la trasposizione musicale di ogni scusa, di ogni attenuante, che l’essere umano utilizza da sempre per giustificare qualsiasi atto di violenza. È un grido silente di protesta verso ciò che l’uomo prova a distruggere ogni giorno, ma al contempo si pone come una sorta di catarsi, di purificazione, per consentirci di ricongiungerci alla parte più ancestrale di noi.
Come la preservante calma delle onde del mare può smuovere una roccia e modificarne linee e tratti, allo stesso modo, “In The Name” è un pacato ma viscerale flusso di pensieri, emozioni e sentimenti, che si staglia nel profondo dell’ascoltatore sin dalle prime note, per giungere ad una dimensione ancora più intrinseca e modificarne azioni, atteggiamenti e comportamenti.
Conclude YKO:
In The Name è la mano insanguinata di un soldato che stringe l’erba per l’ultima volta tra le grida e il dolore. È l’esitazione della mano che affonda il ferro nella carne. È il rumore di mille passi nel fango che schizza fino alla faccia. È il suono che fanno i sovrani quando cadono e gli dei quando crollano.
Un pezzo in grado di sfiorare e travolgere le corde più intime del sentire umano, consentendo una totale immersione nelle proprie azioni, nel proprio modo di pensare, vedere, percepire e conseguentemente agire, in un face to face potentissimo con il giudizio più crudo e diretto di tutti, quello che la parte più incontaminata di noi dà ad ogni altro frammento della nostra anima.
“In The Name”, riconferma la caratura artistica di YKO, un cantautore sensibile e intensissimo, le cui release si distanziano da categorizzazioni ed etichette, per abbracciare il suggestivo e armonico intreccio di sonorità Irish, country e folk-rock, capace di evidenziare una cifra stilistica fortemente identificativa, che sa coniugare tutte le innumerevoli influenze musicali del suo autore in un patchwork unico e originale. Un tuffo nell’oceano dei sentimenti, un meraviglioso viaggio introspettivo tra cadute, risalite e la speranza di ritrovare quello che eravamo, per costruire, giorno dopo giorno, quello che saremo.
YKO: biografia
YKO, pseudonimo di Enrico Bellotta, è un cantautore, musicista e compositore campano classe 1985. Affascinato dall’unione indissolubile di note e parole, muove i suoi primi passi nel mondo della musica sin da piccolo, prendendo parte a diverse formazioni, tra cui i Fireyed e i Belly Bluster, band con le quali acquisisce e sviluppa un’incredibile padronanza della sua vocalità, intensa ed incisiva, oltre che una presenza scenica unica e inconfondibile.
Nel 2015, con i Fall Has Come, calca i più importanti palchi europei, dalla Scozia alla Spagna, passando per l’Austria, l’Ucraina e la Romania, sfiorando ed emozionando anche le platee russe e quelle del Regno Unito, in qualità di opining act di artisti di fama internazionale come gli Evanescence, i Disturbed, i Yellowcard, i Kongos, i Vanilla Sky e i Tigertailz.
Quattro anni dopo, nel 2019, dà il via al suo progetto solista sotto il nome di YKO, iniziando a comporre brani originali e lontani da classificazione di genere e trend; un suggestivo e armonico intreccio di sonorità Irish, country e folk-rock, evidenziando una cifra stilistica fortemente personale, in grado di coniugare tutte le sue innumerevoli influenze, assorbite nel corso degli anni.
Le release di YKO sono un tuffo nell’oceano dei sentimenti, un meraviglioso viaggio introspettivo tra cadute, risalite e la speranza di ritrovare quello che eravamo, per costruire, giorno dopo giorno, quello che saremo.
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14esima edizione Strane Coppie in festival
Sarà il viaggio il tema conduttore di Strane Coppie in Festival, 14esima edizione della rassegna culturale organizzata a Napoli da La linea scritta Laboratori di Scrittura e coordinata dalla scrittrice Antonella Cilento, con un programma di quattro date: sabato 17 e domenica 18 settembre, giovedì 20 ottobre e giovedì 24 novembre, nello storico Monastero delle Trentatré nel cuore antico della città (Via L. Armanni, 16).
Quindici gli eventi gratuiti in programma: 6 incontri di letteratura con la partecipazione di attori e musicisti, 3 concerti, e 6 laboratori esperienziali di scrittura, segno, colore, meditazione, drammaturgia e quelli di lettura dedicati in particolare al romanzo contemporaneo tedesco e spagnolo.
Strane Coppie in Festival: programma
Particolarmente fitto il programma delle prime due giornate con eventi a partire dalle 10:00 fino alle ore 21:00.
Per gli incontri di letteratura si inizia sabato alle ore 11 con La musica del sogno: un appuntamento dedicato al fantastico ed esotico mondo di Giacomo Puccini e dei librettisti Giacosa e Illica, Praga, Adami, con Marta Morazzoni e Paolo Coletta, letture di Fabio Cocifoglia e musica di Paolo Coletta. Si proseguirà alle ore 18, con Visioni, dialogo tra Giuseppe Montesano e Marinella Mascia Galateria sul realismo magico di Massimo Bontempelli messo a confronto con il tedesco E.T.A. Hoffman, accompagnato dalle letture di Orlando Cinque e la musica di Francesco D’Errico.
Domenica 18 alle ore 12, si viaggerà nella Fantascienza e fantastico al femminile insieme a Laura Bosio e Giuliana Misserville con letture di Gea Martire e musica di Paolo Coletta che racconteranno la letteratura di Ursula K. Le Guin & Silvina Ocampo. Nel pomeriggio, ore 18, con Demetrio Paolin e Bruno Arpaia, si partirà alla volta della Germania, del Cile, della Bulgaria e della Spagna alla ricerca degli scrittori Javier Cercas, Daniel Kehlmann, Benjamin Labatut, Georgi Gospodinov con l’incontro intitolato Scienza, Memoria&Storia. Quattro Scrittori, le letture di Fabio Cocifoglia e la musica di Paolo Coletta.
Il viaggio nella musica sarà un altro importante momento del festival. Oltre ad accompagnare i dialoghi sulla letteratura, i compositori e pianisti Paolo Coletta e Francesco D’Errico saranno anche i protagonisti di 3 esibizioni ispirate al tema del viaggio: sabato alle ore 12.30 Paolo Coletta e la cantante Daniela Fiorentino con Puccini, in te ravviso; alle ore 20, Francesco D’Errico Trio con Francesco d’Errico al pianoforte, Marco de Tilla al contrabbasso e Marco Fazzari alla batteria. Infine, domenica alle ore 20, lo speciale concerto di Francesco d’Errico e Tommaso Rossi al flauto sul repertorio musicale di Massimo Bontempelli, mai eseguito dal vivo negli ultimi 80 anni.Strane Coppie in Festival è anche laboratori. Ad aprire il festival sabato sarà il laboratorio di meditazione en plein air, Il viaggio nel cuore, condotto da Rosaria Maglio Aditi e Titti Capezzuto Ma Dyan Leela.
Visioni, percezioni, segno e colore, inquadratura e gesto saranno i focus del laboratorio L’immagine parlante condotto da Iole Cilento, mentre alla lettura saranno dedicati i laboratori di sabato e domenica Viaggio attraverso il romanzo contemporaneo tedesco e spagnolo, condotti da Domenico Esposito, Claudia Moschetti e Michela Panichi, vincitrice del Premio Campiello Giovani 2020.
Antonella Cilento, insieme a Iole Cilento e Rosaria Maglio Aditi condurrà domenica mattina il Laboratorio di scrittura, meditazione e arti visive in cui le arti si fondono e integrano: meditare, disegnare e scrivere. Il corpo in gioco con tutte le sue percezioni, emozioni e vibrazioni calato nell’immediata registrazione del segno e del colore e nella sua trasformazione in parola narrata.
Chiude l’intenso ciclo di laboratori, domenica pomeriggio, quello dedicato alla drammaturgia, condotto da Stefania Bruno che propone un assaggio di quel che serve per viaggiare con personaggi, azioni e parola.
Dopo il fine settimana del 17 e 18 settembre, il Festival proseguirà con gli incontri di letteratura di giovedì 20 ottobre con Claudio Piersanti e Giorgio Van Straten che racconteranno il viaggio verso l’età adulta narrato da Romano Bilenchi e Frances Hodgson Burnett; e giovedì 24 novembre con Melania G. Mazzucco e Anna Toscano, sulle donne viaggiatrici d’altri tempi: Madame de Staël, Matilde Serao, Sybille Bedford, Fausta Cialente.
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