Il video di “Io sono fatto di cera”, brano tratto dall’album “Spirale” di Antonio Preziosi, giornalista di Avellino. Il rapper, in arte “Il Cervello”, tramite un sottogenere del metal, tocca tematiche attuali come la solitudine e la paura dell’avvenire tra le nuove generazioni.
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San Valentino 2021: Cantina Aminea dedica una scatola personalizzata
Per San Valentino 2021 l’azienda Cantina Aminea dedica Valentine Wine Box, un’idea semplice ma efficace composta da una scatola di legno dove è possibile far incidere all’esterno e far serigrafare sui calici in vetro i nomi della coppia.
Cantina Aminea: i vini
La Cantina Aminea gestita dalle sorelle Tortora che si trova nel cuore pulsante dell’Irpinia enologica: a Montemarano.
L’aziende produce diverse tipologie di vini che si adattano a tutti i palati.
Per chi ama i vini strutturati l’azienda produce il Monsignore Irpinia Aglianico DOC. Un vino strutturato, corposo e persistente con tannini ben presenti.
Sarracino Fiano di Avellino DOCG è un vino raffinato ed elegante, dotato di una acidità equilibrata e un interessante finale fruttato.
Calore Greco di Tufo DOCG è un vino bianco strutturato con un’ottima acidità, grande struttura e una mineralità spiccata.
Tre Rupi Irpinia Falanghina DOC è un vino facile da abbinare, fresco e con un piacevole retrogusto fruttato.
Ogni giorno è quello giusto per dedicare un piccolo pensiero a chi si vuol bene.
Cantina Aminea: informazioni
Cantina Aminea è stata fondata nel 1890.
Oggi è un’azienda con una gestione tutta al femminile che è dedita all’attività della viticoltura secondo regole e metodi tramandati da quattro generazioni. I vini dell’azienda possiedono nei propri nomi la vocazione del luogo: Sarracino, Calore, Tre Rupi e Monsignore corrispondono agli elementi territoriali che influenzano la qualità delle uve e grazie ai quali il vino prende vita.
Bere un bicchiere di Vino Aminea significa assaporare un pò dell’Irpinia.
Valentine Wine box è un modo per presentare e far conoscere agli appassionati del vino una chicca dell’Irpinia, cogliendo l’occasione per dedicare un pensiero speciale a qualcuno e per brindare nonostante tutto.
Quest’anno infatti i festeggiamenti saranno più sobri e intimi e senza avere la possibilità di uscire fuori per festeggiare.
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Titina la magnifica di Domenico Ingenito e Francesco Saponaro al Trianon Viviani
Titina la magnifica di Domenico Ingenito e Francesco Saponaro è liberamente ispirata al libro Titina De Filippo. Vita di una donna di teatro (1984) di Augusto Carloni pubblicato da Rusconi libri.
Titina la magnifica racconta e omaggia la vita di una delle maggiori protagoniste della scena italiana del ventesimo secolo: Titina De Filippo.
Il testo, scritto a quattro mani da Domenico Ingenito e Francesco Saponaro, è liberamente ispirato, in massima parte, dalla biografia di suo figlio Augusto Carloni: Titina De Filippo. Vita di una donna di teatro.
Ripercorre alcuni avvenimenti centrali della sua parabola artistica ed esistenziale, seguendo una linea cronologica che ci conduce dall’infanzia fino agli ultimi anni, quando, obbligata ad allontanarsi dalle scene a causa di una grave malattia al cuore, cominciò a dedicarsi alla pittura e ai collages.
Attraverso una scrittura evocativa si dà voce non solo alla crescita di Titina artista, ma anche al suo privato di madre, sorella maggiore e moglie.
Un’intima stanza di memorie che ci offre la possibilità di ritrovare gli incontri straordinarî avuti dalla “magnifica attrice” con alcuni dei suoi maestri e compagni di scena: da Eduardo Scarpetta a Eduardo e Peppino De Filippo, da Totò a suo marito Pietro Carloni.
Arrivare alla semplicità, all’umanità drammatica e bruciante,
senza artificio ma con dignitosa aristocratica linea d’artista
è cosa estremamente difficile, che esige enormi fatiche e grandi rinunce:
e io non so se ci sono riuscita.
Titina De Filippo
Titina De Filippo è stata un’artista dei superamenti, ben oltre la condizione di compagna e sorella d’arte.
Personalità affascinante, ricca di interessi ma anche di private fratture esistenziali, ha saputo coniugare il suo sguardo indipendente a una poliedrica vivacità creativa. Si è confrontata con la nuova fisionomia assunta dalla donna contemporanea in un’intesa profonda con tutte le sue «personagge».
Sin dagli esordi ha sentito la necessità di una «stanza tutta per sé» in cui sperimentare il suo particolare percorso di interprete tra teatro e cinema, di autrice di gustosi atti unici, soggetti cinematografici e sceneggiature, poesie, collage e olii.
Maestra d’arte al fianco di grandi compagni di scena, Titina è stata Filumena, ma non solo Filumena, come cercò di rammentare in quello straordinario numero di varietà in coppia con Mario Riva per Il Musichiere della Rai nel 1959.
Spiega Francesco Saponaro:
Per raccontarla – al riparo dall’orizzonte filologico e imitativo – abbiamo scelto la tecnica compositiva dei collage a lei tanto cara, lavorando per frammenti, sketch, poesie e squarci autobiografici, in una rapsodia che tratteggia la figura di una donna-artista che ha illuminato il panorama culturale italiano del Novecento.
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Solo storie di sesso di Francesco Pacifico
In molte narrazioni contemporanee il sesso è raccontato dentro gli schemi rodati dell’iniziazione e della perdizione.
Per quanto apparentemente distanti, questi due modi sono le due facce di una stessa medaglia: è difficile raccontare persone adulte che hanno esperienze sessuali (più o meno convenzionali) senza nasconderle dietro prudenti forme di pudore narrativo.
In questa raccolta troviamo invece storie di persone che sviluppano un proprio linguaggio del sesso – e del rapporto di coppia inteso nel senso più ampio e più profondo – scoprendo un modo diverso da quello tradizionale per connettersi agli altri.
Questi racconti vanno ostinatamente contro una concezione patriarcale della coppia e una visione proprietaria del sesso e dell’amore. Senza nessuna ricetta, e pure nessun ritorno agli anni settanta, Francesco Pacifico si avventura in un’indagine sincera e radicale sulle colonne d’Ercole della monogamia.
Dimenticando i falsi tabù, Solo storie di sesso trascina così il lettore in un’utopia postorgasmica e lo porta a esplorare tutto lo spettro di possibilità che si apre tra il senso di proprietà e il solipsismo: un modo diverso di godere.
Francesco Pacifico: biografia
Francesco Pacifico (Roma, 1977) collabora con la Repubblica, Domani, n+1 e ha fondato la rivista Il Tascabile di Treccani.
Ha esordito nel 2003 con Il caso Vittorio (minimum fax), cui sono seguiti 2005 dopo Cristo (Einaudi, 2005 – insieme a Nicola Lagioia, Christian Raimo e Francesco Longo, tutti dietro lo pseudonimo di Babette Factory), Storia della mia purezza (Mondadori, 2010), Le donne amate (Rizzoli, 2018), e i saggi Seminario sui luoghi comuni (minimum fax, 2012) e Io e Clarissa Dalloway (Marsilio, 2020).
Il romanzo Class, pubblicato da Mondadori nel 2014, è stato poi riscritto in inglese, entrando nella lista dei “Libri dell’anno 2017” dei critici del New York Times, e quindi riproposto in italiano nel 2021.Ha tradotto, tra gli altri, Francis Scott Fitzgerald, Dave Eggers, Ralph Ellison e Hanya Yanagihara.
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