Il segretario Giuseppe Di Guglielmo, in un’ampia intervista, descrive la strategia dei democratici in vista delle prossime amministrative. Dalle future alleanze al possibile candidato sindaco per la città, via Tagliamento vuole aprirsi a tutto il centrosinistra e non più chiudersi a riccio, rivolgendo più di un semplice sguardo anche a Luca Cipriano, fondatore del movimento civico Mai Più.
Per quanto concerne le divisioni interne, l’intenzione è superare ogni spaccatura tra simpatizzanti del presidente del Consiglio regionale e fedelissimi del deputato Umberto Del Basso De Caro.
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Provincia di Avellino: linee programmatiche di governo 2021-2025.
L’introduzione della legge di riforma delle Province (c.d. Legge Del Rio n. 56 del 7 aprile 2014) ha generato grandi incertezze normative e restrizioni finanziarie che hanno fortemente compromesso il ruolo di questi enti ed in particolare l’efficacia di alcuni servizi essenziali ai cittadini, a partire da viabilità ed edilizia scolastica. Le ultime leggi finanziarie hanno finalmente impegnato risorse che se pur non sufficienti, hanno ridato valore a questi enti di prossimità e di Area Vasta; per questo, l’occasione del rinnovo del Governo provinciale, rappresenta il primo passo avanti per restituire il giusto rilievo a quelle funzioni fondamentali ancora attribuite a questi enti e garantire risposte adeguate ai bisogni delle comunità irpine. La Provincia di Avellino ha dimostrato negli ultimi anni di essere virtuosa, pur tra ristrettezze di bilancio e carenze di personale. Non si è registrata, tuttavia, una visione di sistema e di progetto territorio, fatta eccezione per qualche sporadico episodio, che fosse davvero efficace.
L’assenza di una responsabile programmazione, basata sui principi della condivisione e della sussidiarietà, in relazione alle funzioni attribuite dalla legge su temi di grande sensibilità sociale e di diretto interesse dei cittadini quali la viabilità, l’edilizia scolastica, i trasporti, l’ambiente, la pianificazione territoriale, renderebbe ancora più grave il vulnus che si è creato fra cittadino e rappresentante politico. La distorsione del principio democratico di elezione dei propri rappresentanti (eletti che nominano altri eletti), ha indebolito gravemente quel vincolo elettorale e di risultato tra cittadino ed eletto che assume, invece, un valore essenzialmente morale, prima ancora che politico, nei confronti delle persone che si trovano ingiustamente escluse dalla possibilità di scelta.
Da ciò scaturisce la necessità di riportare la politica, grande assente degli ultimi anni, alla guida della Provincia di Avellino, agendo in assoluta discontinuità con la gestione dell’amministrazione uscente, costruendo un percorso identitario, basato su principi riconoscibili e col fine ultimo della tutela delle comunità irpine e del rilancio del territorio. Nessuna comunità potrà e dovrà essere dimenticata, come nessun’altra sarà privilegiata; ogni sindaco troverà disponibilità all’ascolto perché non saranno i muri, ma i ponti a caratterizzare questo mandato amministrativo.
I consiglieri saranno messi nella condizione di avanzare proposte e dialogare in modo costruttivo, pur non dimenticando la sostanziale differenza di ruolo tra i rappresentanti di forze politiche che hanno sostenuto la candidatura del Presidente eletto e coloro i quali, legittimamente, hanno compiuto scelte diverse.
Sarà necessario un percorso programmatico e strategico, nonché una visione della Provincia che devono essere sanciti in un vero e proprio “patto di governo” che leghi, alla luce del sole, il Presidente, i sindaci e gli amministratori tutti, oltre che tutte le parti sociali ed imprenditoriali del territorio.
Linee Programmatiche
Le linee programmatiche possono essere riassunte nei seguenti punti:
- Assicurare alla Provincia di Avellino una visione prospettica, favorendo finalmente il consolidamento di un ente che, nel rapporto con la Regione e lo Stato, diviene “soggetto di regia” dello sviluppo territoriale, «Casa dei Comuni», ponendosi al servizio del territorio, attivando processi di «amministrazione condivisa» nonché di supporto tecnico, anche con l’ausilio di nuove figure altamente specializzate, individuate attraverso un trasparente reclutamento, in sintonia con le azioni intraprese dal Ministero della funzione Pubblica.
- Garantire attraverso una pianificazione razionale ed equa, per ambiti di intervento, un graduale e definitivo riassetto della rete viaria provinciale, basato anche su un programma quadriennale che consenta di pianificare gli interventi sulla gran parte dei 1600 km di viabilità e che segua criteri oggettivi di priorità. Attualmente ci sono storture inaccettabili sui ritardi di programmazione e messa in cantiere delle opere (la segnaletica, ad esempio, viene contrattualizzata ogni anno in primavera, dopo che la nebbia che colpisce in inverno, specie i territori di altura, è ormai scomparsa). Secondo il principio sussidiario e di partenariato, occorrerà favorire, inoltre, l’azione diretta dei Comuni attraverso la sottoscrizione di convenzioni o protocolli d’intesa che consentiranno, da un lato, una maggiore celerità nella realizzazione degli interventi, da un altro, un più efficace e diretto controllo sulla qualità dei lavori. Riguardo ai viadotti, va completata la progettazione e la programmazione di tutti i ponti compresi nella viabilità provinciale. Affianco all’avviata attività di monitoraggio e di verifica della stabilità dei ponti, si dovrà procedere ad uno screening puntuale e metodologico anche con tecniche innovative digitali, sia sull’analisi degli interventi necessari che su un piano di manutenzione temporale, raccogliendo tutte le informazioni tecniche del manufatto all’interno del “fascicolo della infrastruttura” e candidando progetti specifici sui fondi del PNRR (Misura 3 del Recovery Plan: “…..introdurre sistemi digitali di monitoraggio da remoto per la sicurezza delle arterie stradali e conseguenti urgenti opere per la messa in sicurezza arterie stradali, ponti e viadotti ammalorati”).
- Aumentare la capacità di investimento sull’edilizia scolastica, soprattutto sulla messa in sicurezza degli edifici, completando la dotazione progettuale esistente facendosi trovare pronti per l’impiego delle risorse del PNRR sulla Misura specifica “3 Riqualificazione o ricostruzione in chiave di efficienza energetica e antisismica” e realizzando intelligenti operazioni di razionalizzazione della spesa, superando anche le criticità sugli interventi di manutenzione ordinaria affidati ai dirigenti scolastici, collaborando con loro in modo costruttivo. Predisporre un intervento strategico e straordinario sul monitoraggio e la verifica di tutto il patrimonio scolastico fino all’adozione del “fascicolo del fabbricato” che comprenda anche un programma di manutenzione e verifica scadenzato, oltre a tutte le informazioni sulla vita dell’edificio. Seguendo sempre il principio della sussidiarietà e della responsabilità, è necessario favorire un dialogo costruttivo fra Comuni interessati, dirigenti scolastici, rappresentanti degli studenti, attivando anche forme innovative di comunicazione e informazione. Gli investimenti avviati sui “Poli Formativi di Eccellenza”, a partire dal polo enologico di Avellino, devono essere ripresi, rivalutati e strutturati in una prospettiva di “sistema” attraverso la realizzazione di un campus diffuso di altissima formazione coinvolgendo Comuni, università, istituti culturali, mondo delle imprese, CIRPU, favorendo da un lato la conoscenza a livelli di eccellenza e da un altro agevolando i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro. Questa missione, pur non essendo precipuamente nelle funzioni proprie della provincia, dovrà inserirsi nel contesto della valorizzazione del territorio e dell’istruzione, con formale intesa con la Regione Campania.
- Definire, attraverso una caratterizzazione di “indirizzo” la partecipazione della Provincia agli enti sovracomunali o strumentali non legandola alla titolarità del presidente o alla “delega” ma ad una precisa scelta che tenga conto di motivazioni coerenti con gli indirizzi politici-programmatici assunti, nell’interesse preminente dei cittadini, soprattutto per quel che riguarda l’Alto Calore, Consorzio ASI e Irpiniambiente. Su Irpiniambiente apro e chiudo parentesi: Occorre da parte della Provincia un rinnovato sistema di controllo sulla gestione. Irpiniambiente è “patrimonio” della Provincia, ma, prima ancora, della intera comunità irpina. Un patrimonio che va salvaguardato per farci trovare pronti nel momento in cui l’Ente d’Ambito dovrà avviare le procedure e le scelte rispetto alla scelta del gestore unico.
- Rivalutare gli aspetti legati alla pianificazione urbanistica territoriale con particolare riferimento al P.T.C.P. e ad un opportuno aggiornamento, soprattutto per quanto attiene la coerenza dei piani comunali a detto strumento, recuperando un protagonismo ed un’autorevolezza di indirizzo rispetto a scelte di singoli Comuni che possono incidere negativamente su aspetti di sviluppo interessanti territori contigui o più vasti, addirittura in contrasto con le vocazioni indicate nel piano medesimo; Anche in relazione all’energia e allo sfruttamento del territorio, affiancare la Regione rispetto a scelte all’interno del PEAR e Piano Paesaggistico che non stravolgano la vocazione territoriale o compromettano la salvaguardia del paesaggio irpino soprattutto sul tema dell’energia rinnovabile. Anche nelle azioni di programmazioni di area vasta avviate da alcuni enti territoriali, la Provincia deve impegnarsi ad assumere ruoli di coordinamento e di ottimizzazione di processi di sviluppo complessi e sistematici, sul principio di proposta dal basso e verso obiettivi di “smart land” innovativi. I principi che dovranno ispirare la pianificazione territoriale dovranno basarsi sullo sviluppo sostenibile, la tutela dell’ambiente e la coesione territoriale, con lo scopo di migliorare la qualità di vita delle popolazioni presenti e future
- La Provincia, nell’ambito della funzione di ente di area vasta e di coordinamento sullo sviluppo del territorio, dovrà elaborare quei Progetti Strategici che si collocano a un livello di maggiore complessità e si propongono di implementare alcune visioni di medio e di lungo periodo, soprattutto nel campo delle infrastrutture. Va ripreso e rilanciato il “Patto per lo Sviluppo” della Provincia di Avellino, completamente scomparso dall’agenda politica provinciale degli ultimi anni e che deve essere, invece, un luogo all’interno del quale tutti gli attori dello sviluppo del territorio (istituzioni, parti sociali, associazioni, rappresentanti dei soggetti produttivi ed economici, sindacati, scuole, ecc.), in una dialettica di proposta e di analisi e non di mera denuncia delle problematiche, debbono cooperare affinché, a partire dai grandi progetti della piattaforma logistica della Valle Ufita, dell’Alta Velocità, dell’Area Vasta intorno al Capoluogo proseguendo per il Progetto “Sistema Irpinia”, l’Area Pilota “Alta Irpinia” finanziato dalla SNAI, e fino alla rete ecologica coi “Contratti di Fiume”, si individuino strategie e progetti di sistema, facendo riferimento in particolare alle sei Misure del P.N.R.R.. Da questa azione dovrà scaturire un vero e proprio “Piano Territoriale di Area Vasta” che esalti la funzione di pianificazione strategica d’area vasta e di coordinamento dell’ente definendo gli indirizzi strategici di assetto e cura del territorio e dell’ambiente, in coerenza con gli obiettivi strategici regionali stabiliti dal PTR.
- La rete dei trasporti va ripensata attraverso una razionalizzazione del servizio pubblico locale, tenendo conto anche dei territori marginali e penalizzati favorendo soprattutto la comunicazione con le università, specie per quella del Sannio che da una grossa parte della provincia ne è totalmente sprovvista. Potrà rivelarsi utile un dialogo con l’area del “Progetto Pilota Alta Irpinia” rispetto alla possibilità di utilizzare risorse mirate proprio a favore di aree svantaggiate come quelle interne alla provincia, aggiungendo anche progettualità sulla viabilità lenta della Ferrovia Storica, collegandola alle azioni del “Sistema Irpinia”. La possibilità, infatti, di una comunicazione agevole con le università, che garantisca la possibilità di rientro al proprio paese, consentirà, da un lato, l’accessibilità agli atenei anche a giovani con redditi più bassi e, da un altro, di scongiurare il potenziale abbandono dei nostri territori a favore di altre città, dopo il conseguimento della laurea.
- Il tema “Ambiente” nella nostra provincia riveste una importanza fondamentale per conservare quella identità che ha caratterizzato la definizione stessa del nostro territorio: “la verde Irpinia”. Le competenze su questa materia, tuttavia, non sono vaste ma limitate in particolare alla salvaguardia dei corsi d’acqua e al monitoraggio ambientale. Il progetto di allocazione di centraline come “sentinelle” sul livello di inquinamento dei fiumi ha rappresentato una scelta responsabile e di garanzia; tuttavia, ci sono una serie di altri ambiti, seppur non direttamente riconducibili ai corsi d’acqua, che vanno monitorati e salvaguardati; vedi le aree industriali, specie quella di Pianodardine che presenta attività produttive di grande impatto e che, essendo contigua agli insediamenti abitativi, implica potenziali pericoli per gli stessi cittadini residenti.
Insieme a queste attività, andrà posta particolare attenzione anche all’esame e alla verifica dei progetti approvati dalla Regione Campania per la realizzazione di impianti di smaltimento e di recupero e alla valutazione dei siti inquinati e delle modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale di tali siti. È importante che la Provincia assuma un ruolo che rafforzi gli indirizzi compresi nel PTCP proprio in occasione del rilascio delle AUA ai Comuni sul principio che infrastrutture così “sensibili” non possono appartenere alla scelta di un singolo municipio, ma vanno definite in un contesto territoriale e di salvaguardia delle valenze di produzioni di eccellenza, turistiche, culturali e tipiche locali.
Il tema ambientale è direttamente legato al ciclo integrato dei rifiuti. Giova ricordare che l’ente di gestione Irpiniambiente è a totale partecipazione della Provincia. La gestione degli ultimi anni registra sicuramente delle azioni positive in tal senso, ma l’intero sistema va ottimizzato in una visione di “Piano d’Area Omogenea Provinciale per la gestione dei Rifiuti”.
Il ciclo integrato dei rifiuti è un sistema molto complesso, che assume valenze di rilevanza generale per gli aspetti non solo ambientali e sanitari, ma di riflesso anche occupazionali ed economico-sociali. Anche nel Piano Regionale si evidenzia che “la gestione del ciclo integrato dei rifiuti richiede la messa a punto di un sistema coordinato di politiche, azioni pianificatorie e programmatorie settoriali e nazionali, soluzioni gestionali, impieghi di tecnologie, che consentano i massimi risparmi di risorse non rinnovabili e recuperi di materie seconde e/o energie, unitamente alla sostenibilità economico-occupazionale delle azioni attuate, in un quadro di sicurezza e minimizzazione dei rischi sanitari e ambientali.”
Per tale motivo è necessario iniziare a progettare e programmare gli interventi nell’ottica dell’economia circolare in armonia con le indicazioni e gli obiettivi perseguiti dall’Unione Europea nell’ultimo decennio e presenti nel PNRR.
- La Provincia, o per competenze proprie o per la partecipazione con quote societarie, ha importanti influenze negli enti di servizio (ASI, Irpiniambiente, Alto Calore, Consorzio Universitario-CIRPU). Particolare attenzione andrà riposta al servizio idrico dove l’ente provinciale ha una partecipazione con oltre il 10% delle Le recenti vicende che interessano “Alto Calore”, con pesanti risvolti economici a danno dei cittadini-utenti, nonché una diffusa qualità del servizio molto al di sotto dei livelli standard di efficienza ed economicità, impongono un ripensamento radicale del modello finora adottato, in linea col piano di risanamento avviato dall’attuale gestione. Sempre sul principio dell’Acqua come Bene Comune e risorsa pubblica, la mission dell’ente deve essere accompagnata dalla Provincia attraverso un disegno e un piano aziendale strategico che risolva le ataviche problematiche strutturali dell’ente recuperando anche il valore del rapporto tra la Regione, il gestore e l’utente, cui devono essere garantiti una serie di servizi oggi scadenti.
- “Sistema Irpinia” rappresenta una novità interessante sul tema dello sviluppo territoriale, in particolare quello turistico e culturale. Tuttavia, l’impianto del progetto va completamente riformato perché possa essere sostenibile e si caratterizzi in una forma “strutturata” nel tempo. L’attuale impostazione che vede impegnare risorse importanti dalla Provincia, alcune non condivisibili, può giustificarsi in una fase di avvio ma non in una di prospettiva che, invece, deve autosostenersi, anche per una aderenza al criterio di spesa coerente con le funzioni proprie dell’ente, liberando il capitolo di bilancio da costi insostenibili. Questo obiettivo potrà raggiungersi attraverso due azioni:
- La prima deve svilupparsi in un proficuo dialogo di partenariato istituzionale con la Regione che deve sostenere questo progetto anche come modello regionale per la valorizzazione del territorio delle aree interne, integrando la sua partecipazione, anche dal punto di vista finanziario, come già accade per musei e biblioteche della Provincia. L’esercizio della delega su alcune funzioni costituzionali della Regione alle provincie può essere applicato e in tal senso ci impegneremo per una soluzione che ha già avuto una prima disponibilità da parte dell’Assessore al ramo.
- La seconda missione deve essere quella di coinvolgere in un protocollo formale e strutturato, tutto il comparto dei “soggetti privati” e delle imprese culturali in genere che ruotano intorno al tema affinchè, in uno scambio virtuoso di crescita territoriale, tra servizi e offerta turistica e culturale, si possa indirizzare risorse attraverso la Fondazione Irpinia all’intera struttura del progetto. In questo modo, si dà un futuro e si valorizzano anche le professionalità attualmente coinvolte negli info point o hub territoriali. Anche l’università, le scuole di indirizzo presenti sul territorio, insieme agli organismi di formazione, devono essere parte integrante di questo “sistema” virtuoso ed intelligente. Il ricorso alle sponsorizzazioni adottato dalla Provincia va utilizzato non come “Cassa” per finanziare “progettini”, ma come strumento finanziario che individui in maniera chiara e visibile quelle opere o interventi che devono qualificare questa straordinaria forma di finanziamento su beni di interesse culturale e strategico.
- Il PNRR rappresenta una straordinaria opportunità che deve vedere impegnata la Provincia su due azioni fondamentali:
- Attività di coordinamento strategico di area vasta
- Assistenza agli enti locali con la costituzione di una “struttura di missione”
- La Provincia di Avellino, in conseguenza della R. 08 agosto 2016, n. 26 “Costruire il Futuro. Nuove politiche per i giovani”, ha costituito il Coordinamento Provinciale dei Forum Giovanili e ne ha approvato il Regolamento per l’elezione degli organismi previsti (Coordinatore Provinciale e Direttivo) che pero per le vicende covid-19 non è ancora stato svolto; già a partire dall’inizio dell’anno 2022 si stabilirà la data delle elezioni. Questa realtà dovrà assicurare ai giovani una positiva partecipazione alla vita pubblica come momento di arricchimento e di partecipazione ad una missione di valorizzazione delle politiche giovanili attraverso un nuovo protagonismo di tante ragazze e ragazzi che sono una grande ricchezza per la nostra Provincia.
- Consulta delle Pari Opportinità:
Occorre ridare forza alla struttura esistente, con risorse e strumenti adeguati, al fine di porre anche al centro del dibattito provinciale, il ruolo delle donne in ambito lavorativo e sociale. Anche rispetto a questo tema, la Provincia deve recuperare con autorevolezza, un ruolo di pianificazione che certamente le compete.
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Le Ragioni del Boia di Giuseppe Garofalo: intervista
Le Ragioni del Boia (2019) è l’ultimo libro scritto dall’avvocato penalista Giuseppe Garofalo, pubblicato da Graus Edizioni.
Vincenzo de Jorio, avvocato criminale del Foro di Napoli, è la voce narrante all’interno de Le Ragioni del Boia. L’avvocato il 10 maggio del 1809 viene arrestato con l’accusa di aver partecipato ad una cospirazione per attentare alla vita del re, reato che ai tempi veniva punito con la pena di morte.
Le Ragioni del Boia mostra il doppio volto del diritto che, per certi aspetti, ancora è vigente.
Il libro è composto da una narrazione fatta di processi giudiziari che si svolgono a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo a Napoli, in età borbonica. Durante la lettura del libro assistiamo, in base alle decisioni giuridiche del momento, al processo di vittime che vengono accusate per aver gridato in strada: “Viva Ferdinando e viva Carolina” e cinque anni dopo “Abbasso Ferdinando e abbasso Carolina”.
In sostanza viene fuori un quadro della giustizia che processa se stessa perché le leggi, soggette a interpretazioni non sono altro che interpretazioni dettate da una legalità composta di concetti precettistici incompatibili con la realtà dei tribunali e del patibolo.
Durante la presentazione del libro, svoltasi a Santa Maria Capua Vetere, il noto giurista Carlo Taormina ha delineato un parallelismo tra il diritto di ieri e quello di oggi, partendo dalla spiegazione de Le Ragioni del Boia.
Carlo Taormina ha definito così Le Ragioni del Boia:
Un libro pieno d’insegnamenti perché ci sono una miniera d’informazioni tecnico-giuridiche su cui bisognerebbe riflettere.
Per avere un’idea più esaustiva de Le Ragioni del Boia, ecco l’intervista integrale a Giuseppe Garofalo.
Intervista integrale a Giuseppe Garofalo
Giuseppe Garofalo: biografia
Giuseppe Garofalo oltre ad essere l’autore de Le Ragioni del Boia è un noto avvocato penalista, allievo del professore Alfredo De Marsico.
Lo scrittore è uno studioso di storia giudiziaria infatti ha scritto tre libri di successo su questi argomenti: Teatro di Giustizia (1996), La Seconda Guerra Napoletana alla Camorra (2005) e L’Empia Bilancia (2011).
Con la pubblicazione de Le Ragioni del Boia Giuseppe Garofalo giunge al suo quarto libro, ma lo scrittore sta già lavorando ad un altro progetto, di cui ancora non sappiamo nulla.
Quali sono le ragioni del boia?
Tommaso Paradiso, il boia, vende spezzoni di corda degli impiccati a persone credulone che ne fanno degli amuleti o li conservano come reliquie. Il prezzo di ogni pezzo corda varia in base alla notorietà e alla personalità dell’impiccato.
La morte data dal boia era e doveva rimanere un atto amministrativo, la cui esecuzione doveva essere asettica, se non ripugnante, anche per chi la eseguiva.
…
A governare la Giustizia nei tribunali erano in tre: il re, il giudice e il boia. Non era una triade ma una Trinità perché decideva della vita e della morte.
Il re indicava con una legge in astratto le persone da uccidere, il giudice le indicava in concreto e il boia le uccideva. Nella trinità, però, non regnava la giustizia, quella delle leggi non scritte. Dell’orrore della decapitazione e della impiccagione veniva indicato responsabile il boia e non il giudice che le aveva ordinate.
In breve ad essere elogiato, paradossalmente, era il giudice che veniva apprezzato per la decisione mentre il boia veniva disprezzato per averla semplicemente eseguita.
Tommaso Paradiso, condannato a morte, era reo di peccati veniali e non di quelli mortali perché quest’ultima responsabilità era dei giudici che l’avevano decisa e fatta eseguire.
Le Ragioni del Boia mostra come sia ambivalente il volto della legge e come possa rinnegarsi o contrapporsi a se stessa, a distanza di anni o di epoche.
Se dovessimo riassumere con una frase Le Ragioni del Boia potremmo dire che si assiste alla condanna della giustizia che non fa altro che condannare se stessa.
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Angelo Vassallo arriva sui banchi di scuola e tra la società civile.
Un dialogo con i giovani, le associazioni e la comunità sulla figura e l’eredità morale del Sindaco Pescatore, suddivisa in tre distinti momenti, dalla scuola alla società civile – Sabato 27 Novembre start ore 11.
I giovani si confrontano sulla figura di Angelo Vassallo Sindaco Pescatore, oggi simbolo di legalità e di cultura amministrativa. Un’intera giornata, che si articolerà in tre momenti differenti, preceduta da una fase di elaborazione e di approfondimento, a partire dalla lettura dei libri che raccontano l’esperienza amministrativa e la visione.
Si parte dalle ore 11 presso la Scuola Besta di Battipaglia con la Presentazione del Libro “Il Sindaco Pescatore”. “Chissà cosa mi ha spinto venti giorni dopo a tornare su questa strada troppo stretta e in salita. La fame di verità totale o piuttosto una rabbia feroce, insopprimibile, il rifiuto della realtà. Per questo adesso prendo a calci il muretto vicino al quale hanno ammazzato mio fratello. Sono come imprigionato dentro la gabbia dei ricordi, provo a ribellarmi ma inutilmente: è una sensazione che non riesco a definire. Pensare ad Angelo mi aiuta a sopravvivere al dolore.”
Il 5 settembre 2010 nove colpi di pistola a bruciapelo hanno posto fine alla vita di Angelo Vassallo, il primo cittadino di Pollica, in provincia di Salerno, conosciuto da tutti come il sindaco pescatore. Interverranno la Sindaca di Battipaglia Cecilia Francese, la Dirigente Iss Besta Gloriosi Carmen Miranda, le associazioni I Libronauti, Libera, l’autore del libro Dario Vassallo e a moderare saranno Barbara Landi e Mariateresa Conte giornaliste Fondazione Vassallo.
Alle ore 16:00, il programma prosegue con l’incontro con il clan “Castelluccio” del gruppo scout Agesci Battipaglia 1, presso la sede del gruppo alla Chiesa Santa Maria della Speranza con Adolfo Ricci – Libera con lo scrittore Dario Vassallo
Alle ore 18:00 presso il Bar Capri presentazione del libro “La Verità Negata” interverranno l’associazione i Libronauti il giornalista del Quotidiano del Sud Oreste Mottola, l’autore del libro Dario Vassallo, con gli Intervalli musicali a cura della pianista Caterina Picaro. «No, non ho paura. Voglio vivere da uomo libero e spero di non morire cercando ancora la verità – si legge in un estratto del libro – Con la mia macchina ho percorso oltre 200.000 chilometri, che sommati a quelli percorsi con la macchina di mio suocero, a quelli fatti in treno e in aereo, a quelli compiuti da mio fratello Massimo, assommano sicuramente a più di un milione. Di questo milione di chilometri, ogni centimetro è servito per cercare la verità».
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