Nell’ambito delle iniziative organizzate dall’Anpi per la Festa della Liberazione, abbiamo raccolto i ricordi di Rodolfo De Rosa, un uomo della Resistenza che a 91 anni mostra ancora grande lucidità e dispensa preziosi consigli alle nuove generazioni.
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Papa Francesco abolisce il segreto pontificio sugli abusi sessuali su minori
Papa Francesco abolisce il segreto pontificio sui casi di abusi sessuali commessi da chierici sui minori. In cosa consiste questo cambiamento? I punti presi in esame sono diversi.
Con l’abolizione del segreto pontificio sui casi di abusi si prevede che non sono coperti da segreto pontificio: le denunce, i processi e le decisioni riguardanti la pedofilia.
Rescriptum ex audientia: cosa dice?
Riportiamo integralmente il documento pubblicato oggi dal Bollettino della Santa Sede.
Il Santo Padre Francesco, nell’Udienza concessa a Sua Eccellenza Mons. Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, il giorno 4 dicembre 2019, ha stabilito di emanare l’Istruzione Sulla riservatezza delle cause, allegata al presente Rescriptum e che ne forma parte integrante.
Il Santo Padre ha disposto che esso abbia fermo e stabile vigore, nonostante qualsiasi cosa contraria anche se degna di speciale menzione, che sia promulgato tramite pubblicazione su L’Osservatore Romano, entrando in vigore immediatamente, e quindi pubblicato nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis.
Dal Vaticano, 6 dicembre 2019
Pietro Card. Parolin
Segretario di Stato
ISTRUZIONE
Sulla riservatezza delle cause
1. Non sono coperti dal segreto pontificio le denunce, i processi e le decisioni riguardanti i delitti di cui:
a) all’articolo 1 del Motu proprio “Vos estis lux mundi”, del 7 maggio 2019;
b) all’articolo 6 delle Normae de gravioribus delictis riservati al giudizio della Congregazione per la Dottrina della Fede, di cui al Motu proprio “Sacramentorum Sanctitatis Tutela”, di San Giovanni Paolo II, del 30 aprile 2001, e successive modifiche.
2. L’esclusione del segreto pontificio sussiste anche quando tali delitti siano stati commessi in concorso con altri delitti.
3. Nelle cause di cui al punto 1, le informazioni sono trattate in modo da garantirne la sicurezza, l’integrità e la riservatezza ai sensi dei canoni 471, 2° CIC e 244 §2, 2° CCEO, al fine di tutelare la buona fama, l’immagine e la sfera privata di tutte le persone coinvolte.
4. Il segreto d’ufficio non osta all’adempimento degli obblighi stabiliti in ogni luogo dalle leggi statali, compresi gli eventuali obblighi di segnalazione, nonché all’esecuzione delle richieste esecutive delle autorità giudiziarie civili.
5. A chi effettua la segnalazione, alla persona che afferma di essere stata offesa e ai testimoni non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo ai fatti di causa.
[02062-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Leggendo meglio il documento riportato per intero si evince che da segreto pontificio la legge viene fatta regredire a segreto d’ufficio per tutelare la buona fama delle persone coinvolte, dunque, in poche parole ciò comporta la libertà della vittima di abusi di poter vedere l’esito della sentenza, cosa che prima non accadeva a causa del segreto pontificio.
Il segreto pontificio infatti impediva la diffusione di notizie che potessero in qualche modo sporcare l’immagine dei chierici, notizie che non pervenivano neanche alle vittime come l’esito di una sentenza.
Dunque l’abolizione del segreto pontificio sui crimini inerenti la pedofilia crea un ponte di collaborazione con le magistrature dei diversi Stati.
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Raccolta differenziata,
Avellino modello nazionaleAvellino da maglia nera per la differenziata diventa modello nazionale. Si passa dal 30,9% del 2017 al 71,84%. I meriti di tale risultato sono di Irpiniambiente, braccio operativo della Provincia di Avellino, che ha annunciato nuovi investimenti per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti.
Il presidente Biancardi, a margine delle conferenza stampa tenutasi nella sede di via Cannaviello, si congratula con il manager di Irpiniambiente Nicola Boccalone per i risultati ottenuti e conferma l’avviamento di un progetto sperimentale che prevede un’intesa con l’Arpac e alcuni autorevoli partner del mondo della ricerca che rivoluzionerà il metodo della raccolta grazie anche a una nuova tecnologia che arriverà direttamente dagli States.
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Social, narcisismo e alienazione: i mali del nostro tempo
L’unica approvazione che conta, spesso, è la propria. A volte ci compiacciamo osservando il nostro profilo o contemplando la nostra immagine ripresa dalla fotocamera del nostro telefono, ritenendola indegna.
Il male del nostro tempo è che non riusciamo a godere della realtà. Ci sentiamo estraniati e risucchiati dai social, viviamo quella che si chiama una vita narcisistica ed alienata, una vita lontano da noi stessi.
Siamo estraniati da tutto e quindi risultiamo un pò falsi e inautentici perché siamo scissi e siamo innamorati solo di noi stessi.
Mai epoca fu come questa tanto favorevole ai narcisi ed agli esibizionisti. Dove sono i Santi? Dovremo accontentarci di morire in odore di pubblicità.
Ennio Flaiano
In questo senso rischiamo di essere tutti un pò narcisisti e borderline, in una linea di confine al margine di un mondo reale che, proprio perché reale, sarebbe fatto di relazioni concrete con gli altri.
Nella nostra vita c’è poca realtà e molta virtualità, i social ci allontanano dalle nostre radici naturali, questo è il disagio dell’uomo moderno.
Ci alieniamo ancora di più nel momento in cui ci conformiamo alle mode e quindi al pensiero collettivo, rinunciando ad essere originali per paura di andare controcorrente, così facendo abbiamo perso il dialogo dialettico con noi stessi perché siamo distratti da troppi stimoli esterni e non possiamo avere un contatto profondo con noi stessi.
Siamo come sradicati dalla realtà affettiva e questa realtà sfuma, si opacizza, diventa nebulosa e restano solo i desideri di oggetti che però ci rendono poveri di animo.
La nevrosi è di fatto una povertà d’animo che ci fa desiderare cose futili, ci fa desiderare di voler avere potere sugli altri, il potere dell’uomo sull’uomo, un potere che si declina alle varie forme di manipolazione e che è sempre tesa a rendere dipendente una vittima, per soggiogarla e strumentalizzarla.
Le nevrosi che causano le regressioni più terribili ed incurabili sono dovute proprio a questo sentimento primo, quello di non essere accolti nel mondo con amore.
Pier Paolo Pasolini
Quando l’uomo non si impegna a realizzare se stesso diventa vittima di un meccanismo alienante e segue regole alimentate da altri, dettami di cui non capisce neppure il senso e quindi diventa succube degli elementi esterni. In questo modo non si è più uomini liberi ma tristi marionette.
L’uomo diventa servo delle leggi di mercato che lo dominano, rendendolo ingranaggio in un sistema che lo sovrasta e di cui l’uomo stesso subisce il meccanismo.
Da qui nasce la dissociazione psicologica.
Questo è il prezzo da pagare per appartenere ad una società civilizzata.
Freud parla di sacrificio necessario, questo è il sacrificio della pulsionalità immediata che l’uomo civilizzato deve contenere se vuole beneficiare della civilizzazione.
La sottomissione al processo di civilizzazione corrisponde alla sottomissione del figlio al padre con la rinuncia alla realizzazione della fantasia simbiotica con la madre, che possiamo identificare come una figura paradisiaca. La nostalgia del paradiso perduto permane e i social diventano, in questo modo, un simbolo del nuovo paradiso dove tutto è possibile, dove si può sognare qualsiasi cosa, dove si è connessi sempre e, più di ogni altra cosa, si è belli e ritoccati con filtri.
Il selfie ritoccato è alienante nella misura in cui bypassa l’attività simbolica del pensiero, quell’attività che la psicoterapia vorrebbe riattivare nell’individuo sofferente e che invece i social azzerano per diminuire il pensiero riflessivo che avrebbe lo scopo di permettere la sintesi reale dei contenuti e dei suoi contrari.
Nel selfie ogni contraddizione è spianata come le rughe che sono levigate fino a scomparire, tutto è liscio… tutto fila liscio: non c’è dialettica, non c’è conflitto, tutto è luminoso.
Non c’è ombra e quindi non c’è neanche il male, quindi un paradiso. In questo paradiso, il pensiero non serve perché non ci può essere confronto con l’altro.
C’è l’abbaglio, c’è una maschera. C’è l’uno, non c’è il due quindi manca la tensione da cui scaturisce l’energia psicologica. Senza tensione l’energia è statica e sparisce.
La nevrosi incarna la forza per procedere nel cammino di evoluzione psicologica.
Young sostiene che non siamo noi a guarire dalla nevrosi ma è la nevrosi stessa che ci guarisce.
Nel paradiso dei selfie e dei social non esiste il conflitto e non c’è neanche la sintesi dei contrari che l’attività simbolizzatrice dovrebbe realizzare. Scatta così il vissuto dell’alienazione.
L’uomo che ha perduto il contatto vero con se stesso si accontenta dei surrogati e questa è quella che Erich Fromm chiamava “personalità fittizia” a metà strada tra narcisismo, borderline ma è soprattutto una personalità alienata.
Le condizioni per la creatività si devono intrecciare: bisogna concentrarsi. Accettare conflitti e tensioni.
Rinascere ogni giorno.
Provare un senso di sé.
Erich Fromm
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un uomo della Resistenza
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