L’arte rappresenta la testimonianza di un determinato periodo storico, è un modo di cogliere, rappresentare e parlare di un tempo ben definito tramandandolo ai posteri.
Com’è cambiata l’arte nelle varie epoche che ci hanno portati fino ad oggi? È questo lo scopo della mostra intitolata L’espressione dell’arte, che si terrà fino al 26 aprile presso il Circolo della stampa di Avellino.
Il visitatore della collettiva osserverà non solo opere pittoriche ma anche oggetti d’epoca che hanno caratterizzato gli usi e i costumi di un tempo, che oggi sono stati sostituiti con altri o che perdurano ma sotto altre sembianze.
La mostra rappresenta un dialogo tra storia e contemporaneità, evidenziando l’importanza dell’arte in tutte le sue forme e manifestazioni.
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Daniel Dante e la Compagnia del Lumen Magico
Daniel Dante e la Compagnia del Lumen Magico (La Ruota edizioni) di Silvio Coppola è un’opera a metà tra il genere urban fantasy e il romanzo storico, ambientata nell’affascinante Venezia in varie epoche, tra il 16esimo secolo e la nostra contemporaneità. È l’avventurosa storia di un ragazzino, Daniel, che scopre di avere un ruolo importante nella cruenta guerra che sancirà l’evoluzione della razza umana o la sua sconfitta.
Daniel Dante e la Compagnia del Lumen Magico di Silvio Coppola è il primo volume di una saga urban fantasy che narra di un’incredibile avventura, tra viaggi nel tempo e creature magiche che provengono da miti e leggende mistiche. Ricca di citazioni storiche e letterarie, la trama si snoda avvincente attraverso diversi periodi storici, mentre si dipinge il dettagliato ritratto di una Venezia magnificente e misteriosa.
Daniel Dante e la Compagnia del Lumen Magico: la trama
Daniel è il protagonista della vicenda: è un ragazzino di undici anni dall’aria impertinente e sognatrice, molto impulsivo e intelligente; la sua famiglia possiede da generazioni una libreria nella città lagunare – la “Libreria Antiquaria Dickens” – in cui si conserva e si tramanda uno dei beni più preziosi del genere umano: la cultura.
Cresciuto tra le citazioni ad autori latini del nonno, l’amore per la musica della madre e quello per la letteratura del padre: non stupisce quindi che sia molto acuto e colto e che sia diverso dai ragazzini della sua età, che certamente non trascorrono il loro tempo a riflettere sulle opere di Charles Dickens o di qualche filosofo greco. Daniel è però ancora più distante dai suoi coetanei di quello che pensa: un giorno scopre di avere dei grandi poteri mentali e di essere il Prescelto, colui che dovrà fronteggiare la Setta comandata dal perfido Natal Teid, Sacerdote Supremo di Venentide, che vuole recuperare il testo di Fra’ Luca Bartolomeo de Pacioli dal titolo “De Occulta Mathematica”, contenente segreti fondamentali per l’umanità, e vuole sconfiggere i Guardiani del Tempo per rifondare la perduta Atlantide e dominare la razza umana.
Aiutato dalla sua famiglia e da una serie di fidati alleati, come i suoi tre amici con cui ha creato la società segreta “Compagnia del Lumen Magico” e diversi personaggi provenienti dal passato come Giacomo Casanova e la cortigiana e poetessa Veronica Franco, Dante si imbarca in una pericolosa avventura tra segreti inviolabili ed enigmatiche pergamene, tra coraggiosi sacrifici ed epiche battaglie.
Daniel Dante è un ragazzino di 11 anni, rampollo di una stirpe di librai veneziani. Ha tre amici inseparabili, con cui, per gioco, ha fondato la Compagnia del Lumen Magico. Lui non sa di avere poteri eccezionali, ma lo scoprirà con l’arrivo dal passato dell’affascinante Veronica Franco, poetessa e cortigiana del ’500 che gli svelerà di essere il Prescelto.
Daniel avrà, infatti, il compito di guidare l’umanità a livelli superiori di conoscenza e di ritrovare il “De Occulta Mathematica”, il testo di un matematico del ’400 misterioso e apparentemente introvabile che, una volta recuperato, lo aiuterà nella sua missione. Il giovane Prescelto non sarà solo in questa avventura ma, oltre ai suoi amici e familiari, arriveranno in suo aiuto dal passato altri Guardiani del Tempo, tra cui, Casanova e Vivaldi.
Silvio Coppola: biografia
Silvio Coppola è nato a Salerno. Musicista, scrittore, giornalista e conduttore radiofonico, è stato redattore per riviste specializzate di computer music, ha suonato nei migliori locali e piano bar della Campania e ha collaborato con il grande batterista napoletano Tullio De Piscopo, con cui ha composto due canzoni.
Attualmente, racconta storie di artisti e di canzoni sul “Blog della Musica” e produce un programma radio trasmesso da diverse emittenti. Nella sua vita parallela è laureato in Giurisprudenza ed è stato prima Ispettore Superiore della Polizia di Stato, poi Funzionario giudiziario presso il Tribunale di Salerno. “Daniel Dante e la Compagnia del Lumen Magico” è il suo primo romanzo fantasy, per cui l’autore ha scritto musiche originali reperibili su tutte le piattaforme digitali.
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Terrazze terapeutiche. Colori e profumi della salute: un libro sull’importanza del verde terapeutico
Un oncologo e un vivaista raccontano le loro esperienze sulle terapie diversionali e il verde terapeutico.
Terrazze terapeutiche. Colori e profumi della salute, il libro sulla prima ricerca italiana condotta da un oncologo e un vivaista sui benefici del verde terapeutico in oltre 200 pazienti oncologici dell’Ospedale di Carrara e l’impatto sulla “farmaco- economia”, pubblicato il 20 settembre.
Due amici con lo stesso nome, Maurizio, lo stesso anno di nascita, 1956, gli stessi “umani” orizzonti e lo stesso ”pensiero laterale”. Lo sguardo rivolto a percorsi diversi oltre la strada più battuta, verso impegni, obiettivi e realtà nuove, come la loro esperienza sulle terrazze terapeutiche, sui bisogni dei pazienti, oltre l’assunzione di una compressa, raccontata ora in un libro: il concreto sostegno che il Verde ha dato ai malati oncologici nell’angosciante attesa della chemioterapia o dell’esito di una TAC e il risultato sulla riduzione del consumo di farmaci ansiolitici e degli anti-dolorifici al bisogno.
L’oncologo ha messo a disposizione le due terrazze del suo reparto ospedaliero, il vivaista il loro completo allestimento a verde e, insieme ad un selezionato gruppo di paesaggisti urbani, agronomi, farmacisti, psicologi, biologi, vivaisti ed oncologi, hanno trasformato le terrazze terapeutiche in una ricerca scientifica.
I benefici prodotti sulla salute dalla presenza di piccoli spazi verdi, come i terrazzi allestiti con piante e fiori dell’Oncologia di Carrara, assumono una valenza sociale: gli effetti positivi agiscono infatti su qualsiasi persona che ha il privilegio di poter godere di un angolo verde, non solo sui malati.
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I vincitori della quinta edizione del concorso 1801 Passaggi
Tre premi della giuria e il Premio speciale “Frank Cancian” assegnati al termine della V edizione del concorso di fotografia documentaria “1801 passaggi” ispirato agli scatti realizzati nel 1957 dal fotografo e antropologo statunitense Frank Cancian a Lacedonia (Av). Da un vero e proprio “studio di comunità” con le fotografie, realizzato nel Sud rurale dei tardi anni 50, parte ogni anno un viaggio fotografico e documentaristico in tutta Italia.
Ha vinto il primo premio del concorso annuale di fotografia documentaria “1801 passaggi” il trentenne fotoreporter di Cava de’ Tirreni Gabriele Durante, con una foto scattata nella festa della Madonna delle Grazie di Raito a Vietri du Mare (Sa).
Secondo premio al fotografo jesino Pietro Picchietti, con un’immagine di festa realizzata a Cupramontana (An), seguito al terzo posto dalla giovane artista parmense Alma Beccarelli, che ha scattato sulla spiaggia del faro di Bibione (Ve).
Ad aggiudicarsi il Premio speciale “Frank Cancian” il riccionese Andrea Pecci, con una foto scattata in Sicilia.
Tutte le fotografie selezionate e le motivazioni dei premi assegnati sono visibili permanentemente sul sito web del MAVI-Museo Antropologico Visivo Irpino.
20, come ogni anno, sono le foto selezionate come finaliste dalla giuria, che in questa tornata era
composta dalla coordinatrice Simona Guerra (esperta in ordinamento di archivi fotografici e saggista),
da Massimo Cutrupi (fotografo dell’ICPI-Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero
della Cultura e docente) e da Francesco Marano (antropologo e artista, professore associato
dell’Università della Basilicata, direttore della rivista peer reviewed “Visual Ethnography”).Il figlio di Frank Cancian, Steve Cancian (californiano, architetto paesaggista e fotografo) ha rappresentato la famiglia dell’autore statunitense – scomparso nel novembre 2020 – per l’assegnazione del premio a lui intitolato.
I premi sono stati proclamati e “consegnati” in una cerimonia tenuta in videoconferenza, la cui
registrazione resta visibile sulla pagina Facebook del MAVI e di LaPilart.
Il concorso è ispirato agli scatti realizzati nel 1957 a Lacedonia dallo statunitense Frank Cancian, allora
fotografo e futuro antropologo, che realizzò un vero e proprio “studio di comunità” con le fotografie: un
patrimonio custodito ed esposto nel MAVI-Museo Antropologico Visivo Irpino dal 2017, dopo la
donazione da parte di Cancian alla Pro Loco “Gino Chicone” dei 1801 negativi, dei relativi provini a
contatto, delle note di campo redatte da Cancian nel sei mesi di permanenza in Italia e di altri materiali
dell’epoca.
Il concorso “1801 Passaggi”, dedicato in questa quinta edizione al tema “Un paese italiano, 2021”, è
organizzato dalla Pro Loco “Gino Chicone” di Lacedonia e dall’associazione LaPilart nell’ambito delle
attività del MAVI, con il sostegno del Comune di Lacedonia e in partnership con il Museo delle Civiltà
(Roma, Ministero della Cultura) e la Fondazione Un Paese (Luzzara).Il progetto produce ogni anno un viaggio fotografico e documentaristico in tutta Italia. Esso consiste nella selezione, mediante le scelte operate da una giuria di alto livello culturale e tecnico, di un gruppo di 20 opere fotografiche realizzate oggi nel territorio italiano sulla base degli spunti di ispirazione forniti da un gruppo di 20 foto tra quelle scattate da Cancian a Lacedonia nel 1957. Le 20 nuove opere selezionate entrano ogni anno nell’archivio MAVI e saranno anche stampate ed esposte nel museo lacedoniese, la cui riapertura è imminente dopo importanti lavori di ristrutturazione.
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