Un caffè al teatro è il nuovo format che abbiamo pensato insieme a Francesco Teselli e Gilda Ciccarelli, attori della compagnia teatrale la Fermata. Questo progetto parte dall’idea principale che è quella di parlare del mondo del teatro da un punto di vista più tecnico ovvero scoprire come viene vissuto da chi sale sul palco ma senza dimenticare chi è seduto dall’altra parte.
Un caffè al teatro vuole essere un modo leggero di sbirciare dietro le quinte, per scoprire ciò che non sappiamo su questo mondo.
Perché un caffè al teatro?
Riteniamo che il teatro sia una forma d’intrattenimento a 360 gradi perché parla di vita, di esseri umani e di emozioni ma anche di libri, film, tecnica e storia. Il teatro, negli ultimi tempi, è in crisi perché sempre più persone preferiscono altre forme di svago o perché ritengono che il teatro sia noioso e di nicchia. Il nostro obiettivo è quello di farvi cambiare idea!
Un caffè al teatro è un modo per avvicinarsi a questa forma d’arte e conoscere le mille sfumature che gravitano intorno a questo mondo.
Francesco e Gilda vi accompagneranno in questo viaggio intrattenendovi, divertendovi e consigliandovi tecnicamente sulla recitazione e su altri argomenti.
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“Milano odia: la polizia non può sparare”,
il film cult raccontato da Paolo Spagnuolo e dal castSi può raccontare un’epoca attraverso un singolo film? A volte sì, soprattutto quando certe pellicole entrano a far parte del nostro immaginario quotidiano influenzando il linguaggio, i costumi e i suoni. Così è stato per il cinema poliziesco degli anni settanta e per uno dei film più importanti di quella stagione: Milano odia: la polizia non può sparare, datato 1974, con la regia di Umberto Lenzi e Tomas Milian, Henry Silva, Ray Lovelock come protagonisti. Il volume monografico che Paolo Spagnuolo dedica a questo film-cult è una vera miniera d’oro per gli appassionati di cinema.
Il progetto originale è stato discusso insieme al regista, poco prima che spirasse e gran parte dei materiali provengono dal suo archivio e da quello degli eredi della Dania Cinematografica, che lo hanno fornito in esclusiva. Tra questi: la sceneggiatura dattiloscritta, il soggetto, la documentazione sulla colonna sonora composta da Ennio Morricone, le fotografie di scena in originale (quasi tutte inedite), locandine, fotobuste. Completano il quadro racconti e interviste con il cast tecnico e con gli attori. Non mancano gli interventi di “nomi” legati al cinema come il regista Enzo G. Castellari, e i contributi di critici quali Davide Pulici e Gianmarco Diana, musicista ed esperto di colonne sonore.
Un lavoro di ricerca e documentazione che ricostruisce, anche attraverso aneddoti interessanti e divertenti, la storia di un’epoca del nostro cinema, adatto sia agli esperti che ai neofiti. Un viaggio in un film e in un genere che ancora oggi sono oggetto di culto in Italia e all’estero, come dimostrano le tante interviste rilasciate da Quentin Tarantino dove cita Milano odia tra i film che lo hanno maggiormente ispirato.
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Frida Kahlo, vista con gli occhi del fotografo colombiano Leo Matiz
Sguardo magnetico e penetrante, stile iconico e carattere determinato, Frida Kahlo, vista con gli occhi del fotografo colombiano Leo Matiz, rivela tutta la sua personalità in un centinaio di scatti, in bianco e nero e a colori, esposti nella mostra Il Caos Dentro e provenienti dalla Fondazione Leo Matiz di Bogotà.
Se numerosi sono stati i fotografi che hanno voluto ritrarre Frida ‒ come Tina Modotti, Edward Weston, Berenice Kolko, Nickolas Muray, Bernard Silberstein, Imogen Cunnigham, Gisèle Freund, Fritz Henle, Leo Matiz, Lola e Manuel Álvarez Bravo, Martin Munkácsi, Juan Guzmán, Héctor García, Lucienne Bloch, i fratelli Mayo e suo padre Guillermo Kahlo ‒ sicuramente Leo Matiz fu tra quelli che più seppero cogliere l’essenza della sua anima e della sua femminilità.
Frida e Leo erano legati da una profonda e duratura amicizia, come raccontato anche in una video testimonianza esclusiva realizzata per la mostra dalla figlia del fotografo, Alejandra Matiz, presidente della Fondazione Matiz.
Leo conobbe Frida Kahlo attraverso il marito Diego Rivera, ma i due instaurarono presto un intenso e intimo legame.
È anche grazie all’affetto e all’ammirazione che lo sguardo e l’obiettivo del maestro Matiz restituiscono un’immagine autentica e incisiva della giovane donna. Ne risulta non solo una splendida testimonianza del fotografo sull’artista, immortalata nei suoi luoghi quotidiani più cari, ma un vero e proprio viaggio nella personalità della donna esaltata in circa 150 scatti realizzati in diverse occasioni.
Le fotografie esposte a Napoli risalgono tutte alla fine degli anni ’40, quando Frida era poco più che trentenne e viveva una fase molto importante della sua vita. Sono, infatti, gli anni in cui la pittrice ha consolidato la sua fama, e la donna ha raggiunto la piena indipendenza economica e sentimentale dal marito Diego Rivera.
Leo Matiz: biografia
Il fotografo colombiano Leo (Leonet Matiz Espinoza – Colombia, 1917-1998) è stato un artista poliedrico e grande viaggiatore. Considerato uno dei più grandi fotografi del Novecento, fotografò, con la sua inseparabile Rolleiflex, personaggi illustri del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’arte come Luis Buñuel, Pablo Neruda, María Félix, Dolores Del Río, Diego Rivera. In Messico fu tra i protagonisti del grande fermento culturale e artistico del decennio 1940-50.
Oggi, la figlia Alejandra segue con passione e competenza la Fondazione Leo Matiz di Bogotà, nata dal desiderio di promuovere nel mondo la figura del fotografo. I suoi celebri scatti si trovano anche nelle collezioni del MoMA di New York e della Tate Gallery di Londra.
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Ritorna il Gran Premio Internazionale Danza “Carlo Gesualdo”
Gran Premio Internazionale Danza è un appuntamento che si consolida, dopo il grande clamore dello scorso anno e il successo della prima edizione che aveva reso il capoluogo irpino “capitale della danza” per una due giorni di rara bellezza.
Anche per il 2023 questa grande kermesse promette di regalare infinite emozioni, sia per i fortunati allievi che potranno godere delle importanti opportunità messe a disposizione dall’evento, sia per gli appassionati dell’arte tersicorea che vorranno partecipare a quella che si prospetta un’indimenticabile serata di Gala, sia per l’intera città di Avellino e per Campania stessa, che saranno al centro di un prestigioso premio di respiro internazionale.
L’intento da parte degli organizzatori è anche quello di spalancare le porte all’arte a più ampio respiro, coinvolgendo alcuni Istituti di Avellino. Un vanto per tutto il territorio poter vedere radunati i maggiori esponenti della danza mondiale in uno scenario perfettamente predisposto a offrire uno spettacolo ai massimi livelli.
Alla direzione artistica Fabrizio Esposito mentre alla macchina organizzativa c’è Guendalina Manzi.
Ci spiega lo stesso Fabrizio Esposito, solista del “San Carlo” di Napoli dal 1986 al 2012, con esperienze illustri sui più prestigiosi palcoscenici del mondo in compagnia dei più grandi ballerini e direttore artistico di innumerevoli eventi di spessore artistico:
Con orgoglio posso annunciare che il prossimo anno alzeremo ulteriormente l’asticella della qualità rispetto a un livello che già per la prima edizione era altissimo. È un’organizzazione molto complessa, che richiede tanto lavoro e dedizione, per la quale siamo partiti con mesi di anticipo per poter garantire la presenza degli esponenti di maggiore spicco del panorama tersicoreo mondiale.
In tutta questa grande organizzazione molto articolata, devo ringraziare anche l’amministrazione comunale di Avellino che ha fornito con entusiasmo tutto il supporto necessario per replicare il successo dello scorso anno. Con la consapevolezza che stiamo consolidando l’idea di un Premio che rappresenti un punto di riferimento solido tra quelli internazionali più apprezzati e conosciuti al mondo.
Con la solita carica e la motivazione che la contraddistingue anche nella sua attività di direttrice di “Esmeralda”, Guendalina Manzi aggiunge:
Avremo il palco interamente occupato per due giorni tra concorso internazionale, laboratori per le scuole di danza del territorio, una serata di Gala che si preannuncia magica. Insomma, gli attori coinvolti sono tantissimi. Da parte nostra c’è tutto l’entusiasmo di portare l’Olimpo della danza in una città che merita di essere valorizzata dal punto di vista culturale. Ci mettiamo sempre tutto l’impegno e la passione, affinché questo Gran Premio Internazionale Danza rappresenti una vera opportunità, oltre che per il territorio, anche e soprattutto per i tanti giovani talenti della danza che hanno bisogno di nuove e importanti occasioni per mettersi in mostra.
Già alcuni importantissimi nomi internazionali sono stati ufficialmente confermati. Si tratta dei primi ballerini Lucia Lacarra e Matthew Golding, gli SpellBound Contemporary Ballet, e il duo Vittorio Galloro e Arianne Lafita. Questi i primi prestigiosi ospiti molto attesi del Gran Premio Internazionale Danza “Carlo Gesualdo” che illuminerà con fascino e bellezza il palcoscenico il prossimo marzo.
Alla direzione artistica Fabrizio Esposito mentre alla macchina organizzativa c’è Guendalina Manzi.
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