Conto alla rovescia per la quinta edizione di Irpinia Mood, il Festival che promette di raccontare l’Irpinia attraverso il buon cibo, la musica e l’amore per il territorio.
A farci entrare nel mondo di Irpinia Mood, l’architetto Maria Giulia Contarino.
Intanto, lungo corso Vittorio Emanuele fervono i lavori per la realizzazione del padiglione “Casa Irpinia”, che ospiterà la conferenza stampa di mercoledì.
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Catash: Francesca Tiresia Mazzoni e Carlo Corso esordiscono con il loro progetto
È nato Catash, il progetto di poesia performativa, composto da Francesca Tiresia Mazzoni e Carlo Corso.
Catash utilizza l’arte della parola in versi fondendola con il suono vibrante delle percussioni e del sound mediterraneo. I testi sono penetranti come lo è la musica che sottolinea l’intensità delle parole e dei contenuti trattati.
Usando le parole di Francesca Tiresia Mazzoni:
Catash è un connubio tra la poesia orale e la musica percussiva.
L’intento di Catash è quello di creare una connessione tra il linguaggio e il suono. Per scoprire meglio questo nuovo progetto non vi resta che guardare il video della performance tenutasi a Benevento.
Buona visione!
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Atripalda: 15 giugno appuntamento con Abellinum Pride
L’associazione Apple pie ha organizzato l’Abellinum Pride che si svolgerà sabato 15 giugno ad Atripalda. Durante la conferenza stampa svoltasi al Godot Art Bistrot di Avellino, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Mara Festa, presidente dell’associazione e Antonio de Padova, il vicepresidente.
Abellinum Pride: percorso
L’Abellinum Pride si svolgerà nel seguente modo:
ore 16:00 Concentramento Piazza Umberto I
ore 17:00 Partenza da Piazza Umberto I
Via Piazza
Piazza Garibaldi (prima sosta)
Via Vico La Torre
Piazza Municipio (seconda sosta)
Via Belli
Via Cammarota
Largo Fiumitello (terza sosta)
Piazza Giovanni XXIII
Via Santi Sabino e Romolo
Via Fiume (quarta sosta)
Via Gramsci (quinta sosta)
Largo Orta (sesta sosta)
Via Aldo Moro (settima sosta)
Rotonda Maddalena (ottava sosta)
Via Roma scuola elementare (nona sosta)
Via Roma Ponte (decima sosta)Attivo Piazza Umberto I e chiusura.
Partecipate numerosi!
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Il pittore delle aree interne Fernando Alfonso Mangone racconta il cambiamento climatico
Un artista visionario, le cui opere sono un’emozione continua di vibrazioni di luci e di colori. Fernando Mangone, in arte Alfonso, nasce nel 1958 ad Altavilla Silentina, un paese da lui definito “dionisiaco”, tra forti odori, grida gioiose di bambini e animali che convivevano con gli uomini. Stregato dalla musica Rock e dai caldi colori dei pittori fiamminghi che ama studiare, intraprende da bambino, cinquant’anni or sono, il suo percorso di artista e da Napoli a Firenze, fino all’Olanda, acquista fama anche lavorando con grandi marchi.
Si autoproclama “un randagio”, ribelle a qualsiasi tentativo di imbrigliarne la creatività, seppur animato da una delicatezza nell’approccio col prossimo che lo ha reso amico sincero con mezzo mondo.
Afferma Fernando Alfonso Mangone:
Sono un disubbidiente, uno che stravolge le regole. Come si può insegnare l’arte, la follia? Perché non servono le parole, perché la pittura stessa parla. È testimonianza.
I quattro elementi, l’acqua, la terra, il fuoco, l’aria vengono trasformati attraverso la passione che il Maestro Alfonso Mangone interpreta con i suoi colori psichedelici.
Un innamorato del Rinascimento che, ammirando i grandi del passato, trasfigura la loro lezione nel tripudio di colori che sono la gioia della vita, attraverso la sua esperienza sullo studio del mito e l’emozione del Rock. Le sue opere sono l’espressione di una persona semplice, umile, i colori solari e caldi trasmettono serenità.
L’arte, un messaggio all’umanità per narrare la bellezza del creato.
Racconta così la sua arte, il pittore salernitano mentre apre ad un pubblico di esperti d’arte, curiosi e giornalisti, il suo museo privato sito nell’antica Tenuta Forcella a Buccino, dove ha realizzato in una performance live di vernice a colori fluorescenti e fosforescenti, a suon di musica disco, un murale dedicato ai cambiamenti climatici “Lo scioglimento dei ghiacciai e il triste destino dell’orso polare”.
La visita nella galleria d’arte allestita nel museo M.A.M. dal maestro Mangone, è un vero e proprio viaggio nella storia, nella musica, nello sport e nella cultura degli Stati di tutto il mondo, dove la pittura racconta storia e bellezza.
I suoi dipinti seguono la narrazione dei luoghi dove è stato e dove ha vissuto da nomade: Berlino, Rotterdam, Parigi, Londra, Amsterdam. E ancora Venezia, Milano, Roma, per poi tornare a casa, ad Altavilla Silentino, nel Parco del Cilento.
Mito e futurismo si incrociano. David Bowie dialoga con Michelangelo, mentre il Sommo Poeta Dante rivive in versioni molto più simili alla pop art. Gli archetipi del racconto mitologico, i grandi ritrovamenti dell’antica Volcei, il Tuffatore di Paestum che si trasforma in una “Tuffatrice”, i grandi incendi dei boschi che distruggono al vita, i miti della contemporaneità come Diego Armando Maradona. E ancora Caravaggio, Giotto, Leonardo, Andy Wharol, Masaccio in una celebrazione espressionistica astratta, in cui contemporary art, urban e street style si contaminano. A dominare lo sguardo, sempre, è il colore, che avvolge e trasuda dalle pareti del M.A.M.
Conclude Fernando Alfonso Mangone:
Tutto è arte. Anche lo spettatore diventa arte, fulcro della prospettiva. “Perché un museo tra gli Alburni? Perchè ho vissuto alla grande La vita è piena di energia, è rock emozionale. Ora voglio mettere a sistema questa vita sregolata e farla diventare visiva, oltre la follia. È la mia grande scommessa rock’n’roll.
Bellezza. Dobbiamo creare bellezza, positività, andare avanti. Il passato è passato. Io vado avanti.
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