Siamo giunti al terzo ed ultimo appuntamento con Talenti d’Irpinia a Grottaminarda! Questa volta l’evento è dedicato ai più piccoli (dai 4 ai 10 anni), che verranno coinvolti in un laboratorio interattivo, ispirato alla Pop Art di Andy Warhol.
Marianna Calabrese, presidente dell’associazione Zigarte, è animata dalla voglia di avvicinare i bambini all’arte, educandoli alla conoscenza attraverso il divertimento e l’interazione. La sfida è quella di far entrare i bambini in un mondo che sembra complesso per i più piccoli ma che in realtà, trovando la chiave giusta, non lo è per nulla.
Il laboratorio artistico si svolgerà venerdì 23 agosto alle ore 18:30 presso il Castello d’Aquino di Grottaminarda.
L’ingresso è gratuito!
Per scoprire lo spirito che anima Marianna Calabrese e Giuseppe Borrelli non vi resta che guardare l’intervista!
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Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarrauted al Teatro Mercadante
Come possono le parole non dette o le intonazioni ambigue provocare malintesi e guastare definitivamente l’amicizia di due vecchi amici?
La commedia Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del novecento, mette al centro della scena la forza delle parole in una ragnatela di incomparabile abilità.
Due amici che si ritrovano dopo un non motivato distacco si interrogano sulle ragioni della loro separazione e scoprono che sono stati i silenzi tra le parole dette e soprattutto le ambiguità delle intonazioni a deformare la loro comunicazione aprendola a significati multipli e variati.Pour un oui ou pour un non è quel nulla che può cambiare tutto, quel nonnulla che provoca lacerazioni profonde, ferite insanabili.
Franco Branciaroli e Umberto Orsini si ritrovano sulla scena dopo tanti anni per dare vita con la loro abilità al terribile gioco al massacro che la commedia prevede.
A guidare questo gioco sarà uno dei maestri indiscussi dello spettacolo, Pier Luigi Pizzi, che ritorna al suo antico amore per la prosa.Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarrauted all’ 8 al 13 febbraio al Teatro Mercadante.
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Qui rido io di Mario Martone: il biopic su Eduardo Scarpetta
Dopo il Sindaco del rione Sanità, Mario Martone ci riconduce nella sua Napoli ma questa volta lo scenario e i personaggi sono diversi. Nella pellicola precedente il regista infatti omaggia e rivisita l’omonima opera teatrale di Eduardo De Filippo, riadattandola ai nostri tempi.
In Qui rido io, Mario Martone, presenta non solo il personaggio di Felice Sciosciammoca ma di Eduardo Scarpetta o meglio di Odoardo Lucio Facisso Vincenzo Scarpetta in persona, con tutti i suoi pregi e con tutti i suoi difetti.
Chi era Eduardo Scarpetta
Eduardo Scarpetta è stato un attore e commediografo che ha creato il teatro dialettale moderno che tra fine ‘800 e inizio ‘900 ha riadattato numerose commedie francesi.
Ha scritto diverse commedie originali tra cui Miseria e nobiltà. Con il suo piglio e la sua originalità è riuscito a mettere in secondo piano la maschera di Pulcinella, inventata nei primi decenni del ‘600 dall’attore Silvio Fiorillo.
Nel 1870 inizia il successo personale con l’interpretazione di Felice Sciosciammocca, personaggio che accompagnava Pulcinella, scritturato da Antonio Petito. Scarpetta era un uomo ambizioso e arrivista che voleva emergere ad ogni costo e ci è riuscito, diventando un capocomico di successo che nato da famiglia modesta arriva a possedere un palazzo in via dei Mille.
Eduardo Scarpetta ha una carriera molto lunga come commediografo che è stata bruscamente interrotta da una causa fattagli da Gabriele D’Annunzio nel 1904.
Nel 1909 deluso e amareggiato si ritira dalle scene, dopo aver partecipato alla parodia La Regina del Mare, composta dal figlio Vincenzo, al quale ha imposto di essere il suo continuatore nel ruolo di Felice Sciosciammocca.
La sua vita privata è stata turbolenta e fedifraga ma rimasta “fedele” all’interno del suo nucleo familiare. Un divoratore di donne, una presenza carismatica e ingombrante per tutti i componenti della famiglia. Un uomo che ha vissuto per il successo perché la sua felicità proveniva esclusivamente da questo.
Sposato con Rosa De Filippo da cui ebbe due figli: Domenico, nato probabilmente da una relazione con re Vittorio Emanuele ma riconosciuto da Scarpetta e Vincenzo. Da una relazione con una maestra di Musica ebbe un’altra figlia: Maria che adottò.
Dalla relazione con Luisa De Filippo, nipote della moglie, ebbe: Annunziata, Eduardo e Giuseppe De Filippo che non ha mai riconosciuto.
Dalla relazione con Anna De Filippo, sorellastra della moglie, ebbe Ernesto, riconosciuto da Vincenzo Murolo, Eduardo e Pasquale.
Qui rido io: la trama
Qui rido io mostra tutte le sfaccettature che hanno caratterizzato il personaggio e la persona che era Eduardo Scarpetta con tutte le contraddizioni in primis come uomo e padre. Durante la visione del film l’uomo e l’attore non si fondono mai del tutto eppure sono complementari: senza Eduardo Scarpetta probabilmente Felice Sciosciammocca non sarebbe stato ciò che è stato ed ha rappresentato per il teatro e per alcuni dei suoi figli.
Attraverso la minuzia dei dettagli e delle inquadrature che contraddistinguono il cinema di Martone, lo spettatore più attento scopre anche il motivo di quello sguardo malinconico e disincantato di Eduardo De Filippo, un figlio riconosciuto solo sul palco come figlio di Felice Sciosciammocca e mai nella vita reale come gli sarebbe spettato. Quest’ultimo infatti rientra tra i figli di Eduardo Scarpetta che non sono stati riconosciuti ma a cui inevitabilmente l’uomo ha trasmesso qualcosa: l’amore per il teatro e la scrittura che ha permesso a lui e ai suoi fratelli di poter diventare ciò che sono diventati in seguito. Eduardo Scarpetta semina figli extraconiugali tra le amate parenti con una cadenza che sembra quasi certosina perché ciascun bambino, durante gli anni, si darà il cambio per poter interpretare il figlio di Sciosciammocca. Una sorta di promiscuità da braccianti perché ciascuno invece che a coltivare campi sarà costretto a salire sul palco, lavorando per lui.
All’interno di questo scenario controverso vediamo una famiglia allargata in cui ciascuna donna ha scelto il proprio luogo e il proprio ruolo di buon grado. Ciascuna donna riversa la propria frustrazione, causata da questo contesto sentimentale malsano, sui propri figli attraverso una devozione materna, a volte, esasperante. Sono tutte donne imparentate tra loro che hanno in comune figli con l’unico uomo della casa, tutte sanno e tutte fanno finta di niente, facendo sembrare normale una situazione palesemente paradossale perché è più importante non patire la fame e la povertà che patire per amore o per vergogna. Eppure in casa Scarpetta le regole della società vanno rispettate ma esclusivamente quelle dettate da lui e che quindi ritiene giuste.
Qui rido io ci catapulta agli inizi del ‘900 periodo di grande fermento culturale caratterizzato da diverse correnti di pensiero, a volte antitetiche, e da grandi personaggi che hanno inevitabilmente fatto la storia di questa epoca. È un periodo in cui il pubblico si divide e crea consensi differenti non solo sul gusto estetico ma sul contenuto di ciò che viene proposto. L’esempio lampante all’interno del lungometraggio ci viene trasferito dalla differenza del teatro popolare e leggero di Scarpetta contro quello intriso di pathos e tormento decadente di Gabriele D’Annunzio e dal diverso modo di comunicare di entrambi attraverso la valutazione artistica reciproca che ciascuno fa dell’altro.
Da una parte abbiamo Scarpetta che vuole mettere in scena una parodia de La figlia di Iorio, snaturando completamente l’elemento tragico di D’Annunzio e dall’altra vediamo il disappunto e la poca flessibilità del noto poeta decadente che accetta il concetto di avanguardia solo se è lui a dettare le leggi del cambiamento.
Eduardo Scarpetta e Gabriele D’Annunzio sono diametralmente opposti artisticamente, culturalmente e socialmente eppure sono così vicini umanamente: entrambi sono dediti al piacere della carne ma in questo caso i ruoli si invertono. Scarpetta diventa conservatore a suo modo, creando un suo personale concetto di famiglia allargata mentre D’Annunzio diventa uno sfacciato adulatore del vizio e dunque di mentalità avanguardista.
Due personaggi antitetici che hanno in comune il proprio egocentrismo lavorativo, creativo e umano.
Mario Martone con questo lavoro cinematografico ci trasferisce la bellezza di un’epoca teatrale di grande valore e dignità, un periodo di grande fermento artistico e culturale ma soprattutto ci mostra uno spaccato sociale e umano che sembra così lontano dal nostro ma che poi così diverso non è perché è solo una questione di priorità sociali, economiche e culturali del tempo.
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Covid-19 in Irpinia: nuovi 160 tamponi naso-faringei sono risultati positivi
Dagli ultimi tamponi naso-faringei effettuati in Irpinia,1.550, sono risultati positivi al Covid-19 nuovi 160 casi.
I risultati pervenuti dall’ASL di Avellino sono i seguenti:
- 1 residente nel comune di Aiello del Sabato
- 3 residenti nel comune di Altavilla Irpina
- 1 residente nel comune Ariano Irpino
- 3 residenti nel comune di Atripalda
- 5 residenti nel comune di Avella
- 27 residenti nel comune di Avellino
- 1 residente nel comune di Baiano
- 1 residente nel comune di Caposele
- 1 residente nel comune di Castel Baronia
- 2 residenti nel comune di Contrada
- 2 residenti nel comune di Forino
- 2 residenti nel comune di Frigento
- 1 residente nel comune di Guardia dei Lombardi
- 2 residenti nel comune di Lapio
- 3 residenti nel comune di Lauro
- 3 residenti nel comune di Lioni
- 7 residenti nel comune di Marzano di Nola
- 2 residenti nel comune di Mercogliano
- 2 residenti nel comune di Mirabella Eclano
- 2 residenti nel comune di Montecalvo Irpino
- 7 residenti nel comune di Monteforte Irpino
- 3 residenti nel comune di Montemiletto
- 11 residenti nel comune di Montoro
- 5 residenti nel comune di Moschiano
- 3 residenti nel comune di Mugnano del Cardinale
- 4 residenti nel comune di Nusco
- 19 residenti nel comune di Pago Valle Lauro
- 1 residente nel comune di Pietrastornina
- 1 residente nel comune di Prata Principato Ultra
- 6 residenti nel comune di Pratola Serra
- 3 residenti nel comune di Quindici
- 1 residente nel comune di Rotondi
- 2 residenti nel comune di San Michele di Serino
- 2 residenti nel comune di Santa Lucia di Serino
- 4 residenti nel comune di Santo Stefano del Sole
- 3 residenti nel comune di Solofra
- 4 residenti nel comune di Summonte
- 3 residenti nel comune di Taurano
- 1 residente nel comune di Taurasi
- 2 residenti nel comune di Tufo
- 1 residente nel comune di Vallata
- 1 residente nel comune di Villamaina
- 1 residente nel comune di Volturara Irpina
- 1 residente nel comune di Zungoli
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