Dal 6 fino all’8 settembre Volturara Irpina apre le porte per la nona edizione della Festa del Fagiolo Quarantino della Valle del Dragone, un evento volto alla valorizzazione dei prodotti gastronomici d’eccellenza del territorio.
All’interno di questo evento ci sarà l’inaugurazione della Strada Ferrata e delle Vie di Arrampicata, un’area dedicata alle attività alpinistiche, realizzate dal gruppo Campania Mountains Guides e finanziato dall’Amministrazione Comunale di Volturara Irpina.
La zona è composta da vie ferrate e itinerari di arrampicata aperti a tutti, bambini e adulti, perché è suddiviso in diversi gradi di difficoltà: ben 8 percorsi monotiro per i bambini e per gli esordienti e due percorsi multipich per chi già è esperto di arrampicata alpinistica.
Festa del Fagiolo Quarantino della Valle del Dragone
Venerdì 6
Dalle ore 18:00 si inizia con giochi per i bambini.
Alle ore 20:00 è prevista l’apertura degli stand gastronomici.
Alle ore 21:00 appuntamento con Mix Harmony e Beta Folk 2.0.
Sabato 7
Ore 09:30 inaugurazione della Strada Ferrata e delle Vie di Arrampicata.
Ore 11:00 i8ncontro e discussione su Irpinia, prodotti di eccellenza e ambiente.
Ore 13:00 pranzo in piazza.
18:40 degustazioni del Fagiolo Quarantino a cura di Slow Food.
Ore 20:00 apertura ufficiale della festa con il taglio del nastro a cura dell’Amministrazione Comunale.
Ore 21:00 live con Rock e i suoi fratelli, Pratola Folk e le Ninfe della Tammorra.
Domenica 8
Ore 09:00 escursione in montagna a cura del CAI di Avellino.
Ore 10:00 Maratona della Valle del Dragone.
Ore 13:00 pranzo in piazza.
Ore 16:30 live Aria Nova.
Ore 20:00 consegna della Cittadinanza Onoraria al giornalista RAI Rino Genovese.
Ore 21:00 live Banana Split, Popolo Vascio e Mulieres Garganiche.
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Michele Citoni vince il primo premio Reelheart
Il primo premio nel concorso dei documentari brevi del ReelHeART International Film & Screenplay Festival è stato assegnato in Canada a un film italiano che racconta una storia tra l’Irpinia e gli Stati Uniti: “5×7 – il paese in una scatola”, del regista romano Michele Citoni.
Il premio è stato annunciato al termine della settimana di proiezioni in una cerimonia on line a cui ha partecipato il regista. Il festival, infatti, giunto alla 17ma edizione, si è tenuto sulla rete a causa delle restrizioni anti-Covid tuttora vigenti nello stato canadese dell’Ontario, la cui capitale Toronto è sede della manifestazione.
La proiezione di “5×7” ha rappresentato una prima assoluta canadese per il film che racconta il soggiorno del fotografo americano Frank Cancian a Lacedonia (Av) nel 1957, la genesi delle 1801 foto da lui realizzate nella piccola comunità rurale dove restò per sei mesi, il ritrovamento delle foto e il ritorno di Cancian, antropologo e professore universitario ormai in pensione, a Lacedonia sessant’anni dopo, dove h a donato le foto alla Pro Loco ed ha tagliato il nastro del MAVI-Museo Antropologico Visivo Irpino che oggi le espone.
Le 1801 foto in bianco e nero rappresentano uno straordinario ritratto etnografico di una comunità rurale del Sud realizzato per immagini, richiamando il noto lavoro svolto dall’artista americano Paul Strand insieme al cineasta Cesare Zavattini a Luzzara (Re) solo alcuni anni prima e pochissimi altri esempi analoghi.Ha scritto Francesco Faeta:
Nessun antropologo che abbia studiato il Mezzogiorno d’Italia in quegli anni ci ha lasciato un più vivido e completo ritratto di comunità , uno dei massimi esperti di antropologia visuale, nel libro da lui curato Un paese del Mezzogiorno italiano. Lacedonia (1957) nelle fotografie di Frank Cancian (Postcart, 2020), volume pubblicato in doppia edizione italiana e inglese in occasione della omonima mostra in corso a Roma nella sede, scientificamente prestigiosa, del Museo delle Civiltà del Ministero della Cultura.
Il documentario di Michele Citoni ricostruisce un episodio ancora poco conosciuto ma di grande importanza nella storia dell’antropologia visuale e fa un ritratto caldo e affettuoso di un intellettuale di grande valore, purtroppo scomparso nel novembre scorso in California, e del suo rapporto con la comunità in cui si è immerso per studiarla; inoltre racconta come la memoria e le pratiche culturali possano contribuire a rafforzare l’identità di una piccola comunità, elemento centrale per la coesione di tutti i territori interni italiani e d’Europa in crisi di spopolamento e marginalizzazione economica.
Il film è stato prodotto e realizzato da Michele Citoni per il MAVI in coproduzione con la Proloco “Gino Chicone”, l’associazione LaPilart e il Comune di Lacedonia; è stato montato da Roberto Mencherini e si avvale delle musiche dei napoletani KuNa e del quartetto jazz del lacedoniese Pasquale Innarella. Prima del recentissimo riconoscimento canadese, “5×7” ha vinto numerosi premi in Italia, Stati Uniti e altri paesi.
Il ReelHeART International Film & Screenplay Festival è stato fondato a Toronto nel 2004 e da allora proietta le anteprime per il Canada di film, sceneggiature e progetti televisivi «dei migliori registi e sceneggiatori indipendenti emergenti e professionisti provenienti da tutto il mondo.Il festival si definisce «fresco, indipendente, anti-nicchia» e ha scelto il seguente principio-guida: «tutte le culture sotto lo stesso tetto».
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L’uomo del labirinto: un thriller psicologico sulla manipolazione mentale
L’uomo del labirinto, tratto dall’omonimo romanzo noir (2017) di Donato Carrisi, conduce lo spettatore all’interno del mondo della manipolazione psichica e della fragilità mentale dell’essere umano.
Il regista parte da un’ambientazione non definita: siamo in Italia e ciò è deducibile dai nomi delle insegne dei negozi, ma possiamo trovarci ovunque. Dall’inizio del film si entra immediatamente nel mondo distorto di Samantha Andretti (Valentina Bellè), una ragazza che è stata rapita quindici anni prima ed è stata drogata dal suo rapitore, per renderle, forse, meno pesante la condizione di cattività cui è stata costretta a vivere.
Per cercare di capire cosa sia successo a Samantha Andretti, viene interpellato il dottor Green (Dustin Hoffman), un profiler che deve entrare nella testa della ragazza, spingendola a ricordare tutto ciò che ha vissuto nei quindici anni di rapimento.
Tutto il suo trascorso di quegli anni, probabilmente, è stato rimosso dalla ragazza sia per le droghe psicotrope che le sono state somministrate e sia per il potere della mente umana, che consiste nel rimuovere o falsare i ricordi strettamente collegati ad episodi traumatici vissuti, con cui è troppo difficile fare i conti.
Al destino di Samantha Andretti s’incrocia un’altra figura, quella di Bruno Genko (Toni Servillo), un uomo che si occupa di recupero crediti e di investigazione.
Bruno Genko era stato convocato, ai tempi del rapimento, dai genitori di Samantha Andretti per aiutarli a ritrovare la figlia ma l’investigatore non aveva adempiuto al suo compito.
Quando l’investigatore apprende, dal telegiornale, il ritrovamento di Samantha Andretti sente di doverle dare una mano, cercando di scoprire l’identità del rapitore.
Intanto cosa sta scoprendo il dottor Green?
Samantha Andretti gli parla costantemente di un labirinto e di un gioco, cui era costretta a giocare, per poter avere acqua e cibo. I ricordi della ragazza sono molto confusi ma, pian piano, il profiler riesce ad avere un quadro della situazione.
Intanto Bruno Genko, che sta cercando di scoprire il volto del rapitore, si ritrova ad inseguire un uomo con la testa di un coniglio. Bunny è il rapitore di Samantha Andretti, di questo Genko ne è sicuro, ma riuscire a smascherare la sua indentità non è così semplice.
Intanto a questa storia si intreccia la scomparsa di Mila, una poliziotta che lavora all’interno della sezione persone scomparse. La sua sparizione sembra non avere un collegamento con il ritrovamento di Samantha Andretti ma non è proprio così, questo lo scoprirete, forse, solo con la visione de L’uomo del labirinto.
L’uomo del labirinto: punti di forza
Donato Carrisi, per la trasposizione cinematografica del romanzo, si è avvalso di un cast di tutto rispetto che, già di per sé, rappresenta un punto di forza perché spinge un qualsiasi spettatore, compreso il non appassionato del genere thriller, ad andare al cinema.
Un altro punto di forza è quello di Bunny, l’uomo dalla testa di coniglio che, oltre a riportare alla memoria L’impero della mente (2006) di David Lynch, riesce a trasferire la stessa inquietudine disorientante che avvolge l’essere umano nel momento stesso in cui si rapporta a qualcosa che è diverso da sé.
L’elemento che, però, lo rende un film interessante è il gioco psicologico che il regista induce nello spettatore: quest’ultimo viene, a sua volta manipolato da Donato Carrisi e condotto nello stesso labirinto psicologico della manipolazione mentale.
Alla fine del film ci si accorge di essere stati condotti, inconsapevolmente, verso una verità falsata, attraverso un plagio e ci si rende pienamente conto di come la mente umana possa essere tratta in inganno attraverso manipolazioni esterne.
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Nataliya Borysyuk: un sogno chiamato Sanremo
Nataliya Borysyuk è pronta a lasciare la sua città Casal di Principe per realizzare il suo sogno: un sogno chiamato Sanremo.
Al via tra poco più di dieci giorni la 72esima edizione del Festival di Sanremo.
La città dei fiori si sta già iniziando a preparare ad essere il centro degli eventi e dello spettacolo italiano durante la settimana più importante dell’anno.
Qui prenderanno forma i sacrifici di mesi di studio e di lavoro dello staff Dream Massage .
Il Dream Massage è una tecnica di massaggio certificata ideata dal Maestro Stefano Serra, spa manager di fama internazionale ed ora studiata nel master “Massaggiatore professionista dello spettacolo e dei grandi eventi”.
Dopo mesi di alta formazione, i migliori professionisti del benessere sono pronti a raggiungere Sanremo per mettersi alla prova nella luxury spa Somnia Aurea Spa presso il Grand hotel Des Anglais.
Attori, cantanti e personaggi dello spettacolo troveranno riposo e rigenerazione durante la settimana più frenetica e stressante dell’anno tra le mani degli operatori del Dream Massage .
Quest’anno farà parte della squadra Dream Massage, selezionata per Sanremo dal Maestro Serra, anche Nataliya Borysyuk.
Nataliya Borysyuk è un’operatrice olistica di origini Ucraine, residente a Casal di Principe (in provincia di Caserta).
Nataliya studia e lavora nel settore benessere da qualche anno, ma da sempre è affascinata dallo scambio di energia positiva che avviene durante i trattamenti tra operatore e ospite.
Nel tempo decide di studiare e approfondire molte tecniche di trattamento, sia olistiche che estetiche, occidentali ed orientali.
Il 2021 è stato un anno colmo di emozioni e successi, Nataliya, infatti, partecipa all’International Massage Championship – IMA e al campionato di Masaje Latino.
Vive questa esperienza con la voglia di confrontarsi in questa “arte” con professionisti provenienti da ogni posto del mondo.
Inaspettatamente i suoi sacrifici, gli anni di studio e di lavoro la conducono alla vittoria.
Nataliya ottiene la medaglia di bronzo nella categoria massaggio facciale al campionato Masaje Latino ed è campionessa del pubblico per lo stesso. Inoltre è detentrice del primo posto con medaglia d’oro al campionato IMA.
Subito dopo questi successi Nataliya decide di non fermarsi, ma anzi di continuare ad investire sulla sua formazione professionale, iniziando a studiare il Dream Massage ® (non un semplice trattamento ma una reale esperienza multisensoriale in grado di coinvolgere mente, corpo e spirito, regalando benessere profondo).
Viene così selezionata tra molti per il master “Massaggiatore professionista dello spettacolo e dei grandi eventi” dal Maestro Serra.
Nataliya Borysyuk sta vivendo un periodo d’oro, un sogno: un sogno chiamato Sanremo.
Ed ora è pronta a concludere questo percorso di studi mettendosi alla prova al cospetto dei big della musica e della televisione italiana sul palcoscenico più importante, quello di Sanremo e della Somnia Aurea Spa.
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