Francesco Di Leva, il protagonista dell’ultimo capolavoro di Mario Martone, “Il sindaco del rione Sanità” sarà uno dei docenti della Masterclass di Cairano diretta da Franco Dragone.
Dal 28 ottobre all’8 novembre 2019, nel piccolo borgo dell’Alta Irpinia, Di Leva, premiato alla 68esima edizione della Mostra d’Arte cinematografica di Venezia come miglior rivelazione, indirizzerà gli alievi del corso verso la scoperta e lo sviluppo della personalità artistica. Una presenza che alla luce del successo di pubblico e critica del film di Martone consegna alla “Scuola dei Mestieri dello Spettacolo” di Cairano un valore aggiunto di sicuro appeal per gli studenti.
La Scuola vede nomi di primo piano nel panorama dell’arte e dello spettacolo in Italia. Con Di Leva ci saranno Ernesto Lama, Alfredo Balsamo, Marco Balsamo, Luca De Fusco, Giulia Delli Santi, Andrea Francisi, Gianmario Longoni, Luigi Saccomandi e Andrea Varnier.
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M.I.A. La cattiva ragazza della musica è il docufilm di Stephen Loveridge: il trailer
M.I.A. La cattiva ragazza della musica è un documentario firmato Stephen Loveridge, la pellicola è uscita nelle sale italiane il 20 gennaio. Il docufilm mostra il vero volto che caratterizza l’animo ribelle, le canzoni provocatorie e crude di M.I.A. (Mathangi Maya Arulpragasam), pop star controversa e tra le artiste più interessanti del panorama musicale contemporaneo.
La sua è una storia particolare: M.I.A. nasce a Londra il 18 luglio del 1975, a sei mesi ritorna nello Sri Lanka. Arul Pragasam, suo padre, è un attivista Tamil (un movimento sovversivo che si batte per l’indipendenza della parte settentrionale e orientale dello Sri Lanka). Con l’inasprirsi della guerra civile ed il pericolo annesso, M.I.A. ottiene il permesso di tornare a Londra come rifugiata. Questa esperienza unita alla sua passione per la musica le permette di esprimersi, diventando la star internazionale che la maggior parte di noi conosce.
Usando le sue parole:
Dovevo affrontare il fatto di essere diversa, ero un’immigrata. Nello Sri Lanka eravamo circondati dalla guerra civile e la musica era la mia medicina.
La maggior parte dei testi delle sue canzoni racconta della sua gente, di ciò che succede e che non si dice, della sua esperienza da rifugiata. M.I.A. La cattiva ragazza della musica è il titolo italiano del documentario ed è preso in prestito da una sua canzone: Bad Girls del 2012.
Chi sono le cattive ragazze? Da una lettura del testo si comprende che le bad girls sono donne indipendenti e forti, che vivono la vita per come vogliono e non per come gli altri si aspettano da loro. Sono ragazze che non hanno paura di cogliere l’attimo, vivendolo senza paura.
M.I.A. La cattiva ragazza della musica non segue un continuum temporale perché lo spettatore, attraverso queste interruzioni, deve poter comprendere d’impatto la difficoltà che ha avuto la cantante nel mantenere un legame con la sua terra e le proprie radici. La particolarità e la bellezza che contraddistinguono il lungometraggio è il distaccarsi dallo scenario del classico docufilm musicale. Se vi aspettate un approfondimento della pop star attraverso la visione di video o immagini inedite dei suoi live, ne resterete delusi.
La pellicola mostra immagini truci sulle conseguenze che porta con sé la guerra, sinonimo di violenza e di disumanità. M.I.A. La cattiva ragazza della musica rivela la forza di una giovane donna che, in realtà, di bad girl ha ben poco, se non il fatto di voler raccontare senza metafore una condizione politica e sociale che di patinato ha ben poco.
Per darvi un’idea della musica di M.I.A. e di ciò che abbiamo detto a riguardo, vi mostriamo il video di Borders, singolo del 2015.
Se siete interessanti al tema immigrazione e accoglienza Dove bisogna stare, un altro documentario, potrà darvi molti spunti di riflessione a riguardo.
Buona visione!
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Papillon in legno Marzù: un accessorio che diventa un gioiello unico e senza tempo
MVM Marzù nasce dal genio e dalla creatività della signora Pina e dei suoi tre figli: Mariangela, Vito e Martina Di Prenda che danno il nome alla loro azienda con le iniziali dei loro nomi.
Vito ha un amore per i papillon sin da bambino e un giorno, dovendo partecipare ad un evento importante, decide di creare un papillon esclusivo che più che un accessorio deve essere un gioiello unico e ricercato ed è così che nasce il papillon di legno: realizzato completamente a mano da artigiani.
Il punto di forza del brand Marzù è lo standard elevato, la lavorazione artigianale, l’attenzione per i dettagli e l’eccellente qualità dei materiali impiegati per realizzare i loro prodotti. L’azienda si trova ad Aquilonia, in provincia di Avellino, il legno impiegato per la realizzare le creazioni Marzù è d’ebano o di ulivo.
I Papillon Marzù riescono ad esprimere la personalità di chi li indossa perché fondono stile unico, ricercatezza ed esclusività. L’azienda Marzù non produce solo papillon in legno ma ha pensato anche a chi non riesce a rinunciare alla classicità di questo accessorio.
Il Papillon Duca Gioello, ad esempio, riesce ad avere il giusto compromesso tra linea classica e morbida: il materiale predominante è la seta comasca ma viene impreziosito dal vetro di Murano che gioca soprattutto su i contrasti cromatici.
Se l’obiettivo è quello di lasciare il segno, di essere ricercati e di valorizzare i prodotti artigianali ed il Made in Italy, non vi resta che visitare il sito Marzù e lasciarvi incantare dalle loro creazioni!
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Test rapidi per bambini autistici e per le loro famiglie
Per consentire la ripresa in sicurezza delle terapie ABA (Appiled Behavior Analusis), Analisi del Comportamento Applicata, che erano state sospese nella prima fase di emergenza Covid-19, sono stati effettuati test e tamponi su operatori e bambini autistici, compresi i familiari .
La terapia ABA si basa nello studiare attraverso il comportamento, scomponendolo in tutte le sue parti, e capire in modo oggettivo quali sono le conseguenze che mantiene un determinato comportamento.
Il fine ultimo delle terapie stabilisce infine come modificare le condizioni che si trovano alla base di quel determinato comportamento, per promuovere azioni positive e ridurre quelle negative.
Questa terapia si rivolge alle persone con autismo.
L’ASL di Avellino ha attivato un piano screening sugli operatori, i bambini e le loro famiglie, che è stato completato in data odierna.
Sono stati effettuati 131 test rapidi persone tra bambini e componenti del nucleo familiare. Sono stati sottoposti a tampone 43 operatori impegnati nelle attività terapeutiche.
Oggi sono stati effettuati 460 test tra pazienti e familiari del Centro Aias di Cicciano, convenzionato con l’ASL di Avellino per le terapie ABA a domicilio.
Il medesimo centro attraverso l’ASL di riferimento si è occupato di effettuare screening ai terapisti ABA impegnati a domicilio presso le famiglie irpine.
Ciò è stato fatto per consentire la ripresa delle attività riabilitative in totale sicurezza sia per gli operatori ma, soprattutto, per i i bambini e le loro famiglie.
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“Il sindaco del Rione Sanità” alla Masterclass di Franco Dragone
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