L’album di Petullà è una dichiarazione di intenti: è la voglia di condividere le emozioni per trovare un’intimità che ci possa far sentire simili. Un “Se hai bisogno sono qui perché siamo nella stessa barca”.
Tutte le canzoni sono battaglie contro la solitudine, in cui centrali sono il tema dell’abbandono, dell’importanza dei ricordi, in modo che possano diventare un motore per stare bene con se stessi.
L’album è stato scritto durante la pandemia e credo sia per questo che parlo sempre in prima persona di fatti autobiografici. Avevo bisogno di creare dimensione accogliente per recuperare il contatto con le persone, e ho pensato che avrei potuto raggiungerla solo mettendomi a nudo, con le mie speranze, le mie consapevolezze e le mie paure.
A Casa Presto, il singolo estratto, è la ricerca di uno spazio che possa essere talmente intimo da definirsi “casa”, in un momento in cui né dentro né fuori dalle mura ci si sente al proprio posto. Il posto intimo l’ho trovato nelle canzoni da condividere in modo che quel grido comune diventi una casa abitata.
Petullà: biografia
Petullà è un cantautore torinese. I suoi testi descrivono la quotidianità con immagini evocative e poetiche. Dal suo cantato emerge una visione del mondo in cui, al di là delle contraddizioni, la chiave dei rapporti umani sta nell’intimità e nel romanticismo.
Già attivo dal 2017, con il singolo Titoli di Coda e i primi passi nella sua città, dall’estate 2018 fa uscire Brera e altre 4 canzoni.
Partecipa a Sofar Sounds e sale sul palco di Deejay on Stage. Prende parte alla decima edizione del Reset Festival, uno dei più importanti della scena emergente in Italia.
Con Le Luci Fuori, in uscita nel febbraio 2019, va in rotazione su stazioni, metro e aeroporti italiani e partecipa a numerosi live tra cui il Festival Maledetta Primavera all’ Off Topic di Torino e altri del circuito KeepOn, tra cui Rock Caravan, FarciSentire Fest e Memorabilia Fest, in un minitour che lo porta in giro per l’Italia.
In acustico, dopo l’uscita dell’ultimo singolo, Zara, nell’autunno del 2019, apre i concerti di Niccolò Carnesi, Tropico, Mox, Manitoba, e a Milano al Circolo Ohibò e Magazzini Generali per la rassegna This Is Indie.
Dal 2020 si dedica alla produzione del suo primo album con la collaborazione di Paolo Caruccio e della sua band. Si occupa anche di co-scrittura di brani come autore.
Dopo Soprammobili e Orgasmi e Origami, il 29 aprile esce il terzo singolo Un appartamento.
L’uscita di A Casa Presto è preceduta dai due singoli Rasoterra feat Anna Castiglia e Musica Stupida.
L’album, uscito venerdì 7 ottobre 2022 è stato inserito nelle playlist editoriali di Spotify New Music Friday e Scuola Indie.
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Nella mia tempesta: il nuovo singolo di Valentina Rizzi
Quando una vocalità unica, incisiva e coinvolgente si unisce a quella iconica di uno dei più rappresentativi esponenti di un genere, emblema di un’intera generazione, il risultato è un brano in grado di magnetizzare mente ed anima sin dalle prime note, accompagnando l’ascoltatore in un viaggio guidato da pathos, ritmo ed emozione.
Ed è in questa cornice suggestiva, sospesa tra dinamismo, introspezione e nostalgia, che si inserisce “Nella mia tempesta” (Gotham Dischi), il nuovo singolo di Valentina Rizzi in feat. con uno dei pesi massimi del rap-game italiano, Mondo Marcio.
Reduce dall’incredibile successo della pop-ballad “Addio (Ti sto lasciando andare)”, che ne ha riconfermato capacità espressiva, autorale e tecnica, Valentina Rizzi, corista ufficiale delle tournée europee del rapper meneghino classe ’86, torna con una collaborazione che era già scritta in un destino condotto dall’autodeterminazione, dall’impegno e da quell’urgenza comunicativa connaturata nei grandi artisti, nonché nei desideri dei moltissimi fan del rapper, ammaliati dalla sensibilità e dall’abilità vocale della cantautrice milanese.
l brano, prodotto da Mattia “Mene” Menegazzi – con mix e master a cura di Andrea Mitidieri -, è un intimo ed intenso dialogo tra i protagonisti di una relazione impetuosa e turbolenta, sorretta dall’ardore di quella passione, travolgente e totalizzante, incapace di cedere spazio all’arcobaleno dei sentimenti, lasciando così, nel cuore della partner, desolazione, tristezza e sconforto.
Una donna ferita e innamorata, ma al tempo stesso consapevole di se stessa e delle sue ambizioni, magistralmente resa dalla struggente interpretazione di Valentina Rizzi, che intreccia il suo vissuto a quello di un uomo dallo spirito libero e dai trascorsi difficili e intricati, totalmente conscio di non poter donare quella stabilità, quel tipo di rapporto, solido e romantico, che gli occhi di lei gli chiedono senza bisogno di proferire parola, perché l’amore sa esprimersi attraverso uno sguardo, ben prima che la bocca porga richieste.
Esitazioni, tentennamenti, contrasti e riappacificazioni si susseguono nella narrazione di un legame sostenuto dal desiderio fisico fine a se stesso, dando vita ad uno spaccato autentico e sincero che evidenzia le prospettive di entrambe le parti.
In questo continuum di allontanamenti e riconciliazioni – «te che entri nella mia vita e poi dopo qualche mese so che è già finita» -, la penna fine e vibrante di Valentina Rizzi delinea i tratti di un rapporto sofferto e deleterio, che a causa della sua accezione discontinua e intermittente, provoca una sensazione di avvilimento nella quotidianità della partner femminile, portandola ad interrogarsi sul valore effettivo della storia stessa e su quella voragine affettiva che la trascina nei ricordi, impedendole di riprendere in mano la propria vita, di riappropriarsi della sua identità personale, scindendola, definitivamente, dall’ombra costante e oppressiva del passato.
Dall’altro lato, in un flusso di coscienza onesto e penetrante, l’icastica scrittura di Mondo Marcio cattura lo scenario emotivo di un uomo che non ha mai elargito promesse – «Sti ragazzi complessati, ma quando cazzo mai ti ho detto che mi piaci?» -, trasponendolo, con taglienti ed emblematiche barre – «Ti sei avvicinata alle mie fauci, io sono un virus che non cura neanche Fauci» -, su un beat capace di avvolgere il pezzo in un abbraccio a mezz’aria tra veemenza e dolcezza.
“Nella mia tempesta”, scritto dai due artisti a sei mani con Pietro Mirabello e accompagnato dalla straordinaria creatività rappresentativa della lips artist Martina Bacoccoli e della grafica Debora Fiorio che ne ha curato la cover, è un ciclone di rime e sentimenti che evidenzia l’eclettismo di Valentina Rizzi, un’artista raffinata e trasversale, in grado di raccontare tutte le sfumature delle emozioni.
Valentina Rizzi: biografia
Valentina Rizzi è una cantautrice italiana classe 1993, nata e cresciuta a Milano, con un breve intermezzo nelle isole spagnole. Tra grandi sacrifici e rinunce, riesce ad emergere con la sua voce ed il suo talento: per lei, la Musica è un’emozione che scaturisce dall’interno.
Con grande determinazione ed impegno, studia canto, recitazione, dizione e pianoforte, a cui accosta la formazione in danza moderna ed Hip Hop. Nel 2019, diventa corista ufficiale di Mondo Marcio, che la vuole al suo fianco durante il “Rap God Tour”, tournée europea che tocca le principali città del Vecchio Continente, fino ad approdare nelle più prestigiose location italiane, con moltissime tappe sold out. Ed è proprio con il rapper meneghino, tra i più rappresentativi esponenti della scena italiana, emblema di un’intera generazione, che nel 2022, dopo il successo della pop-ballad “Addio (Ti sto lasciando andare)”, Valentina Rizzi duetta sulle note di “Nella mia tempesta”, un ciclone di barre e sentimenti che si fa strada tra gli uragani del cuore.
Da quel momento, grazie soprattutto ad un costante impegno e ad una notevole maturazione stilistica ed interpretativa, ogni sua release viene accolta con approvazione e stima da pubblico e critica, che la consacrano ufficialmente come una delle cantautrici più brillanti del nuovo cantautorato femminile nazionale.
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La poesia performativa di I AM/You FM
Nello Luciano, in arte I Am/You FM, apre il suo progetto per caso ma con un’idea di fondo che ha come tematica il rapporto dell’essere rispetto al mondo circostante e alla società moderna. Il nome I AM/You FM prende spunto da due concetti chiave: l’Essere in senso ontologico (I Am, io sono) e l’esigenza di comunicare (AM come modulazione di frequenza, minore di quella FM che, invece, ha un legame più lineare tra frequenza e messaggio).
Usando le stesse parole di Nello Luciano:
Quello dell’Io sono, sottointendendo una prima persona in senso lato, è un concetto che viene obbligatoriamente messo in relazione a quello che viene filosoficamente chiamato mondo sensibile, più accessibile, più accessibile ma non per questo sentito come proprio.
I AM/You FM
I AM/You FM si avvicina alla poesia performativa nel 2010, quando si imbatte in Poeti in lizza, un torneo nazionale di Torino incentrato sulla poetry slam, un mondo completamente nuovo per lui perché ai tempi non esisteva ancora il suo progetto di poesia performativa.
Nello Luciano si nutre da sempre di classici: da piccolo resta affascinato dall”800 e dal ‘900, con una maggiore propensione per il neorealismo magico ovvero per autori come Italo Calvino, Franz Kafka, Milan Kundera e Dino Buzzati.
Successivamente I AM/You FM si avvicina alla poesia come lettura. Oggi predilige il surrealismo dal punto di vista delle arti visive in senso lato (musica, cinema e pittura). Dalla fusione delle sue passioni: scrittura e musica nasce il suo progetto di poesia performativa.
I AM/You FM e la sua poesia performativa
I temi principali di cui parlano le poesie di I AM/You FM sono incentrati principalmente su tematiche filosofiche come l’aderenza dell’Io rispetto al mondo sensibile in epoca moderna con un riferimento velato al saggio La costruzione logica del mondo (1928) di Rudolf Carnap e Martin Heidegger per quanto riguarda le sue teorie sul concetto del nulla.
I AM/You FM è affascinato dalle tematiche che riguardano lo spazio ed il tempo associato al simbolismo e alle diverse strade d’interpretazione sociologica.
Il concetto di spazio ha influenzato molto la sua scrittura perché Nello Luciano è interessato alla riflessione sul rapporto tra uomo e spazio circostante ovvero come e quanto il mondo circostante ci forma e ci plasma.
Ecco un altro estratto di Fulgori, serata dedicata alla poesia performativa, svoltasi a Benevento e organizzata da Fautrix EcoVineria, Francesca Mazzoni e da Vittorio Zollo.
Dal primo ascolto della performance di I Am/You FM: le pause, l’incalzare delle parole pesate, pesanti e pensanti riportano alla mente la recitazione di Emidio Clementi, cantante dei Massimo Volume ma ogni suggestione è soggettiva, dunque a ciascuno la propria.
Buona scoperta!
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Il Guerriero di Capestrano: tra indagini scientifiche e proposte narrative
L’incontro nasce da un’iniziativa di collaborazione fra istituti e luoghi della cultura diversi per offrire al pubblico una riflessione nuova e aggiornata intorno all’immagine del Guerriero di Capestrano, simbolo dello spirito delle culture italiche anche a livello internazionale.
Il Guerriero di Capestrano sarà al centro della presentazione di studi tradizionali e di nuova generazione, che vedono coinvolti la Direzione regionale e l’Università in un progetto comune per approfondire temi e interrogativi ancora aperti. L’incontro prevede la partecipazione di specialisti del settore accanto ad autori che si sono cimentati sul tema dei guerrieri nella narrativa contemporanea.
Dal rinvenimento del Guerriero di Capestrano e dei guerrieri affini, ai dettagli delle rappresentazioni scultoree e figurate, ai guerrieri onorati nelle sepolture del territorio, alle caratteristiche dell’ambiente e ai suoi riflessi nella conservazione di capolavori simili: sono alcuni dei temi che saranno affrontati nella prima parte dell’incontro. La seconda parte sarà dedicata ai guerrieri nella narrativa e alle immagini di combattenti in epoche storiche diverse così come immaginate dai rispettivi autori. Con l’occasione sarà inoltre proposto, a cura dell’Associazione Nazionale Italia Nostra, un premio per la narrativa dedicato al soggetto del Guerriero di Capestrano.
Il Guerriero di Capestrano. il programma
15.00 Saluti d’apertura
15.10 Valentina Belfiore (DRM Abruzzo) Il sonno del Guerriero. Fra immagine e gestualità nelle sculture arcaiche
15.30 Vincenzo D’Ercole, Silvano Agostini, Oliva Menozzi (Università G. d’Annunzio) Il progetto ARS: Arte, Archeometria e la falsa storia di un vero Guerriero
15.50 Luigi Capasso (Museo Universitario) Il Guerriero di Capestrano fra antropologia, paleopatologia ed arte
16.10 Francesco Stoppa, Francesca Falcone (Università G. d’Annunzio): Dottorato di ricerca EEH Earthquake and Environmental Hazards (Università degli Studi G.d’Annunzio), DATA- – U.D’A ANALYTICAL HIGH-TECH, Laboratorio di caratterizzazione dei materiali, “Mappatura e misurazione del rischio
sismico per le collezioni museali e dell’edificio di Villa Frigerj”16,30 DISCUSSIONE
17.00 INTERVALLO
17.15 Prima dell’opera d’arte Psiconauta. Ologramma dell’artista Vito Bucciarelli
17.30 Massimo Pamio (direttore del Museo della Lettera d’Amore) “Piccolo poema in forma di luoghi. Letture di pagine narrative”
Italia Nostra: Promozione del Premio Nazionale di narrativa “Io sono il Guerriero”
17.50 Nicola Mastronardi, Il Guerriero immaginato. L’assenza del mito italico
18.10 Nicola Antonucci, Presentazione del romanzo La chiave dei tre Abruzzi
18,30 DISCUSSIONE
19,00 Considerazioni finali
Il Guerriero di Capestrano: i relatori
Valentina Belfiore
Funzionario Archeologo del Polo Museale dell’Abruzzo, con sede a Chieti, Borsa Postdoc dell’Université Libre de Bruxelles per il progetto dal titolo “Descriptions de rituels dans l’Italie au 1er millénaire avant notre ère”; Borsa Postdoc Lise-Meitner (FWF Der Wissenschaftfonds, Haus der Forschung, Wien, Direttrice del progetto di ricerca: FWF M1841-GBL, Stone monuments of ancient Italy (7th-4th cent. BC) per lo studio degli aspetti artigianali, tecnologici, cronologici e d epigrafici delle stele funerarie di area italica a partire dall’ambito di Novilara presso la Leopold-Franzens-Universität Innsbruck, Institut für Archäologien, Ur- und Frühgeschichte; Docente presso la Ruprecht-Karls-Universität Heidelberg, Institut für Klassische Philologie, corsi tenuti: Einführung in die Etruskologie; Einführung in die etruskische Sprache und Epigraphik; Docente presso la Leopold-Franzens-Universität di Innsbruck, presso l’Institut für Alte Geschichte e presso l’Institut für Archäologien; corsi tenuti: Einführung in eine Sprache der Rand- und Kontaktzone: Die etruskische Sprache; Etruskische Textlektüre. Elemente der etruskischen Kultur in den wichtigsten epigraphischen Texten.
Vincenzo D’Ercole
Per lunghi anni funzionario di zona della soprintendenza archeologica abruzzese, ora è alle dipendenze della direzione generale antichità a Roma. Ha scavato i siti archeologici dell’Aquilano palmo a palmo, e mantiene forte il legame con l’Abruzzo.
Silvano Agostini
Retired Geologist official at the Archaeological fine arts and landscape Superintendence of Abruzzo, headof the Geological and Paleontological Survey, Computer Service and GIS project “Geology Abruzzo” and “Archaeology and Territory”. Among the technical scientific activities conducted research in diagnostic and archaeometry for monuments and archaeological sites, archaeological finds artificial and natural stone projects of restoration. Has played studies for landscape and hydrogeological restoration relative to the monuments and archaeological areas. Has worked in the scientific Committees of museums and exhibitions of cultural heritage and naturalistic.
Oliva Menozzi
Docente presso l’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara. Laurea in Lettere Classiche, con indirizzo Archeologico nel 1990. Master in Archeologia presso l’Università di Oxford nel 1992. Specializzazione della Scuola Nazionale post lauream in Archeologia dell’Universita’ “La Sapienza” di Roma nel 1995. Dottorato di Ricerca dell’Università di Oxford nel 1999. Vincinìtrice di Assegni di Ricerca presso l’Università di Chieti tra il 1999 ed il 2002. Dal 2002 è stata assunta come Ricercatrice di Archeologia Classica presso l’Università di Chieti. Brevetto di Scuba Diving conseguito nel 2004. Ablitazione da Associato nel 2012. Vincitrice di Borse di studio e premi. Dirige le Missioni Archeologiche dell’Università di Chieti in Libia dal 2005, in Egitto dal 2008 e a Cipro dal 2007. In Italia dirige lo scavo archeologico di Aufinum a Capestrano. Ha fatto parte di diversi Progetti nazionali e intarnazionali cofinanziati. Ha partecipato a numerosi scavi e progetti di ricognizione in Italia e all’estero. Ha curato e edito diverse pubblicazioni.
Luigi Capasso
Ha insegnato Antropologia, Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica nelle Università di Firenze, Napoli e Chieti; è stato ricercatore del C.N.R. nell’ambito del quale ha coordinato anche al Progetto Finalizzato “Beni Culturali: Archivio Biologico”, dirige il Museo Universitario di Chieti. È consulente antropologo forense di numerose Procure e Tribunali italiani ed ha ricevuto incarichi di antropologia forense di rilevanza nazionale ed internazionale: ha identificato cadaveri nell’ambito delle indagini sulla Banda della Magliana a Roma; ha accertato le cause della morte del banchiere Roberto Calvi a Londra; ha identificato gli esecutori della strage di Piazza della Loggia a Brescia; ha identificato, nell’ambito di un mandato internazionale, i cadaveri della pattuglia di elicotteristi abbattuti in Libano nell’ambito di una missione ONU-Unifil. Ha svolto numerose attività antropologiche di raccolta e di studio di materiali umani, in prevalenza osteologici, particolarmente in Italia centrale e meridionale ed in Medio Oriente: necropoli medioevale di Sant’Anna a Teramo, necropoli normanna di San Lorenzo ad Anversa, necropoli saracena di Monte D’Argento a Minturno, necropoli italica di Arboreto ad Alfedena, necropoli italica di Opi Val Fondillo, necropoli arcaica di Bazzano. Molti sono stati anche gli interventi nel campo dello studio e della conservazione di resti umani antichi mummificati, come quello sulla celebre mummia della Val Senales (Tirolo), sulla Mummia di Santa Rosa da Viterbo, su quella dell’eroe nazionale libanese Joseph Karam, sulla popolazione di mummie umane rinascimentali da Navelli, sulla mummia di San Bernardino da Siena, sull’insieme di mummie di Casentino (L’Aquila).
Ha ricevuto inoltre l’incarico di studiare i resti umani vittime della celebre eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ritrovati sull’antica spiaggia di Ercolano. Ha sviluppato particolari esperienze nel settore della conservazione dei resti antropologici, realizzando impianti tutt’oggi funzionanti per la conservazione dei resti umani antichi, soprattutto di Santi (San Tommaso Apostolo, Santa Rosa da Viterbo, San Crispino, Santo Stefano del Lupo, Beato Angelo da Acri, Beato Lorenzo da Villamagna, San Bernardino da Siena, Beato Gaetano Catanoso da Reggio Calabria, Beato Giovanni da Caramola, Beato Domenico Lentini da Lauria, e molti altri), ha contribuito sostanzialmente all’istituzione del Servizio Tecnico per le Ricerche Antropologiche e Paleopatologiche presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Servizio del quale ha assunto il coordinamento nazionale.
Francesco Stoppa
Geologo, vulcanologo, esperto di tematiche ambientali, direttore del C.A.T.A. per lo studio delle tradizioni e dei costumi locali, docente all’Università D’Annunzio di petrografia.
Francesca Falcone
Ricercatore in Scienze e Materiali per la Conservazione e il Restauro presso l’Università D’Annunzio.
Vito Bucciarelli
Ha insegnato nelle Accademie di Belle Arti a L’ Aquila, Urbino e Milano. Vive e lavora a Milano; è da annoverare tra gli artisti del rinnovamento artistico contemporaneo. Dalla fine degli anni ’60 ha esplorato i limiti dei linguaggi e delle tecniche artistiche, dalle performances, alla fotografia, alla scultura, alla pittura e ai nuovi linguaggi del digitale; nella ricerca di far coincidere, rendere visibile e partecipativa la vita fisica e spirituale in un’opera compiuta. Ha partecipato ad importanti mostre tra le quali: 1973 Arte sacra, Galleria Cenobio Visualità, Milano, Fornaci Ibis, Cunardo, Museo Civico di Crema, Palazzo dei Diamanti, Ferrara; 1974 Omaggio all’Ariosto, Palazzo dei Diamanti, Ferrara; 1981 Arte e critica, segnalato da Alberto Boatto, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; Nel 1982 Tommaso Trini lo invita alla 46esima Biennale Arti Visive, Venezia; 1986 Il teatro della scultura, a cura di Filiberto Menna, Spazio Sala 1, Roma; 1991 A sud dell’arte, a cura di Achille Bonito Oliva, Fiera del Levante, Bari; 1990 Arte fax, a cura di Claudio Cerritelli, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna; 1991 Arte Agravitazionale, presentazione del libro a cura di Antonio Gasbarrini, Palazzo dei Diamanti, Ferrara (Bucciarelli scrive il primo Manifesto Agravitazionale a Urbino nel 1989). Nel 1992 gli viene assegnato il Premio Nazionale per la Scultura Pericle Fazzini, catalogo a cura di Umberto Palestini con un testo di Elena Pontiggia. Nel 1995 partecipa alla Biennale Arte, Accademia di Brera, Sala Napoleonica. Nel 1999 XIII Quadriennale d’Arte di Roma, Proiezioni 2000, lo spazio delle arti visive nelle civiltà multimediali; 2000 Materie del digitale, Museo della Permanente, Milano. Nel 2011 è presente alla 54esima Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, Padiglione Italia (sezione Abruzzo). Nel 2016 realizza due importanti mostre dal titolo Siamo tutti impermanenti, Museolaboratorio Ex Manifattura Tabacchi, Città Sant’Angelo (Pescara) e nei Sotterranei dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, nel 2019 vince il Premio Michetti.
Massimo Pamio
Saggista e scrittore, direttore del Museo della Lettera d’Amore, museo unico al mondo, è presidente sezione di Chieti di Italia Nostra, ed è direttore editoriale di Edizioni Mondo Nuovo. Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”, per meriti culturali. Ha lavorato nell’editoria fin dal 1978, ha diretto le Edizioni Noubs per 20 anni. Ha curato la regia del video I poeti, le città, il primo video girato in Abruzzo che mette a confronto un poeta con la propria città, indicizzato da IMDb, il database mondiale di film e audiovisivi. Ha pubblicato in volume numerose opere: Bisandola/Pamio (2022); Cetera/Pamio (2021); Sentirsi sentire. Che cos’è il pensare (2020), Padovani/Pamio (2020), Sensibili alle forme. Che cos’è l’arte (2019) di saggistica; di poesia: In nome della rosa (1987), Nell’appartamento confuso dei giorni (1999), Bucanotte (2008) Luceversa (2009), Amormorio (2010); in corso di pubblicazione Anonimie (Poesie 2010-2020) con saggi di D’Alessandro, De Laurentiis, Forni, Gazzoldi, Minore, Pecora, Sica; diverse monografie su scrittori contemporanei: Lo statuto dei labirinti (Introduzione alla poesia di Domenico Cara, 1987), Il filo lungo della parola (Contributi per una lettura di Vito Moretti, 1991), Ritmi del lontano presente (Introduzione alla lettura dell’opera di Antonio Spagnuolo, 1991), Parola etica (La poesia di Cesare Ruffato, 1999).
Nicola Mastronardi
Giornalista, scrittore, autore televisivo per la Rai. Membro dell’Accademia dei Georgofili, ha pubblicato saggi sulla storia della Civiltà pastorale appenninica. Come scrittore è autore di fortunati romanzi storici ambientati nel mondo italico antico. Tra essi, Viteliu, il Nome della Libertà (Itaca ed. 2012) divenuto un classico e attualmente alla sesta ristampa e adottato da Istituti scolastici di sei regioni appenniniche. Ha in preparazione una trilogia sulla Guerra Sociale di cui ha pubblicato il primo volume, Figli del Toro (Volturnia ed., 2019) giunto alla terza edizione.
Nicola Antonucci
Laureato in filosofia, consulente pubblicitario, ha una sua agenzia di comunicazione. Ha scritto e pubblicato La Chiave Dei Tre Abruzzi, atto d’amore verso la sua terra.
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