La rassegna OttoperOtto. Otto fotografi otto racconti prosegue con una nuova mostra fotografica Mercoledì 12 luglio alle ore 18.00 inaugura presso la sezione Archeologica di Palazzo della Cultura “Terra di vino, terra divina’’, la mostra fotografica di Aldo Marrone dedicata a una delle eccellenze dell’Irpinia: il vino.
La Mostra è infatti il racconto del lavoro che c’è dietro la produzione del vino, un lavoro faticoso ma felice, “poiché quando si vendemmia si è felici”.
Le fotografie esposte mettono a confronto nuove e vecchie generazioni, queste ultime arricchite dall’esperienza antica e migliorata dalle conoscenze moderne che generano nuove energie. Sullo sfondo paesaggi ritagliati in forme geometriche, come vere e proprie opere di design, volutamente raffigurati a colori per raccontare e trasmettere “il bello”.
Come afferma infatti lo stesso Marrone:
Oggi più che mai abbiamo bisogno di bellezza, di forma e di sostanza, diventa un’esigenza, una questione di riscatto nei confronti dei nostri antichi avi. Il rispetto per la natura è ‘bellezza’, esercitarsi al bello porta il bene e il bene alla giustizia.
La rassegna, giunta alla terza delle otto mostre in programma, è coordinata da Antonio Bergamino e promossa dalla Provincia di Avellino con il coordinamento tecnico-scientifico del Museo Irpino e della Biblioteca Capone.
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Living Lab Irpinia plurale_Riabitare le aree interne: rassegna cinematografica
Dal 21 al 26 aprile architetture e territorio dell’Irpinia e dell’Appennino meridionale nella rassegna di documentari alla Casa della Cultura di Aquilonia nell’ambito del Living Lab Irpinia plurale_Riabitare le aree interne.
Si apre questa sera, 21 aprile, alle 22.00, presso la Casa della cultura di Aquilonia (Av) un ciclo di proiezioni di film documentari sui temi delle architetture, dei paesaggi, delle trasformazioni dell’Irpinia e delle aree interne dell’Appennino meridionale, nell’ambito del Living Lab Irpinia plurale_Riabitare le aree interne.
Il Living Lab di Aquilonia, curato per il Museo Etnografico “Beniamino Tartaglia” dal suo direttore, l’architetto Vincenzo Tenore, si inserisce nel denso programma, che tocca tutte le provincie campane, del Festival di Architettura “CampaniaArchitettura 2023 Territori plurali”, progetto della Regione Campania vincitore dell’avviso pubblico promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
La rassegna cinematografica è curata, in collaborazione con il MAVI – Museo Antropologico Visivo Irpino di Lacedonia (Av), dal giornalista e regista romano Michele Citoni.
Quattro i film in cartellone ad Aquilonia, la cui proiezione sarà seguita da una breve intervista e dalle domande del pubblico agli autori.
Living Lab Irpinia plurale_Riabitare le aree interne: programma cinematografico
Si parte questa sera, 21 aprile, alle 22.00, con Qualcosa resta (38 min.), di Pasquale Napolitano, una sorta di mappatura di spazi e architetture irpine a 40 anni dal terremoto, alla ricerca di forme archetipiche della condizione di tutta l’Italia di mezzo: «categorie dei processi dell’urbanità contemporanea – si legge nelle note di regia – che in Irpinia sopraggiungono tutte insieme in un lasso di tempo brevissimo, come in una sorta di laboratorio».
Si prosegue lunedì 24 alla stessa ora con Sulla via dei Padri (55 min.), di Bruno Palma, un attraversamento dei paesaggi tra Irpinia e Puglia compiuto a passo di vacca, insieme a una delle ultime famiglie che conducono le mandrie nella transumanza. Il regista si interroga sul passato e il (difficile) futuro di questa antica pratica interpellando tre generazioni di allevatori.
Martedì 25 aprile, alle 22.00, è la volta di un film girato principalmente proprio ad Aquilonia, Traduzioni (72 min.), nel quale Michele Citoni e Leonardo Ottaviani raccontano un esperimento visionario: in Alta Irpinia, la terra dei terremoti, dove le persone che se ne vanno sono più di quelle che restano, 40 giovani “makers” incontrano gli artigiani locali e alcuni tra i più interessanti designer e artisti italiani anticipando la realizzazione di un’accademia del “design rurale” sullo sfondo delle rovine di Carbonara.
Infine mercoledì 26, sempre alla stessa ora, la rassegna si chiude con Nelle ossa (80 min.), di Luigi Cuomo, produzione della testata on line irpina Orticalab con il quale la redazione della rivista – con l’amichevole partecipazione di Vinicio Capossela – compie un “viaggio di scoperta ai margini del Sud” in cinque regioni dall’Abruzzo alla Calabria, lungo l’“osso” appenninico, «quella parte interna/interiore che abbiamo scelto di raccontare lontani dalla retorica dei borghi, tanto quanto da quella della desolazione».
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Il primo Paderno Point d’Italia nasce da Casolaro Hotellerie
Cooperazione, sinergia e speciale attenzione al cliente. Da questi presupposti trae ispirazione la collaborazione tra Paderno, leader italiano nella produzione e commercializzazione di strumenti da cucina per la ristorazione professionale e punto di riferimento del settore Ho.Re.Ca a livello internazionale, con l’azienda campana Casolaro Hotellerie, specializzata in forniture alberghiere e marchio autorevole nel mondo dell’ospitalità.
I due partner inaugureranno insieme il primo Paderno Point d’Italia giovedì 31 marzo al Cis di Nola dalle ore 10.30 alle ore 14.00, presso lo showroom di Casolaro.
Un vero e proprio “shop in shop” è quello che ha preso forma nei locali di Casolaro Hotellerie, una sorta di stand fieristico “in house” che si dipana per ben 100 metri quadrati e in cui gli avventori potranno “toccare con mano” le novità e l’eccellenza dei prodotti firmati Paderno. Un assortimento completo che unisce altissima qualità a funzionalità e design, per una gamma completa in grado di soddisfare ogni esigenza del back office del canale professionale, con un’assistenza continua.
Questo evento è il frutto di un sogno iniziato 10 anni fa e che oggi diventa realtà grazie all’incontro e allo scambio d’intenti delle “nuove generazioni”. Sì, perché oltre ad essere un’iniziativa dall’alto valore imprenditoriale, quello che accomuna i due brand è una storia familiare, generazioni che per decenni si sono tramandate la passione per la cucina e il rispetto per la Famiglia. Due realtà diverse che condividono la stessa filosofia e lo stesso modo di fare business, la cura del cliente sopra ogni cosa, un aspetto prioritario per entrambe le aziende.
Infatti, Paderno Point è un’esperienza che nasce soprattutto per agevolare la customer care. I clienti avranno la possibilità di effettuare ordini diretti all’azienda, risparmiando sulle spese di trasporto, e potranno usufruire di offerte dedicate.
Così commenta l’iniziativa Paolo jr Casolaro, socio della f.lli Casolaro Spa:
Da buoni cultori dell’ospitalità, qui da Casolaro c’è spazio per tutti. La cooperazione è uno stimolo che alimenta lo scambio d’idee, una spinta a fare sempre meglio, anche se si tratta di aziende affermate. “Paderno Point” è un po’ il coronamento di un’avventura iniziata molti anni fa, un percorso nato dalla condivisione degli stessi valori, come quello di essere aperti alle novità e la famiglia.
Incontrare le esigenze dei clienti, creando allo stesso tempo, nuove opportunità di lavoro, è un atto dovuto per rendere omaggio al consumatore, motore propulsivo di ogni attività.
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Premio Strega 2021: i 12 libri candidati al premio letterario
Ecco 12 libri candidati per concorrere all’ambito Premio Strega 2021.
La scelta è stata ardua ma i titoli ufficiali sono i seguenti:
- Il libro della case di Andrea Bajani
- Il pane perduto di Edith Bruck
- Splendi come vita di Maria Grazia Calandrone
- L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito
- Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti
- Borgo Sud di Donatella di Pietrantonio
- Cara Pace di Lisa Ginzburg
- Le ripetizioni di Giulio Mozzi
- La casa delle madri di Daniele Petruccioli
- Due vite di Emanuele Trevi
- Adorazione di Alice Urciuolo
- L’anno che a Roma fu due volte Natale di Roberto Venturini.
Premio Strega 2021: qualche curiosità sui primi sei libri candidati
1. Il libro delle case di Andrea Bajani
Il libro delle case (2021) di Andrea Bajani è stato proposto da Concita De Gregorio, per concorrere al Premio Strega 2021. Il romanzo ci descrive lo spazio e l’importanza che hanno le nostre case perché sono luoghi che conservano la memoria di chi le ha vissute.
Le case sanno chi siamo e custodiscono tra le loro mura i nostri segreti. Come una sorta di viaggio onirico in cui sono le abitazioni che ci osservano, ci descrivono e ci danno l’identità che abbiamo per il mondo che viviamo e che ci circonda.
2. Il pane perduto di Edith Bruck
Il pane perduto (2021) di Edith Bruck è stato proposto da Furio Colombo.
Il romanzo è autobiografico perché la scrittrice fa un salto nel passato e decide di raccontare la sua vita. Edith Bruck, di origini ungheresi, era una bambina povera ed ebrea che ha conosciuto Auschwitz, Kaufering, Landsberg, Dachau, Christiansdadt, Bergen-Belsen e decide di mettere nero su bianco gli orrori vissuti in prima persona.
La scrittrice miracolosamente sopravvissuta con il sostegno della sorella più grande cerca all’epoca, finito l’orrore della Shoah, di ricominciare a vivere nonostante le macerie reali ed emotive che ha vissuto. Il mondo le sembra estraneo e ha difficoltà ad instaurare rapporti anche con i suoi familiari che, rispetto a lei, non hanno vissuto i lager.
3. Splendi come vita di Maria Grazia Calandrone
Splendi come vita(2021) di Maria Grazia Calandrone è una dichiarazione d’amore.
La scrittrice del suo libro dice:
Splendi come vita è il racconto di una incolpevole caduta nel disamore, dunque di una cacciata, di un paradiso perduto. Non è la storia di un disamore, ma la storia di una perdita.
Chi scrive è una bambina adottata, che ama immensamente la propria madre. oi c’è una ferita primaria e la madre non crede più all’amore della figlia. Frattura su frattura, equivoco su equivoco, si arriva a una distanza siderale fra le due, a un quotidiano dolore, a un quotidiano rifiuto, fino alla catarsi delle ultime pagine.
4. L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito
L’acqua del lago non è mai dolce (2021) di Giulia Caminito ha come protagonista Antonia, una donna fiera e onesta, che da sola si occupa di quattro figli e di un marito disabile. La donna crede nel bene comune, non scende a compromessi e vuole insegnare alla sua unica figlia femmina che può e deve contare esclusivamente su se stessa e sulle proprie forze.
Gaia, la figlia di Antonia, impara a non lamentarsi, impara a salire ogni giorno sul regionale per andare a scuola, impara a leggere libri e a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo.
La calma di questa bambina si tramuta all’improvviso quando un giorno, per un torto subìto, reagisce con una incontrollata violenza.
5. Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti
Sembrava bellezza (2021) di Teresa Ciabatti è stato proposto per concorrere al Premio Strega 2021 da Sandro Veronesi che spiega con queste parole la sua motivazione:
È un racconto talmente colmo di menzogne – la prassi della comunicazione tra gli esseri umani, insieme al nascondimento, al malinteso, alla reticenza, alle omissioni – che alla fine rasenta la più intima delle confessioni. È un romanzo straziante, perché è uno strazio ritrovarsi a vivere tutta la vita in un corpo così lontano dal canone condiviso della bellezza; ed è un romanzo esilarante, la cosa più vicina al libri di John Fante che mi sia mai capitato di leggere.
6. Borgo Sud di Donatella di Pietrantonio
Borgo Sud (2020) di Donatella di Pietrantonio ha come protagonista Adriana, che irrompe nella vita di sua sorella all’improvviso. La donna, un tempo, maledetta dalla madre non riesce mai a perdonarla per i suoi comportamenti e per sua incapacità di amare.
Da ragazzine eravamo inseparabili, poi avevamo imparato a perderci. Lei era capace di lasciarmi senza notizie di sé per mesi, ma mai così a lungo. Sembrava ubbidire a un istinto nomade, quando un posto non le conveniva più, lo abbandonava. Nostra madre glielo diceva, ogni tanto: tu sei una zingara. Anch’io poi lo sono stata in un altro modo.
Il romanzo affronta il tema dei rapporti difficili all’interno di un nucleo familiare, che si sgretolano e si spezzano a causa di eventi e di azioni subìte durante il corso di un’intera vita.