Damiano e Fabio D’Innocenzo tornano, dopo Favolacce, sul grande schermo con America Latina e, in un certo qual modo, proseguono con il loro sguardo sulla società in modo caravaggesco.
Ritroviamo anche in questo film come protagonista Elio Germano, che interpreta Massimo Sisti, un dentista affermato, tranquillo, rispettoso della propria famiglia e dei propri pazienti, che non ha più nulla da chiedere o da pretendere dalla vita.
Lui ha tutto ciò che un uomo potrebbe desiderare, grazie al proprio senso di rispetto e serietà della vita e di tutto ciò che lo circonda.
Un giorno però, all’improvviso, Massimo decide di scendere nella sua cantina dove scopre o riscopre l’assurdo e c’è qualcosa che sconvolgerà la sua tranquillità.
La cantina, generalmente nel mondo cinematografico, rappresenta i film horror per antonomasia ma i fratelli D’Innocenzo in America Latina danno, a questo perimetro abitativo, la dimensione umana e reale che nella vita non è amplificata del grande schermo.
Questo luogo infatti rappresenta per tutti: un ampio cassetto dei ricordi, del passato e dell’interiorità. Un posto dove vengono confinati oggetti che non ci appartengono più, cose che ci ricordano qualcosa che non vorremo più ricordare. Sono oggetti che hanno segnato una fase di vita e di percorso, in cui si fatica a riconoscere perché si è andati avanti, segnando una tappa biologica e di esperienze diversa da ciò che è stato un tempo.
America Latina, come si evince anche dal trailer, segue quello stesso ritmo lento e reale della vita di tutti i giorni. Un tempo scandito da piccoli gesti che rappresentano la vita di ognuno: sono i ritmi del nostro quotidiano e della nostra esistenza. Quel susseguirsi monotono delle azioni che turbano lo spettatore perché portano il carico della pesantezza della quotidianità, della noia e dei problemi con cui ogni giorno bisogna fare i conti.
La fotografia è intimista e senza eccessi di luce perché non c’è niente da sublimare ma da osservare nella sua semplicità senza fronzoli, quasi a voler lasciare indifferenti.
America Latina non vuole fare domande e non ha la pretesa di dare risposte, vuole lasciarsi osservare e innescare una decodificazione soggettiva in ciascuno.
Il lungometraggio uscirà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 13 gennaio.
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