Giovedì 25 novembre 2021, alle 18.00, nella suggestiva cornice dell’Istituto di Cultura Meridionale a Napoli (in via Chiatamone 63), Gennaro Famiglietti, console onorario di Bulgaria e presidente dell’Istituto, Mia Filippone, vice sindaco del Comune di Napoli, Lucia Fortini, assessore all’Istruzione della Regione Campania, e Gianluca Guida, direttore dell’Istituto Penale Minorile di Nisida, presentano il libro “Il silenzio degli adolescenti” di Angela Procaccini (Graus Edizioni).
L’incontro, arricchito dagli interventi musicali del maestro violinista Ciro Formisano, sarà condotto dal giornalista Ciro Cacciola.
L’ingresso è libero (fino ad esaurimento posti).
Green pass obbligatorio.
Il silenzio degli adolescenti: la trama
Il silenzio dei ragazzi: il filo conduttore di questi racconti, in cui si intrecciano profili emotivi singolari, unici, che trovano la forza di reagire alle ansie della vita, liberandosi dalle proprie paure. Le storie raccontate offrono spaccati di realtà quotidiane, e sottolineano il piacere e la sicurezza che trasmettono i luoghi d’origine, ma anche i limiti legati a vite di sacrifici, che diventano pesanti zavorre.
Da qui nasce il desiderio di evadere, di ascoltare le voci della natura che stimola l’immaginazione. Così, ad esempio, Gianni impara a prendersi cura degli altri e quindi anche di se stesso, Mimmo assaggia il sapore della speranza attraverso il fascino della musica, Fatima incarna la nostalgia per le proprie origini e l’importanza della cultura che rende liberi, Sibilla esprime il vuoto interiore che lacera dopo una scomparsa.
Tutti i personaggi sono particolari: attraverso le emozioni riescono ad andare oltre ciò che gli è concesso. Angela Procaccini racconta l’importanza del sogno, della speranza in qualcosa di nuovo che possa far dimenticare la sofferenza.
Il silenzio degli adolescenti è la voce degli adolescenti attraverso le parole di Angela.
Angela Procaccini: biografia
La vera natura di Angela Procaccini è quella di docente: laureatasi in Lettere classiche, ha ampliato le sue esperienze lavorative, collaborando con la Commissione per le Adozioni Internazionali e il Comune di Napoli. Dirigente di Istituti nautici, dal Mare ha tratto l’essenza per percorrere ancora le rotte della vita.
Infatti il mare, i giovani, la cultura sono stati da sempre il nutrimento della sua anima, la guida per andare avanti, il conforto della perdita di Simonetta, l’amata figlia uccisa per mano della camorra.
Nominata Ufficiale della Repubblica, preferisce comunque sentirsi la “Partigiana dei ragazzi”, come è stata definita per la sua propensione a ragionare con i giovani, e a creare in loro il “nucleo caldo” di valori e sentimenti. Scrittrice sensibile e raffinata, oggi dirige l’Istituto Bianchi, con lo sguardo sempre fisso all’orizzonte lontano. Ha pubblicato per Guida Editori e per Graus Edizioni numerosi libri di poesia e narrativa.
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Promozione turistica dell’Irpinia: Buonopane incontra Casucci
Una strategia di promozione turistica moderna per il territorio irpino, partendo da un collegamento diretto con Procida 2022.
L’isola del golfo di Napoli che sarà Capitale Italiana della Cultura per il prossimo anno rappresenta un veicolo di valorizzazione senza precedenti anche per le aree interne della Campania. Di questo hanno discusso Rino Buonopane, sindaco di Montella e candidato alla carica di Presidente della Provincia di Avellino, e Felice Casucci, assessore al Turismo della Regione Campania nel corso di un incontro che si è svolto presso Palazzo Santa Lucia a Napoli, sede della giunta regionale.
Dichiara Rino Buonpane:
L’incontro è stato molto proficuo e costruttivo. Con l’assessore Casucci abbiamo immediatamente trovato sintonia su obiettivi e strategia Abbiamo discusso su come valorizzare la rete dei borghi presenti sul territorio irpino, anche alla luce dei finanziamenti che proprio su questa linea di intervento sono previsti nell’ambito del Pnrr, investendo sul patrimonio artistico e culturale, senza dimenticare le straordinarie esperienze che dal punto di vista enogastronomico fanno del nostro territorio un unicum. Tutto con sobrio realismo, quello che credo in questi anni sia mancato. E soprattutto con un approccio finalmente moderno. In un’epoca di iper-connessione sono necessari strumenti al passo con i tempi e consentano ad un territorio di essere quanto più competitivo e attrattivo. Su questo il gap che registriamo è evidente.
La chiave della crescita e dello sviluppo, in particolare delle aree interne è senza dubbio rappresentata dalla capacità di fare rete, interpretando al meglio quel ruolo di coordinamento che è proprio dell’ente Provincia, basato sulla pianificazione e sulla capacità di programmazione.
Così conclude Buonopane:
Procida 2022 è un’opportunità da non lasciarsi scappare: È quello che abbiamo rappresentato all’assessore Casucci. Da lui abbiamo avuto piena disponibilità a costruire insieme un percorso in questa direzione. Negli anni scorsi abbiamo registrato un inutile braccio di ferro tra le istituzioni. Al contrario, resto dell’idea che il dialogo, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, resti l’unica strada possibile se si vogliono ottenere risultati concreti, in particolare con la Regione. È questa la strada che intendiamo seguire. Siamo di sicuro in ritardo perché va recuperato il terreno che abbiamo perso in inutili iniziative folcloristiche, ma con impegno, dedizione e competenza possiamo farcela. Io ci credo.
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Disturbato è il nuovo singolo del rapper Layz
Dopo il successo del singolo precedente “Che Finale”, Layz torna con un brano dai tratti oscuri e crudi che descrive, sotto forma di incubo, il mondo a cui questa traccia è ispirata, quello del noto videogioco e successivo film Silent Hill.
Attraverso questo sogno, Layz compie un viaggio all’interno di una città fantasma descrivendo con dovizia di particolari ciò che vede, in un cono di disperazione che si dirige sempre più verso la follia, fino al momento del risveglio che, in realtà, non è altro che il prosieguo di questo incubo e che da all’ascoltatore la possibilità di confrontarsi attraverso il finale aperto che lascia spazio all’immaginazione di chi ascolta.
Racconta Layz:
Ho sempre considerato Silent Hill, una delle esperienze videoludiche che più mi ha segnato, come un viaggio nelle paure più profonde e recondite dell’essere umano, ed è per questo che credo quell’universo mi abbia sempre attratto.
Spesso mi capita di fare incubi o sogni strani per cui – come sempre – ho mescolato le cose intrecciando le mie esperienze con quel mondo immaginario che tanto immaginario ai miei occhi non è mai stato. L’idea del finale aperto, che sia in un libro o in un film, mi ha sempre affascinato e questo brano mi ha dato la possibilità di riportare questo concetto in musica, una scelta che aggiunge quell’ulteriore mistero utile a raccontare questo genere di cose. Per il sound mi sono affidato ancora una volta a KD-ONE che ha aggiunto quel tono cupo e crudo rispettando in pieno ciò che io volevo dal suono.
Layz: biografia
Lazzaro Zani, in arte Layz, nasce nel 1993 a Cesena.
Fin da giovanissimo la passione per la musica italiana ed in particolare per il rap italiano, ha generato in lui un forte interesse per l’importanza delle parole, il posizionamento di esse all’interno di un testo musicale e l’attitudine con cui vengono esposte, tanto da voler prender parte a questo mondo artistico.
Scrivere, per lui, significa riuscire ad esternare ciò che a parole gli risulta difficile, se non impossibile. E’ un sognatore, a volte rimane seduto e solo lui sa cosa pensa ma questa è la sua forza: riuscire talmente bene a guardarsi dentro da poter creare poi un disegno fatto di parole che lo rappresenta in tutto e per tutto.
Il suo anno di lancio è stato il 2020, nel quale fa uscire 3 singoli con i relativi videoclip musicali: “Nel profondo”, “Portami su“ e “Caro Prezzo”.In estate 2021, l’artista, pubblica il suo primo album dal titolo “Lazzaro”, preceduto dal singolo con l’omonimo nome. Un album in cui Layz si denuda di tutti i segreti e gli scheletri nell’armadio che per troppo tempo si è tenuto per se, un percorso nel quale vengono citati vari aneddoti vissuti in prima persona dei momenti di difficoltà che hanno accompagnato la crescita dell’autore tra le quali paure, esperienze crude e sogni tormentati. Un viaggio di 14 tracce prodotte da vari nomi di spessore del panorama underground – e non solo – della scena italiana: Chryverde, KD-ONE, Omake e Dj Fastcut.Per il 2022 Layz ha in serbo numerose novità a partire dal nuovo singolo “Mille sbagli” in radio e su tutte le piattaforme digitali dal 14 gennaio. Il brano è entrato in rotazione, dal primo giorno d’uscita, su Rai Radio2indie e su RTL 102.5 Bro & Sis. A Marzo e Maggio 2022 escono i nuovi singoli “Dentro me” e “Che finale”, seguiti da “Disturbato” (Settembre 2022) che porteranno l’artista alla realizzazione di un ep nei prossimi mesi dello stesso anno.
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Il mio paese è una libreria: intervista alla poetessa Alba Donati
Ecco le parole di Alba Donati, e sono tratte dall’incantevole poesia Il mio paese è una casa, compresa in Tu, paesaggio dell’infanzia (La Nave di Teseo, 2018), libro che raccoglie tutti i suoi versi, a partire dal 1997 ad oggi.
Il mio paese è una casa
e ogni casa è una stanza.
Il mio paese è un corpo,
ogni casa è una stanza,
ogni strada è un’arteria
di sangue familiare.
Nel mio paese ogni piazzetta
è il salotto rumoroso
di una grande famiglia.
Nel mio paese salire al castello
è come salire le scale
e da altre camere, da altre soffitte
le voci sono rivolte a te,
niente è da te separato, niente.
Alba Donati è una poetessa, un’autrice, una donna che ha saputo coltivare nella sua vita il frutto più bello, quello delle sue passioni, e lo ha irrorato con una nebbiolina densa d’inestimabile ricchezza spirituale, di sapienza, studio, dedizione e professione.
La comprensione della sua opera arriva appena la si conosce, e non importa se davvero poi non sempre ci si possa stringere la mano per congratularsi e la distanza aumenta la poca credibilità; ma ho studiato bene i suoi occhi nelle foto, e vi ho scorto un’incredibile vivacità ancora fanciullesca; una briosità che scaturisce dall’entusiasmo di saper vivere un’esistenza dedita alle meraviglie della letteratura, che è infinita, e con essa dedicare tutto il tempo possibile per divulgarne l’essenza e crearne un mestiere, sia per sé e, soprattutto per gli altri.
Poco può il poeta per l’intelligenza dell’opera sua: là soltanto è la sua chiarezza.
È una frase di Alfonso Gatto, e ci aiuta a comprendere meglio perché oggi ci si possa ancora fidare anzitutto dei versi di un poeta, ancor prima di poterlo conoscere, se proprio la si vuole spezzare
questa magia dell’ignoto e soccombere alla mera curiosità, perché il mistero sta proprio nella distanza. Alba Donati però ha davvero poco da nascondere e non la si può certo dimenticare.
Oggi è presidente dell’illustre Gabinetto Viesseux, celeberrimo circolo letterario, tra i cui direttori del passato spiccano i nomi di Eugenio Montale e Bonaventura Tecchi; dal 1820 luogo d’incontro per autori, scrittori, poeti ed esponenti della cultura in generale; un centro ancora oggi fondamentale che ha tessuto le lodi di una città d’arte importantissima come Firenze, dove vi si trova, a Palazzo Strozzi.
Sempre a Firenze Alba Donati ha saputo inoltre creare uno spazio tutto dedito alla diffusione dei linguaggi della cultura, la scuola Fenysia, nel Palazzo Pucci.
Fenysia non è soltanto un luogo di ritrovo durante i frequenti open day che vi si organizzano, ma è soprattutto la definizione più bella che ci può essere di una scuola; la rinascita di un amore intramontabile verso tutto ciò che è cultura, a partire innanzitutto dalla lettura, poi alla scrittura, al linguaggio cinematografico, al linguaggio dell’arte e della musica, alla conoscenza del giornalismo culturale e web.
Vi si può entrare con un test, e soltanto con un punteggio alto, per permettere ai migliori di poter a loro volta migliorare un mondo in costante sfacelo, e costruirne su quelle macerie fatiscenti uno molto più riflessivo, che abolisce gli abusi del potere più indisciplinato, ignorante.
Ecco uno stralcio tratto da Tu paesaggio:
Che magia detieni tu, paesaggio dell’infanzia?
che pozioni maneggi,
che fluvi fai volteggiare in aria?
Quali note vibrano nel silenzio,
se io ti vedo da sempre
e sempre ogni volta che vedo il cielo
col suo tappeto di stelle,
è per la prima volta che lo vedo
La semplicità, che è rimasta ferma nelle origini della poetessa Alba Donati, resta a sua volta ancorata al piccolo paese di provenienza, dove i ricordi, i colori, gli odori e i fischi del vento tra quei monti dell’infanzia hanno con ogni probabilità influenzato tutta la sua vita da lettrice, autrice e sognatrice concreta di desideri possibili.
Lucignana è un piccolo borgo con poco più di centocinquanta abitanti, arroccato tra gli Appennini e le Apuane; si trova in Toscana, nella provincia di Lucca, e da qualche giorno ha respirato un’aria da fiaba sempre grazie alla poetessa che ho scoperto da poco, e che grazie ad essa sta vivendo un periodo di particolare interesse culturale e mediatico.
Alba Donati ha deciso di costruirvi proprio lì la libreria dei suoi sogni, proprio lì dove quel frutto che ha visto crescere e maturare fin da bambina ora è diventato l’albero della sua sapienza.
Nell’orto della madre, dove vi si coltivavano gli ortaggi, immagino ci fosse sempre stata una piccola zona coperta, una stanza tutta per sé, un cottage dove ripararsi dalle intemperie e nascondersi tra la zappa e il badile, e forse leggere alla luce di un lumicino di sera o dallo spiraglio di una finestrella.
È da lì che è stata concepita l’idea della Libreria sopra la Penna; un progetto quasi nato per caso, come una poesia, un modo naturale di vedere un desiderio. Attraverso un crowdfunding Alba Donati è riuscita ad ottenere in due mesi più di diecimila euro in donazioni,e ha iniziato per davvero a costruire un’idea concreta di rifugio culturale, una libreria piccina in un cottage lassù, in un paesello che insieme a tanti altri ha minacciato di poter scomparire da un momento all’altro.
Solo che Alba Donati ha saputo coglierne l’essenza degli ultimi anni, soprattutto quando ha capito che i giovani di Lucignana iniziavano a rifiutare l’abbandono del luogo natio e a ricominciare a farlo rivivere secondo una nuova idea di partecipazione, come si usava un tempo tra compaesani, e ci si voleva un mondo di bene, pur avendo pochi mezzi. Esiste già, infatti, un comitato per la riqualificazione culturale e urbanistica di Lucignana, dove si è pensato ad una residenza per traduttori e artisti, e dove il comitato scientifico raccoglie alcuni nomi illustri come Corrado Augias, Vittorio Sgarbi, Fabio Genovesi e Dario Franceschini.
Insieme all’architetto Valeria Ioele, e ai suoi più stretti collaboratori e compaesani, Alba Donati ha creato uno spazio in cui ha raccolto una collana di libri che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita; quei classici intramontabili, tutti belli, che riuscirebbero a zuccherare quest’odio costante che ci riguarda, che ci fa vivere competizioni sanguinose. Esistono inoltre degli spazi che il futuro lettore potrà definire come degli appuntamenti al buio, e dove i libri misteriosi sono incartati e contengono degli indizi scritti con pennarelli colorati, e dove non si enuncia alcun titolo: se ci fidiamo di Alba Donati, quest’amante misterioso ci inebrierà col profumo delle sue pagine interessanti. Qui si possono trovare le collane con citazioni di Sylvia Plath, il tè di Charlotte Brȍnte, i braccialetti ispirati a Emily Dickinson e Rilke, le rose segnalibro dedicati a Jane Austen.
Si può allietare il palato portando a casa le marmellate letterarie, come quella preferita da Virginia Woolf, con mele renette e scorza di limoni, quella gradita da D’Annunzio, con il bergamotto di Calabria e con olii essenziali di rosa, quella dedicata a Paolo Rumiz con cotogne e vaniglia.
Ho scritto una mail alla meravigliosa Alba Donati, proponendole un’intervista e non poteva non esserne felice.
Alba Donati: intervista
Sig.ra Donati, esistono oggi vari tentativi, di cui alcuni discutibili seppur a loro modo apprezzabili, nel far ripopolare un paese in via di abbandono. La sua iniziativa, però, spiazza qualsiasi paragone. Quali potenzialità, secondo lei, potrebbe avere una libreria nell’aiuto a far riavvicinare chi ha deciso di andar via?
Intanto il caso di Lucignana è un po’ diverso, ci sono molti ragazzi, molte coppie giovani e bambini che nascono. Chi è nato a Lucignana al 90% vuole rimanerci, c’è amicizia e solidarietà, in questo è un paese un po’ speciale. In ogni caso l’apertura di uno spazio così è un accensione di vita, è combustibile, e deve essere percepito come spazio comune, di tutti.
L’amore per i libri, così come quello per i dischi (e non alludo a piattaforme digitali), potrebbero davvero far crescere una società secondo una visione univoca di ciò che risulterebbe essere più giusto nella piacevole convivenza col prossimo, abbattendo stupidi errori di convivenza, che spesso sono la prima avvisaglia di un conflitto sociale?
Leggere apre nuove porte, alimenta confronti, leggere è un dialogo. Quale antidoto più forte potrebbe esserci contro quella tendenza al monologo di tanta gente? Il libro è la fine del ‘ Io sono, io penso, io dico’. È come se mettesse il punto interrogativo in fondo a ogni affermazione. Per questo è importante leggere, per non vivere al chiuso di se stessi, per non udire solo l’eco della propria voce.
Viviamo una realtà in cui si legge sempre meno, ma ciononostante, forse per questioni di marketing e di tornaconto, di libri se ne pubblicano a bizzeffe, col rischio che quelli che davvero contano possano perdersi in un mare di mediocrità pompate dalle grosse case editrici. È forse per questo motivo, dunque, se nella sua libreria ha scelto di valorizzare soprattutto quei capolavori che almeno una volta nella vita avremmo dovuto pensare di leggere?
Sì è così. L’editoria fa questo è quello, col risultato che spesso il lettore si confonde. Se legge può fidarsi dei supplementi culturali, oppure del passaparola, ma non tutti sono in questa posizione. Nella mia libreria ci sono soprattutto libri di qualità. E sono contenta perché il pubblico questa cosa l’ha capita bene. Si fidano. A volte mostro un’alternativa: scrivo ‘se hai 20 anni’ puoi leggere Red oppure puoi leggere Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf. Per adesso Virginia è in vantaggio.
A proposito di capolavori, ho pensato a lei, e mi è venuto in mente un libro che ognuno di noi dovrebbe avere assolutamente, La luna e i falò di Cesare Pavese. Lei è impegnata da anni nella rivalutazione del suo borgo natio, ma quando, di preciso, ha sentito seriamente di ritornare in paese con tutto il cuore per dare un senso al territorio che le ha condizionato inevitabilmente tutta la sua esperienza intellettuale?
Negli ultimi anni il tracciato si è fatto sempre più visibile. Tre anni fa ho ristrutturato la casa è questo è stato fondamentale. C’è poi il fattore umano, che conta molto. Un pensare più diretto, un affetto non esibito ma forte. C’è il luogo dell’infanzia, Zanzotto diceva che non avrebbe potuto scrivere se non circondato dalle sue montagne a Pieve di Soligo. Per me Lucignana è più un ritorno, züruck, back, à rebous, una situazione colma di effetti poetici.
La Libreria sopra la Penna nasce da una riqualificazione in un borgo dove si respirano ancora i valori di un tempo. Eppure la realizzazione di questo sogno è avvenuta tramite un mezzo ultramoderno, il crowdfunding, che ha addirittura superato le sue aspettative. Tale iniziativa mediatica però può nascere solo attraverso i social, oggi motori di ricerca di fatiscenti e aberranti specchi di una realtà corrotta dal potere d’immagine e di gigantismi sedicenti. Lei crede, a questo punto, che forse potrebbe coesistere ancora una percentuale di persone valevoli che se messi insieme riuscirebbero ad abbattere muri di un’ignoranza collettiva ingiustificata?
Io non so cosa penso, ma faccio. Cioè non riesco a stare ferma, immobile davanti al degrado che abbiamo vissuto negli ultimi 20 anni. Tanto che ho aperto una scuola dei linguaggi della cultura che si chiama Fenysia (come la mia zia che faceva la governante in casa d’altri) e adesso questo cottage letterario in un paesino dove regna pace e tranquillità. Non intervengo quasi mai su questioni importanti sui social perché non reggo l’ondata di odio, di stupidità che ne consegue ma cerco di operare in positivo, di guardare avanti. Adoro la forza reattiva di Michela Murgia e credo che lei rappresentanti anche la mia voce.
Carmine Maffei
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