Alfonsina Merola

A Grottaminarda nasce l’associazione intercomunale: Insieme agli ultimi

Insieme agli ultimi è un’associazione intercomunale che nasce con lo scopo di aiutare e stare a fianco degli ultimi: i più bisognosi e più disagiati che, soprattutto, negli ultimi mesi sono stati presi ulteriormente di mira dal Governo.

Negli ultimi anni, partendo dal Covid, dalla guerra e arrivando fino alla consequenziale inflazione con annesso ritiro del Reddito di cittadinanza stiamo assistendo ad una grave crisi economica che, come sempre colpisce i più deboli e i più disagiati.

Sono molte le famiglie che fanno fatica ad arrivare non solo a fine mese ma che non riescono a far fronte alle spese di beni di prima necessità.

Le cause di questa incresciosa situazione che si sta verificando in modo più veloce e tragico dipendono da diversi fattori: sociali, politici ed economici a livello nazionale ed internazionale.

Insieme agli ultimi nasce da una presa di coscienza collettiva dello stato attuale in cui versano molte famiglie e persone, decidendo di fare qualcosa di concreto che non si riduca ad una semplice retorica.

Questo è il momento di agire concretamente offrendo non solo un supporto morale ma un aiuto materiale, reale e tangibile.

Insieme agli ultimi coinvolgerà  diverse donne appartenenti a 9 Comuni della provincia di Avellino: Grottaminarda, Cervinara, Melito Irpino, Mirabella Eclano, Fontanarosa, Bagnoli Irpino, Ariano Irpino, Montoro e Avellino.

L’idea dell’associazione intercomunale Insieme agli ultimi nasce dall’idea e dalla sensibilità di Rosalba Basile insieme ad altre 16 donne dei vari territori irpini.

Rosalba Basile attualmente impegnata nel gruppo di supporto del Sindaco di Grottaminarda nelle seguenti attività di competenza: Edilizia Residenziali Pubblica (ERP) – Rapporti con l’Agenzia Campana per l’Edilizia Popolare; Politiche per il lavoro; Politiche Sociali; per il secondo: Studio e Progettazione per la fattibilità di Società in House.

L’associazione dovrebbe essere operativa già da settembre ed avrà sede a Grottaminarda, per poi espandersi negli altri Comuni. Il gruppo dirigente è costituito da 4 avvocati: Guarino Fiorina di Fontanarosa, Guarino Maria Rosaria di Mirabella, da 2 commercialisti: Gabriella Spagnuolo di Atripalda e Studio Sole di Avellino, da Rosalba Basile e da altre donne di altri Comuni dell’Irpinia.

L’ideatrice dell’associazione nonché nome papabile per la futura presidenza di Insieme agli ultimi dichiara:

Nel mio percorso politico passato e attuale il mio sguardo è stato sempre rivolto alle persone più bisognose perché ritengo che il senso della comunità risieda nell’uguaglianza sociale e nell’aiutare concretamente chi ha più bisogno di un aiuto materiale perché spesso sono proprio queste persone che si sentono abbandonate dalla politica, perdendo completamente la speranza di un riscatto sociale, che da soli non sarebbero in grado di affrontare.

Insieme agli ultimi vorrebbe essere un punto di riferimento per tutti coloro che hanno bisogno di un aiuto materiale, morale o di un supporto di qualsiasi natura. Spero che possa essere un luogo fisico in cui potersi recare per cercare una strada diversa da quella si sta prospettando per molte famiglie da anni ma in modo particolare negli ultimi mesi.

Ritengo che sia fondamentale impegnarsi nel fornire aiuti che possano sembrare anche indiretti ma che, in molti casi, sono sempre fondamentali e mi riferisco oltre ad aiuti di beni di prima necessità anche nell’offrire strumenti che possano aiutare nel cercare e trovare un eventuale lavoro, aiutare nel cercare un eventuale alloggio, cercando di ottemperare ai diversi disagi, cercando di migliorare, ad esempio, la propria formazione. Noi cercheremo di fare tutto ciò che è necessario e nelle nostre possibilità per aiutare a coltivare un futuro migliore e offrire quel senso di appartenenza che è fondamentale per sentirsi parte integrante di una comunità.

Il sindaco di Grottaminarda

Marcantonio Spera, sindaco di Grottaminarda afferma:

Come rappresentante della comunità di Grottaminarda ma, in particolar modo, come medico e cittadino sono felice di apprendere della nascita di un’associazione intercomunale nata da uno spirito umanitario e di spontaneo volontariato, che nasce non solo da idee nobili ma dalla consapevolezza del presente che stiamo vivendo.

Quello di oggi è un periodo di grande crisi economica, provocata da diversi fattori e che purtroppo, come sempre, si abbatte con violenza maggiore sui più deboli e i più bisognosi.

Uno dei verbi più belli del mondo è aiutare e metterlo in pratica assume un valore incommensurabile.

Ritengo che l’associazionismo che nasce per aiutare il prossimo sia un esempio non solo di grande umanità ma di profondo senso civico e di profondo senso di appartenenza ad una comunità, che si basa sul concetto universale di uguaglianza sociale.

L’associazione intercomunale aprirà le sue porte a settembre a Grottaminarda.

Coma di Bertrand Bonello: il trailer

Coma (2022) di Bertrand Bonello è una lettera a cuore aperto di un padre alla figlia. Un saggio sul cambiamento nell’epoca della frammentazione. Un film suggestivo, onirico, super-pop. Un sorprendente viaggio nella mente della Gen Z.

Che cosa è realmente agli adolescenti condannati all0inoperosità durante il lockdown? Coma inizia con un testo denuncia che commenta l’estinzione di ogni attività a causa del Covid. Il mondo all’improvviso si è bloccato, sospeso in limbo con il tempo scandito in un tempo sospeso, immobile e dilatato.

Anna (Louise Labeque), la protagonista del film, è un adolescente che trascorre il suo tempo, passando dal computer, allo smartphone, dal letto alla sua casa di Barbie che, all’improvviso, inizia a parlare con lei.

Ad interrompere questa routine ci sono le telefonate con le amiche su Zoom e i soliloqui di una influencer che dispensa consiglia. Anna segue Patricia Coma (Julia Faure), dalla quale acquista un misterioso dispositivo chiamato “rivelatore”, che la porterà a chiedersi quanto libero arbitrio abbia effettivamente.

In questo modo il regista cerca di entrare nella testa di un’adolescente rinchiusa e annoiata, privata del suo libero arbitrio, cercando di ricomporre questo caos attraverso immagini plastiche che un po’ci conducono nei mondi di Lynch e un po’ in quelli di Richard Linklater (A Scanner Darkly, per intenderci).

Coma offre allo spettatore numerosi spunti di riflessione sul dopo ovvero sulla nostra apocalisse contemporanea, composta da uno spazio mentale e digitale affollato di un’estetica esasperante, bombardamento mediatico privo, spesso, di contenuti, privo della realtà ma soprattutto della socialità reale.

Il lungometraggio realizzato da Bertrand Bonello non è altro che una metafora del nostro tempo. La pellicola è cupa, potente e forte e allo stesso tempo non consequenziale nelle immagini perché il bombardamento mediatico dei nostri giorni è così: insensato, caotico, costante e disordinato.

Coma di Bertrand Bonello è la trasposizione enigmatica del nostro inconscio collettivo che inevitabilmente ci ha cambiati nel modo di vivere, sentire e percepire tutto ciò che ci circonda.

Un film devastante, veloce e allo stesso tempo analitico e contemporaneo, che descrive con la potenza delle immagini la nostra apocalisse contemporanea.

Marcantonio Spera sul Polo Logistico: “I foderi combattono e le sciabole restano appese!”

Marcantonio Spera mostra grande preoccupazione e rammarico per la la situazione che riguarda il Polo Logistico di Valle Ufita, questione rilevante negli ultimi mesi ma che, allo stato attuale, sembra sopita.

Che cosa sta accadendo in Valle Ufita?

Come mai c’è uno stato di tregua tra i Sindaci irpini che invece di mantenere alta l’attenzione perché si rischia di perdere tutto assistono passivamente con uno stato d’animo comatoso, che sembra presagire già la sconfitta e il tracollo?

Dov’è finito l’ardore manifestato con calorose parole nell’assemblea pubblica Se forse un treno?

Non si può attendere inermi ad una fine che non è stata ancora preannunciata. Non si può assistere passivamente e silenziosamente ad un passato che si ripete per la nostra terra, considerata solo quando c’è da prendere e non da darle.

Non si può assistere all’ennesimo scippo con rassegnazione e senza provare a fare nulla di concreto.

Si erano promesse barricate!

Il Sindaco di Grottaminarda

Dopo lo scempio cui stiamo assistendo per la IIA, che non è altro che un quadro triste in cui versa l’Irpinia, non si può stare a guardare il cadavere che passerà sul fiume mentre i foderi combattono e le sciabole restano appese.

Il Sindaco di Grottaminarda ribadisce la sua volontà e l’intento di fare squadra in un momento critico e drammatico che sta vivendo l’Irpinia perché solo la politica dei fatti può risollevare le sorti in cui versa il territorio:

C’è bisogno di ricostruire un tavolo di lavoro. I ministri Matteo Salvini (Mit), Raffaele Fitto (Pnrr), il deputato Gianfranco Rotondi e la premier Giorgia Meloni dovrebbero darci la giusta voce incontrando i Sindaci della Valle dell’Ufita. C’è bisogno di mantenere alta l’attenzione perché il tempo è tiranno e così rischiamo di perdere tutto.

Mi rifiuto di abbracciare il pensiero di chi, da tempo, ha preannunciato il tracollo perché sono fermamente convinto che possiamo ancora fare qualcosa con l’impegno, la costanza e senza avere un atteggiamento negativo prima del tempo.

C’è bisogno, mai come in questo momento di essere uniti, compatti e solidali se davvero si ha a cuore l’Irpinia. Le parole e gli intenti se non concretizzati diventano inconsistenti.

Non possiamo ripetere gli errori del passato, perpetrando e seguendo gli stessi atteggiamenti negativi e di resa prematura perché prima di arrendersi bisogna aver cercato di fare realmente qualcosa.

Ricordo ai cittadini delle nostre comunità che stiamo aspettando che le ultime promesse fatte non vengano disattese, per poter sperare che Stazione Hirpinia e Master Plan dell’Area Vasta possano realizzarsi insieme, segnando un’onda di progresso inarrestabile per poter far rinascere le aree interne.

Noi sindaci dell’Unione dei Comuni dell’Ufita ci siamo riuniti con l’intento di monitorare gli eventi nel breve periodo, sperando di non dover rimpiangere questa tregua che si sta consumando in tempi troppo lunghi, a mio avviso.

Avrei continuato a manifestare, a far sentire viva la nostra voce perché è del futuro della IIA in Valle Ufita e di tutti i lavoratori coinvolti che dobbiamo sostenere con azioni mirate e continue.

Bisogna prendere piena consapevolezza della situazione che stiamo vivendo e reagire attivamente con la mobilitazione e azioni tempestive. Non c’è più tempo di osservare passivamente.

La Resistenza di ieri e di oggi

Il 25 aprile a Grottaminarda è stata ricordata e commemorata la Resistenza, quella di ieri e quella di oggi, sotto diverse prospettive e tematiche, per poterne sviscerare tutto l’intriso significato che questa giornata porta con sé.

L’evento ha suscitato grande interesse, vista la copiosa partecipazione dei presenti, che con la loro presenza hanno confermato un sentire e una memoria condivisa che nessuno vuole dimenticare.

Resistenza è sinonimo di Costituzione, libertà e democrazia. È una ricorrenza che rappresenta un atto di rivolta morale pagata con la vita e che oggi ci invita a riflettere sulla politica odierna che, in qualche modo, come un cerchio ritorna a se stessa anche se in modo diverso perché si adegua ai tempi che viviamo.

La Resistenza di ieri nacque per opporsi al fascismo, quella di oggi nasce, o dovrebbe farlo, per evitare e contrastare un fascismo democratico, che in modo più sottile vorrebbe assoggettarci e soggiogarci, togliendoci il potere democratico conquistato con il sangue dei nostri antenati.

Procediamo con ordine per comprendere nel migliore dei modi l’essenza intrinseca del convegno.

Il Sindaco di Grottaminarda

Il Sindaco pone dei quesiti e delle riflessioni sulla Resistenza di ieri e di oggi

Marcantonio Spera, sindaco di Grottaminarda, assente per motivi di salute, ha voluto comunque inviare un messaggio, per portare a riflettere sulla situazione politica e sociale di oggi:

Come Sindaco di Grottaminarda, se oggi fossi stato presente, avrei chiesto agli illustri relatori, e lo chiedo con questo scritto, indirettamente, come spiegare ai giovani l’importanza della politica, il rischio del crollo delle democrazie e del ritorno degli autoritarismi e della perdita dei diritti.

Chiederei, inoltre, come le donne potranno Resistere anche oggi e contrastare questo arretramento delle democrazie e promuovere la politica nuova che cambi le sorti del mondo.

I quesiti posti dal Sindaco, durante il convegno, sono stati affrontati tutti dettagliatamente da ciascuno dei relatori.

Le risposte dei relatori

Marilisa Grillo

Marilisa Grillo diventa delegata regionale del Forum dei Giovani

 

Per quanto concerne l’importanza della politica per i giovani, Marilisa Grillo, Assessore alla cultura, ha dichiarato:

L’insegnamento storico della Resistenza è fondamentale per le giovani generazioni. La memoria della Resistenza è oggi un trovarsi insieme come patrimonio comune per dialogare con i giovani sul senso di responsabilità, di solidarietà e di rispetto per il prossimo.

Citando Antonio Gramsci, l’Assessore, ha proseguito:

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani.

Sono passati più di cento anni e quell’indifferenza, che vedeva Gramsci, non è scomparsa.

L’indifferenza e l’odio sono mali da combattere. Ecco perché abbiamo abbiamo il dovere morale e storico di trasmettere ai giovani gli ideali di allora, ricordando il passato per guardare al futuro con maggiore consapevolezza.

E se qualcuno oggi vorrebbe esercitare il potere per il potere e non per il benessere dei cittadini e vorrebbe dimenticare questa ricorrenza ma, soprattutto, vorrebbe farla dimenticare ai giovani,; questo sarebbe il primo passo verso un percorso che ci rinnega come resistenti, antifascisti ma, soprattutto, come popolo libero.

Oggi siamo qui non solo per un esercizio della memoria ma per rendere concretamente omaggio a chi si è sacrificato con la propria vita, per garantire a noi tutti un futuro di libertà.

La libertà è un bene prezioso: non vi è libertà senza responsabilità e viceversa.

Il 25 aprile, dunque, ci ricorda che resistere è un dovere, ieri come oggi. Per questo motivo è necessario celebrare ogni anno il valore di questa festa, per mantenere salda la memoria della nostra democrazia.

Consapevolezza e sensibilità che hanno dimostrato di avere i ragazzi del Forum dei Giovani di Grottaminarda, che hanno voluto commemorare la Resistenza attraverso una video proiezione con immagini storiche e con la lettura di epistole con cui i partigiani, ormai morti, avvisavano i familiari della propria dipartita in nome di quella libertà per cui si erano battuti, sacrificando la vita e che non avrebbero vissuto ma che fieramente lasciavano a chi sarebbe sopravvissuto.

Nicola Cataruozzolo

Segretario sezione PD di Grottaminarda

Per quanto concerne il quesito che riguarda il rischio del crollo delle democrazie e del ritorno degli autoritarismi, Nicola Cataruozzolo, segretario della sezione PD di Grottaminarda, ha dichiarato:

L’importanza di questo convegno si inserisce a pieno titolo nel dibattito politico di questi giorni, non solo per discutere sul “1943 anno memorabile” ma soprattutto perché si vuole, da parte dei nostalgici come La Russa e soci la “rimozione dalla memoria collettiva”, la dimenticanza di un valore, e ancora di più, il tentativo ripetuto di omologare la parte fondamentale della guerra al nazifascismo.

La riprova l’abbiamo avuta proprio stamattina a proposito dell’articolo della Presidente del Consiglio sul 25 aprile.
Se scrivi ”incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo” anziché “incompatibilità con il fascismo “ prendi le distanze rispetto al presente e non al passato. Insomma siamo tornati al ”non restaurare, non rinnegare” di Almirante.
E poi a sentire alcune esternazioni degli esponenti di Governo di questi giorni come la “sostituzione etnica” del ministro Lollobrigida cognato della Meloni o le multe di Rampelli per chi usa le parole inglesi mi hanno rinfrescato la memoria sui 14 archetipi dell’Ur-Fascismo o del Fascismo eterno di Umberto Eco che riporta le caratteristiche nel discorso pronunciato il 24 aprile 1995 alla Columbia University, in occasione delle celebrazioni per la Liberazione dell’Europa dal nazifascismo.

Ecco perché il 25 aprile la Festa della Liberazione dal nazifascismo, deve essere la festa di tutti gli italiani perché è il giorno che ha reso possibile, 78 anni fa, la democrazia che ha consentito non solo la libertà ma il progresso civile, economico e sociale dell’intera nazione. È contro la storia ancora oggi assistere al tentativo maldestro da parte di alte cariche dello Stato, che pur essendo al governo e giurando sulla Costituzione non hanno mai rinnegato i fasti del “ventennio” e della “fiamma”.

Hanno difficoltà a riconoscere la Liberazione come tappa fondamentale per la ricostruzione della nostra Repubblica. Eppure in tutti i Paesi europei, che hanno conosciuto le barbarie del nazifascismo, gli esponenti della destra che siedono al governo hanno rinnegato pubblicamente l’esperienza dittatoriale. Solo in Italia questo non è successo interrompendo la strada tracciata a Fiuggi da Gianfranco Fini che, domenica scorsa, lo ha ribadito nella trasmissione televisiva “Mezz’ora in più” di Lucia Annunziata.

Pertanto la liberazione dal nazifascismo con il 25 aprile ci ricorda il suo nesso indissolubile con la Costituzione per la sua universale valenza.

Il Segretario della sezione del PD di Grottaminarda ha così concluso:

 Diceva Pietro Scoppola che la cultura della liberazione non implica un punto di arrivo, non ha come la cultura della rivoluzione modelli definiti di società da proporre, rappresenta un principio di non appagamento rispetto a tutti i risultati raggiunti.

Si potrà avere una memoria condivisa con il passato?

Missione impossibile, a mio parere, ci saranno sempre i vari La Russa, Lollobrigida, Meloni e Rampelli ma il nostro compito quotidiano non è solo quello di difendere la Costituzione dagli attacchi sconsiderati ma di applicarla con le nostre azioni politiche.

La memoria condivisa si potrà avere attraverso l’ostinazione e la perseveranza di chi vuole che alberghi anche nella coscienza dei giovani perché il nostro DNA è antifascista e lo sarà sempre.

La libertà è un elemento imprescindibile e di cui abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo per poter vivere biologicamente.

Luigi Anzalone

professore Luigi Anzalone

Questo concetto è stato rimarcato dal professore Luigi Anzalone, filosofo e uomo di cultura, che ha spiegato che è proprio una conseguenza del fascismo democratico che respiriamo nell’aria che ci porta a ricordare con veemenza e con grande partecipazione il 25 aprile.

Osservando il Governo attuale si evincono affermazioni, scelte politiche e termini utilizzati che riportano non solo il pensiero ma l’anima a rivivere quel senso di oppressione vissuto durante il fascismo, da chi lo ha vissuto, e quel disappunto umano e sociale tra coloro che non hanno vissuto il regime ma sentono minata la libertà di pensiero e l’umanità che ci caratterizza come esseri umani in primis.

Il filosofo ha inoltre rimarcato che oggi viviamo in un fascismo democratico che piano piano vorrebbe soggiogarci attraverso la negazione di ciò che è stato e di ciò che siamo. In riferimento alla nostra Costituzione e al concetto di Costituzione e Resistenza ferita, che sono la medesima cosa, ha ribadito che la si ferisce ogni qualvolta la si cerca di modificare, che la si mortifica ogniqualvolta si vorrebbe far credere che non demolisce il nazifascismo, facendo dimenticare che la nostra Carta costituzionale è nata dall’antifascismo e dunque questo concetto è implicitamente espresso.

 Presidente del Consiglio Comunale di Grottaminarda

Virginia Pascucci

Per quanto riguarda l’argomento delle donne della Resistenza Virginia Pascucci, Presidente del Consiglio comunale, ha riportato in vita il ricordo delle staffette partigiane ricordando Giulia Lombardi e Carla Capponi:

Questo 25 aprile voglio dedicarlo insieme a voi alle donne della Resistenza, ricordando una notizia del 2019.

A Settimo Milanese, il 14 aprile del 2019, venne inaugurato un monumento ligneo in memoria di Giulia Lombardi e nella notte tra domenica 21 aprile e lunedì 22 aprile quello stesso monumento venne incendiato.

Questo gesto mi inquietò profondamente, non solo per il gesto provocatorio dei movimenti neofascisti ma soprattutto perché  questo gesto era stato compiuto nei riguardi di una giovane donna la cui vita fu stroncata a 22 anni, per mano dei fascisti. Giulia era una ragazza che il 16 maggio del’44, come ogni mattina andava al lavoro in filanda a piedi perché la bicicletta non poteva permettersela. Quel giorno fu ferita alla nuca e il regime si scusò dicendo che era stato un errore, questo è ciò che il fratello Carlo ha raccontato.

Dai registri della Resistenza, in realtà, sembra che Giulia fosse una staffetta partigiana, all’insaputa della sua famiglia come molte sue compagne del resto. Probabilmente era ciò che le sembrava giusto fare perché sicuramente a vent’anni sognava un mondo senza soprusi e violenze, desiderava un fidanzato, magari una famiglia e invece Giulia, come tante, perse la vita un mattino di primavera.

Il ruolo silente e nascosto di oltre 70mila donne che hanno partecipato alla Resistenza è stato svelato solo a partire dagli anni ’60, quando le lotte per l’autodeterminazione femminile hanno fatto in modo che si conoscesse, finalmente, ciò che generazioni di giovani ragazze hanno fatti durante il periodo della Resistenza.

Dal ’48 agli anni ’60 un silenzio generale aveva caratterizzato scritti e memorie. In una società ancora profondamente radicata su princìpi patriarcali che aveva relegato le donne ai ruoli tradizionali di madri e mogli.

Le donne della Resistenza hanno partecipato non solo come staffette ma come parte attiva nella lotta armata. Carla Capponi infatti è stata una figura centrale della Resistenza romana, vicecomandante dei Gap (Gruppi di azione patriottica), ci ha raccontato che i suoi compagni non volevano concederle l’uso della pistola e per questo motivo fu costretta a rubarla.

Carla Capponi oltre ad essere una donna coraggiosa è stata anche una leader che ha organizzato proteste con le donne di borgata romane, durante l’occupazione nazista ma anche durante le lotte degli anni ’50.

Una Resistenza senza le staffette non sarebbe stata possibile, tuttavia poche donne poterono essere riconosciute ufficialmente come partigiane perché potevano essere riconosciute come tali solo coloro che avevano partecipato alla lotta armata.

Solo 19 donne hanno ricevuto medaglie d’oro al valore per le loro azioni durante la Resistenza.

Il 25 aprile è una festa patriottica che deve unire tutti, donne e uomini, nel ricordo di un passato doloroso che non deve più tornare. Facciamo in modo che il nostro agire quotidiano non renda mai vano il sacrificio di vite umane, quello stesso agire che, oggi, ha portato tutti noi quì in questa Sala comunale ad essere liberi di esprimere il nostro pensiero.

Presidente del Comitato provinciale A.N.P.I.

Giovanni Capobianco

A ricordare le atrocità del fascismo ci ha pensato Giovanni Capobianco, Presidente del comitato provinciale A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) che con documenti e numeri alla mano ha spiegato alcuni episodi tremendi accaduti nel Mezzogiorno, per difendere i partigiani che non solo persero la vita ma per ricordarne la presenza copiosa che qualcuno negli anni voleva sminuire.

La Resistenza, come ha tenuto a precisare,  è nata subitaneamente all’invasione nazifascista perché gli italiani che vivevano la vera miseria furono i primi a ribellarsi alle razzie e ai soprusi, di ogni sorta, che erano costretti subire. Da questi racconti è partito il suo accorato allarme nel difenderci dal fascismo democratico di oggi che seppur meno violento è altrettanto subdolo e spietato.

Una ricorrenza e una commemorazione che ha toccato i cuori di tutti, invitando ad una maggiore consapevolezza del nostro tempo e ad una partecipazione politica sempre più sentita e condivisa.

25 aprile e la Costituzione ferita

Oggi spesso si sente parlare di Costituzione ferita soprattutto quando si sminuisce, o si vorrebbe farlo, il senso intrinseco della celebrazione del 25 aprile. Cerchiamo di comprendere perché non si può archiviare e lasciare nel dimenticatoio la Resistenza e l’antifascismo.

La nostra Costituzione esiste e si basa su princìpi, valori, ideali e interessi delle forze che le diedero la vita e che trovarono una condivisa composizione. La nostra Costituzione identifica il nostro ordinamento giuridico ed è dunque immodificabile. Una modifica della Costituzione sarebbe illegittima perché determinerebbe la rottura del sistema costituzionale perché modificando le sue fondamenta perderebbe la propria identità e i suoi prìncipi cardine.

25 aprile e la Costituzione ferita

La Corte costituzionale in varie sentenze – fondamentale è la n. 1146 del 1988 – ha confermato che:

La Costituzione italiana contiene alcuni princìpi supremi che non possono essere sovvertiti o modificati nel loro contenuto essenziale neppure da leggi di revisione costituzionale. Non si tratta soltanto dei princìpi esplicitamente posti come limite alla revisione (la forma repubblicana, art. 139), ma anche di quelli, non menzionati, che appartengono all’essenza dei valori supremi su cui si fonda la Costituzione repubblicana: ad esempio la tutela dei diritti inviolabili dell’uomo (art. 2), la dignità della persona, il diritto di ricorrere a un giudice; i princìpi di laicità, eguaglianza, solidarietà e altri ancora, taluni già compresi nell’unico limite espresso – la forma repubblicana – sintesi di vari princìpi. Un’importante sentenza (n. 238 del 2014), chiudendo una questione discussa, ha chiarito che le stesse
consuetudini internazionali (cui l’art. 10 conferisce rango costituzionale) si arrestano di fronte al «nucleo inviolabile» che forma una barriera invalicabile al loro ingresso nell’ordinamento italiano. I valori in contrasto, in quel caso, erano la dignità della persona e il diritto alla tutela giurisdizionale.

la tutela dei diritti inviolabili dell’uomo

Dunque, il testo della Carta costituzionale è intriso dello spirito che ha animato la Resistenza, riflettendone i valori che sono il risultato di diverse ideologie, caratteristica imprescindibile in democrazia.

Come diceva Norberto Bobbio, noto filosofo, giurista. politologo e storico italiano:

 La nostra Costituzione è il risultato della confluenza dell’ideologia socialista e di quella cristiano-sociale con quella liberale classica che ne costituisce la base perché le forze morali preminenti erano quelle dell’antica tradizione liberale soffocata dalla dittatura e rinata nell’impulso liberatore della Resistenza europea.

È facile comprendere perché quando si rinnega il 25 aprile si parli anche di Costituzione ferita.

25 aprile e la Costituzione ferita

Perché si vuole neutralizzare la Resistenza e rimuoverla dalla coscienza e dalla memoria condivisa degli italiani attraverso una delegittimazione impropria?

Il ’68 fu uno scontro generazionale tra i padri della Resistenza e i suoi figli, che accusavano i padri di aver tradito e dimenticato i valori per i quali avevano combattuto. Si iniziò ad usare il termine Resistenza tradita nei movimenti studenteschi del tempo.

Tra i contestatori ricordiamo Gramsci che aveva una scarsa presa e il Pci veniva bollato come revisionista, a volte anche accusato di tradimento del proletario. La contestazione dei sessantottini non voleva respingere la sostanza dell’antifascismo ma voleva sottoporla a verifica per farne emergere quell’aspetto di guerra di classe, che era stato sottaciuto. In breve si crea in quegli anni una divisione netta tra chi aveva fatto la Resistenza, ottenendo una medaglia e quindi ci si poteva permettere tutto e che accusava i contestatori e i giovani, che spesso si dimostrarono ingiusti e superficiali nelle analisi.

La conseguenza fu il voler rappresentare l’antifascismo in un Paese che non era in grado di fare i conti con se stesso e di comprenderne pienamente la totalità. Una sorta mancata piena consapevolezza di ciò che era stata la stagione fascista. Ciò viene descritto e analizzato nel libro Sulla guerra civile. La Resistenza a due voci di Norberto Bobbio e Claudio Pavone (2015), all’interno del testo entrambe riflettono sulla Resistenza, una testimonianza a due voci di moralità nella ricerca. I due in diverse occasioni hanno espresso idee divergenti a riguardo. Questo testo, per chi volesse approfondirlo, include riflessioni che partono dai primi anni’60 e si chiude con la morte di Norberto Bobbio (2004).

Ritornando al discorso della Costituzione ferita si può affermare che i rovistatori della Resistenza volevano e vogliono confondere un giudizio storico e di giudizio morale. La Resistenza ha svolto un ruolo tra passato e futuro, questo non possiamo negarlo, un ruolo raro per la nostra storia.

Gli italiani sono scesi in campo per difendere i valori molto raramente. Nel ’43  nel ’45 lo hanno fatto, una parte di loro. Dunque davanti alle vecchie e alle nuove retoriche riduzioniste e demonizzanti sulla Resistenza e sul 25 aprile occorre avere un’unica consapevolezza: che la difesa della Costituzione repubblicana è la prima barricata su cui non si difende solo una legge ma lo Stato Sociale e l’insieme dei diritti dei cittadini.

Rivendicare la Resistenza antifascista è l’elemento basilare, irrinunciabile della Costituzione e dunque della nostra identità italiana.

Grottaminarda ricorda e celebra la Resistenza con un convegno

Celebrare e commemorare la Resistenza è un atto dovuto alla storia politica e alla nostra Costituzione, lo sa bene l’Amministrazione di Grottaminarda, che per il 25 aprile ha organizzato un convegno che tratterà su diversi fronti: filosofico, culturale e politico la giornata della Liberazione.

Commemorare significa celebrare in forma solenne e bisogna farlo insieme perché la memoria condivisa è fondamentale, per ricordare ciò che siamo oggi come cittadini perché ciò che siamo ci è stato dato dal passato, con il sangue.

Tante vite si sono sacrificate per la libertà politica e di espressione e non lo hanno fatto invano, come molti oggi vogliono far credere.

Il 25 aprile è una giornata che non deve essere dimenticata perché è grazie ai partigiani, ai resistenti e ai ribelli che si riunirono per un profondo rispetto per la dignità umana e sociale che noi siamo una Repubblica democratica.

Noi a loro dobbiamo tanto, dobbiamo tutto probabilmente e non dobbiamo dimenticarlo.

Comune di Grottaminarda celebra il 25 aprile

La memoria condivisa è necessaria perché ci aiuta a comprendere la nostra identità politica perché questa giornata è l’unica vera fonte dell’ethos repubblicano perché chi scelse la Resistenza si oppose, offrendo la sua vita, per combattere coloro che scelsero il fascismo portatore di abusi e soprusi innumerevoli lesivi per la dignità umana, sociale e politica dell’essere umano.

Solo il sentire unanime, attraverso la commemorazione può consolidare una memoria condivisa per una Repubblica democratica, che qualcuno, oggi, cerca di sabotare con fandonie e misere considerazioni volte a non dare il giusto valore alla Resistenza.

Costantino Mortati, giurista e costituzionalista italiano di origine arbëreshë, nel 1955 scriveva:

La nostra Costituzione, nata dalla Resistenza, ha rappresentato il capovolgimento della concezione autoritaria, illiberale, esaltatrice della guerra, imperialista e razzista che il fascismo aveva affermato in Italia, trovando, inizialmente, l’opposizione – spesso repressa nel sangue – di non molti spiriti liberi.
La guerra, con le sue sorti rovinose, fece aprire gli occhi a molti italiani e costituì il motore di un sentimento generalizzato di rifiuto e di rivolta, che si accentuò fortemente dopo l’8 settembre e l’occupazione nazista dell’Italia.
Come notava acutamente un partigiano di stampo cattolico liberale, Sergio Cotta, gli Italiani di quel tragico periodo furono un popolo unito nella sofferenza, sotto l’incubo dell’occupante e del suo alleato per l’oppressione poliziesca, le retate indiscriminate, le drammatiche persecuzioni razziali, la cattura di ostaggi innocenti senza distinzioni di età e di sesso, le rappresaglie fuor di proporzione in città e campagne indifese.

La Resistenza, oltre ad essere un evento storico e politico, è un atto di rivolta morale scaturito da un profondo sdegno nei confronti di chi trucidava senza pietà civili, che hanno deciso di unirsi e imbracciare armi per combattere quel senso di oppressione che soffocava la libertà individuale. Questo atto morale è stato pagato con vite, ciò che per ogni singolo individuo è il bene più grande. Per questo motivo il tema della Resistenza è di fondamentale importanza perché solo attraverso la comprensione del profondo senso di umanità che si celebra in questa ricorrenza si possono comprendere i valori e i meriti del 25 aprile.

Vino, bike e filosofia: doppio appuntamento di Aminea Winery per il trentennale del Taurasi

Aminea Winery per festeggiare il trentennale del Taurasi organizza un doppio appuntamento che prevede visite guidate tra i vigneti con pranzo filosofico che avrà come tema il gusto.
Un’idea originale che sdogana i classici approcci al vino fatti di assaggi e degustazioni d’impronta più classica, che rimanda ad eventi  per cui, molto spesso, bisogna macinare centinaia di chilometri per poterli vivere dal vivo. Finalmente ora sarà possibile viverli a Km0.
Il Taurasi, infatti, rappresenta non solo un’eccellenza del nostro territorio ma nazionale ed internazionale al pari di un Brunello, per intenderci, ed è giusto regalargli il giusto spazio attraverso idee innovative che, se ripetute nel tempo, potrebbero rappresentare un’attrattiva enoturistica.
Per citare Jonathan Nossiter, noto sommelier:
Il vino custodisce la memoria degli uomini, soprattutto quella storica, perché ci restituisce la forma, il senso e la struttura etica attraverso la memoria dei nostri avi, dei momenti chiave della sua storia e senza il nostro passato storico saremmo persi, vivendo in balìa delle menzogne, in primo luogo delle nostre.
Il vino, infatti, ha un rapporto unico con la memoria perché oltre a quella storica è in grado di trasmetterci una memoria personale (quella di chi beve e di chi lo produce), un ricordo soggettivo che unito ali altri crea una memoria comune.
La memoria comune legata ad un vino è rappresentata dalla memoria di un terroir, espresso sotto la forma  di un gusto in continua evoluzione, costantemente attivo perché il vino è una materia viva.
Il Taurasi rappresenta l’espressione di un territorio perché rappresenta l’espressione di un luogo ben preciso, vettore di un’identità collettiva, della storia di una civiltà locale e del rapporto che ha con la natura.
Baiardo il Taurasi di Aminea Winery
Il Taurasi esprime in modo singolare e unico ciò che siamo e, cosa non meno importante, quello che speriamo o facciamo finta di essere. Il vino è il sangue della nostra terra ma anche spesso vettore di falsi atteggiamenti e di frottole. L’evoluzione del gusto del vino, nel corso di secoli, porta con sé una serie di rivelazioni profonde sulle persone che lo esprimono e, spesso, lo reprimono.
Non vi resta che partecipare al doppio appuntamento a Castelvetere sul Calore in contrada Santa Lucia presso Aminea Winery per le iniziative in occasione del trentennale del Taurasi Docg!
doppio appuntamento di Aminea Winery per il trentennale del Taurasi

Doppio appuntamento di Aminea Winery per il trentennale del Taurasi: il programma

Sabato 25 marzo dalle 11.00 aperitivo di benvenuto con la bollicina Donna Francé. Alle 11.30 escursione nei vigneti a bordo di una e-bike per scoprire l’areale del Taurasi. Dalle 12.30 la visita presso la cantina di Aminea, poi a seguire il pranzo filosofico con la disputa sul gusto a cura dei docenti Edmondo Lisena e Leonardo Festa, con degustazione in bottaia del Taurasi Docg 2019.
Domenica 26 marzo in mattinata il medesimo programma, con aperitivo, escursione in e-bike e visita della cantina. Alle 12.30 il talk “La via del vino”: tra storia, archeologia e antropologia con i docenti Flavio Castaldo, Maria Consiglia Alvino e Leonardo Festa. A seguire degustazione del Taurasi con salumi e formaggi.
A Castelvetere sul Calore degustazioni in bottaia per sabato 25 e domenica 26 marzo 2023.
Il costo dei pacchetti è di 35 euro a persona. I posti sono limitati, è obbligatoria la prenotazione.
Per info 0827-65642; +39 351 6723592

A Grottaminarda è stato presentato il corso universitario in Scienze Biologiche

L’Università degli Studi del Sannio ha attivato il corso di laurea in Scienze biologiche per la diagnostica clinica con sede didattica a Grottaminarda, che partirà dall’anno accademico 2023/24.

L’apertura di un corso di laurea a Grottaminarda e, dunque nel territorio irpino, rappresenta non solo sviluppo culturale ma, soprattutto, un rapido accesso all’istruzione universitaria a Km0. Avere la possibilità di frequentare un corso di laurea, infatti, consente di avere maggiori competenze professionali che, non solo arricchiscono lo studente da un punto di vista accademico ma lo rendono più appetibile per il mondo del lavoro che, oggi, è più competitivo e spietato rispetto a quello di ieri.

Poter frequentare un corso di studi universitario nella propria terra di origine rappresenta una risorsa sotto diversi punti di vista: culturale, sociale, economico e territoriale perché ciò evita la dispersione di menti brillanti che, molto spesso, non ritornano più, apportando miglioramenti in altre zone, che hanno permesso loro una formazione accademica in linea con le richieste di talune figure professionali e quindi di determinate posizioni lavorative disponibili.

Evitare lo spopolamento delle aree interne è un problema che affligge le nostre zone da tempo e creare nuovi poli accademici rappresenta un tassello importante, per cercare di arginare questa problematica. Poter studiare nel proprio territorio significa restare e mettere radici oltre alla possibilità di poter frequentare un corso di studi risparmiando sulle spese, spesso gravose per molti, che riguardano l’affitto e altri costi vivi, che uno studente fuorisede è costretto ad affrontare.

L’Università del Sannio in questo modo apre i confini della cultura accademica in modo strategico, per stimolare non solo il desiderio di arricchirsi attraverso un percorso di studi universitario e professionalizzante ma stimolando e creando domande per future posizioni lavorative.

Incrementare la cultura è il primo passo che può permettere di attuare un cambiamento sostanziale per le zone dell’entroterra, stimolando e sviluppando l’economia circolare di un’intera area.

L’iniziativa è stata presentata da Unisannio, ASL di Avellino e Comune di Grottaminarda nella sala consiliare di Palazzo Portoghesi in Piazza Monumento.

A Grottaminarda è stato presentato il corso universitario in Scienze Biologiche

Presentazione del corso universitario in Scienze Biologiche: gli interventi

Il Consigliere delegato alla Sanità ed ai Rapporti con le Istituzioni universitarie, Antonio Vitale ha affermato:

Il progresso della cultura è favorito dal decentramento territoriale delle università.

Finalmente con la delocalizzazione territoriale dell’offerta formativa possiamo favorire l’accesso all’istruzione universitaria a persone che altrimenti ne sarebbero escluse per motivi economici, sociali e culturali. Il Corso in Scienze Biologiche rappresenta una vera opportunità di crescita culturale con importanti sbocchi in campo professionale e occupazionale che ci auguriamo possano cogliere i ragazzi che stanno ultimando  gli studi della scuola secondaria di secondo grado e non solo

L’Assessore all’Istruzione, Marilisa Grillo ha sottolineato l’importanza di questo nuovo traguardo che non fa altro che arricchire il territorio:

L’apertura di un nuovo corso di laurea è non solo motivo di orgoglio per la comunità, ma un segno tangibile che qualcosa si muove. Avere un Polo Universitario che si arricchisce di nuovi corsi di laurea è sinonimo di un lavoro accademico che funziona bene e che offre una qualità didattica eccelsa. Un tassello prestigioso non solo per Grottaminarda, grazie alla presenza di infrastrutture viarie e servizi, ma per la cultura dell’intero territorio.

Il Sindaco di Grottaminarda

Il Sindaco, Marcantonio Spera, ha affermato con grande entusiasmo:

Questo grande traguardo è anche il preludio di una grande “Rinascita” sociale, culturale ed economica.

Il Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università del Sannio, Pasquale Vito, si è soffermato sugli aspetti tecnici del corso:

Il corso di laurea triennale in Scienze biologiche per la diagnostica clinica intende formare un biologo clinico che, in ambito sanitario, effettua test su tessuti o liquidi biologici per la diagnosi e la prevenzione delle malattie e per la ricerca biomedica. Il corso prevede anche lo svolgimento di attività formative e laboratoriali presso ospedali e strutture sanitarie afferenti all’ASL di Avellino.

Il Rettore Gerardo Canfora ha sottolineato il problema dello spopolamento delle aree interne dichiarando:

Vogliamo andare incontro ai territori perché avvertiamo forte il nostro ruolo di presidio culturale per le comunità locali contro lo spopolamento delle aree interne. Partiamo con un corso di laurea in ambito sanitario all’indomani di una pandemia che ha mostrato quanto sia importante l’approfondimento delle conoscenze in settori disciplinari fondamentali per la vita delle persone.

Il Direttore generale dell’ASL di Avellino Mario Nicola Vittorio Ferrante, Mario Nicola Vittorio Ferrante, ha concluso:

Siamo molto soddisfatti di avviare sul nostro territorio un percorso di formazione universitaria per biologi, fortemente voluto dall’Azienda Sanitaria Locale che si è fatta promotrice d’intesa con l’Università del Sannio in collaborazione con l’amministrazione comunale di Grottaminarda.

Partendo dall’esperienza decennale maturata dall’Azienda Sanitaria Locale in ambito universitario abbiamo deciso di puntare su un nuovo modello sperimentale che coniughi formazione ed esperienza sul campo, offrendo una importante occasione di crescita sia per l’Azienda che per il nostro territorio.

Il primo passo verso un cambiamento e una rivoluzione culturale nel nostro territorio è stato fatto, ora sarà compito dei futuri studenti quello di proseguire i prossimi passi altrettanto importanti.

La Rinascita di Marcantonio Spera: grande segno di democrazia

La Rinascita, la lista civica con a capo Marcantonio Spera durante le scorse amministrative, ha deciso, dopo 7 mesi di amministrazione comunale, di incontrare la cittadinanza con un’assemblea pubblica che si è svolta ieri nella sala Thomas Menino, per comunicare i passi fatti fino ad oggi e per mettere al corrente la cittadinanza sia sui traguardi raggiunti, sui prossimi obiettivi e sulle varie criticità che potranno esserci. L’incontro è stato a tutto tondo un’assemblea pubblica in cui la parola è stata data anche ai cittadini che hanno espresso pareri, opinioni e criticità che, spesso, possono sfuggire anche agli occhi più attenti e scrupolosi.

Un segno di grande apertura e di democrazia intese nel senso intrinseco che queste parole racchiudono. L’evento infatti ha dimostrato con i fatti la voglia non solo di rendere partecipe attivamente la cittadinanza tutta, a prescindere dal proprio credo politico, ma soprattutto di voler mettere finalmente fine a comportamenti oscurantisti che hanno caratterizzato la comunità grottese nei precedenti mandati.

Il Sindaco di Grottaminarda

La Rinascita non è solo una grande squadra che si adopera per il bene comune ma, soprattutto, è una grande famiglia che guarda con lungimiranza al futuro di Grottaminarda e che vuole fortemente la ripresa economica e sociale di una cittadina che ha un grande potenziale che però non è mai stato sfruttato per il bene comune.

Il punto principale di questo nuovo modo di fare politica consiste nella partecipazione e collaborazione di tutti perché Marcantonio Spera è ben consapevole che l’unione non solo fa la forza ma soprattutto è capace di attuare grandi cambiamenti sostanziali.

La comunità, infatti, si compone non solo di chi viene incaricato di amministrarla ma soprattutto di chi la vive ogni giorno.

La politica in questo modo segue il suo naturale percorso e significato: quello della politeia aristotelica formata in primis da cittadini che sono sostanzialmente uomini liberi e pensanti, che possono partecipare attivamente e costruttivamente per migliorare la propria comunità attraverso proposte ma anche critiche perché soprattutto queste ultime, se fatte con finalità costruttive e non demolitrici, sono l’elemento fondamentale per la crescita sociale, politica ed economica di una città.

È giunto il momento di attuare un cambiamento radicale che ha come mission quello di educare la comunità ad un senso civico nuovo e di appartenenza aggregante che possa essere e diventare la forza motrice di una nuova visione di Grottaminarda e l’evento di ieri non è stato altro che la dimostrazione tangibile di una politica volta verso il cambiamento a favore della collettività.

Grottaminarda: grande successo per la tombolata solidale

La tombolata solidale organizzata dall’Amministrazione di Grottaminarda, che si è svolta il 26 dicembre, è stata un grande successo. Un evento che ha mostrato il cuore della comunità grottese che ha partecipato attivamente per aiutare le famiglie più bisognose, donando un sorriso a chi, soprattutto in queste festività, non ha la nostra stessa serenità, purtroppo.

Siamo troppo abituati a non renderci conto che, spesso, anche nelle nostre piccole comunità ci sono persone che hanno bisogno e, a volte, basta un piccolo gesto che, sommato a quelli degli altri, può fare la differenza, regalando un sorriso.

L’intero ricavato della tombolata solidale è stato devoluto interamente alla Caritas locale, associazione che conosce bene la realtà sociale e le piaghe di alcune famiglie.

Durante le festività natalizie si predica sempre l’altruismo e la bontà ma sono poche le azioni che dimostrano la vicinanza concreta a quelle famiglie più bisognose, la tombolata solidale invece ha messo in pratica i buoni propositi di chi con una piccola azione ha potuto contribuire nell’aiutare il prossimo.

Sicuramente c’è chi penserà che queste manifestazioni non dovrebbero svolgersi solo durante il Natale, ed è anche vero, ma l’importante è iniziare e l’inizio migliore per una serie di eventi solidali non poteva che essere quello del Natale.

Chi ben comincia è a metà dell’opera, secondo Ippolito Nevio e anche a mio avviso.

Dopo anni Grottaminarda ha avuto l’occasione per poter mostrare il suo grande cuore ma, soprattutto, di sentirsi una comunità, condividendo in allegria e armonia una festa che, generalmente, si trascorre in casa.

È stato commovente vedere riuniti tutti come una grande famiglia perché, se ci pensiamo bene, il senso di appartenenza ad una comunità è proprio questo: stare insieme, condividere momenti di aggregazione e allo stesso tempo aiutare in modo concreto il prossimo.

L'Amministrazione di Grottaminarda organizza una tombolata solidale per le persone più bisognose

La tombolata solidale è stata anche un momento culturale per riscoprire detti, parole popolari grottesi che tra sketch, risate e ironia hanno dato un quadro sociologico di una comunità che ha i suoi pregi e i suoi difetti ma soprattutto una propria identità sociale e umana.

Ciascuna associazione locale ha dimostrato le proprie doti, dimostrando bravura e professionalità perché c’è voglia di fare, c’è passione ma, soprattutto, c’è voglia di condividere e stare insieme.

A volte basta poco per poter vedere il bello di una comunità, che ha voglia di stare insieme e di sentirsi una grande famiglia appartenente ad un tutto che non riguarda solo la propria sfera privata ma quella sociale, politica e collettiva e dovrebbe essere questo il senso intrinseco del fare politica, quella buona e tesa al miglioramento.

Attraverso piccoli passi e piccoli gesti si costruiscono grandi cose.

Ad maiora!

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