Cosa si aspettano i cittadini di Avellino dal neosindaco?
Ora è tempo di mantener fede alla promesse fatte ai cittadini di Avellino. Cosa si aspettano gli avellinesi dal neosindaco Gianluca Festa?
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Ora è tempo di mantener fede alla promesse fatte ai cittadini di Avellino. Cosa si aspettano gli avellinesi dal neosindaco Gianluca Festa?
La compagnia teatrale La Fermata porta in scena Gli imbianchini non hanno ricordi (1977) di Dario Fo. La rappresentazione teatrale si terrà domenica 16 giugno presso l’Auditorium comunale di Melito Irpino alle ore 20:30.
L’evento è stato organizzato dalla compagnia teatrale La Fermata per la conclusione del laboratorio di primo livello, svoltosi nei mesi precedenti, dagli allievi di Melito Irpino. L’ingresso è gratuito!
Gli imbianchini non hanno ricordi è un’opera ambientata in una casa chiusa degli anni ’50, nel periodo successivo alla Legge Merlin che ne stabiliva la chiusura. Protagonisti sono due perdigiorno, che spacciandosi per imbianchini, si imbattono in diverse peripezie all’interno della casa chiusa in cui stanno lavorando.
I due perdigiorno tra mille colpi di scena riescono a conquistare l’affetto delle ragazze della casa chiusa.
Riadattare un’opera non è un lavoro semplice, per capire meglio ciò e per scoprire qualcosa di più sulla rappresentazione teatrale abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Francesco Teselli e Gilda Ciccarelli.
Quali difficoltà avete avuto per il riadattamento del copione?
La difficoltà principale è stata sicuramente relativa alla scelta dei personaggi: l’aderenza dei caratteri giusti da far indossare a persone di un’età eterogenea e cercare allo stesso tempo di rispettare il senso ironico e grottesco che contraddistingue Dario Fo.
Perché avete scelto di portare in scena Gli imbianchini non hanno ricordi?
Perché Dario Fo e i suoi “Imbianchini” offrono una grande opportunità per riassumere tutti gli esercizi svolti nel corso dell’anno dai ragazzi che hanno partecipato al laboratorio.
Quali sono stati i progressi della classe durante lo svolgimento del laboratorio teatrale?
Molti dei partecipanti partivano da zero, dunque, è stato interessante vedere l’evoluzione di ciascun allievo durante lo svolgimento del laboratorio. Uno dei progressi lampanti è stata l’inflessione prevalentemente campana e l’ortopeia. Altro progresso è stato relativo alla gestione del corpo sia sul palcoscenico che nella vita di tutti i giorni.
Il Trofeo Mtb Altopiano Laceno, organizzato da Asd Laceno Bike in collaborazione con il Bike Team Linea Bici, giunge alla sua terza edizione. La gara prevista il prossimo 7 luglio si svolgerà sull’altopiano Laceno. L’evento nasce con la voglia di aggregare tutti gli appasionati che amano conciliare sport e natura.
Il Trofeo Mtb Altopiano Laceno è un evento adatto gli amanti della mountain bike, la competizione rientra nell’ambito del trofeo a tappe Giro della Campania Off-Road 2019, organizzato dal Comitato Campania della Federciclismo, settore Fuoristrada.
Le categorie ammesse sono tre: Granfondo, Mediafondo/Escursionisti ed Esordienti/Allievi. Il percorso è sterrato al 95% ed è lungo circa 48 km con 1700 mt di dislivello.
La tratta è molto suggestiva perché attraversa l’Altopiano Laceno fino ad arrivare le vette dei Monti Picentini.
Il tracciato si snoda lungo i sentieri del Laceno. La partenza e l’arrivo sono previsti in prossimità del Parco Giochi Lacenolandia. Da qui i partecipanti percorreranno l’ex SS 368, circuito asfaltato, e si dirigeranno al bivio che porta a Lioni (7km). Una volta arrivati a Piano Sazzano, dopo circa 9km, inizia la parte sterrata.
Arrivati alle Fontane del Lagarello, si percorre un tratto sub-pianeggiante per poi salire sul Cervarolo e arrivare al valico della Valle di Giamberardino. Attraverso l’aiuto di un singletrack si raggiunge la strada battuta per la Piana dell’Acernese. Da qui c’è la prima deviazione: verso destra vi è il percorso più breve mentre verso sinistra il gruppo della Granfondo e della Mediofondo proseguono arrivando fino alla Piana dei Vaccari per arrivare al Colle del Leone.
Dopo 20km dalla partenza vi è la seconda deviazione: la Granfondo svolterà a sinistra per arrivare sulla salita del Monte Cervialto mentre la Mediofondo/Escursionistico svolterà a destra e si immetterà nel Circuito del Rajamagra. Dopo l’ascesa del Cervialto inizierà una discesa che attraverserà Colle Radici, la Piana di Strazzatrippa e terminerà alla Fontana di Dongiovanni.
I partecipanti al Trofeo Mtb Altopiano Laceno raggiungeranno di nuovo il Colle del Leone per percorrere il Circuito del Rajamagra. Prima di lasciare il circuito, per raggiungere il Colle del Sacrestano, attraverseranno la Valle d’Acera e la zona Belvedere. Infine, dopo una breve salita lungo la pista da sci Settevalli, si attraverserà il bosco per scendere nella Piana dell’Acernese per chiudere il giro percorrendo un tratto del tracciato XC 2017.
Il percorso del Trofeo Mtb Altopiano Laceno si snoderà tra boschi di faggio e radure verdi. Il percorso verrà monitorato per rilevare i passaggi obbligatori. Sul percorso Granfondo verranno dislocati 3 punti ristoro mentre i punti ristoro sul percorso Mediofondo/Escursionistico saranno 2.
La storia del Noccio tour fantasma di Avella è un esempio di una breve storia triste che abbiamo deciso di raccontare per mostrare gli effetti che ha la comunicazione quando viene utilizzata in modo superficiale e approssimativo, sperando che episodi del genere non si ripetano più.
Il Noccio tour è un evento organizzato da un’associazione di Avella che ha come scopo quello di promuovere e valorizzare il territorio, puntando sulla coltivazione della nocciola. L’evento avrebbe dovuto svolgersi oggi alle 10:00 ma del Noccio tour non ne era a conoscenza nessuno, Vigili Urbani compresi.
L’evento oltre ad essere presente sulle varie pagine social dell’associazione è stato diffuso da un noto sito web locale, attraverso un comunicato datato 30 maggio 2019.
Il Noccio tour fantasma prevedeva partenza alle ore 10.00 (da dove non si sa, presupponiamo da Avella. Per quanto riguarda il luogo preciso della partenza pensiamo al classico chiedere in loco agli abitanti del posto) con tour in costume d’epoca, visita guidata e degustazione della nocciola presso le aziende della zona.
Arrivati ad Avella ci rendiamo conto che non si respira il fermento del Noccio tour, anzi chiedendo in giro agli abitanti e dallo stupore riscontrato nel sentir parlare di questo evento, per un attimo abbiamo pensato di trovarci altrove, in un mondo parallelo. Chiediamo ai Vigili Urbani di Avella e l’espressione è identica a quella degli altri abitanti.
Decidiamo di telefonare all’associazione e ci risponde, probabilmente il direttore della stessa, pontificando sull’approssimazione del sito web (fonte tra le più attendibili per quanto riguarda gli eventi) che non avrebbe trascritto alcuni punti importanti del Noccio tour.
Il punto omesso era che l’evento era su prenotazione e qualora l’associazione non avesse raggiunto il numero giusto di partecipanti, il Noccio tour non si sarebbe svolto. Un dettaglio irrilevante per i lettori o possibili avventori.
Ora le domande che ci poniamo sono le seguenti:
Per le risposte lasciamo libero spazio alla vostra fantasia e al vostro acume!
La Bioginnastica nasce da un’intuizione di Stefania Tronconi che, attraverso studi e aggiornamenti costanti, ha dato vita a questa nuova disciplina.
La Bioginnastica ha come scopo quello di ritrovare il nostro equilibrio naturale, cercando di creare quella sinergia esistente tra mente e corpo di cui, molto spesso, ci dimentichiamo o più semplicemente non ascoltiamo.
Questa disciplina offre gli strumenti necessari per poter sentire la fusione energetica esistente tra corpo e mente e ci indirizza nel ritrovare il benessere psicofisico, regalandoci una nuova energia.
Tutto ciò che ci blocca internamente o che ci crea tensioni si ripercuote inevitabilmente sul nostro fisico e sulla nostra postura.
Siamo costantemente abituati a correre, viviamo in modo frenetico e non rispettiamo il nostro corpo che, spesso quando giunge al limite, ci avvisa attraverso il dolore che funge da allarme.
Stefania Tronconi ha dato vita a questa disciplina, avvalendosi di ricerche condotte all’interno dell’Istituto Superiore di Educazione Fisica di Urbino. Da questi studi e attraverso rielaborazioni che si rifanno a tecniche orientali e occidentali ha creato questa metodologia che si basa su protocolli e continui aggiornamenti.
In occasione del Rimini Wellness abbiamo scambiato due chiacchiere con Stefania Tronconi che ci ha illustrato alcuni punti della Bioginnastica.
Un caffè al teatro è il nuovo format che abbiamo pensato insieme a Francesco Teselli e Gilda Ciccarelli, attori della compagnia teatrale la Fermata. Questo progetto parte dall’idea principale che è quella di parlare del mondo del teatro da un punto di vista più tecnico ovvero scoprire come viene vissuto da chi sale sul palco ma senza dimenticare chi è seduto dall’altra parte.
Un caffè al teatro vuole essere un modo leggero di sbirciare dietro le quinte, per scoprire ciò che non sappiamo su questo mondo.
Perché un caffè al teatro?
Riteniamo che il teatro sia una forma d’intrattenimento a 360 gradi perché parla di vita, di esseri umani e di emozioni ma anche di libri, film, tecnica e storia. Il teatro, negli ultimi tempi, è in crisi perché sempre più persone preferiscono altre forme di svago o perché ritengono che il teatro sia noioso e di nicchia. Il nostro obiettivo è quello di farvi cambiare idea!
Un caffè al teatro è un modo per avvicinarsi a questa forma d’arte e conoscere le mille sfumature che gravitano intorno a questo mondo.
Francesco e Gilda vi accompagneranno in questo viaggio intrattenendovi, divertendovi e consigliandovi tecnicamente sulla recitazione e su altri argomenti.
Brian Murphy e Caroline Geys espongono le loro opere all’AXRT Contemporary Gallery di Avellino fino al 16 giugno. Ciò che accomuna i due artisti americani è l’utilizzo della geometria che, in ciascuno degli artisti, rappresenta un significato diverso.
Per Caroline Geys l’utilizzo delle linee geometriche rappresentano un percorso tracciato che raccontano il suo viaggio e la sua storia.
Per Brian Murphy il servirsi della geometria avviene in modo differente così come lo è sua decodificazione: le sue opere, infatti, rappresentano un ponte che congiunge e rappresenta la connessione tra la sua visione del mondo interna con quella esterna.
Il mondo di Brian Murphy è un mondo introspettivo e intimo che regala agli spettatori attraverso le sue opere e che nel momento stesso in cui le condivide, per lui, rappresenta un atto d’amore verso gli altri.
Brian Murphy nasce nel 1961 a Buffalo (New York). Nel 1984 si laurea in BS Urban & Regional Planning, nello stesso anno lavora fino al 1989 lavora come consulente d’ingegneria civile. Inizia a sviluppare un amore smisurato verso il mare che lo conduce a dipingere paesaggi marini, iniziando a creare sculture per parchi tematici, film e musei.
Negli ultimi dieci anni Brian Murphy si è focalizzato sulla pittura astratta e le sue recenti opere sono state esposte in diverse gallerie a Los Angeles, Laguna Beach e San Diego.
La Bioginnastica nasce nel 1990 e trae la sua ispirazione dalle teorie bioenergetiche di Alexander Lowen (1910 – 2008), un noto psichiatra e psicoterapeuta degli anni ’70.
Alexander Lowen, quando parla di bioenergetica, parte dal presupposto che mente e corpo vivono in una stretta connessione, in cui l’una (la mente) è parte integrante dell’altro (il corpo). Dunque qualsiasi disturbo appartenente alla personalità si esprime attraverso disturbi localizzati sul corpo.
In breve ciò che turba la nostra mente viene reso palese dal corpo che diventa una sorta di chiave di lettura e campanello d’allarme per avvertirci che qualcosa non va come dovrebbe.
La bioenergetica di Alexander Lowen lavora a livello muscolare come metodologia terapeutica e usando le sue parole:
Quando vedo un’area del corpo trattenuta o contratta la interpreto per prima cosa in termini energetici. La contrazione, a seconda della sua collocazione, blocca il flusso di eccitazione che va verso l’alto, nella testa e negli occhi, o verso il basso, nel bacino, nei genitali e nelle gambe. In ogni caso il dolore è connesso con il trattenere. Da una parte trattenere o contrarre sono manovre utili a diminuire il dolore legato ad un desiderio insoddisfatto, ad una ferita o ad un’umiliazione, alla perdita o alla frustrazione. Diminuiscono il dolore attenuando le emozioni, cioè desensibilizzando la persona nei confronti del dolore. L’area interessata viene intorpidita. In terapia per prima cosa viene sperimentato l’allentamento della contrazione, quindi dolore. Il passaggio di una forza energetica (il sangue) attraverso una zona contratta, è doloroso. Ma dopo che è avvenuta l’esperienza nel rilasciare la tensione, la sensazione è di piacere.
Questa breve parentesi sul concetto di bioenergetica in Alexander Lowen è fondamentale per poter comprendere meglio il lavoro svolto dalla Bioginnastica, intuizione nata da Stefania Tronconi che ha sperimentato questa metodologia, ampliandola.
Stefania Tronconi attraverso la ginnastica, intesa come arte del movimento, ricrea l’equilibrio partendo dallo studio sulla postura perché da ciò è possibile risalire al mondo caratteriale ed emozionale di ciascun individuo.
La Bioginnastica si basa su metodologie e protocolli che si arricchiscono attraverso studi e aggiornamenti costanti.
Il passaggio principale per poter iniziare questo percorso è dato dall’ascolto personale e dalla presa di coscienza dei propri problemi, delle proprie paure e dei propri limiti. Ciò che chiede la Bioginnastica è uno sguardo introspettivo su se stessi e per poter fare ciò c’è bisogno di fermarsi e riflettere su ciò che non va in noi.
Se pensate che la Bioginnastica sia l’equivalente di un farmaco che si attiva in totale autonomia e passività siete sulla strada sbagliata perché c’è bisogno di un’interazione attiva che vi renderà partecipi in prima persona, diventando protagonisti attivi della vostra salute.
Il secondo passaggio si avvale di un lavoro di respirazione mio-fasciale che permette di riequilibrare e mettere sulla stessa frequenza ricettiva mente e corpo per poter lavorare attraverso manipolazioni su contratture muscolari, blocchi articolari e impedimenti motori.
La Bioginnastica è adatta a tutti e non ha un limite di età perché non è un’attività che richiede uno sforzo fisico e un allenamento sportivo ma ha bisogno della volontà di andare oltre i propri limiti fisici e mentali, di una predisposizione verso il cambiamento e di pazienza.
L’obiettivo finale della Bioginnastica è quello di condurre verso una postura corretta e un equilibrio psicofisico ottimale.
Geometry Traces è il nome della mostra che vede come protagonisti due artisti americani: Caroline Geys e Brian Murphy, due artisti differenti tra loro ma accomonunati da una visione geometrica nelle loro creazioni.
Caroline Geys traccia attraverso le linee geometriche la sua vita, i luoghi in cui ha vissuto e quelli dove è nata. Lo spettatore viene colpito dall’impatto cromatico vivace delle sue opere perché dona alle creazioni una vitalità che si contrappone alle linee rigorose del mondo geometrico.
L’approccio dell’artista è rigoroso, se pensiamo all’utilizzo della geometria, ma l’artista si serve di ciò per decodificare il mondo reale, creando un ponte di comunicazione tra ciò che vediamo e ciò che sentiamo (mondo reale e mondo astratto).
Lo sguardo artistico di Caroline Geys è di meraviglia nei confronti della perfezione rappresentato dallo spazio e dalle sue geometrie perfette ma allo stesso tempo diventa fonte di curiosità e di esplorazione nel momento in cui fonde geometria e cromatismo.
Caroline Geys nasce a Wilrijk in Belgio nel 1980 ma cresce a Orlando in Florida, si trasferisce successivamente a Miami dove ha vissuto per nove anni e nel 2011 si sposta a Los Angeles. Lei è un’artista e designer multi-media autodidatta.
Si laurea in Marketing e Real Estate presso la Florida Atlantic University e dopo un percorso lavorativo di dodici anni affine ai suoi studi decide nel 2017 di aprire una sua società: Caroline Geys Design Studio.
La mostra rimarrà esposta all’AXRT Contemporary Gallery di Avellino fino al 16 giugno.
Gli spaiati (2018) è il secondo romanzo di Ester Viola, pubblicato da Einaudi. Il libro è il sequel de L’amore è eterno finché non risponde (2016). Gli spaiati è un romanzo che, per chi si fosse perso il primo libro, ha senso anche da solo perché nonostante i personaggi principali sono gli stessi per entrambe le opere, ciascun libro racconta un mood sentimentale fine a se stesso.
Ester Viola riesce a descrivere il mondo sentimentale femminile odierno, scandito dai social e da quella voglia d’interpretare il minimo dettaglio ovunque e sempre, anche quando non c’è.
Gli spaiati conduce il lettore nella vita sentimentale di Olivia Marni, avvocatessa divorzista, cinica nel valutare le questioni sentimentali dei suoi clienti ma quando deve fare i conti con la proria, di vita sentimentale, sprofonda in un baratro denso di ipocondria sentimentale.
Per definire questa sensazione interiore, prendiamo in prestito le parole di Olivia Marni:
Per me la felicità è sempre stata una cosa a orologeria. Una specie di pericolo, dove gli altri vedono l’ordinaria amministrazione dell’esistenza. Le persone hanno relazioni, io ho l’organizzazione della difesa. Quando sono felice sprofondo. Per me felice è solo un avvertimento, sempre l’anteprima di qualcosa. Della catastrofe, è chiaro. Perciò faccio quello che mi riesce meglio, sospettare delusioni in agguato. E mi preparo per la guerra, non so nemmeno bene contro chi. Insomma, non mi entrano questi vestiti felici.
Olivia Marni dopo tante vicissitudini sentimentali fatte di illusioni, storie sospese e con cui faticava a mettere un punto, scopre di essere innamorata di Luca Ardenghi, il suo capo.
Forse i grandi amori arrivano per sfinimento. Io ho sprecato quindici anni della mia vita a struggermi per qualcuno che non telefonava. Quindici anni buttati alle ortiche. Mi sono serviti per stancarmi di tutto. È stato allora che è arrivato Luca, e tutto il resto. O meglio, Luca c’era già, ma non in quel senso. Era il mio capo da qualche anno ormai. Comunque, tutto il resto è quel lungo sentiero delle Relazioni Adulte e Funzionanti su cui trovi stabilità. E la stabilità è quel minuto che passa tra la felicità e la domanda: “Tutto qui?”
Ne L’amore è eterno finché non risponde abbiamo lasciato Olivia e Luca con la voglia d’iniziare una relazione che, in fin dei conti, tanto semplice non è: Luca ha moglie e figli. Olivia sa bene che il divorzio serve a definire situazioni patrimoniali, gestione dei figli e rabbia di uno dei due ex coniugi e che lei, in qualche modo, ne subirà le conseguenze.
Luca ha divorziato dalla moglie e quando uno dei due coniugi vede andare il proprio matrimonio in pezzi, nella maggior parte dei casi, le soluzioni sono due: vendicarsi e far soffrire il maggior numero di persone possibili che gravitano intorno alla vita del lasciato e a quella del lasciante o vendicarsi di tutti indistintamente, cambiando totalmente vita.
Carla, la ex moglie di Luca ha optato per la seconda opzione, decidendo di trasferirsi a Milano con i figli per cambiare vita e lavoro.
Ovviamente questa scelta ha toccato anche la riorganizzazione della vita di Olivia che da Napoli si è trasferita con Luca a Milano.
Olivia è felice? Si sente in coppia o una spaiata? Si può essere spaiati anche in coppia?
Lei risponderebbe così:
I felici sono quelli che non si ricordano neanche la data del matrimonio. Gli spaiati sono quelli che in coppia sanno i giorni di immeritata felicità pure senza ricordarsi di contarli.
La vita di Olivia procede normalmente anche se deve ancora abituarsi al clima di Milano, le manca Napoli e quei punti fermi, amici compresi, che ancora non riesce a trovare nella nuova città.
Per quanto riguarda la storia con Luca, loro, sono una coppia che procede come le altre, sono riusciti a trovare dei compromessi e lei ancora non è parte attiva nella vita dei figli del compagno e non sembra preoccuparsene. La vita di Luca è scandita da turni e da tempi che non le appartengono.
Le relazioni con i separati sono un matrimonio al contrario: il nuovo partner subisce l’ordine della vecchia famiglia, deve adattarsi ai tempi degli altri, ai malumori di semisconosciuti. La famiglia di un altro invade la tua esistenza: è come avere una stanza nuova, ma nella loro casa. Un divorzio è solo un amore passato che ha trovato un modo legale di non passare mai. Questo lo capisci quando sei l’altra, la nuova compagna.
Ester Viola descrive uno scorcio di vita vissuta, oggi, da molti: le nuove relazioni all’interno di famiglie allargate, in cui il nuovo arrivato si ritrova a fare i conti con problemi che hanno un peso diverso dai classici e più noti in un rapporto a due. Non si tratta di fare i conti soltanto con le classiche insicurezze e dubbi che nascono in qualsiasi rapporto di coppia ma si tratta di entrare in uno scenario composto da più personaggi che devono intrecciarsi tra loro, cercando di raggiungere un equilibrio che si sintonizza, ogni giorno, su frequenze diverse.
Gli spaiati affronta anche il tema dell’ipocondria sentimentale che, in fondo, appartiene un pò a tutti. Viviamo costantemente avvolti nelle nostre insicurezze, abbiamo paura delle relazioni a lungo termine perché, in fondo, lo sappiamo tutti che la felicità è un attimo e che le coppie perfette non esistono.
Come direbbe Olivia:
So che volevo passare da “disperata” a “felice con qualcuno” e non da “disperata” a “persona con famiglia di un altro a carico”. Ma forse dietro ogni grande amore trovi solo grandissimi “nonostante tutto”. Ogni matrimonio, ogni coppia, in fondo è solo una separazione disinnescata.