redazione

Frida Kahlo – Il caos dentro omaggia una delle figure femminili più amate al mondo

Aperta al pubblico a Palazzo Fondi a Napoli (via Medina 24) la mostra dedicata alla pittrice messicana Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón dal titolo: “Frida Kahlo – Il caos dentro”. L’esposizione, realizzata dalla società Navigare e patrocinata dal Comune di Napoli, accoglierà i visitatori tutti i giorni dalle 9.30 alle 20.00 al costo di 12 euro, mentre nei weekend l’orario sarà prolungato alle ore 21 ed il biglietto costerà 2 euro in più (14).

Ha dichiarato l’organizzatore e promoter della mostra, Salvatore Lacagnina:

Questa mostra, che ha già avuto luogo a Roma e Milano con un successo di partecipazioni intende omaggiare la figura storica dell’artista messicana icona nel mondo, ma far sì che l’esempio di Frida Kahlo parli a tutti. In questo caotico momento storico, ma ancor più alle donne impegnate nella lotta quotidiana per la propria salute e sopravvivenza per l’indipendenza, con particolare attenzione alla loro condizione in Afghanistan, vuole sostenere la loro determinazione.

L’esposizione, in programma sino al 9 gennaio 2022, prende vita negli oltre 700 metri quadri del monumentale Palazzo Fondi, progetto di rigenerazione urbana temporanea sviluppato e realizzato nel 2018 da Urban Value srl insieme a Demanio e Comune di Napoli, premiato nel 2021 tra le migliori location d’Italia e luogo contemporaneo di produzione culturale.

La struttura, esempio virtuoso di collaborazione tra settore pubblico, privato, aziende, associazioni senza scopo di lucro e operatori culturali, ospita riproduzioni in dimensioni reali degli ambienti quotidiani di Casa Azul, dove Frida visse sino alla morte.

Camera da letto di Frida Kahlo

Camera da letto di Frida Kahlo

Abiti, accessori e oggetti amati e usati da Frida introdurranno il pubblico al clima culturale, politico, e familiare del Messico in cui Frida si formò. L’espressione di quel mondo interiorizzato e mescolato alla sensibilità ferita ma appassionata di Frida troverà, poi, rappresentazione nei dipinti esposti: l’originale Piden aeroplanos y les dan alas de petate, un olio su cartone del 1938 proveniente da una collezione privata di Madrid, e 15 celebri autoritratti riprodotti in formato digitale con tecnica modlight e animati.

Frida Kahlo: mostra interattiva

Frida Kahlo in mostra a Napoli

 La mostra, inaugurata con il vernissage al quale hanno partecipato per il Comune di Napoli gli assessori Annamaria Palmieri (Cultura ed Istruzione) e Donatella Chiodo (Welfare, digitalizzazione, politiche giovanili e sport) e Hector Alcantra, addetto culturale dell’Ambasciata del Messico in Italia, si conclude con la proiezione del film di animazione tridimensionale Frida Kahlo – Il Viaggio, realizzato in esclusiva per la mostra e proiettato in una speciale sala cinema 10D, con effetti speciali multisensoriali.

Apparat continua il suo tour in Europa

Apparat è musicista e produttore tedesco, noto alla scena elettronica e a quella cinematografica. Ha iniziato il suo tour 2021 proprio partendo dall’Italia con cinque date: Porto Recanati, Caserta, Firenze, Genova e Cella Monte. Il musicista è sicuramente molto legato alla nostra nazione perché gli ha sempre mostrato grande ammirazione per il suo talento e per la sua creatività.

Mario Martone, ad esempio, lo ha scelto in più di un’occasione come autore delle colonne sonore dei suoi film. In Capri Revolution, oltre ad aver curato e prodotto le musiche, ha partecipato al lungometraggio con una breve interpretazione nel film.

Il compositore berlinese avvisava così il suo ritorno live:

Sono molto emozionato e anche un po’ stressato per il fatto che a breve tornerò in tour dopo tanto tempo. Da quasi due anni non mi esibisco dal vivo ed è la prima volta, in venti anni, che mi fermo per così tanto tempo.

Lo stop forzato dovuto alla pandemia, non ha fermato la sua creatività perché durante il lockdown l’artista ha creato molta musica, annunciando che un nuovo album sarà pronto per il prossimo anno dall’uscita di LP5, un album di remix, con cui ha concluso il tour poco prima che scoppiasse la pandemia. Il compositore, per aumentare la curiosità, ha precisato che il suo prossimo album sarà composto di soli inediti, rispetto al precedente lavoro e non è detto che che sarà un album di Apparat. Probabilmente una nuova collaborazione con i Modeselektor? Non lo ha svelato, dobbiamo solo attendere l’uscita del disco.

La ripresa con la band, formazione identica a quella dello scorso tour, ha incantato tutti i suoi i suoi fan. Per l’occasione infatti sono stati composti brani che potessero essere suonati live da tutta la formazione, cosa non semplice per il catalogo di brani dell’artista e per la complessità e varietà di cui si compongono tutti i suoi i brani.

Le date italiane del tour hanno riscosso molto entusiasmo tra i seguaci dell’artista che, nonostante le restrizioni dovute al distanziamento, hanno partecipato numerosi perché ciò che è mancato agli appassionati di musica è stata soprattutto la privazione del poter godere della musica dal vivo e delle emozioni conseguenti ad un live.

La tappa in Campania si è tenuta in una location suggestiva: al Belvedere di San Leucio a Caserta che ha colpito positivamente anche Apparat. Oltre alla bellezza del luogo, vedere un muro di persone davanti a lui che erano lì per ascoltare dal vivo la sua musica è stato emozionante. Possiamo dire che l’emozione è stata reciproca.

Apparat insieme alla band

Apparat insieme alla band

Apparat: le prossime date del tour

Intanto continua il tour con la sua band in giro per l’Europa che si concluderà il 25 settembre.

  • 10 settembre Zurigo
  • 11 settembre Losanna
  • 12 settembre Parigi
  • 13 settembre Francoforte
  • 14 settembre Lipsia
  • 21 settembre Lille
  • 22 settembre Grenoble
  • 23 settembre Brest
  • 24 settembre Barcellona
  • 25 settembre Madrid

Il Parco del Partenio punta sull’Osservatorio Metereologico di Montevergine

Il Parco regionale del Partenio “premia” e accende i riflettori sull’Osservatorio meteorologico di Montevergine, il più antico osservatorio meteorologico collocato in alta quota sull’Appennino meridionale: è sorto, infatti, nel 1884 ed è ubicato in locali vicino al Santuario di Mamma Schiavona.

L’idea di realizzarlo fu dell’Abate Guglielmo De Cesare, appassionato di scienze naturali, e la proposta trovò il consenso immediato di molte autorità dell’epoca, tra cui l’insigne studioso e scienziato Padre Francesco Denza, Barnabita, pioniere della Meteorologia Italiana e primo presidente della Società Meteorologica Italiana, a Moncalieri (Torino).

L’Osservatorio, oggi, viene salvaguardato grazie all’azione e all’opera di un gruppo di giovani appassionati della meteorologia e del territorio del comprensorio del monte Partenio.

Per affrontare e discutere del presente e del futuro dell’Osservatorio, per rilanciarlo, il Parco del Partenio ha deciso di realizzare un focus nella giornata di domani (venerdì 10 settembre), in programma nello spazio antistante la Funicolare di Mercogliano, con inizio alle 17.30.

Osservatorio meteorologico di Montevergine

Osservatorio meteorologico di Montevergine

Afferma il presidente del Parco, Franco Iovino:

Crediamo sia quanto mai opportuno dare uno sguardo sul futuro dell’Osservatorio, una vera eccellenza del Partenio. E’ nostra intenzione contribuire a dare slancio ad esso.

Domani discuteranno dell’Osservatorio il sindaco di Mercogliano, Vittorio D’Alessio, il presidente del Parco regionale del Partenio Iovino, l’Abate di Montevergine, Padre Riccardo Guariglia e il presidente dell’associazione MVOBSV – MountVergine Observatory, Vincenzo Capozzi.

A Capozzi, al termine del convegno, sarà consegnata una targa di riconoscimento per “le professionalità profuse per la valorizzazione dell’Osservatorio Meteorologico di Montevergine”.

Domani a Mercogliano sarà presente anche il poliziotto-pittore Salvatore Russo, la cui mostra personale, dal 6 settembre, è allestita presso il Museo dell’Abbazia di Montevergine. Uno dei suoi dipinti è stato donato al Capo della Polizia di Stato e Papa Francesco.

A seguire “Notte di Note”, galà di Musica Lirica del soprano Ester Esposito accompagnata dalla pianista Maria Elisa Scibelli.

Dio odia le donne di Giuliana Sgrena: lo sguardo di una donna atea

Dio odia le donne (2016) di Giuliana Sgrena, edito da Il Saggiatore, è un libro che analizza, da un punto di vista ateo, il rapporto tra religione e mondo femminile.

La scrittrice si sofferma particolarmente sulle religioni monoteiste, l’intenzione dell’autrice non ha la pretesa di esaurire un argomento così vasto ma desidera sollevare un dibattito, soprattutto in un momento particolare come il nostro, in cui la crisi dei valori conduce ad un bisogno esasperante di spiritualismo e che, molto spesso, sfocia nei fondamentalismi a scapito di spiritualità più moderate.

Se pensiamo al concetto della spiritualità e lo incanaliamo all’interno delle religioni, ragionando criticamente e oggettivamente, ci si rende conto che le religioni di moderato nelle loro ideologie hanno ben poco.

Giuliana Sgrena si sofferma nell’osservare come la sudditanza e l’espiazione appartengano prevalentemente alle donne, basti pensare ad Eva.

Perché sono solo le donne a dover espiare? Perché i credenti – in base alla Bibbia – ritengono che il male sia una conseguenza del peccato originale. Ed essendo stata Eva a cadere in tentazione e a mangiare il frutto proibito offerto poi a Adamo, è la causa di tutti i mali.

Il libro mostra come le donne vengono oppresse dall’integralismo dei tre monoteismi, che seppur diversi in molte pratiche e credenze, tendono a limitare e cancellare i loro diritti.

In Dio odia le donne più volte viene menzionato, ad esempio, l’emancipazione dal velo che costituisce un elemento sociale per poter cercare un lavoro e quindi di una vita indipendente dignitosa e non subalterna.

Non bisogna guardare molto lontano o ad altre religioni, basti pensare allo svuotamento progressivo della legge 194 sull’interruzione di gravidanza, agli anatemi sull’aborto e alla sempre eterna condanna verso ogni forma contraccettiva.

Dio odia le donne di Giuliana Sgrena

Copertina del libro di Giuliana Sgrena

Dio odia le donne: trama

Dio odia le donne pone l’accento sull’importanza e la stretta connessione vigente tra società e religione e già dall’inizio del libro, infatti, si parte con un paradosso.

Siamo nel 1954, a parlare è una bambina, Giuliana Sgrena da piccola, che frequenta le elementari in una scuola pubblica. Il padre era stato partigiano, all’epoca non era una cosa apprezzata.

Suor Natalina, sua maestra, non condivide l’orientamento politico del padre o ciò che avesse fatto, per lei è semplicemente comunista. Questa sua disapprovazione si manifesta attraverso azioni collettive attuate in classe dalla maestra quindi sulla bambina che osserva con queste parole ciò che quotidianamente le accade:

A me piaceva andare a scuola e studiare, ero anche la prima della classe, ma ogni volta che entravo in aula mi sentivo male: la suora faceva sempre recitare una preghiera prima dell’inizio delle lezioni (mattino e pomeriggio) e chiedeva a tutti i bambini di pregare per me.

Per me che, secondo la maestra, vivevo in un inferno, che avevo per padre il diavolo in persona. Era un incubo per una bambina di sei anni. Io stavo bene con la mia famiglia, avevo un buon rapporto con mia madre – probabilmente solo una vittima secondo la maestra, che infatti non infieriva mai contro di lei – e anche con mio padre; come poteva essere un demone? L’essere comunista non gli aveva mai impedito di mandarmi a scuola dalle suore e nemmeno di battezzarmi, anche perché senza battesimo sarei stata discriminata.

Dio odia le donne si snoda come una sorta di “romanzo enciclopedico” in cui vengono unite esperienze personali a citazioni e dettami religiosi. Questo tipo di lavoro fatto dalla scrittrice serve appunto per indurre ad un ragionamento critico. Il suo vuole essere un invito a soffermarsi non solo sui paradossi religiosi ma sull’influenza che questi hanno nella società tutti indipendentemente che si abbia o meno un orientamento religioso e non lo si abbia affatto.

Il Museo della lettera d’Amore sbarca a Venezia

Nei giorni della Biennale a Venezia nasce il ‘Premio Different’: promosso dai Papaboys che viene assegnato a coloro che ogni giorno, con il lavoro e con il cuore, fanno davvero la differenza.

L’ambito riconoscimento andrà a Massimo Pamio, direttore artistico del Museo della Lettera d’Amore di Torrevecchia Teatina, per aver promosso una serie di iniziative nel segno dell’amore, culminate con l’adozione, da parte del Sindaco dott. Francesco Seccia e della Giunta Comunale di Torrevecchia Teatina, di una delibera mediante cui la cittadina è stata denominata “paese della lettera d’amore”.

Il museo, unico al mondo, il 9 settembre sarà alla Mostra del Cinema di Venezia grazie ai Papaboys, che oltre al Premio Different, promuovono una celebrazione Eucaristica dedicata a tutti gli artisti e addetti del cinema presso la chiesa di San Francesco alla Vigna a cui parteciperanno anche i rappresentanti del Museo abruzzese. Inoltre, una frase di Papa Francesco, in contemporanea, sarà consegnata da 50 giovani a tutti gli operatori del cinema ed alle istituzioni presenti al Lido; parole che il Pontefice ha rivolto come incoraggiamento proprio al mondo del cinema:

Sia un luogo di comunione, creatività, visione e scuola di umanesimo.

Il giorno successivo, 10 settembre alle ore 21, nella cornice storica del Chiostro dell’Istituto di Studi Ecumenici “S. Bernardino” (Calle S. Francesco, 2786) la cerimonia di consegna dei ‘PREMI DIFFERENT’ a prestigiose personalità della cultura e del mondo sociale, ideata dalla produzione cinematografica indipendente 3B Film. Durante la serata, coordinata dalla regista Maria Berardi, presentata dall’attore Pietro Romano e dalla modella Elisa Pepe Sciarria, sarà proiettato in anteprima un ‘reel’ del film ‘Oltre l’infinito.

Nuovi Orizzonti’, un viaggio medioevale nell’eterna lotta tra il bene ed il male, girato durante l’estate tra Massa Marittima, Follonica e Roma.

Collaborazione tra il Parco regionale del Partenio ed i carabinieri forestali “Campania”

“Patto” di collaborazione tra il Parco regionale del Partenio ed i carabinieri forestali “Campania”.

Un nuovo e proficuo incontro si è tenuto  presso la caserma di Monteforte Irpino tra il presidente dell’ente Parco, Franco Iovino, ed i vertici regionali della Forestale. Il Parco regionale del Partenio, nella sua costante attività di vigilanza e tutela del territorio di propria competenza, negli ultimi tempi ha riscontrato la recrudescenza di episodi di incendio doloso e di degrado ambientale, in particolare nell’area del Mandamento di Baiano (da Avella a Mugnano del Cardinale).

Una ferita profonda, un pugno nell’occhio che ha lasciato sgomenti i componenti del Parco. Per questo motivo, si è deciso di fare passi ulteriori e di mettere in campo una lotta serrata al degrado. Nell’incontro di Monteforte Irpino, si sono definite strategie e pianificati interventi sinergici a difesa della montagna e dell’ecosistema. C’è tutto l’impegno, da parte del Parco, a supportare, con analisi tecnico-scientifiche, l’azione dell’Arma.

Parco del Partenio

Parco del Partenio

I carabinieri forestali, a loro volta, si sono impegnati a programmare interventi incisivi e di ampio respiro per il contrasto di ogni forma di inquinamento e di uso fraudolento del patrimonio boschivo e ambientale.

Sono state consegnate ai carabinieri, da parte dal Presidente Iovino, altre schede per l’attivazione di fototrappole e si è progettato un rapporto diretto tra l’Arma e il Comitato Tecnico Scientifico del Parco, per comprendere a fondo la portata dei problemi e le possibili soluzioni. L’incontro sancisce un incremento qualitativo nella collaborazione, già proficua e continua, tra l’Ente Parco e il Corpo Forestale dei Carabinieri.

L’appello che lancia Francesco Iovino ai sindaci:

Il mio auspicio è che anche i Comuni scendano in campo a difesa del territorio che è una delle nostre maggiori ricchezze. Servono più controlli e, magari, anche decisioni forti e coraggiose, come quella di prevedere la chiusura di alcune strade, onde evitare spiacevoli inconvenienti.

Trianon Viviani La “Disarmante speranza” della piccola Amal da piazza Calenda

Mercoledì 8 settembre prossimo, alle 18, partirà dal teatro Trianon Viviani, in piazza Vincenzo Calenda, la tappa partenopea del tour italiano della piccola Amal, la bambina-marionetta siriana di nove anni, senza madre e in fuga dalla guerra.
Amal, che significa “speranza” in arabo, è una marionetta alta tre metri e mezzo, che sta girando l’Europa con il progetto the Walk, “il Cammino”, un festival internazionale itinerante di arte e speranza a sostegno dei rifugiati.

Il teatro Trianon Viviani accoglie Amal con la performance Disarmante speranza, ideata e diretta dal premio Ubu Davide Iodice, con il prologo originale scritto da Valeria Parrella, realizzata nell’àmbito del Teatro delle Persone, il progetto speciale di arte e inclusione sociale curato dallo stesso regista.
Collaborano alla realizzazione Accademia delle Belle arti di Napoli, l’Altra Napoli, Amici di Carlo Fulvio Velardi, Cornelia, associazione Annalisa Durante,
Film commission Regione Campania, Puteca Celidonia e la ScalzaBanda.

Spiega Davide Iodice:

Il teatro Trianon Viviani  accoglie la piccola, grande Amal, nel suo cammino, stringendo con il progetto the Walk, un patto di resistenza poetica a difesa del diritto alla felicità e al futuro di tutte le bambine e di tutti i bambini.
Forcella è un quartiere complesso, dove bene e male stanno, come i rami della “Y” del suo stemma murario, in un rapporto di contiguità in cui scegliere è cosa complessa e la colpa un concetto astratto.

Qui si può morire poco più che bambini come Annalisa, giovanissimi come Maikol, proprio davanti al nostro teatro; qui si può cadere come vittime innocenti o spezzarsi la vita troppo presto come Emanuele e tanti altri, per la svolta sbagliata a quella forcella, a quel bivio dell’esistenza.

Interpretando Amal come un innesco magico per una ritualità sociale dei territori, con il contributo gioioso di diverse realtà artistiche e l’energia della ScalzaBanda e di una vitalissima “armata” di bambini e ragazzi, lanceremo insieme ad Amal una dichiarazione di guerra a tutte le guerre: tutti insieme, con un gesto liberatorio, distruggeremo, risignificandola, una grande scultura raffigurante un’arma, creata dai giovani talenti dell’Accademia di Belle arti. La scultura rimarrà come opera permanente nella piazza antistante il teatro, perché non sia equivocabile la posizione che la società civile deve assumere, per garantire a Napoli, come nel mondo, un futuro pieno di vita e non di morte alle giovani generazioni. Noi questo futuro lo promettiamo, con la forza infantile di una disarmante speranza.

The Walk Amal

The Walk Amal

La marionetta è realizzata in canna modellata e fibra di carbonio ed è manovrata da quattro persone (una per ciascun braccio, una terza per sostenere la schiena e una quarta all’interno, sui trampoli, che controlla anche l’arpa, il complesso di corde che anima il viso, la testa e gli occhi).
In questo viaggio simbolico in fuga dalla guerra, Amal si è messa alla ricerca della mamma il 27 luglio scorso da Gaziantep, al confine turco-siriano. Nel suo cammino, che si concluderà a Manchester, in Inghilterra, percorrerà oltre 8.000 km toccando 65 città.

The Walk Amal

The Walk Amal

Amal è stata creata dalla Handspring puppet company, la compagnia sudafricana di teatro di figura che partecipò a War horse, il film di Steven Spielberg. Nella squadra che anima Amal ci sono anche persone che hanno un passato da rifugiati.
In Italia il festival è itinerante tra dodici città ed è prodotto da Roberto Roberto e Ludovica Tinghi.

The Walk è prodotto da Stephen Daldry, regista del film Billy Elliot, la produttrice cinematografica Tracey Seaward, il regista teatrale David Lan e dal Good chance theatre, con la direzione artistica di Amir Nizar Zuabi.

6000 sardine d’Irpinia lanciano un appello agli amministratori

6000 sardine d’Irpinia lancia un appello a sette comuni che hanno presentato solo una scelta elettorale, che quindi scelta non è. Ciò significa annullare il senso intrinseco della parola democrazia perché la non scelta si basa, in questo caso, sull’esclusività di una sola proposta elettorale.

Riportiamo integralmente l’appello fatto.

Con la chiusura delle liste per le prossime elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre una parte importante della nostra provincia è chiamata a rinnovare il proprio Civico Consesso. Apprendiamo con rammarico che in 7 dei 33 comuni chiamati al voto sarà presente una sola proposta elettorale. 

Senza entrare nel merito delle scelte dei singoli e delle dinamiche che hanno portato a queste situazioni, non possiamo non sottolineare come sia mortificante per la democrazia una competizione elettorale che vede come unico sfidante il quorum del 40% da dover raggiungere per dichiarare legittima la votazione. Come 6000 sardine d’Irpinia chiediamo a tutti gli amministratori locali di riflettere sul perdurante distacco della cittadinanza dalle vicende politiche territoriali.

6000 sardine d'Irpinia

6000 sardine d’Irpinia

In una provincia che è agli ultimi posti per qualità della vita la partecipazione civica è di cruciale importanza per risollevare le speranze di crescita, sociale e culturale, di un territorio che si avvia lentamente a finire nelle mani di pochi “signorotti della politica” che riescono a fare il bello ed il cattivo tempo grazie all’ipossia di cui soffre il vasto sistema burocratico/amministrativo locale.

I nuovi consiglieri comunali saranno chiamati a rinnovare anche gli organi provinciali tra pochi mesi. Mentre le partite sembrano giocarsi sui soliti fronti che poco hanno a che fare con la vera politica, noi chiediamo un impegno a mettere in campo proposte strutturali che diano una prospettiva di sviluppo che abbia come punto cardine la valorizzazione territoriale che sia rispettosa dell’ambiente, tutelandolo e preservandolo.

È compito degli amministratori risvegliare la partecipazione delle proprie comunità,  anche con idee innovative e coraggiose. Solo creando opportunità e prospettive possiamo fermare la lunga agonia dello spopolamento che come un orologio sembra rintoccare sempre più velocemente le ore che mancano per il punto del non ritorno.

6000 sardine d’Irpinia 

Zerocalcare disegna l’ultimo video de Gli Ultimi, storica street punk band

È intitolato “Favole” il secondo singolo estratto dall’imminente nuovo album della street punk band romana Gli Ultimi. Il brano è supportato dal videoclip a firma Zerocalcare.

Uscirà il 9 ottobre per Time To Kill records / Hellnation records Sine Metu” il nuovo atteso album della storica street punk band Gli Ultimi. Dopo la preview di giugno con il brano “Tutto Sbagliato”, la band capitolina pubblica un secondo singolo dal titolo “Favole” e il brano gode del videoclip scritto, disegnato e diretto da Zerocalcare.

Per il fumettista romano è il secondo videoclip musicale della carriera e viene pubblicato in anticipo rispetto alla prossima uscita della serie Tv che ha realizzato per Netflix.

Con “Favole” Zerocalcare racconta, come in una disillusa favola moderna, di un qualsiasi ragazzino disadattato di periferia, il quale, incontrando per caso spiriti affini, si appassiona alla cultura punk ritrovandosi così a crescere in una comunità che contribuisce alla sua formazione e alla sua identità.

Gli Ultimi band

Gli Ultimi band

Racconta la band:

“Favole” è un pezzo cruciale per noi perché la sua scrittura ha sancito la fine di quella lunga pausa che ci eravamo presi prima di riprendere a suonare. Cattura quel preciso momento in cui eravamo sospesi tra la voglia di arrenderci e quella di andare avanti; tra disillusione e il desiderio di riscatto. Per fortuna il secondo stato d’animo ha preso il sopravvento ed è nato “Sine Metu.

La collaborazione con Michele “Zerocalcare” ci riempie d’orgoglio; con lui c’è un rapporto di stima e amicizia da molti anni e, tra i vari provini che gli avevamo mandato, ha scelto “Favole” per realizzare il video, tenendo fede a una vecchia promessa che ci eravamo fatti qualche anno fa.

Sine Metu verrà presentato dal vivo in due occasioni: un listening party che annunceremo nelle prossime settimane e un live showcase in un club di Roma proprio il 9 ottobre.

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