Il settore wedding è in crisi: da 13 mesi in zona rossa
Il settore wedding è in crisi: sono 13 mesi di zona rossa. Luciano Paulillo, presidente Airb (Associazione italiana regalo e bomboniera) traccia il bilancio di questo settore che è costretto allo stop da più di un anno.
A quanto sembra da marzo 2020 ad oggi c’è stato un danno incalcolabile che ha investito l’intera filiera.
Queste le parole di Luciano Paulillo:
Tra Dpcm e Ordinanze regionali, che hanno impedito di svolgere cerimonie e feste religiose, alle quali si aggiungono la chiusura delle chiese, anche nei periodi di aperura sociale, abbiamo ad oggi ben 13 mesi di inattività totale.
I numeri parlano chiaro a livello nazionale abbiamo perso l’80% del fatturato, pari a ben 29 miliardi di euro per il 2020, mentre il 100% da gennaio a marzo 2021. Il dato finale della perdita di fatturato è raffrontato a quanto registrato nel 2019 con circa 35 miliardi di euro.
Settore wedding in crisi: dati Istat
I dati riportati dall’Istat segnalano quanto segue:
- Nel 2020 si sono svolti 85mila matrimoni contro i 170mila nello stesso periodo del 2019 e 182mila nel 2018.
- Tra gennaio e luglio 2020 si sono celebrati in Italia 34.059 matrimoni. Nello stesso periodo del 2019 i matrimoni furono 101.461. Il calo è dovuto ovviamente in massima parte al Covid. Nel 2018 i matrimoni sono stati 107.990.
- Durante il primo trimestre del 2020, che ha scontato gli effetti della pandemia solo limitatamente al mese di marzo, la diminuzione rispetto alo stesso periodo del 2019 risulta del 20% circa per i matrimoni, unioni civili, separazioni consensuali presso i Tribunali.
- Nel secondo trimestre 2020 si delinea il vero crollo per via delle pesanti restrizioni relative alla celebrazione dei matrimoni religiosi durante il lockdown, così come per quelle finalizzate a ridurre gli eventi di stato civile che hanno luogo nei Comuni. La diminuzione rispetto al secondo trimestre 2019 è stata di circa 80% per i matrimoni, di circa 60% per le unioni civili e le separazioni/divorzi consensuali presso i comuni e i tribunali.
Continua con queste parole Luciano Paulillo:
Una volta terminate le CIGS governative, troveremo un disastro. Dei 7mila negozi in Italia di vendita dell’articolo bomboniera e confetti circa 1.500 non rialzeranno la serranda con una perdita di 2.000 posti di lavoro ai quali si sommano almeno 3.000 dipendenti di aziende produttrici e distributrici. In Italia sono circa 1.700 e saranno 200 a non ripartire. 5mila lavoratori che, una volta perso il lavoro, come faranno a mantenere le proprie famiglie? Senza contare una folta partecipazioni di lavoratori, della filiera di settore, non sostenuti dalla protezione dello Stato come: lavoratori occasionali, stagionali o di prestazione, figure che lavorano con Partita Iva o con ritenuta d’acconto che non hanno avuto alcun ristoro.
La situazione è molto critica nella maggior parte dei settori e considerando che l’economia è circolare e che la politica non ha tenuto conto di dover sovvenzionare tutti i settori, a prescindere dalla mobilità lavorativa concessa, ci aspettano anni duri dal punto di vista economico.