redazione

Vino e salute, un binomio possibile

Vino e salute, un binomio possibileMercoledì 29 marzo in Irpinia importante confronto tra esperti di primo piano del mondo del vino italiano promosso dalla società agricola Donnachiara di Montefalcione (Avellino) con il patrocinio di Regione Campania, Consorzio Tutela Vini d’Irpinia e Assoenologi. L’incontro si svolgerà presso il Belsito Hotel “Le Due Torri” di Manocalzati (Avellino) con inizio alle ore 10.00.

L’incontro vuole rappresentare un’utile occasione di confronto in riferimento ad una questione molto controversa, quella relativa all’etichettatura obbligatoria così come la Commissione Europea sarebbe intenzionata ad introdurre per limitare quello che viene definito il “consumo dannoso” di alcol in riferimento ai rischi connessi al cancro. Ad aprire la strada a questa decisione, che non pone alcuna distinzione tra consumo ed abuso, e che equipara sostanzialmente il vino alle sigarette, la scelta dell’Irlanda di adottare la dicitura di “Nuoce gravemente alla salute” sugli alcolici senza che da Bruxelles sia stato posto alcun ostacolo a questa scelta.

Vino e salute, un binomio possibile

L’appuntamento promosso dalla società agricola Donnachiara si pone l’obiettivo di mettere intorno allo stesso tavolo esperti, addetti ai lavori e rappresentanti istituzionali per uno scambio di idee che possa essere costruttivo. Dopo i saluti di Ilaria Petitto, CEO di Donnachiara, interverranno Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, Roberto Di Meo, presidente Assoenologi Campania, Michele Scognamiglio, specialista in scienza dell’alimentazione, biochimica e patologia chimica e autore del libro “Sorsi di salute”, Vincenzo Russo, professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso la IULM di Milano, Maurizio Petracca, vice presidente della Commissione permanente del Consiglio Regionale della Campania. A moderare i lavori sarà Luciano Pignataro, giornalista, scrittore e gastronomo italiano de “Il Mattino” e autore del blog lucianopignataro.it.

Ilaria Petitto

Spiega Ilaria Petitto:

L’argomento che è stato oggetto del simposio di Assoenologi a Napoli lo scorso gennaio è ovviamente un attacco da parte dell’Europa che colpisce il cuore della tradizione e della cultura Italiana, come di altri Paesi produttori (Francia e Spagna).

Trovo assurdo anche solo equiparare le sigarette al vino, che è parte integrante della storia millenaria dell’uomo e del nostro Paese. Per altro si attacca il vino e non gli alcolici in generale; sembra quindi quasi che l’imputato sia il vino, quando sappiamo che esiste un consumo di superalcolici nelle generazioni più giovani dove oltre all’alcol in percentuali molto più elevate ci sono zuccheri dannosi.

Credo sia importante che il mondo del vino si mobiliti e si compatti su questo argomento per difendere l’assunto che un consumo moderato di vino in soggetti sani non è causa di aumento delle probabilità di ammalarsi.

Mostra antologica di Adriano Eccel al Museo Irpino

Per il secondo appuntamento con “Un anno di mostre al Museo Irpino”, nelle sale espositive del Museo Irpino verrà inaugurata Venerdì 31 Marzo alle ore 17.00, la mostra antologica Adriano Eccel. Il tempo interiore. Archivi dell’Io [Opere1985–2012].

Organizzata dalla Provincia di Avellino e dal Museo Irpino, in collaborazione con l’Associazione AEcceL per la Fotografia di Trento e l’Associazione culturale Contemporaneamente, nell’ambito della rassegna Montoro/Contemporanea, in memoria del celebre fotografo Adriano Eccel, la mostra è un viaggio a ritroso all’interno di un intimo rapporto tra il fotografo e le sue immagini, tra segni e significati, tra tempo storico e tempo soggettivo, tra vissuto e immaginato. È una ricostruzione a posteriori dei fili che tengono assieme l’opera e la poetica di Adriano Eccel.

Mostra antologica di Adriano Eccel al Museo Irpino

L’immagine fotografica è qui concepita come costruita, come un processo consapevolmente artigianale in cui l’emozione e l’idea prendono gradualmente forma, attraverso il ricorso a molteplici tecniche grafico-pittoriche, dal collage a interventi manipolativi che plasmano il materiale fotografico, fino alla più contemporanea composizione digitale. In quanto referente ricodificato e costantemente trasformato, la fotografia diventa materia viva, oggetto-simbolo di spazi e tempi interiori, “specchio dell’anima di chi la produce”.

La continua esplorazione concettuale e interrogazione sul senso del fare fotografia, tratto fondante dell’opera di Adriano Eccel, amplifica e diventa parte di un paesaggio biografico e sociale, un archivio in cui il fotografo seleziona frammenti e permanenze, assembla memorie, reinventa nuovi codici espressivi.

La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 29 Aprile, dal martedì al sabato, dalle 09:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00 (chiusa nelle giornate di domenica e lunedì).

Adriano Eccel

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Adriano Eccel: biografia

Adriano Eccel è nato a Bolzano nel 1956. Per più di un decennio sperimenta pittura e grafica, esperienze che abbandona nei primi anni Ottanta per occuparsi di fotografia contemporanea.

Dopo un ricco periodo preparatorio in cui affronta lo studio della psicologia, analisi dell’immagine, tecnica fotografica e stampa Fine Art, realizza Il Muro (1985). A questo lavoro seguiranno, in ordine cronologico, Attraverso la sfera, La partita a bocce, Photoopere, Vietato l’ingresso, Il Codice Duval, Lo specchio immaginario (incompiuto). Nel 1995, le immagini del lavoro fotografico Photoopere vengono pubblicate all’interno dell’edizione svizzero/americana del Graphis International Fine Art Photography. Il suo lavoro viene apprezzato da curatori e critici internazionali come Alain Sayag (Centre Georges Pompidou-Parigi) e Jean Claude Lemagny, per il quale realizza il progetto fotografico Vietato L’ingresso, in permanenza nella collezione di fotografia della Biblioteca Nazionale di Parigi.

Adriano Eccel ha realizzato più di 80 mostre allestite in gallerie private, musei di fotografia e arte contemporanea, aste e festival internazionali in Germania, Francia, Spagna e nei paesi dell’Est Europa. A livello nazionale vanno ricordate la Biennale Internazionale di Torino Fotografia, il Salone della Fotografia di Venezia Immagine, il Festival ‘Fotoleggendo’ di Roma (2007) e la mostra ‘Il Chiaro Scuro delle Violenze’ al Palazzo della Triennale di Milano (2000). Degne di nota sono inoltre le presentazioni de Il Codice Duval a Palazzo Medici Riccardi di Firenze (2007) e al Macro Future di Roma (2010), le mostre al Museo Ken Damy di fotografia contemporanea e al MART, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.

Nel 2008 la retrospettiva Invero. Il signor Duval e Lo Specchio Immaginario viene allestita al Santa Sofia di Salerno per l’Arte Contemporanea e presentata da RAI 1 nell’ambito dei Grandi Eventi in Campania. Molti dei suoi lavori sono presenti in cataloghi d’arte, libri di fotografia Fine Art, riviste nazionali e internazionali di fotografia contemporanea. Nel 1991 Eccel è fra i soci fondatori del Museo Ken Damy di Brescia. Ha collaborato inoltre come fotografo e commissario d’esame all’Istituto Superiore di Fotografia di Roma.
Adriano Eccel si spegne prematuramente nell’ottobre del 2012.

Opere numerate dei suoi lavori sono oggi conservate in collezioni pubbliche e private, come il Museo Ken Damy di Fotografia Contemporanea, la Fondazione Fotofo International e la Bibliothèque Nationale de France. L’Associazione Adriano Eccel per la Fotografia (AEcceL) cerca di mantenere viva la memoria di Adriano attraverso la valorizzare della sua opera e la promozione fotografia contemporanea.

Polo regionale: i licei musicali della Campania insieme per il Piano Day

Maratona al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli: quattro eventi provinciali.

Da aprile a maggio il cartellone che coinvolge le orchestre ma anche i cori e i corpi di ballo Napoli, 25 marzo 2023. Riprendono gli appuntamenti del Polo dei Licei Musicali e Coreutici della Campania, istituito per la diffusione della cultura coreutica, musicale della Campania, e che, nel 2019, ha unito i 35 istituiti della regione (29 solo musicali, 2 solo coreutici e 4 coreutici e musicali) nella costituzione di 7 orchestre, 1 coro e 2 compagnie di danza.
I Licei Musicali della regione sono pronti ad esibirsi, in occasione del Piano Day, la Giornata Mondiale che cade l’88° giorno dell’anno, quanti sono i tasti del pianoforte: il concerto in programma celebra uno dei più grandi strumenti di tutti i tempi.

La maratona prende il via martedì 28 marzo, dalle 15 alle 18, a Napoli, al Conservatorio San Pietro a Majella. Nella Sala Scarlatti dell’Istituto, grazie all’ok del Direttore del Conservatorio, il Maestro Carmine Santaniello, suonerà la rete dei Licei Musicali di tutta la Campania.

I giovani pianisti eseguiranno numerosi brani attingendo alle pagine più significative del repertorio pianistico mondiale. All’evento parteciperanno il Direttore generale dell’U.S.R. per la Campania Ettore Acerra, la dirigente dell’U.S.R. per la Campania Domenica Addeo, la referente alla musica dell’U.S.R. per la Campania Margherita Aruta, i dirigenti scolastici e i docenti del Polo dei Licei Musicali della Campania.

Piano Day

Programma

Da lunedì 27 a giovedì 31 marzo quattro eventi con le reti provinciali.

Inaugura il ciclo di concerti la città di Caserta. Lunedì 27 la rete dei Licei Musicali di Caserta si esibisce presso la Chiesa del Gesù Piccolo, Auditorium Martucci, capofila il Liceo Garofano di Capua. Mercoledì 29 l’appuntamento è presso il Teatro del Liceo Galizia di Nocera Inferiore dove saranno al pianoforte gli studenti della rete provinciale di Salerno. Giovedì 31 marzo l’appuntamento è a Sant’Antimo di Napoli, presso il Liceo Musicale Moscati.

Partecipano i seguenti Istituti: Munari di Acerra, Boccioni – Palizzi di Napoli, Margherita di Savoia di Napoli, Bassi di Napoli, Albertini di Nola, Rosmini di Palma Campania, Moscati di Sant’Antimo, Grandi di Sorrento e Pitagora – Croce di Torre Annunziata.

Sempre il 31 il Liceo Musicale Lombardi di Airola ospita l’esibizione della rete verticale della Provincia di Benevento. Con gli studenti dell’Istituto beneventano suonano anche gli istituti comprensivi Galilei di Arienzo, Moro di Cancello Scalo, Settembrini di San Leucio del Sannio e Oriani di Sant’Agata de’ Goti. La rete di Avellino sarà impegnata nella maratona pianistica tra il 18 e il 19 maggio.

Piano Day

Prossimi appuntamenti

Il Piano Day inaugura il ricco calendario di eventi del Polo dei Licei Musicali e Coreutici della Campania: dal 17 al 20 aprile si proseguirà con la Rassegna delle Orchestre regionali, Coro e Compagnie di Danza presso il Teatro Politeama di Napoli; dal 16 al 19 maggio sarà la volta della Rassegna “Musica d’insiemi” delle orchestre verticali territoriali junior.

All’IPSEOA Manlio Rossi-Doria di Avellino: incontri per costruire una comunità plurale

Inclusione e relazioni: è questo il filo rosso che ispira la settimana di incontri e riflessione organizzata dall’IPSEOA ‘Manlio Rossi-Doria’ di Avellino con il dichiarato scopo di consolidare nei giovani (e non solo) i valori della cittadinanza attiva, della intercultura, del rispetto della diversità, dell’accoglienza.

Dal 29 marzo al 4 aprile le porte dell’istituto diretto dalla professoressa Maria Teresa Cipriano (che, lo ricordiamo, è scuola polo per l’inclusione) si apriranno alla società civile, alle istituzioni e ad importanti associazioni di volontariato attive sul territorio irpino, che saranno tutte presenti al convegno di apertura, dedicato alle strategie di costruzione di una rinnovata società plurale.

Al contempo, si avvieranno le attività di enogastronomia con il laboratorio di arte bianca ‘Mani in pasta’.
Il 30 marzo, dopo il pranzo imbandito per sostenere la casa di accoglienza diocesana, si procederà alle ‘letture ad Alta Voce’, curate da Consiglia Aquino della libreria ‘L’Angolo delle Storie’, mentre l’associazione ‘Puck TeaTré’ presenterà l’azione cine-teatrale ‘La Maledizione dei Potter’, ideata per garantire adeguati spazi teatrali nelle case-famiglia italiane.
Gli eventi del 31 marzo saranno dedicati alla complessa realtà dell’autismo, con il laboratorio di pasticceria ‘Cake Design’ e un confronto a più voci organizzato insieme alla cooperativa ‘Pianeta Autismo’ di Avellino. La serata si concluderà con i brani etnici proposti dal Coro Giovanile Gesualdo.

Le attività del 3 aprile si apriranno con un pranzo per la ‘Casa sulla roccia’. Seguiranno una riflessione sul ‘mondo arcobaleno e la comunità LGBT’, organizzata insieme all’associazione ‘Apple Pie’, ed un concerto di fisarmoniche del Conservatorio ‘Domenico Cimarosa’.

All’IPSEOA Manlio Rossi-Doria di Avellino: incontri per costruire una comunità plurale
La giornata conclusiva del 4 aprile coinvolgerà il mondo dei minori stranieri non accompagnati (progetto MSNA), dapprima con un pranzo e quindi con un laboratorio di ‘street food’. Si procederà infine alla premiazione del concorso ‘Inclusione e relazioni’ – Costruire una comunità plurale, rivolto agli alunni e studenti di tutte le scuole della provincia di Avellino, e all’avvio del Progetto Biblioteca Vivente – Voci per l’Inclusione, con la presentazione del Centro Sperimentale Didattica Inclusiva.
Ulteriori ed analoghe iniziative, aperte all’associazionismo del territorio di riferimento, sono previste anche nella sede di Mirabella Eclano.

Per quanto riguarda le attività di ricerca e sperimentazione della didattica inclusiva praticate nell’istituto, alcuni insegnanti, coadiuvati da studentesse e studenti, illustreranno i risultati acquisiti con nuove metodologie: lettura ad alta voce e TellMe, utilizzo di Silent Book, creazione di Mappe Amiche – metodo Rossi. Va infine ricordato che tutte le esercitazioni di enogastronomia saranno aperte ad addetti ed utenti della mensa ‘Don Tonino Bello’, ai minori del progetto MSNA (Consorzio Percorsi di Torre Le Nocelle) e agli ospiti della Casa sulla Roccia di Avellino.
Per i dettagli dei singoli appuntamenti (sedi ed orari, relatori, docenti impegnati nei laboratori) si rinvia all’analitico programma pubblicato sul sito e sulle pagine social dell’istituto.

Hi My Name Is Planet Earth And I Will Kill You All di White Ear ispirato alle vicende delle conferenze mondiali sul clima

Disponibile su YouTube il videoclip ufficiale di Hi My Name Is Planet Earth And I Will Kill You All, ultimo singolo del producer pugliese di stanza a Bologna White Ear insieme a Lapè e Fausto Dee estratto dall’album d’esordio “Right Here” uscito il 24 febbraio per Last Floor Studio. Il brano rappresenta un grido di allarme in prima persona del Pianeta Terra contro la superficialità dell’Umanità.

Questo video è chiaramente ispirato alle vicende legate alle conferenze mondiali sul clima. White Ear, dietro un tavolo con sintetizzatori e drum machine, inizia a cantare, ma dalla proiezione dietro di sé capiamo che non si tratta di un concerto quando compare la scritta “Green Wash Convention 2023”, una conferenza per ripulire la reputazione di governi e multinazionali sul tema dell’ambiente, in due parole il noto ‘green washing’, ma su larga scala. L’accostamento appare già ambiguo ascoltando il testo cantato al microfono, in cui a parlare è la Terra in prima persona che minaccia un genocidio della razza umana se questa non cambia il suo stile di vita distruttivo nei suoi confronti. Il protagonista dovrebbe rappresentare un potente senza scrupoli mentre invece il suo discorso sembra essere dalla parte dell’ambiente. Ma allora è un personaggio positivo o negativo? L’intento è proprio quello di confondere i “buoni” coi “cattivi” perché i primi dovrebbero essere coloro che pongono dei limiti ai secondi, ovvero ai giganti del petrolio, ma nella realtà sono le stesse persone. Nell’ultima COP27 la maggioranza dei delegati erano lobbisti del petrolio, e la conferenza in programma per quest’anno sarà presieduta proprio dall’AD di una grossa compagnia petrolifera. Non stupisce quindi che gli obiettivi di riduzione delle emissioni siano sempre più deludenti.

Ad un certo punto nella proiezione compare in collegamento il primo featuring del brano, Lapè, che ci dice che è troppo tardi per piangere e che conoscevamo le conseguenze, ma lo fa in modo spensierato e disinteressato. Ci si rende conto così che la scritta in sovrimpressione “Who cares for the planet” non sta per “Chi si prende cura dell’ambiente” ma piuttosto per “Chi se ne frega dell’ambiente”. Who cares?
Ogni tanto compare un ragazzo incappucciato che sembra voler “hackerare” i sistemi video della conferenza, e infatti lo vediamo ad un certo punto sostituirsi al collegamento video cantando parole molto dirette sul tema. È il secondo featuring (in senso cronologico) del brano, il rapper Fausto Dee, unico personaggio del video ad essere realmente contro il sistema, e lo capiamo quando White Ear prova con le sue macchine ad interrompere il collegamento dell’hacker.

Verso la fine la Terra inizia davvero a “parlare” con il suo linguaggio, scatenando delle scosse di avvertimento, ma ancora una volta il fenomeno è ambiguo, perché sembra che proprio White Ear con le sue macchine stia scatenando lo stesso terremoto che lo sbatterà a terra. Come a precisare che sono proprio le persone a capo delle conferenze sul clima a distruggere il pianeta, ma che anche loro ne subiranno le conseguenze.

Una volta uscito il nostro conferenziere, sentiamo un jet che spicca il volo, altra citazione della realtà che sottolinea la beffa oltre il danno: è vero infatti che molti dei partecipanti alla convention usano come mezzo di trasporto dei jet privati, il modo meno ecologico per potersi spostare.
Il video realizzato da Sophie Bémol, regista di tutti i video del progetto White Ear, può fare inizialmente sorridere per l’ironia che ne scaturisce, ma alla fine lascia un profondo senso di rabbia e inquietudine per chi ha a cuore il tema.

White Ear

White Ear: biografia

White Ear è un live-set di strumenti elettronici ed acustici. Suoni e beat sono generati e manipolati in tempo reale in un flusso di brani che si susseguono come in un dj-set, con lente sovrapposizioni e variazioni di velocità.

Le griglie ritmiche e i paesaggi sonori sono spesso suggeriti da campioni tagliati sul momento o frammenti di registrazioni ambientali. Il filo che unisce i diversi momenti della performance è il dialogo tra beat graffianti e giochi di consonanze e dissonanze nati dall’imprevedibilità dei campionamenti. Diversi collaboratori hanno partecipato al disco in uscita “Right here” (Last Floor Studio, CNI Compagnia Nuove Indye) e prendono parte alle esibizioni live. Tra gli ospiti troviamo Vinx Scorza, Giorgia Faraone (alias Femmina), Meike Clarelli e Vincenzo Destradis.
Davide Fasulo, nome all’anagrafe di White Ear, è un polistrumentista e producer brindisino, trasferito a Bologna nel 2001, attualmente impegnato con il quartetto elettro-acustico Dueventi e varie produzioni in contesti diversi come installazioni, performance, sonorizzazione video e incisioni in studio.

Dopo gli studi classici, studia jazz con i maestri Nico Menci, Teo Ciavarella e Fabrizio Puglisi. Come compositore di colonne sonore e musicista di scena ha collaborato con diverse realtà teatrali tra cui Oscar De Summa, Teatro dei Gatti, Opificio d’Arte Scenica, Ivano Marescotti, Teatrino Giullare, Teatro Sotterraneo. Tra le attività teatrali più recenti “il Barone Rampante” (2023, regia Riccardo Frati, Piccolo Teatro Milano) e “Lingua Madre” (2021/22, regia Lola Arias, produzione ERT), in questo momento in tour europeo. Durante la sua carriera ha condiviso il palco con artisti di varia estrazione stilistica, tra cui Vinicio Capossela, Mika, Giorgia, Malika Ayane, Fiorella Mannoia, Pasquale Mirra, Ares Tavolazzi, Massimo Manzi, Piero Odorici, Linley Hamilton, David Lyttle, Daniele Di Gregorio, Mirko Guerrini, Marco Tamburini, Christophe Rocher e tanti altri.

Tra il 2004 e il 2009 conduce un ensemble di 10 elementi, la Pan Gea Orchestra, suonando dal vivo per spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche con brani di propria composizione. Tra gli eventi più rilevanti, “Omaggio a Ravel”, una rivisitazione del celebre Bolero che debutta al teatro Astra di Vicenza nel 2007, e la sonorizzazione dal vivo di un medio-metraggio di Charlie Chaplin al festival Strade del Cinema (Torino, 2009).
Nel 2017 ha composto la sigla e alcuni jingle per la trasmissione “Facciamo che io ero” (Raidue, con Virginia Raffaele) al fianco del maestro Teo Ciavarella.
Da sempre coltiva la passione per la musica elettronica, con un’attenzione particolare verso la manipolazione istantanea dei suoni, l’imprevedibilità di fattori random, la ricerca di quegli errori che giocano in contrasto con la severa regolarità delle macchine.
Il 24 febbraio 2023 è uscito l’album d’esordio “Right Here” per Last Floor Studio / CNI Compagnia Nuove Indye.

Sara J Jones racconta in Scusa la trasposizione in musica di un ritrovato e imprescindibile amor proprio

Non basta un mazzo di rose per curare una ferita d’amore: questo è ciò che Sara J Jones, con la sensibilità, la classe e la sensualità che la contraddistinguono, racconta in “Scusa” (Orangle Records/ADA Music Italy), il suo nuovo intreccio di pop e afrobeat avvolto da intense e malinconiche sfumature reggaeton.

Sulla ricercata e riuscitissima commistione sonora che sorregge il pezzo, resa possibile dall’abilità creativa di Andrea Cattaldo e Daniele Fasoli dei Phasher Studios, l’intensità espressiva di Sara si focalizza sul mix di emozioni che ci pervadono quando siamo chiamati a guardare in faccia la realtà nell’affrontare traumi emotivi che lasciano il segno, proprio come gli oggetti e i ricordi sulle pareti di un appartamento ormai abbandonato – «Cosa resta di te? Mobili, ritratti, su pareti vuote» -.

Scritto dalla stessa cantautrice milanese ripercorrendo un’esperienza personale vissuta anni fa, “Scusa” è la trasposizione in musica di una serie di tentativi di riappacificazione e riconquista andati vani, che non cancellano né la gioia né il dolore dei trascorsi a due anime, ma rivelano, con lo scorrere del tempo, l’esigenza di mettere un punto effettivo a capitoli ormai conclusi, per voltare pagina con un ritrovato e imprescindibile amor proprio.

Sara J Jones

Dichiara l’artista:

Correva l’anno 2017 e, dopo un lungo periodo di relazione, io e lui abbiamo deciso di intraprendere due strade differenti, in quanto, per me, le cose erano totalmente cambiate. Nonostante la mia sincerità e chiarezza nei suoi confronti, è bastato un solo giorno perché lui facesse sparire tutte le sue cose da casa mia. Mi sono ritrovata sola, in una casa improvvisamente vuota.

Non è stato un bel momento, ma mi ha insegnato molto. Qualche mese più in là, questa persona ha provato anche a riconquistarmi, regalandomi un meraviglioso mazzo di rose, pensando che tutto si sarebbe aggiustato. Sapete? da quel giorno ho imparato pian piano ad amare davvero me stessa.

Questo brano è il mio modo di raccontare l’accaduto e spero che gli ascoltatori possano ritrovarsi nelle mie parole.

“Scusa” mi è servito per ricordarmi che le cose belle sicuramente rimangono e che molte volte non abbiamo il coraggio di esporle così come vorremmo. Probabilmente, la me stessa di oggi direbbe che lui non era la persona giusta e non era il momento giusto.

Un pezzo penetrante, a mezz’aria tra selfness love e personal empowerment che, nell’autenticità e nella verità delle sue liriche, dà voce e musica ad uno spaccato sui rapporti umani in cui, ciascun ascoltatore, a prescindere dall’età, dalla provenienza e dall’orientamento sessuale, può ritrovarsi, con la maturità, l’umiltà e l’egenza di chi sa chiedere “Scusa”, agli altri e a se stesso.

“Scusa” è accompagnato dal videoclip ufficiale, girato a Milano dall’immancabile e attento sguardo di Alessandra Miatello, che sarà disponibile su YouTube nel corso delle prossime settimane.

Sara J Jones

Sara J Jones: chi é?

Sara J Jones, pseudonimo di Sara Libranti, è un’artista milanese classe 1994. Cantante, autrice, content creator, influencer ed imprenditrice, muove i primi passi nel mondo della musica in tenera età, partecipando a numerosi concorsi canori.

Esploratrice per nascita, studia Musical, Tecniche Teatrali e Danza, calcando grandi palchi come quello del Teatro Nazionale di Napoli, impreziosendo così l’eclettismo della sua Arte.

Nel 2015 pubblica “The Queen of the Night”, la sua prima release che le consente di farsi conoscere ed apprezzare da pubblico e critica e di dar vita all’EP “Eterno” (2016).

Dopo una pausa dalla scena che le ha consentito di maturare personalmente e professionalmente, Sara J Jones torna nei digital store nel 2022 con “Waterproof”, un brano, scritto a quattro mani con Marco Conte e prodotto dall’abilità creativa di Andrea Cattaldo (Phaser Studios), che evidenzia la poliedricità della sua anima autorale e interpretativa, raccontando, tra ironia, leggerezza e riflessioni, l’essenzialità di concedere spazio, tempo e cuore soltanto a chi si dimostra meritevole delle nostre attenzioni, imparando il sano amor proprio e dirigendo in prima persona il flusso delle nostre esistenze.

Capelli rossi, sguardo vivace, energia esplosiva e sorriso inconfondibile, sono i tratti distintivi della sua personalità che, uniti ad una vocalità fortemente pop intrisa di sfumature soul, ad una penna sensibile e camaleontica e ad un’attitudine fresca e frizzante, delineano l’essenza del suo percorso artistico.

Pasqua: la sorpresa delle uova nella tradizione

Non c’è Pasqua senza uova, come dice un classico proverbio popolare. Le uova che erano andate ad accumularsi nella dispensa durante la Quaresima avevano quel grato sapore delle cose a lungo desiderate.

Le uova, di gallina naturalmente, sode si facevano belle e venivano addobbate con vivaci colori. Il guscio si colorava di rosso per rievocare il sangue di Cristo e la sua veste che simboleggiava la speranza.

Le uova venivano immerse nell’acqua bollente insieme alle rape rosse o insieme alla cocciniglia, potevano anche essere colorate di viola, immergendo le viole mammole, di giallo colore che veniva trasmesso dalla fuliggine o di verde con il prezzemolo o con l’ortica. Generalmente oltre ad essere colorato veniva anche decorato con disegni di croci o un rametto di ulivo per essere ancora più augurale.

L’usanza di tingere le uova si perde nel tempo ma Plinio rivela che, quest’usanza era d’uso anche tra i Romani. Nel tempo la decorazione delle uova si è impreziosita con decorazioni d’oro, d’avorio e di marmo, diventando vere e proprie opere di oreficeria, pensiamo a quelli di Fabergé. Famose all’epoca erano quelle di Luigi XV e XVI in Francia o degli zar di Russia.

Si aprivano come forzieri, rivelando sorprese preziose e insolite.

Pearl Egg, un uovo-gioiello in madreperla, oro bianco e giallo,

Esiste anche un aneddoto a riguardo: si tramanda che un’artista parigina ne ricevette due che contenevano all’interno delle perle. Non avendone capito il pregio la donna scrisse un biglietto che diceva all’uomo :

Vi son grata delle uova che mi avete donato.

Sono molto carine! Ma vi avverto che per le feste pasquali si sogliono dare delle uova di gallina e non di colomba.

Il donatore mandò a ritirare le due perle e le sostituì con una più grande, accompagnando la sostituzione con un biglietto in cui c’era scritto:

La mia cuoca mi ha assicurato che in due uova di colomba c’è il giusto contenuto di un uovo di gallina.

Le uova di Pasqua nella tradizione

Uova di Pasqua di cioccolato: come nascono

Nel XVI secolo si inizia a produrre le uova di cioccolato con delle sorprese all’interno, giustificando ciò con la motivazione che in natura l’uovo contiene il seme della vita futura. Mangiarle e regalarle, soprattutto ai bambini, è un ripetere la misteriosa magia portafortuna.

L’usanza di dipingerle in casa si inia a perdere da questo periodo ed è stato un peccato perdere questa tradizione perché incentivava alla creatività i più piccoli oltre a rappresentare un atto d’amore nei confronti di chi si ama.

Sono quattro giovani donne le vincitrici dell’edizione 2022 del Campus ReStartApp

Sono quattro giovani donne le vincitrici dell’edizione 2022 del Campus ReStartApp, promossa e realizzata in Irpinia da Fondazione Edoardo Garrone in collaborazione con il Comune di Avellino. L’evento di premiazione si è svolto oggi a Milano, nell’ambito di Fa’ La Cosa Giusta, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili.

Ad aggiudicarsi il primo premio di startup, del valore di 30.000 euro, è stata Iolanda Bernardo (26 anni, da Benevento) con il suo Laboratorio agri-cosmetico artigianale Terre di Janara. Nato dalla volontà di coniugare amore per il territorio, formazione professionale e tradizione famigliare da rinnovare, Terre di Janara si specializzerà nella creazione di cosmetici solidi, realizzati con prodotti naturali provenienti da coltivazioni locali.

Elisa Pisotti (22 anni, da Località Barchi di Ottone, PC) ha ottenuto il secondo premio di startup, del valore di 20.000 euro, con la sua Latteria Artigianale dei Principi in Val Trebbia, che punta sull’agricoltura biologica e sulla produzione e valorizzazione di un formaggio storico locale, la Mulan-na, di cui la sua famiglia è rimasta l’ultima produttrice.

Il terzo premio, del valore di 10.000 euro, è andato a Serena Cerullo (34 anni, dal Sant’Angelo a Scala, in provincia di Avellino) che, nel suo paese di nascita, in Irpinia, vuole avviare il Parthenium Glamping, struttura ricettiva che ospiterà i turisti in casette di legno a forma di botte, offrendo loro esperienze di scoperta del territorio.

le vincitrici dell’edizione 2022 del Campus ReStartApp

Una menzione specialecon il relativo servizio di consulenza di 12 mesi post campus, è stata infine assegnata a Leonarda Luciani (28 anni, da Capistrello, AQ), che nei boschi abruzzesi intende aprire Casale Tascone, una innovativa fattoria didattica che si propone come spazio multifunzionale, tecnologico ed educativo dedicato ai “remote workers” e alle loro famiglie, attenti a stili di vita più sostenibili.

A consegnare i premi di startup, in una sorta di passaggio di testimone tra giovani imprenditori, sono stati tre partecipanti delle precedenti edizioni del campus: Benedetta Morucci, che con Lamantera, azienda che valorizza la filiera della lana abruzzese, aveva vinto il secondo premio di ReStartApp 2020, Riccardo Arletti, vincitore del primo premio ReStartApp 2021 con la struttura ricettiva mobile Tipì, e Giuliano Gabrini, secondo classificato a ReStartApp 2015 con l’azienda agricola Le Cornelle.

Commenta Francesca Campora, direttore generale di Fondazione Edoardo Garrone: 

É una visione dell’Appennino al femminile, quella che emerge oggi dalla premiazione dei migliori progetti del campus ReStartApp 2022 e che conferma l’evidenza raccolta negli anni: quasi la metà delle imprese che abbiamo contribuito a far nascere con le nostre iniziative di incubazione sono infatti condotte da giovani donne. La sfida di fare impresa in Appennino va chiaramente al di là di una questione di genere e catalizza soprattutto motivazione, competenze, spinta a partecipare e capacità di innovare. Allo stesso tempo, però, ha molto a che fare con l’attitudine, spesso molto femminile, di prendersi cura di una missione o di un contesto in tutte le sue sfaccettature e di favorire generatività e contaminazione, risorse indispensabili per la rinascita e la riattivazione dei territori e delle comunità appenniniche.

Sottolinea il sindaco di Avellino, Gianluca Festa:

Un futuro rosa per l’Appennino è davvero possibile e le visioni che hanno animato i quattro progetti vincitori del Campus ReStartApp 2022, che abbiamo promosso e realizzato qui in Irpinia con Fondazione Edoardo Garrone, ne sono la conferma.

Si tratta di valide e ambiziose idee progettuali, tutte declinate al femminile, che avranno come obiettivo la rivitalizzazione di quei territori e di quelle comunità dell’entroterra appenninico troppo spesso rimaste ai margini delle politiche di sviluppo del Paese. La nostra collaborazione con gli incubatori per le giovani imprese delle Aree Interne della Fondazione Garrone rappresenta un ulteriore tassello di una più ampia strategia che questa Amministrazione comunale ha messo in campo in questi anni con l’obiettivo di premiare le idee dei giovani, incentivare le loro iniziative imprenditoriali e favorire un dialogo proficuo tra territori e visioni diverse.

Dal 2014, con 12 edizioni complessive, gli incubatori per le giovani imprese della montagna promossi da Fondazione Edoardo Garrone hanno affiancato circa 150 aspiranti imprenditori e hanno contribuito all’effettivo avvio di 54 imprese, 26 delle quali condotte da donne, attive prevalentemente nei settori dell’agricoltura, dell’allevamento e del turismo e accomunate dall’obiettivo di valorizzare, promuovere e sviluppare i territori montani e le loro risorse, in chiave innovativa e sostenibile.

Oggi ReStartApp fa parte del più ampio Progetto Appennino, la cui edizione 2023 si svolgerà a Sassello, nell’entroterra savonese, in collaborazione con un partenariato guidato da Fondazione Compagnia di San Paolo e composto da Ente Parco del Beigua, Comune di Sassello (SV), Comune di Campo Ligure (GE), Coopfond Spa, Lega Ligure delle Cooperative e Fondazione De Mari, con un contributo di Fondazione Carige.

Al campus residenziale gratuito, dedicato a 15 giovani aspiranti imprenditori in Appennino under 40 provenienti da tutta Italia, si aggiungono infatti le iniziative “Vitamine in Azienda” e “Imprese in Rete”, dedicate alle aziende locali del territorio del Parco del Beigua, nell’ambito dell’edizione 2023 di Progetto Appennino. Le call to action sono disponibili nell’area BANDI del sito fondazionegarrone.itPer candidarsi a ReStartApp c’è tempo fino a venerdì 12 maggio.

Sono partner di Progetto Appennino: Fondazione Symbola, Legambiente, UNCEM, Alleanza Mobilità Dolce, PEFC Italia, Fondazione CIMA, Open Fiber, Tiscali.

Buon Compleanno Taurasi per celebrarne il suo trentennale

Mostre, visite, degustazioni, incontri, masterclass e molto altro, questo è Buon Compleanno Taurasi, evento promosso dal GAL Irpinia e dal Comune di Taurasi in occasione del trentennale del riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita per il blasonato vino rosso irpino.  L’iniziativa si svolgerà domani e dopodomani, 25 e 26 marzo, a Taurasi presso il suggestivo Castello Marchionale.

L’evento rientra nella Strategia di Sviluppo Locale del Distretto Rurale nel territorio delle acque, nell’ambito delle azioni dedicate allo Sviluppo ed innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi.

L’evento gode di una rete di collaborazioni molto fitta con istituzioni ed associazioni legate al mondo del vino: Consorzio Tutela Vini d’Irpinia, Ais Campania, Assoenologi, Movimento Turismo del Vino, Slow Food condotta Irpinia Colline dell’Ufita e del Taurasi APS, Rotary Club Taurasi ed Istituto Alberghiero “Giuseppe De Gruttola” di Ariano Irpino.

Molto ricco il programma dell’evento che vuole da un lato celebrare con tutti gli onori la tappa del trentennale e dall’altro lato fare il punto su tutto quanto si muove su uno dei territori vitivinicoli più importanti d’Italia in termini di valorizzazione, promozione, comunicazione e commercializzazione.

Dichiara Nicola Caputo, Assessore all’Agricoltura della Regione Campania che sarà tra i protagonisti dell’evento:

Il 30ennale della Docg del Taurasi, una delle prime d’Italia è un anniversario particolarmente importante per la viticoltura campana. Dietro questo vino, considerato uno dei più eleganti e pregiati rossi italiani, c’è una viticultura antica, lavorazioni essenziali, la cultura del vino di un intero territorio. Buon Compleanno Taurasi, l’evento promosso dal GAL Irpinia e dal Comune di Taurasi, è un’occasione fondamentale per celebrare il principe dei vini campani. Continueremo i festeggiamenti anche nel corso della prossima edizione del Vinitaly per mostrare al mondo questo straordinario prodotto, grande risorsa non solo per la provincia di Avellino ma per tutta la Campania.

Dichiara il consigliere regionale Maurizio Petracca, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania:

L’evento del Gal Irpinia realizzato in collaborazione con il Comune di Taurasi rappresenta il giusto modo per tributare un omaggio a coloro che nel 1993 fecero una vera e propria impresa. Agli albori della vitivinicoltura irpina, infatti, ottenere il riconoscimento Docg per una denominazione del Sud, la prima dell’intero Mezzogiorno, ha significato puntare un riflettore su di un territorio fino ad allora sconosciuto o quasi fuori dai confini regionali.

Oggi però non possiamo solo limitarci a celebrare, ma dobbiamo programmare anche una nuova stagione che consolidi quanto è stato fatto in questi tre decenni e ci consenta di fare quel salto di qualità che potrà allineare il nostro terroir ai più prestigiosi distretti vinicoli italiani.

La qualità dei nostri vini è indiscutibile, esiste un sistema produttivo che parla il linguaggio della modernità, c’è una filiera istituzionale ormai sintonizzata su queste tematiche. Sta a noi determinare nuovo sviluppo per il nostro territorio.

Buon Compleanno Taurasi

Dichiara Giovanni Maria Chieffo, presidente del Gal Irpinia:

L’evento di Taurasi  è un’iniziativa a cui, sia personalmente che come Gal, teniamo molto.

Il riconoscimento della Docg per il Taurasi, che trent’anni fa ho avuto modo di seguire personalmente in veste di presidente della Comunità Terminio Cervialto, ente promotore del riconoscimento, è stato il punto di inizio della vitivinicoltura moderna in provincia di Avellino. È dal marzo del 1993 che è iniziata una nuova stagione per i vini irpini.

È nato da allora il sistema aziendale che oggi conta migliaia di espressioni presenti sul territorio. Sono, poi, seguiti gli altri riconoscimenti per le altre denominazioni. È giusto, perciò, celebrare questa data e cogliere l’occasione per tracciare nuove prospettive e nuovi traguardi per quello che è il comparto di punta dell’agroalimentare irpino.

Dichiara Antonio Tranfaglia, sindaco di Taurasi:

Abbiamo tutti il dovere   di celebrare il trentennale del riconoscimento della DOCG Taurasi. La denominazione Taurasi dà nome ad un comprensorio molto vasto, che conta 17 Comuni ed è compito di tutti promuovere questo traguardo.

In questo periodo abbiamo avviato molti progetti mirati alla promozione del nostro territorio. Entro qualche mese l’enoteca presso il palazzo Marchionale di Taurasi sarà funzionante. Siamo convinti che per dare vita ad un sistema turistico e produttivo completo servono servizi di qualità ed un’accoglienza all’altezza delle esigenze di chi viene in visita sul nostro territorio. Sono avvenuti investimenti da parte di privati che consentiranno al nostro borgo di avere circa 80 posti letto.

Nel corso della due giorni sarà allestita un’interessante mostra dal titolo “Storia di Immagini a Denominazione di Origine Controllata” che sarà aperta per entrambe le giornate a partire dalle ore 10.00. Sarà, inoltre, possibile visitare il castello che ormai da anni custodisce il patrimonio vitivinicolo di Taurasi (orari visite 10.00/18.00) oltre alle visite ad alcune interessanti espressioni aziendali presenti sul territorio (visite e degustazioni dalle ore 10.00 alle ore 14.00 di entrambe le giornate).

Buon Compleanno Taurasi

Buon Compleanno Taurasi: il programma

Domani, sabato 25 marzo, per la sezione Incontri, importante appuntamento istituzionale alle ore 17.30, con la tavola rotonda dal titolo “Il Taurasi dalla Doc alla Docg: un racconto lungo trent’anni”. Dopo i saluti di Antonio Tranfaglia, sindaco di Taurasi, e di Giovanni Maria Chieffo, presidente del Gal Irpinia, interverranno Salvatore Loffreda, direttore Coldiretti Campania, Mario Grasso, direttore CIA Campania, Luciano Pignataro, giornalista specializzato in vitivinicoltura e grande conoscitore del territorio. Le conclusioni saranno affidate a Maurizio Petracca, vice presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania, e a Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura della Regione Campania. L’incontro sarà moderato dal giornalista Annibale Discepolo.

Nella giornata di domenica seconda tavola rotonda dal titolo “Racconti di vino e del suo territorio”. L’appuntamento è presso la Biblioteca comunale di Taurasi, in via De Gasperi, con inizio alle ore 10.00. Dopo i saluti di Antonio Tranfaglia, sindaco di Taurasi, e di Giovanni Maria Chieffo, presidente del Gal Irpinia, relazioneranno Alessandro Marra, responsabile guida Slowine Campania, Lorenzo Mazzeo, past president Rotary Club Taurasi e Teresa Bruno, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Irpinia, e Tommaso Luongo, presidente AIS Campania. Intervengono Salvatore Molettieri (Cantina Salvatore Molettieri), Antonio Caggiano (Cantine Antonio Caggiano), Luigi Ruggiero (Progetto Mo.Vi.Da.), Francesco Acampora (progetto ViteresZero), Elziario Grasso (progetto R.Innov.a.l.a), Giacomo Pastore (Istituto Alberghiero De Gruttola Ariano Irpino) e Nicola Di Iorio (Distretto Turistico del Principe e dei tre Re). Concluderà i lavori Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura della Regione Campania. Modera il giornalista Annibale Discepolo.

Ancora tanti approfondimenti e focus dedicati al Taurasi.

Nell’ambito dei Laboratori “I profumi ed i sapori” per entrambe le giornate sarà possibile effettuare il Percorso Sensoriale all’interno del Castello (dalle ore 10.00 alle ore 18.00). Saranno, inoltre, aperti i banchi d’assaggio e di degustazione presso l’enoteca all’aperto (Cortile del Castello, dalle ore 19.00 alle ore 24.00). Domenica, 26 marzo, con inizio alle ore 18.00 si terrà un’interessante Masterclass dal titolo “Trent’anni di DOCG”, a cura dell’AIS Campania, viaggio nel rosso più blasonato del Sud Italia. Tre, infine, le degustazioni in programma nell’ambito della sezione “Sensazioni dell’Irpinia del Vino”. Sabato, 25 marzo, alle ore 20.00, “Assaggi di tradizione, sapori di abilità, gusti di natura”. Domenica, 26 marzo, alle ore 12.00, l’aperitivo Slow con i Presìdi del territorio. A seguire, alle ore 13.00, ancora “Assaggi di tradizione, sapori di abilità, gusti di natura”.

Un Campari a Veracruz di Gianni Morelli

Dal 24 marzo è disponibile in libreria e negli store online Un Campari a Veracruz, il nuovo romanzo dello scrittore Gianni Morelli, edito da Morellini Editore. Dopo “Amori, altopiani e macchine parlanti” (Garzanti) e “Rosso Avana” si completa la trilogia latinoamericana con una straordinaria narrazione intrisa di realismo magico.

Spiega Gianni Maurizio Morelli:

Questo è un romanzo di sguardi, entusiasmi e illusioni. Una lunga rincorsa attraverso le chiacchiere di un bar pieno di storie, birre, Campari, scetticismo e partecipazione. Alla ricerca di una regina senza nome e della sua limousine bianca che appare e scompare tra le ombre della Sierra, nel Messico meridionale.

Mercoledì 29 marzo alle ore 19:00 presso il Grand Hotel et de Milan (Via Alessandro Manzoni, 29, Milano), Gianni Morelli presenta il nuovo libro “Un Campari a Veracruz”. Dialoga con l’autore Maurizio Zottarelli.

Un Campari a Veracruz di Gianni Morelli

Un Campari a Veracruz: trama

Una notte, nel porto di Veracruz, Yani, un sarto italiano, vede sbarcare da una grande nave una limousine bianca su cui sale una donna misteriosa che diventa il suo sogno e il suo tormento. La rincorrerà, grazie agli amici del Bar Mocambo, fino alla città degli zapotechi, sulla costa del Pacifico. Nel difficile percorso verso la meta, le notizie vere e quelle false si intrecciano con altre vicende dei clienti del Mocambo, e con le loro discussioni.

Il lento disvelamento del mistero continua a Juchitán, nel profondo sud del Messico, lato Pacifico, una cittadina famosa per le sue donne che guidano la vita della comunità. Dopo tutte le ipotesi fatte nelle notti del Mocambo, la donna misteriosa si rivelerà essere la regina del profumo Camay. Ha girato per mesi le città delle Antille e della Florida con la limousine bianca per fare propaganda.

Lei e Yani si incontrano e si riconoscono, cercano di spiegarsi la magia di quella notte a Veracruz. Sotto le lenzuola certi dettagli non hanno più importanza.

Gianni Maurizio Morelli

Gianni Maurizio Morelli: biografia

Gianni Maurizio Morelli è nato nella seconda metà del XX secolo. Ha viaggiato e vissuto in molti paesi, soprattutto in America Latina e negli Stati Uniti. Ha pubblicato il suo primo libro nel 1979. Ha lavorato per il Consiglio Nazionale delle Ricerche e dirige il laboratorio editoriale ICEIGeo di Milano.
È stato coideatore delle guide Clup.

Ha collaborato e scritto, tra gli altri, per Istituto Geografico De Agostini, Franco Angeli, Smemoranda, Mondadori, Giunti, White Star, National Geographic. Ha pubblicato corsi di geografia per la scuola e numerosi saggi.
Un Campari a Veracruz è il terzo romanzo di una trilogia latinoamericana che comprende Amori, altopiani e macchine parlanti (Garzanti) e Rosso Avana (ADV Publishing House, Lugano), entrambi tradotti in spagnolo.

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