redazione

Awake è il nuovo lavoro dei Down To Ground

Dopo aver lanciato il primo singolo Giving Up, ecco l’album Awake, il nuovo lavoro in studio dei Down To Ground.

Il filo conduttore dei dieci brani del progetto è la consapevolezza, la consapevolezza di vivere una situazione difficile aggrappandosi a quelli che sono i valori reali della vita: l’amore e l’empatia. Ogni brano è un viaggio attraverso queste emozioni, vissute nei momenti quotidiani di ognuno di noi. Nato dalla fusione eccezionale dei gusti musicali di ogni componente questo disco esprime ciò che realmente sono i Down To Ground.

Awake è il nuovo lavoro dei Down To Ground

Un album pop rock, distribuito da Universal Music Italia e già disponibile nei principali store. E’ un disco dalle sonorità moderne ed internazionali, condito da influenze hip-hop, rap e rock anni 60-70, impreziosito dalla collaborazione con il manager internazionale Andrea Dulio (manager prima degli Oasis e ora dei fratelli Liam e Noel Gallagher), con il produttore Pietro Foresti, con Burak Kahraman (importante compositore londinese, autore delle musiche per spot di Coca- Cola, Vodafone, Nescafè, Nokia) e coadiuvato da Andrea Ravasio alla parte tecnica.

Awake, la title track dell’album, è il brano con le sonorità più moderne del disco. Il testo parla del bisogno di urlare al mondo la propria vulnerabilità e, al tempo stesso, avere la sensazione che il mondo non ti stia ascoltando. Batterie elettroniche e chitarre distorte accompagnano l’ascoltatore in un viaggio musicale davvero suggestivo.

La band è composta da Michele Cesca (Voce), Paolo Narduzzo (Basso), Alessandro Morgan (Batteria), Charlie Narduzzo (Chitarra e Voce), Tobia Fardin (Chitarra e Tastiere).

Convegni del ‘Rossi-Doria’ sul bulismo e cyberbullismo

Nella sala convegni-atelier HO.RE.CA dell’IPSEOA ‘Manlio Rossi-Doria’ di Avellino, diretto dalla professoressa Maria Teresa Cipriano, continuano a ritmo incessante le attività del progetto ‘Navigare per l’alto mare aperto’, finalizzato a contrastare il fenomeno del bullismo/cyberbullismo e a sensibilizzare le studentesse e gli studenti all’uso consapevole della rete.

Mercoledì 25 e venerdì 27 gennaio, dalle ore 16 alle 18, si terranno due seminari di approfondimento, aperti ai contributi di autorevoli esperti.

Al primo appuntamento (‘Bullismo e devianza giovanile: azioni di prevenzione e contrasto’) saranno relatori il maresciallo dei carabinieri Francesca Bocchino ed il vicebrigadiere Massimiliano Pilozzi, del Nucleo Investigativo dell’Arma, nonché il prof. Salvatore Pignataro, docente presso l’Università degli Studi ‘Giustino Fortunato’ di Benevento; al secondo incontro (‘Profili di responsabilità penale del minore e conseguenze del reato’) interverranno il dott. Marcello Rotondi, GIP presso il tribunale di Avelino.

Convegni del 'Rossi-Doria' sul bulismo e cyberbullismo

Francesco Schiaffo, ordinario di Diritto Penale presso l’Università degli Studi di Salerno e, in collegamento meet, il dott. Giovanfrancesco Fiore, giudice presso il Tribunale per i minorenni di Salerno. I due eventi esprimono organicamente i percorsi di formazione e sensibilizzazione che il ‘Rossi-Doria’ ha attivato da tempo, coinvolgendo tutte le componenti della comunità scolastica, dagli studenti alle famiglie ai docenti, in costante dialogo con la società civile, come ricordano i docenti Francesco Molon ed Ursula Guerriero, che stanno curando l’azione progettuale:

Con queste ed ulteriori iniziative, il nostro istituto intende fornire un servizio di supporto attivo e concreto alla comunità, rafforzando ulteriormente l’alleanza educativa tra scuola, istituzioni e territorio; ci sembra pertanto necessario intensificare le attività di informazione e sensibilizzazione sui fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Solo allargando sempre più la nostra platea di riferimento, potremo raggiungere l’obiettivo della piena consapevolezza dei diritti e dei doveri connessi all’utilizzo delle tecnologie informatiche.

Mille litigi è il messaggio risolutivo di Eliseo

Disponibile dal 25 gennaio nelle piattaforme digitali e in radio mille litigi, nuovo singolo del giovane artista campano Eliseo

Su un arrangiamento lo-fi etereo, Eliseo porta in musica stralci di guerre casalinghe forti e reali. Il brano pur essendo caratterizzato da una ritmica hip-hop ha una vena cantautorale molto pronunciata.

Eliseo descrive così il suo nuovo singolo:

È uno sfogo che porta allo scioglimento di un nodo, è un messaggio risolutivo.

L’artista si descrive con queste parole:

Eliseo è il mio nome vero, giuro. Ringrazio il mio paesino di mille esseri umani per non avermi fatto distrarre troppo e per avermi dato la possibilità di scavare senza limiti dentro di me. Una parte delle cose che trovo la conservo nelle mie canzoni.

Millelitigi è il nuovo singolo dell'artista

Eliseo: chi è?

Eliseo nasce nel 1995 in provincia di Caserta. Bambino esuberante cresce e nell’adolescenza inizia a suonare la chitarra sotto consiglio della madre (che forse si pentirà del consiglio). Fino ai 20 anni grida testi in inglese e ricerca un sound aggressivo per poi scoprire di comunicare meglio nella sua lingua nativa.

Dopo  scorribande, studio e lavoro nel cinema su Roma decide di tornare giù, a casa, per dedicarsi alla musica. Nel 2018 esce su youtube “riavvolgi” con il nome “töst”. A febbraio 2022 esce “trovati/persi” su tutte le piattaforme. Oggi Eliseo suona e scrive i suoi pezzi in totale autonomia.

Il segreto del talento di Valeria Parrella e Paolo Coletta al San Ferdinando

Il segreto del talento è una piccola opera di teatro musicale concepita con Valeria Parrella è un colpo grosso, nel senso proprio del genere di noir così in voga nel cinema degli anni ’50: il cosiddetto caper movie.

Della serie: Topkapi, I soliti ignoti e La banda degli onesti, per intenderci.
Qui in teatro siamo dalle parti del Teatro d’Arte, più precisamente dell’opera buffa, anche se per voci naturali (le cosiddette voci gravi).
Le due interpreti sono infatti due attrici importanti del nostro teatro di prosa: Teresa Saponangelo ed Elisabetta Valgoi.

Il segreto del talento di Valeria Parrella e Paolo Coletta
Melina e La Dernier, ladre improvvisate per necessità, sono due donne in crisi, due artiste, sorprese nel loro disperato tentativo di uscire dal cono d’ombra in cui sono piombate. Ci fanno sorridere, e intanto continuano a rimandare il loro personale appuntamento con il destino: sembrano ignorare che questa inattesa «commedia di rapine», offra loro l’occasione per ritrovare la luce.

Le parole di Valeria qui hanno la forma di battute di un copione, meglio: di un libretto. Spesso in metro, qualche volta in rima. Hanno la musica dentro. Andava solo tirata fuori e trasformata in contrappunto, in ricami consonanti e non, in ritardi e note di volta. E soprattutto – tra arie, recitativi, cavatine e cabalette che sembrano rap – in voce che canta.
Il segreto del talento, essendo tecnicamente a metà tra un’opera buffa e un songspiel, rappresenta una improbabile e luccicante invasione di campo.

Nell’Italia teatrale di oggi si canta all’Opera, nel musical alla Grease, in qualche Brecht che si allestisce ogni tanto qua e là, e in varie forme di happening dal Teatro Canzone al concerto spettacolo. Ma per assistere a teatro, con occhi e orecchie, a un canto che diventi azione drammatica, la sfida è quella del rabdomante. Nel teatro di prosa, la parola cantata è l’allarme, il babau, il grande ospite inatteso, per lo più sopportato.

Paolo Coletta spiega così Il segreto del talento:

Tuttavia, inseguendo la ruvidezza di un Teatro popolare, a favore di un’idea che funzionasse, ostinatamente a caccia di divertimento e di risate senza vergognarsene, questa singolare e luccicante eccezione si è concretizzata e non c’è stato alcun tentennamento.
Non rimaneva che chiudere un bagaglio leggero e partire.

Prima di salire sulla navicella che ci avrebbe portato a esplorare quel posto assurdo dove la gente si ostina a parlare cantando, io e Valeria ci siamo giusto promessi che questo viaggio l’avremmo fatto fianco a fianco, senza lasciarci mai, e che, una volta arrivati a destinazione, qualora avessimo incontrato – che so – Cimarosa, Piccinni, Mozart e Rossini, o chissà chi altri di questa sterminata famiglia europea e d’oltreoceano, da Petrolini a Maldacea, da Cole Porter a Bernstein e Sondheim, o magari Rascel, Garinei e Giovannini, per non dire Modugno, Gaber e Pasolini: insomma chiunque avesse accettato di rivolgersi a noi, ne avremmo ascoltato i consigli e, senza fare troppe domande, avremmo ringraziato di cuore e avremmo fatto un inchino sorridendo sinceri.

Sempre aperti a donare arriva a Salerno e Potenza

La terza edizione di Sempre aperti a donare arriva a Salerno e Potenza.

McDonald’s e Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald doneranno 400 pasti caldi a settimana ad alcune strutture caritative del territorio che accolgono persone e famiglie in difficoltà, convenzionate con Banco Alimentare Campania Onlus.

Il ristorante McDonald’s di Mercatello di Salerno in Via Trento, di Salerno in Via Roma e di Potenza in Viale del Basento, sono coinvolti da vicino nel progetto. I team di lavoro dei ristoranti si occupano della preparazione dei pasti, ritirati e distribuiti alla Fondazione Madre Teresa di Calcutta di Potenzaall’Associazione L’Abbraccio di Salerno, all’Associazione Don Orione di Ercolano e all’Associazione Filotea di Salerno.

Venerdì 27 gennaio 2023 alle ore 11 presso il ristorante McDonald’s di Mercatello (via Trento), si svolgerà la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa. Interverranno il presidente della Commissione Bilancio della Regione Campania, Franco Picarone; il direttore del Banco Alimentare Campania Onlus, Roberto Tuorto; il partner McDonald’s per le province di Salerno e Potenza, Luigi Snichelotto, le rappresentanze istituzionali e le rappresentanze delle Associazioni responsabili della distribuzione alle fasce sociali più deboli.

Sempre aperti a donare arriva a Salerno e Potenza

Sottolinea Luigi Snichelotto:

A Salerno e Potenza una rete tra Istituzioni, McDonald’s e Associazioni di volontariato per realizzare un welfare di prossimità, a favore delle fasce sociali più fragili e di contrasto alla povertà.

Le donazioni a Salerno e Potenza sono parte di Sempre aperti a donare, l’attività proposta anche quest’anno da McDonald’s con Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald, in collaborazione con Banco Alimentare, Comunità di Sant’Egidio e altri enti caritativi presenti sul territorio. L’iniziativa è stata lanciata per la prima volta nel 2020, con l’obiettivo di dare conforto ai più bisognosi e sostenere le comunità locali in un momento di emergenza, come quello affrontato durante il lockdown a causa della pandemia. Quest’anno l’azienda e la sua fondazione rinnovano la proposta, alla luce del complesso scenario che vede aumentare di giorno in giorno il numero delle persone in difficoltà, rilanciando l’obiettivo: donare 200mila pasti in 200 città italiane.

Un gesto concreto che coinvolge in prima persona i team dei ristoranti e che ribadisce l’impegno continuativo di McDonald’s e di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald a supporto delle persone e dei territori in cui opera.

McDonald’s Italia

In Italia da 37 anni, McDonald’s conta oggi oltre 670 ristoranti in tutto il Paese per un totale di 30.000 persone impiegate che servono ogni giorno 1.1 milione di clienti. I ristoranti McDonald’s italiani sono gestiti per il 90% secondo la formula del franchising grazie a 140 imprenditori locali che testimoniano il radicamento del marchio al territorio. Anche nella scelta dei fornitori McDonald’s conferma la volontà di essere un marchio “locale”, con l’85% di fornitori che è rappresentato da aziende italiane o aziende che producono in Italia. Nel mondo McDonald’s è presente in oltre 100 Paesi con più di 38.000 ristoranti.

Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia

La Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia ETS è un’organizzazione non profit, nata nel 1974 negli Stati Uniti e nel 1999 in Italia, con l’obiettivo di creare, trovare e sostenere progetti che contribuiscono a migliorare in modo diretto la salute e il benessere dei bambini e delle loro famiglie. Un bambino gravemente malato deve spesso curarsi lontano dalla sua città. Fondazione Ronald si propone di costruire, acquistare o gestire Case Ronald ubicate nelle adiacenze di strutture ospedaliere e Ronald McDonald Family Room, situate direttamente all’interno dei reparti pediatrici, per offrire ospitalità e assistenza ai bambini malati e alle loro famiglie durante il periodo di cura o terapia ospedaliera. Fondazione Ronald tiene la famiglia vicina quando la cura è lontana, perché stare insieme migliora il loro benessere. Attraverso i suoi programmi – Casa Ronald e Family Room – non solo consente l’accesso a cure d’eccellenza, ma supporta le famiglie, permette loro di essere attivamente coinvolte nella cura dei propri figli e favorisce l’implementazione del modello di cura Family Centered Care.

Oggi in Italia le Case sono 4: due a Roma, una a Brescia e una a Firenze, cui si aggiungono una Family Room all’interno dell’Ospedale Niguarda di Milano, una all’interno dell’Ospedale S. Orsola di Bologna, una all’interno dell’Ospedale Infantile Cesare Arrigo di Alessandria e una all’interno dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze. Dal 1999 ad oggi, nel corso della sua attività in Italia, Fondazione ha supportato più di 48.000 bambini e famiglie, offrendo oltre 250.000 pernottamenti.

Banco Alimentare

Fondazione Banco Alimentare Onlus coordina e guida la Rete Banco Alimentare dando valore agli sforzi e ai risultati di ogni Organizzazione Banco Alimentare territoriale. Promuove il recupero delle eccedenze alimentari dal campo alla ristorazione aziendale e la loro redistribuzione oggi a circa 7.600 strutture caritative che assistono circa 1.750.000 persone bisognose. Nel 2022 ha distribuito circa 110.000 tonnellate di alimenti.

Trianon Viviani, Roberto D’Alessandro rilegge l’unità d’Italia

Venerdì 27 gennaio, alle 21, al Trianon Viviani sarà di scena “Terroni. La vera storia dell’unità d’Italia”, lo spettacolo sulla questione meridionale che Roberto D’Alessandro ha tratto dal libro omonimo di Pino Aprile.

D’Alessandro, calabrese di Montalto Uffugo, cresciuto artisticamente a Roma alla scuola di Gigi Proietti, propone con Aprile una controstoria dell’Unità d’Italia.

Trianon Viviani, Roberto D’Alessandro rilegge l’unità d’Italia

Spiega l’autore, attore e regista:

L’incontro fra le due metà d’Italia è evidentemente uno scontro fra due mondi lontani, due realtà che procedono a velocità diverse e forse anche in direzioni diverse: l’elenco dei luoghi comuni sui meridionali è lungo e fa sorridere anche, perché in parte è veritiero, ma il punto è capire che questa distanza, ormai oggettivamente abissale, trova origine in una “malaunità”.

Rifuggendo da un approccio didascalico, il mio spettacolo racconta con il sorriso e la leggerezza una “controstoria” fatta di saccheggi, stupri, repressioni di ingiustificata violenza e lunghi anni di scientifico sfruttamento economico da parte di un Nord che fonda la propria ricchezza sulla povertà di un Sud, per cui la questione meridionale, a oltre 160 anni dall’Unità, rimane chiaramente un problema insoluto solo perché non lo si è voluto risolvere.

Ad accompagnare la narrazione, un coro di canzoni popolari e di musiche scritte da Eugenio Bennato e Mimmo Cavallo, eseguite da Mariano Perrella. Con D’Alessandro in scena, Isabella AlfanoGiuseppe Coppola e Federico Pappalardo. L’allestimento scenico è di Clara Surro, i costumi di Salvatore Argenio e Annamaria PisapiaPaolo Orlandelli è il regista assistente. La produzione è di Obiettivo Roma.

Sempre venerdì 27 gennaio, prima dello spettacolo, alle 19, ci sarà una presentazione della recente riedizione aggiornata del bestseller di Aprile uscito nel 2010: intitolato “Il nuovo Terroni”, per i tipi della libreria Pienogiorno, il volume è il frutto di una revisione del testo e dei documenti analizzati e integra altri tre capitoli alla stesura originaria. Il libro sarà presentato dall’Autore con Eugenio Bennato e Roberto D’Alessandro. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

Al Museo Irpino si celebra il Giorno della Memoria

Note per la Shoah è l’appuntamento di Venerdì 27 gennaio, alle ore 17.30 presso l’Auditorium del Museo Irpino-Carcere Borbonico di Avellino, che ricorderà uno degli avvenimenti più violenti e toccanti della storia dell’umanità attraverso un suggestivo connubio tra musica e poesia.

L’Ensemble di flauti del Conservatorio Statale Domenico Cimarosa di Avellino, diretta dal M° Salvatore Rella, eseguirà brani tratti da colonne sonore di alcuni dei più emozionanti film sul tema dell’Olocausto e non solo.

Al Museo Irpino si celebra il Giorno della Memoria

Si inizierà con L’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini,  Adagio di Benedetto Marcello e Gabriel’s oboe di Ennio Morricone, per proseguire con il Coro delle Zingarelle e dei Mattadori tratto da La Traviata di Giuseppe Verdi,  John Williams con Schindler’s List,  Dmitri Shostakovich con Suite for orchestra n. 2 e terminare con La Vita è Bella di Nicola Piovani. Le musiche saranno accompagnate dalla lettura di brani tratti dalle testimonianze di tre  donne, le quali, ancora bambine, hanno vissuto in prima persona la violenza inaudita e incomprensibile dell’evento più tragico della storia del ‘900: Liliana Segre e le sorelle Andra e Tatiana Bucci. Le letture saranno a cura di Angela Caterina del Teatro d’Europa.

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto. Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

L’evento, ideato e promosso dalla Provincia di Avellino con il Coordinamento Tecnico- Scientifico del Museo Irpino e della Biblioteca “S. e G. Capone”, rappresenta un’occasione per sensibilizzare la comunità su un tema ancora troppo attuale e riaffermare il ruolo della cultura e della bellezza nel contrastare qualsiasi forma di violenza e discriminazione.

Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili.

La grande étoile Eleonora Abbagnato al Teatro Gesualdo di Avellino

Eleonora Abbagnato è una delle figure femminili più iconiche e travolgenti del teatro di William Shakespeare. Immortalata nei secoli da pittori, musicisti, scrittori, registi e coreografi. E la sua stella brillerà sul palcoscenico del Teatro “Gesualdo” di Avellino nella straordinaria interpretazione di una grande étoile dei nostri tempi.

Domenica 22 gennaio, alle ore 21, ad Avellino arriva Eleonora Abbagnato, direttrice della Compagnia di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma e già prima ballerina dell’Opéra di Parigi che sarà la splendida “Giulietta” nello spettacolo curato da Daniele Cipriani in cui le arti della musica, della danza e della poesia si uniranno per dipingere a colori – ora delicati, ora vivissimi – un ritratto nuovo e inusuale della più celebre veronese di tutti i tempi.

Dopo la prima assoluta della scorsa estate al Teatro Romano di Verona e al Nervi Music Ballet Festival, Eleonora Abbagnato arriva ad Avellino dopo un tour straordinario che ha toccato i più importanti teatri del Belpaese, dal Giglio di Lucca al Regio di Parma, dal Verdi di Gorizia al Teatro Antico di Taormina.

Nello spettacolo curato da Daniele Cipriano ascolteremo non la celeberrima partitura Romeo e Giulietta di Prokofiev, ma altre pagine musicali ispirate alla tragedia shakespeariana, eseguite dal vivo in palcoscenico da due virtuosi del pianoforte, Marcos Madrigal e Alessandro Stella che ne eseguiranno le trascrizioni, piuttosto inusuali, per due pianoforti, diventando protagonisti dell’azione stessa insieme ai ballerini.

Firmata da Sasha Riva e Simone Repele, freschi del successo delle coreografie per Mass di Bernstein, andata in scena in prima italiana alle Terme di Caracalla, Giulietta sarà danzata da Eleonora Abbagnato sull’ouverture-fantasia di Ciaikovsky in cui una bionda bambina assorta in sogni romantici ad occhi aperti rappresenta una piccola Giulietta dei nostri giorni la quale, specchiandosi, vede riflessa l’immagine della donna innamorata che diventerà.

Le due figure femminili si assomigliano tanto, dopotutto la Giulietta la donna è Eleonora Abbagnato, mentre la Giulietta bimba è Julia Balzaretti, figlia 11enne della étoile. Romeo sarà interpretato da Michele Satriano, fresco di nomina a primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma.

Eleonora Abbagnato

Approfondimenti sul balletto

Le sorprese di questo balletto saranno tante: presente, futuro e anche passato (con reminiscenze di Capuleti e Montecchi) si fondono, mentre uno strano angelo custode (Repele) scandisce il tempo a giri di bicicletta. Al contempo eterea e sensuale, impalpabile e volitiva, dal fascino senza tempo, Eleonora Abbagnato, rappresenta (piuttosto che un personaggio) “l’idea” di Giulietta quale simbolo dell’amore: amore tra uomo e donna, ma anche tra persone dello stesso sesso; amore tra adolescenti (come nella tragedia di Shakespeare), ma anche tra persone di età diverse.

È appunto a questo tipo di rapporto amoroso che è dedicata la coreografia di grande intensità, firmata da Uwe Scholz, geniale coreografo tedesco scomparso prematuramente all’inizio del secolo, che apre la serata: Eleonora Abbagnato e Michele Satriano interpretano il passo a due dal balletto Rosso e Nero, creato nel 1988 per Vladimir Derevianko e Eileen Brady e rimontato qui da Giovanni Di Palma. Nel romanzo di Stendhal, nonché nel balletto-capolavoro di Scholz, viene descritta la passione, tinta da mille sfumature anche contrastanti, tra il seminarista Julien Sorel e la sua matura amante Madame de Rênal; la musica è tratta, non a caso, dalla “symphonie dramatique” Roméo et Juliette di Hector Berlioz.

Se il filo conduttore è chiaramente l’amore in tutte le sue sfaccettature, al noto slogan della rivoluzione psichedelica degli Anni ‘60 viene aggiunto un elemento che fa riferimento sia all’odierno riconoscimento dei diritti LGBT, sia alla pressante esigenza di ricercare una pace sul nostro pianeta: Giorgio Mancini crea Peace & Rainbow Love sulla West Side Story Suite per due pianoforti di Leonard BernsteinWest Side Story, celeberrimo musical con coreografie di Robbins, poi film nel 1961 (recentemente rivisitato da Steven Spielberg) trasponeva la vicenda da Verona a New York; il balletto di Mancini, invece, non ci parla di amanti provenienti da etnie diverse oppure da famiglie rivali. Evoca, piuttosto, l’amore tra persone dello stesso sesso, andando comunque ‘oltre l’arcobaleno’ per raggiungere una fratellanza più estesa. Molti “Giulietti”, e una “Giulietta”, si fanno rappresentanti dei temperamenti umani (qui sono sei, non più quattro), ognuno simboleggiato da un colore diverso della iconica “Rainbow Flag”: Mattia Tortora (Compagnia Daniele Cipriani), Simone Agrò, Michele Consoli, Bryan Ramirez, Michele Satriano, (Teatro dell’Opera di Roma); Rebecca Bianchi (Teatro dell’Opera di Roma).

Alla scoperta del turbolento universo Duopop

Piccola stronza è il nuovo capitolo della “saga dell’amore” del Duopop: la narrazione sfacciata di una notte popolata da illusioni, che un inaspettato rifiuto fa sfociare in un riff consolatorio e quasi liberatorio. Il nuovo brano del duo milanese, distribuito da ADA Music e prodotto da Luke Giordano, sarà disponibile dal 20 gennaio e accompagnato da un release party presso EST RADIO.

“Piccola stronza”, singolo dal forte carattere evocativo contraddistinto da ritmiche Urban Pop, trova la sua massima libertà narrativa nel ritornello: poche parole da cantare a gran voce per scrollarsi di dosso un rifiuto doloroso. Il nuovo singolo del Duopop sintetizza dunque la presa di coscienza su universi sentimentali e personali che, a dispetto delle illusorie premesse, non si incroceranno: “Piccola stronza” è la fotografia di una scommessa persa in partenza che lascia increduli e smarriti, un urlo liberatorio che probabilmente ciascuno di noi ha pensato almeno una volta nella vita.

Il singolo è parte del progetto multidisciplinare del duo milanese che ha catalizzato gli interessi di molti giovani professionisti del digitale e del multimediale, facendo confluire molteplici influenze in una squadra creativa, dinamica e affiatata.

Duopop

Duopop: chi sono?

Duopop è il binomio musicale composto da Dylan Curcio e Luca Benetta: entrambi artisti milanesi classe 1997, che in seguito a diversi anni di produzioni artistiche disgiunte e una prima collaborazione fortuita molto riuscita, hanno avviato nel 2021 un progetto di più ampio respiro improntato alla sperimentazione di nuove sonorità, con il coinvolgimento di molteplici produttori, artisti e dunque diverse influenze.

Alla pubblicazione del primo singolo “Vacanze in Italia”, prodotto nel 2021 da See Maw, sono seguite “Senza Paura” e “Cuore Mio”, singoli che hanno visto la produzione di Luke Giordano.

Nuova release “Piccola stronza” che vede inoltre l’inserimento del Duopop nel circuito di distribuzione di ADA Music, cambiando dunque dalla precedente Artist First. Molteplici i live dal momento di lancio del progetto, sia nel capoluogo lombardo che in altri palchi della penisola, accompagnando sempre inoltre le uscite passate da release-party: “Piccola stronza” non sarà un’eccezione, vedrà infatti un live showcase proprio giovedì 19 all’EST Radio di Milano.

Stand Up Comedy con Gennaro Scarpato al Teatro Sancarluccio

Terzo appuntamento targato Full Heads Comedy che insieme allo storico Teatro Sancarluccio propone una serie di appuntamenti comici con una rassegna intitolata i “Giovedì Stand Up Comedy”.

Dopo i successi di pubblico derivati dagli spettacoli di Francesco Arienzo e Carmine del Grosso questa è la volta di Gennaro Scarpato, talentuoso autore e attore classe ’94.

Scarpato è senza dubbio uno dei migliori talenti comici di Napoli capace di evolversi nel tempo affinando dapprima la scrittura autoriale e a seguire l’effetto comico che si esprime grazie alla qualità attoriale supportata da un linguaggio moderno e ricco di metafore sopraffini dall’intuizione sopra la media.

Salito alla ribalta nazionale grazie al trio i MalinComici debutta giovanissimo come attore comico in vari programmi televisivi (Colorado Cafè, Made in Sud). A partire dal 2016 ha intrapreso un percorso teatrale e cinematografico, soprattutto nelle vesti di autore, collaborando con Alessandro Siani, Francesco Cicchella, Pasquale Palma alla stesura di molteplici testi. Debutta al cinema come regista dirigendo il terzo episodio del film San Valentino Stories, di cui è anche sceneggiatore, prodotto da Run Film e Rai Cinema.

Giovedì 26 gennaio (inizio ore 21 ingresso euro 12 al botteghino dalle ore 20 in poi) torna ad esibirsi nella sua città con lo spettacolo “Soli solitudini soliloqui” un rocambolesco monologo che l’attore alla sua maniera riassume così:

In un medioevo distopico il dottor Carlo Lemai è il primo caso al mondo di culturite cronica. L’uomo supera il limite di intelletto consentito dall’organismo umano ed è costretto a vivere in uno stato di catalessi, a testa in giù. Intanto degli uomini in miniatura vengono mantenuti intenzionalmente nani tramite potatura e riduzione dei neuroni: i nonsai.

L’orizzonte è diventato il metro di misura degli esseri umani in un mondo in cui nemmeno più il bianco e il nero riescono a trovare un compromesso. Niente più albe. Niente più tramonti. La luce e le tenebre coesistono. Questo sarebbe stato un gran bel spettacolo. Lo so. E invece in Soli solitudini soliloqui accade tutt’altro. E niente. Sarà per la prossima volta.

Il programma dei prossimi appuntamenti targati Full Heads Comedy prevede:

10/02/23 Vincenzo Comunale al Teatro Nuovo
23/02/23 Fabian Grutt al Teatro Sancarluccio

Gennaro Scarpato

Gennaro Scarpato: chi è?

Gennaro Scarpato (Napoli, 1994) con le sue invenzioni linguistiche e verbali e la sua letteratura surrealista e visionaria è tra gli autori comici più innovativi della sua generazione. Inizia a muovere i primi passi sul palcoscenico da bambino iscrivendosi al laboratorio pratico di teatro del teatro Totò di Napoli.

Nel 2008 viene selezionato dal programma di Rai1 “Festa italiana” dove si esibisce per qualche puntata nella rubrica “Giovani talenti.” Nello stesso anno forma con Oreste e Mirko Ciccariello il trio comico più giovane d’Italia: i Malincomici. Il loro debutto avviene al Tunnel cabaret di Napoli. Nel 2009 debuttano in televisione su Comedy Central col programma, al tempo agli albori, Made in Sud. Nel 2011 approdano a Colorado Cafè su Italia1 con la parodia di Harry Potter.

Due anni dopo con l’approdo di Made in Sud su Rai2 tornano alla trasmissione che li ha lanciati proponendo, dopo Harry Potter, parodie sempre nuovi e attuali fino alla parodia dei tre tenori de il Volo. Sono ospiti del concerto de il Volo nella splendida cornice di piazza Plebiscito nell’estate del 2015 e nell’inverno dello stesso anno tornano loro ospiti all’arena di Verona in uno show in onda su Rai1 condotto da Carlo Conti. A Marzo 2016 è co- protagonista del film campione d’incassi Vita, cuore, battito del duo comico gli Arteteca.

Nel concludersi del 2016 decide di mettere in pausa la parentesi col cabaret per intraprendere un percorso teatrale e cinematografico da solo diventando autore per  Alessandro Siani e Francesco Cicchella, regista e attore in spettacoli teatrali con Oreste Ciccariello e al cinema con Gigi e Ross e gli Arteteca.

Collabora con Federico Salvatore e per Guida Editori pubblica l’opera omnia dei suoi testi “Trilogia del niente e delle secondissime cose.”  Di recente è tornato al cabaret esibendosi a teatro e televisione in duo con il comico Pasquale Palma.

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