redazione

Un valzer tra gli scaffali a San Valentino nei cinema

Un valzer tra gli scaffali è un film drammatico di Thomas Stuber. La pellicola mostra la vita ripetitiva e grigia di alcuni lavoratori della provincia tedesca, che passano la maggior parte del loro tempo tra gli scaffali di un supermercato. Le giornate scorrono monotone: i dipendenti finiscono di lavorare la sera tardi, hanno il tempo di tornare a casa per riposare qualche ora e riprendere nuovamente il lavoro. Le giornate sono uguali, si ha come l’impressione che il tempo non abbia più senso e che segua un flusso continuo e non scandito.

Quando arriva Christian (Franz Rogowski), un nuovo dipendente del supermercato qualcosa cambia e smuove il grigiore tra gli scaffali. Lui è un tipo introverso, silenzioso e dall’animo sensibile infatti Bruno (Peter Kurth), un altro dipendente si prende cura di lui, trattandolo come un figlio.

Christian per caso incontra lo sguardo di Marion (Sandra Huller), responsabile del reparto dolci ,e tra i due nasce una simpatia e di brevi incontri consumati davanti la macchina automatica di caffè. Marion è una donna a cui piace scherzare e provocare: i due infatti vivono la situazione in modo diverso: lui inizia a provare un sentimento profondo per la donna mentre per Marion, lui, è semplicemente uno svago da suo marito.

La donna, all’improvviso prende dei giorni di congedo dal lavoro per malattia e Christian inizia a sprofondare nella depressione perché non la incontra più a lavoro.

locandina di un valzer tra gli scaffali

locandina di un valzer tra gli scaffali

Come andrà a finire la storia tra Christian e Marion? Per scoprirlo bisognerà aspetteare il 14 febbraio, data d’uscita di Un valzer tra gli scaffali.

 

Notte imbiancata in Baronia

Continuano a calare i fiocchi nella parte più alta della provincia di Avellino. Ecco le immagini inviate da Claudio Pagliarulo.

Il professore cambia scuola di Olivier Ayache-Vidal: il trailer!

Il professore cambia scuola è una commedia di Olivier Ayache-Vidal, in pieno stile francese: è una pellicola che fa sorridere e non ridere sguaiatamente. Il lungometraggio mostra come un professore di lettere, abituato ad insegnare in uno dei più prestigiosi licei di Parigi, si ritrova in una scuola di periferia dove è costretto a rapportarsi ad un altro tipo di alunni che, molto probabilmente, hanno bisogno di assimilare meno regole grammaticali e più nozioni di vita, umanità ed esempi da seguire.

Da una prima visione del trailer notiamo il tono leggero e la sottile ironia che conducono lo spettatore, attraverso il sorriso, a porsi delle domande sulla realtà sociale di alcune periferie. Il professore cambia scuola mostra le diversità sociali di ambienti scolastici ubicati in diverse zone, la differenza sociale vigente e la capacità di adattabilità che deve possedere un professore perché il suo ruolo è quello d’insegnare ma, soprattutto, di donare strumenti conoscitivi reali e non solo nozionistici per poter affrontare il mondo.

Il rapporto tra professore e alunno deve crescere attraverso lo scambio, il confronto e la comprensione reciproca delle parti. Il regista s’interroga sulle contraddizioni che caratterizzano le scuole di oggi e sulla superficialità e la leggerezza con cui alcuni professori etichettano come svantaggiati alcuni alunni piuttosto che ammettere un proprio limite o una mancata professionalità che li caratterizza.

La locandina de Il professore cambia scuola

La locandina de Il professore cambia scuola

Il professore cambia scuolaè uscito nelle sale cinematografiche il 7 febbraio.

Intolleranza al lattosio,
come riconoscerla e cosa mangiare

Per contatti scrivere a: denisecaruso@hotmail.it

La paranza dei bambini diventa un noir di strada firmato Claudio Giovannesi: il trailer

La paranza dei bambini, il romanzo di Roberto Saviano, diventa un film firmato Claudio Giovannesi. Il regista non è nuovo a lavori  di questo tipo sia sul piccolo che sul grande schermo. Tra i suoi lavori ricordiamo la collaborazione per la realizzazione della seconda serie di Gomorra (2016), Fiore (2016) e Alì ha gli occhi azzurri (2012).

Il lungometraggio mostra un gruppo di ragazzini di età compresa tra i 10 e i 15 anni che vogliono crescere troppo in fretta e nel modo sbagliato. Sono bambini animati dalla voglia di avere potere e prendere in mano il comando del loro quartiere, per potersi affermare come nuovo clan malavitoso sono disposti a tutto: uccidere, rubare, sparare e spacciare.

Per diventare bambino ci ho messo 10 anni, per spararti in faccia ci metto un secondo!

Sono ragazzini che non hanno mai avuto nulla di semplice o di normale nella vita, partendo dalla famiglia di appartenenza e arrivando al loro quartiere. Sono ragazzi che hanno vissuto istantanee di vita truci, dove per l’amore o per le speranze che si dovrebbero avere alla loro età ce ne sono ben poche. La cultura come forma di riscatto sociale è un’idea a cui non pensano perché sono cresciuti in un mondo in cui il potere è del malavitoso, che si destreggia tra la violenza e l’illegalità per raggiungere i propri obiettivi.

La paranza dei bambini mostra allo spettatore dei ragazzini che hanno uno sguardo freddo e spietato eppure in qualche dettaglio si nota ancora aleggiare quell’ombra d’infantile che appartiene alla loro età.

locandina de la paranza dei bambini

locandina de la paranza dei bambini

Il film uscirà nelle sale italiane il 13 febbraio!

Blocco domenicale del traffico in città

Nuovo allarme Smog in città: anche la centralina mobile posizionata nei pressi dell’ex cinema Eliseo conferma i livelli di allarme. Ecco allora che il commissario Priolo ieri ha firmato una ordinanza che prevede il divieto di circolazione domenicale delle auto a benzina euro 0-1-2, auto alimentate a diesel euro 0-1-2-3. Questi mezzi, a partire da domenica 10 febbraio e fino al 17 marzo, salvo proroghe, potranno circolare solo lungo le arterie secondarie, e dunque l’Autostrada A16, l’ex Bonatti, via Pianodardine, via Tedesco fino all’incrocio con via Fratelli Troncone, viale Italia fino alla rotatoria, via Perrottelli, via Aversa, via Morelli e Silvati e via Annarumma.

L’ordinanza riguarda anche gli autobus, per i quali è fatto divieto assoluto di restare nella fase di stazionamento con il motore acceso.

Ghemon: il rapper di Avellino approdato a Sanremo

Ghemon è il nome d’arte di Giovanni Luca Picariello, rapper e cantautore italiano, classe 1981 e nato ad Avellino. Quest’anno ha deciso di esibirsi a Sanremo con il brano Rose viola. Il suo nome non è sconosciuto ai più giovani che lo conoscono ormai da tempo. Lui è un rapper particolare e camaleontico, riesce a mixare stili completamente diversi, senza dimenticare l’importanza dei testi. È un artista che vive in modalità low profile, non è un esibizionista e lascia che sia la sua musica a far clamore. Si è definito, in alcune interviste, un transgender del rap perché rifiuta qualsiasi etichetta o catalogazione sulla sua musica e sulla sua vita privata.

Il rapper ha scelto il suo nome d’arte chiamandosi come l’amico samurai di Lupin, la differenza è che ha scelto di scriverlo per come si pronuncia: Ghemon anziché Goemon. La scelta del nome non dipende da somiglianze caratteriali che lo avvicinano al samurai taciturno e distruttivo ma é semplicemente perchè é l’anime che lo affascina di più.

Ghemon si discosta dall’ambiente dell’hip pop perchè la sua musica parla della sua realtà, della sua vita e non di quello che vorrebbe avere e che non ha o di ciò che vorrebbe essere e che non è. Scrivere i suoi pezzi per lui è mera catarsi, è un modo per cercare di stare meglio, cacciando fuori tutto quello che non va bene, è un modo per esorcizzare un demone con cui ha dovuto fare i conti: la depressione.

Il cantante ha parlato di questo malessere che lo ha costretto all’immobilità: non riusciva ad uscire di casa, ad alzarsi dal letto e quando ha dovuto fare i conti con ciò che aveva, oltre all’aiuto degli psicofarmaci, la musica è stata la sua terapia interiore.

Il testo Mezzanotte dell’album omonimo uscito nel 2017 racconta della sua malattia. Ecco il video!

Rose viola: testo e significato della canzone presentata a Sanremo

Ghemon quest’anno ha deciso di esibirsi come concorrente al Festival di Sanremo, portando un testo che parla d’amore. Quello di cui parla è un amore finito o non vissuto nel migliore dei modi. La particolarità del testo è che le parole ed il punto di vista sono al femminile, in alcuni passaggi lui canta come se fosse una lei .

Ecco il testo di Rose viola:

Dieci fori di proiettile nell’anima

Ed il cuore ricolmo di sassi

La strada del ritorno

L’ ho segnata sulla mappa dei miei passi falsi

Frasi squisite, quelle tue,

Che ora sanno di cibo per gatti

Ma sta nel gioco delle parti

Accarezzerò le tue mille spine

Sarò fragile

Rose viola

Stese sulle lenzuola

Come tutte le notti in cui

Te ne stai da sola

Nodi in gola

Ed il trucco che cola

come tutte le notti in cui

Proprio lui ti trova

Lo sguardo segue fiero

Nello specchio questa linea curva lungo i fianchi

Mi fai sentire nuda ancora prima di spogliarmi

Tu sei il pensiero nero che mi culla

E anche stanotte scapperai su un taxi

Com’è difficile salvarsi

Rose viola

Stese sulle lenzuola

Come tutte le notti in cui

Te ne stai da sola

Nodi in gola

Ed il trucco che cola

Come tutte le notti in cui

Proprio lui ti trova

Gli occhi perdonano

per uno come te

Anche se dico no

Resti dentro di me

Resti dentro di me

Rose viola

stese sulle lenzuola

Come tutte le notti in cui

Te ne stai da sola

Nodi in gola

Ed il trucco che cola

Come tutte le notti in cui

Proprio lui ti trova.

Le rose viola sono delle metafore che servono a Ghemon per dare il senso del dolore e della sconfitta che porta con sé la fine di una relazione appena finita o di un legame che non procura gioia. Viola è il colore che simboleggia la morte e, se ci pensiamo bene, la fine di un rapporto e la sua accettazione sono come una sorta di elaborazione del lutto e di tutti i passaggi che inevitabilmente si devono affrontare per stare meglio, accettare ciò che è successo e ricominciare a vivere la propria vita senza l’altra persona. Allo stesso tempo è doloroso anche vivere una storia d’amore in cui non si sta bene, in cui ci si sente soli pur essendo una coppia. Il tema principale di Rose viola oltre all’amore è anche la solitudine vista nella sua duplicità e differenza cognitiva.

Autismo, la voce dei familiari: «Più inclusione, meno sprechi»

AGGIORNAMENTO

Le sette associazioni composte dai familiari delle persone affette da autismo che questa mattina hanno dato vita al sit in davanti i cancelli dell’Asl, hanno poi ottenuto un incontro con la direzione generale dell’Asl, Maria Morgante, con il direttore sanitario e con il direttore amministrativo e alla presenza del dottor Acerra è stata verbalizzata la richiesta di annullamento immediato della delibera e della previsione del bando e la costituzione immediata di un tavolo tecnico dove riformulare gli interventi secondo le leggi vigenti e secondo l’uso dei fondi anche coordinati, sociali, in gestione dei comuni e con la programmazione della scuola.

Un primo passo in avanti verso il riconoscimento dei diritti dei soggetti autistici.

 

Modalità aereo di Fausto Brizzi: uno spaccato ironico sulla modernità virtuale

Modalità aereo è la nuova commedia firmata Fausto Brizzi. Il lungometraggio affronta con ironia il cambiamento sociale che ci vuole perennemente connessi ai social. La società moderna si muove velocemente così come il mercato e il mondo del lavoro ad esso connesso: tutto gravita intorno ai social e agli smartphone. Cosa ne consegue? La possibilità di poter fare qualsiasi cosa con un semplice click: riusciamo ad essere ovunque restando a casa.

Il regista crea una situazione paradossale, mostrando cosa potrebbe succedere se una persona, che vive e lavora attraverso i social, dimenticasse il telefonino e quest’ultimo arrivasse in mani poco Vip. Il trailer di Modalità aereo ce ne mostra un piccolo assaggio.

modalità aereo

modalità aereo

Modalità aereo: la trama

Diego (Paolo Ruffini) è un giovane imprenditore ricco e famoso, la sua vita ruota intorno alla miriade di attività e contatti che sono dentro il suo smartphone. La sua vita scorre placida, serena e piena di notorietà fino a quando un giorno dimentica il suo prezioso telefonino nel bagno di un areoporto.  A trovarlo è Ivano (Pasquale Petrolo), un inserviente che rispecchia in tutto l’antitesi di Diego: non è bello, non ha fascino ed è povero. Quando Ivano si rende conto della fortuna che ha tra le mani, decide di vivere la vita di Diego ma a modo suo. I due uomini hanno avuto modo di conoscersi in aeroporto e da questo breve incontro non è nato nulla di buono. Diego è stato importunato da Ivano che voleva una foto con lui a tutti i costi ma l’imprenditore non ha gradito il gesto, decidendo di farlo licenziare in tronco.

Diego è su un volo che lo porterà a Sidney, in Australia, ci vorranno 24 ore prima di poter cercare di bloccare e recuperare tutti i dati del suo smartphone. Ivano quindi ha a sua disposizione tutto il tempo per poter comprare, vivere e conoscere persone che avrebbe solo sognato. L’inserviente, non dimenticando la “simpatia” del giovane imprenditore, farà del suo meglio per mettere in difficoltà Diego. Come andrà a finire questo impreviso tragicomico lo scopriremo solo il 21 febbraio, data d’uscita del film.

Modalità aereo è una commedia che, oltre all’ironia, si sofferma sul modo in cui ciascuno di noi vive la propria quotidianità  e su come sia cambiato il nostro modo di dare importanza a determinati aspetti invece che ad altri. I social per molti sono diventati un lavoro, una forma di guadagno mentre altri ne subiscono il fascino dell’effimero che trasuda potere e denaro. Il lungometraggio non vuole essere una condanna morale su cosa stiamo diventando ma è una parodia del mondo che stiamo vivendo.

Autismo, Spagnuolo (Aipa):
«L’Asl non ci sente»

Autismo, sit in di protesta questa mattina davanti i cancelli dell’Asl. Piovono critiche nei confronti dell’azienda sanitaria locale che sempre non ascoltare le voci provenienti dalle associazioni che si battono per i diritti degli autistici. Ecco allora che i familiari dei bambini si rivolgono ancora una volta al commissario Priolo. Le priorità, dal loro punto di vista, sono: l’apertura del centro per l’autismo di Valle e lo stanziamento di nuovi fondi per le cure domiciliari sia per i bambini che per gli adulti affetti da autismo.

La presidentessa dell’Aipa, Elisa Spagnuolo, si batte per una gestione trasparente dei fondi che coinvolga finalmente anche le famiglie degli autistici sia nella fase organizzativa che in quella assistenziale.

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