[recent_post_slider design=”design-4″ category=”61″ limit=”1″ dots=”false” offeset=”2″]
[recent_post_slider design=”design-4″ category=”61″ limit=”1″ dots=”false” offeset=”2″]
Esponenti del mondo della politica, amministratori ma anche molti cittadini comuni si sono raccolti nel museo civico del Tricolle per l’incontro commemorativo organizzato dall’Associazione A.R.E.C. in occasione del ventennale della scomparsa di “Giovanni Grasso: l’Uomo del dialogo, il Politico della mediazione”.
Numerosi e trasversali gli attestati di stima rivolti al Politico democristiano originario di Ariano Irpino e presidente della Regione Campania dal 7 aprile 1993 al 24 aprile 1995.
Celebrato da tutti i presenti come una figura distintasi per cultura, rigore, pragmatismo e impegno civile. Così lo ricorda l’amico Ortensio Zecchino.
Alcuni candidati dell’ultima compagine pentastellata al Comune di Avellino prendono le distanze dai grillini e si dichiarano pronti a scendere in campo con uno schieramento senza bandiere di partiti.
No alla modifica statutaria e sì a un’azienda speciale di diritto pubblico. Roberto Montefusco, coordinatore provinciale di Sinistra Italiana, in occasione di un incontro, tenutosi presso l’ex Chiesa del Carmine di Avellino, esorta la politica a tener conto della volontà dei cittadini.
Durante la presentazione del libro “La riscossa populista” di Emidio Novi, tenutasi a Napoli presso il centro studi Pietro Golia, si è acceso un interessante dibattito sulla manovra tra Alessandro Sansoni, consigliere nazionale dell’ordine dei giornalisti, e il presidente dello Svimez, Adriano Giannola, che non nasconde il suo scetticismo sulle misure attuate dal Governo.
È arrivata la condanna in primo grado a 5 anni e 6 mesi per l’ex sindacalista Cisl, Antonio Perillo, smascherato da un servizio dell’inviato di Striscia la Notizia, Luca Abete. Coinvolte nel giro di mazzette altre 5 persone ritenute a vario titolo responsabili dei reati di corruzione.
Coinvolto nell’inchiesta sui falsi diplomi anche il funzionario del provveditorato agli studi Ernesto Capone. Le misure cautelari nei confronti di Perillo e Capone creano molto imbarazzo sia all’interno della Cisl sia all’interno del Provveditorato. Infatti, sia il segretario provinciale della Cisl, Mario Melchionna, che il Provveditore agli studi, Rosa Grano, hanno deciso per il momento di chiudersi nel più stretto riserbo.
Melchionna, che aveva già chiarito in altre sedi che il sindacalista Perillo era del tutto estraneo all’organizzazione e che utilizzava abusivamente i locali della sede di via Carlo del Balzo, oggi dichiara di avere cose importanti da fare.
Dagli uffici del Provveditorato invece ci fanno sapere che a loro non è stato ancora notificato niente quindi per il Provveditorato non c’è ancora nessuna sentenza. Fino a quando non avranno dei documenti che attestino la condanna del dipendente, il provveditore Rosa Grano non potrà rilasciare dichiarazioni in merito.
Clint Eastwood porta sul grande schermo il film Il Corriere, la trama s’ispira alla vera storia di Leo Sharp, un novantenne, che per “arrotondare” le sue entrare inizia a lavorare come corriere della droga per i Narcos. L’uomo riesce a svolgere l’attività di trafficante della droga per circa 10 anni.
Cosa spinge Leo ad intraprendere questo rischio, vista la sua età avanzata? La velleità economica verso questo mondo pericoloso o l’ebrezza del pericolo non sono il movente, il suo è semplicemente un bisogno economico. La famiglia dell’uomo vive in ristrettezze e la nipote è prossima alle nozze, questi elementi gli bastano per iniziare il suo viaggio nell’illegalità.
Clint Eastwood, come sappiamo, non vuole solo mostrare allo spettatore la storia di un vecchio uomo che, spinto dal bisogno, scende a compromessi lavorativi illegali. C’è una finalità sovversiva e socialmente critica all’interno de Il Cartello. Il regista ama svelare i paradossi umani, politici e culturali della società del nostro tempo, in particolar modo di quella americana.
Leo Sharp, interpretato da Clint Eastwood, riesce ad eludere per anni i controlli della polizia perché l’ideale del narcotrafficante non si rispecchia certamente in quello di un uomo anziano. La polizia e la collettività in generale sono portati ad immaginare i trafficanti come surrogati di Pablo Escobar.
Il regista, ironicamente e sottilmente, si prende gioco anche degli stereotipi politici: Leo non è un ex hippie estroverso e nostalgico dei suoi tempi andati, è un uomo di poche parole e con la risposta sempre pronta.
Alla fine quando l’uomo si trova a fare i conti con le cose importanti della sua vita, a cui non ha dato il giusto peso, ammette:
Pensavo fosse più importante essere qualcuno da un’altra parte invece del fallimento vero a casa mia. Sono stato un pessimo padre, un pessimo marito. Ho rovinato tutto.
Per scoprire altri dettagli de Il Corriere non vi resta che attendere l’uscita del film, prevista l’8 febbraio!
I fiocchi continuano a scendere nella parte più alta della provincia di Avellino.