redazione

It’s Christmas 2022 a Lapio: il calendario degli eventi dedicato al Natale

La quinta edizione della rassegna “It’s Christmas 2022” è pronta a partire: Lapio diventa protagonista del Natale con un programma ricco di eventi, spettacoli e intrattenimento per grandi e piccini dal 4 Dicembre al 4 Gennaio.

Si parte, come detto, il 4 Dicembre con “La Maledizione dei Potter” a cura di Puck Teatré. La scuola di stregoneria e di magia arriva a Lapio: smistati nelle quattro case di Cervodoro, Lupoverde, Grifonero e Volperossa, gli studenti seguiranno le lezioni di incantesimi e di storia della magia. Un’esperienza straordinaria che farà vivere ai ragazzi le suggestioni e le vite dei loro beniamini. Sulle orme di Harry, Ron ed Hermione, vivremo un pomeriggio emozionante.

In occasione della celebrazione dell’Immacolata, l’8 Dicembre, invece, il rito dell’accensione delle “luminarie” natalizie, particolarmente caro alla tradizione irpina. In Piazza Filangieri musica live e, a sorpresa per i più piccoli, l’arrivo di Babbo Natale.

L’11 Dicembre appuntamento con musica e teatro. A Palazzo Filangieri, a partire dalle 17.30, andrà in scena lo spettacolo “Il Natale di Gatto e Topo” racconto teatralizzato a cura di Puck Teatré. A seguire “Incanto di Natale”, esibizione musicale a cura di Alessia Scozzese.

Domenica 18 Dicembre, invece, la giornata con più eventi in programma, interamente dedicata a tutti coloro che amano il Natale e le tradizioni. Il momento dell’illuminazione del Ponte Principe di Lapio, sarà il culmine di una giornata piena di sorprese all’insegna della cultura e della gastronomia. In concomitanza all’accensione del ponte, sulla tratta ferroviaria del treno storico Irpinia Express che fa tappa a Lapio, ci sarà un suggestivo spettacolo pirotecnico a cura di Fireworks di Ugo Lieto. Un’attività che il comune di Lapio, dato il successo degli anni scorsi, ha voluto ripetere e dedicare agli amanti del Natale.

Per chi desiderasse raggiungere Lapio con il Treno di Natale, l’appuntamento è alle 10.00 da Avellino con arrivo alle 11.30 alla stazione di Lapio.

Alle 12.00 al Palazzo Filangieri è prevista l’accoglienza. A seguire la visita della storica dimora baronale dei Filangieri ricca di affreschi del ‘600 e del ‘700 e la degustazione del Fiano di Lapio. Alle ore 13.30, pranzo libero per degustare la cucina tipica irpina e bere un buon calice di vino. È consigliata la prenotazione presso i ristoranti Calafià, Fattoria Petrillo, Officina del Gusto, Templa Mentis. Per gli amanti degli aperitivi, nel cuore del piccolo borgo, è possibile recarsi da Aperifiano, il posto ideale per degustare un buon bicchiere di Fiano e gustare salumi, formaggi tipici irpini. Dopo pranzo, ad accendere il clima natalizio, il momento dedicato alla visita dei presepi ottocenteschi, al mercatino delle eccellenze (vini docg, miele e olio) e al mercatino della solidarietà (Sette passi per il sorriso, progetto del Dott. Carlo Iannace), nel cortile e nelle cantine del Palazzo Filangieri. A seguire lo Spettacolo di Natale e l’arrivo di Babbo Natale a cui i bambini consegneranno le letterine nell’”Angolo della Posta di Babbo Natale”.

Alle ore 18.00 è previsto il transfer verso il momento topico della giornata: l’illuminazione del Ponte Principe, un fantastico spettacolo di luci a cura dello scenografo Maurizio Iannino, accompagnato dal gioco pirotecnico a cura di Fireworks di Ugo Lieto. Alle 18.45, il trasferimento in stazione e alle 19.00 Partenza per Avellino con arrivo alle 20.00.

L’evento, organizzato dal Comune di Lapio, vede la collaborazione, delle Ferrovie dello Stato e l’associazione in Loco Motivi.
(per prenotazioni Irpinia Express (Il treno di Natale): Valentina Corvigno (InLocoMotivi) 3311085593
Per info e prenotazione sul programma a Lapio: Gilda Carbone 329-3927185, Enrico Lepore 320-3616149)

It’s Christmas a Lapio chiuderà con gli eventi del 29 Dicembre e del 4 Gennaio: “Tombolata di fine anno” per tutti i bambini e “Aspettando la Befana” – Laboratorio di Dolci.

Bach è l’ultimo libro di Pedro Eiras

Bach di Pedro Eiras è composto da quattordici racconti il cui filo conduttore è proprio il compositore tedesco Johann Sebastian Bach e la sua musica, quest’ultima è «il macrotema del libro, a cui si aggiungono vari microtemi: il ricordo di Bach attraverso la lettera della seconda moglie, Anna Magdalena, del 1750, la lettera di Gustav Leonhardt all’amico Nikolaus Harnoncourt del 1973, il montaggio cinematografico di Straub e Huillet nel 1968 (dove Leonhardt ha interpretato Bach), Lisboaleipzig di Maria Gabriela Llansol; il ricordo di Anna Magdalena Bach nella biografia romanzata di Esther Meynell; i dibattiti musicali intrapresi da un gruppo di tecnici del suono newyorkesi; il silenzio della musica durante i viaggi della deportazione, tra cui quello di Etty Hillesum; il tema universale della vita e della morte e l’effetto catartico della musica celebrati nelle varie sezioni.» (da Note al testo e alla traduzione, di Michela Graziani – Università degli Studi di Firenze).

La pubblicazione ha la postfazione di Claudio Trognoni (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”).
Bach di Pedro Eiras

Bach di Pedro Eiras: la trama

Strutturato non in capitoli convenzionali, ma in quattordici sezioni, il libro parla di tutto ciò che ruota attorno alla figura del compositore tedesco: la musica in primis, a cui si aggiungono il ricordo di Bach attraverso la lettera della seconda moglie, Anna Magdalena, del 1750, la lettera di Gustav Leonhardt all’amico Nikolaus del 1973, il montaggio cinematografico di Straub e Huillet nel 1968 (dove Leonhardt ha interpretato Bach), Lisboaleipzig di Maria Gabriela Llansol; il ricordo di Anna Magdalena
Bach nella biografia romanzata di Esther Meynell; i dibattiti musicali intrapresi da un gruppo di tecnici del suono newyorkesi; il silenzio della musica durante i viaggi della deportazione, tra cui quello
di Etty Hillesum; il tema universale della vita e della morte e l’effetto catartico della musica celebrati nelle varie sezioni.
La scrittura fluida, ora di impronta moderna, ora contemporanea, abbinata a un meticoloso e filologico approccio testuale e ad affascinanti intrecci intertestuali, rappresentano la cifra stilistica di Pedro
Eiras che permette al lettore di lasciarsi trasportare in spazi e tempi diversi, solo apparentemente
lontani tra loro.

Vostra Magnificenza, nobilissimi, perenni e colti, saggi e stimatissimi Signori!
Dunque è parso bene all’insondabile disegno e alla volontà del Padre celeste, così sempre misericordioso con noi, di adirarci per una morte tranquilla avvenuta giorni fa, del mio caro marito, direttore di Musica di questa città e Kantor della Scuola di San Tommaso, lasciandomi nella dolorosa condizione della vedovanza; e per questo la tradizione permette, ormai da tempo, che le vedove dei Kantori usufruiscano per sei mesi del trattamento che i mariti ricevevano, in conformità con quanto hanno preso coloro che mi hanno preceduta, come la vedova di Kuhnau, la vedova di Schelle, e prima ancora, molte altre; io vostra fedelissima serva, con la presente supplica, oso chiedere a Vostra Magnificenza, e a voi nobilissimi Signori, che si degnino, in ragione della vostra benevolenza naturale e del vostro compiacimento celebre in tutto il mondo, di concedermi la stessa grazia.

Pedro Eiras: chi è?

Pedro Eiras è Professore di Letteratura Portoghese presso l’Università di Porto e ricercatore presso l’Istituto
di Letteratura Comparata Margarida Losa, dal 2001 è autore di opere di finzione narrativa (Bach, Cartas Reencontradas de Fernando Pessoa, A Cura, O Mapa do Mundo), teatro (Um Forte Cheiro a Maçã, Uma Carta a Cassandra, Um Punhado de Terra, Bela Dona), poesia (Inferno, Purgatório, Paraíso), saggistica (Esquecer Fausto, Tentações, Os Ícones de Andrei, Constelações 1, 2 e 3) e altri testi di più difficile classificazione (Boomerang, Substâncias Perigosas, […], Regras para a Direcção do Espírito), solo per citarne alcuni.
La sua produzione teatrale è stata rappresentata e tradotta in vari paesi europei. Nel 2006 Esquecer Fausto ha ricevuto il premio PEN Clube Português rivolto alla saggistica; nel 2021 Inferno è stato premiato a Vila Real con il prestigioso premio “António Cabral”. Vari libri di Pedro Eiras sono stati pubblicati in Brasile, Francia, Inghilterra, Romania. Bach è il suo primo libro edito in Italia.

Irene Piazzai presenta un repertorio interamente dedicato all’arpa classica

Nell’ultima puntata di “Diario di bordo”, la senigalliese Irene Piazzai presenta un repertorio interamente dedicato all’arpa classica.
Irene Piazzai inizia a suonare l’arpa celtica all’età di 6 anni con il M° Lucia Galli, per poi proseguire gli studi di arpa classica al Conservatorio Rossini di Pesaro ed al Conservatorio Marenzo di Brescia dove si laurea con Anna Loro.

Irene Piazzai

Il cuore della sua vita professionale si svolge principalmente nel mondo orchestrale, che considera il suo “habitat naturale”.

Collabora regolarmente con importanti orchestre, esibendosi in prestigiose sale da concerto in Italia e all’estero e suonando con direttori e solisti di fama internazionale.
Vincitrice di numerosi concorsi nazionali e internazionali, affianca, al lavoro in orchestra, un’intensa attività solistica e cameristica, esibendosi in varie formazioni di musica da camera.

A “Diario di bordo” esegue brani che vanno da Bach a Hindemith a Fauré, da Spohr a Bonamici a Rossini, in un programma che percorre il filo conduttore della femminilità, tra esecuzioni su arpa classica ed interviste condotte da Matteo Moretti.
“Diario di bordo” è visibile sul canale YouTube dell’Astronave Recording Studios.

Ci vuole orecchio è un viaggio nel mondo musicale di Enzo Jannacci

Venerdi 2 dicembre, e in replica sabato 3 e domenica 4 dicembre va in scena “Ci vuole orecchio”, un viaggio nel mondo musicale del cantante-chirurgo milanese Enzo Jannacci.
Protagonista un altro milanese doc Elio (voce della storica band Elio e Le Storie Tese) che canta e recita il “poetastro”, come amava definirsi.
Con la regia, e drammaturgia, di Giorgio Gallione e gli arrangiamenti musicali di Paolo Silvestri, in scena ad accompagnare Elio troviamo: Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono e Giulio Tullio al trombone.
Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, è stato il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, è riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente.
Enzo Jannacci è anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale.
“Roba minima”, diceva Jannacci: barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi capelli o telegrafisti dal cuore urgente. 
Un Buster Keaton della canzone, nato dalle parti di Lambrate, che verrà rivisitato, reinterpretato e “ricantato” da Elio
Sul palco, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione, troveremo assieme a Elio cinque musicisti, i suoi stravaganti compagni di viaggio, che formeranno un’insolita e bizzarra carovana sonora.
A loro toccherà il compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, di “schizzo” Jannacci. Da Umberto Eco a Dario Fo, da Francesco Piccolo a Marco Presta, a Michele Serra. 
Uno spettacolo giocoso e profondo perché “chi non ride non è una persona seria”.
Ci vuole orecchio di Giorgio Gallione al Teatro Cilea
Uno spettacolo un po’ circo un po’ teatro canzone, dove una band di cinque musicisti, grazie agli arrangiamenti di Paolo Silvestri, permetterà ad Elio, filosofo assurdista e performer eccentrico, di surfare sul repertorio dell’amato Jannacci, nume tutelare e padre putativo di quella parte della storica canzone d’autore che mai si è vergognata delle gioie della lingua e del pensiero o dello sberleffo libertario, e che considera il Comico, anche in musica, non come un ingrediente ciecamente spensierato ma piuttosto un potente strumento dello spirito di negazione, del pensiero divergente che distrugge il vecchio e prepara al nuovo. Sovversione del senso comune, mondo alla rovescia, ludica aggressione alla noia e ai linguaggi standardizzati e che, contemporaneamente, non teme di creare disagio o generare dubbi.
Dichiara Elio:
Ci vuole orecchio” non è un omaggio, ma una ricostruzione di quel suo mondo di nonsense, comico e struggente (…)
È un viaggio dentro le epoche di Jannacci, perché non è stato sempre uguale: tra i brani c’è La luna è una lampadina, L’Armando, El purtava i scarp del tennis, canzoni che rido mentre le canto. Ne farò alcune snobbate, Parlare con i limoni, Quando il sipario calerà. Perché c’è Jannacci comico e quello che ti spezza il cuore di Vincenzina o Giovanni telegrafista, risate e drammi. Come è la vita: imperfetta. E nessuno meglio di chi abita nel nostro paese lo sa.
Così, nel panorama infinito delle figure che abitano l’universo Enzo Jannacci trovano posto anche personaggi dolenti, clown tristi e inadeguati che spesso inciampano nella vita. Lo spettacolo sarà perciò un viaggio in questo pantheon teatralissimo, dove per vivere “ci vuole orecchio” e dove, da saltimbanchi si vive e si muore… Opla!

Violenza di genere: una questione non solo di donne

Conoscere criticamente il presente per affrontare con maggiore consapevolezza il futuro: è con questo intento che l’IPSEOA ‘Manlio Rossi-Doria’ di Avellino ha organizzato il convegno ‘Violenza di genere: una questione non solo di donne’, offrendo il proprio contributo alla ‘Giornata internazionale contro la violenza sulle donne’.

L’appuntamento è fissato per venerdì 25 novembre, alle ore 16:00 presso l’Atelier HoReCa della sede centrale dell’istituto, in via Visconti. Al confronto, che sarà coordinato dalla dirigente scolastica Maria Teresa Cipriano, parteciperanno il Maresciallo Capo Francesca Bocchino, in servizio presso il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino, e la sociologa Marina Marinari, referente anti violenza di genere presso il consorzio Valle dell’Irno.

Violenza di genere

Sul senso e sul valore del loro contributo interviene la professoressa Monica Aprea, referente per gli eventi: ‘La scuola deve fare la propria parte affinché le azioni di prevenzione alla violenza di genere possano essere sempre più consapevoli e concrete.

Gli interventi di due personalità impegnate su versanti proficuamente complementari ci aiuteranno a comprendere quanto sia importante, per i nostri giovani e le loro famiglie, fare rete con le istituzioni e la società civile’. I partecipanti al convegno potranno anche visitare la mostra fotografica allestita sul tema dalla comunità scolastica.

Terre mosse e rimosse al Circolo del Nuoto di Avellino

Terre mosse e rimosse. Il Circolo del Nuoto di Avellino, dal 23 al 25 novembre, ricorda il terremoto del 23 novembre 1980 con la mostra fotografica Quaranta e non vederli di Luca Daniele (in esposizione per 3 giorni), la presentazione del volume Quaranta e non vederli di Luca Daniele (a cura di Antonello Plati) e la proiezione del docufilm La legge del terremoto di Alessandro Preziosi.

Una «tre giorni» per ricordare il terremoto del 23 novembre 1980. Terre mosse e rimosse, dal 23 al 25 novembre, al Circolo del Nuoto di Avellino sarà un’occasione di confronto sulla questione irrisolta del sisma del 1980. Mercoledì 23 novembre, alle 19, il primo appuntamento con la presentazione del libro fotografico di Luca Daniele, Quaranta e non vederli (2021, De Angelis Art, 120 pag.) e con l’inaugurazione dell’omonima mostra fotografica. Moderati da Gianni Colucci (giornalista de Il Mattino), interverranno Mario Fabbroni (giornalista de Il Messaggero), Marina Brancato (antropologa), Luca Sessa (economista), Francesco Della Calce (critico cinematografico), Michela Mancusi (membro della Commissione cinema ministeriale), Antonello Plati (giornalista, collaboratore de Il Mattino) e Luca Daniele (fotografo documentarista). Introdurranno i lavori Giovanni Porcelli, presidente del Circolo del Nuoto di Avellino, e Marcello Sfera, consigliere del Circolo del Nuoto di Avellino. Mentre la mostra fotografica sarà visitabile anche giovedì 24 novembre, il giorno dopo, venerdì 25 novembre, alle 19, 30, è in programma la proiezione del docufilm La legge del terremoto dell’attore e regista avellinese Alessandro Preziosi.

Terre mosse e rimosse al Circolo del Nuoto di Avellino

Spiega Michela Mancusi:

C’è una condizione di sospensione irremovibile che il terremoto trascina insieme alle sue macerie.

Il “terremoto dentro”, residuale, silenzioso e dolente, rimosso e taciuto. Non è la scossa, non è la paura, non sono quei novanti secondi di sgomento e distruzione.  Ma è la traccia profonda che il sisma ha impresso nel tessuto identitario di ognuno di noi finendo per plasmare il nostro stare al mondo, determinando talvolta l’attaccamento morboso alle radici.

Un sentimento sedimentato nella memoria della terra genitrice che ha a che fare con la ferita mai sanata, con un’improvvisa eclissi di tristezza, con quel senso di fragilità e perdizione che attraversa il nostro vissuto e fa di noi dei cittadini mai riconciliati, mai pacificati con il passato e il presente, fa di noi dei terremotati invisibili.

Ecco perché “Terre mosse e rimosse” non celebra una ricorrenza ma racconta il terremoto che non si vuol vedere a partire dalla mostra Quaranta anni e non vederli le cui fotografie rappresentano la necessità di guardare negli occhi una realtà non lontana eppure drammaticamente ferma e non dissimile dalla rappresentazione mediatica di quaranta anni fa. Negli scatti di Luca Daniele non c’è solo la denuncia ma anche il ritratto di un’umanità luminosa raccontata nel quotidiano. La fotografia degli autori nel suo ruolo documentaristico e nel valore sociale è sempre pervasa da un irrinunciabile rispetto per la verità coltivato mettendosi entrambi al servizio delle storie raccontate, chi con la scrittura, chi con lo sguardo.

Il docufilm di Preziosi, invece, è un viaggio visivo, storico, ma soprattutto emotivo dentro uno dei cuori della storia fisica e psichica del nostro paese, i terremoti, appunto. Se l’Italia è un corpo, il terremoto è un colpo al cuore. Preziosi, interprete amato delle nostre scene che cura regia e dà voce e presenza d’attore al film, è stato giovanissimo testimone del sisma in Irpinia, nel 1980. Il suo viaggio ci porta nel Belìce, colpito nel 1968, poi in Friuli, ad Assisi, l’Aquila, Amatrice. Sismi, ma anche esperienze, umanità, ricostruzioni. Insieme a straordinari documenti d’archivio (tra gli altri dell’Archivio Luce, delle Teche Rai, dei Vigili del Fuoco), testimonianze d’eccezione e toccanti (come quelle di Erri De Luca, Francesco Merlo, Giulio Sapelli, Vittorio Sgarbi, Mario Cucinella, Pierluigi Bersani, Angelo Borrelli, Grazia Francescato), passaggi e riprese in luoghi di forte valenza simbolica come il cretto di Gibellina eternato dal genio di Alberto Burri, e uno sguardo sofisticato e insieme commosso, il film disegna una mappa sorprendente di qualcosa che ci tocca da sempre, nel profondo.

E proprio oggi, mentre fronteggiamo altre drammatiche emergenze, evocare che cosa ha significato e cosa significhi il terremoto dell’Irpinia, testimoniare il disagio e la rabbia, ma anche la forza e l’ostinazione, con l’immediatezza delle immagini del presente può fornirci importanti indicazioni per guardare al futuro con maggiore consapevolezza e aiutarci a mettere radici senza rimuovere le ali.

Ritornano le visite teatralizzate al Teatro San Ferdinando

Ritorna al San Ferdinando la performance itinerante tra apparizioni, citazioni e fantasie per far vivere e raccontare il Teatro San Ferdinando dal 26 novembre al 18 dicembre

Con gli attori diplomati alla Scuola del Teatro di Napoli, Triennio 2019 -2021:
Pasquale Aprile, Francesca Cercola, Chiara Cucca, Matteo De Luca, Valentina Di Leva, Manuel Di Martino, Miriam Della Corte, Enrico Disegni, Giulia Ercolini, Eleonora Fardella, Angelica Greco, Valentina Martiniello, Simone Miglietta, Gianluigi Montagnaro, Gianni Nardone, Giulia Piscitelli,
Federico Siano, Salvatore Testa, Antonio Turco.

Un percorso, inedito e originale, per raccontare e far scoprire il Teatro San Ferdinando coinvolgendo i diversi spazi, dal Foyer al sotto palco, fino al camerino di Eduardo. Una vera e propria performance artistica itinerante che parta dai luoghi per raccontare il rapporto inscindibile che lega il teatro San Ferdinando, il suo fondatore Eduardo e la città.
L’itinerario prevede anche la visita dell’esposizione permanente dedicata all’Attore Napoletano; un vero e proprio museo, allestito e curato da Giulio Baffi, che racconta la storia del teatro dal café-chantant all’avanspettacolo, dalla sceneggiata alla commedia fino al teatro sperimentale d’avanguardia attraverso circa 400 cimeli come fotografie d’epoca, manoscritti di Eduardo De Filippo, copioni di Antonio Petito, materiali, costumi e oggetti di scena attinti da collezioni private e appartenuti ad autori-attori del leggendario mondo teatrale napoletano: la mantellina di Pupella Maggio, una giacca di scena di Massimo Troisi, uno smoking e un paio di occhiali autentici di Peppino De Filippo, oggetti di Titina De Filippo, Nino Taranto, Luisa Conte, Isa Danieli, Lina Sastri, Concetta Barra, Mario Merola e tanti altri.

Antonello Cossia afferma:

Esistono luoghi in particolare in cui l’energia delle persone che li ha attraversati nel tempo, vi resta imprigionata, impregnata nelle mura, donando a quegli spazi una particolare atmosfera intensa, rendendoli elettrici e carichi di suggestioni.
Il teatro più di ogni altro spazio architettonico è quello che più contiene in sé l’idea di questa magia della sospensione, della sensazione che il tempo sia fermo seppure in continuo movimento e progressione…

le visite teatralizzate al Teatro San Ferdinando

Teatro San Ferdinando: calendario prossime visite

sabato 26 novembre: ore 11 e 12,15
sabato 3 dicembre ore 11 e 12,15
domenica 4 dicembre ore 11
sabato 10 dicembre ore 12,15
domenica 11 dicembre ore 11
sabato 17 dicembre ore 11 e 12,15
domenica 18 dicembre ore 11

“6.9”è la performance artistica di Andrea Matarazzo

In occasione dell’anniversario del terremoto che colpì l’Irpinia il 23 novembre 1980, Laika project proporrà alla città di Atripalda “6.9”, una performance artistica di Andrea Matarazzo. L’artista riprodurrà in modo originale quei tragici novanta secondi utilizzando un carboncino che si consuma sulla carta per l’intera durata del terremoto. Il foglio bianco, quindi, si trasformerà nel medium che connette terra e foglio, come un sismografo.

L’emozionante evento – patrocinato dal Comune di Atripalda e reso possibile anche grazie alla collaborazione del Collettivo Amataria e di Mood Records Srl – si svolgerà il 23 novembre, alle ore 19:34, a Piazza Di Donato (alle spalle della cattedrale di Sant’Ippolisto).

"6.9"è la performance artistica di Andrea Matarazzo

Andrea Matarazzo: chi è?

Andrea Matarazzo è incisore e performer. Dopo il Diploma Accademico di II livello in Grafica d’Arte, partecipa a numerosi premi di grafica e incisione, come il Premio Nazionale delle Arti di Torino, la XIII Biennale di Grafica e Arti di Castelleone e il III Concorso Xilografia Ugo Maffi Città di Lodi. È tra i vincitori della terza edizione de “I giardini di Via Caravaggio” allo YAG Garage di Pescara. Dal 2019 è membro del collettivo Regno di Amataria insieme ad altri artisti e performer irpini.

L’ultimo abbraccio di Gian Ettore Gassani

L’ultimo abbraccio di Gian Ettore Gassani da martedì 22 novembre in libreria!

Dimitri Wozniak a cinquantotto anni è un uomo solo che vive giornate troppo lunghe a Pozen, una cittadina dal nome immaginario sulle sponde del Dnipro. Il 22 dicembre 1987 riceve una lettera dall’amata sorella Maria, che vive a Vladivostok e che non vede da trent’anni. All’interno della busta trova una piccola foto in bianco e nero che li ritrae insieme, adolescente lui e bambina lei, sorridenti. È l’unica immagine della sua vita “prima”, della sua vita felice.

Tutto il resto è andato perduto. È qui che inizia l’epifania di Dimitri: una rassegna di ricordi che parte nel lontano 1940, anno della scomparsa dei genitori e della segregazione nell’internat, l’orfanotrofio, con la sorellina, per arrivare fino al tempo presente.

Quel luogo tornerà prepotentemente nel suo quotidiano, insieme a una quercia magica capace di unire i destini dell’adulto Dimitri e di cinque orfanelli incontrati sulla lunga e tortuosa strada che è la vita.

L’ultimo abbraccio di Gian Ettore Gassani

Gian Ettore Gassani è un avvocato cassazionista con studi a Milano e Roma, presidente nazionale dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, esperto di Diritto delle relazioni familiari, Diritto internazionale della famiglia e Diritto penale della famiglia. È autore di testi tecnici e dei saggi Dietro un uomoI Perplessi SposiVi dichiaro divorziati, C’eravamo tanto armati e La guerra dei Rossi. È opinionista televisivo e delle maggiori testate nazionali.

Slevin Flow è il nuovo Ep del rapper Layz

Slevin Flow, il nuovo Ep del rapper Layz disponibile dall’11 novembre, arriva a seguito del disco “Lazzaro” (2021) e del rilascio di una serie di singoli nel corso del 2022, alcuni dei quali entrati in rotazione radiofonica anche su RTL Bro & Sis e Radio 2 Indie.

Il titolo dell’EP, un lavoro di 6 tracce che nasce dalla passione di Layz per il Cinema, deriva dal nome del personaggio del film “Slevin – Patto Criminale” che viene citato anche nella traccia intro “Shmoo”, singolo che accompagna l’intera release.

Il videoclip del brano, per la regia di Daniel Mercatali (SC Movie Production), che si apre con l’artista che sta guardando il film “Patto Criminale”, è girato in un limbo bianco in cui il rapper si diverte a giocare con i vari oggetti che vengono citati all’interno del pezzo.

Ogni traccia che va a comporre “Slevin Flow” è ispirata ad un film diverso in cui le esperienze dell’artista si mescolano con alcuni fatti o personaggi del film a cui fa riferimento creando un unico disegno dalle tinte surreali e a tratti ironiche.

Un viaggio immaginifico attraverso incubi e città fantasma avvolte nella nebbia che porterà Layz a confrontarsi con quel disagio dilagante dato da aspettative deluse, follia, disperazione e da una vita che rischia di diventare sempre più uguale a se stessa. L’artista lascia però intravedere una speranza: é sempre possibile cambiare le cose a partire dall’interno, in una modalità apparentemente silenziosa, invece di arrendersi ad un destino segnato dalla monotonia e dalle abitudini.

Dal punto di vista del sound, ogni canzone vive sul proprio pianeta, legato al film a cui è ispirata. L’ep spazia in una vastità di influenze rimanendo comunque fedele al suo genere: basi oniriche e rarefatte si uniscono a suoni contemporanei con batterie di chiaro stampo Trap come in “Shmoo”, per esplorare suoni più classici e crudi, fino a melodie che strizzano l’occhio al pop come in “Che finale”, la traccia che chiude il lavoro.

Slevin Flow è il nuovo Ep del rapper Layz

“Slevin Flow” Traccia per traccia:

1 – “Shmoo

E’ la traccia intro dell’EP in cui ogni barra cita un film diverso. Il titolo è ispirato al personaggio immaginario del film “Slevin – Patto criminale” che dà il nome all’Ep stesso. Lo Shmoo è un creatura in grado di assumere qualunque sapore ogni uomo desideri. Layz crea, in maniera ironica, il parallelismo tra lo Shmoo e il mercato discografico che richiede ad ogni artista di assumere il “gusto” desiderato dalle persone. La traccia è prodotta da KD-ONE.

2 – “Dentro me

Dentro me” è ispirata al film d’animazione Nightmare Before Christmas. L’artista descrive un disagio dilagante e crescente nella città in cui è nato, dove ogni cosa è sempre uguale a se stessa e gli stimoli vengono meno. Alla base il desiderio di cambiare aria, di vivere nuovi posti e di conoscere persone e abitudini nuove, così come “Jack”, protagonista del film sopracitato. La traccia è prodotta da AREL BEATS.

3 – “Disturbato

La terza traccia prende ispirazione da Silent Hill. Layz ha dichiarato poi di essersi ispirato più al gioco che al film che, secondo l’artista, non è altro che la metafora delle nostre paure più recondite, consapevolezza sulla quale gira l’intera canzone.

Nel brano Layz descrive nei minimi particolari un incubo che lo vede protagonista in una città deserta e nebbiosa, proprio come quella del videogioco. La traccia è prodotta da KD-ONE.

4 – “V

V” è la traccia “politica” dell’EP. Il testo descrive fedelmente il film “V per Vendetta” con i momenti e le frasi più significative, andando a creare un parallelismo con la società odierna che, secondo Layz, è molto vicino a quello che viene descritto nell’opera di Alan Moore. Questa traccia è prodotta da PROMO L’INVERSO.

5 – “Leonardo Notte

Leonardo Notte” è la traccia con i suoni più vicini a quelli che sono in voga in questo momento nel mercato del rap. Nonostante questo, il rapper non rinuncia al suo stile e al suo modo di stare sopra alla base. Il titolo del brano è il nome del protagonista della serie 1992, 1993 e 1994 un personaggio che fa le sue “mosse” restando nell’ombra e influenzando la situazione dall’interno, allo stesso modo in cui Layz si approccia al rap.
La traccia è ancora una volta prodotta da KD-ONE.

6 – “Che Finale

Che Finale” è la canzone più pop dell’intero progetto con il titolo che gioca anche sul fatto che si tratta dell’ultima traccia dell’EP. Ispirato al libro e al film “Io Non Ho Paura”, Layz descrive l’inizio e la fine delle cose, di come per paura di affrontare un’esperienza, o che un rapporto possa finire non si intraprendono alcune strade, rinunciando molto spesso a opportunità di crescita. Anche questa produzione è affidata a KD-ONE.
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