redazione

Torna a Pavia il Mercatino del Ri-Uso

Torna a Pavia il Mercatino del Ri-Uso Nuova Vita alle Cose: ancora grande successo e “tutto esaurito” per l’appuntamento con il vintage e con gli oggetti in cerca di una seconda vita in programma domenica 15 Maggio a partire dalle 10:00 in via dei Mille 102.

Itinerante per natura, il Mercatino del Ri-Uso questa volta ha scelto di materializzarsi dalle 10.00 alle 18.00 nel  giardino della Chiesa di Santa Maria in Betlem a Pavia, in Borgo Ticino. Il giardino si animerà di bancarelle, di colori e di forme, di  oggetti che i cittadini metteranno in vendita, portandoli direttamente dalle loro case alle bancarelle del mercatino dell’usato. Una manifestazione che diventa vetrina per tutti quegli oggetti di cui le persone si liberano per fare spazio in casa, oggetti che riacquistano valore e scopo in un nuovo contesto.

La manifestazione nasce dall’esigenza di rimettere in circolo oggetti ancora in buone condizioni, che magari non ci servono più ma che possono trovare una seconda vita nelle case di altre persone.

Un progetto perché nulla vada perduto ed una iniziativa che ha registrato un grande successo, promuovendo le buone pratiche della cultura del riuso e della filosofia anti-spreco delle 3 R: Riduco, Riuso e Riciclo per salvaguardare l’ambiente e pensare a come si può riutilizzare un prodotto invece che buttarlo via.

Organizzato dall’ Associazione Arca di Noè,  l’evento vede la collaborazione dell’associazione La Stravaganza Onlus e del Comitato MeiStòInBurgh.

Mercatino del Ri-Uso Nuova Vita alle Cose

Mercatino del Ri-Uso Nuova Vita alle Cose

Gli organizzatori hanno previsto un servizio bar e ristoro attivo per tutta la giornata. In programma, inoltre, laboratori corporei, letture poetiche, sonate al pianoforte e laboratori di giocoleria e ri-uso per i più piccoli a cura dell’associazione La Stravaganza Onlus.

Mercatino del Ri-Uso Nuova Vita alle Cose

Mercatino del Ri-Uso Nuova Vita alle Cose

Chiesa di Santa Maria in Betlem: informazioni

Una giornata insieme nel nome dell’economia circolare che dà anche la possibilità a molti di scoprire un gioiello dell’architettura romanica: la Chiesa di Santa Maria in Betlem risale al XII secolo e già dal nome ricorda la vocazione all’accoglienza dei viaggiatori diretti in Terra Santa.

Posta sulla via Francigena, è caratterizzata da una facciata di mattoni rossi decorata da un elegante intreccio di archetti. Il duplice cromatismo del cotto e della pietra arenaria si può vedere in particolare nel portale, fantasiosamente decorato con le figure animali del bestiario medievale e con tralci di vite.

Le stelle scolpite sui battenti del portone richiamano la Madonna della Stella, la cui statua è presente all’interno della chiesa, e la leggenda della sua apparizione e del miracolo da lei compiuto a beneficio di un marinaio che prestava servizio su una nave da carico che risaliva il Po verso Pavia.

La mia origine è il primo Ep di Riccardo Selci

Dopo aver lanciato il primo singolo “Giganti”, brano presente nelle classifiche indipendenti radiofoniche, ecco in tutti gli store digitali l’Ep “La mia origine”, (Etichetta RESET Label), progetto discografico che contiene le prime quattro canzoni scritte dal cantautore.

La track list è composta da Saperti felice, Giganti, La mia origine, Un anno.

Tutti i brani dell’Ep, hanno un filo conduttore, il bisogno di raccontare e condividere le proprie emozioni ed esperienze attraverso la musica.

Riccardo Selci spiega:

Io racconto delle storie con semplicità e sincerità, per un fuoco che sento ardere dentro ed il lancio di questo Ep è importante per me. Il momento musicale in cui viviamo ha un po’ dimenticato lo stile asciutto ed introspettivo del cantautorato italiano, anche se non mancano delle eccezioni illustri. Sarebbe bello per me contribuire alla riscoperta di questo linguaggio intimo e profondo, che tanto ha dato alla canzone italiana e ai cuori di molte persone. La riuscita ed il successo dell’Ep La mia origine sarebbero per me un incoraggiamento per continuare a raccontare le mie, le nostre storie.

Dopo la gioventù, l’intensità della vita familiare e lavorativa aveva ridimensionato lo spazio dedicato alla musica, pur continuando a suonare col mio gruppo e ascoltando, anche in famiglia, fiumi di musica. Poi in seguito alla scomparsa di mio padre e dopo il primo lockdown, in me si è acceso qualcosa che mi ha dato un nuovo impulso, inducendomi a realizzare questo lavoro.

L’Ep contiene 4 pezzi, ma ne ho scritti tanti altri e sto continuando a scrivere, quindi questo progetto è un test per capire se la mia musica piace. In questo senso quello dell’Ep sembrava essere il giusto formato editoriale. Sono pezzi che parlano della mia storia passata e presente, in cui sono cantati alcuni tra gli affetti più grandi della mia vita.

La mia origine è il primo Ep di Riccardo Selci

Riccardo Selci: biografia

Riccardo nasce a Pesaro nel 1975, dove tutt’ora vive e lavora, conducendo l’azienda metalmeccanica di famiglia.

Sposato con Mara dal 2004, ha cinque figli e vive la passione per la musica dall’adolescenza. Canta e suona la chitarra in un gruppo rock che si esibisce nei locali della zona e con loro scrive alcuni brani. Nel 2019, dopo la perdita di suo padre, Riccardo inizia, nella maturità dei suoi anni e delle sue emozioni, a raccontarsi senza pudore, scrivendo canzoni per sé.

Da qui il desiderio di diffonderle e, confidando che possano incontrare un pubblico che si riconosca nelle sue parole, avvia il progetto del suo primo Ep La mia origine uscito il 6 maggio 2022.

Stanislavskij vita, opere e metodo di Fausto Malcovati

Attore, regista, teorico e docente, Stanislavskij rivoluzionò lo spettacolo teatrale del Novecento.

Dalle innovative regie del teatro di Čechov alla creazione con Nemirovič-Dančenko del Teatro d’Arte, fu il capostipite della nuova scuola russa che ebbe poi molta fortuna anche in Occidente.

Come teorico e docente (tra i suoi allievi illustri Mejerchol’d) ideò un proprio metodo attoriale in cui la naturalezza e la verosimiglianza nella recitazione, necessari imperativi per l’attore, passano attraverso «un processo graduale e consequenziale di assimilazione e consolidamento della linea trasversale del personaggio» interpretato.

Il presente volume costituisce non soltanto una valida panoramica introduttiva delle opere e delle teorie di Stanislavskij, ma anche un ritratto umano del grande regista russo.

Stanislavskij vita, opere e metodo di Fausto Malcovati

Fausto Malcovati: chi è?

È docente di Lingua e Letteratura Russa all’Università di Milano, traduttore e critico teatrale, e uno dei massimi esperti di teatro e cultura russa.

Oltre ad aver tradotto tutto il teatro di Čechov e ad aver lavorato sugli scritti teorici dei principali maestri della regia, quali Stanislavskij, Mejerchol’d e Vachtangov, si è occupato di simbolismo russo, in particolare nelle opere di Vjaceslav Ivanov e di Valerij Brjusov, e della narrativa russa della seconda metà dell’Ottocento, con monografie e saggi dedicati a Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj.

Nel 2016 vince il premio Ubu per il valore della sua ricerca.

Assemblea dei soci, l’Ameir guarda al futuro

Staff medico, referenti scientifici, volontari, soci, tutti insieme per avviare la campagna di tesseramento, ma soprattutto per programmare e promuovere nuove iniziative sanitarie e di formazione, oltre alle consuete attività di prevenzione e diagnosi precoce delle malattie della tiroide da realizzarsi sul territorio.

Si è recentemente tenuta, presso la sala convegni della Misericordia di Avellino, l’annuale assemblea degli iscritti all’Ameir, l’Associazione malati endocrini irpina, presieduta dall’endocrinologo Fiore Carpenito.

Nel coso dell’incontro, i soci dell’Ameir hanno all’unanimità approvato il bilancio consuntivo dell’anno 2021 e quello preventivo del 2022, fissando anche il regolamento per il tesseramento per l’anno in corso.

A coadiuvare il lavoro del presidente Carpenito ci saranno gli altri componenti dell’Organo di amministrazione dell’associazione: il vicepresidente, nonché responsabile dei rapporti con Enti e Istituzioni, Emilio Capriolo, la segretaria Angela Genua, la responsabile dei rapporti con l’universo femminile Lina Nigro, la co-responsabile dei rapporti con l’universo femminile Elvira Festa, il responsabile dell’organizzazione eventi Felice Leone, il collaboratore dell’Operatore locale di progetto del Servizio civile Paolo Magno, il coordinatore dell’Organo di amministrazione Francesco Pagliuca e la responsabile del Web e dei rapporti con il mondo giovanile Antonella Grillo.

L’Ameir attualmente sta portando avanti un importante progetto di screening sanitario, con l’effettuazione di una capillare e approfondita indagine epidemiologica in Irpinia nei paesi situati nella Valle del Sabato. Poi, a breve, l’associazione realizzerà, come ogni anno, una serie di eventi in concomitanza della Settimana Mondiale della Tiroide. Inoltre è in programmazione un fitto calendario di incontri di formazione e di informazione sanitaria, che si svolgeranno nelle scuole della provincia.

Per ogni tipo di informazione, gli interessati possono consultare il sito Internet www.ameirodv.it o collegarsi alla pagina Facebook.

YKO torna ad emozionare con In The Name

Dopo aver calcato i più importanti palchi d’Europa, Russia e Regno Unito come opening act di band di fama internazionale tra cui Evanescence, Disturbed e Vanilla Sky, il cantautore campano dall’animo multietnico YKO torna ad emozionare con “In The Name”, il suo nuovo singolo.

Scritto da Giacomo Bove e arrangiato dallo stesso interprete, il brano è una suggestiva e commovente catarsi musicale, avvalorata dall’intensità emozionale di una vocalità inconfondibile che accarezza anima e cuore per risvegliare la mappa sensoriale insita in ciascuno di noi, con l’intento di condurci ad una maggior consapevolezza, alla presa di coscienza, reale e sincera, del nostro ruolo nel mondo, scardinando gli alibi e i pretesti dietro cui ci nascondiamo per sfuggire ed evitare di far fronte alle nostre responsabilità.

Una deflagrazione interiore che, mediante la minuzia e la finezza di un testo saturo di poesia, tramuta un urlo silenzioso in un boato condiviso, capace di scuotere le coscienze per ricordarci che la tendenza umana a giustificare ogni atto di violenza, fisica, psicologica, ambientale, è solamente la vile maschera dietro cui si cela l’agire di ciascuno di noi prima che si identifichi in condotta collettiva, quell’insieme di comportamenti sociali contro cui siamo soliti puntare il dito, elidendo dalla traiettoria incriminata il nostro stesso operato quotidiano.

Attraverso un’ineccepibile analogia tra il combattere per il desiderio di farlo, quella sete di potere insita da sempre nell’uomo, e l’attribuire la propria attitude oscura e malvagia in nome di una causa più grande – «maybe I’m going in God’s reign, just ‘couse I’ve killed in God’s name» («forse andrò nel regno di Dio, solo perché ho ucciso in nome di Dio») -, YKO pone in raffronto l’inclinazione personale all’azione di facciata, scandagliando le dinamiche in cui ci rifugiamo anziché riconoscere le falle delle nostre scelte, evidenziando il triste, ma fortemente realistico, spaccato in cui ogni essere umano predilige raccontare a se stesso ciò che lo distoglie da colpe e peccati, anziché guardare dritta in faccia e affrontare la propria condizione, da sempre in bilico da tra luce e ombra.

YKO In The Name

YKO In The Name

Una denuncia in musica, ma al tempo stesso uno stand-by spazio-tempo, il sollievo dal mondo di cui mente e corpo necessitano per ricongiungersi alla loro vera essenza, come lo stesso YKO spiega:

In The Name è la trasposizione musicale di ogni scusa, di ogni attenuante, che l’essere umano utilizza da sempre per giustificare qualsiasi atto di violenza. È un grido silente di protesta verso ciò che l’uomo prova a distruggere ogni giorno, ma al contempo si pone come una sorta di catarsi, di purificazione, per consentirci di ricongiungerci alla parte più ancestrale di noi.

Come la preservante calma delle onde del mare può smuovere una roccia e modificarne linee e tratti, allo stesso modo, “In The Name” è un pacato ma viscerale flusso di pensieri, emozioni e sentimenti, che si staglia nel profondo dell’ascoltatore sin dalle prime note, per giungere ad una dimensione ancora più intrinseca e modificarne azioni, atteggiamenti e comportamenti.

Conclude YKO:

In The Name è la mano insanguinata di un soldato che stringe l’erba per l’ultima volta tra le grida e il dolore. È l’esitazione della mano che affonda il ferro nella carne. È il rumore di mille passi nel fango che schizza fino alla faccia. È il suono che fanno i sovrani quando cadono e gli dei quando crollano.

Un pezzo in grado di sfiorare e travolgere le corde più intime del sentire umano, consentendo una totale immersione nelle proprie azioni, nel proprio modo di pensare, vedere, percepire e conseguentemente agire, in un face to face potentissimo con il giudizio più crudo e diretto di tutti, quello che la parte più incontaminata di noi dà ad ogni altro frammento della nostra anima.

“In The Name”, riconferma la caratura artistica di YKO, un cantautore sensibile e intensissimo, le cui release si distanziano da categorizzazioni ed etichette, per abbracciare il suggestivo e armonico intreccio di sonorità Irish, country e folk-rock, capace di evidenziare una cifra stilistica fortemente identificativa, che sa coniugare tutte le innumerevoli influenze musicali del suo autore in un patchwork unico e originale. Un tuffo nell’oceano dei sentimenti, un meraviglioso viaggio introspettivo tra cadute, risalite e la speranza di ritrovare quello che eravamo, per costruire, giorno dopo giorno, quello che saremo.

YKO

YKO

YKO: biografia

YKO, pseudonimo di Enrico Bellotta, è un cantautore, musicista e compositore campano classe 1985. Affascinato dall’unione indissolubile di note e parole, muove i suoi primi passi nel mondo della musica sin da piccolo, prendendo parte a diverse formazioni, tra cui i Fireyed e i Belly Bluster, band con le quali acquisisce e sviluppa un’incredibile padronanza della sua vocalità, intensa ed incisiva, oltre che una presenza scenica unica e inconfondibile.

Nel 2015, con i Fall Has Come, calca i più importanti palchi europei, dalla Scozia alla Spagna, passando per l’Austria, l’Ucraina e la Romania, sfiorando ed emozionando anche le platee russe e quelle del Regno Unito, in qualità di opining act di artisti di fama internazionale come gli Evanescence, i Disturbed, i Yellowcard, i Kongos, i Vanilla Sky e i Tigertailz.

Quattro anni dopo, nel 2019, dà il via al suo progetto solista sotto il nome di YKO, iniziando a comporre brani originali e lontani da classificazione di genere e trend; un suggestivo e armonico intreccio di sonorità Irish, country e folk-rock, evidenziando una cifra stilistica fortemente personale, in grado di coniugare tutte le sue innumerevoli influenze, assorbite nel corso degli anni.

Le release di YKO sono un tuffo nell’oceano dei sentimenti, un meraviglioso viaggio introspettivo tra cadute, risalite e la speranza di ritrovare quello che eravamo, per costruire, giorno dopo giorno, quello che saremo.

Anno bisestile è il nuovo singolo di Carmine Cristallo Scalzi

Anno bisestile è il nuovo singolo del poliedrico artista Carmine Cristallo Scalzi, una ballad dalle tinte pop che ci accompagna, attraverso un testo decisamente malinconico, verso territori più oscuri, quelli in cui ci confrontiamo con le nostre paure divenute realtà, come quella di perdere qualcuno, pronti nostro malgrado a entrare in un altro tempo della nostra vita.

Carmine Cristallo Scalzi afferma:

Abbiamo avuto tutti un proprio personalissimo “anno bisestile”, un periodo della vita unico e singolare durante il quale affrontiamo una crisi.

Questa canzone, in tutti gli store digitali dal 6 maggio, conferma in pieno lo stile dell’artista calabrese, così apprezzato per l’approccio cantautorale con echi indie pop rock. Imminente l’uscita di un EP.

Il 2022 vede anche l’uscita del suo primo lungometraggio “A volte nel buio” distribuito da Minerva pictures.

Testo e musica sono di Carmine Cristallo Scalzi, mixato e registrato presso Faidenblass Muzik Studio (Roma), master di Alessandro Marcantoni (Metropolis studio Milano)..

Anno bisestile è il nuovo singolo di Carmine Cristallo Scalzi

Anno bisestile è il nuovo singolo di Carmine Cristallo Scalzi

Carmine Cristallo Scalzi: biografia

Artista poliedrico, si divide tra cinema, musica e illustrazione.

Polistrumentista, negli anni che lo porteranno a laurearsi in Giurisprudenza a Bologna suona con la sua band sui palchi di svariati Festival.

Nel frattempo firma la regia di alcuni cortometraggi e scrive e disegna romanzi illustrati. Intraprende da pochi anni la carriera solista, incidendo alcuni singoli molto apprezzati per l’approccio cantautorale ma allo stesso tempo pop-rock di matrice inglese.

Stimolare le difese naturali della vite con la propoli

Vivere in armonia con l’ecosistema imitando la natura traendo spunto dalle api è la filosofia di un giovane enologo.

Trarre spunto dalla natura, imitarla e impattare meno possibile sull’ambiente, è l’aspirazione di Antonio Giuliano, giovane enologo di appena 25 anni, che risponde al richiamo della terra, nel modo più semplice e genuino possibile, rispettandola. E se si tratta di vivere armonia con l’ambiente, come non trarre ispirazioni dalle laboriose api, capaci di leggere i misteri della natura e farli propri riuscendo ad “autoprodurre” tutto ciò che è necessario per restare in equilibrio con l’ecosistema.

Da una sapiente osservazione delle risorse naturali, infatti, le api producono la propoli a partire da una resina grezza che si trova su alcuni alberi. Dopo averla raccolta ed elaborata con saliva e cera, per arricchirla di enzimi, le api usano questo straordinario elisir per difende l’alveare da minacce esterne, non a caso, il nome antico, propolis, è la fusione di due termini greci pro=in difesa e polis=città.

Il precursore della propoli è una sorta di resina naturale, gommosa, balsamica, ricca di oli essenziali e componenti, che le piante secernono per proteggere gemme e apici vegetativi. Partendo da questa riflessione e traendo ispirazione dalle leggi della natura, Antonio Giuliano, utilizza la propoli per proteggere le gemme del suo vigneto, proprio come fanno alcune piante.

Antonio Giuliano

Dichiara Antonio Giuliano, titolare di Cantina Maranto:

È da tre anni che utilizzo la propoli e la cera d’api nel mio vigneto l’ho trovata veramente utile soprattutto nelle prime fasi del germogliamento perché ha la capacità di stimolare le difese naturali della pianta e agisce come uno straordinario antibiotico naturale utile contro le malattie fungine e adatto a prevenire gli attacchi parassitari.

La propoli è usata in agricoltura biologica proprio perché è in grado di stimolare importanti funzioni metaboliche, incitando la pianta all’autodifesa, inoltre, vanta straordinarie proprietà fungicide e antibatteriche, grazie alla massiccia presenza di pigmenti naturali, come i flavonoidi.  In più, è efficace per proteggere le piante dagli agenti atmosferici, infatti è utile contro i danni da grandine, gelate e colpi di calore.

Anche la cera d’api è un’ottima alleata per la salute del vigneto, risulta essere, appunto, una magnifica pomata cicatrizzante, ottima per sanare le ferite dopo gli interventi di potatura, prevenendo, così gli attacchi fungini, che in questo modo trovano difficoltà a penetrare nei tagli di potatura.

Le proprietà di questo straordinario elisir naturale sono tante: antivirali, cicatrizzanti, immunostimolanti, vaso-protettive, antiossidanti… Motivi, che l’hanno resa per secoli, un potente alleato anche per la salute dell’uomo.

Premio Leo de Berardinis under 35: i vincitori

Si è svolta al Ridotto del Teatro Mercadante di Napoli la selezione finale del concorso Premio Leo de Berardinis under 35, istituito dal Teatro di Napoli–Teatro Nazionale diretto da Roberto Andò, a sostegno delle giovani compagnie e artisti campani, intitolato ad uno dei massimi interpreti e protagonisti della scena teatrale contemporanea, autorevole riferimento per molte generazioni di teatro. Il concorso è realizzato in collaborazione con Il Teatro Pubblico Campano.

La giuria di esperti e di addetti ai lavori – composta da Roberto Andò direttore del Teatro di Napoli, da Viola Ardone scrittrice, da Mimmo Basso direttore operativo del Teatro di Napoli, da Maurizio Braucci scrittore e sceneggiatore, da Ippolita di Majo sceneggiatrice e autrice, da Davide Iodice regista di teatro ha scelto e decretato vincitori della seconda edizione del Bando, i seguenti lavori:

Una morte dolcissima: drammaturgia e regia di Noemi Francesca con la seguente motivazione: “Perché in una società che non è più capace di metabolizzare il lutto, Noemi Francesca si confronta con il trauma della perdita dialogando in maniera personalissima e originale con il testo di Simone De Beauvoir ed esplorando il luogo del dolore alla ricerca dei riti ancora possibili per attraversare la paura della morte.

Una scrittura polifonica e polisemica fatta di voci, immagini, oggetti che concorrono armonicamente a suggerirci che forse, anche e soprattutto nel tempo che viviamo, quel rito ancora può essere il teatro.”

Appartamento 2B

L’appartamento 2B, drammaturgia e regia di Andrea Cioffi con la seguente motivazione: “Per la capacità di raccontare in maniera diretta la propria generazione, quella dei nati negli anni ‘80 e ‘90, attraverso una scrittura scenica attenta al ritmo e all’ironia, ma anche capace di mettere a fuoco il disagio di uomini e donne, non più giovani, ma considerati tali, che non riescono a trovare spazio e ruolo sociale nella vita degli adulti”.

Menzione speciale della giuria al progetto Nuttata, drammaturgia e regia di Domenico Ingenito con la seguente motivazione: “Nuttata si propone come un adattamento di La Nuit juste avant les forêts di Bernard-Marie Koltès.

I temi della notte come labirinto in cui amore e violenza si sovrappongono emergono con forza dalla breve messa in scena a cui abbiamo assistito. Hanno molto colpito il lavoro sulla lingua e sulla corporeità che sembrano aderire pienamente tra loro, all’interno di un’ambientazione semplice ed energica.

La dimensione del soliloquio, del recit esistenziale è ancora da mettere a punto e tende a volte a confondersi con quella del monologo ben condotto che invece si sottrae ad una definitiva messa in gioco del personaggio, al “diario di morte e resurrezione” che è alla base del testo originario.”

Nell’ambito del protocollo d’intesa tra i Premi Leo de Berardinis 2022 istituito e promosso dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e Nuove sensibilità 2.0 2022 – Under 40 istituito e promosso dal Teatro Pubblico Campano, il Direttore Roberto Andò, tra i cinque testi premiati dalla giuria del Premio Nuove Sensibilità 2.0, ha scelto Omissis drammaturgia di Alessandro Paschitto.

I due progetti vincitori del Premio Leo de Berardinis e il testo scelto tra i cinque vincitori del Premio Nuove Sensibilità 2.0 verranno prodotti dal Teatro di Napoli e inseriti nella programmazione della prossima stagione del Ridotto del Mercadante.

Piano Solo Corpo Solo in anteprima nazionale al Teatro San Ferdinando

Piano Solo Corpo Solo (The right to be left alone) è una performance/concerto profondamente legata al nostro tempo e verrà presentata in anteprima nazionale al Teatro San Ferdinando di Napoli.

Un tempo di negazione del “fuori” e del contatto, di violazione del corpo e della libertà, di isolamento e confusione. Abbiamo preso tutto questo per guardarci dentro e cercare una connessione intima e profonda con noi stessi e con l’altro. Qui il suono e il movimento sono emotività, tattilità, visione, sono l’espressione di moti interiori che cercano di liberarsi.

In Piano Solo Corpo Solo si toccano le intime ricerche di due solitudini: Piano Solo – i brani composti e suonati dal vivo da Simone Graziano per pianoforte a coda preparato (dall’album Embracing the future), e Corpo Solo – la composizione coreografica di Claudia Caldarano.

Viviamo in tempi in cui il corpo è mortificato da forze che lo manipolano, è isolato e “reso cosa”, da conservare, da salvare o da preservare. Quando invece è proprio la sua caducità a renderci vivi, liberi, sensuali, vitali e desiderosi di incontrare. L’incontro qui si realizza in un Embracing, in un’abbraccio, in un gesto magico capace di fissare nell’attimo l’ultimo attimo, nell’istante, il duraturo.

Piano Solo Corpo Solo

Piano Solo Corpo Solo

Piano Solo Corpo Solo: maggiori informazioni

coreografia e danza Claudia Caldarano
composizione e esecuzione musicale Simone Graziano
consulenza drammaturgica Alessandro Brucioni
produzione mo-wan teatro
coproduzione nòva
in collaborazione con Nina e 4’33’’ (direzione Matteo Gabutti) con il sostegno delle residenze creative Armunia e InTeatro e degli spazi di prova Atelier delle Arti e Goldoni selezionato NID Platform OpenStudios 2021.

Vincitore del bando Residanza – La casa della nuova coreografia 2021 promosso nell’ambito del progetto Gap! Change! Now! Projects for the next dance generation – Movimento Danza 2018/2021 in collaborazione con il Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.

La musica è tratta dal disco Embracing The Future edito da Auand Records, vincitore dell’ Honorable Mentions del magazine newyorchese The New York City Jazz Records.

Durata: 40 minuti (atto unico)

Tragedia e teatro drammatico di Hans-Thies Lehmann

Fondamentale studio critico sulla tragedia e sul concetto di tragico, il volume ripensa il tragico come esperienza, proponendo al contempo una chiave di lettura inedita per la storia del teatro e la filosofia del tragico.

Dalla visione classica di Aristotele a quella ‘eccentrica’ di Hölderlin e Kleist, fino alle sperimentazioni contemporanee di Sarah Kane e della Socìetas di Romeo Castellucci, l’autore decostruisce il pensiero del tragico e la storia del dramma, concentrando la propria riflessione intorno al fil rouge che collega la tradizione con i nuovi paesaggi e linguaggi dello spettacolo dal vivo, per rintracciare il senso più autentico dell’esperienza tragica nella dimensione teatrale, non solo del teatro drammatico, di cui mette a fuoco limiti e (in)attualità alle prese con il nostro tempo.

Tragedia e teatro drammatico di Hans-Thies Lehmann

Tragedia e teatro drammatico di Hans-Thies Lehmann

Hans-Thies Lehmann: biografia

È Professore Emerito di Discipline dello Spettacolo (Theaterwissenschaft) alla Johann Wolfgang Goethe-Universität Frankfurt, presidente della Società Internazionale Bertolt Brecht, membro del direttivo della Società Heiner Müller e della redazione della rivista «Performance Research».

Dal 1982 al 1987 contribuisce attivamente in qualità di docente alla strutturazione del corso di studi di Discipline Applicate dello Spettacolo presso la Justus-Liebig-Universität di Gießen, nonché del corso di studi di Drammaturgia della Goethe-Universität di Francoforte sul Meno. Ha ricoperto incarichi di docenza su scala internazionale.

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