redazione

4 sax in concerto per Napoli al Trianon Viviani

Al Trianon Viviani, sabato 19 marzo, alle 21, “4 sax in concerto per Napoli”, l’originale proposta musicale del quartetto di sassofoni Accademia con il pianista Giuliano Mazzoccante.

Il concerto propone le melodie intramontabili della tradizione napoletana.

L’adattamento per il quartetto di sassofoni con pianoforte sottolinea il carattere lirico di queste pagine e consente il dispiegamento di virtuosismi strumentali.

4 sax in concerto per Napoli

4 sax in concerto per Napoli

Gli arrangiamenti sono stati curati dagli stessi membri del quartetto e dalla musicista giapponese Ryota Ishikawa, che, con ironia e passione, ha realizzato un particolare medley, da Torna a Surriento a Funiculì funiculà e Santa Lucia.

Il quartetto di sassofoni è composto da Gaetano Di Bacco (soprano), Enzo Filippetti (contralto), Giuseppe Berardini (tenore) e Fabrizio Paoletti (baritono).

Costituito nel 1984, il quartetto Accademia è considerato a livello internazionale tra i gruppi italiani più attivi nel suo genere, mantenendo sempre la stessa formazione. Ha tenuto più di 1500 concerti in Italia e all’estero, con 80 tournées internazionali. Per la carriera artistica svolta, è stato insignito del premio Scanno.

Anna Dari: prigioniera libera oltre la nebbia

All’attività musicale Anna Dari affianca quella letteraria pubblicando prigioniera libera oltre la nebbia, uno straordinario testo autobiografico in prosa e poesia, con la casa editrice Pubme e la prefazione dello psichiatra Giuseppre Tavormina,
segretario di Eda Italia Onlus (Associazione Italiana sulla Depressione).

Tra narrazione e lirica, il libro racconta dodici anni del viaggio umano e artistico della scrittrice musicista legati al tunnel
della depressione maggiore e alla possibilità del suo superamento attraverso l’imperscrutabile processo di creazione
artistica. Il coraggioso progetto editoriale diventa così una versione rinnovata e più completa della precedente
“Prigioniera libera”, pubblicata a maggio 2019 con la casa editrice astigiana Letteratura Alternativa e la partecipazione al
Salone internazionale del libro di Torino, ricevendo la menzione al Premio internazionale letterario “Salvatore
Quasimodo”.

Prigioniera libera 2.0 di Anna Dari

Prigioniera libera 2.0 di Anna Dari

Un’opera intensa, di valore poetico‐letterario e al contempo una potente arma di autoguarigione per continuare a combattere il male oscuro, come la stessa autrice definisce la depressione. E di questo Anna Dari vuole dare
forte testimonianza.
Una testimonianza di vita e un progetto artistico partito il 10 luglio 2007 quando, attanagliata da un profondo dolore
morale, Anna Sfregola, in arte Anna Dari, in memoria del ramo artistico familiare materno (Scordari), si avvicina al
pianoforte dopo diciotto anni di silenzio, nonostante un diploma al conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria rimasto
appeso al muro, iniziando a improvvisare e comporre la sua musica. È come uno squarcio, nuovi orizzonti si spalancano
nella sua mente intrappolata nel tunnel della depressione.

Da lì un creativo susseguirsi di brani che, partendo da una
matrice classica, approdano con raffinata eleganza a richiami pop, blues, jazz, a seconda dell’ispirazione del momento e
dello stato d’animo, in un variegato e versatile quanto suggestivo stile compositivo.

Il 6 agosto 2021 vede la luce “Oltre la nebbia” (Blue Spiral Records), un album come metafora umana e artistica, in cui il
pianoforte è protagonista nel suo intimo e suggestivo dialogare, in alcuni casi, con altri timbri strumentali sapientemente
ricercati nell’incorruttibile volontà di spingersi continuamente oltre, “a ricordarci di volgere sempre lo sguardo verso
l’alto, verso la bellezza, verso l’armonia, verso l’amore, verso tutto ciò che sa di vita vera. Oltre l’apparenza, oltre
l’indifferenza, oltre la paura, oltre il muro di nebbia che avvolge di aspre miserie le nostre piccole affannate vite”. È questo
il significato profondo del primo album dell’artista piemontese, nonostante molte altre composizioni ancora inedite
abbiano preceduto dal 2007 ad oggi l’uscita discografica di “Oltre la nebbia”.

La tracklist trova il suo epilogo in “Terre di mezzo”, un brano di struggente attualità con inserti sonori di combattimenti ed esplosioni. Tragicamente attuale, da oriente ad occidente, è dedicato a tutti i popoli che soffrono, dilaniati dalla barbarie della guerra e dalla paura che morde il cuore.
Tra parole che scavano in profondità, versi adamantini e raffinate suggestioni musicali diventate colonna sonora del film
“Il rumore del mare” della regista Enza Lasalandra, seducendo mente e cuore di chi legge e ascolta, questo è solo il suo
risveglio.

La storia di Anna Dari non finisce qui.

Anna Dari

Anna Dari

Anna Dari: biografia

In memoria del ramo artistico familiare materno Scordari, Anna Sfregola, in arte Anna Dari, si avvicina al pianoforte dopo diciotto anni di silenzio, nonostante un diploma al conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria rimasto appeso al muro, iniziando a improvvisare e comporre la sua musica: nasce così “Broken heart” (Cuore in frantumi), una composizione dall’evidente sapore blues.

Da lì, misteriosamente, in meno di un anno arrivano tutti gli altri brani composti a mente, senza l’ausilio dello spartito, ed eseguiti ad Asti, Torino, Alessandria, Perugia, Trieste, Piacenza, Lake Como Festival, con grande consenso di pubblico e di critica. Sempre a Torino, presso il teatro Orpheus, in occasione della Giornata internazionale della donna l’8 marzo 2011, partecipa al concerto “Mozart e le donne”, durante il quale presenta in prima esecuzione nazionale “La forza della vita”, nella versione per piano e orchestra d’archi, e “Una carezza per Chiara”, per violoncello e piano, brano dedicato a tutte le bambine e le donne vittime di violenza sessuale.
Contemporaneamente scrive una raccolta di poesie dal titolo “Suoni e colori dell’anima”, da cui sono tratti i versi collegati alle singole composizioni.

Attraverso la musica e le liriche Anna Dari racconta, non solo della sua vita in particolare ma dell’universo femminile in
generale, declinato nelle sue tante e preziose sfumature; parla dei bambini vittime di violenza, del profondo senso di solitudine e dolore insito al male oscuro della depressione; racconta anche della potenza della musica e della poesia e del miracoloso potere catartico della creazione artistica, del senso di amore universale a cui la sua anima anela e di come arte e vita siano diventate per lei due facce della stessa medaglia.

Dal 2015 all’estate 2017 un lungo periodo di crisi e silenzio compositivo. Poi nuovamente l’urgenza di trasformare in musica le proprie emozioni. Nascono i nuovi brani “Assolo” (vincitore l’11 gennaio 2020 al Cet di Mogol del Premio internazionale letterario “Salvatore Quasimodo” sezione Musica) e “Sognando il mare”, che segnano per Anna Dari una nuova vena compositiva, più pop, intima e minimale.

Nel marzo 2018 riprende a suonare dal vivo con un concerto ad Azeglio sul lago di Viverone e a giugno dello stesso anno con un recital durante la Festa della musica di Torino. Contestualmente avvia il progetto “Dreams and hopes” con il collega cantautore Alessandro Fantino, delle cui canzoni Anna Dari cura gli arrangiamenti pianistici, e il 6 agosto 2021 vede la luce “Oltre la nebbia” (Blue Spiral Records), un album come metafora umana e artistica.
All’attività musicale Anna Dari affianca quella letteraria, pubblicando a maggio 2019 “Prigioniera libera” con la casa editrice astigiana Letteratura Alternativa e la partecipazione al Salone internazionale del libro di Torino, che riceve la menzione al Premio internazionale letterario “Salvatore Quasimodo”.

Tra narrazione e poesia, lo straordinario testo autobiografico racconta dodici anni del viaggio umano e artistico della scrittrice musicista legati al tunnel della depressione maggiore e alla possibilità del suo superamento attraverso l’imperscrutabile processo di creazione artistica. Il coraggioso progetto editoriale, pubblicato per Pubme come “Prigioniera libera 2.0”, con la prefazione dello psichiatra Giuseppre Tavormina, segretario di Eda Italia Onlus (Associazione Italiana sulla Depressione), diventa una versione rinnovata e più completa della precedente edizione, per continuare a combattere il male oscuro della depressione. E di
questo Anna Dari vuole dare forte testimonianza.

Partito Democratico Avellino, eletti gli organismi provinciali

Segretario provinciale

NELLO PIZZA

 

Direzione provinciale

  1. ENZA AMBROSONE
  2. MICHELE VIGNOLA
  3. ERMINIA RENNA
  4. GIOVANNI MARIA CHIEFFO
  5. DOMENICA LO MAZZO
  6. NICOLA GIORDANO
  7. PATRIZIA PONTILLO
  8. LORENZO MANGANESE
  9. SILVANA ACIERNO
  10. GIUSEPPE SPAGNUOLO
  11. PASQUALE PISANO
  12. IDA GRELLA
  13. FRANCESCO CAPUANO
  14. GABRIELE SANTORO
  15. DOMENICA GALLO
  16. GIUSEPPE CARUSO
  17. PAOLA ALBA
  18. FRANCO IOVINO
  19. GIUSEPPE CIASULLO
  20. AGNESE VIETRI
  21. CARMINE MUSANO
  22. ANNA ROSAMILIA
  23. STEFANO LA VERDE
  24. ROSSETTA RINALDI
  25. SALVATORE SEPE
  26. ERMINIA CERUNDOLO
  27. CESARE FIORENTINO
  28. ROSA VERDE
  29. SALVATORE DE ROGATIS
  30. MARCO DE STEFANO

 

Ne sono componenti di diritto i parlamentari iscritti al Pd e residenti in provincia di Avellino, gli ex parlamentari iscritti al Pd e residenti in provincia di Avellino, i consiglieri regionali iscritti al Pd e residenti in provincia di Avellino, gli ex consiglieri regionali iscritti al Pd e residenti in provincia di Avellino, i membri della direzione nazionale residenti in provincia di Avellino, il Presidente della Provincia se iscritto al Partito Democratico, il Sindaco della città capoluogo se iscritto al Partito Democratico, il segretario provinciale dei Giovani Democratici, la coordinatrice della Conferenza Provinciale delle Donne Democratiche.

Vice segretari

  1. GIUSEPPE DI GUGLIELMO
  2. ADRIANA GUERRIERO
  3. VITTORIO CIARCIA

 

Tesoriere

  1. GIANNI ROMEO

 

Commissione provinciale di garanzia

  1. GERARDO IANDOLO
  2. ROSALIA IANDIORIO
  3. DANIELA PELLECCHIA
  4. MICHELE CARLUCCIO
  5. TITTI MELE

Oinos…l’oro d’Irpinia: attese le date per l’apertura dei casting

“Oinos…l’oro d’Irpinia”, attese le date per l’apertura dei casting.

Furante la conferenza stampa tenutasi venerdì 18 marzo, sono stati presentati gli obiettivi e confermati i prossimi step per la realizzazione del progetto cinematografico sul soggetto scritto dal regista irpino Modestino di Nenna.

A fine mese saranno ufficialmente comunicate le date dei provini che saranno aperti a tutti e si terranno all’interno dell’Istituto Agrario “Francesco De Sanctis” di Avellino. Un’occasione importante per promuovere la provincia irpina e che intende porre un faro sul vino di qualità, traino per lo sviluppo del settore.

Le audizioni rappresenteranno momento decisivo in cui saranno selezionate persone provenienti da tutta Italia.

Le comparse, invece, saranno valutate da uno staff tecnico, tra i cittadini residenti delle amministrazioni aderenti al progetto cinematografico.

Pietro Caterini

Il primo ad aver già dato la sua adesione, è stato Vittorio D’Alessio, sindaco di Mercogliano, che ha manifestato entusiasmo a voler dare una vetrina al territorio attraverso uno dei mezzi comunicativi più performanti del mondo della comunicazione e dello spettacolo, il cinema. Presenti all’appello, anche il comune di Montefusco e il presidente di ConfIndustria, Emilio De Vizia, e l’importante presenza del presidente Antonio Capone dell’Ordine degli Agronomi di Avellino.

Al termine della produzione, “Oinos…l’oro d’Irpinia”, il film sarà poi processato nei migliori festival di cinema, per poi continuare con la distribuzione nelle sale cinematografiche del film. Inoltre, i diritti del film saranno ceduti e destinati a servizi on-demand nazionali e internazionali come Netflix e Amazon Prime.

Pietro Caterini: video

Il Dirigente scolastico dell’Istituto De Sanctis

A dare i saluti al tavolo dei lavori, il dirigente scolastico Pietro Caterini che ha rianimato l’importanza e la memoria dello scenario cinematografico nella provincia di Avellino:

Il vino è già stato protagonista di un soggetto cinematografico del regista Alfonso Perugini, intitolato“45Good Wine”e che ha fatto già conquistare molti riscontri e conoscere l’Irpinia. Dare un concreto contributo alla nostra provincia, per promuovere il territorio attraverso una trama appassionante e con un soggetto centrale che ci riguarda è un nostro dovere per investire creare nuove opportunità per il turismo delle aree interne.

Sulla scia dell’affermazione del preside della Scuola Enologica di Avellino, il regista Modestino di Nenna, ideatore e promotore di questa iniziativa è intervenuto dicendo:

La collaborazione stretta con l’istituto Agrario è stata immediata. Il nostro è stato un dialogo aperto seguito da una naturale empatia, ed è per questo che è stato subito accolto con il giusto entusiasmo. Coniugare il cinema al territorio è fondamentale. Il vino irpino è un’eccellenza nel mondo ed è un dato indiscutibile. Il film sarà ambientato in Irpinia e sarà nostro impegno mettere in evidenza gli enti e le cantine che hanno creduto alla realizzazione della produzione a cura della casa cinematografica Follower One srl. La Puglia e la Basilicata sono diventate mete ambite grazie a questo tipo di attività, ed è per questo che ci teniamo a proseguire.

A sostenere la visione e le intenzioni di Di Nenna, è stato l’attore partenopeo Antonio Fiorillo che, per la sesta volta, consolida il rapporto di lavoro con l’autore di Oinos:

È grazie a Modestino Di Nenna che ho avuto la possibilità di conosce una terra ancora inesplorata come questa. Far conoscere i paesi e questo è importante. Il cinema riesce a dare un valore aggiunto alla promozione. Saremo a contatto con prodotti straordinari, conosciuti ovunque.

S.T.U.R.G. un progetto di rigenerazione urbana attraverso l’arte

Si svolgerà a Cosenza da Aprile a Maggio 2022 il primo evento del Sud Italia di Rigenerazione urbana e sociale attraverso le arti a servizio della qualità della vita, della bellezza e storicità di un luogo tanto caro alla città.
 
Un modello nazionale di azione che applica le buone pratiche per la sostenibilità ambientale, attraverso la bellezza, l’arte e il coinvolgimento dei cittadini in rete con lintero globo.
 
Il ruolo urbano degli spazi dimenticati assume sempre più nuovi significati e suggerisce alle istituzioni nuovi policies urbanistiche. Nello specifico S.T.U.R.G è un progetto culturale che ha scelto un luogo di pertinenza adiacente ad un luogo simbolo della città calabrese e ha come tramite l’innesco emotivo tra i citizens del passato con quelli del presente e del futuro.
Stairway TUrban Ri-Generation, che richiama il famoso brano dei Led Zeppelin “Stairway to Heaven”, è sostenuto e finanziato nell’ambito della 3^ edizione dell’avviso pubblico Creative Living Lab promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e prenderà forma in unarea adiacente Piazza XV Marzo, una delle più belle del centro storico di Cosenza.
 
La scalinata che verrà rigenerata diventerà un Open Museum collegato virtualmente a tutto il mondo grazie ad una web app dedicata. Saranno allestiti inoltre due spazi per lo spettacolo, costruiti con materiale di risulta, denominati Plastic Theatre”. 
 
Scalinata verso la Rigenerazione Urbana” è metafora di rinascita e innesco di processi di cambiamento attraverso l’azione pratica. Ha l’intento di donare dignità e bellezza ad un luogo simbolo della memoria collettiva di migliaia di studenti e vuole avviare, proprio con loro, un processo di trasformazione.
 
Lobiettivo è restituire bellezza attraverso le arti figurative e plastiche con lutilizzo di materiale di risulta ad un luogo che vive uno stato di degrado. 
 
Il progetto è ideato e coordinato dallAss.Musica contro le mafie e gode del Patrocinio di Comune di CosenzaProvincia di Cosenza e della partnership di Legambiente CalabriaRetake Palermo ed Ecoross srl. Altri partner sono lAccademia di Belle Arti di Catanzaro, il Liceo Classico Bernardino Telesio e l’I.I.S. Lucrezia Della Valle di Cosenza. 
 
L’opera collettiva finale sarà, inoltre, inaugurata da una performance multi-artistica che vedrà fondersi musica, danza contemporanea, fotografia in un esperimento di cinema verticale in diretta. Infatti la comunicazione grafica, video e foto avrà un concept totalmente verticale. Questa inquadratura è un formato tipico dello smartphone ed una nuova e moderna manifestazione visiva del nostro presente. S.T.U.R.G. avrà, quindi, anche lo scopo di consolidare quello che è divenuto un diffuso modulo espressivo. 
 
Tra i  protagonisti di S.T.U.R.G. ci sono la coreografa e danzatrice Marianna Chiarelli, leco music-pioneer Maurizio Capone (leader del gruppo BungtBangt), il direttore musicale Stefano Amato, il direttore grafico e creativo Luigi Naccarato, il regista Giovanni Rodia, le fotografe Chiara G. Leone e Sonia Golemme, ad altri che annunceremo nelle prossime settimane. 
 
Inoltre sarà attivato “Sturg News” un format social di infotainment, rigorosamente in verticale, che farà da finestra virtuale sull’evento. Il format sarà condotto dalla giornalista e blogger Claudia Palermo che si collegherà, da uno studio televisivo di Bologna, con altre città italiane dove ospiti e protagonisti del progetto Stairway To Urban Ri-Generation verranno intervistati e daranno notizie in tempo reale inerenti al mondo dell’eco-sostenibilità.
 
Il format sarà visibile sulle piattaforme social dellassociazione Musica contro le mafie in particolare su Instagram e Tik Tok. 
Il Direttore Scientifico del progetto è Gennaro de Rosa (presidente dellassociazione Musica contro le mafie e dir. Artistico del Premio Music for Change) mentre il coordinamento e la direzione della sezione Arti Figurative e Plastiche per la Rigenerazione Urbana è affidato allartista Alfredo Granata.
 
Il maestro Granata studia presso lAccademia di Belle Arti di Roma, dove si laurea con una tesi sul grande Alberto Burri, dopo averlo conosciuto. Nel 1986 la RAI gli dedica un programma teso a documentare la sua opera: “la Periferia sperimentale”; pubblica per la collana darte: Canti e Disincanti, la monografia Corpo a corpo”; è invitato aLa raccolta dei mille progetti” presso lAccademia di Francia a Roma, curata da Laurence Bosse, Carolyn Christov – Bakargiev e Hans Ulrich Obrist. Nel 1999 è presente a Dappertutto” 48° edizione della Biennale darte internazionale di Venezia nellambito del progetto Oreste; nel 2016 vince il premio “Geni Comuni ” e nello stesso anno pubblica la sua autobiografia dal titolo Humus sessantaperquarantatrè”. 
Numerosissime le mostre collettive e personali alle quali ha partecipato. Allattività dartista affianca l’organizzazione di eventi darte nel territorio dove vive e lavora. È fortemente convinto che: non è la posizione geografica a determinare solitudini e/o dinamismi bensì sono le periferie e i centri mentali a portare successi e fallimenti nel corpo, nel cuore e nella mente”.
S.T.U.R.G.

S.T.U.R.G.

Dichiara Gennaro de Rosa:
Con S.T.U.R.G. vogliamo spingere il nostro impegno per un futuro sostenibile andando oltre la musica.. In questi anni abbiamo compreso che limpatto con il brutto ed il degrado è stato per molti la vera spinta eco-friendly. Lidea della bellezza e di uno sviluppo sostenibile hanno mosso in noi la voglia e il piacere di impegnarci per un futuro ecologico. La bellezza è un fattore essenziale della sostenibilità, un aspetto irrinunciabile e spesso trascurato. Il bello deve ritrovare il proprio spazio nella nostra vita quotidiana, coniugandosi con lutile. Un’opera multi-artistica che mette al centro lunione di bene e bello, forma e contenuto, etica ed estetica con il supporto di scuole, associazioni, artisti di diverse derivazioni non può che essere la strada, o la scalinata, giusta verso la rigenerazione urbana e sociale.
 
Mentre il maestro Alfredo Granata dice: 
Le città chiedono maggiore vivibilità creando i presupposti di recuperare spazi pubblici e edifici fuori uso devastati dallincuria. Le città mutano insieme allarte che si evolve verso una partecipazione emozionale che spinge lartista visivo a farla uscire dalle gallerie per trasportarla nelle piazze, nei giardini, nelle fabbriche dismesse e nei luoghi pubblici. I valori, che accomunano larte come medium per recuperare spazi urbani dismessi, devono essere necessariamente sempre collettivi. Devono chiedere obbligatoriamente relazioni partecipative a una cittadinanza attiva con il presupposto di migliorare la qualità della vita usando la poesia e la bellezza che solo larte tout-court è in grado di esprimere.

Brussels Jewellery Week: la linea sottile tra l’essere fatti e il divenire

Brussels Jewellery Week mira a celebrare e mostrare il gioiello contemporaneo, una pratica creativa e innovativa che si traduce in un desiderio quasi sistematico di sperimentazione e in una rottura con i codici tradizionali della gioielleria.

MAD, Home of Creators, un luogo contemporaneo dedicato all’arte, alla moda e al design nel cuore di Bruxelles, ospiterà la prima edizione 2022.

Si prevede che saranno presenti oltre 100 designer provenienti da tutto il mondo, mentre in giro per la città gallerie, scuole di gioielleria, collettivi di artisti e studi indipendenti faranno parte di un emozionante tour alla scoperta della gioielleria contemporanea. Conferenze, workshop, performance e molto altro animeranno l’evento di 10 giorni.

Brussels Jewellery Week

Brussels Jewellery Week

inneke?! Qual è l’origine di questa parola piuttosto divertente?

All’inizio del 16esimo secolo, Bruxelles era attraversata dal fiume Zinne, che fungeva da fogna aperta, attirando quindi molti ratti. Per combattere contro questa invasione, la gente di Bruxelles – colloquialmente chiamata Brusseleirs – iniziò ad adottare cani. Questi cani, lasciati a vagare liberamente, iniziarono a mescolarsi e riprodursi e abbastanza rapidamente un numero enorme di bastardi prese possesso della città. Per sbarazzarsi di loro, gli abitanti decisero di annegarli nello Zinneke, un braccio del fiume Zinne. Gli zinnekes erano quindi, in origine, questi piccoli bastardi, senza razza e destinati ad annegare nel fiume.

Per estensione, la parola zinneke è arrivata a denotare in modo peggiorativo gli abitanti di Bruxelles: un mix linguistico e culturale di identità, metà fiammingo, metà vallone, con i loro costumi e la lingua bastarda.

Ma più recentemente, la parola zinneke un tempo ingloriosa ha guadagnato consensi. Ciò che una volta era percepito come bastardizzazione, ora è una specificità riappropriata e lodata, un valore, un appello alla diversità. Più di sei residenti su dieci a Bruxelles sono di origine straniera, rendendo Bruxelles una delle città culturalmente più diverse, cosmopolite e multilingue del mondo!

Bruxelles è come un cane bastardo: mista, resiliente, vivace e non si prende troppo sul serio.

La Brussels Jewellery Week mira a incarnare questa tipica identità di Bruxelles essendo un evento artistico dinamico, gioioso e multiculturale. Un vero e proprio evento zinneke che mira ad attrarre a Bruxelles gioielli contemporanei internazionali.

Ogni creazione è una trasformazione, un divenire, non solo della materia, ma anche dell’artista. Ci viene iniettata l’ispirazione attraverso il soggetto. La materia ci rende migliori. Stiamo diventando costantemente, in corso verso l’esistenza come verso un concetto adulto, una forma finalizzata, anche se non spesso raggiunta.

Quindi cosa stiamo diventando quando creiamo? Il gioiello contemporaneo è un mezzo che ci aiuta a realizzare le nostre trasformazioni? I materiali che usiamo ci cambiano? O cambiamo i materiali?

In Fieri è lo stato esatto in cui l’essere fatto e il diventare si sovrappongono in modo significativo.

Van Gogh Multimedia a Napoli

La notte stellata, I girasoli, La Stanza di Vincent ad Arles, Il ritratto del dottor Gachet, l’Autoritratto con orecchio bendato, il Campo di grano con corvi sono solo una minima parte dei numerosi capolavori di Vincent van Gogh raccolti e riprodotti in formato digitale, e alcuni in versione animata, nella mostra ideata e organizzata a Napoli dalla società Navigare Srl.

Fruibile a tutte le età, la mostra propone un modo immediato e diretto per avvicinarsi all’arte del Maestro olandese e comprenderla, a prescindere dal personale livello di conoscenza della storia dell’arte.

L’originale format ideato e prodotto dagli organizzatori, che unisce e intreccia percorso personale e percorso artistico di van Gogh con l’ausilio della multimedialità e della realtà virtuale, mira a coinvolgere emotivamente il visitatore e a mettere in contatto la sua sensibilità con la sensibilità spiccata e accompagnata da problemi psichici del genio olandese.

Van Gogh Multimedia

Van Gogh Multimedia

La realtà virtuale, in questo senso, diventa strumento per compiere un viaggio sensoriale e totale all’interno di alcuni tra i più celebri dipinti dell’artista grazie anche all’ Oculus VR360 QHD 3D, con una tecnologia mai usata prima per nessuna mostra dedicata a Van Gogh. Completamente immerso nella vivacità e densità cromatica e nelle pennellate veloci che contraddistinguono lo stile personale del pittore anticipatore dell’Espressionismo, il visitatore ha l’occasione di vivere in prima persona ciò che attraversava lo sguardo e le emozioni dell’artista.

La sezione intitolata “Vincent: il lavoro dell’anima” con le grandi proiezioni di opere selezionate, associate ad una voce narrante che scandisce parte delle lettere di Vincent al fratello Theo, accompagna il visitatore attraverso percorsi di approfondimento delle grandi opere, ma soprattutto della sua personalità amante della coerenza, risoluta e determinata nel seguire solamente la propria legge interiore che scaturisce dall’umanità insita in ogni individuo.

Vincent Van Gogh, pittore amatissimo dal grande pubblico, ha segnato nel cammino artistico dell’umanità una svolta decisiva verso la rilevanza del colore, l’estrapolazione della natura insita nella realtà, l’importanza della materialità della pennellata nell’insieme dell’opera d’arte.

In questo spazio espositivo le immagini vengono proiettate ad alta risoluzione con l’impiego di 23 videoproiettori Sony VPL- PWZ10 / 5.000 lumens WXGA laser light source projector con una luminosità tale da far perdere la percezione del reale allo spettatore e facendolo immergere all’interno dell’opera con immagini, suoni e parole.

La stupefacente esperienza virtuale non è l’unica originalità di questa mostra. La ricostruzione reale della stanza da letto di Arles, con i suoi pochi oggetti e dallo stile estremamente sobrio, conduce nel mondo quotidiano di Van Gogh e in un periodo cruciale per la sua vita e la sua arte. Trasferitosi nel 1888 in Provenza, nel luminoso Sud della Francia, su suggerimento di Camille Pissarro ed Henri de Toulouse-Lautrec, Vincent visse nella “casa gialla” di Place Lamartine e abitò i dintorni che lo ispirarono nella sua incessante ricerca del colore. Breve ma intenso, quel soggiorno segnato da un violento litigio con Paul Gauguin suo coinquilino fruttò anche la conoscenza e l’amicizia con lo psichiatra Gachet e, in seguito, il ricovero nella clinica di St. Remy. In quegli ultimi due anni, prima di togliersi la vita, Vincent dipinse molti dei suoi vibranti capolavori, oggi tra le opere più apprezzate e quotate al mondo.

Gli abiti riprodotti da Art Couture Sicily di Gisella Scibona sono, infine, una ulteriore particolarità dell’esposizione. L’artista siciliana, specializzata in progettazione e realizzazione di abiti d’epoca, espone la sua collezione di abiti impreziositi da tessuti stampati ispirati ai più famosi dipinti di Van Gogh e alla biografia Vincent in love che Giovanna Strano, co-curatrice della mostra, gli ha dedicato.

Tutto tranne l’essenziale Di Viola Minimale

Fuori il 18 marzo 2022 Tutto tranne l’essenziale, il sesto lavoro in studio dei Di Viola Minimale.
Una raccolta di sei brani che ha come leitmotiv la tematica del cambiamento. I testi di Davide Cusumano (chitarra e voce
della band) sono il riassunto di fatti, umori, riflessioni che hanno caratterizzato il periodo intercorso tra la pubblicazione
degli ultimi due progetti discografici e il presente del quartetto siciliano.
Il viaggio inizia nell’estate del 2019 sulla scia della radio fantasma russa UVB‐76 che dal 1973 continua a trasmettere un
segnale simile ad un ronzio sempre uguale a sé stesso.

Tutto tranne l'essenziale Di Viola Minimale

Tutto tranne l’essenziale Di Viola Minimale

I pensieri si diramano stimolando la composizione dei primi testi.
I brani si impregnano di paesaggi densi di ricordi sovietici, quelli a nord dell’Ucraina, dove la natura si è
riappropriata del suo spazio trovando il modo di reagire alla distruzione. In quel caso, il cambiamento è stato repentino,
necessario, dettato da un evento scatenante. Proprio mentre i Di Viola Minimale producono i brani che faranno parte di
Tutto tranne l’essenziale, il mondo è costretto a piegarsi a un nuovo cambiamento. Radicale, spaventoso, su scala
globale. Ora le canzoni si muovono all’interno di ambientazioni parallele ma accomunate da notevoli analogie, come
attraversando un ponte spazio‐temporale che collega idealmente aprile 1986 e marzo 2020.

Non è un caso se Radionuclidi sentimentali inizia con due voci che si sovrappongono, quella del messaggio di evacuazione della città di Pripyat nel 1986 e l’altra dell’allora premier Giuseppe Conte nel 2020, né se Tutto il frastuono della sospensione propone dei campioni di UVB‐76, contestualmente al concetto di indebolimento del pensiero umano, e
Giocattoli (stanchi) russi è il brano d’apertura del disco, o ancora se Ganzfeld e Scoby hotel fotografano degli scenari di
vita circoscritta dentro le mura domestiche.

Non è un caso se, parafrasando l’aforisma di Oscar Wilde “niente è più necessario del superfluo”, questo nuovo lavoro in studio prende il nome di Tutto tranne l’essenziale.
Sei brani che i Di Viola Minimale hanno composto e registrato tra l’estate del 2019 e l’autunno del 2021. Ciascuna traccia
con una propria identità forte, rappresentata mediante una diversa illustrazione realizzata ad hoc da Alessandro La
Cognata. Il suono è curato da Carlo H. Natoli con missaggio e mastering effettuati presso il Rooftop Studio di Londra.
Un progetto discografico ricco e dalla personalità spiccata e chiara, ricercato. Così come i due lavori precedenti, che
affrontano anch’essi il tema del cambiamento ma con approcci differenti. Testi affilati, musiche funzionali al messaggio
da trasmettere, espliciti i riferimenti alle lean production.

Il 17 aprile 2015 esce Niente fascino, il cui risultato finale è quasi riconducibile a un manuale che promuove il cambiamento come unica soluzione possibile ad una crisi sistemica.
Un percorso interiore e profondo, intimo e tendente all’ottimismo caratterizza invece La dinamica degli addii, pubblicato
l’8 dicembre 2018.

Le ambientazioni verdeggianti dei paesaggi della copertina rispecchiano l’umore proattivo dell’album che tuttavia si conclude l’attimo prima del cambiamento.
Con la volontà di indagare tematiche fortemente legate al “sé” e l’impatto emotivo lasciato a composizione e
arrangiamenti che funzionano efficacemente, i Di Viola Minimale rappresentano una delle scintille più brillanti dell’attuale panorama underground italiano con dinamiche e situazioni musicali in cui perdersi e ritrovarsi a seconda della necessità e che lasciano ottimi spunti per live di livello, durante i quali concedersi ulteriori sperimentazioni.

Ancora un punto messo a segno in una carriera on stage da vent’anni.

Di Viola Minimale

Di Viola Minimale

Di Viola Minimale: biografia

Di Viola Minimale nasce a Ragusa nel marzo 2004 da un’idea di Davide Cusumano (autore e compositore dei brani) che avvia il progetto artistico con l’obiettivo di fotografare emozioni, percezioni e fatti vissuti nel quotidiano. Col tempo la band ha goduto dell’alternarsi di diversi musicisti, sino a giungere all’attuale formazione con Andrea Sciacca (batteria e percussioni), Davide Cusumano (chitarra e voce), Giulio Di Salvo (chitarra) e Salvo Pepi (basso).

Insieme danno vita a performance cariche di energia anche quando il progetto si esprime attraverso ballate destrutturate, a tratti psichedeliche.
Stilisticamente riconducibili ad una fusione tra noise rock, psichedelia e forma canzone, i Di Viola Minimale hanno sempre proposto pezzi propri, alternando spettacoli live a produzioni in studio, sperimentando ininterrottamente nuove soluzioni stilistiche che li hanno portati a musicare anche uno spettacolo teatrale. Dopo cinque lavori in studio ed altrettanti videoclip, il 18 marzo 2022 vede la luce Tutto tranne l’essenziale.

Padri e figli di Turgenev diretto da Fauso Russo Alesi al Teatro Mercadante

Un viaggio nello straordinario romanzo dello scrittore russo Ivan Turgenev. La ricchezza, l’orrore della vita, i duelli, le barriere e gli scontri ideologici scorrono in questo capolavoro magistralmente scritto, ma che nasce anche per essere letto, e il cui adattamento teatrale è stato reso possibile dal lavoro di drammaturgia e di traduzione del Professor Fausto Malcovati, tra i massimi esperti di letteratura, teatro e cultura russa.

Padri e figli di Turgenev al Mercadante

Padri e figli di Turgenev al Mercadante

Scrive Fausto Russo Alesi nelle sue note:

Da molto tempo amo questo straordinario romanzo di Ivan Turgenev in cui scorre la ricchezza e l’orrore della vita.

Il Centro Teatrale Santacristina, diretto da Roberta Carlotto, mi è sembrato il luogo adatto per conoscerlo meglio, per verificarne le sue potenzialità e i suoi parametri vitali: infatti è lì che il lavoro ha avuto la sua genesi, in un contesto di formazione appunto. In quel luogo meraviglioso che mi lega alla figura straordinaria di Luca Ronconi, che lo ha creato, mi sono voluto porre la domanda: quale è l’eredità dei padri e quale è il futuro dei figli? Questa domanda portante, a mio avviso, del romanzo di Turgenev, è ciò che mi guida in questo lungo viaggio. Le fondamenta su cui abbiamo appoggiato il nostro lavoro partono da un adattamento del romanzo reso possibile dall’autorevole e meravigliosa presenza nel lavoro di drammaturgia e di traduzione del Professor Fausto Malcovati. Ho voluto da un lato assecondare il carattere del romanzo e quindi non negare le sue dilatazioni e il suo lento sviluppo, dall’altro cercare la teatralità e la possibile sintesi di un capolavoro magistralmente scritto, ma che nasce per essere letto.

Da qui l’idea di provare ad indagare i possibili punti di vista da cui guardare il testo: da lettori di oggi che si mettono in rapporto con questa storia e con le sue tematiche, da personaggi che utilizzano la narrazione per raccontarsi attraverso il loro punto di vista, da una possibile figura di autore che si confronta con le sue creature, mettendole in relazione e attraversandole tutte per cercare di capire dove collocarsi nel mondo. Mantenere? Demolire? Costruire? O trasformare il passato di cui siamo figli, provando a leggere il presente e cercando un futuro che non si vede ancora? E’ commovente con quanta poesia e struggente leggerezza Turgenev riesca a parlarci e ci sia vicino. Affidato alla forza, alla vitalità e al talento di tredici attori, portare in scena oggi questo romanzo, significa interrogarsi ancora sull’ “uomo”, sulla crisi di un’epoca e sull’eterno e difficile confronto tra le generazioni e tra le classi sociali. I duelli, le barriere e gli scontri ideologici che Turgenev ci racconta, sembrano far risuonare tutti i fallimenti storici e le contraddizioni umane, quelle domande universali necessarie alle sfide del nostro tempo.

Padri e figli di Turgenev diretto da Fauso Russo Alesi sarà in scena al Teatro Mercadante dal 22 al 27 marzo.

Valentyn Vasjanovyč racconta gli orrori della guerra nel Donbass che ci fa aprire ancor di più gli occhi sul nostro presente

Valentyn Vasjanovyč racconta gli orrori della guerra nel Donbass che ci fa aprire ancor di più gli occhi sul nostro presente.
 
Il chirurgo ucraino Serhiy viene catturato dalle forze militari russe nella zona di conflitto dell’Ucraina orientale. Durante la prigionia viene esposto a scene orribili di umiliazione, violenza e indifferenza nei confronti della vita umana. Dopo il suo rilascio, torna nel suo appartamento borghese e cerca di trovare uno scopo nella vita ricostruendo il suo rapporto con la figlia e l’ex moglie. Impara a essere di nuovo un essere umano, a essere padre e sostenere sua figlia, che ha bisogno del suo amore e del suo appoggio.
Wanted Cinema, dopo le anteprime di solidarietà in collaborazione con la Biennale di Venezia, porta Reflection in sala in tutta Italia da domani.
Partito volontario per la guerra nel Donbass, il chirurgo di Kiev Serhiy finisce per errore nelle mani delle forze militari russe e viene fatto prigioniero.
Tenuto in vita per le sue competenze mediche, l’uomo assiste impotente a scene di tortura e violenza inaudita, aiutando i suoi carcerieri a smaltire i cadaveri degli altri prigionieri torturati.
Fra questi anche Andriy, nuovo compagno dell’ex moglie, molto amato anche da sua figlia, ragazzina innocente e ingenua. Tornato a Kiev, Serhiy sceglie di stare al fianco della figlia e di aiutarla ad accettare l’idea della morte di Andriy.
Valentyn Vasjanovyč

Valentyn Vasjanovyč

Valentyn Vasjanovyč: anteprime

Anteprime istituzionali in collaborazione con La Biennale di Venezia:
  • Lunedì 7 marzo presso il Cinema Troisi di Roma ore 19:10, introdotto dal Presidente della Biennale Roberto Cicutto
  • Mercoledì 9 marzo presso l’Anteo SpazioCinema di Milano ore 20:00, introdotto dal Direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Alberto Barbera
  • Giovedì 10 marzo presso il Multisala Rossini di Venezia ore 21:30, introdotto da Federico Gironi

Altre anteprime:

  • Mercoledì 9 marzo presso il Cinema Arsenale di Pisa
  • Giovedì 10 marzo presso le Scuderie Granducali di Serravezza e il Centrale di Torino
  • Venerdì 11 marzo presso il Cinema Massimo di Pescara e il Cinema Fratelli Marx di Torino
  • Sabato 12 marzo presso il Cinema Spazio Alfieri di Firenze e il Cinema Italia Eden di Montebelluna
  • Domenica 13 marzo presso il Pixel Multicinema di Santeramo in colle, il Cinema Gaudium di Palermo e il Frau di Spoleto
  • Martedì 15 marzo presso il Cinema ABC di Bari
  • Mercoledì 16 marzo presso il Cinema Rouge et Noir di Palermo e il Supercinema di Sant’Arcangelo di Romagna
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