redazione

La fine di Craxi e una rivoluzione finita male

22 anni fa muore ad Hammamet (Tunisia) Bettino Craxi, statista lungimirante del nostro secolo.
Nato il 24 febbraio 1934 a Milano è stato Presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1983 al 18 aprile 1987 e Segretario del Partito Socialista Italiano dal 15 luglio 1976 all’11 febbraio 1993. Senza ombra di dubbio, è stato uno degli uomini politici più rilevanti della Repubblica italiana e tra i politici italiani più influenti degli anni ’80, ed inoltre il primo socialista ad aver rivestito l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri.
Luci e ombre si accavallano nel percorso politico di Craxi.
Propose la Grande riforma delle istituzioni ma non decollò mai. Tangentopoli decretò la fine della prima Repubblica, lo sterminio politico dei socialisti e di Craxi. Pagò due scelte. La prima: non capì l’arrivo dell’onda giustizialista e praticamente la fronteggiò da solo. La seconda: commise l’errore di gestire anche personalmente i finanziamenti irregolari, non delegando tutto al segretario amministrativo. il segretario socialista considerava l’autonomia finanziaria del partito come la premessa della sua autonomia politica, in grado d’impedire ogni subalternità.
Però Craxi, per sé non intascò “mai” soldi.

Lo riconobbe anche Gerardo D’Ambrosio. Uno dei magistrati di Mani Pulite, osservò: «La molla di Craxi non era l’arricchimento personale, ma la politica».
Fu condannato per corruzione e finanziamento illecito al partito. Morì a quasi 67 anni in Tunisia. Il 19 gennaio del 2000 non superò un delicato intervento chirurgico.
C’è un prima e dopo la morte di dello statista.
Qualcuno immaginava un’Italia diversa, magari migliore.
Ma La gogna in piazza, il popolo che dispensa sentenze con le monetine, i movimenti che entrano in Parlamento , come la Lega sono tratti di un’Italia in preda alla demagogia e alla confusione : non solo per Mani pulite, sono anche gli anni della morte di Falcone e Borsellino.
L’Italia di oggi, che da allora ha eliminato partiti, istituzioni, simboli, reputazioni, rispetto dei ruoli, soprattutto ha smembrato quel poco di tessuto civico che la nostra giovane democrazia aveva faticosamente ordito.
Ciò che è arrivato dopo, tutt’altro che politica: «La tecnocrazia. L’illusione della società civile. Il neopopulismo.”
Le piazze sono diventate virtuali, il debito pubblico è duplicato, il ceto medio sconfina nel proletariato, la crescita economica è un’illusione, le aziende più importanti hanno delocalizzato o sono state cedute, la classe politica è drasticamente peggiorata, riprendendo una riflessione di Facci:

l’Italia è l’unico Paese a non avere più «un partito liberale, socialista, verde o democratico-cristiano». Tutto questo già prima della pandemia… Se per alcuni la fine di Craxi e delle grandi correnti ha sancito l’inizio di una rivoluzione, beh, è stata una rivoluzione finita male.

Questo il pensiero di MAPS

Il presidente Buonopane incontra il Comandante dei Carabinieri e il Questore di Avellino

Proseguono le visite istituzionali da parte del presidente della Provincia, Rizieri Buonopane. Questa mattina è stato ricevuto dal Questore di Avellino, Maurizio Terrazzi e dal Comandante Provinciale dei Carabinieri, Luigi Bramati.

Due occasioni di confronto per sottolineare il notevole apprezzamento per l’attività che quotidianamente svolgono agenti e militari sul territorio provinciale. Una vicinanza concreta alle 118 comunità irpine, soprattutto in questa fase emergenziale.

Il presidente Buonopane incontra il Comandante dei Carabinieri e il Questore di Avellino

Il presidente Buonopane incontra il Comandante dei Carabinieri e il Questore di Avellino

Dichiara il presidente Buonopane:

Il lavoro dei rappresentanti delle forze dell’ordine, proprio a causa della pandemia, è cresciuto in maniera esponenziale.  Nonostante il momento difficile, l’opera di prevenzione, sensibilizzazione e repressione procede senza sosta e con risultati importanti. Nel corso dei due incontri, ho voluto ribadire la disponibilità alla massima collaborazione da parte dell’Amministrazione Provinciale.

Nei giorni scorsi, il presidente Buonopane ha incontrato il Vescovo di Avellino, Arturo Aiello, a cui
parimenti, ha evidenziato il pieno supporto dell’Ente.

Moni Ovadia torna in scena a Napoli con una Lectura Dantis – canto XXVI dell’Inferno​”

Moni Ovadia, grande intellettuale contemporaneo che ha sempre avuto come filo conduttore dei suoi spettacoli, e della sua vastissima produzione discografica e libraria, la tradizione composita e sfaccettata.

Moni Ovadia

Moni Ovadia

Il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, e della figura dell’esiliato in genere, si confronta con il canto XXVI dell’inferno Dantesco in cui emerge la figura di Ulisse. Un Ulisse che nella “Divina Commedia” chiama i compagni “fratelli” e li incita ad interrogarsi sul senso della vita e a non privarsi nell’ultima parte dell’esistenza della possibilità di continuare a conoscere.

La lectura Dantis – lettura ad alta voce, o declamazione pubblica, delle opere di Dante Alighieri – è una  grande lezione di consapevolezza e un richiamo a quei valori che distinguono gli esseri umani dalle bestie.

L’evento è organizzato dalla Fullheads srls nell’ambito degli eventi culturali di gennaio 2022 promossi dal Comune di Napoli con il contributo della Città Metropolitana di Napoli – Questa iniziativa è contro il “sistema” della camorra”.

Venerdi 21 Gennaio 2022 alle ore 19:00 presso Sala Refettorio del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore di Napoli.

Strativari, suite musicale e teatrale al Trianon Viviani

Da venerdì 21 a domenica 23 gennaio (venerdì e sabato alle 21; domenica alle 19), Cristina DonadioCapone&BungtBangt e Solis String quartet sono in scena al Trianon Viviani con “Strativari”.

Concepito come una suite, lo spettacolo musicale e teatrale è un’esperienza musicale e un viaggio dell’anima.

Strativari si compone di otto movimenti, con un Prologo e un Epilogo. Otto ritratti emotivi che toccano altrettanti affetti – il ricordo, la passione, il gioco, lo scontro, la fatica, la denuncia, il desiderio, la devozione – esplorati dal punto di vista dei napoletani.

Strativari: lo spettacolo teatrale

Strativari al Trianon Viviani

Il progetto nasce dall’incontro di due realtà musicali, apparentemente molto distanti tra loro, ma unite dalla matrice mediterranea. Tra strumenti con storie e tradizioni profondamente diverse (dal violino alla “buatteria”, dalla scopa elettrica al violoncello, dalla viola allo “scatolophon”) Capone&BungBangt e Solis string quartet hanno deciso di condividere il palcoscenico in uno spettacolo scritto da Stefano Valanzuolo e diretto da Raffaele Di Florio.

Il titolo, attraverso un gioco di parole, evoca il nome del celebre liutaio cremonese e rimanda agli “strati” “vari” che compongono l’immagine di Napoli, caratterizzata da una pluralità di linguaggi, stili, corpi e anime, che, forse, non ha uguali altrove.

Capone&BungtBangt è formato da Maurizio Capone, voce, scopa elettrica e “percussaglie”, Alessandro Paradiso, “basso da ponte”, “scatolophon” e “buatteria”, Vincenzo Falco, “percussaglie” e “tubolophon”, e Salvatore Zannella, “buatteria” e “percussaglie”.

Il Solis string quartet è composto dai violinisti Vincenzo Di Donna e Luigi De Maio, il violista Gerardo Morrone e il violoncellista e chitarrista Antonio Di Francia.

Il disegno luci è a cura di Francesco Adinolfi, il suono di Giuseppe Polito e Massimo Curcio.

Un grande avvenire dietro le spalle: Vittorio Gassman si mette a nudo

Autentica incarnazione del mattatore quale artista in grado di assumere mille ruoli e volti, in queste pagine Vittorio Gassman si mette a nudo, ripercorrendo con grande ironia e acuta sensibilità la parabola della propria vita artistica e privata.

Dalle tenerezze e dai dolori dell’infanzia, all’esplosione artistica, prima nel teatro e poi quale stella del cinema internazionale, fino ai complessi rapporti affettivi e familiari, il racconto di Gassman non può essere relegato a mera autobiografia, ma, come un monologo declamato da un abile attore, una sapiente alternanza di innumerevoli stili: dialogo, l’auto-intervista, la poesia, la lettera, il catalogo, l’invettiva.

Quasi mattatore anche nell’arte della scrittura:

Troppo artista per non alzare continuamente di fronte a sé un’asticella, consapevole che il flusso dei ricordi, di per sé, non è che una premessa e una tentazione di pigrizia.

Emanuele Trevi

Un grande avvenire dietro le spalle: il libro

L’autobiografia di Vittorio Gassman

Vittorio Gassman: biografia

Nato nel 1922, dopo aver frequentato per un biennio l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica di Roma, esordisce nel 1943 sulle scene a fianco di Alda Borelli.

Divenuto ben presto uno dei massimi attori teatrali (si ricordano le sue interpretazioni in Amleto e Otello di Shakespeare, nell’Adelchi di Manzoni e nell’Oreste di Alfieri diretto da Visconti), sbarca a Hollywood negli anni Cinquanta, ma è in Italia dove trova il grande successo al cinema, rivelandosi uno degli esponenti principali della commedia all’italiana (tra gli altri si ricorda, sotto la regia di Dino Risi, Il sorpasso e Profumo di donna; con Mario Monicelli, I soliti ignotiLa grande guerra e L’armata Brancaleone).

Acclamato interprete per la tv sia dell’arte recitativa colta che dell’intrattenimento di massa, nel 1996 riceve a Venezia il Leone d’oro alla carriera.

Si spegne a Roma nel 2000.

Scuola di apprendisti di Marina Garcés

L’educazione è il substrato della convivenza, il laboratorio in cui vengono sperimentate le forme di vita possibile. È per questo che il capitalismo cognitivo si è assunto con molta serietà il compito di assaltarne tutti gli ambiti: l’educazione
formale e la informale, le risorse, gli strumenti, le metodologie. Le sue varianti presenziali e virtuali.

L’infanzia e la formazione permanente. L’educazione non è solo un grande affare. È un campo di battaglia in cui la società distribuisce, in modo disuguale, i suoi futuri.

Scuola di apprendisti di Marina Garcés

Scuola di apprendisti di Marina Garcés

Dicono i pedagogisti che bisogna cambiare tutto, perché il mondo è cambiato per sempre. Questa affermazione
nasconde le domande che ci fanno più paura: a cosa serve sapere se non sappiamo come vivere? Perché apprendere se non possiamo immaginare il futuro? Queste domande sono lo specchio in cui non vogliamo rifletterci. Non avere risposte ci fa sentire vergogna ed è sempre più facile sparare contro maestri ed educatori.

Come vogliamo essere educati? Questa è la domanda che una società che voglia guardarsi in faccia deve avere
il coraggio di condividere. Ci riguarda tutti. Siamo tutti apprendisti nel laboratorio in cui si sperimentano le forme
di vita possibili.
Ancora una volta Garcés legge i grandi problemi del nostro tempo attraverso la lente dell’analisi filosofica. E il risultato
è stupefacente e illuminante.

Marina Garcés: biografia

Marina Garcés (Barcellona, 1973) è filosofa e docente ordinaria all’università.
Attualmente è professoressa alla Uoc (Universitat Oberta de Catalunya), dove dirige il Master di Filosofia sulle sfide del
mondo contemporaneo. Ha pubblicato diversi libri per una lettura filosofica di molti problemi dell’attualità. Per Nueva
Ilustracion radical (Il nuovo illuminismo radicale, Nutrimenti, 2019) ha ricevuto il Premio Città di Barcellona di saggistica.
Dal 2002 promuove il progetto di pensiero collettivo “Espai en blanc” (Spazio in bianco). Il suo pensiero è la dichiarazione di un impegno nei confronti della vita come problema comune. Per questo sviluppa la sua filosofia come un’ampia sperimentazione con le idee, l’apprendimento e le forme di intervento nel mondo attuale.

Il libro sarà disponibile nelle librerie a febbraio.

Le Conferenze cantate: la seconda puntata

Seconda puntata per Mauro Gioia con le sue “Conferenze cantate”, il ciclo di incontri di approfondimento sulla Canzone napoletana che si terranno, fino a maggio, tutti i giovedì alle 20 al Trianon Viviani.

Nei suoi appuntamenti, curati con Giuditta BorelliAntonio Pascale e Anita Pesce, Gioia racconta le innovazioni discografiche, il talento di alcuni cantanti, il clima dell’epoca, a volte violento, a volte velato dalla nostalgia.

Saranno così analizzate e cantate le storie di canzoni e cantanti (geniali, sporchi, maschilisti, poetici) e si ascolteranno rarissimi dischi, che raccolgono stili di canto dimenticati e modi di cantare che sentiremo nel futuro.

Conferenze cantate

Conferenze cantate

Spiega Mauro Gioia:

Questo secondo dei miei cinque appuntamenti, che si terranno fino al 23 aprile, è una “conferenza cantata” dedicata a Enrico Caruso, visto come la prima pop star della storia.

Parto dal mistero della morte del tenore napoletano, che si spense a soli 48 anni un secolo fa, per ricostruire la carriera artistica e la vita personale fatta di eccessi, amori travagliati e aule di tribunale; ma ci sarà spazio anche per il Caruso americano diventato ambasciatore del made in Italy a tavola e della canzone napoletana nel mondo, dai maccheroni a Core ‘ngrato.

Con gli arrangiamenti musicali di Gigi De Rienzo, Gioia è accompagnato da Giuseppe Burgarella al pianoforte, Carlo Fimiani alla chitarra e Paolo Sessa alle tastiere.

Le Conferenze cantate di Mauro Gioia sono prodotte da Musica per Roma. Il visual è di Giovanni Ambrosio.

Le altre serie di incontri programmati, tra conversazioni e interpretazioni musicali, sono “Le mille e una Napoli”, con Francesca Colapietro e Mariano Bellopede, e “Città cantante”, con Pasquale Scialò.

La mafia nello zaino di Alessandro Cortese a breve nelle librerie

La mafia nello zaino di Alessandro Cortese, edito da Il ramo e la foglia, è il quinto dell’autore. Il libro è ambientato in Sicilia, in un piccolo paese volutamente non identificato perché potrebbe rappresentare qualsiasi paese.

Protagonista è un bambino che nella sua semplicità e innocenza rilegge fatti cruenti. Soltanto con la fantasia una città controllata dalla mafia può diventare scenario di avventure come in un telefilm. Purtroppo l’amara realtà tracima, rivelando a poco a poco il dramma della vita a scapito della dolcezza dei sogni e delle illusioni.
Legando fatti di cronaca a invenzioni romanzesche, con suoni, colori e sapori tipicamente siciliani, l’autore costruisce un ritratto palpitante della sua terra e getta un ponte tra storia, tradizioni e un futuro in cui l’amore è speranza e forza per il cambiamento.
Un romanzo teatrale, dove le maschere indossate dai personaggi sono necessarie per condurre una vita normale solo in apparenza, ma le stesse maschere non possono essere mantenute di fronte allo sguardo ingenuo, sincero e disinteressato di un picciriddu siciliano che diventa grande interrogandosi sulla mafia.

… fui come trascinato verso il fondo, lontano lontano, in un posto che era quello in cui avevo
sempre vissuto ma anche un altro, da cui non si poteva uscire perché nessuno avrebbe saputo
farlo. Eravamo tutti chiusi nello stesso luogo: se avessimo provato a fuggire, la Sicilia stessa ci
sarebbe rimasta dentro e non ci avrebbe mai permesso di farlo veramente.

La mafia nello zaino di Alessandro Cortese

La mafia nello zaino di Alessandro Cortese

Lo scrittore spiega così il suo libro in un’intervista:

Io ho smesso di essere un bambino il pomeriggio che hanno fatto esplodere Paolo Borsellino. Non dimenticherò mai quel giorno di luglio… le edizioni straordinarie dei telegiornali su tutti i canali.
Ho scritto questo romanzo perché volevo, tra le altre cose, dire grazie a un uomo che mi ha insegnato che nella vita puoi sì morire… ma nonostante la morte si può parlare alla gente e ispirarla a fare di meglio.
Ho voluto raccontare anche di padre Pino Puglisi… che nel mio libro è padre Pippo, un altro morto di mafia che tanto ha dato alla Sicilia per averne indietro una pallottola.
Decisamente, questo romanzo è fatto di persone vere a cui ho voluto mettere una maschera addosso, con nomi diversi in posti diversi, trasfigurandoli come abbiamo l’abitudine di fare noi siciliani. Ma chiunque li riconoscerà.

Alessandro Cortese: biografia

Alessandro Cortese è nato a Messina nel 1980 e vive a Montesilvano. Lavora a Pescara come insegnante di Matematica e Scienze per scuole medie e superiori. Nel dicembre del 2007 ha pubblicato il racconto storico: “Vita e ricordo di Mary Ann Nichols.

Prostituta”, sull’antologico “Concept – Storia” di Arpanet. Col medesimo editore ha pubblicato, nel luglio del 2010, il suo primo romanzo fantasy: “Eden”, e nel febbraio 2011 il racconto: “A Mani Strette”, sull’antologico “Fedeltà&Tradimento”. Ancora con Arpanet ha pubblicato, nel dicembre 2012: “Ad Lucem”, seguito del fortunato romanzo d’esordio.

Nel dicembre 2013 pubblica la storia di vita: “Ore 1: Barcellona P.G.”, sull’antologico “E tutti lavorammo a stento” di Arpanet. Nel marzo 2014, con Edizioni Saecula, ha pubblicato: “Polimnia. Di 300 Spartani, una Grecia e dei Persiani di Serse”, il suo primo romanzo storico.

La mafia nello zaino sarà disponibile nelle librerie il prossimo 27 gennaio. Per gli appassionati di questo genere, consigliamo anche la lettura de La città insensibile di Carmine Zamprotta.

Forum dei Giovani della Provincia di Benevento lancia un appello ai sindaci

Il Coordinamento dei Forum dei Giovani della Provincia di Benevento è un organismo di partecipazione, rappresentanza e raccordo dei Forum Comunali dei Giovani attivi sul territorio. Questo è il modus con il quale viene definito il neonato ente giovanile sannita sui propri canali social.

Ma cos’è davvero il Coordinamento dei Forum dei Giovani della Provincia di Benevento? Il Coordinamento è un luogo di crescita, di scambio di idee, di confronto tra i giovani che abitano le diverse realtà territoriali della nostra provincia, una vera e propria fucina di brillanti ragazzi con a cuore il futuro della terra in cui sono nati e cresciuti. L’entusiasmo, la voglia di mettersi in gioco, la passione e l’amore per il proprio territorio sono i sentimenti che hanno guidato e guidano i giovani membri del Coordinamento dei Forum, i quali,  convinti assertori del “diritto a restare”, hanno redatto un ambizioso progetto di sviluppo sociale che ha tra i principali obiettivi il sostegno alle istituzioni locali e il consolidamento del sistema Forum quale nevralgico centro di aggregazione, diffusione culturale e contaminazione.

Forum dei Giovani della Provincia di Benevento

Forum dei Giovani della Provincia di Benevento

In un periodo storico come quello attuale dove si parla sempre più spesso di spopolamento, rinnovamento socio-culturale, resilienza, digitalizzazione e transizione ecologica è assolutamente necessario che i giovani siano messi nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie istanze alle istituzioni, divenendo cofautori del processo di crescita del Paese e in modo particolare delle aree interne del Mezzogiorno.

In questa direzione si configura il fervente impegno dei giovani del Coordinamento della Provincia di Benevento, i quali, attraverso una serie di azioni concrete che verranno presto messe in campo, hanno intenzione di rendersi intercettori dei bisogni delle nuove generazione sul nostro territorio per mezzo dello strumento Forum. A tal proposito assume fondamentale importanza l’appello del Coordinamento agli amministratori dei 78 comuni della Provincia di Benevento ad istituire, ove non vi sia o sia inattivo, il Forum dei Giovani, organismo imprescindibile per la crescita del territorio.

Il Coordinamento vuole essere supporto attivo alle amministrazioni locali e ai giovani che si faranno promotori del processo di costituzione dei forum comunali.

Il Coordinatore dell’ente giovanile sannita, Daniele Belmonte, nell’ambito dell’appello agli amministratori ha dichiarato:

Il Coordinamento vuole essere un luogo di crescita, di scambio di idee, di confronto tra giovani che vivono in diverse realtà territoriali della Provincia, al fine di perseguire i comuni obiettivi rispettando le singole realtà locali. Il Coordinamento si propone di avvicinare i giovani alle Istituzioni e le Istituzioni al mondo dei giovani.

I Forum Comunali aderenti al Coordinamento Provinciale, riconoscono la necessità e l’esigenza dello stare insieme come condizione indispensabile per migliorarsi ed uniformarsi, nonché crescere nel confronto e nello scambio di idee attraverso la costruzione di una rete di giovani per i giovani. E’ di fondamentale importanza per realtà come le nostre fare rete e unirsi in sinergia. Il Coordinamento Provinciale ha tra i suoi obiettivi da perseguire quello di essere da supporto alle Amministrazioni Comunali nell’istituzione dei Forum Comunali, in modo che tutti i ragazzi sanniti abbiano questa possibilità di conoscere e vivere questa bellissima esperienza, chiamata “Forum dei Giovani”.

O Sud è fesso, concerto con Patrizio Trampetti, Jennà Romano e Sandro Ruotolo

Le parole e la musica si rincorrono e si fondono in “‘O sud è fesso”, uno spettacolo in cui la forma reading si alterna alla forma canzone, la musica di tradizione, come le tammurriate e le villanelle, alle sonorità della musica rock e d’autore, con strumenti a corde della tradizione etnica che si fondono con le sonorità psichedeliche degli anni ‘70.

L’incontro tra un illustre esponente del folk revival come Patrizio Trampetti (già fondatore della Nccp e autore di brani per Edoardo Bennato, Francesco Baccini e Gilberto Gil), Jennà Romano (leader dei Letti Sfatti, vincitore del premio Ciampi per la ricerca musicale, collaboratore di artisti come Lucio Dalla, Napoli Centrale, Fausto Mesolella, Erri De Luca, Tricarico, Arisa e Francesco De Gregori) e Sandro Ruotolo, giornalista sempre in prima linea con le sue inchieste sulla camorra.

O sud è fesso

O sud è fesso

Tra i brani proposti si parte dallo storico Canto dei Sanfedisti per arrivare alle tammurriate, una su tutte quella Tammurriata nera che, nella versione originale della Nuova compagnia di Canto popolare, vede da sempre protagonista Trampetti.

Con le ritmiche e i colori più moderni, le ballate si sposano alle letture di Ruotolo, che spaziano da argomenti come le morti bianche, alle lettere dei partigiani in guerra alle proprie famiglie. Le villanelle si mescolano alle più belle pagine musicali della canzone d’autore italiana.

La musica e la parola diventano il mezzo per ripercorrere la nostra storia, sicché i colori del folk, della poesia e del teatro finiscono per diventare linfa per la nostra memoria storica.

L’appuntamento è previsto per il prossimo 16 gennaio al Trianon  Viviani.

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