redazione

Napoli, prolungata l’esposizione dedicata a Frida Kahlo

Prorogata la mostra napoletana dedicata a Frida Kahlo. L’esposizione multimediale dedicata alla vita e all’arte della grande pittrice messicana, in corso a Palazzo Fondi a Napoli, dal titolo Frida Kahlo – Il Caos Dentro, resterà aperta sino al 23 gennaio 2022.

A darne l’annuncio è la stessa società organizzatrice della mostra, Navigare srl, che ha deciso di lasciare la mostra a Napoli in virtù dell’alta partecipazione di pubblico. Sono stati oltre 55mila i biglietti venduti, da settembre ad oggi, per visionare questo racconto multimediale dedicato all’icona femminile dell’arte messicana e donna di indiscusso valore mondiale.

Per rispondere alle numerose richieste giunte da turisti stranieri e italiani Navigare srl ha così deciso di prorogare di 15 giorni la mostra a Palazzo Fondi, visitabile tutti i giorni dalle 9.30 alle 20.30 (sabato e domenica sino alle 21). L’accesso all’esposizione non prevede prenotazione ma, seguendo le nuove regole di prevenzione volute dal Governo, ricorda a tutti che è obbligatorio l’uso della mascherina FPP2.

La signora con il cagnolino di Anton Cechov: la recensione

La signora con il cagnolino è stato pubblicato per la prima volta nel 1899 ed è uno dei più celebri racconti di Anton Cechov, noto scrittore e drammaturgo russo, che scrive quest’opera nel pieno della sua maturità letteraria.

Del racconto esiste anche una trasposizione cinematografica del 1960 di Iosif Kheifits, considerata dagli esperti del settore una delle migliori trasposizioni su pellicola dell’autore russo.

La signora con il cagnolino descrive la storia di un rapporto adulterino ma la particolarità del testo è l’interruzione brusca e volontaria. Sembra che lo scrittore voglia lasciare ai propri lettori il compito di trarre le conclusioni. Per chi conosce lo scrittore la sospensione e l’interruzione delle azioni non è altro che il tema di fondo che accompagna le opere dello scrittore perché ciò che caratterizza l’essere umano, a suo avviso, sono le azioni insensate provocate dalle emozioni da cui scaturiscono i grandi drammi esistenziali della vita.

Girava voce che sul lungomare fosse spuntata una faccia nuova: una signora con un cagnolino.

Questo è l’incipit pieno di mistero del racconto, per dare l’idea del mood del testo.

La signora con il cagnolino: trama

Dmitrij Dmitrič Gurov, chiamato semplicemente Gurov, è un banchiere moscovita di quarant’anni, nonostante la giovane età è padre di tre figli. Un giorno, per caso, conosce Anna Sergeevna, sono entrambi in vacanza a Jalta, città dell’Ucrania nella Repubblica autonoma di Crimea.

Ciò che sembra un incontro casuale e banale si trasforma in un episodio che diventerà cruciale per entrambi perché i due diventeranno amanti.

I due si incontrano, per la prima volta, a cena e Gurov affascinato da Anna inizia subito a corteggiarla, ottenendo ottimi risultati. L’uomo era intrigato dall’idea di poter avere un’avventura romantica con una sconosciuta di cui non sapeva nulla, nome compreso.

Le aspettative dell’uomo vengono disattese perché l’avventura non si consuma quella sera, tra i due si instaura un rapporto più profondo da cui nasce una relazione romantica, fatta di passeggiate al mare, giri in carrozza e baci furtivi.

Questi baci alla luce del giorno, sempre all’erta nel timore che qualcuno li vedesse.

Anna Sergeevna, inizialmente era restìa nell’intraprendere questa relazione perché sposata e attanagliata dai sensi di colpa. A mettere fine a questa relazione clandestina ci pensa la vita: la donna è costretta a rientrare dal marito a San Pietroburgo a causa di un suo improvviso .

C’era anche quest’altra storia nella sua vita, che era finita pure questa e ora non restava che il ricordo…

Gurov invece è un incorreggibile adultero, Anna gli sembrava semplicemente una delle tante ma rientrato a Mosca e ripresa la vita di tutti i giorni nella sua mente si fa sempre più insistente e ricorrente l’immagine di quella signora con il cagnolino e lui non riesce a pensare ad altro.

In strada seguiva le donne con lo sguardo per cercarne qualcuna che assomigliasse a lei…

Gurov era come ossessionato e voleva rivivere ciò che aveva provato a Jalta, dunque decide di partire alla volta di San Pietroburgo, dove riesce ad incontrare Anna e a strapparle una promessa quella di rivedersi a Mosca.

Da questa promessa i due iniziano a vedersi con una cadenza mensile nella città moscovita, che da il via alla loro storia clandestina.

Erano due le vite che viveva: una ufficiale che vedevano e conoscevano tutti quelli che ne avevano bisogno, piena di verità conformiste e bugie del tutto simile alla vita dei suoi amici e conoscenti; e poi un’altra vita – condotta in segreto.

E per qualche bizzarra coincidenza di eventi, forse per un caso, tutto quello che considerava importante, interessante, necessario, quanto c’era di vero e non lo portava a rinnegare se stesso, quello che dava sapore alla sua vita accadeva di nascosto a tutti, invece quello che era menzogna, la facciata dietro cui si nascondeva per coprire la verità accadeva alla luce del sole.

Così Anton Cechov descrive la relazione tra i due amanti, quasi al termine del racconto, come un’istantanea che nella sua semplicità definisce la particolarità e profondità del rapporto intimo tra i due.

Gurov decide di andare a trovare Anna nella sua stanza d’hotel e improvvisamente viene assalito dai dubbi: per la prima volta nella sua vita prova un sentimento così forte e autentico per una donna, è di una tale purezza ciò che prova che gli sembra l’unico appiglio rimasto nella sua vita. L’uomo però allo stesso tempo è logorato dalla condizione di clandestinità della sua relazione con Anna e dall’idea che, forse, la sua amata non prova gli stessi sentimenti per lui, soprattutto nei confronti del vero Gurov. La sua paura più grande paura è che Anna sia invaghita dell’idea di un uomo frutto della sua immaginazione perché non le aveva rivelato tutti i dettagli della vita che conduce alla luce del sole.

Ma come faceva ad amarlo così tanto. Le donne lo avevano creduto sempre diverso da com’era, e quindi non avevano amato lui bensì un uomo creato dalla loro immaginazione che avevano inseguito per tutta la vita.

Il racconto si conclude con l’immagine dei due amanti abbracciati nella stanza d’albergo felici di essersi ritrovati, ma allo stesso tempo straziati dalla impossibilità di poter venire fuori allo scoperto e condannati quasi per un sadico scherzo del destino a vivere in clandestinità il loro primo vero autentico amore.

La signora con il cagnolino di Anton Cechov

La signora con il cagnolino di Anton Cechov

La capacità di Cechov sta nel raccontare i fatti in maniera del tutto impersonale senza giudicare i personaggi, da perfetto osservatore esterno si limita ad osservare e narrare i vizi e i difetti dell’uomo. Anche se l’intera storia è segnata quasi da un totale mancanza di azione dei personaggi , la descrizione degli stati d’animo e di tensione dei due amanti sono perfettamente descritti da Cechov, talmente bene da far provare in prima persona tutte le emozioni e i tormenti della coppia.

Leggendo il finale de La signora con il cagnolino sembra quasi di trovarsi di fronte ad un finale sospeso, non risolto che grazie alla grande capacità dell’autore di scavare nella psiche dei personaggi, lascia libero il lettore di immaginare il finale più giusto per loro, in quanto le storie dei protagonisti sono molto simili alle vicende di ognuno di noi.

Anton Pavlovič Čechov

Anton Cechov

Anton Cechov: biografia

Anton Cechov è uno scrittore e drammaturgo russo nato il 29 gennaio 1860 a Taganrog, nella Russia meridionale, da genitori molto poveri. A 19 anni si trasferisce a Mosca e si iscrive alla facoltà di medicina. Durante gli studi mantiene se stesso e la sua famiglia pubblicando racconti umoristici su alcune riviste. Nel 1884 si laurea e comincia a praticare la professione medica. Ma la scrittura resta la sua grande passione: di giorno lavora, e di notte continua a scrivere.

La medicina è sua moglie e la scrittura la sua amante dove rifugiarsi.

Nei suoi lavori fotografa le debolezze e le contraddizioni della borghesia russa di fine ‘800. Col successo delle sue opere e col passare degli anni seguenti Cechov inizia a soffrire di tubercolosi. Malgrado ciò, non rinuncia a scrivere: risalgono a questo periodo alcuni dei suoi racconti più famosi, come Corsia n. 6 e La signora con il cagnolino. Nel 1896 va in scena Il gabbiano, un dramma che racconta un amore infelice. In questo lavoro lo scrittore anticipa alcuni temi del teatro del ‘900: la difficoltà di comunicazione tra gli esseri umani e la solitudine esistenziale che ne deriva.

La produzione di Cechov  incontra un grande successo di pubblico, soprattutto negli ultimi anni. Lo scrittore devolve una parte dei suoi guadagni a opere di carità: finanzia alcuni istituti scolastici e offre cure mediche gratuite ai più poveri. Nel 1904, all’apice della fama, si trasferisce in una clinica in Germania, dove spera di guarire dalla tubercolosi. Ma le sue condizioni peggiorano in fretta: muore il 15 luglio, all’età di soli 44 anni. Ancor oggi le sue opere teatrali sono tra le più rappresentate al mondo, e i suoi racconti sono un modello di narrativa.

Ottavio Di Paola

La Verità Negata, chi ha ucciso Angelo Vassallo il Sindaco Pescatore

Lunedì 3 gennaio 2022 alle ore 18:00, presso l’aula del Consiglio comunale di Sapri, la presentazione del libro “La Verità Negata, chi ha ucciso Angelo Vassallo il Sindaco Pescatore” edito dalla casa editrice Paper First e scritto da Dario Vassallo, fratello del sindaco e presidente della Fondazione “Angelo Vassallo, Sindaco Pescatore”, e dal giornalista campano Vincenzo Iurillo.

Con Angelo Vassallo muore il sogno di un territorio libero dalla criminalità organizzata, dal traffico di stupefacenti, dagli abusi edilizi. Undici anni all’instancabile ricerca della verità raccontati dalla viva voce di Dario Vassallo, che nel volume ha raccolto frammenti di verità, ha ricomposto i pezzi. Un libro che vuole essere allo stesso tempo un diario e un atto di accusa, un documento storico e un muro della vergogna.

Sottolinea Dario Vassallo:

La verità negata è un grimaldello che apre tante porte. Siamo a Sapri per aprire la porta dell’indifferenza e per accorciare quella “sindrome della distanza” che ormai tutti gli italiani conoscono. C’è ancora vita nel Cilento.

L’incontro avrà lo scopo di ricordare la figura del Sindaco Pescatore, Angelo Vassallo, barbaramente trucidato da nove colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010, ma soprattutto raccontare e far conoscere tutto l’impegno profuso dalla Fondazione Vassallo affinché gli esempi della buona politica, lasciati in eredità da Vassallo, non siano dimenticati ma seguiti da parte degli amministratori del territorio e non solo. Sarà anche l’occasione per capire di più in merito allo stato delle indagini che ancora oggi, a quasi 11 anni di distanza dall’assassinio, non hanno ancora condotto agli esecutori e ai mandanti.

Dario non solo ha scritto il libro “Il sindaco pescatore”, da cui sono stati tratti uno spettacolo teatrale e una fiction televisiva che hanno toccato al cuore tutta l’Italia, ma tramite la Fondazione Angelo Vassallo ha percorso in lungo e in largo la nostra penisola, raccontando la vicenda umana e politica del fratello, generando ovunque una “grande onda” di commozione e cultura della legalità.

Nel libro Dario Vassallo scrive:

Vincere non è certo cambiare il paese, non tocca a noi farlo, ma con la nostra azione siamo riusciti ad arrivare alla coscienza di milioni di italiani e, attraverso questa grande onda di legalità, arriveremo a chi ha ucciso Angelo. Vinceremo.

Provincia di Avellino: linee programmatiche di governo 2021-2025.

L’introduzione della legge di riforma delle Province (c.d. Legge Del Rio n. 56 del 7 aprile 2014) ha generato grandi incertezze normative e restrizioni finanziarie che hanno fortemente compromesso il ruolo di questi enti ed in particolare l’efficacia di alcuni servizi essenziali ai cittadini, a partire da viabilità ed edilizia scolastica. Le ultime leggi finanziarie hanno finalmente impegnato risorse che se pur non sufficienti, hanno ridato valore a questi enti di prossimità e di Area Vasta; per questo, l’occasione del rinnovo del Governo provinciale, rappresenta il primo passo avanti per restituire il giusto rilievo a quelle funzioni fondamentali ancora attribuite a questi enti e garantire risposte adeguate ai bisogni delle comunità irpine. La Provincia di Avellino ha dimostrato negli ultimi anni di essere virtuosa, pur tra ristrettezze di bilancio e carenze di personale. Non si è registrata, tuttavia, una visione di sistema e di progetto territorio, fatta eccezione per qualche sporadico episodio, che fosse davvero efficace.

L’assenza di una responsabile programmazione, basata sui principi della condivisione e della sussidiarietà, in relazione alle funzioni attribuite dalla legge su temi di grande sensibilità sociale e di diretto interesse dei cittadini quali la viabilità, l’edilizia scolastica, i trasporti, l’ambiente, la pianificazione territoriale, renderebbe ancora più grave il vulnus che si è creato fra cittadino e rappresentante politico. La distorsione del principio democratico di elezione dei propri rappresentanti (eletti che nominano altri eletti), ha indebolito gravemente quel vincolo elettorale e di risultato tra cittadino ed eletto che assume, invece, un valore essenzialmente morale, prima ancora che politico, nei confronti delle persone che si trovano ingiustamente escluse dalla possibilità di scelta.

Da ciò scaturisce la necessità di riportare la politica, grande assente degli ultimi anni, alla guida della Provincia di Avellino, agendo in assoluta discontinuità con la gestione dell’amministrazione uscente, costruendo un percorso identitario, basato su principi riconoscibili e col fine ultimo della tutela delle comunità irpine e del rilancio del territorio. Nessuna comunità potrà e dovrà essere dimenticata, come nessun’altra sarà privilegiata; ogni sindaco troverà disponibilità all’ascolto perché non saranno i muri, ma i ponti a caratterizzare questo mandato amministrativo.

Provincia di Avellino

Provincia di Avellino

I consiglieri saranno messi nella condizione di avanzare proposte e dialogare in modo costruttivo, pur non dimenticando la sostanziale differenza di ruolo tra i rappresentanti di forze politiche che hanno sostenuto la candidatura del Presidente eletto e coloro i quali, legittimamente, hanno compiuto scelte diverse.

Sarà necessario un percorso programmatico e strategico, nonché una visione della Provincia che devono essere sanciti in un vero e proprio “patto di governo” che leghi, alla luce del sole, il Presidente, i sindaci e gli amministratori tutti, oltre che tutte le parti sociali ed imprenditoriali del territorio.

Linee Programmatiche

Le linee programmatiche possono essere riassunte nei seguenti punti:

  • Assicurare alla Provincia di Avellino una visione prospettica, favorendo finalmente il consolidamento di un ente che, nel rapporto con la Regione e lo Stato, diviene “soggetto di regia” dello sviluppo territoriale, «Casa dei Comuni», ponendosi al servizio del territorio, attivando processi di «amministrazione condivisa» nonché di supporto tecnico, anche con l’ausilio di nuove figure altamente specializzate, individuate attraverso un trasparente reclutamento, in sintonia con le azioni intraprese dal Ministero della funzione Pubblica.
  • Garantire attraverso una pianificazione razionale ed equa, per ambiti di intervento, un graduale e definitivo riassetto della rete viaria provinciale, basato anche su un programma quadriennale che consenta di pianificare gli interventi sulla gran parte dei 1600 km di viabilità e che segua criteri oggettivi di priorità. Attualmente ci sono storture inaccettabili sui ritardi di programmazione e messa in cantiere delle opere (la segnaletica, ad esempio, viene contrattualizzata ogni anno in primavera, dopo che la nebbia che colpisce in inverno, specie i territori di altura, è ormai scomparsa). Secondo il principio sussidiario e di partenariato, occorrerà favorire, inoltre, l’azione diretta dei Comuni attraverso la sottoscrizione di convenzioni o protocolli d’intesa che consentiranno, da un lato, una maggiore celerità nella realizzazione degli interventi, da un altro, un più efficace e diretto controllo sulla qualità dei lavori. Riguardo ai viadotti, va completata la progettazione e la programmazione di tutti i ponti compresi nella viabilità provinciale. Affianco all’avviata attività di monitoraggio e di verifica della stabilità dei ponti, si dovrà procedere ad uno screening puntuale e metodologico anche con tecniche innovative digitali, sia sull’analisi degli interventi necessari che su un piano di manutenzione temporale, raccogliendo tutte le informazioni tecniche del manufatto all’interno del “fascicolo della infrastruttura” e candidando progetti specifici sui fondi del PNRR (Misura 3 del Recovery Plan: “…..introdurre sistemi digitali di monitoraggio da remoto per la sicurezza delle arterie stradali e conseguenti urgenti opere per la messa in sicurezza arterie stradali, ponti e viadotti ammalorati”).
  • Aumentare la capacità di investimento sull’edilizia scolastica, soprattutto sulla messa in sicurezza degli edifici, completando la dotazione progettuale esistente facendosi trovare pronti per l’impiego delle risorse del PNRR sulla Misura specifica “3 Riqualificazione o ricostruzione in chiave di efficienza energetica e antisismica” e realizzando intelligenti operazioni di razionalizzazione della spesa, superando anche le criticità sugli interventi di manutenzione ordinaria affidati ai dirigenti scolastici, collaborando con loro in modo costruttivo. Predisporre un intervento strategico e straordinario sul monitoraggio e la verifica di tutto il patrimonio scolastico fino all’adozione del “fascicolo del fabbricato” che comprenda anche un programma di manutenzione e verifica scadenzato, oltre a tutte le informazioni sulla vita dell’edificio. Seguendo sempre il principio della sussidiarietà e della responsabilità, è necessario favorire un dialogo costruttivo fra Comuni interessati, dirigenti scolastici, rappresentanti degli studenti, attivando anche forme innovative di comunicazione e informazione. Gli investimenti avviati sui “Poli Formativi di Eccellenza”, a partire dal polo enologico di Avellino, devono essere ripresi, rivalutati e strutturati in una prospettiva di “sistema” attraverso la realizzazione di un campus diffuso di altissima formazione coinvolgendo Comuni, università, istituti culturali, mondo delle imprese, CIRPU, favorendo da un lato la conoscenza a livelli di eccellenza e da un altro agevolando i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro. Questa missione, pur non essendo precipuamente nelle funzioni proprie della provincia, dovrà inserirsi nel contesto della valorizzazione del territorio e dell’istruzione, con formale intesa con la Regione Campania.
  • Definire, attraverso una caratterizzazione di “indirizzo” la partecipazione della Provincia agli enti sovracomunali o strumentali non legandola alla titolarità del presidente o alla “delega” ma ad una precisa scelta che tenga conto di motivazioni coerenti con gli indirizzi politici-programmatici assunti, nell’interesse preminente dei cittadini, soprattutto per quel che riguarda l’Alto Calore, Consorzio ASI e Irpiniambiente. Su Irpiniambiente apro e chiudo parentesi: Occorre da parte della Provincia un rinnovato sistema di controllo sulla gestione. Irpiniambiente è “patrimonio” della Provincia, ma, prima ancora, della intera comunità irpina. Un patrimonio che va salvaguardato per farci trovare pronti nel momento in cui l’Ente d’Ambito dovrà avviare le procedure e le scelte rispetto alla scelta del gestore unico.
  • Rivalutare gli aspetti legati alla pianificazione urbanistica territoriale con particolare riferimento al P.T.C.P. e ad un opportuno aggiornamento, soprattutto per quanto attiene la coerenza dei piani comunali a detto strumento, recuperando un protagonismo ed un’autorevolezza di indirizzo rispetto a scelte di singoli Comuni che possono incidere negativamente su aspetti di sviluppo interessanti territori contigui o più vasti, addirittura in contrasto con le vocazioni indicate nel piano medesimo; Anche in relazione all’energia e allo sfruttamento del territorio, affiancare la Regione rispetto a scelte all’interno del PEAR e Piano Paesaggistico che non stravolgano la vocazione territoriale o compromettano la salvaguardia del paesaggio irpino soprattutto sul tema dell’energia rinnovabile. Anche nelle azioni di programmazioni di area vasta avviate da alcuni enti territoriali, la Provincia deve impegnarsi ad assumere ruoli di coordinamento e di ottimizzazione di processi di sviluppo complessi e sistematici, sul principio di proposta dal basso e verso obiettivi di “smart land” innovativi. I principi che dovranno ispirare la pianificazione territoriale dovranno basarsi sullo sviluppo sostenibile, la tutela dell’ambiente e la coesione territoriale, con lo scopo di migliorare la qualità di vita delle popolazioni presenti e future
  • La Provincia, nell’ambito della funzione di ente di area vasta e di coordinamento sullo sviluppo del territorio, dovrà elaborare quei Progetti Strategici che si collocano a un livello di maggiore complessità e si propongono di implementare alcune visioni di medio e di lungo periodo, soprattutto nel campo delle infrastrutture. Va ripreso e rilanciato il “Patto per lo Sviluppo” della Provincia di Avellino, completamente scomparso dall’agenda politica provinciale degli ultimi anni e che deve essere, invece, un luogo all’interno del quale tutti gli attori dello sviluppo del territorio (istituzioni, parti sociali, associazioni, rappresentanti dei soggetti produttivi ed economici, sindacati, scuole, ecc.), in una dialettica di proposta e di analisi e non di mera denuncia delle problematiche, debbono cooperare affinché, a partire dai grandi progetti della piattaforma logistica della Valle Ufita, dell’Alta Velocità, dell’Area Vasta intorno al Capoluogo  proseguendo per il Progetto “Sistema Irpinia”, l’Area Pilota “Alta Irpinia” finanziato dalla SNAI, e fino alla rete ecologica coi “Contratti di Fiume”, si individuino strategie e progetti di sistema, facendo riferimento in particolare alle sei Misure   del P.N.R.R.. Da questa azione dovrà scaturire un vero e proprio “Piano Territoriale di Area Vasta” che esalti la funzione di pianificazione strategica d’area vasta e di coordinamento dell’ente definendo gli indirizzi strategici di assetto e cura del territorio e dell’ambiente, in coerenza con gli obiettivi strategici regionali stabiliti dal PTR.

 

  • La rete dei trasporti va ripensata attraverso una razionalizzazione del servizio pubblico locale, tenendo conto anche dei territori marginali e penalizzati favorendo soprattutto la comunicazione con le università, specie per quella del Sannio che da una grossa parte della provincia ne è totalmente sprovvista. Potrà rivelarsi utile un dialogo con l’area del “Progetto Pilota Alta Irpinia” rispetto alla possibilità di utilizzare risorse mirate proprio a favore di aree svantaggiate come quelle interne alla provincia, aggiungendo anche progettualità sulla viabilità lenta della Ferrovia Storica, collegandola alle azioni del “Sistema Irpinia”. La possibilità, infatti, di una comunicazione agevole con le università, che garantisca la possibilità di rientro al proprio paese, consentirà, da un lato, l’accessibilità agli atenei anche a giovani con redditi più bassi e, da un altro, di scongiurare il potenziale abbandono dei nostri territori a favore di altre città, dopo il conseguimento della laurea.
  • Il tema “Ambiente” nella nostra provincia riveste una importanza fondamentale per conservare quella identità che ha caratterizzato la definizione stessa del nostro territorio: “la verde Irpinia”. Le competenze su questa materia, tuttavia, non sono vaste ma limitate in particolare alla salvaguardia dei corsi d’acqua e al monitoraggio ambientale. Il progetto di allocazione di centraline come “sentinelle” sul livello di inquinamento dei fiumi ha rappresentato una scelta responsabile e di garanzia; tuttavia, ci sono una serie di altri ambiti, seppur non direttamente riconducibili ai corsi d’acqua, che vanno monitorati e salvaguardati; vedi le aree industriali, specie quella di Pianodardine che presenta attività produttive di grande impatto e che, essendo contigua agli insediamenti abitativi, implica potenziali pericoli per gli stessi cittadini residenti.

Insieme a queste attività, andrà posta particolare attenzione anche all’esame e alla verifica dei progetti approvati dalla Regione Campania per la realizzazione di impianti di smaltimento e di recupero e alla valutazione dei siti inquinati e delle modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale di tali siti. È importante che la Provincia assuma un ruolo che rafforzi gli indirizzi compresi nel PTCP proprio in occasione del rilascio delle AUA ai Comuni sul principio che infrastrutture così “sensibili” non possono appartenere alla scelta di un singolo municipio, ma vanno definite in un contesto territoriale e di salvaguardia delle valenze di produzioni di eccellenza, turistiche, culturali e tipiche locali.

Il tema ambientale è direttamente legato al ciclo integrato dei rifiuti. Giova ricordare che l’ente di gestione Irpiniambiente è a totale partecipazione della Provincia. La gestione degli ultimi anni registra sicuramente delle azioni positive in tal senso, ma l’intero sistema va ottimizzato in una visione di “Piano d’Area Omogenea Provinciale per la gestione dei Rifiuti”.

Il ciclo integrato dei rifiuti è un sistema molto complesso, che assume valenze di rilevanza generale per gli aspetti non solo ambientali e sanitari, ma di riflesso anche occupazionali ed economico-sociali. Anche nel Piano Regionale si evidenzia che “la gestione del ciclo integrato dei rifiuti richiede la messa a punto di un sistema coordinato di politiche, azioni pianificatorie e programmatorie settoriali e nazionali, soluzioni gestionali, impieghi di tecnologie, che consentano i massimi risparmi di risorse non rinnovabili e recuperi di materie seconde e/o energie, unitamente alla sostenibilità economico-occupazionale delle azioni attuate, in un quadro di sicurezza e minimizzazione dei rischi sanitari e ambientali.”

Per tale motivo è necessario iniziare a progettare e programmare gli interventi nell’ottica dell’economia circolare in armonia con le indicazioni e gli obiettivi perseguiti dall’Unione Europea nell’ultimo decennio e presenti nel PNRR.

  • La Provincia, o per competenze proprie o per la partecipazione con quote societarie, ha importanti influenze negli enti di servizio (ASI, Irpiniambiente, Alto Calore, Consorzio Universitario-CIRPU). Particolare attenzione andrà riposta al servizio idrico dove l’ente provinciale ha una partecipazione con oltre il 10% delle Le recenti vicende che interessano “Alto Calore”, con pesanti risvolti economici a danno dei cittadini-utenti, nonché una diffusa qualità del servizio molto al di sotto dei livelli standard di efficienza ed economicità, impongono un ripensamento radicale del modello finora adottato, in linea col piano di risanamento avviato dall’attuale gestione. Sempre sul principio dell’Acqua come Bene Comune e risorsa pubblica, la mission dell’ente deve essere accompagnata dalla Provincia attraverso un disegno e un piano aziendale strategico che risolva le ataviche problematiche strutturali dell’ente recuperando anche il valore del rapporto tra la Regione, il gestore e l’utente, cui devono essere garantiti una serie di servizi oggi scadenti.

 

  • “Sistema Irpinia” rappresenta una novità interessante sul tema dello sviluppo territoriale, in particolare quello turistico e culturale. Tuttavia, l’impianto del progetto va completamente riformato perché possa essere sostenibile e si caratterizzi in una forma “strutturata” nel tempo. L’attuale impostazione che vede impegnare risorse importanti dalla Provincia, alcune non condivisibili, può giustificarsi in una fase di avvio ma non in una di prospettiva che, invece, deve autosostenersi, anche per una aderenza al criterio di spesa coerente con le funzioni proprie dell’ente, liberando il capitolo di bilancio da costi insostenibili. Questo obiettivo potrà raggiungersi attraverso due azioni:
  • La prima deve svilupparsi in un proficuo dialogo di partenariato istituzionale con la Regione che deve sostenere questo progetto anche come modello regionale per la valorizzazione del territorio delle aree interne, integrando la sua partecipazione, anche dal punto di vista finanziario, come già accade per musei e biblioteche della Provincia. L’esercizio della delega su alcune funzioni costituzionali della Regione alle provincie può essere applicato e in tal senso ci impegneremo per una soluzione che ha già avuto una prima disponibilità da parte dell’Assessore al ramo.
  • La seconda missione deve essere quella di coinvolgere in un protocollo formale e strutturato, tutto il comparto dei “soggetti privati” e delle imprese culturali in genere che ruotano intorno al tema affinchè, in uno scambio virtuoso di crescita territoriale, tra servizi e offerta turistica e culturale, si possa indirizzare risorse attraverso la Fondazione Irpinia all’intera struttura del progetto. In questo modo, si dà un futuro e si valorizzano anche le professionalità attualmente coinvolte negli info point o hub territoriali. Anche l’università, le scuole di indirizzo presenti sul territorio, insieme agli organismi di formazione, devono essere parte integrante di questo “sistema” virtuoso ed intelligente. Il ricorso alle sponsorizzazioni adottato dalla Provincia va utilizzato non come “Cassa” per finanziare “progettini”, ma come strumento finanziario che individui in maniera chiara e visibile quelle opere o interventi che devono qualificare questa straordinaria forma di finanziamento su beni di interesse culturale e strategico.

 

  • Il PNRR rappresenta una straordinaria opportunità che deve vedere impegnata la Provincia su due azioni fondamentali:
  • Attività di coordinamento strategico di area vasta
  • Assistenza agli enti locali con la costituzione di una “struttura di missione”
  • La Provincia di Avellino, in conseguenza della R. 08 agosto 2016, n. 26 “Costruire il Futuro. Nuove politiche per i giovani”, ha costituito il Coordinamento Provinciale dei Forum Giovanili e ne ha approvato il Regolamento per l’elezione degli organismi previsti (Coordinatore Provinciale e Direttivo) che pero per le vicende covid-19 non è ancora stato svolto; già a partire dall’inizio dell’anno 2022 si stabilirà la data delle elezioni. Questa realtà dovrà assicurare ai giovani una positiva partecipazione alla vita pubblica come momento di arricchimento e di partecipazione ad una missione di valorizzazione delle politiche giovanili attraverso un nuovo protagonismo di tante ragazze e ragazzi che sono una grande ricchezza per la nostra Provincia.

 

  • Consulta delle Pari Opportinità:

 

Occorre ridare forza alla struttura esistente, con risorse e strumenti adeguati, al fine di porre anche al centro del dibattito provinciale, il ruolo delle donne in ambito lavorativo e sociale. Anche rispetto a questo tema, la Provincia deve recuperare con autorevolezza, un ruolo di pianificazione che certamente le compete.

Scade il 31 dicembre a mezzanotte il bando del concorso di fotografia documentaria “1801 passaggi”

Scade alla mezzanotte del 31 dicembre il bando della quinta edizione del concorso nazionale di fotografia documentaria “1801 passaggi”, iniziativa legata a un progetto museale nato in un piccolo paese del sud interno che si sta facendo conoscere di fronte a una platea ormai internazionale. Il concorso è ispirato al fondo fotografico di Frank Cancian custodito a Lacedonia (Av) nel MAVI-Museo Antropologico Visivo Irpino. Il tema di quest’anno è “Un paese italiano, 2021” e i partecipanti dovranno inviare opere realizzate a partire dall’1 gennaio 2021 e fino al 31 dicembre 2021, data di scadenza del bando.

Nel piccolo borgo rurale irpino, nel 1957, il giovane fotografo e antropologo in formazione 
Frank Cancian, statunitense di origini venete, realizzò uno straordinario ritratto fotografico della comunità: 1801 scatti i cui negativi e provini sono stati donati 60 anni più tardi alla Pro Loco “Gino Chicone” di Lacedonia. Quest’ultima, in collaborazione con l’associazione LaPilart e con il sostegno dell’Amministrazione comunale, ha fondato un piccolo museo, il MAVI, che custodisce ed espone questo patrimonio.

Frank Cancian

Frank Cancian

Una serie di 20 foto di Frank Cancian costituisce la base del concorso, nel quale gli autori vengono chiamati a presentare proprie foto scattate in Italia che trovino riferimento nelle foto di Cancian realizzate a Lacedonia e che propongano una libera reinterpretazione attualizzata di quelle immagini. Così come Cancian si recò a Lacedonia “per capire come le persone vivevano e per fotografarne la quotidianità”, allo stesso modo la richiesta ai nuovi autori è quella di prendere spunto dai temi e dai soggetti del 1957 per raccontare la realtà di oggi le nuove sfide che la società è chiamata a vivere.

Frank Cancian: foto

Foto d’epoca del fotografo statunitense



Con il concorso annuale – 
organizzato dall’associazione LaPilart e dalla Pro Loco “Gino Chicone”, con il sostegno del Comune di Lacedonia e in partnership con Museo delle Civiltà (Roma, Ministero della Cultura) e Fondazione Un Paese (Luzzara) – vengono selezionate dalla giuria 20 opere fotografiche particolarmente meritevoli, che vengono esposte in una mostra conclusiva annuale inaugurata nell’ambito dell’evento “1801 passaggi”, nel corso del quale vengono premiate le opere vincitrici. Dopo lo svolgimento del concorso, la mostra fotografica presenta quindi la serie di 20 foto di Cancian posta a base del contest e i 20 scatti selezionati dalla giuria fra tutti quelli presentati dai partecipanti.

Anche per l’edizione 2021 
la scelta delle foto finaliste e vincitrici spetta a una giuria di esperti di primo piano, costituita da: Simona Guerra (coordinatrice), esperta in ordinamento e valorizzazione di archivi fotografici, autrice di biografie di fotografi e saggi di fotografia; Massimo Cutrupi, fotografo dell’ICPI-Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura e docente; Francesco Maranoantropologo e artista, professore associato dell’Università della Basilicata, direttore della rivista peer reviewed “Visual Ethnography”. Anche quest’anno, inoltre, la famiglia del fotografo e antropologo Frank Cancian, scomparso il 24 novembre 2020, assegnerà il premio speciale Frank Cancian a una delle 20 fotografie selezionate dalla giuria.

Camminando verso l’Oceano di Domenico Scialla

“Camminando verso l’Oceano” è il nuovo libro dello scrittore e giornalista Domenico Scialla, distribuito su YouTube, Storytel e sulle principali piattaforme audio. Il formato cartaceo ed ebook è disponibile nei principali store, l’audiolibro è letto da Massimo D’Onofrio.

Già tradotto in quattro lingue, tra mistero e realtà, questo romanzo, dove l’elemento visionario metafisico si intreccia col quotidiano, nasce da un’avventura on the road e mentale; un cammino che l’autore e l’amica Gabriella, zaini in spalla e tanta voglia di natura, hanno fatto lungo un percorso di trekking di circa 900 chilometri.

Racconta l’autore:

Vorrei che Camminando verso l’Oceano fosse soprattutto espressione di culture e di autenticità.  Nasce sicuramente dal cammino che io e Gabriella abbiamo fatto per motivi naturalistici tra la Francia e la Spagna fino all’Oceano di Finisterre, ma soprattutto nasce da un’esperienza mentale perché quando sei a contatto con tanta natura e storia inevitabilmente ti distacchi dal quotidiano e vivi un’esperienza che oserei definire quasi onirica dove ogni logica, spazio e tempo si annullano e quindi ti trovi a contatto non solo con quello che ti circonda ma anche con l’anima di chi incontri lungo il percorso e con qualcosa di superiore. Ecco, il romanzo soprattutto parla di questo, non solo del cammino in sé.

Camminando verso l’Oceano di Domenico Scialla

Camminando verso l’Oceano di Domenico Scialla

Con il sole, il vento e la pioggia, i due protagonisti avanzano calpestando erba e pietre, terreni aridi e fangosi, strade asfaltate che attraversano paesi e città. Vivono situazioni, sia quotidiane che speciali, incontrando ogni genere di persona, dalla più comune alla più stravagante. E in un continuo confronto maturano passo dopo passo. Visioni, fantasie. Ricordi di altre vite? Un testo questo carico di attualità che agile si muove tra il tempo e lo spazio, superandone i confini.

Domenico Scialla: biografia

Domenico Scialla, è scrittore e giornalista. Nasce nel 1972. Conseguita la maturità scientifica, si trasferisce a Bologna e si dedica all’informatica, lettura e scrittura; poi inizia a lavorare come programmatore elettronico in una nota azienda di software. Ha pubblicato nel 1997 la sua prima raccolta di racconti Le mie prime… anta… pagine; sono usciti poi Lettere a Bruno Pietro e A Ruota Libera, entrambi editi da Boopen.

Nel 2010 pubblica Insieme edito da Gruppo Albatros, di cui Camminando verso l’Oceano è la versione riveduta e ampliata. Come giornalista pubblicista ha al suo attivo collaborazioni per le pagine di musica, spettacolo e letteratura con la rivista Orizzonti e il gazzettino I Popolari; ha intervistato anche nomi noti del panorama artistico italiano. Attualmente, impiegato amministrativo, intende dedicare il suo tempo libero ai viaggi, ricerca interiore e scrittura.

Trianon Viviani, benvenuto al 2022 con la serata/evento tv su Sergio Bruni e il concerto di Rosa Chiodo

Il Trianon Viviani dà il benvenuto al nuovo anno con una serata/evento su Rai 1 a Capodanno e un concerto in teatro di Rosa Chiodo il 2 gennaio.

In tv, su Rai 1, Serata d’Onore Sergio Bruni – Sabato 1° gennaio, in seconda serata, la rete ammiraglia della Rai trasmetterà la Serata d’Onore dedicata a Sergio Bruni, condotta da Marisa Laurito, recentemente registrata nel teatro della Canzone napoletana.

Omaggio a Sergio Bruni

Omaggio a Sergio Bruni

Definito «‘a Voce ‘e Napule» da Eduardo De Filippo, Bruni è un artista assolutamente centrale in tutta la storia della canzone napoletana. Scritta da Marisa Laurito, Salvatore Palomba e Giorgio Verdelli, con la consulenza di Massimo Andrei, la Serata ricorda e racconta l’Artista anche a un pubblico meno attento alla grande storia della canzone napoletana.

A introdurla Vince Tempera, con una fantasia di celebri canzoni di Bruni (da Il mare a Vieneme ‘nzuonno), mentre scorrono immagini pubbliche e private dell’artista. Marisa Laurito, che fu una sua allieva, conduce il racconto tra documenti d’epoca, fotografie, filmati e una serie di esibizioni del repertorio più interessante di Bruni. Ecco, quindi, Andrea Sannino, che interpreta Maruzzella e Amaro è ‘o beneRaiz canta PalcoscenicoTosca si esibisce in Graziella; ed Enzo Gragnaniello in Indifferentemente.

Tony Esposito con la compagnia Stabile della Canzone napoletana si produce in una versione spettacolare della celebre Rumba scugnizza di Raffaele Viviani, con l’arrangiamento e la direzione di Pino Perris. Quindi il ricordo del musicologo Pasquale Scialò e di Adriana Bruni, figlia del Maestro. Altre interpretazioni dal vivo quelle di Irene Scarpato in Scètate, Tony Esposito e Nello Daniele per Notte napulitana, e di Raiz e Fausta Vetere della Nccp, con la partecipazione di Lino Vairetti, in Napule doceamara, l’ultima canzone scritta da Bruni. Tra le testimonianze che contrappuntano la narrazione, quelle di Renzo ArboreEnzo Avitabile, che racconta l’incontro con Bruni ed esegue un’esclusiva versione di Carmela, e Massimo Ranieri.

Con la produzione delegata Rai di Eleonora Iannelli, la regia teatrale della Serata d’Onore è di Bruno Garofalo, quella televisiva di Barbara Napolitano.

Rosa Chiodo in “Cenerentola è nata a Napule”

Rosa Chiodo in “Cenerentola è nata a Napule”

In teatro, Rosa Chiodo in “Cenerentola è nata a Napule” – Domenica 2 gennaio, alle 19, Rosa Chiodo dà il benvenuto al nuovo anno con un concerto teatrale dedicato alla figura di Cenerentola. Per la giovane e brava interprete la favola popolare rimanda pienamente a Napoli, che per l’artista è «una città bella, romantica e spesso maltrattata».

Spiega il regista Paolo Caiazzo, che ha scritto per l’occasione alcuni testi che contrappuntano il concerto:

La figliastra più famosa al mondo ha forse origini partenopee perché prima, ma molto prima di Walt Disney, il nostro Gianbattista Basile parlò di lei in una sua fiaba e, allora, “Cenerentola è nata a Napule”, o forse Cenerentola è Napoli, ma la cosa certa è che in molte donne di Napoli c’è il sogno, la forza e la magia di Cenerentola.

Con la sua intensa voce, Rosa Chiodo racconterà la sua lettura della celeberrima favola musicale, accompagnata da Lorenzo Maffia alle tastiere, Franco Ponzo alla chitarra, Emidio Ausiello alle percussioni, Davide Frezza alla batteria, Roberto De Rosa al basso e Sasà Piedepalumbo alla fisarmonica. La direzione artistica è di Pippo Seno.

Il teatro della Canzone napoletana propone ancora la sottoscrizione di una card, con la quale lo spettatore potrà assistere a sei spettacoli, al prezzo speciale di 90 € in poltrona e di 60 € in palco, scegliendoli liberamente dal cartellone. Inoltre, per il pubblico giovanile, ovvero “under 30”, il teatro rende disponibile, per ogni spettacolo, cento ingressi a 10 €.

I miniabbonamenti e i biglietti sono acquistabili presso il botteghino del teatro, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService.net. Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 13:30.

Per accedere in teatro è obbligatorio il possesso del super green pass (detto anche “green pass rafforzato”) e l’uso della mascherina.

Crema contorno occhi e la sua importanza spiegata da Loredana De Simone

Loredana De Simone, una delle titolari di Natobio, ci parla dell’importanza della crema contorno occhi, che in molti considerano inutile o inefficace.

Da cosa partiamo? Sembra oneroso iniziare, per Loredana De Simone, con il contorno occhi, lo sconosciuto per eccellenza.

Loredana De Simone: intervista

Una delle fondatrici di Natobio

Le conversazioni classiche cui spesso si ritrova ad affrontare Loredana sono simili a questa:

Cliente: “Cosa posso fare per la pelle secca e le zampe di gallina che ho nella zona del contorno occhi?”

Loredana: “Dovete usare il Contorno Occhi!”

Cliente: “Ma serve per davvero?”

Loredana: “Sì, assolutamente.”

Cliente: “Ho sempre pensato che fosse un modo per far spendere più soldi, metto la crema idratante.”

Loredana: “Non è una diceria, serve un prodotto specifico per la zona perioculare.”

Cliente: “Ma quante cose devo mettere sul viso?”

Loredana: “Tutte quelle che servono.”

Cliente: “Ma quanto tempo devo trascorrere in bagno, sono sempre di fretta!”

Loredana: “Il tempo necessario…è un gesto d’amore verso noi stesse.”

Cliente: “AHHHH….vabbè lo provo la prossima volta.”

Loredana: “……”

 

Questo è quello che, solitamente, succede ogni volta che Loredana De Simone cerca di proporre questo cosmetico. Cerchiamo di capire perché è così importante prendersi cura della zona oculare e del perché è così importante applicare con costanza il contorno occhi.

Iniziamo col dire che non c’è un’età specifica per utilizzarlo, siamo sempre dell’avviso che prevenire è meglio che curare, quindi si potrebbe iniziare a introdurlo nella propria skincare routine tra i 20 e i 25 anni.

Contorno occhi: tutto ciò che c'è da sapereè

Crema contorno occhi

Quando si tratta di rughe, come saprete, prevenirle è davvero più efficace che curarle. Questo perché una volta che i solchi sul viso o le lineette d’espressione si sono formate sarà molto difficile, con il solo utilizzo di creme e prodotti, farle sparire! L’invecchiamento cutaneo inizia a circa 25 anni! La pelle comincia pian piano a perdere di tonicità e compattezza, lasciando spazio alle prime rughette.

Il contorno occhi è una zona del volto particolarmente sensibile e delicata, molto più suscettibile agli attacchi esterni e all’invecchiamento precoce rispetto alle altre aree del viso. Tale sensibilità e suscettibilità alle aggressioni è dovuta principalmente alle caratteristiche della cute di quest’area. La pelle del contorno occhi, rispetto a quella di altre zone del volto:

  • È più sottile;
  • Presenta un minor numero di ghiandole sebacee e sudoripare;
  • Presenta una quantità decisamente minore di tessuto adiposo sottocutaneo;
  • Presenta un minor quantità di collagene e fibre elastiche;
  • Presenta una circolazione ematica e linfatica ridotta e rallentata.

Dal momento che la zona attorno agli occhi non si comporta come il resto del corpo, questa necessita di maggiori cure e attenzioni per mantenerla ben idratata e prevenire le rughe. Fattori poi quali lo stress oppure il poco sonno contribuiscono tutti quanti a disidratare la zona rendendola soggetta alla comparsa delle tanto odiate zampe di gallina.

Considerata l’estrema sensibilità della zona, il contorno occhi richiede una certa costanza nell’applicazione di prodotti idratanti e nutrienti. Le formulazioni più apprezzate per prendersi cura dell’area perioculare sono sicuramente creme leggere, sieri e gel facilmente assorbibili e non untuosi.

Crema contorno occhi

Crema contorno occhi

Crema contorno occhi: a cosa serve

Gli obiettivi che una crema contorno occhi dovrebbe perseguire sono:

  • Idratare e ammorbidire la cute in profondità.
  • Prevenire l’invecchiamento cutaneo precoce (rughe) con prodotti antiossidanti.
  • Prevenire i danni dal photoaging utilizzando ingredienti funzionali come i filtri solari.
  • Proteggere la delicata microcircolazione della zona contorno occhi.

Per sfruttare il massimo del suo effetto benefico, è buona regola prestare attenzione nella pulizia del viso, indispensabile per preparare la pelle ad accogliere al meglio gli attivi funzionali contenuti nel prodotto.

Crema contorno occhi

Crema contorno occhi

Quando e come applicare la crema contorno occhi

Prima di applicare una crema per il contorno occhi, si raccomanda di eliminare dal viso ogni traccia di trucco con prodotti molto delicati e specifici.

Dopo aver eseguito la pulizia del viso, la pelle è pronta per beneficiare degli ingredienti funzionali contenuti nella crema.

In genere, si consiglia di applicare il prodotto al mattino e alla sera prima di coricarsi: la crema va stesa picchiettando delicatamente con i polpastrelli sulla zona periorbitale, massaggiandola poi con movimenti circolari fino al completo assorbimento.

Inoltre un contorno occhi ben curato assicura anche una durata più lunga del nostro make-up.

Vi abbiamo convinte a utilizzarlo??

Soul Six feat. Nino Buonocore. A 30 anni dalla pubblicazione rifanno “Scrivimi”

Nel trentennale della sua uscita, i Soul Six fanno propria Scrivimi”, una delle poesie musicali più intense della storia della Canzone Italiana. E lo fanno con lintensità, loriginalità e lidentità espressiva che ormai li contraddistingue come una delle realtà musicali più interessanti degli ultimi anni.

Dopo le straordinarie reinterpretazioni di Laura Pausini, Mango, Fabio Concato, Bruno Lauzi e Anna Oxa, e versioni in spagnolo e portoghese, arriva la nuova versione firmata dai Soul Six e che coinvolge lo stesso Nino Buonocore nella celebrazione del trentennale di questo classico della canzone italiana.
Nino Buonocore

Nino Buonocore


Dichiara Nino Buonocore:

Quando mi è stato proposto questo progetto ne ho subito apprezzato loriginalità”  Tra le tante versioni di Scrivimi” credo sia la più particolare. Non è facile trattare” una canzone di successo sebbene conti già decine di versioni. I Soul Six credo siano riusciti a renderla unica tra le tante, donandole tanta freschezza e gioia, pur conferendole tanta eleganza. Grazie Soul Six!

Scrivimi è arrangiato e prodotto da Gianluca Marrazzo per i Soul Six. Il brano è stato realizzato presso gli studi di Hub55. La regia e la realizzazione del videoclip è di Mario Rea. Il video è stato girato nel centro storico di Angri (Sa), con la partnership dei locali notturni di Via Di Mezzo.
Soul Six

Soul Six


Con questo brano Soul Six si esprimono in una dimensione intima e sincera, un arrangiamento vocale che rivela sfumature inedite di un brano che ha fatto la storia. In unatmosfera che dimprovviso si rivela surreale, con un flashback il video racchiude lo stupore di un incontro tra passato e presente, labbraccio in una relazione interpersonale vera. La lentezza dello scrivere” i propri sentimenti, opposta alla distrazione digitale, conquista spazi e tempi comunicativi a dimensione finalmente umana.

 Soul Six: biografia

Attivi da 15 anni sulla scena soul e pop, i Soul Six si sono ormai affermati come una delle più significative e poliedriche band vocali campane, soprattutto per la loro capacità di rinnovarsi, di attraversare con disinvoltura una molteplicità di generi musicali. La formazione attuale dei Soul Six comprende Giusy Visconto, Carmine Granato, Angela Ruscio, Sarah Adamo e Gianluca Marrazzo.
I Soul Six hanno al loro attivo 4 singoli ed un disco (Sacro Profano) una intensa attività live tra teatri, club e Festival: Fondazione Ravello Festival, Amalfi in Jazz, Okdoria Fest, Summertime Jazz Festival, Tirreno Festival, Calici di Stelle, Luci in Jazz, Ottaviano Food Festival, VivaCultura, Giffoni Jazz Festival. Hanno condiviso il palco con Tullio de Piscopo, Stefano di Battista, James Senese, Valerio Scanu, Fabio Concato, Enzo Gragnaniello. Con Senese sono protagonisti del docufilm “Animasona”, uno special sul live in cui lo storico frontman dei Napoli Centrale ha sperimentato per la prima volta una trasposizione dei suoi brani per gruppo vocale.
 

Via d’uscita di Valentino Poppi

Via d’uscita di Valentino Poppi è 11esima antologia della collana Memorie dal Futuro, curata dall’associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare ed edita da Acheron Books.

Memorie dal Futuro è una collana di antologie personali, dedicate ai racconti degli autori e delle autrici che più si sono distinti nei concorsi letterari organizzati da RiLL in particolare: nell’ambito del Trofeo RiLL, uno dei più importanti premi italiani per racconti fantastici, cui partecipano 350 testi all’anno.

Via d’uscita propone i racconti di Valentino Poppi: nato nel 1968 a Bologna, dove vive, è ingegnere elettronico e lavora nel settore delle telecomunicazioni.

Numerosi racconti di Valentino Poppi sono già usciti su riviste e antologie (e molti di tali racconti sono stati anche premiati in concorsi letterari); inoltre, il suo romanzo di fantascienza “Vizi e tentazioni” è stato finalista al premio Urania Short da Mondadori nel 2018 (e poi pubblicato da Robin Edizioni).

Via d'uscita di Valentino Poppi

Via d’uscita di Valentino Poppi

Via d’uscita è un’antologia di 11 racconti, fantastici e di fantascienza. Sono storie che spesso partono dal quotidiano, ma in cui ben presto la realtà viene contaminata dall’elemento fantastico, in modi inattesi e sorprendenti: perché l’insolito, l’imponderabile, il magico sono dietro l’angolo, e possiamo trovarli, inaspettati, in qualsiasi momento della vita.

L’antologia include anche storie strettamente di genere, ad esempio Questioni d’onore, racconto di fantascienza finalista al premio Urania Short.

Molti dei protagonisti dei racconti sono in cerca di una via d’uscita: da una prigione, da un incubo, dal loro quotidiano, da un labirinto, da un inseguitore o… da un semplice scocciatore. E questo, oltre a spiegare il senso del titolo del libro, crea un legame con i lettori/lettrici: perché leggere narrativa è, anche, un modo per isolarsi dal mondo e allontanarsi dalla realtà, specie quando si sceglie di leggere un racconto fantastico.

Via d’uscita è uscito a ottobre 2021 ed è stato presentato a cura RiLL nell’ambito del festival internazionale Lucca Comics & Games 2021.

Il volume è disponibile su Amazon e presso RiLL.

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